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Maria Paola De Marchis (PD): "La Casermaccia deve tornare al suo ruolo originario"

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Una delle persone che più si è battuta per il recupero della Casermaccia è Maria Paola De Marchis, esponente del PD veliterno impegnata nella cultura sia con l'associazione Calliope che con la Fondazione "Raffaele Pettazzoni". 

 Quella della ex Caserma Garibaldi è una battaglia che la De Marchis porta avanti ormai da anni, con tenacia e determinazione, coinvolgendo sia i cittadini che le istituzioni. E naturalmente la sua opinione non poteva mancare tra le varie dichiarazioni di questi giorni, nei quali il futuro della Casermacia è al centro del dibattito politico.
"Penso sia chiaro - ha detto Maria Paola De Marchis a Velletri Life - che per me il recupero di quello stabile significa farlo tornare al ruolo originario lavando l'onta di quello che ha subito il monumento durante e dopo la guerra. Sono dieci anni - ricorda la presidente dell'associazione Calliope - che stiamo cercando di creare le condizioni per il suo recupero perché non basta dirlo, ma bisogna mettere in campo un progetto e trovare le risorse ingenti che servono. Il nostro progetto lo abbiamo discusso in innumerevoli convegni riscuotendo il consenso di tutti. Ha fatto parte di due programmi elettorali che hanno riscosso il consenso dei cittadini nelle ultime due elezioni comunali. Ha visto la partecipazione attiva di Velletri e di dieci Comuni dei Castelli Romani per la sua realizzazione e, per ultimo, ha visto l'unione di trecentoventinove persone che hanno aderito alla Fondazione Pettazzoni. Un progetto, insomma che ha dato lustro a questa città portandola alla ribalta di tutte le Istituzioni culturali internazionali. Tutto questo e una delibera comunale approvata all'unanimità, la n. 98 del 2009, dovrebbe costituire un impegno per una politica seria, dovrebbe far riflettere maggioranza e opposizione sul fatto che invece di trovare ulteriore fantasiose soluzioni sarebbe meglio attuare quanto già deciso. Va detto anche - conclude la De Marchis - che il recupero della Casermaccia è stato presentato come progetto al governo, e che può essere la base per la richiesta di finanziamenti europei; non dovrebbe essere solo un impegno di Calliope e della Fondazione Pettazzoni farlo approvare".

La storia e il fascino del Convento del Carmine: le visite guidate del GAV spiegano un gioiellino di Velletri

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Negli ultimi mesi a Velletri si è radicata una nuova e felice usanza, ovvero far coincidere ogni festa ed evento cittadino, come è avvenuto durante la appena trascorsa Festa dell’Uva e dei Vini, con le aperture straordinarie dell’area archeologica delle Stimmate e del Convento del Carmine, sempre accompagnate da visite guidate offerte dai volontari del Gav (Gruppo archeologico veliterno).


 La grande partecipazione riscontrata durante queste iniziative è ancora più sorprendente nel caso dell’antico convento dei carmelitani, sito quotidianamente accessibile al pubblico grazie alla sua recente riqualificazione come “Casa delle culture e della musica” e all’apertura della Biblioteca comunale “Augusto Tersenghi”.

Un tale interesse si spiega tuttavia con il fascino ancora suscitato da questo edificio seicentesco, rimasto integro nonostante l’abbandono quarantennale perpetuato dal 1960 e da poco reso accessibile per l’intervento di consolidamento e restauro promosso dall’amministrazione comunale. Quando il convento fu edificato nel XVII secolo la zona era quasi del tutto disabitata, a fare da contorno vi erano solo l’oratorio della Confraternita della Misericordia e la chiesa di S. Antonino dell’XI secolo, entrambe cedute ai Frati Carmelitani appena giunti in città. La visita comincia proprio dal corpo centrale dell’ex chiesa, riconvertita in auditorium con interventi che, nonostante abbiano reso fruibile la sala per convegni e concerti, hanno preservato i resti delle pareti affrescate.
Sulle forme della precedente sagrestia è ricalcata l’odierna sala prove, dove i tondi lampadari, progettati per migliorare l’acustica, contrastano con gli stucchi originali che sugli angoli e sui lati lunghi lasciano in sospeso i motivi floreali per assumere le fattezze di stemmi o della stessa chiesa di S. Antonino con la torre campanaria. Il chiostro quadrangolare si sviluppa mantenendo un rapporto ombelicale con il pozzo: ammirando le volte decorate nella seconda metà del XVII secolo con la storia dell’ordine carmelitano lo sguardo si volge, infatti, sempre verso questo punto di fuga. Gli affreschi, di indubbio valore artistico, hanno costituito per gli studiosi un piccolo enigma, non solo per l’identificazione dei personaggi raffigurati, resi spesso irriconoscibili per la naturale erosione del tempo, ma anche per l’interpretazione del corretto ordine di lettura non direttamente riconducibile a un senso di progressione. Secondo gli ultimi studi riconoscibili sarebbero principalmente di due mani, quella seicentesca di Gaspard Doughet (1615-1675), cognato del pittore francese Nicolas Poussin, e quella di Antonio Passicchi nel secolo successivo; mentre ancora incerti sono alcuni casi di attribuzione che potrebbero essere argomento di ulteriori indagini. Se il chiostro ha conservato la sua originaria identità di peripato, luogo di raccoglimento e sede delle celebrazioni dei patroni dei carmelitani, il refettorio, aggettante sul giardino adornato da colonne ottocentesche, è stato trasformato in spazio espositivo e sala conferenze.
Quando questa sala fu aperta per la prima volta era ancora presente la scaffalatura dell’Archivio del Vecchio Catasto, polverizzatasi, quasi avesse subito una detonazione, al contatto con l’aria. A comparire dietro l’ombra della fuliggine le finte finestre affrescate per creare l’illusione di uno spazio più ampio, con prospettive bucoliche riprese nelle lunette superiori. L’intera struttura è stata di recente al centro di un servizio del TG3 e, a parte l’importante opera di valorizzazione a livello nazionale, si candida a essere un luogo di ritrovo cittadino, pensato per ospitare eventi a sfondo culturale ed esso stesso monumento alla cultura da vivere quotidianamente nel silenzio del chiostro o del giardino, in un sereno sodalizio tra arte e natura.

Valentina Leone

Nell’ambito della Settimana Giubilare e del Progetto “Cibo Per Tutti” della Diocesi-Velletri Segni un convegno a Lariano

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Lariano nell’ambito dell’Anno Giubilare e del Progetto Cibo Per Tutti a cura della Diocesi Velletri- Segni, a Lariano nella settimana giubilare ricca di eventi sul tema assegnato alla comunità di Lariano, della prima opera di misericordia dare da mangiare agli affamati, la Parrocchia di Santa Maria Intemerata in sinergia con l’amministrazione comunale e il coinvolgimento fattivo della scuola media Achille Campanile ha organizzato Sabato mattina 24 Settembre alle 1030 un convegno presso il polifunzionale dal tema “Cibo per tutti”. 


Relatori dell’interessante convegno: il sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti, Padre Vincenzo Molinaro parroco di Lariano, la professoressa Sabrina Verri coordinatrice del progetto che ha lavorato per la realizzazione di un cortometraggio con i suoi alunni, ora della terza media classe F Achille Campanile, alcuni presenti al polifunzionale.

Presenti poi i ragazzi del coro dell’’istituto comprensivo guidato prof. Vittorio Frosi, l’on Ermete Realacci presidente della Commissione Ambiente e Padre Giulio Albanese, il sindaco di Artena Felicetto Angelini. Dapprima c’è stata l’esibizione musicale degli allievi del professor Vittorio Frosi. Poi il momento della proiezione dei video sul tema realizzati da alcuni plessi della Diocesi Velletri-Segni nell’ambito appunto del progetto Cibo per Tutti, tra cui molto bello e intenso quello dei ragazzi della professoressa Verri. Il sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti: "Un grazie a tutti i relatori, alla Parrocchia Santa Maria Intemerata, al nostro vescovo Mons. Apicella, e a tutti coloro che hanno collaborato a tale progetto, ai panificatori di Lariano. Un plauso grande ai nostri ragazzi della 3 f della scuola media Achille Campanile coordinati dalla professoressa Verri, che hanno realizzato un grande lavoro con il cortometraggio. Questo di oggi è un importante convegno che mette luce su una tematica molto importante, quella della lotta agli sprechi alimentari. Su tale tematica è fondamentale diffondere una cultura del consumo sostenibile e consapevole. C’è la necessità di azioni in sinergia tra amministrazione, esercenti e grande distribuzione per combattere gli sprechi alimentari. Fondamentale è altresì la sensibilizzazione del mondo della scuola. Come amministrazione siamo molto attenti su tale problematica e metteremo in campo tutte le iniziative volte per il recupero del cibo e studieremo le modalità d’intervento su questo tema di grande rilevo sul piano umano e sociale”. Molto intenso e ricco di significato l’intervento di Padre Giulio Albanese che ha parlato delle radici del problema della fame nel mondo evidenziando che “la fame nel mondo non è una fatalità ma deriva da cause strutturali, economiche e politiche.

Tanti popoli nel corso degli anni, nonostante le tante risorse naturali dei loro territori sono stati privati della possibilità di utilizzarle e spesso sfruttati a favore di interessi economici. Tutti insieme possiamo cambiare questo stato di cose e fondamentali iniziative di sensibilizzazione come questa di oggi con il coinvolgimento delle nuove generazioni che saranno il nostro futuro”. Il motto degli altri interventi dell’onorevole Ermete Realacci, di padre Vincenzo Molinaro, del sindaco di Artena Felicetto Angelini e della professoressa Sabrina Verri è stato quello dell’importanza della condivisione e dell’impegno costante nel sensibilizzare le nuove generazioni al problema per iniziare a impegnarci a cambiare lo stato delle cose, e in sinergia programmare una serie di interventi che possano apportare migliorie e benefici per evitare gli sprechi di cibo e aiutare chi ha più bisogno di noi. Padre Vincenzo Molinaro a fine convegno ha voluto ringraziare tutti i relatori, l’amministrazione comunale di Lariano, il vescovo della diocesi mons. Vincenzo Apicella, l’associazione Fungo Porcino sponsor del progetto cibo per tutti, i panificatori di Lariano , i ristoratori di Lariano e tutti i volontari e le associazioni che hanno partecipato all’intera settimana giubilare, la professoressa Sabrina Verri, il professor Vittorio Frosi e tutto l’Istituto Comprensivo di Lariano. Sul finire un piccolo buffet con panini gentilmente offerti dal forno Danilo Caliciotti. Nell’intero progetto impegnati anche i panificatori di Lariano e padre Vincenzo Molinaro ha parlato a tal proposito del progetto della Banca del Pane che partirà in questi giorni a Lariano grazie appunto ai vari panificatori con la quale si metterà a disposizione una sorta di cesta del pane per dare un concreto aiuto a chi ne ha bisogno. 

 Alessandro De Angelis

I Free Runners partecipano alla corsa più "pazza" del mondo

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In questo piccolo viaggio di 22 km sulle montagne d'Abruzzo, tra i boschi di querce e i massi, sugli altipiani ondulati che stressano le gambe, per le salite strappacuore e le discese impervie. 


Nel pranzo tutti insieme il primo e l'ultimo, senza parlare di cronometro, nell'ebbrezza del vino e la pasta che ti pare la più buona. Con i cari amici con cui sei partito e gli amici per un giorno che hai incontrato sul sentiero. L'agonismo più pulito e leale. La mia bottiglia premio per la terza posizione di categoria. E la corsa, costante, un vuoto nella mente una pace nell'anima. E un grande spirito che anche oggi ci ha guardato dal cielo e lasciato arrivare”.

Questi i versi scritti da Alessio Pagano sulla bacheca di facebook, domenica 18 settembre dopo aver corso insieme agli amici Paolo Pellis e Massimo Farris il “Trail di Pereto” in provincia dell’Aquila. Hanno concluso questa gara, nella bellezza della natura, praticamente insieme. Per la cronaca, al 5° posto assoluto Massimo ‘2:10:58 primo nella sua categoria, al 6° con lo stesso tempo Paolo primo di categoria e al 12° Alessio in “2:18:14 terzo di categoria. In Islanda dall’11 al 18 settembre, in un Paese dove la natura è regina, Pietro Bernardo ha partecipato alla “Walk Iceland”, 5 tappe in un paesaggio mozzafiato per un totale di 90 km, che ha completato in ’14:09:15 conquistando la 14^ posizione assoluta. Allla corsa più pazza del mondo, sabato 24 a Rovereto (Trento), la “5^ Fischerman’s Friend StongmanRun”, hanno partecipato quest’anno i Free Runners: Pietro Bernardo, Graziano e Andrea Robin Di Giacomantonio, Luca D’achille, Romina Lacapra, Andrea Zuin, Mauro Bartoli e Giuliano Ierardi.
Come oramai consuetudine una squadra, capitanata da Pietro, si è recata in Trentino per partecipare a questa particolare gara, 22 i km da percorrere con ben 32 ostacoli posti lungo il percorso, (fango, fiume gelido, balle di paglia, copertoni di auto, container pieni di acqua, rete sospesa a sette metri di altezza e bolle di sapone) quest’anno tracciato tutto all’interno della città per la gioia degli abitanti, intervenuti numerosi per divertirsi e applaudire i quasi 4000 atleti vestiti con costumi sgargianti. A Picinisco (FR) Prati di Mezzo alla “Monti Della Meta Skymarathon” gara di 34 km con un dislivello positivo di 2400m ha partecipato Luca Moroni che ha concluso in ‘2:08:30. Domenica 25, due le gare su strada dove hanno partecipato i Free Runners. Il gruppo più numeroso si è recato a Colonna per partecipare ai 10 km della “26^ Corri Colonna”. Tra i 1200 partecipanti ottimo risultato per Natascia Ciotti giunta 26^ donna al traguardo e terza nella categoria F35 in ’46:29 , seguita dai Free Marco Ciarla ’47:05, Mario Vitelli ’47:06,
Simone Pietrosanti ’47:57, Samuele Sordilli ’49:52, Alessandro Veri ’50:50, Americo Talone ’51:46, Aldo Velli ’52:17, Simona Fabrizi ’54:44, Oriana Quattrocchi ’54:45 e Cesarino Bianchi ’56:21. Alla “We run Latina 1°Trofeo Redi Medica”, corsa podistica di 12 km che ha visto partecipare 450 atleti, hanno partecipato i bravissimi: Giorgio Innocenti tredicesimo assoluto, secondo nella categoria M35 in ’43:50 e Alessandro Macale ventunesimo e quarto M35 in ’46:28.



Pina Pacifico

Una lite finisce "a cazzotti", al Nodo di Scambio interviene la Polizia

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Mattinata convulsa alla stazione di Velletri quella dello scorso martedì: intorno all'ora di pranzo, infatti, due passeggeri nel nodo di scambio hanno dato in escandescenze rendendo necessario l'intervento della Polizia.

Una lite per motivi ancora da accertare ha scosso la tranquillità dei numerosi passeggeri (per la maggioranza studenti) in attesa dei bus.

Dopo le parole, secondo le testimonianze raccolte, i due protagonisti sono passati alle mani creando attimi di tensione. Fortunatamente l'arrivo di una volante della Polizia ha placato gli animi e diviso i due giovani, che continuavano ad attaccarsi. 

Mancata esibizione delle scuole di ballo in Piazza Cairoli, continua lo sdegno di genitori e ragazzi

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Lo sdegno continua ad essere vivo sul web, a causa dello spiacevole episodio che si è verificato durante l'ultima Festa dell'Uva in Piazza Cairoli. A distanza di una settimana, infatti, non si placa la delusione dei genitori dei bambini che avrebbero dovuto esibirsi sul palco posizionato sotto la Torre.

Sono pervenute in Redazione molte segnalazione da parte dei genitori di alcune scuole di ballo molto affermate a Velletri, per denunciare la disorganizzazione di cui hanno pagato le conseguenze i  bambini.

Alcune scuole di ballo non hanno potuto esibirsi nella fascia oraria compresa tra le 15.30 e le 18.00, come recitava anche il programma ufficiale del Comune di Velletri, poichè gli addetti all'organizzazione del concerto della sera avevano già occupato il palco. E' stato così impedito ai ragazzi delle scuole di portare davanti al pubblico, numeroso, di genitori parenti e amici un lavoro preparato per molti mesi. Quello che lamentano gli oltre quaranta ragazzi è, oltre al danno, la beffa di non aver potuto ricevere spiegazioni da nessuna autorità competente, amministratori od organizzatori, ed essere rimasti vittime loro malgrado di un grave difetto organizzativo. 

A scuola con la cultura e l'archeologia: per sensibilizzare gli studenti si conferma il progetto del GAV

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Tra le tante attività che il GAV - Gruppo Archeologico Veliterno - porta avanti per la cultura e per la sensibilizzazione della cittadinanza, una delle punte di diamante è il progetto che riguarda le scuole. La Commissione, composta dalla referente Renata Belli e da Enrico Strini, Ilaria Fiorillo, Luciana Magini e Sara Di Luzio, si occupa infatti dal 2012 di lavorare con gli studenti del territorio.

Come recita anche lo stesso statuto nazionale dei Gruppi Archeologici Italiani, una delle missionè quella di spiegare ai giovani il valore dei beni culturali, avviando i ragazzi verso un'educazione civica ed una consapevolezza nei confronti della cultura, unita al concetto di rispetto materiale della stessa.

Naturalmente il progetto, di stampo divulgativo, consente anche a tanti ragazzi di scuole elementari, medie e superiori di conoscere Velletri e il suo patrimonio storico - culturale, spesso totalmente ignorato o bistrattato. Se l'incomprensione del presente si basa sull'ignoranza del passato - come asseriva Bloch - il GAV rimedia grazie ad un'attività di puro volontariato che già da quattro anni conduce verso risultati importanti. Partendo da una presentazione del Gruppo, e soprattutto sui motivi che portano i membri della Commissione ad impegnarsi nella cultura, gli studenti sono accompagnati nella storia di Velletri sin dalle origini, con l'ausilio di fonti letterarie e scientifiche. La città veliterna viene mostrata nel suo aspetto nascosto, ben lontano dagli stereotipi e dai luoghi comuni, e i resti antichi sommersi ("la Velletri sparita") sono talmente tanti e distribuiti su tutto il vasto territorio da consentire al GAV di iniziare il discorso, in ogni scuola, indicando i reperti e le scoperte archeologiche più vicine.
Così a "Soleluna" si nomina subito l'Appia Antica, che accarezza l'edificio della scuola, mentre alla "Marcelli" si descrivono il foro romano, l'anfiteatro e il probabile tempio identificabile con l'area dell'odierna cattedrale. Inevitabilmente questa ricchezza sepolta, distrutta o rubata provoca stupore, ammirazione, qualche volta sdegno negli studenti abituati a passare quotidianamente in Piazza Caduti sul Lavoro senza neanche immaginare la presenza passata, nella medesima location, di un anfiteatro. Raccontando le emergenze si fa conoscere la storia veliterna ai veliterni e non solo, con un comune denominatore che è il concetto di identità: "per sapere chi siamo dobbiamo sapere da dove veniamo". Non manca però l'aspetto coinvolgente e interattivo, con esercitazioni ludiche, proiezioni di mappe animate e immagini eloquenti che aiutano a capire quello che prima c'era e che oggi non si vede più. Così gli studenti apprendono e si rendono conto di quanto sia importante consegnare un reperto rinvenuto nel proprio giardino alle autorità competenti o di quanto sia nobile avere cura di quel poco che resta nelle nostre zone, falcidiate dalla speculazione. Questo tipo di formazione, civica e storica insieme, consente di evitare che fioriscano "nuovi barbari", per citare la dicitura scelta nel Museo Civico "Oreste Nardini" in abbinamento all'esposizione di una statua rovinata dalle scritte e dai disegni dei vandali. Tramite l'uso di schemi, disegni, tavole esplicative e quant'altro il GAV fornisce materiali che accrescono l'interesse degli studenti e seminano qualcosa di importante per avere dei futuri cittadini legati alle proprie radici e alla propria storia. Un progetto, dunque, importante e ammirevole che può essere davvero un punto di partenza fondamentale per l'accrescimento della coscienza civica degli adulti di domani.

Rocco Della Corte

Un week end solidale con #LaTognazzaperAmatrice a Velletri

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Torna la campagna solidale #LATOGNAZZAPERAMATRICE nel weekend dell’8 e 9 ottobre. A poco più di un mese dal sisma che ha distrutto il Comune di Amatrice e le frazioni limitrofe, La Tognazza rilancia la due giorni di shopping solidale con qualche novità in più. 


 Sabato 8 e domenica 9 ottobre di nuovo on line la possibilità di acquistare i vini di Gianmarco Tognazzi devolvendo l’intero ricavato a favore della ricostruzione di Amatrice.

Chiamati all’appello, questa volta, anche gli store del brand, che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa, che si svolgerà presso le diverse sedi sabato 8 ottobre fin dall’orario di apertura. Presenti lo store Tognazza nella sede storica di Velletri (via Colle Ottone Basso 84), quello di Cremona (via Antica Porta Tintoria 12) e lo show room di Ferrara (via Byron 10). Anche su Roma sarà possibile acquistare i vini La Tognazza, grazie alla partecipazione del nuovo punto vendita di Domenico Tornatora e del suo gruppo in via Leonardo da Vinci 165 (zona San Paolo). Ma non finisce qui, per poter fare di più, La Tognazza insieme all’Associazione “Amici di Ugo Tognazzi” hanno messo in cantiere anche una cena di beneficenza in collaborazione con Andrea Misseri Chef Resident del Ristorante Dillà a Piazza di Spagna. Sempre sabato 8 ottobre dallo ore 20.30 nella sede de La Tognazza a Velletri, lo chef, insieme alla Sous Chef del Dillà Alessandra Petrella, proporrà un menù creato appositamente per la serata in pieno stile Dillà. Si parte con un antipasto di “Carpaccio di carciofi stracciatella e prosciutto croccante”, due primi piatti “mezze maniche cacio e pepe e spaghetti amatricianella”, come secondo “arrosticini di abbacchio marinati alla griglia con insalatina di campo al finocchio”, il finale avrà come protagonista una “ricottina dolce con composta di visciole e lingue di gatto”. Tutto il ricavato delle vendite di tutti gli store, dello shop on line e della cena sarà devoluto per la ricostruzione del Comune di Amatrice. “Dopo il successo delle prime due giornate di solidarietà abbiamo deciso di replicare” – affermano Gianmarco Tognazzi e il suo socio Alessandro Capria – “Siamo un’azienda che ha l’arte, il gusto e la bellezza nel suo dna e da sempre vogliamo proporci in modo alternativo. Con questa campagna solidale vogliamo dimostrare che i nostri Tapioco, Come Se Fosse e Antani sono doppiamente buoni. Sarà un’occasione conviviale in cui stare insieme e sentirsi utili”. Entusiasta anche lo chef Misseri : “Mi è subito piaciuta l’iniziativa de La Tognazza, e viste le mie origini amatriciane, ho detto subito vengo a cucinare in Tognazza per una serata, che avrà un gusto in più. E per l’occasione abbiamo scelto anche materie prime di Amatrice, per aiutare i produttori in difficoltà”. La Tognazza vi aspetta a Roma, Ferrara, Cremona e Velletri per questa giornata di shopping solidale con #LATOGNAZZAPERAMATRICE. Non mancate. Per la cena è necessaria la prenotazione scrivendo a amicidiugotognazzi@gmail.com o chiamando lo 069625352.

La Biblioteca "Augusto Tersenghi" da lunedì opera con orario continuato 9-18,30

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A partire dal 3 ottobre 2016 la Biblioteca Comunale "Augusto Tersenghi"(presso la "Casa delle culture e della musica"), effettuerà l'apertura con orario continuato da lunedì al venerdì.

L' orario in cui sarà dunque possibile frequentare la struttura e studiarvi o farvi ricerche è dalle 9.00 alle 18.30. Il sabato, invece, l'orario è esteso alla sola fascia mattutina dalle 9,15 alle 12,45.


Una decisione importante che consentirà a molti studenti di usufruire dei servizi offerti anche nelle ore del primo pomeriggio, altrettante utili e fruttuose. L'iniziativa è lodevole e già da lunedì prossimo saranno operativi i nuovi orari. 

"Ginnastica per tutti": la ginnastica amatoriale alla Velitrae

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La “Ginnastica per Tutti”, più comunemente conosciuta come ginnastica promozionale e amatoriale, è una sezione della Federazione Ginnastica d'Italia ideata per avvicinare persone di ogni età e di ogni abilità al mondo dello sport. 


Praticamente è alla base di tutte le attività motorie ma la Ginnastica Generale è anche una disciplina a sé stante che grazie ai suoi diversi programmi contribuisce al benessere fisico, intellettuale e sociale delle persone; è per questo che la Ginnastica Generale è stata riconosciuta dal CIO per la sua funzione a favore della salute e per le sue potenzialità educative.
La Ginnastica Generale rappresenta la base addestrativa nelle diverse specialità di competenza della Federazione Ginnastica d’Italia e il programma federale offre la possibilità di avvicinarsi alla Ginnastica Artistica Maschile, alla Ginnastica Artistica Femminile, alla Ginnastica Ritmica e alla Ginnastica Aerobica, partecipando a vere e proprie gare (anche a livello internazionale). In Italia l'evento di maggior richiamo è a Pesaro dove ogni anno, alla fine di Giugno, vengono ospitati per dieci giorni ca. 10.000 atleti e appassionati provenienti da tutte le regioni in un susseguirsi di gare, esibizioni e feste in piazza; programmi tecnici di attività con grandi e piccoli attrezzi codificati e occasionali e a corpo libero, esercizi collettivi e progressioni individuali, con e senza accompagnamento musicale, percorsi ginnastici a tempo, prove multiple di efficienza fisica, elementi tecnici realizzati ad ondate, in forma di semplice esibizione o secondo un concetto di competizione basato più sulla ricerca del superamento dei propri limiti che sul classico scontro con l’avversario. Il Prof. Mauro Simonetti , direttore sportiva dell’Associazione Ginnastica Velitrae, ha sin da subito riconosciuto come la Ginnastica per Tutti sia un settore di vitale importanza e, soprattutto, un ottimo viatico per il rilancio delle attività di vertice che, proprio nelle attività promozionali, trovano la linfa per alimentarsi. Tutti i corsi sono stati affidati agli istruttori federali Dario Tibaldi e Livia Caracci che hanno il compito di coordinare e seguire costantemente l’attività svolta all’interno dei settori promozionali. La “Ginnastica per Tutti” rientra nel progetto “Open week” proposto dall’associazione, la possibilità di provare gratuitamente per una settimana le diverse attività sportive prima di associarsi alla Velitrae. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi tutti i pomeriggi presso la palestra della SMS “C. Cardinali” in Via San Giovanni Vecchio n. 71, o contattare il telefono fisso 06.9634744 o il mobile 393.2420606.

Livio Mastrostefano

Domenica XXVII T.O. – C: "Inutili… ma preziosi" a cura di don Gaetano Zaralli

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TESTO
Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senape, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».(Lc 17,5-10)



COMMENTO
“Se aveste fede quanto un granellino di senape…”.

È fatto comune spegnere la luce e piangere al buio sulle disgrazie che capitano, attribuendo la responsabilità delle ambasce alle poche risorse che costituiscono il patrimonio della proprie convinzioni. “Ah!… Se avessi più fede!…”, si dice.
Come le briciole di pane che si raccolgono nel pugno, dopo aver rovesciato le tasche ormai vuote, danno all’affamato la speranza di superare la notte, così il granellino di senape, che nella sua pochezza è ancora segno di fede, restituisce  fiducia a chi, depresso, voleva lasciarsi morire miseramente.

“Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge…”.

Luca questa volta si è distratto, tanto da fare apparire incomprensibili le pretese del datore di lavoro nei confronti del proprio servo. Così facendo, dà di Dio  l’idea di un padrone prepotente, che cade per giunta in palese contraddizione con quanto altrove afferma: “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.  (Lc 12,37).
Il soggetto dominante nel primo caso è il servitore che nei confronti del padrone (Dio) sceglie un comportamento di totale disponibilità. Nella citazione seguente, invece, il soggetto è Dio che, in un rapporto confidenziale e amoroso con la sua creatura, di questa si fa “servo”.

“Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.”.

A prima vista dà fastidio il doversi considerare servi di Dio e per giunta inutili. Ma se ciò che opero è frutto di un atto libero ed è conseguenza di una scelta convinta che impegna l’intera mia esistenza, l’essere servo è  anzitutto un atto d’amore che rivolgo a me stesso. Dietro la fatica dell’agire trovo, infatti, la realizzazione di un sogno e, al di là dell’ansia che mi affligge nel perseguire un obiettivo, scopro la serenità di aver compiuto fino in fondo il mio dovere.
Certo volontariato, di cui talvolta si fregia la stessa Chiesa, non ha senso, se l’atto che in quel contesto si compie porta con sé in modo ipocrita uno scambio subdolo di favori. Forse per questo il solo pensiero di ritenersi necessari, là dove si è appena utili, segna l’apoteosi di uno sfacciato “do ut des”.
Quando certi volontari vestono strane casacche negli ospedali e nelle piazze, nelle sfilate e tra i banchi delle chiese… per distinguersi tra la folla e occupare, in nome del servizio prestato, uno spazio privilegiato, è difficile, guardandoli, riconoscere in loro quei “servi” evangelicamente “inutili”.

Don Gaetano Zaralli


Intervista a Giuliano Aureli: vita partigiana, valori di una volta, giovani e conquiste dalla voce 'veliterna' della Resistenza

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La seconda guerra mondiale vista e raccontata da chi l'ha vissuta in prima persona. Tedeschi, fascisti, partigiani: tutti appellativi letti e riletti sui libri di storia ma che assumono un valore diverso se ascoltati guardando negli occhi chi li  ha conosciuti veramente. E a Velletri è possibile chiacchierare e ammirare la lucidità di Giuliano Aureli, presidente dell'ANPI e partigiano, recentemente insignito di una medaglia d'oro consegnatagli direttamente in Campidoglio. Non è veliterno di nascita ma d'adozione sicuramente sì, e la sua figura è un'istituzione ed un faro per i più giovani.

E' vivo nel racconto di Aureli, che ha risposto a numerose domande, il ricordo dei sentimenti di paura, terrore, poi gioia e felicità, vissuti quando da "ragazzo della Resistenza" partecipava appena 14enne ai fatti della guerra. Una fanciullezza completamente diversa da quella degli attuali adolescenti, ma anche sorretta da diversi valori che oggi sono un pò impolverati. Il prossimo referendum, la posizione di Velletri vista da Roma negli anni del conflitto, Pratolungo e l'attualità sono solo alcuni dei temi toccati in un'intervista che, nel bene e nel male, qualunque sia l'opinione politica del lettore, fa riflettere e ci catapulta all'indietro, in un tempo che non è poi così lontano.



Giuliano Aureli, di qualche settimana fa è la notizia della Medaglia: come si è arrivati a questo riconoscimento e cosa ha provato?

L'idea è partita - come ha ricordato lo stesso Ministro della Difesa - quando un compagno partigiano in Piemonte, a Torino, ha fatto un'esternazione. Questo compagno ha detto che fatta la Resistenza con migliaia di giovani partecipanti, donne e uomini, non c'è stato mai un riconoscimento ufficiale, anche solo simbolico, per ricordare. Abbiamo costruito la Costituzione, pietra miliare su cui doveva basarsi la società, e nonostante tutto siamo rimasti ognuno al proprio posto. Subito dopo la fine del conflitto, infatti, siamo tornati a lavorare per la ricostruzione del paese, e non ci sono mai state particolari cerimonie a parte il 25 aprile - che è caduto un po’ nell'oblio questo periodo. La ministra Pinotti si è assunta l’incarico di darci questo riconoscimento, che consiste in un diploma e in una medaglia per quanto fatto per la Liberazione, costata migliaia di morti, visto che non ce l’ha regalata nessuno. Quando si va nelle scuole - e io continuo a farlo e lo farò finché avrò un filo di voce - pongo il problema del costo della libertà del nostro paese. I ragazzi sono convinti di questa libertà? Escluso quando si può stare fuori da casa fino alle 7 di sera, cosa si intende per libertà? Sempre, davanti a queste domande, nasce un certo dibattito. Per noi è gratificante questo perché ci aiuta a ricordare e sottolineare la presenza dell’attività partigiana.

L’ANPI a Velletri è attivo. E’ venuto qualcuno dell’amministrazione comunale alla Cerimonia di Roma? E che cultura dei partigiani c’è a Velletri? 

Siamo stati soddisfatti del sostegno dell'amministrazione, è venuto il Sindaco Servadio, che mi ha accompagnato insieme ad altri Sindaci della provincia. Per quanto riguarda la cultura dei partigiani a Velletri è stata iniziativa mia creare un’associazione partendo dai fatti di Pratolungo. Pratolungo è precedente alle Fosse Ardeatine e questo è caduto nella dimenticanza.
Cippo per i Martiri di Pratolungo
Avvenivano così, come in quella contrada, le vendette dell’esercito nazista su questo territorio, che da quello che risulta dai documenti disponibili e dai fatti storici, non è stato molto studiato per gli anni della guerra. Abbiamo il solo punto di riferimento del diario di Laracca, che è ammirevole ma non fa un’analisi politica bensì una cronaca delle cose accadute. A Velletri gli studiosi e gli storici contemporanei hanno tanto da fare. La difficoltà, crediamo noi come compagni – e io sono ancora oggi un ragazzo della resistenza – sta nel fatto che il territorio veliterno fosse occupato dai nazisti perché c’era stato lo sbarco ad Anzio. Qui, allora, era molto difficile creare dei gruppi partigiani, anche se ci sono state azioni non indifferenti in tutti i Castelli. Il nostro circolo è stato intitolato a Edmondo Fondi, uomo coriaceo e combattente, che aveva sempre fatto opposizione ai fascisti locali ed è stato scoperto mentre portava delle armi per i gruppi partigiani. Ma per tornare a Pratolungo, non è un semplice episodio di combattimento: si è fatto tanto scalpore su via Rasella a Roma, qui invece è una tragedia quasi dimenticata. Noi l’abbiamo ripresa, rintracciando tre nipoti di alcune vittime, e organizzando la commemorazione ogni anno. L’ANPI, in più, ha fatto una grossa iniziativa nelle scuole. Portiamo trecento ragazzi alle Fosse Ardeatine, dopo una preparazione in classe. Per tre anni di fila abbiamo anche preso un articolo della Costituzione e lo abbiamo spiegato a centinaia di studenti, per poi raccontare la storia della libertà, il percorso e il costo per raggiungerla. I ragazzi sono molto attenti e c’è colloquio, con un linguaggio semplice loro ci stanno dietro e ci ascoltano con interesse. La fanciullezza per noi non c’è stata, noi non siamo potuti andare a scuola, mentre per loro oggi è un sacrificio. 


Per quanto riguarda la Costituzione, come si pone Giuliano Aureli di fronte al Referendum che ormai è fissato al 4 dicembre?

Noi diciamo che prima di cambiare la Costituzione bisogna applicarla e ci vuole un vasto movimento dal basso per cambiarla, occorre discutere. Oggi è una forza politica a cercare di cambiarla, domani un’altra, e si approfitta per avere una maggioranza assoluta. Noi abbiamo lottato contro la Legge Truffa, contro il governo Tambroni, non siamo un partito e ci teniamo a fare un discorso con tutti i partiti e con tutte le forze politiche. Durante la guerra partigiana, nel CLN, avevamo liberali, monarchici, democristiani, comunisti e socialisti. Abbiamo fatto molte battaglie, il 24 marzo 1944 ci sono state le Fosse Ardeatine e non ne abbiamo saputo nemmeno nulla: solo sul “Messaggero” era uscito qualche giorno dopo che era stata fatta la rappresaglia ma non dicevano né dove né come né quando. I tedeschi conoscevano il terreno meglio di noi se lo erano studiato bene come sempre. Queste vite umane date per uno Stato rappresentato dalla Costituzione devono farci riflettere.

Una domanda che si lega all’attualità: è morto da poco Carlo Azeglio Ciampi e uno dei suoi ultimi libri è stato “Non è questo il paese che sognavo”. Secondo te è questa l’Italia che voi volevate? 

Inizialmente la abbiamo voluta in un certo modo prendendo le armi e facendo le azioni che abbiamo fatto. Non va dimenticato però che per noi esistettero due pilastri importanti: il calore e la solidarietà del popolo, che in quel momento ha visto che il castello di carta costruito dal Fascismo era crollato. Nel nostro tempo sono avvenute varie guerre: in Abissinia, in Africa, il cosiddetto volontariato in Spagna dove sono stati provati i bombardamenti dall’alto che furono osservati dai tedeschi per gli effetti che provavano sui civili (e anche solo guardando i monumenti, come quello in piazza Garibaldi, si vede come la maggior parte dei morti della seconda guerra sono state vittime civili, mentre la prima guerra è stata di trincea). Le parole d’ordine per noi, invece, erano pace, meno sofferenze e basta alla guerra dichiarata senza che il popolo italiano lo volesse. Sono stato meravigliato perché in quel periodo abbiamo lasciato in Libia 45 miliardi dei nostri soldi, un terzo di tutta l’economia del nostro Paese. Noi pensavamo che quei pilastri della Costituzione dell’Italia Repubblicana sarebbero stati per sempre validi, e invece non è così, siamo tornati indietro troppo in fretta. Il popolo italiano dimentica. Noi abbiamo lottato per liberarci una dittatura, ma le cose non vanno. Mi domando perché gli italiani siano lontani dalla politica, quando noi abbiamo donato la vita per questo diritto. Nel gruppo nostro ci fu un caduto di dodici anni, medaglia d’oro dopo settant’anni, data da Napolitano perché abbiamo fatto pressione. È stato partigiano per un giorno e ha fatto sganciare gran parte dei compagni nel reatino sul monte Tancia. Uno dei sedici compagni che fece l’azione a Via Casella, di cui la maggioranza erano studenti universitari, si chiamava Blasi e aveva il vizio del furto. Fece appunto il furto in un negozio e la sera venne preso da una squadra di ronda dei tedeschi; riferì tutto, ma non sapeva tutti i nomi perché i partigiani avevano un nome di battaglia.
Monumento a Pratolungo
Abbiamo avuto con noi Carla Capponi, l’unica donna che faceva parte dei sedici gappisti di Tor Pignattara e l’abbiamo mandata a Palestrina, mentre altri ventuno giovani erano impegnati sul monte Tancia. Questo è il clima di quel periodo, la vita era considerata preziosa e al tempo stesso insignificante. Quando il sacerdote, finita la battaglia del monte Tancia, raccolse i cadaveri vedemmo anche il corpo, mutilato nella maniera più oscena, del compagno Sangalli che era stato ferito gravemente e non aveva fatto in tempo a uccidersi. E' questo il tipo di gioventù che abbiamo avuto. Quando Togliatti era ministro della Giustizia diede l’amnistia ma disse che chi si era macchiato di gravi fatti di sangue doveva essere condannato. Invece non è stato così. C’è stata gente condannata a venti o trent’anni che dopo poco ha riacquistato la libertà, mentre c’è stata rivalsa sui partigiani. Abbiamo avuto decine di arresti e condanne per vari motivi. Ci sono stati tanti episodi del genere, ma dobbiamo capire anche il momento in cui avvennero. La gioventù era stata educata a “Credere, obbedire, combattere”, motto iscritto sui cinturoni. Mio papà ha avuto vent’anni di sorveglianza speciale e la Resistenza è partita già dagli anni di affermazione del fascismo, non dall’8 settembre 1943. Il motto dei fascisti era “Oggi in Spagna, domani in Italia”. 


Pensi che le diverse testimonianze di autori che sono stati prima partigiani e poi scrittori possano essere ancora utili per veicolare in una forma diversa dalla testimonianza diretta il valore delle vostre battaglie? 

Moltissimo, perché non sono incasellate in un’ideologia. Sono ancora più apprezzabili per il fatto di arrivare alle nuove generazioni e bisognerebbe invece incoraggiare questa diffusione. Bisogna avere sempre presenti i valori fondanti, gli scrittori li rappresentano e li raccontano. 

Quali sono gli episodi che racchiudono la tua esperienza di partigiano e sceglieresti tra i tanti come esemplari per i giovani? 

Per primo racconterei della mia borgata. Noi eravamo alla periferia, a Tor Pignattara presso la Certosa. Abbiamo tenuto per una giornata Giuseppe Di Vittorio, che era deputato. La borgata mi ha dato un po’ tutto, nel sociale e anche in fatto di solidarietà. In una strada della borgata al tempo del Fascismo c’erano dieci tra confinati e persone che, come mio padre, avevano avuto alle spalle la sorveglianza. Tutto ciò era paradossalmente un vantaggio perché c’era costante comunicazione tra chi portava notizie dal confine e chi comunicava le novità della borgata. La borgata non si è mai arresa: noi mettevamo la bandiera rossa sul più alto pino del quartiere e i tedeschi e i fascisti erano avvelenati per questo. Abbiamo nascosto le armi automatiche, prese dallo sbarco di Anzio, in una galleria. Comunque l’equipaggiamento normale di un partigiano era costituito da due bombe a mano e da una pistola, era impossibile portarsi altro perché bisognava passare inosservati. Per conservare queste armi mettevamo un po’ di olio su un panno, le avvolgevamo e le collocavamo in una galleria. I tedeschi provavano a trovarle e vennero a perquisire tutta la borgata, anche casa mia, ed è stato un momento delicatissimo: mio padre non tornò a casa perché era riconosciuto come partigiano e sarebbe stato arrestato. 

A che età hai iniziato a fare il partigiano? 

Non avevo nemmeno 14 anni. Quello che rimane di quei tempi è stata l’umanità della gente che avevo attorno e il rispetto che avevano, gli adulti, anche nei confronti dei giovani. Ciascuno di noi impallidiva di fronte al passato di questi compagni, alcuni dei quali con esperienze carcerarie. 

La presenza delle donne, emersa anche da tante testimonianze? 

Secondo me è un fenomeno che è stato sottovalutato. Senza le donne non avremmo avuto tante battaglie vinte e la mobilitazione: ad esempio l’assalto ai forni è stato organizzato dalle donne. Le nostre madri sono state eccezionali. Senza le donne non si potevano curare feriti, né nascondere le armi, non si poteva portare materiale clandestino. Sono state più di quello che si dice, anche se ancora c’era e c’è una mentalità maschile. Nelle sfilate sono ancora poche le donne che partecipano, eppure ci sono state 600 cadute, tante hanno patito torture inenarrabili e non hanno parlato. Adesso la donna è ritornata nell’alveo familiare, sole le battaglie degli anni ’60 e ’70 hanno cercato di smuovere la situazione. 

Riguardo alle varie iniziative che voi fate nelle scuole hai dichiarato che i giovani sono molto attenti. Hai fiducia nei giovani di oggi in generale? 

Il potenziale c’è, il problema però è politico. Tutti si turano il naso, nessuno si sente di appoggiare una situazione che recita una disoccupazione al 38%. Lo studio non consente più direttamente di lavorare. Invece rispetto a quello che noi abbiamo vissuto, senza possibilità di continuare la formazione, studiare oggi consente una elevazione. Ma purtroppo in molti casi dopo il diploma non c’è niente. Oggi il giovane si sente incompreso e su questo incidono tante cose.
Giuliano Aureli e Fausto Servadio
Molti se ne vanno all'estero e vengono accolti, in questo modo disperdiamo il patrimonio che abbiamo impegnato per la formazione di questi stessi giovani. È uno spreco. Il disagio di queste generazioni è un problema politico, non partitico. Sono gli uomini che non fanno le cose che dicono, economicamente non avanziamo e siamo ultimi nella ricerca scientifica. Io ho fiducia nei giovani ma bisogna metterli in condizione di realizzarsi. Avevamo di fronte a noi grandi problemi e abbiamo lavorato per superarli, oggi non è materialmente possibile. L’agricoltura potrebbe essere un settore di punta e un’attrattiva per i giovani se sostenuta in modo convincente. 


Per quanto riguarda il referendum l’Anpi sembra sia schierato per il no. Tu, dopo averci detto la tua posizione, cosa puoi dirci del dibattito interno all'ANPI e cosa ne pensi, più nello specifico, dell’idea di cambiare la Costituzione e delle modifiche proposte? 

Non è per partito preso questa mia posizione, lo preciso subito.  Al Congresso nazionale dell’ANPI su 347 delegati, 346 si sono schierati per il “no”. Discutiamo invece dell’applicazione della Costituzione. Noi, come Stato, abbiamo perso la fiducia dei giovani proprio perché la Costituzione non è stata applicata. Anche solo l’articolo primo non trova riscontro con questi livelli di disoccupazione. La Costituzione può essere cambiata su alcune cose, ma a me sorge un dubbio: la Costituzione americana ad esempio, di duecento anni fa, non è stata cambiata. Possibile che nella loro società non ci siano stati cambiamenti? O forse è perchè i cardini sono rimasti quelli? Io dico che i cardini della Costituzione non vanno cambiati, le battaglie vanno fatte e vinte in Parlamento. È antidemocratico dire che il mio voto vale un terzo di un voto di un altro. Io non mi sono battuto per questo, ma per un voto democratico. Se inoltre avere a favore i due terzi del Parlamento porta a questo tipo di riforme io non sono d’accordo, perché le riforme degli ultimi anni sembra che non abbiano portato a nulla. Su alcune cose si può discutere, ma non si può andare solo a colpi di maggioranza perché oggi esiste ancora la possibilità di un referendum, un domani potrebbe non esserci se ci sarà la maggioranza assoluta. Questa eventualità per me non è democrazia. 

Quando e come sei approdato a Velletri? Che ambiente hai trovato in questa città e come è cambiato da allora ad oggi?

A Velletri io conoscevo il sindaco Francesco Velletri. Avevo contatti con lui e con l’Associazione Giovanile Comunista di Velletri, che annoverava tra i suoi esponenti Giglio, futuro responsabile della Camera del Lavoro nelle lotte del bracciantato. Velletri è stata una città presente nelle battaglie civili. Adesso mi sembra che si siano persi questi connotati.
Giuliano Aureli e il Direttore di Velletri Life
Io sono stato accolto da una società solidale. A Velletri sono venuto grazie a mia moglie, persona che voglio ricordare perché mi ha sempre sostenuto. Era una compagna battagliera e si tirava dietro le alttre compagne. Quando sono venuto ho trovato una società in fermento. I problemi ci sono e devono essere discussi con coscienza, adesso si punta tutto sull’industria e si lasciano morire invece le pratiche artigiane che hanno costituito per tanto tempo l’economia di questi centri. 


C’è una poesia/canzone di un partigiano, nome di battaglia Santiago alias Italo Calvino, che dice “Avevamo vent’anni oltre il ponte, oltre il ponte la mano nemica/ vedevamo all’altra riva la vita, tutto il bene avevamo di fronte”. Che cosa vedevi tu oltre il ponte? 

Oltre il ponte per me significa vedere e rivedere il 25 aprile, è stata una grande felicità. Ci liberavamo da questa grande massa oscura perché fin da piccoli ideologicamente dovevamo essere attrezzati per la guerra. I treni partivano in orario per andare in guerra, ma questa demagogia aveva purtroppo conquistato tanti italiani. In quel giorno noi vedemmo un sogno divenuto realtà: una cosa magnifica era che si discuteva, si cominciava a parlare di altre cose. Si lavorava affinché non ci fossero più guerre. Io sono felice quando il tempo è nuvolo perché a quei tempi quando era nuvoloso non si alzavano gli aerei e non si bombardava. Questo forse è utile per esemplificarvi le ossessioni di una guerra che rimangono sulla pelle di chi le ha fatte, per sempre. Per quelli che non la hanno vissuta io dico sempre, soprattutto ai giovani, di andare a piazza Garibaldi e guardare la lista dei caduti, soprattutto i civili.

Intervista a cura di Rocco Della Corte

Impatto gravissimo tra due auto, trasportate d'urgenza due donne al "Colombo" di Velletri. I fatti avvenuti ad Ariccia

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Sono state trasportate entrambe in codice rosso all'Ospedale "Paolo Colombo" di Velletri le due donne che nel pomeriggio di sabato si sono scontrate frontalmente in un gravissimo incidente di auto.

Lo scontro, accaduti nel territorio comunale di Ariccia, è avvenuto in via Perlatura tra una Lancia e una Panda. Nello specifico la Lancia è finita nella corsia opposta finendo contro la Panda, che procedeva in direzione Velletri/Genzano, investendola completamente.


Le due conducenti sono state estratte dalle lamiere grazie ai Vigili del Fuoco, e sono state immediatamente trasportate all'ospedale veliterno in condizioni molto gravi. Disagi alla circolazione, ferite lievi per gli altri due passeggeri della Lancia. Al vaglio degli inquirenti le motivazioni dell'invasione di corsia da parte della Lancia. 

Caos scuolabus, i genitori raccolgono le firme e il Comune valuta soluzioni diverse

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La questione scuolabus continua a tenere banco tra i cittadini di Velletri, con la divisione netta tra la maggioranza e l'opposizione anche in Consiglio Comunale.

Le note difficoltà economiche, anticipate già il mese di luglio da Velletri Life in un'intervista all'assessore ai Trasporti Sergio Andreozzi (LEGGI QUI), si sono tramutate in una preoccupazione concreta per i numerosi genitori che usufruiscono del servizio.

Il problema di fondo è che la spesa di gestione dei pulmini, che grava sulle casse comunali, è quasi interamente sostenuta dalle stesse e riguarda una cifra considerevole che interessa l'1% della popolazione. Fatto sta, però, che le esigenze dei cittadini restano comunque importanti - qualunque sia il loro numero - e allora un'apposita Commissione sta vagliando le possibili soluzioni per non creare disagio a nessuno. Nel frattempo i cittadini stanno portando avanti una raccolta firme, con un banchetto che è stato presente alla Festa dell'Uva e dei Vini e con dei moduli disponibili in numerosi esercizi commerciali della città, dove rivendicano i loro diritti. "I bambini non si toccano" - è lo slogan prescelto dai genitori, che continuano dicendo come "il diritto di andare a scuola sia sacrosanto, come quello dei genitori di poter andare a lavoro senza doversi preoccupare di come i figli raggiungano la scuola". Le domande che si pongono i genitori che beneficiano del servizio scuolabus è quale sarebbe la soluzione, in caso del taglio dei pulmini, per chi sta male, non è automunito o non ha la possibilità di spostarsi. "Chi rappresenta Velletri - continua il volantino diffuso in rete - vuole tagliare dopo quarant'anni gli scuolabus e privare i bambini del diritto di poter andare a scuola. Ora basta! Bisogna fare qualcosa!".

Il degrado (inaccettabile) del Giardino Vittime Civili lungo Corso della Repubblica

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Un giardino molto suggestivo, a due passi da Porta Napoletana, non gode di ottima salute. Occorre pensare, inoltre, che la sua valenza civica è anche molto importante, dato che è intitolato alle vittime civile della Seconda Guerra Mondiale.

Pochi metri dall'inizio di Corso della Repubblica, lato Sud, e sulla sinistra spunta un giardino. La vegetazione è l'unica cosa rimasta, dato che i vandali hanno completamente deturpato - distruggendole - le quattro panchine che consentivano la sosta ai cittadini. 
Il giardino, ricordato anche dal partigiano Giuliano Aureli nell'intervista rilasciata al nostro Giornale (LEGGI QUI) ha l'ambizioso compito di ricordare tutte le vite umane stroncate dalla feroce guerra mondiale, ma in realtà ormai vive solo nei momenti delle commemorazioni ufficiali, sempre più dimenticate dalla cittadinanza.
Il monumento, inoltre, è stato completamente vandalizzato e due pezzi di marmo sono stati divelti. Un largo lastrone, limitrofo alla scalinata d'accesso alla scultura, è stato gettato pochi metri più avanti da qualche imbecille, mentre la stessa incisione che ricorda le "vittime civili"è mutilata dal distacco della parte di marmo in cui sono incisi gli anni, 1940/45. Un'area verde che avrebbe il duplice compito di consentire la sosta e il rilassamento ai cittadino ricordandogli l'enorme sacrificio degli italiani e dei veliterni, è diventato di fatto un luogo spopolato per necessità. A parte i muretti che separano il giardino dal marciapiede, infatti, è impossibile sedersi. Resta una fontanella, unica vera attrattiva da quando sono state distrutte le panchine. Appartata dietro un grosso arbusto, inoltre, proprio al confine con il giardino è possibile ammirare una delle poche torri medievali dell'antica cinta muraria di Velletri rimasta in piedi. La valorizzazione del piccolo spazio verde è necessaria, nella speranza che i cittadini abbiano cura del pubblico.
La speranza è che l'amministrazione provveda, magari anche tramite le pratiche di affidamento delle aiuole a privati, ad una risistemazione dei luoghi e al re-inserimento delle panchine. Un'altra necessità, infine, è quella di installare una targa che spieghi a chi è dedicato il monumento, in modo tale da poter indicare ai giovani, ai veliterni e ai turisti la valenza di quello spazio. 

Rocco Della Corte

La Velletri nascosta che passa sotto la città: una storia da scoprire tutta sotterranea

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Giace al di sotto della Velletri solitamente popolata una città sepolta, dalla vegetazione e dalla terra, dall'incuria o più spesso dal tempo. 


I suoi tratti somatici rimangono confusi per i non addetti, eppure i pochi eletti che si sono votati per mestiere alle esplorazioni speleologiche stanno tentando di rendere noto il volto inedito di una Velletri sotterranea che attende con pazienza di essere resa percorribile anche dai non specialisti.


In particolare il CRS (Centro Ricerche Sotterranee) Egeria, il cui nome si ispira alla ninfa scioltasi in pianto per amore e trasformatasi in fonte, negli ultimi anni si è prodigato in numerose iniziative di ricerca che hanno portato a un decisivo avanzamento delle conoscenze speleologiche del territorio dei Castelli Romani, compiendo studi specifici ad esempio sugli emissari artificiali del lago di Nemi e di Albano, quest’ultimo oggetto di recenti sondaggi diretti a superare le difficoltà di percorrimento imposte dall'alto livello dell’acqua e dalla struttura geologica del sito. Una delle iniziative dell’associazione ha riguardato l’ispezione dell’acquedotto Fontana, ripresa nel 2014 dopo circa trent'anni di avviamento di un progetto di ricognizione, sulle basi di segnalazioni giunte da esperti locali, con l’aggiunta di una nuova rilettura delle fonti bibliografiche che hanno portato alla considerazione di ulteriori punti di accesso. 
Non solo l’esplorazione di questa opera idraulica, ma anche la sua stessa costruzione fu molto tribolata. La realizzazione dell’acquedotto, infatti, affidata all’architetto Giovanni Fontana (1540-1614), fu completata nel 1612 in seguito a molteplici problemi causati dai continui perforamenti delle condutture. Il percorso ha una lunghezza complessiva di circa 15 km e si snoda in una zona di pertinenza dei Comuni di Nemi e Velletri, a partire da Valle delle Colombe fino a piazza Garibaldi. La costruzione dell’acquedotto, non più attivo dagli anni Settanta, è in parte sotterranea e in parte in superficie, alcune parti sono franate per i crolli ma in compenso esistono porzioni ben conservate che potrebbero essere destinate a una valorizzazione turistica. In determinati passaggi è anche possibile ammirare elementi architettonici che fanno da corona all’acquedotto, come il cosiddetto “Arcaccio”, ovvero un ponte in mattoni rossi nei pressi di Fontana fiume, e la “Scalaccia” sotto il S. Raffaele, insieme a punti di osservazione geologica quale è la vena di basalto visibile presso l’entrata della località Porta di ferro. L’acquedotto Fontana, oltre a rappresentare un luogo di innegabile interesse culturale, può fornire lo spunto per lanciare la proposta di una mappatura della Velletri sotterranea che consenta sia agli studiosi che ai cittadini di comprendere realmente la topografia di questa realtà nascosta.
Tra i cunicoli seicenteschi dell’acquedotto Fontana, avvicinandosi verso Velletri, si trovano di frequente pareti azzurrine, a volte vergate da scritte novecentesche che inneggiano o, al contrario, si oppongono al regime fascista, aprendo una vera e propria stratigrafia storica che attraversa i secoli. Una restituzione complessiva dei tracciati sotterranei significherebbe in primo luogo scoprire una rete viaria, densa di reperti archeologici, cisterne, ipogei, cripte, condotti idraulici, rifugi bellici, che abbraccia tutto il periodo compreso tra l’età romana e il Novecento. Un progetto forse utopico, ma non impossibile che potrebbe essere realizzato ancora più rapidamente con la collaborazione dei privati. Anche dietro il muro di una cantina dimenticata si può davvero celare un patrimonio comunitario.


Valentina Leone

Al "Teatro Magico" in scena il corso de "L'istrione" a cura di Shany Martin

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Nuovo impegno professionale per Shany Martin, il comico e musico veliterno che ormai vanta una certa popolarità in città e non solo. In attesa della seconda stagione del programma radiofonico "Atti oShany in luogo pubblico" partirà infatti anche un corso di recitazione.

Il nome del corso è "L'istrione", e si terrà presso la struttura de "il Teatro magico" di via dei Lauri a Velletri. Shany terrà uno spettacolo gratuito di dimostrazione in cui si cimenterà nell'illustrare la recitazione, insieme a Chiara Maria Calcagni per il ballo, Eleonora Di Cocco per la magia e Alain Iannone per la micromagia. 
Andrà in scena quello che sarà poi condiviso insieme agli allievi durante l'anno accademico. L'appuntamento iniziale è per Sabato 8 Ottobre alle 21:00 al Teatro. "Da convinto 'anti-insegnante' - ha dichiarato Shany Martin a Velletri Life - inizio col dire che non vorrò essere visto come uno di quegli antipatici professoroni col cravattino color senape. Il mio sogno sarà semplicemente quello di condividere le mie esperienze e arricchirmi con quelle degli amici che vorranno affrontare questo viaggio insieme a me. Tireremo fuori l'istrione che è in ognuno di noi tuffandoci nell'Arte della Recitazione. Svilupperemo il linguaggio corporeo, impareremo i segreti della dizione, ci divertiremo con esercizi di gruppo, diventeremo padroni dei personaggi da portare in scena e scopriremo le tecniche di respirazione, di rilassamento, di scrittura e di racconto. Non mancheranno accenni storici e curiosità sulla storia del teatro, del cinema e della comicità. Ovviamente non potrò tirarmi indietro - conclude Shany - riguardo le tecniche di intrattenimento comico e, soprattutto, riguardo l'arte dell'imitazione. Il primo incontro del mio corso si terrà Lunedì 10 Ottobre alle 21:00, sempre presso il Teatro Magico"

Rocco Della Corte

La musica dell’orchestra a plettro “Città di Taormina” lega idealmente i Castelli Romani

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L’ 8 Ottobre è prevista la serata conclusiva della manifestazione "Velletri Wine Festival" con la premiazione delle aziende e la consegna delle menzioni speciali dell’organizzazione agli artisti.


Con l'occasione sarà anche inaugurata nella sala “Leonardo De Magistris” la mostra “Tra Sacro e Profano”, composta da etichette d’artista dell’ Accademia Castrimiense di Marino realizzata per la 92esima sagra dell’uva.

"Riassumere le emozioni di questa edizione del Velletri Wine Festival” Nicola Ferri” non è affatto facile - dichiara Alessandro Filippi - perché sono stati molteplici gli eventi e ognuno ha lasciato un segno. Sembrava di essere tornati indietro a venti anni fa, a quella epica Festa dell’Uva, quando Nicola Ferri ci fece conoscere per la prima volta l’orchestra a plettro “Città di Taormina”. Albeggiava ancora su Velletri quando sabato 24 Settembre eravamo già operativi: alle 9.30 con il consigliere comunale Sabina Ponzo siamo partiti alla volta di Fiumicino per accogliere l’orchestra a plettro di Taormina. Il pomeriggio alle 18.00 la vice sindaco di Marino Paola Tiberi e il Consigliere Ponzo hanno tagliato il nastro inaugurale. All’interno del Polo Espositivo Juana Romani, si è svolta l’attesa cerimonia inaugurale, durante la quale è stata presentata l’opera dell’artista romana Patrizia Papini destinata a ricordare l’edizione 2016 della Festa e il drappellone che poi è stato aggiudicato alla decarcia di Castello durante il XX Palio delle Decarcie opera del maestro Ercole Bolognesi.
La compagnia Dilettanti all’opera a seguire ha recitato una commedia di Eduardo, "Pericolosamente", tradotta in siciliano in omaggio agli illustri ospiti. Alle 21.00 è toccato all’Orchestra a Plettro Città di Taormina ad animare il Velletri Wine Festival. La loro prima esibizione è stata un susseguirsi di emozioni. A portare il saluto della città di Velletri l’Assessore Ilaria Usai. Allo stesso assessore è toccata domenica pomeriggio la presidenza della giuria composta dal maestro Franco Crocco e dalla Dottoressa Paola Fede che hanno decretato i vincitori". Gli ospiti della Sicilia si sono esibiti invece, oltre che domenica pomeriggio al Polo Espositivo Juana Romani, la sera al Teatro Artemisio per il concerto di gala alla presenza delle amministrazioni comunali dei comuni di Marino e Velletri che al termine hanno offerto all’orchestra a plettro doni istituzionali. Questa edizione del Velletri Wine Festival Nicola Ferri ha avuto un prologo nella Sagra del Fungo Porcino di Lariano, dove per dieci giorni c’è stato uno stand promozionale con una piccola mostra di pittura. Avrà anche un seguito nella 92esima sagra dell’Uva di Marino, dove il Circolo La Pallade Veliterna rappresenta la città di Velletri all’interno della mostra “Tra Sacro e Profano”, etichette d’artista realizzata dai soci dell’ Accademia Castrimiense. Un grande ospitalità è stata offerta alla città di Velletri dall’amministrazione comunale di Marino che ha sancito così una ritrovata amicizia e un cammino comune.

Quest’anno è nato un nuovo riconoscimento dedicato alla figura di Walter Pantoni, stimato vice sindaco di Lariano, per ricordare il suo impegno per il territorio additandolo come traccia per il futuro. Sabato 8 Ottobre avverrà la serata conclusiva con l’inaugurazione della mostra “Tra Sacro e Profano” a Velletri e l’inaugurazione dell’archivio di RDVS - Radio Delta Velletri Stereo - che Orietta e Tonino Trivelloni hanno voluto donare al Polo Espositivo “Juana Romani”. Si inizia alle ore 18.00 saranno anche consegnati i riconoscimenti alle aziende che hanno vinto il Festival. In una delle aiuole che costeggiano il corso della Repubblica è stato posto a dimora un arancio in ricordo della visita dell’orchestra a plettro “Città di Taormina” e sabato verrà scoperta una piccola targa commemorativa.

Grande partecipazione alla cena sociale dell’Associazione Comitato Ara Di Norma

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Nella serata di mercoledi 28 Settembre a Lariano presso il Ristorante il Bersagliere in via Sandro Pertini, si è svolta la cena sociale dell’Associazione Comitato Ara di Norma. 


Un’occasione è stata per trascorrere insieme la serata e ringraziare tutti coloro che hanno collaborato per l’ottima riuscita della terza edizione della Cellittata larianese-festa dell’enogastronomia che si è svolta all’inizio del mese di luglio, evento che esalta i valori dell’enogastronomia e le tipicità e i produttori locali.

Grande l’affluenza dei tanti soci dell’associazione Comitato Ara di Norma guidata dal suo presidente Stefano Petrilli, e tutto lo staff dell’organizzazione, gli sponsor e i ristoratori e tutti coloro che hanno collaborato alla terza cellittata larianese. Presenti per l’amministrazione comunale di Lariano: il sindaco Maurizio Caliciotti e l’assessore Fabrizio Ferrante Carrante e il consigliere Marco Petrilli, Ha animato musicalmente la serata con il karadance Simone Di Tullio. Ottime le specialità e prelibatezze che si sono degustate durante la serata con la cucina del Ristorante il Bersagliere dai cellitti, contorni, agli arrosticini di pecora, a dell’ottima porchetta preparata e offerta dal Ristorante Pizzeria Bruno, poi per finire una bellissima torta preparata dalla Premiata Trattoria Prati con lo stemma dell’associazione Comitato Ara Di Norma. Durante la serata ci sono stati gli interventi del presidente dell’associazione Stefano Petrilli che ha dapprima ringraziato tutto lo staff delle donne dell’associazione e ha consegnato loro un piccolo riconoscimento.
Poi il presidente ha ringraziato i tre ristoratori il Bersagliere, Premiata Trattoria Prati, e Ristorante Pizzeria Bruno, poi ha ringraziato tutti gli sponsor della manifestazione, e i fornitori dei prodotti tipici locali. “Ci terrei ancora una volta a precisare che l’evento centrale da questa associazione organizzato non è una sagra ma una festa di quartiere e proprio questo spirito ci contraddistingue insieme alla valorizzazione di tutti prodotti tipici locali e degli esercizi e attività commerciali di Lariano. Un grazie va al nostro amico Stefano Petroni dell’Attività Antichi Sapori per la pasta, per il pane di Lariano che ha il marchio collettivo geografico e il bollino di riconoscimento un grazie a tutti i panificatori e all’associazione panificatori di Lariano guidata dalla dott.ssa Raffaella Biagi, ringraziamo poi l’attività commerciale dell’amico Bianchi Fabio per la carne, e la ditta Abbafati Renzo per il vino, e per il materiale cartaceo e plastica il magazzino De Marchis, un grazie anche alla tipografia Linea Grafica, al bar Ricasoli e al Bar Europa. Un grazie infinito lo rivolgo a tutti i soci dell’associazione che rappresento, alle nostre famiglie che ci sostengono e che partecipano attivamente al lavoro e a tutte le persone sostenitrici della nostra associazione(volontari che, come i soci e familiari, non percepiscono alcuna retribuzione economica) che hanno contribuito all’ottima riuscita della terza edizione della Cellittata. Non ci limitiamo solo all’organizzazione della Cellittata larianese, ma come associazione siamo attivi tutto l’anno con varie iniziative su vari fronti. In occasione della Settimana Giubilare qua a Lariano, abbiamo partecipato attivamente sia alla Cena Amatriciana di Solidarietà del Giovedì dando come associazione un importante contributo alla lodevole iniziativa di raccolta fondi per le popolazioni colpite dal sisma, poi abbiamo partecipato mercoledi 21 settembre insieme alla Parrocchia e alla Caritas alla serata dedicata agli Antichi Sapori e alle Ricette della Nonna. Ricordiamo il nostro grande progetto che sta riscuotendo sempre più successo “Archeologia Uomo e Territorio il quale si pone l’obiettivo primario di divulgare le conoscenze e le informazioni archeologiche riferibili all’occupazione del territorio di Lariano, ma non solo, in momenti remoti e recenti della preistoria. A tal proposito un grazie va alla dottoressa Rachele Modesto e alla dott.ssa Elisa Petrilli.
Un progetto che vede la collaborazione dell’Università la Sapienza di Roma e il coinvolgimento fattivo dell’Istituto Comprensivo di Lariano, con l’inserimento del progetto nel POF e a tal proposito un grazie all’Istituto comprensivo. Tale progetto continuerà con sempre maggiore coinvolgimento dei ragazzi delle nostre scuole. Grazie ancora all’amministrazione comunale, alla parrocchia e a tutti coloro che hanno collaborato con noi e ci sono vicini”. E’ intervenuta per un saluto anche la dottoressa Raffaella Biagi presidente dell’associazione Panificatori di Lariano che si è detta orgogliosa della collaborazione e sinergia con il Comitato Ara di Norma e per un saluto è intervenuto Padre Domenico Aiuto. E’ intervenuto poi a portare il saluto dell’amministrazione l’assessore Fabrizio Ferrante Carrante:” Un plauso innanzitutto al Comitato Ara di Norma per il grande impegno messo in atto sia nell’evento principale della Cellittata larianese e nelle varie iniziative ed eventi. L’associazionismo è il vero fulcro e la forza della comunità di Lariano. Proprio l’ottima riuscita dell’iniziativa della Amatriciana di solidarietà con il coinvolgimento di comune e varie associazioni e Parrocchia è dimostrazione che l’unione fa la forza e dobbiamo continuare su tale strada intrapresa della sinergia costante che siamo sicuri apporterà notevoli benefici alla comunità”. La serata è trascorsa molto piacevolmente tra ottima cucina, e tanta buona musica del dj Simone Di Tullio e balli e poi si è svolta anche una riffa con premi tre prosciutti. Intorno a mezzanotte si è poi conclusa una vera e propria serata di festa, amicizia e socializzazione con il Comitato Ara di Norma. 


 Alessandro De Angelis

La Ginnastica Res Novae Velletri in Serie C

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Sabato 1 Ottobre si é svolta, presso il Palazzetto dello Sport di Civitavecchia, la prima prova del Campionato di Serie C Femminile.


La Ginnastica Res Novae, unica rappresentante della città di Velletri, scendeva in campo nella Serie C3A con ben due squadre, composte dalle ginnaste Veliterne Flavia Boccia (Anno 2008) e Forgione Charlotte (2007) in seconda squadra, Sofia Feudo (2007) e Federica Mattoccia (2006) in prima squadra.

Nonostante l’età, una grintosa Flavia e un'esplosiva Charlotte alla loro primissima esperienza di gara, per nulla intimorite dal confronto con ginnaste più esperte, ci sorprendono positivamente, esprimendo al meglio il lavoro fatto in questi mesi e dimostrano grinta da vendere, oltre ad un’ innata eleganza, in perfetto stile Res Novae. Dopo una gara, con qualche piccolo errore, si piazzano così in 32° posizione, con ampi margini di miglioramento, consapevoli infatti, che queste piccole atlete sono solo all’inizio, ed hanno tutte le carte in regola per fare, grandi progressi. Nella prima squadra, una brillante anche se troppo emozionata Sofia incappa in qualche errore alle parallele ed alla trave, imparando che a volte si può sbagliare anche per l'eccessiva voglia di far bene, mentre una finalmente matura e consapevole dei propri mezzi Federica porta a termine una buona gara, lineare e priva di grandi errori, ottenendo così assieme a Sofia un ottimo 14° posto, che le vede posizionarsi, prima della metà della classifica, in un campionato di buon livello. Non ci resta che tornare in palestra a far quel che ci piace di più, lavorare sodo, per riuscire gara dopo gara a scalare la classifica. Appuntamento alla prossima settimana dove la Res Novae sarà contemporaneamente impegnata nel Campionato di Specialità Femminile e, nel Campionato di Categoria Maschile ed nel Torneo Allievi.

Res Novae Velletri
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