Una delle persone che più si è battuta per il recupero della Casermaccia è Maria Paola De Marchis, esponente del PD veliterno impegnata nella cultura sia con l'associazione Calliope che con la Fondazione "Raffaele Pettazzoni".
Quella della ex Caserma Garibaldi è una battaglia che la De Marchis porta avanti ormai da anni, con tenacia e determinazione, coinvolgendo sia i cittadini che le istituzioni. E naturalmente la sua opinione non poteva mancare tra le varie dichiarazioni di questi giorni, nei quali il futuro della Casermacia è al centro del dibattito politico.
"Penso sia chiaro - ha detto Maria Paola De Marchis a Velletri Life - che per me il recupero di quello stabile significa farlo tornare al ruolo originario lavando l'onta di quello che ha subito il monumento durante e dopo la guerra. Sono dieci anni - ricorda la presidente dell'associazione Calliope - che stiamo cercando di creare le condizioni per il suo recupero perché non basta dirlo, ma bisogna mettere in campo un progetto e trovare le risorse ingenti che servono. Il nostro progetto lo abbiamo discusso in innumerevoli convegni riscuotendo il consenso di tutti. Ha fatto parte di due programmi elettorali che hanno riscosso il consenso dei cittadini nelle ultime due elezioni comunali. Ha visto la partecipazione attiva di Velletri e di dieci Comuni dei Castelli Romani per la sua realizzazione e, per ultimo, ha visto l'unione di trecentoventinove persone che hanno aderito alla Fondazione Pettazzoni. Un progetto, insomma che ha dato lustro a questa città portandola alla ribalta di tutte le Istituzioni culturali internazionali. Tutto questo e una delibera comunale approvata all'unanimità, la n. 98 del 2009, dovrebbe costituire un impegno per una politica seria, dovrebbe far riflettere maggioranza e opposizione sul fatto che invece di trovare ulteriore fantasiose soluzioni sarebbe meglio attuare quanto già deciso. Va detto anche - conclude la De Marchis - che il recupero della Casermaccia è stato presentato come progetto al governo, e che può essere la base per la richiesta di finanziamenti europei; non dovrebbe essere solo un impegno di Calliope e della Fondazione Pettazzoni farlo approvare".
Quella della ex Caserma Garibaldi è una battaglia che la De Marchis porta avanti ormai da anni, con tenacia e determinazione, coinvolgendo sia i cittadini che le istituzioni. E naturalmente la sua opinione non poteva mancare tra le varie dichiarazioni di questi giorni, nei quali il futuro della Casermacia è al centro del dibattito politico.
"Penso sia chiaro - ha detto Maria Paola De Marchis a Velletri Life - che per me il recupero di quello stabile significa farlo tornare al ruolo originario lavando l'onta di quello che ha subito il monumento durante e dopo la guerra. Sono dieci anni - ricorda la presidente dell'associazione Calliope - che stiamo cercando di creare le condizioni per il suo recupero perché non basta dirlo, ma bisogna mettere in campo un progetto e trovare le risorse ingenti che servono. Il nostro progetto lo abbiamo discusso in innumerevoli convegni riscuotendo il consenso di tutti. Ha fatto parte di due programmi elettorali che hanno riscosso il consenso dei cittadini nelle ultime due elezioni comunali. Ha visto la partecipazione attiva di Velletri e di dieci Comuni dei Castelli Romani per la sua realizzazione e, per ultimo, ha visto l'unione di trecentoventinove persone che hanno aderito alla Fondazione Pettazzoni. Un progetto, insomma che ha dato lustro a questa città portandola alla ribalta di tutte le Istituzioni culturali internazionali. Tutto questo e una delibera comunale approvata all'unanimità, la n. 98 del 2009, dovrebbe costituire un impegno per una politica seria, dovrebbe far riflettere maggioranza e opposizione sul fatto che invece di trovare ulteriore fantasiose soluzioni sarebbe meglio attuare quanto già deciso. Va detto anche - conclude la De Marchis - che il recupero della Casermaccia è stato presentato come progetto al governo, e che può essere la base per la richiesta di finanziamenti europei; non dovrebbe essere solo un impegno di Calliope e della Fondazione Pettazzoni farlo approvare".