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Scuola per lo sviluppo sostenibile: un contributo da Velletri 2030

Lo scorso Dicembre 2019, è stato firmato il Protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) e l’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), che ha per oggetto "Favorire la diffusione della cultura della sostenibilità in vista dell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”, di validità tre anni dal giorno della firma.
Con questo documento MIUR e ASviS “si impegnano a stabilire una collaborazione sul tema della promozione e divulgazione di iniziative di informazione, formazione e diffusione della cultura dello sviluppo sostenibile e del potenziamento dell’educazione alla sostenibilità in ogni grado di istruzione”. In particolare, il programma prevede che le parti si impegnino a: 

1. definire e promuovere iniziative di informazione sul tema dello sviluppo sostenibile e su tutti gli aspetti riconducibili ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, rivolte agli alunni e agli studenti di tutti gli ordini ed i gradi di istruzione, alle loro famiglie e al territorio; 

2. definire e promuovere proposte congiunte per sostenere, nel rispetto dell’autonomia didattica ed organizzativa delle singole istituzioni, la progettazione curricolare delle tematiche connesse allo sviluppo sostenibile; 

3. definire, promuovere ed attivare, nel rispetto delle competenze e delle responsabilità disegnate dal piano nazionale della formazione dei docenti, iniziative di sensibilizzazione e di formazione dei docenti, sul tema dell’educazione allo sviluppo sostenibile, con particolare riferimento ai docenti: che collaborano ai programmi di alternanza scuola-lavoro/apprendistato in alternanza scuola-lavoro/educazione all’imprenditorialità; orientati agli alunni con disabilità e DSA (Disturbi Speciali di Apprendimento); 

4. concordare, elaborare e diffondere materiali e percorsi di innovazione curricolare ed interdisciplinare sul tema dello sviluppo sostenibile, valorizzando i materiali già elaborati, o che verranno predisposti nell’ambito del presente Protocollo d’intesa, dagli aderenti all’ASviS e dalle stesse scuole; 

5. valorizzare le esperienze e le progettualità didattico-formative delle scuole attraverso l’istituzione di premi o la partecipazione ad eventi ed iniziative organizzati nell’ambito della collaborazione tra il MIUR e l’ASviS, anche con l’apporto di soggetti terzi, quali l’UNESCO, istituzioni pubbliche e private, ecc. 

Il testo integrale del Documento è scaricabile dal sito web del Ministero: https://www.miur.gov.it/web/guest/-/protocollo-di-intesa-miur-asv-1 A valle dell'Accordo MIUR - ASviS, il Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione del MIUR, nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’Intesa, ha promosso il Concorso nazionale “Facciamo 17 goal. Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. Il concorso è rivolto alle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, statali e paritarie, e ai Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti (CPIA) con lo scopo di favorire la conoscenza, la diffusione e l’assunzione degli stili di vita previsti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Le Istituzioni scolastiche interessate, dal 7 gennaio al 31 gennaio 2020, potranno registrare la propria partecipazione compilando, per ciascun progetto, il modulo on-line, mentre l’invio degli elaborati è richiesto entro il 18 aprile 2020. Nell’ambito dell’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030 “Istruzione di qualità”, che prefigura la realizzazione di percorsi di apprendimento equi e inclusivi atti a garantire un’istruzione di qualità, il concorso intende promuovere, attraverso l’espressione di mezzi e di linguaggi differenti e nella prospettiva di una responsabile gestione del cambiamento, le seguenti finalità: l’educazione allo sviluppo sostenibile e agli stili di vita rispettosi dell’ambiente, di tutte le popolazioni del mondo nel rispetto della solidarietà intergenerazionale; i diritti umani; l’uguaglianza tra i popoli e le persone, la valorizzazione della diversità culturale; una cultura di pace e di non violenza; la cittadinanza globale anche nell’ottica della responsabile presa in carico del problema del cambiamento climatico; l’innovazione sostenibile e la lotta alla povertà. Questa edizione del Concorso, in considerazione della recente Legge n.92/2019 sull’introduzione dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica nelle Istituzioni scolastiche che assume tra le aree tematiche l’Agenda 2030, propone due modalità di partecipazione: modalità A): diffondiamo l’Agenda 2030 in raccordo con la Carta costituzionale; modalità B): in cammino verso un curricolo sostenibile a partire dalla nostra Carta costituzionale. Tutte le informazioni e la documentazione per la partecipazione al Concorso sono reperibili dal sito web del Ministero: https://www.miur.gov.it/web/guest/-/facciamo-17-goal-trasformare-il-nostro-mondo-agenda-2030-per-lo-sviluppo-sostenibile-iv-edizione-anno-scolastico-2019--1

Velletri 2030

“Mi faccio una canna”: conferenza il 30 gennaio (ore 16.30) all’Unitre di Velletri

Importante conferenza organizzata dall’Unitre di Velletri per il giorno 30 gennaio 2020 alle ore 16.30. Nella sede dell’Università delle Tre Età cittadina, presso la Scuola “Clemente Cardinali” in via Accademia della Cucina 3, saranno approfondite tematiche di stringente attualità inerenti l’utilizzo delle droghe leggere tra i giovani e non solo.
Relatori della conferenza, intitolata “Mi faccio una canna”, saranno la dottoressa Marina Bruno, dirigente, farmacista ospedaliera della ASL Roma 6 e responsabile scientifico del progetto “Smart Drug? No grazie” e la dottoressa Giovanna Marafini, responsabile UOS SERD H2-H5 della ASL RM 6. Interverrà anche un medico della direzione centrale per i servizi antidroga. Introduzione e coordinamento saranno a cura di Antonio Liberati. L’Ingresso è libero.

Rocco Della Corte


Al "Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola" si celebrano i cento anni dalla nascita di Federico Fellini


Il prossimo 20 Gennaio si compiranno i cento anni dalla nascita di Federico Fellini e il Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola non poteva certo lasciar passare inosservato questo importante anniversario per due motivi, il primo per quello che rappresenta l’opera di Fellini nella storia del Cinema Italiano e il secondo per i legami con il maestro di Lucia Mirisola e di Ruggero Mastroianni.
La prima appena arrivata a Roma da Venezia e iscritta al Centro Sperimentale di Cinematografia fu allieva del grande Pietro Gherardi che la volle come sua assistente nella realizzazione dei costumi de La Dolce Vita uno dei film cult di Fellini nel quale c’è anche l’opera di Adriano De Angelis presidente onorario del Museo che ha realizzato il grande Cristo che nelle prime scene sorvola Roma attaccato ad elicottero. Ruggero Mastroianni invece è stato il montatore di fiducia di Fellini con il quale ha collaborato in quasi la totalità delle sue opere, di Mastroianni è il montaggio di Giulietta degli Spiriti – Amarcord – Ginger e Fred – Fellini – Satyricon – I Clowns – Roma giusto per ricordarne alcuni. Quindi ci uniamo alle celebrazioni del centenario per ricordare Lucia e Ruggero e celebrare il cinema italiano che ha fatto la storia. Grazie all’ Alpa Cinema dell’amico Paolo Santapace possiamo esporre nella Sala Marcello De Rossi del nostro Polo Espositivo il microcine 35 millimetri appartenuto al maestro con il quale sul set guardava il girato giornaliero. Vi aspettiamo numerosi dal 20 Gennaio in poi, il programma è in fase di redazione e comprenderà anche eventi per il centenario della nascita di Alberto Sordi, il trentennale della morte di Ugo Tognazzi e il ventennale della morte di Vittorio Gassman tutti e tre sono legati alla città di Velletri per averci in qualche modo abitato e per aver lavorato sotto la direzione di Gigi Magni in Nell’anno del Signore - La Tosca - Scipione detto anche l’africano – In nome del Popolo Sovrano – Arrivano i Bersaglieri. Seguiteci sui nostri canali social per saperne di più.


Alessandro Filippi

Veronica Pivetti alla Mondadori di Genzano per presentare “Per sole donne”

Sabato 18 gennaio appuntamento interessante e scoppiettante alla Mondadori Bookstore di Genzano di Roma. Nella Libreria di Corso Gramsci, infatti, sarà ospite la nota attrice e scrittrice Veronica Pivetti, che presenterà il suo nuovo romanzo “Per sole donne” edito da Mondadori.
Un volume spiazzante, con protagonista Adelaide, alle prese con una classica crisi di mezza età. La vena ironica e umoristica dell’autrice guida il lettore in un percorso di confidenze e chiacchierate tra Adelaide e le sue quattro migliori amiche, Benedetta, Tonia, Rosaria e Martina. Profili femminili diversi ma assoluti protagonisti della scena (da qui il titolo del romanzo) che sono accomunati dal disincanto e dalla voglia di vivere, fenomeni solo apparentemente contraddittori. Sesso, amicizia, introspezione sono le tematiche principali. Per saperne di più l’appuntamento è per sabato 18 gennaio alle ore 18.30 alla Mondadori Bookstore di Genzano. Seguiranno il firma-copie e le foto-ricordo. L’ingresso è, come sempre, libero.

Rocco Della Corte

Introduzione all'ascolto: Charlie Parker e Dizzy Gillespie alla Casa delle Culture con Stefano Cataldi

Domenica 19 gennaio, alle ore 11.00, grande evento musicale presso l'Auditorium della Casa delle Culture e della Musica.
Con l'organizzazione di Associazione Culturale Colle Ionci, Amroc Accademia di Alto perfezionamento musicale Castelli Romani, Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri e Comune di Velletri avrà luogo l'incontro con il maestro Stefano Cataldi per l'introduzione all'ascolto di Charlie Parker e Dizzy Gillespie, nell'ambito del più ampio e articolato progetto dei "Quaderni di cultura musicale". Per maggiori informazioni sono disponibili il sito dell'Associazione Colle Ionci e una pagina facebook dedicata.

Rocco Della Corte

Tre capricci in omaggio a Fellini saranno proiettati il 20 gennaio al Museo "Lucia Mirisola e Luigi Magni"


"Approfittati pure di me" del 1986, "Elisabetta Catalano in otto e mezzo" del 2012 e "Incendio Fellini" 2014. I tre video nascono ognuno da una motivazione diversa.
Il primo enfatizza le tipiche atmosfere oniriche del maestro con una "forzatura" rispetto ai suoi topos dopo il film "Ginger e Fred, come la suprema noia delle televendite, come la donna in perenne, sfuggente seduzione, le comparse manichini, i vari freex che normalmente stazionavano nei suoi set, e l'aspetto messianico del personaggio "telerivelazione. Il secondo nasce da una fotografia che avevo di tazio Secchiaroli del set di "Otto e Mezzo", con uno splendido primo piano di Elisabetta Catalano. Volli saperne di più, riunii le pose della Catalano, e fu evidente che non era una semplice apparizione, ma una vera parte; era la cognatina di Guido, il protagonista, ed ha una delle battute più al vetriolo nei suoi riguardi. Fu in quel set che la Catalano iniziò a fotografare; si perse un attrice, ma si guadagnò una ritrattista straordinaria. Il terzo video è il quasi una riscrittura sempre in chiave tarsch del suo mondo; la Casa del passeggero, un suo luogo d'affezione, da lui rievocataa in "intervista", era divenuta una discarica ( si vede fino a che punto nell'ultimo fotogramma); ho pensato a delle fiamme purificatrici, dove la meravigliosa bellezza dei suoi ricordi di ragazzo avessero ragione sul degrado estetico e mediatico degli anni 90. Ed ecco l'apparizione di Mina, da lui idolatrata, la beffa di attori improbabili a parodiare i suoi sogni, l'avanzamento di madonne in processione in delosanti perefiferie, il caos del traffico che non impedisce flussi di splendori barocchi. Il melange è irrobustito da momenti del film dove il materiale umano sembra guidare le sue scelte espressive; ed ecco mostruose maschere appaiono tra i fiori, e si compenetrano i volti di baccanti, per rilvelarsi alla fine sovrapposte a raffigurare il dipinto le Demoiselle di Avignon, le ragazze di un bordello mostrificate da Picasso, ma sempre molto umanizzate da Fellini. Il tutto sempre con il massimo rispetto ed amore per Federico il grande. 

Franco Di Matteo

Differenziata, la Tariffa puntuale (TARIP) è partita nella sua prima fase


La Tariffa puntuale (TARIP) è partita, la prima fase prevede la consegna dei mastelli di colore grigio che dovranno essere utilizzati per il conferimento del solo rifiuto indifferenziato non riciclabile.
L'inizio effettivo del servizio è stato programmato per giovedì 7 maggio 2020 quando le oltre 22 mila famiglie saranno state contattate e disporranno del nuovo mastello. Grazie alla tecnologia inserita nei mastelli, con la TARIP sarà possibile di misurare la quantità di rifiuto indifferenziato e premiare, con una riduzione della bolletta, coloro che avranno comportamenti virtuosi. Inoltre si prevede che la TARIP comporterà una sensibile riduzione dei rifiuti indifferenziati con evidenti benefici per l'ambiente. L'amministrazione sta elaborando i dati del 2019 e a breve comunicherà l'entità dei benefici e i limiti minimi di conferimento come anche disposto dalle nuove normative in materia indicate dall'autorità nazionale di regolazione e controllo ARERA (www.arera.it). Nel frattempo sono stati definiti gli scaglioni per nucleo familiare e stabilito il numero massimo dei conferimenti consentiti, al di sotto dei quali, scatterà la riduzione della tariffa. La Volsca chiede alle famiglie che stanno ricevendo i nuovi mastelli di non utilizzarli fino a giovedì 7 maggio 2020, seguiranno informazioni dettagliate e puntuali sull'erogazione del servizio. Per qualsiasi informazione contattare la Volsca Ambiente e Servizi SpA.


Dalla pagina ufficiale del Comune di Velletri


Assertività: la competenza chiave per le “buone” relazioni sociali

Essere assertivi significa saper esprimere sé stessi e far valere il proprio punto di vista rispettando le idee ed i diritti degli altri. Di fatto è una capacità essenziale per tessere delle buone relazioni sociali. 

La parola “assertività” significa “affermare sé stessi” ed è definita come la capacità di un individuo di riconoscere ed affermare le proprie esigenze, emozioni e idee, con buona probabilità di raggiungere i propri obiettivi, mantenendo positiva la relazione con gli altri (De Muync, 1974). I primi studi risalgono agli anni 50 con Andrew Salter ma è necessario quasi un ventennio affinché il concetto di Assertività venga definito e riconosciuto formalmente. I numerosi studi sul tema, hanno portato naturalmente a numerosi definizione del concetto di assertività, tutte però accumunate da tre elementi specifici: 

- L’importanza di riconoscere e trasmettere le proprie emozioni 
- Il riconoscimento dei diritti propri e degli altri 
- La definizione di assertività come competenza e che quindi può essere appresa

Attualmente l’assertività è considerato uno stile comportamentale che si pone al centro di continuum che va da un polo di «passività» a un polo opposto di «aggressività», considerati entrambi negativi e disfunzionali e per questo vengono definiti stili anassertivi, (Anchisi e Gambotto Dessy, 1992). Entrambi questi atteggiamenti hanno un elemento in comune: la paura che il proprio pensiero o bisogno non venga riconosciuto e accolto, che la propria persona non venga accettata e valorizzata. I comportamenti che si mettono in atto sono diversi, ma entrambi compensatori: la persona aggressiva si mostra ostinata e giudicante, mentre la persona passiva appare compiacente e dipendente dal giudizio altrui. 

Nell’area intermedia si situa il comportamento socialmente abile e funzionale, costituito dall’assertività. Il continuum in cui si colloca l’assertività (Arrindell et ali, 2004).


Sebbene non si è mai sempre e solo aggressivi, passivi o assertive, ciascuno di noi protende verso un determinato stile relazionale o tende ad adottarlo in particolari circostanze esterne o interne. La stessa persona può essere, infatti, remissiva e passiva con i propri genitori, ma allo stesso tempo aggressiva con il partner o con i propri figli. Gli stili, pertanto, si riferiscono a comportamenti e non a strutture di personalità e come tali possono essere appresi e modificati (Giannantonio, Boldorini, 2002). 

Lo stile comunicativo stesso, inoltre, può differenziarsi sulla base di alcune variabili insite nella situazione specifica o relative allo stato psico-fisiologico della persona in un determinato momento. Un esempio di ciò può essere costituito dal silenzio, il cui valore assertivo, aggressivo o passivo è strettamente vincolato alla situazione specifico. Non sempre, dunque, il ricorso al comportamento assertivo indipendentemente dal contesto e dagli obiettivi è indice di competenza sociale. Non tenere conto delle caratteristiche delle situazioni potrebbe, infatti, far pensare di interagire con persone dominanti, poco comprensive, scortesi e ostili. 

Per evitare il rischio di identificare il comportamento assertivo in uno stereotipato e inflessibile modulo di reazione, si è fatto ricorso ad un impianto teorico di più ampio respiro centrato sul concetto di comportamento «socialmente abile», definito come un comportamento adattabile, elastico, adeguabile alle circostanze e alle persone che interagiscono. Le persone socialmente competenti come quelle in grado di modulare comportamenti appropriati al variare dei contesti e delle situazioni, e che sono quindi caratterizzate da un buon livello di autostima, intelligenza sociale, empatia, automonitoraggio e capacità di esprimere con spontaneità ed efficacia rinforzi positivi (Galeazzi, 1994). In questo contesto il costrutto di assertività è stato sviluppato secondo prospettive situazionali, e personologiche.

In sintesi acquisire ed utilizzare uno stile assertivo nelle proprie relazioni consente di avere un atteggiamento positivo verso sé stesso e verso gli altri e di riconoscere, rispettare ed esprimere i propri bisogni nel rispetto di quelli altrui. Si correla con un buon livello di autostima, in quanto essere capaci di dar valore ai propri bisogni ed esprimerli in maniera adeguata senza lasciarsi invadere dalle necessità e dalle opinioni dell’altro o senza il bisogno di imporli a tutti i costi, ci permette di percepirci come persone consapevoli e integre, piene di valore e centratura. Allo stesso tempo le relazioni ne sono positivamente influenzate, in quanto mettere in atto un comportamento assertivo stimola l’assertività dell’interlocutore e promuove un feedback relazionale positivo, nutriente per la propria autostima ed utile a migliorare la percezione dell’immagine di sé. Comportarsi in modo assertivo vuol dire bilanciare i bisogni degli altri con i propri. I bisogni di entrambi vengono tenuti in considerazione e si può scegliere se dare la priorità alle necessità altrui o se considerare maggiormente le proprie necessità. 

In quanto capacità, anche l’assertività, rientra tra le competenze trasversali (o soft skill) e può, quindi, essere acquisito e/o potenziato sia attraverso l’apprendimento informale o non formale (l’esperienza personale) che attraverso percorsi formali di crescita e potenziamento. 

Presso il Centro Eppur si muove, è possibile richiedere maggiori informazioni sul tema e sui laboratori attivi.

Barbara Benincasa (psicologa, psicoterapeuta, consuelor)



La Spinosa critica sui lavori all'ex CoProVi: "Un'enorme opera di cementificazione"


Qualcuno lo aveva dimenticato, altri lo hanno covato … Ed ecco che 18 anni dopo ricompare l’Ipermercato che sostituirà la vecchia sede produttiva dell’ex CoProVi di Velletri.
Tutto fermo per molti anni (mancanza di fondi ?) ed ora si riaffaccia una enorme opera di cementificazione su una delle arterie più densamente trafficate della città. All’epoca la nostra associazione presentò puntuali osservazioni in merito al famoso Piano Regolatore a “macchia di leopardo”, sottolineando l’enormità di costruzioni programmate rispetto all’effettiva esigenza abitativa e commerciale. In merito alla costruzione in analisi, ci preme ricordare che: 

- Nel calcolo della cubatura preesistente, sono stati inseriti anche i silos adibiti alla conservazione del prodotto vinicola; 
- Nell’attuale progetto è completamente sparito il tombamento del tratto ferroviario che doveva essere utilizzato quale area parcheggio; 
- Nella relazione che ci viene fornita dai media viene tutto palesato a metriquadrati e non a metricubi. 

Aggiungiamo che la “media struttura di vendita” principale, misura una superficie che è più grande del doppio di un grande supermercato o discount. Non ci risulta sapere la dimensione dell’Enopolio che ci appare più uno specchietto per le allodole che un aiuto alla produzione vitivinicola di Velletri. Stessa disinformazione sull’edificio ad uso abitativo. Ci viene inoltre spontaneo un interrogativo riguardo al piccolo commercio del Centro della città: sugli scudi di tutti i programmi elettorali passati, ma per il quale vediamo solo patetiche foto di rappresentanti amministrativi al momento della chiusura di storici esercizi commerciali di Velletri. Ed avvalendosi del “Piano Casa” hanno probabilmente usufruito di un incremento della cubatura del 30-35% … però piantano 80 alberi … Avvisiamo i cittadini che il Piano Regolatore Generale progettato dal centro-destra ed avallato dal centro-sinistra ci riserva ulteriori centri commerciali ed ipermercati, e questo con il bene della città, non C’ENTRO proprio per niente!

La Spinosa per l'Ambiente Velletri

Il centenario della nascita di Federico Fellini si lega al ricordo dell'icona della “Dolce Vita” Anita Ekberg

Chi non ha mai visto le sequenze del celebre bagno nella Fontana di Trevi del film “La Dolce Vita” di Federico Fellini con Marcello Mastroianni e la splendida attrice svedese Anita Ekberg che grazie a quella scena è entrata nella storia del cinema italiano?
Forse pochi sanno che “Anitona” come veniva affettuosamente chiamata dal pubblico cinematografico è vissuta nel territorio dei Castelli Romani, precisamente tra Genzano e Rocca di Papa. Il centenario della nascita del regista che l’ha resa famosa si lega al suo ricordo nel quinto anniversario della sua scomparsa, avvenuta a Rocca di Papa l’11 Gennaio 2015. Tra i tanti volti del grande cinema italiano che hanno abitato nel nostro territorio non possiamo dimenticare colei che incarna un fenomeno di costume nato dopo il film tra i cult del cinema italiano. Anita è nata in Svezia nel 1931 ed è cresce in una famiglia numerosa di otto fratelli. Dopo aver vinto il titolo di Miss Svezia nel 1950, si trasferisce negli Stati Uniti dove il produttore Howard Hughes la introduce nel mondo del cinema e ottiene un ruolo minore in Viaggio al pianeta Venere (1953) di Charles Lamont, con protagonisti Gianni e Pinotto. Una parte più importante le viene assegnata accanto a Jerry Lewis e Dean Martin in Artisti e modelle (1955) di Frank Tashlin. In questi anni Hollywood le assegna il soprannome The Iceberg. Nel 1956 è finalmente protagonista nell'ultimo film della coppia Lewis- Martin, Hollywood o morte!, diretta ancora da Frank Tashlin; per questo ruolo vince un Golden Globe come miglior attrice emergente. Sempre nello stesso anno King Vidor le affida una parte nel colossal Guerra e pace. Dopo aver girato nel 1959 Nel segno di Roma, diretto da Guido Brignone, in cui veste i panni della regina Zenobia che si ribella all'Impero Romano, la Ekberg è Sylvia nel film che la rende subito una straordinaria icona, La dolce vita di Federico Fellini (1960): la scena del bagno notturno nella Fontana di Trevi diventerà un classico che entrerà per sempre nella storia del cinema mondiale. Nel 1961 appare nei Mongoli di André De Toth e in A porte chiuse di Dino Risi, con il quale fu brevemente fidanzata. Fellini tornerà a dirigerla nello straordinario episodio Le tentazioni del dottor Antonio in Boccaccio '70 (1962), dove la sua provocante bellezza diventa un vero incubo per le notti del Dottor Antonio, un petulante moralista interpretato da Peppino De Filippo, e nella parte di se stessa in I clowns (1970) e Intervista (1987), quest'ultimo insieme al suo partner di un tempo Marcello Mastroianni.
Nel 1962 venne presa in considerazione per il ruolo di Honey Ryder nel film Agente 007 - Licenza di uccidere di Terence Young, poi assegnato ad Ursula Andress. Nel 1963 l'attrice fece temporaneo ritorno ad Hollywood, dove recita in I 4 del Texas di Robert Aldrich, accanto a Dean Martin, Frank Sinatra e Ursula Andress; lo stesso anno affianca il comico Bob Hope in Chiamami Buana di Gordon Douglas. Dalla seconda metà degli anni sessanta sposta definitivamente la propria residenza in Italia e lavora in svariate produzioni europee, ma poche degne di nota, come Poirot e il caso Amanda (1965) di Frank Tashlin, Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966) di e con Alberto Sordi, Stazione luna (1966) di Gordon Douglas, ove ritrovò Jerry Lewis, La sfinge d'oro di Luigi Scattini (1967), Il cobra di Mario Sequi (1967), Sette volte donna (1967) di Vittorio De Sica e La morte bussa due volte (1969) di Harald Philippe. I suoi film degli anni settanta sono da circoscrivere alla categoria dei film di genere, come le commedie sexy Il debito coniugale (1970) di Franco Prosperi (1970), con Lando Buzzanca, e Casa d'appuntamento (1972) di Ferdinando Merighi, con Barbara Bouchet, lo spaghetti western La lunga cavalcata della vendetta (1972) di Tanio Boccia, con Richard Harrison, e il thriller Suor Omicidi (1979) di Giulio Berruti. Nel 1978 la sua copertina nella rivista maschile americana Playboy fece storia, tanto da essere considerata tuttora uno dei servizi più memorabili del giornale. L'iconico servizio a lei dedicato sul giornale la rende ancora più amata e seguita dal pubblico americano. Poco dopo posa per una copertina di Playmen per l'Italia, ove però appare visibilmente ingrassata. Passata rapidamente dai ruoli di sex symbol a quelli di caratterista, negli anni ottanta la Ekberg prende parte a film di vario genere ma di scarso successo commerciale, quali S.H.E. la volpe, il lupo e l'oca selvaggia (1980) di Robert Michael Lewis (il suo ultimo film di produzione statunitense), Cicciabomba (1982) di Umberto Lenzi, con Donatella Rettore, Il conte Max (1991) di e con Christian De Sica, Cattive ragazze (1992) di Marina Ripa di Meana, con Eva Grimaldi, Bambola (1996) di Juan José Bigas Luna, con Valeria Marini, Il nano rosso (1998) di Yvan Le Moine. Nel 2002 appare in due episodi della seconda stagione della serie tv di Canale 5 Il bello delle donne. Il 5 novembre 2010 l'attrice fece la sua ultima apparizione pubblica nella trasmissione televisiva I migliori anni condotta da Carlo Conti, dove fu ospite in occasione del cinquantesimo anniversario de La dolce vita (1960) e raccontò di come venne realizzata la memorabile scena della Fontana di Trevi. L'attrice si presentò in trasmissione zoppicante e sostenuta da una stampella per i postumi di una caduta avvenuta il 20 luglio dello stesso anno all'interno della sua villa a Genzano di Roma, che le aveva provocato la frattura del femore sinistro dalla quale si stava ristabilendo. Nel settembre del 2011, vicina al compimento degli ottant'anni, le sue condizioni di salute peggiorarono: una frattura all'altro femore, nonostante la buona riuscita dell'operazione, essendo ancora debole per la precedente caduta, non le permise più di camminare e fu così che l'attrice, sola e senza parenti, venne ricoverata in una clinica a lunga degenza situata a Nemi, dove ha vissuto per due anni, e in seguito trasferita a Rocca di Papa, in cui è restata fino alla morte. Poco dopo il suo ricovero alla fine 2011 la sua villa viene svaligiata e successivamente danneggiata da un incendio. In serie difficoltà economiche, chiese aiuto alla Fondazione Fellini di Rimini che però non fu in grado di aiutarla. L'attrice aveva anche chiesto di poter usufruire dei contributi della legge Bacchelli, che le furono però negati in quanto cittadina straniera (non aveva mai preso la cittadinanza italiana). Qualche mese più tardi riuscì comunque ad ottenere due pensioni da parte degli Stati Uniti d'America, ove aveva lavorato e risieduto per vari anni. Dopo oltre 3 anni complessivi di ricovero Anita Ekberg muore la mattina dell'11 gennaio 2015, a 83 anni di età, per le conseguenze di un cancro al fegato che le era stato diagnosticato circa un anno prima. Le esequie si sono tenute il 14 gennaio nella chiesa evangelica luterana di Roma. La salma è stata poi cremata e le ceneri vennero collocate nel cimitero della chiesa di Skanör in Svezia.


Alessandro Filippi

Con Veronesi e De Silva riprende l’anno della Mondadori di Velletri: la grande letteratura protagonista con “Il colibrì”

Due tra i più grandi scrittori della letteratura italiana e internazionale contemporanea si sono ritrovato nel pomeriggio di venerdì alla Mondadori Bookstore di Velletri. Di fronte ad una Libreria gremita, Diego De Silva e Sandro Veronesi hanno dialogato intorno al romanzo di quest’ultimo, “Il colibrì” (La Nave di Teseo), definito il libro dell’anno nel 2019.
Una storia intensa, appassionante, di cui sono stati letti due piccoli estratti da Silvia Ciriaci ed Emanuele Cammaroto del circolo dei lettori: l’accorata introduzione di Diego De Silva, sempre magico nel saper utilizzare le parole con la delicatezza e l’incisività del caso, ha messo in discesa un dialogo fluido e ricco di contenuti, capace di spaziare dal romanzo all’attualità e viceversa. Il concetto da cui è partita la dissertazione è quello di “disfacimento”: nonostante l’incedere del tempo, vero grande tema del libro, il passare di questo ci porta a delle acquisizioni e a dei vantaggi. “Sandro Veronesi” – ha detto De Silva – “è la testimonianza vivente che anno dopo anno uno scrittore può sempre sorprenderti di più. In questo caso porrei l’accento” – ha inoltre aggiunto – “sulla disinibizione nei confronti della parola. Pur essendo un romanzo con tantissimo mestiere è spontaneo, istintuale, soprattutto nell’aggettivazione”. L’idea che si cela dietro il titolo dell’opera (“che ha una struttura anarchica”) è davvero affascinante: Marco Carrera è un architetto che si piega alla resilienza, metafora della vita, come metafora è l’uccello tropicale (il colibrì) che ha la peculiarità di muoversi a velocità enorme per restare fermo in aria o addirittura volare all’indietro.
È un modo originalissimo, questo, per spiegare come viene spesso vissuto il tempo: “si spappola perché è caotico” – ha detto Veronesi – “pieno di eventi imprevedibili. Attraversiamo il dolore e incontriamo la felicità in due modi, una attiva e propositiva, che va incontro all’imprevisto, e una passiva, in cui si resta dove si è”. Il tema letterariamente più profondo è proprio quello della “infelicità sostenibile”, come sottolineato da De Silva. Spesso e volentieri è più comodo restare in una zona comfort in cui nulla accade, perché non arrivano danni, anche se in fondo non si è felici, come può accadere ad esempio nei rapporti di coppia. “La resilienza” – ha proseguito Veronesi – “è un concetto che ho studiato in architettura: una caratteristica misurata, un resistere senza perdere le proprie caratteristiche. Questo romanzo e il personaggio di Carrera parlano di un uomo che resta fermo nonostante le batoste. Il mio obiettivo era un dono ai lettori, ma in realtà ho cercato di comunicare loro che volevo liberarmi dalla dittatura del tempo tramite l’accettazione dello stesso”. Nella vita di Marco, però, ci sarà qualcosa che contribuirà a scuoterlo dal torpore. E leggendo il romanzo, diviso per anni in uno spazio temporale preciso, si può comprendere meglio la psicologia di uno degli elementi più interessanti della letteratura italiana contemporanea, l’uomo alle prese con le sue domande esistenziali. Al termine della partecipatissima presentazione una splendida torta realizzata da Gelatomania e poi firma-copie e foto-ricordo. Per la Mondadori Bookstore un ottimo primo appuntamento dell’anno, in vista del secondo fissato per sabato 25 gennaio alle ore 18.30 con Marco Presta che presenterà “Fate come se non ci fossi” (Einaudi).
Rocco Della Corte

II Domenica T.O.: "Un mondo immondo" dagli scritti di don Gaetano Zaralli


Gv 1,29-34

TESTO
Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: «Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me». Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». 

Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: «Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo». E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio»

COMMENTO
"Ecco l`agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!…”

In un contesto metafisico “il mondo” perde le dimensioni di spazio e di tempo per significare più propriamente  ciò che in esso accade, e quel che accade viene avvertito nel contesto sempre come “male”.
È interessante comunque notare come Giovanni nel suo vangelo giochi con il termine “mondo”. ”Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia...” (Gv 15,18-19).“Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo… Come tu mi hai mandato nel mondo, anch`io li ho mandati nel mondo…” (Gv 17,16.18).
Che pasticciaccio!... Come venirne fuori?
Non si tratta di contraddire il vangelo, ma di evitare che il vangelo venga strumentalizzato, là dove lo si pone come limite ad una normale attività umana, dichiarandola di proposito negativa, perciò del “mondo”, solo perché non rientra nell’ambito dei privilegi  ecclesiastici.
Non è per nulla evangelico, per esempio, avvolgere il Papa, cui spetta il dovuto rispetto, di eccessiva sacralità, tanto da impedire a chiunque di esprimere una pur lieve critica nei suoi confronti per quanto dice e per quel che fa. Sollevare una barriera protettiva di questo genere nei confronti dell’autorità ecclesiastica significa davvero essere del “mondo”, perché superbi. Sembra che Papa Francesco delle barriere protettive ne faccia volentieri a meno.
Quando penso a Gesù e al mondo, mi viene spontanea l’immagine della “barca”. Siamo tutti nella stessa barca. Gesù entra nella barca e dalla barca insegna, e nella barca resta, anche quando, agitata dai venti e scossa dalle onde, rischia di affondare. Gesù e il “mondo” in questa particolare visione sono un tutt’uno,
Quando penso, invece, al Vaticano e al mondo, vedo la sovrapposizione di due realtà in competizione tra di loro, ma terribilmente a braccetto nel momento in cui, dopo aver enunciato insieme dei sani principi,  debbono decidere di metterli in pratica.

“E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio".

Non si può rendere testimonianza se prima non si vede, ed è assurdo pretendere che altri credano, senza che abbiano prima riconosciuto Cristo attraverso la testimonianza di chi gli crede già.
Ecco perché Giovanni il Battista ha tutta l’autorità di indicare nel cugino Gesù il vero messia, e non ci sono intrallazzi, né conflitti di interessi, né confusione di ruoli, nei suoi comportamenti, ma solo adesione severa al messaggio dell’Agnello.
Giovanni, peccatore tra i peccatori, si fa in disparte e lascia che, chi era prima di lui, prenda il largo. L’umiltà e la forza di resistere al “mondo” fanno di Giovanni un uomo di fede e gli uomini di fede, ricordiamolo, aborriscono il potere e non temono la morte.


E' una Vjs Velletri che dà spettacolo: quarto posto dopo il 5-3 al Divino Amore


Grande vittoria della Vjs Velletri che batte la corazzata Virtus Divino Amore con il punteggio di 5-3. Allo “Scavo” match ricco di emozioni, con tantissimi capovolgimenti di fronte che hanno divertito il numeroso pubblico presente.
Pronti e via, la Virtus si rende pericolosa al 10’ con un calcio di punizione da fuori di Damanzo che colpisce la base del palo e finisce a lato. Un minuto più tardi, su corner, ancora ospiti pericolosi con Cimini che tutto solo davanti a Rennetti la spara in cielo non risolvendo una mischia favorevole. La Vjs Velletri sorniona prende campo e al 15esimo passa: cross di Giordani che recupera e lavora un ottimo pallone, malinteso Di Biase-Quagliariello e Passaretta si infila e insacca l’1-0. Il vantaggio, però, dura solo cinque minuti: al 20esimo una conclusione di Tovalieri senza troppe velleità sbatte sulla caviglia di Di Giovanni e finisce in rete per il fortuito pari romano. La Virtus completa la rimonta con un perfetto contropiede che mette Tovalieri davanti a Rennetti, conclusione rasoterra e angolata che non lascia scampo all’estremo difensore veliterno. Si va dunque al riposo sull’1-2. Nella ripresa la Vjs Velletri parte all’attacco e impiega 2’ per rendersi pericolosa: punizione di Latini e respinta prodigiosa di Di Biase, poi il tap in non ha gli effetti sperati. All’11esimo sale in cattedra però anche Rennetti, con una grande parata sul colpo di testa a botta sicura di Tovalieri da corner. Ancora portiere rossonero protagonista al 15esimo quando vola togliendo dall’incrocio la punizione di Damanzo, dal successivo angolo va al tiro Tovalieri ma trova un’altra respinta di Rennetti. La squadra di De Massimi torna in avanti al 21esimo con una bella conclusione di Giordani, centrale ma piazzata, alta di poco sopra la traversa. Il pari è nell’aria e lo segna il neoentrato Cafarotti, abile ad insaccare di testa su perfetto assist il 2-2. La gioia del ritrovato pareggio dura sessanta secondi perché Bayslach, appena entrato, vince due rimpalli e va al tiro mandando la palla sul palo più lontano per il secondo sorpasso della Virtus. La Vjs Velletri non ci sta e torna ad aumentare la pressione, trovando il tris al 33esimo: fallo netto di Tassinari su Passaretta, rigore ed espulsione per doppio giallo al numero due romano. Dal dischetto Cassandra è glaciale e spiazza Di Biase. I veliterni sono vicini al poker al 39esimo sempre con Passaretta che in area di rigore è devastante, ma il suo tiro da posizione defilata viene respinto in qualche modo. Vantaggio rimandato di un minuto: Spagnoli imbeccato direttamente da Moscato fa a sportellate con la difesa ospite e dopo una sgroppata di quaranta metri infila Di Biase con un preciso diagonale. La rete della definitiva sicurezza arriva al 50esimo, nell’ultimo minuto di recupero, ed è ancora una volta di un subentrato: Melucci con cattiveria e cinismo recupera palla, salta come birilli tre avversari e si presenta in area dove freddo infila per la quinta volta il pur bravo portiere ospite. È il tripudio ad una gara davvero emozionante. La Vjs Velletri conclude il girone di andata in quarta posizione, in condominio proprio con la Virtus Divino Amore, a 25 punti (ma i romani hanno una gara in meno). 6 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte con 30 gol fatti e 24 subiti sono un ruolino di marcia onorevole per una matricola come quella di De Massimi, adesso attesa dalla difficile trasferta sul campo dell’ammazza-campionato Vivace (domenica ore 11.15). 

Rocco Della Corte

VJS VELLETRI: Rennetti, Masella, Moscato, Di Giovanni, Bonanni, Giordani, Latini, Torreggiani, Passaretta, Cassandra, Fratarcangeli. Panchina: Cosetti, Cafarotti, Giorgi, Pelliconi, Melucci, Spagnoli A. Allenatore: Stefano De Massimi V. DIVINO AMORE: Di Biase, Tassinari, Cimini, Quagliariello, Fagiolo, Chianese, Angeletti, Vallesi, Tovalieri, Damanzo, Zotti. Panchina: Egizi, Cozza, Galeani, Leoni, Salveta, Marino, Nunnari, Bayslach. Allenatore: Fabio Petruzzi

Continua la collaborazione tra La Spinosa per l’Ambiente ed A.T.S. Natura Matura e Parco dei Castelli Roman


Continua la collaborazione tra La Spinosa per l’Ambiente ed A.T.S. Natura Matura e Parco dei Castelli Romani.
La richiesta dell’associazione ambientalista di Velletri di mantenere aperto la Casa del Parco “Rifugio Forestale dell’Artemisio”, è stata benevolmente accolta dalle associazioni che gestiscono il rifugio stesso, fornendo così un ulteriore servizio. Dal 25 gennaio, ogni ultimo sabato del mese, la Casa sarà aperta durante la mattinata e garantirà un servizio informativo sui sentieri del Monte Artemisio e sulle particolarità della montagna. Risorse umane permettendo, verranno effettuate escursioni o attività di carattere naturalistico che verranno annunciate sui canali social e sul sito de La Spinosa. Appuntamento dunque al prossimo sabato con una merenda ambientalista!

La Spinosa per l'Ambiente

La straordinaria professionalità di Lucia Mirisola scenografa e costumista nel ricordo di Fellini


Il centenario della nascita di Federico Fellini ci offre l’occasione per ripercorrere la vita e la carriera di Lucia Mirisola scenografa e costumista. Nata a Venezia il 1 Settembre 1928, dopo essersi diplomata al Liceo Artistico si trasferisce a Roma dove si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia, allieva del grande Piero Gherardi che la volle come sua assistente nella realizzazione dei costumi del capolavoro felliniano “La Dolce Vita” si devono alla bravura della giovane Lucia gli abiti indossati nel film da Anita Ekberg, sono suoi i costumi per film come “ La Grande Guerra di Mario Monicelli” oppure Don Camillo Monsignore ma non troppo.
Nel 1955 conosce il giovane sceneggiatore Luigi Magni con il quale nasce un intesa professionale e nella vita tanto che lo sposò l’anno seguente. Quando Luigi Magni inizia la sua attività di regista, Lucia diventa la sua scenografa e costumista, da Faustina (1968) alle Notti di Pasquino (2003) firma sia le scenografie che i costumi di tutte le opere del marito collaborando con le più importanti sartorie del mondo del cinema italiano. Il primo è il sodalizio con Gabriele Mayer insieme realizzano i costumi per Faustina ambientato nelle baracche della Roma degli anni 60 dove una ragazza afro – americana subisce violenza dal marito. Si gira tra l’Appia antica e i Mercati Traianei dove Lucia ricostruisce le baracche colorandole con gerani e fiori. Ma “Nell’Anno del Signore” sarà il film che la consacra come costumista del marito. I costumi per quello che è ancora tra i cento film campioni d’incasso sono un lavoro a quattro mani infatti tra Gabriele Mayer e il laboratorio della Tirelli, nascono i bellissimi abiti della Cardinale e per lei viene realizzato uno scialle molto particolare ad uncinetto realizzato a mano rimasto nella storia per la sua bellezza. Con Nell’Anno del Signore inizia la collaborazione con la Tirelli che la vede coordinare la realizzazione dei costumi per Scipione detto anche l’Africano – La Tosca – In nome del Papa Re fino a Secondo Ponzio Pilato, per ogni film sono restati bozzetti che la contraddistinguono per precisione – ricerca del dettaglio e soprattutto per lo studio dell’uso delle stoffe e della passamaneria. Da “ ‘O Re fino all’ultimo lavoro “La Notte di Pasquino” c’è la collaborazione con la costumi d’arte Peruzzi. Vanno ricordate anche le opere teatrali per le quali ha firmato i costumi “La Santa sulla Scopa” – “ I 7 Re di Roma” giusto per citarne alcune. Importante la sua opera nei caroselli alcuni scritti dal marito. E’ stata premiata con tre Nastri d’Argento e due David di Donatello. Non si può trascurare la sua attività professionale di scenografa i suoi aiuti testimoniano come anche qui si faceva notare per la ricerca del dettaglio e della perfezione. La ricordiamo come una delle grandi firme del costume italiano, con lei ha iniziato la sua carriera Maurizio Millenotti che l’assistita ne La Tosca ne In nome del Papa Re e ne ‘O Re.


Alessandro Filippi

Veronica Pivetti conquista Genzano con la sua simpatia: “Per sole donne, un romanzo provocatorio alla ricerca di libertà”


Grandissima affluenza di pubblico sabato alla Mondadori Bookstore per ascoltare l’attrice, conduttrice e scrittrice Veronica Pivetti, autrice del romanzo “Per sole donne” edito da Mondadori. Una novità editoriale assoluta, spiazzante, ricca di argomenti e che rappresenta la terza esperienza di scrittura per la celebre “prof” della fiction RAI.

Come sempre coinvolgente e disponibile, Veronica Pivetti ha interagito con il pubblico raccontando la sua esperienza letteraria con questo che è il suo vero primo romanzo dopo due “diari autobiografici”: “Il vero azzardo è l’argomento del romanzo, perché parlare di sesso può dare di te un’immagine diversa. Chi cerca la prof qui dentro difficilmente la trova. La commedia resta il mio modo di esprimermi, ma avevo in mente un vero e proprio romanzo erotico comico e sin dalla prima riga cerco di sfatare i luoghi comuni e i tabù sul sesso e sulle donne dopo i 50 anni”.
La Pivetti ha spiegato il ‘rischio’ di avventurarsi in una narrazione che ai più potrebbe sembrare spinta o addirittura sconvolgente, ma è una provocazione voluta: “Già dal titolo ho voluto fare una provocazione, sono di parte e penso che le donne siano ancora sacrificate. Il linguaggio, perciò, è volutamente esplicito, non volgare, ma senza mezzi termini”. Sugli obiettivi che ha l’autrice insieme al suo libro, già campione di vendite dal periodo natalizio in poi, la Pivetti è stata chiara: “Voglio regalare un po’ di libertà e sdoganare la comunicazione femminile, perché le donne quando si trovano insieme, come le cinque amiche che sono in questa storia, non vanno per il sottile”. Sono tanti i temi trattati con ironia pungente e spudoratezza irriverente, tratti caratteriali non solo dell’autrice ma anche del mondo femminile in generale:
“Mi piaceva andare lontano da me” – ha confermato Veronica Pivetti – “ed è un romanzo inventato, anche se tutto quello che è accaduto è successo veramente”. Fra le tante cose che si possono trovare nelle pagine del libro c’è l’omosessualità femminile, molto meno conosciuta e trattata: “Posso dire in queste righe quello che penso, è un gesto politico, un’operazione del genere deve essere sincera ed è anche un po’ rischiosa”. Il pomeriggio, con la brillante conversazione tra la Pivetti e Tiziana Mammucari, è stato allietato anche dalle letture di Silvia Ciriaci, Arianna Zuccaro ed Emanuele Cammaroto del circolo dei lettori di “Velletri Libris”. Prima del lungo firma-copie e delle tante foto-ricordo, una splendida torta molto apprezzata dall’autrice ha rappresentato un dolce finale ad un incontro brioso e allegro. Per la Mondadori di Genzano un’altra splendida iniziativa, in attesa delle prossime date in programma nelle settimane a venire. 

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Il direttore di Velletri Life Rocco Della Corte con Veronica Pivetti


Rocco Della Corte

Centenario di Fellini: il contestuale ricordo della figura di Ruggero Mastroianni

Il Centenario della nascita di Federico Fellini ci fornisce l’occasione per ricordare anche la figura di Ruggero Mastroianni fratello minore di Marcello e nipote del grande scultore Umberto vissuto a Marino fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1998.
Ruggero Mastroianni è stato in uno dei maggiori montatori del cinema italiano, ha collaborato con quasi tutti i grandi registi italiani del secondo dopoguerra sulla sua moviola hanno preso vita capolavori come “Salvatore Giuliano” di Francesco Rosi che ha montato in sole 72 ore, oppure “ Il marchese del Grillo” di Mario Monicelli, Brancaleone di Mario Monicelli, Bertoldo Bertoldino e Cacasenno di Monicelli, quasi tutti i lavori di Magni, anche il maestro Federico Fellini si è servito della sua professionalità affidandogli il montaggio di capolavori come “Giulietta degli Spiriti” – “Amarcord” – “Ginger e Fred” – “ E la nave va!” giusto per ricordarne alcuni. Ruggero Mastroianni è anche il filo conduttore per tutte le celebrazioni che ci aspettano in questo 2020 avendo montato lavori con protagonisti Alberto Sordi – Vittorio Gassman – Ugo Tognazzi con il quale aveva una particolare amicizia condividendo le vacanze estive nel mitico villaggio di Torvajanica dove ancora oggi la moglie Lola e le figlie Francesca e Federica trascorrono i mesi estivi.

Ci piace ricordare Ruggero nell’occasione del centenario della nascita Fellini per rivolgere anche un pensiero al fratello Marcello diretto dal grande maestro in molte sue opere. Fellini – Sordi – Gassman – Tognazzi – Anita Ekberg con i fratelli Mastroianni ci offrono la felice occasione di celebrare quel grande cinema italiano che negli anni d’oro mise paura agli americani segnando la storia della settima arte. Il Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola stà predisponendo un nutrito programma che partirà dal Centenario di Fellini per arrivare al trentennale della scomparsa di Ugo Tognazzi celebrando così quei grandi che sono vissuti nel territorio veliterno e nel caso di Ugo scegliendolo anche come luogo della sua sepoltura.


Alessandro Filippi

Grandi tempi nel settore nuoto per l’F&D Waterpolis: quattro pass per i ragazzi di Roberto Cianfarani

Due giornate di gare strepitose in casa F&D Waterpolis. I ragazzi sono andati, insieme al tecnico Roberto Cianfarani, a fare una prova di campionato regionale con atleti che cercano il tempo limite per staccare il pass per i campionati italiani. In acqua Sofia Polverini, Valeria Di Giacomantonio, Alessio Borro, Rachele Della Vecchia ed Emanuele Monti.
Tante le soddisfazioni che ripagano il lavoro fatto nel tempo, con fatica ed entusiasmo. Sofia Polverini ha fatto 1’17”21 nei 100 rana, andando al di sotto del tempo limite, e si conquista il suo primo campionato italiano da classe 2007. Benissimo Alessio Borro nei 50 stile libero con 24”31, anche lui stacca il pass migliorandosi, e nei 100 stile libero con 52”45. Valeria Di Giacomantonio, che aveva già il tempo limite nei 200 rana, ha fatto gli 800 stile libero con risultati fantastici e il tempo portato da 9’15” a 9’01, terzo tempo in Italia.
Al passaggio dei 400 metri era sotto il tempo limite dei 400 stile libero, andando fortissimo. Emanuele Monti nei 1500 stile libero ha fatto 20’14” migliorando di quindici secondi, e Sofia Polverini ha fatto anche i 200 misti migliorando a 2’34”9. “Sono felicissimo anche se stanco, i ragazzi mi hanno dato soddisfazioni. Portiamo a casa quattro pass per i campionati di Riccione ed è un bel risultato per l’F&D Waterpolis che non ha mai partecipato. Rimaniamo concentrati, abbiamo due mesi e dobbiamo fare ancora il Trofeo SIS Roma a fine gennaio con tutta la squadra e le finali regionali di fine febbraio”, ha detto il tecnico Cianfarani, “e dobbiamo continuare così. Sono soddisfattissimo, si lavora tanto, si fatica, ma questi sono i frutti nel sorriso dei ragazzi. Tutti migliorano, si impegnano e meritano risultati di alto rilievo”. Al tecnico Cianfarani e ai ragazzi i complimenti del presidente Francesco Perillo. 


Rocco Della Corte

Uno straordinario Ettore Bassi nei panni del “Sindaco-Pescatore”: sold out al Teatro Artemisio-Volonté


Un monologo struggente, intenso e pieno di verità, quella stessa verità che merita di essere cercata. Angelo Vassallo rivive nella straordinaria interpretazione di Ettore Bassi che ha magistralmente incarnato i panni del primo cittadino di Pollica nello spettacolo “Il Sindaco Pescatore”.
È il 5 settembre 2010, nel piccolo paesino del cilentano salito alla ribalta della cronaca in positivo per le battaglie ambientaliste di colui che indossa la fascia tricolore ininterrottamente dal 1995. Il depuratore, l’operazione fondali marini, il porto, la lotta alle speculazioni, la salvaguardia dell’ambiente e la valorizzazione di Pioppi, Acciaroli, e di frazioni che hanno di bello il mare, il paesaggio, l’aria frizzante e salutare del Cilento. Vassallo è un sindaco atipico, si scontra con la burocrazia e non si ferma davanti alla malavita, ma ha la gente dalla sua parte. In un lungo flashback che parte dal momento dell’agguato, Ettore Bassi ripercorre tutte le tappe più importanti dell’attività politica e civica del Sindaco icona della legalità, fino ai nove colpi che gli hanno tolto la vita nel più barbaro degli assassini camorristici. Uno spettacolo scritto dal fratello di Angelo, Dario Vassallo, con le musiche di Pino Donaggio e il supporto di dodici studenti del “Tognazzi” e del “Battisti”, scelti per l’occasione della data veliterna. Un politico che non aveva ambizioni se non quelle relative al bene comune, della sua terra amata e che non lo ha tradito anche se qualcuno ha deciso di porre fine alla sua ‘rivoluzione gentile’. Ettore Bassi, espressivo e con un linguaggio immediato, freddo, crudo come la storia che si è raccontata, ha seminato il sano germe dell’indignazione nel pubblico (Teatro sold out) esortando fino all’ultima battuta a cercare la verità. “Se ci sono riuscito io a fare cose che sembravano impossibili” – dice Angelo Vassallo – “io, che ero un pescatore, allora potete farlo anche voi”. “La politica altro non è che solidarietà”, un’altra delle frasi più significative del Sindaco-Pescatore. Una delle icone più belle della storia d’Italia, purtroppo sconfitta dalla malavita e con delle indagini che ancora non hanno fatto luce sul caso, nonostante l’incessante opera di sensibilizzazione e di ricerca della verità che la Fondazione Vassallo presieduta dal fratello Dario porta avanti con costanza e determinazione. Un’altra splendida data nella programmazione della Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri, diretta dal Maestro Claudio Maria Micheli, che è stata replicata il successivo lunedì mattina per le scuole (sempre sold out). Prossimo appuntamento con “Novecento” di Antonello Avalllone il 9 febbraio (il 10 ancora per le scuole). Il Teatro Artemisio-Volonté è vivo e continua ad aggregare anche su grandi temi civili e morali, come successo per omaggiare Vassallo, un esempio di buona politica di cui oggi più che mai c’è grande bisogno. 


Rocco Della Corte

“Il Sindaco Pescatore” interpretato da Ettore Bassi, intervista all’attore: “Il teatro si deve insinuare nelle coscienze”


Al termine della matinée per le scuole, dopo il sold out della domenica pomeriggio e il pienone di studenti, Ettore Bassi ha rilasciato una breve intervista per raccontarci di questo progetto (e non solo) che tanta eco ha avuto a livello nazionale. Un ruolo, quello di Angelo Vassallo, che l’attore sente molto calzare su di sé tanto da aver letteralmente scelto di interpretare un testo del genere, impegnativo, difficile, ma anche profondamente semplice per una “storia sbagliata” – come direbbe Faber – che ha il compito di smuovere le coscienze e incitare tutti a ricercare una verità troppo spesso bistrattata e messa da parte. Ecco cosa ha dichiarato Ettore Bassi a Rocco Della Corte, in un’intervista in esclusiva per la Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri.
Ettore Bassi, sono ormai anni che porti in scena “Il Sindaco-Pescatore”. Impossibile non chiedere come è nato il sodalizio con la Fondazione Vassallo e con il fratello Dario, che si batte per la ricerca della verità giorno dopo giorno… 


Sono quattro anni che lo portiamo in scena ed è nato per puro caso. Da una parte io ero alla ricerca di un testo da sentirmi addosso e portare in scena in modo autonomo e individuale, un vestito da sentirmi calzare. Dall’altra un giorno vado a una festicciola di ragazzini di un compagno di scuola di mia figlia e mi accorgo che il papà del proprietario di casa era Dario. Così iniziamo a parlare, non ci conoscevamo, e naturalmente viene fuori la storia di Angelo, con il libro che aveva appena scritto. Lo ho letto e mi ha colpito molto, in pochissimo tempo sono nati l’urgenza e il desiderio di trasformare questo racconto in una storia sul palcoscenico e per il palcoscenico. 

Questa è una storia che indigna molto per le sue sfaccettature, per le omissioni, per le incertezze. Cosa ti ha spinto ad accettare questo ruolo così difficile per quello che ha il compito di comunicare in scena? 

Più che ad accettare direi che qualcosa mi ha spinto a sceglierlo, ed è nato in me spontaneamente. Il motivo sta proprio in questo senso di omertà, in questa volontà di non arrivare a una verità su un caso così crudo, violento, come tanti purtroppo ce ne sono. Molti casi restano irrisolti e l’idea di tenere viva l’attenzione è fondamentale, non bisogna lasciare che una storia del genere cada nel dimenticatoio. È facile dimenticare proprio perché succedono tante cose del genere. Con il teatro si può tenere viva l’attenzione. 

Nella parte finale del monologo fai diverse esortazioni alla verità, alla ricerca del giusto. Qual è la risposta del pubblico e in particolare dei giovani, visto che a Velletri hai tenuto anche una matinée per le scuole? 

La risposta è sempre di grande attenzione e questo è molto importante. Poi, io credo, il teatro ha il compito di insinuarsi nelle coscienze ed è un processo che ha i suoi tempi: deposita un seme che germoglia piano, a me basta che uno solo di questi studenti abbia ricevuto qualcosa che resta nella sua anima e che cresca e già mi sento profondamente appagato perché capisco di aver raggiunto lo scopo. 

Quali sono i prossimi progetti teatrali di Ettore Bassi? 

Stiamo riprendendo il riallestimento di “Mi amavi ancora”, con Simona Cavallaro, che abbiamo portato in scena anche qui a Velletri all’Artemisio-Volonté. Ricomincerà un tour da fine gennaio a Pasqua. C’è insomma tanto teatro da fare…
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