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"ll Natale del signor Scrooge" con Artè al "Tognazzi": spettacolo di beneficenza per il PS del "Colombo" di Velletri

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Il Natale del signor Scrooge è un adattamento teatrale liberamente ispirato al celeberrimo racconto “Canto di Natale”, scritto da Charles Dickens nel 1843. Letto, narrato e messo in scena in mille modi diversi, il Canto di Natale racconta la storia di Ebenezer Scrooge, uomo d’affari che pensa solo al successo, al denaro e al lavoro e conduce la sua esistenza con cinica avarizia rifuggendo da ogni rapporto umano.

In una magica Notte di Natale il nostro avaro riceve la visita del fantasma del suo defunto socio Jacob Marley che gli rimprovera la sua grettezza e gli annuncia la visita di tre spiriti, il fantasma del Natale passato, del presente e del futuro. Il primo, lo spirito del Natale passato, porta Scrooge indietro nel tempo a rivisitare la propria infanzia dimenticata, e gli mostra gli errori della sua vita passata; il secondo, lo spirito del Natale presente conduce Scrooge dalla famiglia del suo bistrattato impiegato Bob Cratchit e nella casa di Fred, suo unico nipote e gli fa vedere la felicità che il Natale genera nella gente, il divertimento da cui Scrooge volontariamente si esclude; infine lo spirito del Natale futuro gli mostra diverse scene sulla morte di un vecchio molto tirchio, deriso e odiato da tutti, che altri non è che lo stesso Scrooge. Questi incontri cambieranno radicalmente il vecchio avaro e il suo modo di provare i sentimenti e di relazionarsi con gli altri. Il messaggio trasmesso dagli spiriti riuscirà a compiere il miracolo. Scrooge si pentirà del proprio egoismo, del distacco dalla propria famiglia e del disprezzo per le cose che ha, facendogli ritrovare l'umanità perduta e spingendolo a dare un senso più profondo alla propria vita. Nello spettacolo, promosso dall’Associazione culturale Artè, la regista Carla Petrella, nelle vesti di Narratore, condurrà gli spettatori nella storia del vecchio Scrooge, interpretato da Giorgio Montegiorgi e dei personaggi che ruotano intorno a lui. Il suo impiegato Bob Cratchit, (Emanuele Cammaroto) e sua moglie (Paola Massei), il nipote Fred, (Marco Tredici), i tre Spiriti del Natale (Alessandra Mattoccia, Gloria Abbafati, Helenia Brunetti). L'incasso dello spettacolo sarà destinato in beneficenza al pronto soccorso di Velletri"Paolo Colombo".



Giochiamo a mamma e figlio? L'inizio di una storia avviene con la nascita

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La parola nascita, secondo il dizionario della Treccani, ha questa etimologia: lat. nasci, da una radice indoeuropea presente anche nei temi lat. Gen-, gign- e nel gr. Γίγνομαι “nascere, diventare, venire alla luce”.
Secondo D. Winnicott, tra i più grandi esponenti della psicologia dello sviluppo e della psicoanalisi infantile (che ha studiato, a suo tempo, sotto la supervisione di M. Klein), quando un essere umano viene al mondo, nasce, in realtà, una coppia, una diade, che vive in simbiosi per almeno i primi quattro anni di vita, per poi, attraverso questo primo stadio di dipendenza, trovare una buona e adeguata autonomia psico affettiva. Ma in principio, la nascita, coinvolge la diade madre-figlio: il bambino è fuso con una realtà esterna perchè ancora non è in grado di distinguere il dentro dal fuori. Nonostante l'essere umano abbia un potenziale innato molto alto per svilupparsi in modo adeguato, senza una madre sufficientemente buona che possa soddisfare i suoi bisogni primari e secondari (Maslow crea una teoria gerarchica dei bisogni primari e secondari posseduti dall'uomo, molto interessante: i bisogni primari afferiscono all'area della sopravvivenza: mangiare, bere, dormire, avere rapporti sessuali; i bisogni secondari, afferiscono all'area della cura e del nutrimento emotivo: sicurezza, appartenenza, stima ed autostima e autorealizzazione), egli rimarrà bloccato in uno stato di dipendenza. L'aspetto interessante e rivoluzionario della teoria di D.Winnicott, è proprio il concetto di madre sufficientemente buona, e non di madre perfetta. Di madre presente nel suo essere innatamente e fisiologicamente portata alla cura (dopo la nascita di un bambino, il corpo della donna secerne ormoni che la guidano ad occuparsi in modo adeguato del proprio cucciolo, assicurandogli nutrimento alimentare, attraverso l'allattamento, e accudimento emotivo), di madre in contatto con il bambino perchè ancora in una simbiosi perfetta. Ma quale differenza sostanziale potrebbe esserci tra questi due concetti? Auspicare ad un modello di perfezione oppure ad un modello di cura efficace, In che modo potrebbe cambiare le sorti della diade? Durante il mese di aprile del 2010, scoprii di essere incinta: sentimenti di sgomento, di gioia, pianto. Non potevo credere he stesse succedendo proprio al me al mio compagno: adicembre avremmo avuto il nostro bambino. Durante una serata dicembrina, tra discorsi sui massimi sistemi e ricette natalizie, una mia amica mi chiese:”sai già che madre sarai?”. La mia risposta fu ovviamente: ”No!”, ma dentro di me sapevo che, nonostante la sincerità conscia nel dare quella risposta, la verità era un'altra. Non pensai più a quella domanda fino al 30 dicembre, giorno in cui capii che era arrivato il momento della nascita. Ogni giorno che passava, ogni istante che trascorrevo con mio figlio vicino, mi allontanavo dall'idea di madre che avevo in testa. (Giochiamo a mamma e figlio?, M. Loppa).
Nelle righe poc'anzi citate, la persona in questione che racconta il passaggio tra l'idea della maternità ed il diventare madre, sottolinea un concetto fondamentale: l'idea di madre perfetta è serpeggiante e si muove sinuosa nelle nostre vite, nonostante sia inadeguato come pensiero, e fuorviante. La differenza sostanziale tra le due modalità poc'anzi citate, sta nel riuscire a trovare tempo e modo per stare in osservazione della propria condizione di cambiamento e di quella di chi è venuto alla luce: il tempo, concetto filosofico e fulcro di grandi diatribe ancestrali, e il modo, riferito ad uno stile comportamentale che innatamente si modifica in seguito all maternità. L'epoca storica in cui viviamo, il postmodernismo, può essere racchiuso in una frase di K. Popper (filosofo moderno) estremamente loquace e ad uopo per l'argomento: “Stiamo passando da un mondo degli orologi – deterministico, ordinato, prevedibile – a un mondo delle nuvole – irregolare, mutevole, cangiante, caotico, imprevedibile”. Frase estrema ma emblematica di ciò che era e di ciò che è: una dicotomia perfetta, dove però non vi è certezza né indicazione che l'una fosse migliore dell'altra, e viceversa. La nostra società ci porta a vivere nella ricerca della non certezza, della possibilità sempre aperta, del non definitivo, del “si potrebbe fare anche in quest'altro modo”, della contingenza piuttosto che della priorità, e quindi del tutto si può fare/avere/essere in ogni istante. Il che, se da una parte ci spalanca nuove frontiere di apertura mentale, dall'altra ci lascia increduli, confusi, quasi in preda a deliri e allucinazioni sensoriali. Ma è proprio in questa breccia che si inserisce la possibilità di darsi del tempo (che sarà differente per ogni individuo entrato nel famoso mondo della genitorialità), e trovare lo spazio per stare: stare in osservazione del cambiamento psico-emotivo, stare in osservazione di ciò che realmente potrebbe essere prioritario per la diade e/o la famiglia appena nata, concedersi del tempo e dello spazio per assaporare la nuova condizione, in un fluido processo di assestamento ed adattamento, tipicamente umani. Il darsi del tempo, potrebbe tradursi anche nel darsi la possibilità di ascoltare il bambino o la bambina che si ha di fronte e comprendere che si può iniziare insieme un meraviglioso e straordinario viaggio verso l'ignoto.


Martina Loppa


Bibliografia:
Maslow, Abraham H., Verso una psicologia dell’essere. Roma: Astrolabio-Ubaldini, 1971
Winnicott, D., I bambini e le loro madri.Milano: Raffaello cortina editore, 1987
Loppa, M., Giochiamo a mamma e figlio?. Roma, 2012.

Martina Loppa
Dottoressa in psicologia: intervento psicologico nello sviluppo e nelle istituzioni socio-educative;
Insegnante diplomata e certificata di massaggio infantile A.I.M.I. (associazione italiana massaggio infantile);
Educatrice;
Regista e autrice del documentario Rinascite
https://www.youtube.com/watch?v=ER6E2PJN68I&t=25s

Appassionante incontro con Valerio Massimo Manfredi, viaggio tra storia e letteratura alla Mondadori di Velletri

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Dopo il pienone al Teatro Artemisio-Volonté con Corrado Augias, la Mondadori Bookstore Velletri bissa il successo di una due giorni incredibile con Valerio Massimo Manfredi, approdato in Libreria per presentare il suo ultimo romanzo “Antica Madre”.
In centinaia hanno affollato la Mondadori per ascoltare un grande scrittore, apprezzato e tradotto in tutto il mondo. Intervistato da Emanuele Cammaroto, Manfredi ha spaziato molto intorno alla sua ultima opera aprendo finestre di carattere storico, sociale e culturale estremamente interessanti. Il libro è ambientato nell’età di Nerone, in un’Antica Roma ampiamente studiata ma sempre ricca di sorprese: “Chi fa della narrativa non è dispensato dalle fonti e da ciò che è acclarato”, ha detto Manfredi, “e anzi ha il dovere di rispettare la storia. Mentre leggevo Seneca, e in particolare il capitolo sui terremoti, ho pensato a quanto fossero belle le naturales quaestiones: eventi difficili da spiegare, ma comunque analizzato.
Io ignoravo” – ha ammesso l’autore – “della ricerca, da parte dei centurioni, delle sorgenti del Nilo. Spesso guardando la carta pensiamo che il mondo romano si fermi al Nord Africa, invece raggiunse ben altri confini”. Molto elaborato il ragionamento che lo scrittore ha fatto intorno all’Etiopide, una parte del ciclo troiano andata perduta e citata persino da Omero. Ma “Antica Madre” è un libro pieno di avventure, che affonda le proprie radici nella storia e nelle certezze dell’impero. “Pensate” – ha detto Manfredi – “che l’esercito romano faceva di tutto, in un territorio che aveva una rete stradale pavimentata di ottantamila chilometri e trentotto legioni lungo la frontiera. I centurioni, di cui si parla, erano il nervo della potenza militare.
Non sono ufficiali veri e propri, ma avevano una forza d’animo e una capacità di adoperarsi incredibili”. Un viaggio intenso nella storia e nella letteratura, con un grande scrittore che al termine della presentazione è stato omaggiato di una torta con la copertina del suo libro prodotta da Gelatomania. Molto lungo il firma-copie, con i tanti lettori che hanno approfittato per una foto ricordo con Valerio Massimo Manfredi. Si è chiuso così un anno incredibile per la Mondadori Bookstore Velletri, che tra la nostra città, Genzano e Lariano ha organizzato decine e decine di eventi, consacrando Velletri quale una delle capitali letterarie d’Italia con la rassegna internazionale “Velletri Libris” in un quindicesimo anniversario di attività assolutamente da ricordare. L’appuntamento è adesso a gennaio: per l’inverno sono già in programma novità e incontri imperdibili.


Rocco Della Corte

"Si ritrovò a essere incinta": il Vangelo della domenica dagli scritti di don Gaetano Zaralli

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Mt 1,18-25

TESTO
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 

Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.”

COMMENTO
…prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta.

Presso i giudei il matrimonio legale si compiva, dopo alcune trattative preparatorie, con due procedimenti successivi che erano il fidanzamento e le nozze. Il fidanzamento era un perfetto contratto legale di matrimonio, quindi la donna fidanzata era già moglie, poteva ricevere la scritta di divorzio dal suo fidanzato-marito; alla morte di costui diventava regolarmente vedova e, in caso di infedeltà, veniva punita come vera adultera.
Compiuto questo fidanzamento-matrimonio, i due fidanzati-coniugi restavano nelle rispettive famiglie ancora per qualche tempo che poteva protrarsi fino ad un anno, se la fidanzata era una vergine e fino ad un mese se era una vedova. Fra i due fidanzati-coniugi, a rigore, non dovevano esserci relazioni matrimoniali, ma in realtà queste avvenivano comunemente. Maria divenne “gravida” prima che andasse a coabitare con Giuseppe.

Giuseppe suo sposo, poiché era un uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.

Maria, tornata a Nazaret da cui era partita per andare a fare visita a Elisabetta, non può nascondere a Giuseppe le sue condizioni fisiche, infatti si trovava già tra il quarto e il quinto mese di gravidanza. Giuseppe si meraviglia dell’accaduto e poiché è un uomo giusto, al ludibrio pubblico, cui sarebbe stata sottoposta la fidanzata-moglie, preferisce un divorzio segreto.

Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa…

Si è scritto molto sul dramma di Giuseppe, prima, e sulla sua volontà, poi, di accettare una situazione di cui aveva conosciuto i contorni solo attraverso un sogno.
Sul fatto si può immaginare quel che si vuole, è importante, però, che le congetture plausibili che si fanno non diventino, quasi per miracolo, verità storica, perché il passo del vangelo in questione di storico, nel senso comune della parola, non ha proprio nulla, se non la consapevolezza di generazioni e generazioni che per duemila anni ha accompagnato il misterioso concepimento di Gesù e la sorprendente  verginità della madre.

…prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

E così Giuseppe, il carpentiere, l’uomo della tribù di Giuda e del casato di David, fu capo legale di quella famiglia… come i profeti avevano preannunciato.


Grande successo per la Res Christmas 2019 alla Ginnastica Res Novae con oltre 300 atleti

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Sabato 14 Dicembre 2019, in un Palazzetto dello Sport Bandinelli allestito per l’occasione dallo staff della Res Novae, con il prezioso aiuto del Negozio “Cuore stregato”, in tema Natalizio, si è tenuta la quarta edizione della RES CHRISTMAS 2019, gara societaria in cui si sono dati battaglia, nell’arco dell’intera giornata, suddivisi per turni, tutti i piccoli e grandi ginnasti della Res Novae.
Il tutto per un totale di 300 atleti circa, due campi gara montati per l’occasione, 6 giudici e ben 12 Tecnici accompagnatori, un’intensa giornata di sport, amicizia e condivisione, dove le società hanno potuto confrontarsi in un clima allegro e festoso Il tutto è stato intervallato dalle esibizioni dell’agonistica maschile e femminile, partecipanti ai campionati Gold e Silver, tra i quali la squadretta che ha conquistato il podio agli ultimi Campionati Italiani di Modena: FERRAIULO LORENZO, IASELLI GABRIELE, PICCOLO FILIPPO, AZZURRA SOFIA, LUDOVICA CIRANNA, FEDERICA MATTOCCIA, FLAVIA BOCCIA, CLAUDIA FRISARI, MILONE FEDERICO, assieme alle nostre nuove piccole promesse GINEVRA GENTILI, BIANCHI ASIA, FAVALE SUSANNA, DI MEO MARTINA, SPIRI EMANUELE e POSSAGNO MATTIA. A metà serata sono entrate in scena per la propria esibizione le ragazze dell’Aerobica Sportiva, disciplina della Federazione Ginnastica Italia, capitanate dalla Pluricampionessa Mondiale di Aerobica Sportiva MIHAELA POHOATA. A intraprendere questa disciplina invece, per la nostra associazione, sono state SIST BEATRICE, NALI TULLIA e GIORGIA SIMOTTI. Il tutto è iniziato alle ore 9 con i turni dei ginnasti e ginnaste, che intraprenderanno a Febbraio il percorso competitivo delle gare Silver. Ospiti della mattinata, le ragazze della Ginnastica Judo Frascati, con il loro tecnico GERMANA GHIO. Bravi tutti i partecipanti del I Turno, che hanno dato il meglio di loro, testando nuovi esercizi: BORRO ILARIA, CAMBRIA DESIREE, CAVOLA GIORGIA, CRISCENTI ELENA, D’ANGELO ANGELICA, DI MEO MARIA STELLA, DORIGO ELENA, ROCCHI SOFIA, SAFFIOTI BENEDETTA, SERVO ALICE, BISEGNI ASIA, D’ANNIBALE SOFIA, AYARI AYET, ZOPPEDDU CRISTINA, AGOSTINELLI FLAVIA, BIANCHI ILARIA, BRUGNAMI ARIANNA, CARLETTI FEDERICA, CORINI BENEDETTA, CRISCENTI MARTA, FAVALE VIOLA, IANNICOLA GINEVRA, MANCINI ILARIA, MASTRELLA SOFIA, MASIA ANGELICA, GIOCANNI CARNEVALE, COROAMA DAVID, GIRI FRANCESCO, MASTRELLA EDOARDO, MONTI TOMMASO, ALESSANDRO PALLOTTI, FRANCESCO PALMA, SAFFIOTI BENEDETTA, SAFFIOTI GIACOMO, CAVOLA LORENZO, BASTIANELLI GIANLUCA, PALLOCCA FRANCESCO, ANTONETTI SAMUEL, COLELLA GABRIELE, DI NAPOLI NICCOLO, GIORDANI JACOPO, TORA MATTEO, MONDERNA ELENA, CLAUDIA LEONI, DI COCCO ALYSSA, ZACCAGNINI CAMILLA SERI SOFIA, CRESCENZO ILARIA TRELLE ALESSIA. Al II Turno, entravano in campo gara le categorie Junior e Senior, della Ginnastica Res Novae e della MIKY’S GYM; Gli atleti veliterni scesi in gara: ACCHIONI AURORA, BRUZZICHESI ASIA, CAFAROTTI GAIA, CELLUCCI LAVINIA, DELL’ORCO CHIARA, LEONE EMANUELA, MAMMUCARI SOFIA, MASCI SOFIA, PRIORI ELENA, PRIORI ELISA, CALICIOTTI CLAUDIA, COLAFRANCESCHI CHIARA, DELLA VEDOVA GIULIA, GENTILI GIULIA, CONTI LINDA, D’ELETTO ALESSANDRA, FORNARI MICHELA, PATRUNO RAFFAELLA, PETROZZI ARIANNA, NOCE GIULIA, TABANELLI TERESA, ALFANI FEDERICO, BIZZONI AURELIO, BONANNI SAMUELE, BOTTONI SAMUELE, CRISTINI TIZIANO, ERCOLI VALERIO, FELCI DIEGO, FICHERRA MANUEL, GIORGI RICCARDO, LEONE LEONARDO, MASCI MATTIA, MIZZONI ACHILLE, ODDI ANDREA, VANNOLI DAVIDE, VIGO MATTEO, BESSI FRANCESCO, BOTTACCHIARI EDOARDO, CALVANI DARIO, D’AMATO FRANCESCO, GIORGI ALESSANDRO, SAMBUCCI FRANCESCO, FATALE FRANCESCO, AZZARRI CLARA, BAGAGLINI GIULIA, CIRIACI ALICE, MATTACCHIONI GIORGIA, MONTAGNA AZZURRA, PALMA CARLOTTA, PALUMBO ALICE, PORUMBOUI BEATRICE, SLIMANI NERMINE, ZACCAGNINI EMMA, DI LIVIO AURORA, DI LIVIO ALICE, BARBETTA CLARA, BECHERELLI LUDOVICA, BIANCHI MELISSA, DE CESARIO MICHELA, DE MARZI MARTA, FATALE SOFIA, LELLO ELEONORA, LEONI MARTA, MENCINI MARTA, MASIA VITTORIA, MUZZI GIORGIA, POLVERINI ALICE Rispetto, Allegria, Gioia e spirito di sana competizione hanno condito la mattina che ha raggiunto l’apice del divertimento alle 14.00 quando dei miniginnasti, con età dai 3 ai 5 anni, si sono cimentati in un lungo ed impegnativo percorso motorio, per far vedere ai genitori tutti gli obiettivi raggiunti in questi mesi: CAPORRO FRANCESCO, COLASANTI EVELINE, CUCCURANO VERONICA, MARINELLI MARCO, MUSCEDERE SAMUELE, MUSCEDERE SEBASTIAN, DI LUZIO BEATRICE, FISCINA DARIO, GAZZINO GIORGIO, ONORATO LEONARDO, RONGIOLETTI LEONARDO, RONGIOLETTI FEDERICO, PAVONE ALTEA, PRINCIPE GABRIELE, SANTOLIN ALICEVICARIO IRENE, PREMUTICO GAIA, PENNACCHI ALESSANDRO. Per concludere questa lunga giornata di gara, scendevano in campo le categorie degli Allievi/e 1, Allievi/e2 e categoria Elite, molti di loro piccolissimi, alle primissime armi: ANTONETTI CHIARA, BASTIANELLI LAURA, D’ARGERIO MARIA, DE BELLIS CELESTE, DI LAURO GRETADI CUNTO VITTORIA, DI MEO EMMA, CEDRONI MARTINA, GABRIELLI GINEVRA, GIORGI BENEDETTA, MATTACCHIONI EMMA, POLVERINI MATILDE, POGGI SUSANNA, PUCCIA IRENE, RECCHIA SOFIA, ROSSETTI VIOLA, SARAGONI ALESIA, SAERI DAFNE, VALENTI SOFIA, ZAMPOLLO FEDERICA, PAOLUCCI GAIA, DE SANTIS MIA, ANTONETTI DIEGO, CIOETA VALERIO, CUOMO MATTIA, DE ROSSI GIORGIO, DI MUZIO LEONARDO, FABRIZI MANUEL, GUERRA GIULIO, PEZZETTA MATTIA, RECCHIA EDOARDO, BARTOLI GIANLUCA, PASQUALI LUCA, VANNOLI MARCO, LATTANZI LUCA, POLVERINI GIORDANO, PRENCIPE LEONARDOCHIARUCCI ANDREA, CRISTINI TIZIANO, BARSI EMMA, BRUZZICHESI AURORA, CANILOPOL SARA, COSTANTINI VERONICA, DI FABIO CHIARA, FELICE IRENEFICARRA CHIARA, GRASSO CAROLINA, GRECO ELISA, LEONI MELISSA, LOPEZ LUNA, PIETRANGELI PAOLA, SARAGONI ALICE, CREA CATERINA, GRILLO GINEVRA, DI BRACCIO SOFIA, GIORGI AURORA, BRUGNOLO GUENDALINA, PIERSANTE ROBERTA, BACCHIOCCHI ENERIS, VALENTE GIADA, VIGO BEATRICE, HAVOR ANASTASIA, PUCCIA BEATRICE, CELLUCCI GIORGIA, DI SILVIO CHIARA, LAURENTI MARTINA, NENCI GIADA, PUCCI MARGHERITA, ZACCAGNINI AGNESE, CALOIAN ALEXANDRA, CALCATELLI AURORA, COLASANTI EVELIN, FORNARI NOEMI, LEONI ILARIA, SALVATI VANESSA, COROAMA LAVINIA, CALCARI TIZIANO, D’ANNIBALE SAMUELE, MERINI MATTEO, NANNI LEONARDO, TRIVELLONI GIORDANO, SPIRI GIOVANNI, VERRI LEONARDO, DE BELLIS SAMUELE, ISOPO DANIELE, MUSCEDERE GABRIEL, CANDIDI MARCO; Per la sezione del Trampolino elastico: BELELLE GANRIELE, DELLA VEDOVA GIULIA, PALLOTTI CHIARA, TORRE AGNESE, COLELLA SOFIA, ZACCAGNINI CAMILLA e PIGNALBERI LEONARDO. Tanti i podi assoluti e di specialità della giornata, tante le coppe e le medaglie vinte dai nostri piccoli e grandi ginnasti e ginnaste, risultato dell’ottimo lavoro svolto da questi atleti, molti di loro alle loro primissime esperienze. Immancabile inoltre la consegna di un pensierino da parte dell’associazione, grazie ad un ospite d’onore, che non poteva essere che il nostro RESSINO, in versione tutta natalizia. Una grande giornata di sport, dove oltre ai risultati, il clima e l’atmosfera gioiosa è quello che di più importante i nostri ginnasti portano a casa, riuscita grazie a tutto lo staff della Ginnastica Res Novae, ai tecnici FRANCESCA DORIGO, VALENTINA MARTELLA, BAGGETTA ALESSANDRO, FRANCESCO IACOACCI, ALESSIO FORNINI, SILVIA ROCCHI, VALENTINA BETTI, FRANCESCA ROCCHI, ILARIA BETTI, MARIA TALONI, PATRIK TALONI, FRANCESCA BAGGETTA, VALENTINA CAVOLA, MARTINA CELLUCCI. e a tutti i genitori dei nostri ginnasti, che ci affidano i loro figli quotidianamente. Si chiude così un anno sportivo strepitoso e denso di risultati per la ginnastica Res Novae, oramai punto di riferimento sul territorio, per la Ginnastica Artistica, per il Trampolino Elastico e per l’Aerobica Sportiva.


Leandra De Marzi

Lettura e public speaking per ragazzi: intervista a Pasquale Larotonda sul suo nuovo libro "La mia voce"

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Pasquale Larotonda, cittadino veliterno e fautore di diverse iniziative inerenti la lettura, ha pubblicato un nuovo lavoro dal titolo "La mia voce - Lettura e public speaking per ragazzi". Per saperne di più lo abbiamo intervistando, chiedendogli qualcosa su questa nuova uscita.

Pasquale Larotonda, torni in libreria con un nuovo lavoro intitolato "La mia voce - Lettura e public speaking per ragazzi". Come è nata questa avventura editoriale, che per te non è la prima? 

Come sai sono un appassionato di questa materia da molti anni. Pochi mesi fa, dopo aver curato una guida alla lettura e public speaking per persone adulte che ho utilizzato per workshop diretti ad avvocati nel Tribunale di Velletri, mi sono ricordato che recentemente avevo fatto anche un corso a ragazzi delle ultime classi di una scuola primaria; così mi è venuta l’idea di adattare il testo ad un pubblico più giovane poiché molte sono le tematiche in comune, gli esercizi, i giochi letterari. L’ho ridotto, trasformato e riscritto in alcune parti adattandolo ai ragazzi. 

Come mai hai deciso di rivolgerti ai giovani di una determinata fascia di età, dai 9 ai 15 anni? 

E’ l’età in cui è importante porre le basi per un buon utilizzo della voce, una corretta pronuncia e una buona espressività nella lettura e capacità di parlare ad un pubblico; quando si è interrogati, in famiglia, con gli amici. Nelle scuole americane si apprende la tecnica per parlare in pubblico, attività chiamata “Presentation Literacy”: ogni bambino, a turno, deve parlare a nome di tutti gli altri. Egli diventa così una specie di portavoce. In molte scuole inglesi la retorica, la poesia e il teatro sono normali materie di insegnamento, giudicate fondamentali per avere un buon successo nella vita. A 9/10 anni stai per lasciare le scuole elementari e già puoi cominciare a sperimentare la lettura e il public speaking che ti accompagneranno tutta la vita. A 15 stai già facendo le superiori e ti prepari ad entrare nel mondo degli adulti; e a questa età dovresti essere già in grado di controllare la voce oltre ai concetti che vuoi esprimere.

Credi che oggi la lettura ad alta voce sia praticata con la giusta attenzione oppure ci sia troppa improvvisazione? 

Nelle scuole italiane purtroppo si dà poca importanza alla lettura ad alta voce, ad una civile e corretta conversazione tra i ragazzi, a una buona dizione e al parlare in pubblico. E comunque leggere ad alta voce e parlare in pubblico non è un gioco o un’improvvisazione; è una tecnica che deve far parte di un programma scolastico. Non basta aprire un libro e leggere a voce alta un racconto o una poesia; bisogna saperlo fare, imparare ad utilizzare gli elementi espressivi della voce, acquisire una buona dizione. Per quanto ne so solo le mamme hanno una innata capacità di leggere o raccontare le fiabe ai propri figli; noialtri, a meno che non siamo grandi attori, dobbiamo imparare a farlo. 

Quali sono gli obiettivi e quali le finalità del tuo libro, che torna utile anche a chi è spesso costretto per lavoro a parlare in pubblico o per motivi di studio a leggere ad alta voce?

L’obiettivo primario è fornire indicazioni pratiche su come migliorare la propria voce attraverso esercizi di respirazione, di emissione vocale; apprendere gradualmente, attraverso esercizi specifici, ad utilizzare gli elementi espressivi che rendono una lettura o una esposizione in pubblico più interessante: il mordente, ritmo, colore, volume, tono e tempo. Mi piacerebbe che il libro fosse uno strumento utile nelle scuole medie dove l’insegnante possa curare questa nuova affascinante materia, proporre gli esercizi contenuti nella guida ma anche molti altri che gli vengono in mente; sicuramente non sarà un lavoro vano e gli studenti non si dimenticheranno mai di lui o di lei. Aggiungo che ci sono tre versioni del libro; cartaceo, e-book e ora si è aggiunto l’audiolibro che ho registrato in uno studio professionale con tutti gli esercizi, letture di brani, poesie, respirazione, dizione; insomma 5 ore di registrazione divise in 31 capitoli sui vari argomenti che possono essere una utile e ulteriore guida per realizzare da soli un vero corso di lettura e public speaking ai propri ragazzi. L’audiobook è reperibile su googleplay, StreetLib e molti altri store che si stanno man mano aggiungendo. 

Come hai elaborato il metodo che proponi nel libro? Lo hai già testato personalmente in conferenze o incontri con ragazzi?  

Alla base ci sono le esperienze nel doppiaggio e teatro amatoriale e corsi di lettura realizzati negli ultimi dieci anni, diretti a tipologie diverse di partecipanti, nelle biblioteche e nelle sedi di associazioni culturali oltre che on line. Il metodo, che si è perfezionato nel tempo, consiste nel costruire una propria cassetta degli attrezzi da portare con noi nella quale sono contenute le capacità acquisite di utilizzare gli elementi espressivi, di modulare la nostra voce e di darle l’espressione voluta in qualunque circostanza. Tutto nasce da alcune pagine di un libro, di molti fa, fotocopiate malamente che mi sono state regalate da un compagno di corso di doppiaggio nel 1985 (corso di un anno intero, memorabile). Si trattava di pagine che affrontavano argomenti legati all’espressività e, in particolare, agli elementi espressivi della voce: tono, volume, tempo, ritmo, mordente e colore. La trattazione dell’argomento era così precisa e rigorosa che, oltre a spiegazioni, dal linguaggio un po’ aulico, d’altri tempi, ma chiaro e incisivo, proponeva un metodo per esercitarsi che ho trovato geniale. Senza troppe parole o ricorso al grande teatro, all’immedesimazione nel personaggio e via dicendo, proponeva dei segni e dei numeri sotto le parole da leggere che indicavano al lettore la variazione che egli doveva fare nell’utilizzo dei vari elementi espressivi, costringendolo così ad alzare il volume, abbassare il tono, variare il mordente, cambiare il colore, modificare il ritmo e cambiare il tempo e la velocità di lettura. Quasi come le istruzioni di montaggio IKEA, che, come sappiamo, funziona sempre. Non so davvero chi devo ringraziare per aver realizzato questo vecchio metodo (non ho trovato indicazioni sulle fotocopie poco leggibili) ma lo ringrazio di cuore perché mi ha aperto le porte ad un mondo ancora più complesso e interessante che ha prodotto questa attività che svolgo da molti anni ormai. Altri argomenti che ho trattato sono derivanti dalle mie esperienze e dall’osservazione del mondo della lettura e del doppiaggio a cui sono sempre molto legato. Naturalmente l’ho testato più volte e i ragazzi di solito sono entusiasti anche per i tantissimi giochi letterari che propongo.

Intervista a cura di Rocco Della Corte

Serie C maschile, mister Criserà con ottimismo: “Obiettivo? Migliorare il quinto posto e andare ai play off”

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Dopo il presidente Mario Lucarelli, anche mister Domenico Criserà – riconfermatissimo sulla panchina dell’F&D Waterpolis – ha detto la sua in merito al prossimo campionato di Serie C che vede la compagine castellana inserita tra le possibili sorprese.
“Il campionato ci vedrà nel girone laziale” – ha detto il tecnico – “dopo un’esperienza in quello campano. È un girone equilibrato, difficile, con alcune squadre di caratura superiore e una neoretrocessa dalla B, il Cerveteri, oltre a tante compagini che hanno disputato i play off con costanza negli ultimi anni. Rispetto a quello sardo, è un girone con più partite e l’obiettivo è quello di confermare quanto di buono fatto l’anno scorso magari cercando di disputare i play off”. L’allenatore presenta anche i nuovi innesti di una rosa che è di tutto rispetto: “La squadra si è rinforzata, a mio avviso, perché abbiamo mantenuto il gruppo storico e integrato alcuni ruoli con acquisti di grande spessore ed esperienza. Penso a Diego De Rosa, proveniente dal Civitavecchia, dove ha disputato la A2, o il portiere Leonardo Marini, sempre reduce da una stagione in A2. Tra i nuovi c’è anche Simone Carducci, che sotto la mia guida ha già vinto un campionato di Serie C, difensore forte fisicamente e giovane. È arrivato Federico Colanera, che nonostante la giovane età ha già disputato tre stagioni di C, un contropiedista veloce che ci darà una marcia in più. Inoltre dal Colleferro è arrivato l’under 17 Federico Briganti, alla prima esperienza con la prima squadra, ma che sta facendo bene. Il battesimo di C nello scorso anno” – ha concluso il mister – “ci impone di migliorare il quinto posto e partecipare ai play off. Lì, poi, può succedere di tutto…anche di fare il colpo grosso. Restiamo fiduciosi e in attesa degli sviluppi di un’altra trattativa che potrebbe ulteriormente rinforzarci”. 


Rocco Della Corte

Donne per lo sviluppo sostenibile

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Un numero crescente di governi e organizzazioni internazionali è a guida femminile. Nei programmi delle presidenti c’è una maggiore attenzione all’ambiente e anche alle diseguaglianze sociali, problema molto grave anche in Italia.
I programmi di Ursula von der Leyen a capo della Commissione europea, di Christine Lagarde alla guida della Bce, di Marin Mirella Sanna neo Primo ministro finlandese a capo di un esecutivo di ministri sotto i 35 anni, l’impronta verde impressa alla politica tedesca da Angela Merkel, segnano una maggiore attenzione ai valori sanciti nell’Agenda 2030. "Vogliamo costruire una società economicamente ed ambientalmente sostenibile", sono state le prime dichiarazioni da Primo ministro finlandese. Barack Obama non ha dubbi. "Se ogni nazione della terra venisse governata da donne, in due anni vivremmo tutti in un mondo migliore. Ci sarebbero miglioramenti significativi in ogni settore: dagli standard di vita al conseguimento degli obiettivi politici". Il futuro dovrebbe essere donna. "Tra tredici anni potremmo trovarci in una situazione che sfuggirà al controllo umano e potrebbe portare alla fine della civiltà così come noi la conosciamo", sono state le parole di Greta Thunberg nell'incontro con la Presidente del Senato Elisabetta Casellati, Aprile 2019. Per fare degli esempi più vicini a noi, è giusto chiamare in causa alcune delle tante donne italiane che hanno raggiunto il successo professionale e nella vita, ricoprendo posizioni di vertice; di seguito alcuni nomi. Marta Cartabia - presidente della Corte Costituzionale: "Possiamo essere fiere del cammino fatto, che però è ancora incompiuto". Elibetta Casellati - presidente del Senato: "Servono leggi per aiutare le donne a conciliare vita e famiglia, ne gioverebbe il Pil". Elisabetta Belloni - diplomatica e segretario generale della Franesina : "Le donne vivono in un sistema prevalentemente maschile e dunque strutturalmente diverso dal loro. Finché dovranno soltanto adattarsi resteranno in una condizione subordinata". Gabriella Palmieri - prima donna a guidare l'Avvocatura Generale dello Stato: "Ci sono ancora prime volte per le donne in Italia, ancora ruoli da conquistare". Patrizia Grieco - presidente del Consiglio di Amministrazione di ENEL - "La diversità e l’inclusione fanno parte della cultura aziendale di un gruppo multinazionale come il nostro e sono elementi cruciali nella costruzione di una strategia sostenibile". Paola Pisano - ministro per l'Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione: "Un Paese digitalizzato, dove lo sviluppo economico è trainato dall’innovazione “Made in Italy” e la tecnologia è al servizio delle persone e dei loro diritti, per uno sviluppo tecnologico etico e sostenibile" Fabiola Gianotti - direttrice generale del CERN di Ginevra: "Nel mio campo, le donne sono solo il venti per cento dei ricercatori, però abbiamo fatto molti progressi negli ultimi anni. Quando nel 1994 arrivai al CERN come ricercatrice post-doc, i fisici e gli ingegneri donne erano solo il quattro per cento. Ma c’è ancora molta strada da fare per cambiare e migliorare le cose.” Elena Cattaneo - farmacologa, biologa, accademica e senatrice a vita: "Il futuro dell'agricoltura, ad oggi, non può che passare per il metodo integrato, che, in maniera laica, integra tutti gli strumenti e le tecnologie innovative che la ricerca e la pratica mettono a disposizione per la protezione e il miglioramento della resa delle colture, secondo uno schema razionale, per produrre quanto più possibile usando le risorse a disposizione nel modo più efficiente e rispettoso dell’ambiente". Barbara Jatta - direttrice dei Musei Vaticani: "Ha rappresentato la Santa Sede alla 63esima sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo Status delle Donne dichiarando: con la mia partecipazione la Santa Sede ha voluto dare un segnale importante sulla presenza femminile ai vertici delle sue strutture". Giovanna Iannantuoni - rettrice dell'Università di Milano-Bicocca: "Sono personalmente la dimostrazione che Milano è adatta alle donne. Non so in quante altre città sarebbe stata possibile la mia elezione, soprattutto come successore di un’altra donna, Cristina Messa". Sabina Nuti - rettrice della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa: "Spero che la mia nomina sia un segnale affinché le donne possano raggiungere posizioni apicali nel mondo dell'università". Filomena Maggino - coordinatrice della cabina di regia Benessere Italia presso la Presidenza del Consiglio: "Il superamento del Pil non è solamente una questione che si rivolge alla politica e che richiede interventi tecnici e metodologici. È innanzitutto una questione culturale: si richiede un cambiamento di paradigma. E il mondo dell'istruzione, a tutti i livelli, gioca un ruolo importante, in questo: non tanto nell'andare oltre il Pil, ma nell'allenare all'ottica della complessità". A chi si occupa di Pari Opportunità e ne volesse sapere di più suggeriamo il "Global Gender Gap Report 2020" appena pubblicato dal World Economic Forum, in particolare le pagine 197 e 198 dedicate all'Italia. Ci sono dati e misure inequivocabili a rappresentare la situazione della donna in Italia. Velletri 2030 augura a tutti i suoi Sostenitori Buone Feste, e a tutte le Donne un impegno in posizioni di vertice per uno sviluppo sostenibile.


Velletri 2030

Ospedale di Velletri, eppur si muove. Arrivata la sospirata nuova TAC, Pocci: "Resterà un DEA di I livello"

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Dopo il Consiglio Comunale dedicato, con l'approvazione all'unanimità che certifica la volontà di tutte le forze politiche di difendere l'Ospedale "Paolo Colombo" di Velletri, una buona notizia. E' infatti arrivata la tanto agognata nuova TAC, di cui si parlava da mesi.

A darne notizia il Sindaco, Orlando Pocci, che ha così commentato la 'buona novella' pur non abbassando la guardia: "La nuova TAC è in funzione, un servizio essenziale che restituisce un po’ di serenità all’ospedale di Velletri. Bene ha fatto l’assessore Regionale Alessio D’Amato a confermare l’impegno sull’ospedale che resterà DEA di I livello. Adesso è tempo per tutti di lavorare nella stessa direzione. Ringrazio il consigliere regionale Daniele Ognibene per il costante lavoro che svolge a sostegno della comunità".
Un Ospedale, il "Colombo", che comunque non può accontentarsi di questo nuovo macchinario e che ha bisogno di vedere realizzati i tanto decantati lavori sulla camera calda e sull'ampliamento del Pronto Soccorso, oltre che aspettare il ripristino del servizio di Endoscopia Digestiva e scongiurare la chiusura di alcuni servizi di chirurgia. Intanto, però, il regalo di Natale è arrivato ed è sicuramente un segno positivo per il nosocomio veliterno che è uno dei più grandi della zona e serve un bacino di utenza di oltre 100.000 persone. Presenti all'inaugurazione del nuovo macchinario, oltre al Sindaco Pocci, anche il Sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti, il consigliere regionale Daniele Ognibene, il consigliere regionale Giancarlo Righini e il direttore generale della ASL Narciso Mostarda.

Week end pre-natalizio di gare per l’F&D tra Pietralata e Ostia

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Prima giornata della seconda prova del campionato regionale con categoria ragazzi, juniores e cadetti sabato pomeriggio per l’F&D Waterpolis al centro federale di Pietralata. Impegnati, insieme al tecnico Roberto Cianfarani, Marika Botticelli, Rachele Della Vecchia, Federica Casciotti, Valeria Di Giacomantonio, Sharon Haxhaj, Marta Cianfarani, Sofia Polverini, Luca Tora, Bruno Chambery, Alessio Borro, Lorenzo D’Uffizi, Leonardo Lautizi, Emanuele Monti, Francesco Saverio Cioeta.
Fra tutti spiccano le prestazioni di Borro (53”3, a tre decimi dal pass per i campionati italiani, e 58”7 nei 100 delfino). Ottima prova di Lorenzo D’Uffizi nei 200 dorso: il classe 2006 ha portato il suo miglior tempo a 2’20”. Bene anche Luca Tora con 2’16” nei 200 dorso e Bruno Chambery con 2’15”7 sempre nei 200 dorso. Per le ragazze, bella prestazione di Rachele Della Vecchia nei 100 rana con 1’18”5, migliorando oltre due secondi, e Valeria Di Giacomantonio 2’11”4 nei 200 stile libero migliorando di quasi un secondo e 2’25”8 nei 200 misti migliorando di oltre quattro secondi. Da segnalare Sharon Haxhaj con 2’30”5 che ha fatto il suo migliore nei 200 misti, mentre Marta Cianfarani con 2’21”2 nei 200 stile libero ha disputato una splendida gara. Nella seconda giornata, invece, hanno gareggiato molto bene Alessio Borro nei 50 stile con 24”72, Rachele Della Vecchia nei 50 rana in 36”2, e i 200 rana in 2’50”8. Valeria Di Giacomantonio ha abbassato di tre secondi nei 400 stile libero portandosi a 4’29”7, tra i primi quindici d’Italia per i tempi. Nei 200 rana ha invece fatto 2’39”8. Sharon Haxhaj ha fatto i 100 delfino con 1’09 5 e nei 200 rana 2’51”3. Sofia Polverini ha migliorato di ben quattro secondi il suo personale nei 200 rana portandolo a 2’49”97, mentre Lorenzo D’Uffizi nei 100 dorso in 1’06”01 ha migliorato di un secondo, così come Luca Tora si è notevolmente migliorato nei 50 stile libero in 25”7 e nei 200 misti ha realizzato 2’22”3. Da segnalare anche il bel tempo di 38”3 di Marta Cianfarani nei 50 rana, quello di Leonardo Lautizi a 1’15”8 nei 100 dorso e nell’abbassare il suo personale nei 200 misti portandolo a 2’48”3. “Tutti i ragazzi” – ha detto mister Cianfarani a margine delle gare di Ostia – “si sono comportati molto bene e sono stati bravi, è finita la parte pre-natalizia e abbiamo concluso un ciclo”. “Adesso” – ha continuato il tecnico – “ci saranno quattro giorni di riposo prima di ricominciare il duro lavoro per le gare di gennaio. I ragazzi hanno reagito benissimo in questi tre mesi di allenamento, ci siamo avvicinato di molto ai tempi limite per i campionati italiani con Borro e Polverini, siamo veramente a pochi decimi. Valeria Di Giacomantonio è già certa di un accesso ai campionati ed è vicina, nei 400 stile libero e nei 200 misti, a staccare il pass. Siamo fiduciosi per il nuovo anno che riprenderà nel migliore dei modi, cercando di spostare ognuno i i propri record più vicino possibile al pass”. 


Rocco Della Corte

“Mai così vicina”: un viaggio di suggestioni verso la luna al Teatro Artemisio-Volonté

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Viaggio tra musica, suggestioni e letteratura giovedì sera al Teatro Artemisio – Gian Maria Volonté. L’associazione culturale Memoria ‘900 e il Comune di Velletri, con l’Assessorato alle Politiche Culturali, hanno infatti organizzato uno spettacolo di teatro-canzone dedicato alla luna nel cinquantesimo anniversario dello sbarco (1969-2019).
“Mai così vicina”, questo il titolo di una rappresentazione che fra musica e parole, con tante evocazioni poetiche e uno sfondo scenografico che riportava una splendida luna piena, ha catturato i numerosi presenti. Prima di aprire il sipario, Manuela Mandracchia e Fabio Cocifoglia sono entrati in scena direttamente dalla platea, coinvolgendo il pubblico e chiedendo ad alcuni i personali ricordi su quella fantastica diretta con l’emozionata voce del cronista Tito Stagno. Sono emerse le tante percezioni che ancora oggi un evento importante come quello suscitò: chi più vicino alla teoria del complotto, chi incredulo per le immagini “a rallentatore”, chi pieno di ottimismo per una nuova conquista del genere umano. Il teatro-canzone ha suggellato questo coinvolgimento con dell’ottima musica, avente come perno centrale sempre la luna.
Gli attori e i musicisti (Roberto Boarini, Daniela Di Renzo, Eleonora Giosuè, Massimiliano Pioppi, Riccardo Ronsivalle) hanno preso per mano lo spettatore e lo hanno accompagnato verso una sorta di riconquista della luna, osservata da più punti di vista, con stupore, immaginazione, allusioni, metafore che testimoniano la forte carica emotiva di questo misterioso e affascinante satellite naturale. Base drammaturgica dell’opera messa in scena è stato “Il poema dei lunatici” di Ermanno Cavazzoni, scritto nel 1987 e ispiratore del felliniano “La voce della luna”. “Mai così vicina” ha dunque, come da titolo, riavvicinato gli spettatori alla luna aiutandoli a guardarla e ammirarla da diverse prospettive, in un’atmosfera sognante che concilia l’animo del periodo pre-natalizio. Al termine dello spettacolo applausi scroscianti dei presenti. Si chiude così un anno importante e ricco di attività per l’Associazione Culturale Memoria ‘900 e con un omaggio alla luna che ancora oggi, sera dopo sera, ci accompagna nei nostri pensieri notturni.

Rocco Della Corte

Una grande mostra d’arte alla Casa delle Culture: con Edgardo Zauli Sajani si espone la “Felicità della Pittura”

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Una mostra di altissimo livello e dal respiro internazionale quella che sarà aperta fino al 2 febbraio 2020 alla Casa delle Culture e della Musica di Velletri, nella suggestiva cornice della Sala degli Affreschi. Protagonista dell’allestimento, curato dal professor Marco Nocca, è Edgardo Zauli Sajani, pittore forlivese nato nel 1874 e poi arrivato nella nostra città nel 1898 quando viene nominato direttore della Scuola di Disegno Applicato alle Arti.
In mostra ci sono ben trentanove opere, disposte nell’ex Refettorio, grazie al lavoro in sinergia tra l’Accademia di Belle Arti, vero motore dell’esposizione, insieme al Comune di Velletri e alla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura. Visitare la Mostra significa fare un tuffo nel passato a contato diretto con le opere di uno dei pittori più poliedrici e, purtroppo, spesso dimenticati della storia dell’arte italiana. Edgardo Zauli Sajani si forma all’Istituto di Belle Arti di Roma e nel 1898 sarà decisiva la sua opera, da direttore, per rivoluzionare la Scuola d’Arte di Velletri. Incontra Juana Romani, nel 1901, in quello che fu un vero e proprio ritrovo di due artisti dimenticati. Sotto la sua guida, la Scuola di Velletri diventa una delle migliori in Italia per i laboratori e i maestri d’arte che ne escono fuori e vincono diversi premi nazionali. Spicca, nell’esposizione, l’inclinazione di Zauli verso la ritrattistica: si possono infatti trovare, oltre ad alcuni bellissimi auto-ritratti, quelli della madre, del fratello Giulio, e della moglie. Notevole, poi, sul fondo della sala, l’allestimento che valorizza “L’azalea”, detta anche “ritratto di giovine signora”, restaurata proprio in occasione di questa Mostra e con il contributo della Volscambiente. Una donna, con sullo sfondo le azalee, vestita di bianco (proprio su questo colore numerosi sono stati gli studi), il cui dipinto è stato esposto nelle vetrine della tipografia Lizzini a Velletri prima di finire a Forlì. Proprio tra il comune romagnolo e Velletri si è instaurato un rapporto di collaborazione (visto che i quadri sono conservati nella Pinacoteca di Forlì) con una sorta di gemellaggio culturale, che ha visto le due città e i rispettivi Sindaci collaborare per mettere in piedi questa esposizione. Grande attenzione, Zauli, l’ha riservata al paesaggio: spiccano gli scorci di Velletri (l’osteria Capannelle, nell’odierna Menotti Garibaldi), o il Sipportico di Cori, molto suggestiva anche “La sera a Chianciano”, dove scenario e figure coesistono in un’armonia davvero notevole. Imponenti, infine, i ritratti di Benito Mussolini e Vittorio Emanuele III, curatissimi dall’abbigliamento alla postura, passando per lo sguardo. Nelle teche, insieme ai tanti documenti, è possibile vedere il fascicolo di Zauli in Accademia e anche la commovente sottoscrizione che fecero i veliterni per offrirgli una degna sepoltura nel Cimitero di via Lata, dove a tutt’oggi riposa insieme alla moglie dal 1947. La Mostra è aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30, mentre il sabato e la domenica fa orario continuato dalle 10.00 alle 19.30 con le visite guidate di Sara Di Luzio, Ilaria Fiorillo, Paola Cucuzza e Marco Nocca. L’ingresso è libero ed è disponibile un catalogo completo, a cura di Marco Nocca e Gabriele Romani, edito da L’Erma di bretschneider con le schede delle opere e la storia del pittore.

Rocco Della Corte

Intervista a una castellana negli USA: l'intensa attività scrittoria di Maria Teresa De Donato

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Tra le tante interviste che la nostra redazione realizza, c'è anche quella fatta a Maria Teresa De Donato. Castellana di origini ma residente negli USA, scrive e si occupa di salute e ha raccontato a partire dal legame con Velletri e con i Castelli la sua esperienza di vita.

Maria Teresa De Donato, da venticinque anni risiede negli USA e ha cominciato un’intensa attività di scrittura. Prima di parlarne, vuole ricordare il suo legame con Velletri e con i Castelli Romani?

Sono nata e cresciuta a Roma nella periferia sud. Sin dalla mia infanzia i miei genitori hanno organizzato periodicamente delle gite per tutta la famiglia in tutta la zona dei Castelli Romani, inclusa Velletri.  Velletri, come tutta l’area dei Castelli Romani, non solo è ricca di storia in quanto fu fondata probabilmente dai Volsci, influenzata dagli Etruschi e successivamente conquistata dai Romani, ma, estendendosi tra i Colli Albani e l’Agro Pontino è immersa nel verde, ha sempre avuto un’aria piuttosto pulita ed un ottimo cibo, tra cui voglio ricordare due specialità: i carciofi alla matticella e la zuppa di cavoli, ricetta antichissima. Per quanto riguarda la mia famiglia ed io partivamo la mattina presto. Arrivati a destinazione, visitavamo reperti storici e chiese, mangiavamo in una taverna o ristorante tipico locale e nel tardo pomeriggio tornavamo a Roma per la cena. Camminavamo molto, anzi moltissimo. Facevamo delle bellissime passeggiate. Ho dei ricordi meravigliosi di tutta l’area e quando rientro a Roma mi capita spesso di tornare in questi luoghi e di gustare di nuovo la vostra ottima cucina locale.


Il suo mestiere l’ha portata a scrivere molto di approcci multidisciplinari. Di cosa si occupa e in quali volumi ha trattato questi argomenti?

Da decenni mi occupo di salute e di coaching. La scrittura è da sempre una mia grande passione. Negli USA, una volta ultimati gli studi in Giornalismo e quelli in Salute Olistica, ho iniziato a pubblicare libri. Avendo io una natura molto versatile e quindi molti interessi, tutte le mie pubblicazioni finiscono con l’essere affrontate non solo da un punto di vista “olistico”, e quindi prendere in considerazioni tutte le componenti dell’essere umano, ossia corpo, mente e spirito e lo stretto legame che li lega, ma anche quello “multidisciplinare” dal momento che non solo tutto è connesso a tutto il resto, ma anche in virtù del fatto che approcciando le cose da un punto di vista multidisciplinare, si può avere una veduta a 360̊ gradi della realtà, del problema o di qualsiasi situazione si voglia parlare.  Questo perché, a mio avviso, nessuna ‘scienza’ - così come nessuna ‘disciplina’ è detentrice di una verità assoluta né ha la risposta a tutte le nostre domande.  Questa mia convinzione appare chiara in tutte le mie pubblicazioni.  La prima è stata, per l’appunto,  The Dynamics Of Disease and Healing: The Role That Perception and Beliefs Play In Our Health and Wellness(Le dinamiche della malattia e della guarigione: il ruolo che percezione e credenze rivestono nella nostra salute e nel nostro benessere), di cui ho realizzato una versione kindle/eBook più breve intitolata Disease and Healing Dynamics (Dinamiche della malattia e della guarigione). Entrambe le versioni contengono i risultati delle mie analisi e delle osservazione di sette casi che ho studiato personalmente attraverso interviste dirette fatte ai rispettivi partecipanti e le conclusioni a cui sono pervenuta.

 

Si è trattato della mia dissertazione finale di dottorato, presentata come ricerca metodologica con cui ho esaminato la complessita dell’esistenza umana da un punto di vista degli aspetti fisico, emotivo, mentale e spirituale e di come la salute possa essere preservata e ristabilita. Un fenomeno come l’effetto placebo, che pur non prevedendo la somministrazione di alcun ingrediente attivo (=farmaco) permette, tuttavia, ad alcune persone di guarire, mi ha incuriosita e spinta ad esaminare più a fondo, per comprenderle meglio, le dinamiche della guarigione e verificare se non ci fossero degli aspetti invisibili e/o non tangibili che potessero facilitarla o ostacolarla.  I miei altri libri sulla salute, CONQUISTARE L'INVISIBILE: Approccio Olistico al PTSD (Disordine da Stress Post-Traumatico)e MENOPAUSA - I migliori anni della mia vita: Come prepararsi per godere appieno degli anni della perimenopausa, menopausa e post-menopausahanno anch’essi, a loro volta e limitatamente ai rispettivi argomenti, affrontato la salute secondo gli stessi principi.



Pensa che sia indagato, dalla medicina tradizionale, il famoso salto dal corpo alla mente?

Quando parliamo di salute olistica/medicina tradizionale/naturopatia, in realtà stiamo parlando di una veduta della Vita, del Mondo e, di conseguenza della Salute che prende in considerazione l’Uomo nella sua totalità, quindi in tutti i suoi aspetti, fisici, mentali, emotivi, spirituali, strettamente connessi tra loro, ma anche come parte di un tutto più grande e che li trascende.  Sembrano concetti moderni, ma in realtà sono antichissimi ed hanno caratterizzato da sempre tutte le civiltà antiche e primitive.  Siamo noi occidentali, con la nostra medicina ‘moderna’ che ci siamo allontanati da tale veduta dell’Uomo, quindi della Vita e, come risultato, anche della Salute.  Al contrario, sistemi medici molto più antichi della nostra medicina occidentale moderna, quali ad esempio l’Ayurveda, che e il sistema più antico in assoluto, e la Medicina Tradizionale Cinese, hanno preservato questa veduta ‘olistica’ del tutto, quindi anche della salute.

Grazie, comunque, a recenti scoperte nelle neuroscienze, nella biologia molecolare ed in altre discipline che hanno dimostrato ‘scientificamente’ realtà da sempre sostenute dalle scienze olistiche e quindi dalle antiche civiltà, anche la medicina convenzionale (=occidentale moderna) sta comprendendo, o meglio, sta accettando il fatto che, essendo l’uomo non solo un corpo fisico ma un insieme di fattori che costituiscono la sua unità, deve essere esaminato nella sua totalità, a prescindere da quale siano i sintomi o la malattia che possano essersi manifestati.  Non solo, ma proprio l’accettazione almeno di una parte della medicina moderna occidentale sta portando all’integrazione nelle pratiche mediche convenzionali di metodologie olistiche di varia natura.  Un esempio può essere quello del Tai Chi che viene praticato già in molti ospedali, almeno negli USA, a supporto di altre terapie convenzionali.


Quest’anno sono arrivate ben tre pubblicazioni: la prima è “Oceano di sensi”. A che genere appartiene e come è nata l’idea di scriverlo?

Oceano di sensi” è un romanzo fiction-storico-erotico.  L’idea di scriverlo è nata molti anni fa…dopo aver conosciuto persone che sono cresciute o addirittura nate nella Libia pre-Gheddafi.  Essendo le loro famiglie di origine italiana, spesso siciliana, hanno avuto modo di crescere con una doppia cultura, aspetto che mi ha affascinata da subito e che ho ritenuto valesse la pena esplorare.  Non sapevo molto della Libia, della cultura di questo popolo e sapevo anche molto poco della nostra esperienza coloniale in Libia intrapresa ai tempi del fascismo ad eccezione di quello che avevo studiato sui libri di scuola. Ne ho approfittato per approfondire l’argomento.

La storia, quindi, fa da sfondo a questo romanzo che, prendendo anche in considerazione la relazione di coppia, quindi l’amore ed la sfera dei sentimenti, mi ha portata proprio in virtù della mia veduta olistica, a parlare anche di sensualità e sessualità. Il risultato finale è stato che, benché non fosse stata mia intenzione iniziale, il libro ha finito con il diventare altamente e profondamente erotico.  “Oceano di sensi” lo definirei un ‘inno all’Amore’, quello vero, quello con la A maiuscola, quello che, se non lo si è ancora trovato, può arrivare a qualsiasi età ed arricchire incredibilmente la nostra vita.


In “Anelli mancanti”, altro libro pubblicato nel 2019, si è occupata invece di genealogia e autobiografia. Un’indagine a ritroso nella sua vita, che magari ricorda anche il nostro territorio?

Anelli Mancanti” è un romanzo autobiografico-storico-genealogico che ha richiesto molti anni non solo per essere scritto, ma anche per tutte le ricerche che ha implicato. Non si tratta solo di un risalire alle proprie origini, ma anche e soprattutto di un viaggiare attraverso la storia, dell’Europa prima ancora che dell’Italia. Roma diventa il perno su cui verte la vita delle ultime generazioni. È un memoir, una raccolta - di informazioni e di ricordi - che include anche le gite e soprattutto le lunghe camminate con mio padre a Roma, ma anche in provincia.


A suo avviso c’è diffidenza o disinformazione intorno alla naturopatia e all’omeopatia? Vi sono pareri contrastanti, lei come li vive da professionista e da autrice di libri sul tema?

Sì, purtroppo ci sono ancora diffidenza e disinformazione, quest’ultima a volte voluta altre solo quale frutto di mancanza di conoscenza.  Vi sono pareri contrastanti per una serie di ragioni, alcune legate ad un sistema legato al profitto. Profitto e salute si escludono a vicenda. Per mantenere in vita il primo…occorre continuare ad avere malati… Ma questo è un discorso molto complesso che ci porterebbe lontano…
Quale professionista che opera nel settore “salute” io accetto il fatto che non esiste un sistema di cura valido per tutto e per tutti.  Ogni sistema medico, ogni terapia utilizzata – che si basi sulla somministrazione di farmaci o sull’utilizzo di rimedi naturali (erbe, prodotti omeopatici e/o integratori alimentari) ha i propri benefici ed i propri limiti.  L’Omeopatia, solo per citare un esempio, ha dimostrato in molti casi di essere estremamente efficace nella cura di cisti e tumori benigni, ma non nel caso di malattie debilitanti ed aggressive come il cancro.  

L’ideale sarebbe fare prevenzione, ossia avere sane abitudini alimentari e di stili di vita e tenere sempre in considerazione il potenziale genetico ereditato, quindi eventuali predisposizioni...che potrebbero manifestarsi, ma non è detto che si manifestino: conoscerle e prevenirle è sicuramente molto meglio che doverle poi curare.
Il nostro corpo ha sia un sistema di allarme (sistema immunitario) che vigila sempre sul nostro stato di salute e sull’eventuale intrusione di agenti patogeni che cerca di eliminare una volta che li ha identificati, sia un sistema che mira continuamente a mantenere o, quando già compromesso, a ripristinare un equilibrio interno (processo chiamato omeostasi) ogni volta che sorge qualche problema.  A questo si aggiunge il fatto che ogni 7 anni circa (10 secondo la Medicina Tradizionale Cinese) tutte le cellule del nostro corpo vengono sostituite.
Non si capisce, quindi, perché continuiamo ad ammalarci, ad invecchiare e a morire. Questo è uno degli aspetti che ho considerato nel mio libro HUNTING for The TREE of LIFE (De Donato & Sinkko, 2016) (Andando a caccia dell’albero della vita), di cui sto realizzando la versione italiana, che spero di pubblicare entro la fine del 2019, proprio quando ho trattato i concetti di Vita Eterna e Vita Immortale.

Fondamentalmente mi reputo una “Ricercatrice spirituale”: sono più affascinata dal Mistero della Vita e alla ricerca di trovare una chiave di accesso a tali profonde verità che regolano la nostra esistenza, quindi anche la nostra salute, rispetto allo stabilire quanti grammi di questo o di quel cibo uno debba mangiare a tavola.  Questo naturalmente non significa che la qualità e la quantità di cibo consumato non abbia la sua importanza, ma soltanto che come Naturopata non condivido la rigidità di certe diete, ma che miro più ad educare i miei clienti affinché possano agire, per quanto riguarda la loro alimentazione, in maniera più saggia e sana piuttosto che sottoporli ad una dieta drastica che molto probabilmente avrà dei risultati nell’immediato, ma che a lungo termine li porterà a recuperare tutti i chili persi e forse anche qualcuno in più.

Approfitto di questa occasione per ricordare ai lettori che ci seguono che in queste ultime settimane ho anche pubblicato il libro L’AUTISMO visto da una PROSPETTIVA DIVERSA, di cui sono Autrice insieme al collega Giovanni Tommasini, Educatore. 

Basandoci sull’esperienza di grande successo che proprio Giovanni ha avuto con Cesare, un bambino di 10 anni al tempo in cui i due si conobbero,  proprio tramite un approccio olistico e multidisciplinare, abbiamo voluto rivoluzionare la veduta di quella che viene considerata una ‘patologia’, ma che potrebbe non esserlo affatto.  Abbiamo quindi non solo cercato di ridefinire il concetto di “autismo”, ma anche e soprattutto voluto evidenziare l’unicità ed il grande potenziale di questi ragazzi che chiedono solo di essere accettati nella loro diversità, o meglio, nella loro diversa abilità.

Si tratta, quindi, di un’opera coinvolgente, che commuoverà e, in alcuni casi, strapperà anche un sorriso al lettore grazie ad una narrativa diretta ed immediata atta a descrivere una realtà che, malgrado i piani fatti e le accortezze prese, proprio in virtù della sua imprevedibilità e dinamicità nel manifestarsi, sfugge a qualsiasi controllo, dando vita a situazioni che, per quanto drammatiche e difficili da gestire, hanno spesso un aspetto anche umoristico inaspettato.


Ha in programma un ritorno in Italia per programmare qualche presentazione?
Non ho ancora programmi specifici.  Spero, comunque, di riuscire a tornare a Roma nel 2020… in quanto mi sono state fatte delle proposte…ma è ancora tutto da definire.
Nel frattempo, proprio a Novembre 2019, l’Associazione Culturale Castrum Martinae di Martina Franca (TA) nell’ambito di un evento di tre giorni, ha dedicato uno spazio a me e alle mie pubblicazioni, con particolare riferimento ad ANELLI MANCANTI. Chi lo desiderasse può guardare il seguente video https://www.youtube.com/watch?v=g2xyTu9GgmQ
(NOTA: Lo spazio a me dedicato va dal minuto 11:28 fino al minuto 42:60 del video)

Ne approfitto per ringraziare di cuore la Redazione di Velletri Life per questa intervista.
Coloro che volessero contattarmi possono farlo tramite i socials. I miei libri sono reperibili su tutti i Canali di Distribuzione Mondiali Amazon ed in libreria. (https://www.amazon.it/s?k=maria+teresa+de+donato&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&qid=1576878084&ref=sr_pg_1)
IMPORTANTE: Il contenuto del presente articolo ha solo scopo informativo e nonè da considerarsi in alcun caso parere medico. Qualunque siano le vostre condizioni di salute rivolgetevi al vostro medico di fiducia.

Intervista a cura di Rocco Della Corte

Arricchire il quotidiano di nuove prospettive: il pensiero divergente e la creatività

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Cos’è quello che viene definito “Pensiero divergente”? Si parla per la prima volta di "Pensiero Divergente" quando nel 1950, J.P. Guilford, psicologo statunitense, pubblica un articolo intitolato "Creativity" in American Psychologist, individuando accanto al noto pensiero convergente, ossia quella modalità che permette di arrivare ad una sola soluzione efficace seguendo un ragionamento puramente logico, il pensiero divergente che è meno vincolato a schemi rigidi ed è in grado di dare molteplici soluzioni alternative ad un unico problema; quest’ultimo è quindi in stretto contatto con la creatività.
Infatti si può considerare la creatività come un modo di approcciarsi alla realtà, che implica originalità e fluidità, che rompe con i modelli esistenti introducendo nuovi elementi. 

Secondo la pedagogia contemporanea la creatività è una caratteristica non esclusiva delle persone “talentuose”: è una capacità più che una dote innata, e può essere “educabile” (Dewey) e sviluppata; ragion per cui contesti formativi in cui la divergenza viene promossa e sollecitata, aiutano a potenziare e rinforzare atteggiamenti e comportamenti creativi. 

Come si può coltivare? 

Incoraggiando per esempio gli studenti affinché non si limitino a trovare la risposta “giusta”, indicando piuttosto come obiettivo quello di essere in grado di creare e suggerire nuove domande; creando l'abitudine alla motivazione delle proprie scelte, potenziando la flessibilità necessaria a comprendere e a far proprie strategie diverse da quelle che normalmente si mettono in atto. Altresì è importante aiutare gli studenti a divenire autonomi ed in grado di operare una distinzione ed una scelta tra modalità di pensiero convergenti (spesso di più immediata efficacia) oppure divergenti (valorizzate, anziché rifiutate per la loro peculiarità). 

Il pensiero divergente o laterale è caratterizzato quindi dalla capacità di generare soluzioni molteplici e ingegnose per lo stesso problema. Si tratta di una modalità di pensiero che si basa sulla curiosità e sull’anticonformismo. É una modalità di pensiero molto comune nei bambini, per i quali la gioia, la fantasia e la freschezza offrono più libertà al ragionamento. Essi non avendo ancora introiettato e fatto propri gli schemi ed i principi culturali ritenuti accettabili, riescono a scorgere la novità e la meraviglia nel quotidiano. Il pensiero laterale, fondandosi sulla ricerca deliberata di nuove prospettive, nuovi punti di vista da cui esaminare il problema, ci permette di rompere gli schemi percettivi abituali e trovare un approccio al tempo stesso semplice, originale ed efficace alla questione da risolvere. 


Coltivare la creatività e il pensiero divergente vuol dire anche affinare lo spirito critico, e quindi essere in grado di analizzare e valutare tante soluzioni possibili per un dato problema, riconoscere tra pensieri e oggetti connessioni originali, proporre innovazioni e cambiamenti, modellare e adattare le conoscenze acquisite ai vari e differenti contesti che si presenteranno nel corso della vita. 

Da cosa possiamo quindi divergere, allontanarci? 

Possiamo per esempio allontanarci dal pensiero dominante, dagli schemi che semplificando non prendono in considerazione la complessità del reale, da quelle modalità e abitudini che non ci sono più utili, dalle teorizzazioni, dalle verità assolute e dogmatiche, dalla strada maestra. Allontanarci per cercare nuovi punti di vista utili, e nuove soluzioni; alla ricerca di un cambio di prospettiva interessante, che ci offra nuovi spunti e possibilità. Il pensiero divergente è principalmente questo: un pensiero esplorativo e generativo che porta a nuove idee. Pensare “fuori dalla scatola” ed agire in modo originale, imprevisto, arrischiarsi sui sentieri meno battuti per cercare nuovi modi di vedere il mondo e di vivere, è una modalità auspicabile anche per implementare la qualità della propria vita e della propria quotidianità. 

É importante di tanto in tanto trovare il coraggio e la fiducia in sé stessi per perdersi nel bosco, è una condizione necessaria per la propria fioritura; abbandonare temporaneamente il proprio sapere e le proprie esperienze consolidate, fare il vuoto, sospendere il giudizio. 

La metafora del bosco, archetipo ricorrente nelle fiabe si presta benissimo alla descrizione di quel che accade quando ci lasciamo andare ad un impeto creativo; il bosco spazio misterioso e pericoloso da attraversare, luogo di inizio di qualsiasi avventura, in cui errare per trovare il tesoro che si stava cercando. 

Luogo naturale, da percorrere, dove non ci sono sentieri già tracciati, dove necessariamente affidarsi al proprio istinto, intuito e dove cercare, per tracciare nuovi ed originali sentieri personali. Luogo dove perdersi per poi ritrovarsi in una forma nuova. Ignoto universo rovesciato, metafora dell’assenza di regole o norme comuni, spazio che per essere attraversato ci richiede di uscire dal noto, dalla nostra zona di comfort, spazio dove contattare noi stessi attingere alle nostre risorse e dove trovare nuove direzioni. Nel bosco esistono molteplici sentieri percorribili, e cambi di prospettiva continui, come nella vita; arricchiamo il mondo con la nostra esperienza originale, con qualcosa che esprima il nostro modo di stare al mondo, la nostra visione unica, la nostra diversità è ricchezza. Diamoci il permesso di trovare ed essere noi stessi, unici ed irripetibili. Divergiamo! 

“Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto.” H.D.Thoreau 

Francesca Procaccini, maestro d'arte e consuelor


Sitografia: ilpensierodivergente.blogspot.com › cose-il-pensiero-divergente 
http://blog.edises.it/creativita-e-apprendimento-1748 
Fausto Montana, “Il bosco e la polis: dallo spazio fisico e simbolico al motivo letterario” 
www.loescher.it/mediaclassica/greco/lessico/bosco.pdf 
http://www.linobusato.it/img_comuni/approfondimenti/CREATIVIT%C0.pdf


MES: Meccanismo Europeo di Stabilità

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Negli ultimi tempi è stato al centro del dibattito politico del nostro paese, e sembrava un argomento di interesse primario, ma già da qualche giorno non se ne parla più, forse perché non più funzionale ai fini della propaganda politica di certi partiti.
Ci riferiamo al MES (meccanismo Europeo di Stabilità), conosciuto anche con la denominazione ingannevole di Fondo Salva Stati, della sua riforma e delle critiche che suscita. Vediamo in cosa consiste: approvato tra il 2011 e 2012 sotto il governo Monti, in questi anni nessuno si è lamentato o lo ha criticato, quando in effetti si è trattato di un vero e proprio colpo di stato finanziario a danno dei risparmiatori dei paesi europei e a vantaggio dei ricchi, e non delle popolazioni. Il fondo consta di 700 miliardi di Euro, il nostro paese è il terzo contribuente, dopo Germania e Francia, con 125 miliardi (si pensi che lo scorso anno ci sono state polemiche a non finire per pochi miliardi nella manovra di bilancio del primo governo Conte, ma non c’è stato viceversa alcun problema a trovare la cifra dovuta al MES, che corrisponde all’incirca a ben 4 finanziarie). A dispetto delle tanto decantate democrazia e trasparenza, il MES è governato da un Consiglio di Amministrazione non eletto da nessuno, ma nominato e da un Direttore Generale eletto dagli amministratori. L’art. 32 poi sancisce che i membri del Consiglio di Amministrazione non possono essere indagati, perquisiti, arrestati, subire restrizioni e moratorie, nè controllati. Gli uffici e i documenti sono inviolabili, e alle sedute possono assistere come osservatori esterni, Banca Centrale Europea (BCE) e Fondo Monetario Internazionale (FMI), ma non sindacati, organizzazioni popolari e della società civile. Il MES può prestare soldi agli Stati in difficoltà solo alle condizioni da esso stesso stabilite, come manovre di riduzione delle spese, abbassamento delle pensioni, privatizzazioni e demolizione del Welfare, inoltre il prestito viene concesso ad un tasso di interesse. Si capisce l’assurdità di tale meccanismo: praticamente metto dei soldi, se poi ne ho bisogno mi vengono concessi ma ad un tasso di interesse e alle condizioni che mi vengono imposte, in pratica anziché “salvare” lo Stato in difficoltà contribuisce ad indebitarlo ulteriormente, costringendolo a breve o medio termine a svendere i “gioielli di famiglia” a voraci società private. Forse sarebbe il caso che coloro che lo hanno approvato, fossero processati per aver agito contro gli interessi del proprio paese a vantaggio di altri soggetti, in quanto tale meccanismo ha praticamente eliminato la sovranità finanziaria. L’adesione al MES da parte italiana passò nelle aule parlamentari alla Camera (12 luglio 2012 ) con 325 voti a favore 53 contro e 36 astenuti, votarono a favore: Futuro e Libertà, Gruppo Misto, Partito Democratico, Popolo delle Libertà, Popolo e Territorio- Responsabili, Unione di Centro. L’Italia dei Valori si astenne e la Lega Nord per l’indipendenza della Padania votò contro. Stessa cosa al Senato ( 19 luglio 2012 ) dove passò con 200 voti favorevoli (Coesione Nazionale, Gruppo Misto, Partito Democratico, Terzo Polo, Popolo delle Libertà, Unione di Centro. Italia dei Valori si astenne, anche se qualche senatore votò contro, così come votò contro la Lega Nord. Adesso con la riforma, tra l’altro approvata senza neanche i formali passaggi parlamentari, inemendabile come ha dichiarato il ministro Gualtieri, l ‘autorità del MES si estende anche alle banche, o meglio per salvare le banche private che anche dopo essere state “salvate” continueranno ad essere private. D’altronde i sovranisti da strapazzo nostrani, che promettono delle cose e ne fanno altre, facevano parte di quei partiti funzionali all’establishement, infatti sono tra coloro che all’epoca votarono non solo il MES ( esclusa la Lega di Bossi) ma anche il pareggio di bilancio in Costituzione, il Fiscal Compact e il Trattato di Dublino.

Antonio Della Corte

Concerto di fine anno al Teatro Artemisio-Volonté sabato sera alle ore 21.00

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Torna il tradizionale concerto di fine anno, sabato 28 dicembre, alle ore 21.00, al Teatro Artemisio-Volonté di Velletri. Verdi, Strauss, Mascagni, Bizet, Puccini e tanta buona musica per salutare il 2019 e augurarsi buon 2020 nello splendido teatro comunale veliterno.
Sotto la direzione artistica del Maestro Claudio Maria Micheli si esibiranno il soprano Emanuela Digregorio, il tenore Antonio Sapio, il coro Ruggero Giovannelli e l'orchestra Nova Amadeus. Parteciperanno anche i giovanissimi ragazzi del coro della città di Velletri FondarCanto. L'evento è patrocinato dal MIBAC, dalla Regione Lazio, dal Comune di Velletri e dalla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri. I biglietti (15 euro nel primo settore, 13 nel secondo settore e 10 in galleria) sono disponibili presso "Il biglietto" in via Eduardo de Filippo, 99 a Velletri.

Rocco Della Corte

Sacra Famiglia: "In una squallida capanna" dagli scritti di don Gaetano Zaralli

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Mt 2,13-15.19-23

TESTO
Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Dall'Egitto ho chiamato mio figlio”.
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va' nella terra d'Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d'Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».


COMMENTO
Giuseppe, si alzò nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto…

Strana coincidenza, dall’Egitto vennero nella terra promessa gli ebrei, guidati fin sul confine da Mosè; dalla Palestina Gesù, il figlio di Dio, fugge perché minacciato da Erode… e ripara in Egitto.
Erode e il Faraone, due potenti che negano l’uno la libertà ad un popolo e l’altro la vita ad un bambino, probabile re di quelle regioni. 
La voglia di vivere in libertà che si manifesta in chiunque, scatena in alcuni paure indecenti che si trasformano poi in prepotenze. E così tanti piccoli, fragili uomini che  con il loro modo di vivere hanno qualcosa di buono da dire e da mostrare, minacciati di morte, si ritrovano a calcare nell’arido deserto vecchie orme di antichi fuggitivi.  

“Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nella terra d`Israele…”.

Mai mollare… Ci sono i tempi da rispettare, c’è la pazienza dell’attesa da sostenere con fiducia, c’è la coscienza che con l’esperienza si affina sulla via di ciò che sembra più giusto, c’è la volontà  che si rafforza nel mettere a frutto con costanza quei quattro talenti che il buon Dio ci ha regalato. 
Mai mollare, anche se, per riguadagnare la terra promessa, è necessario attraversare di nuovo il deserto. Si fa fatica, dopo una pausa forzata, a rialzarsi e a riprendere il cammino, specie se nel cuore c’è ancora l’ansia non digerita di un trauma recente.
Giuseppe porta con sé Gesù con la responsabilità di chi sa che nella povera consistenza di un bambino c’è la speranza della salvezza del mondo.
Anche la Chiesa porta nel suo seno piccoli germi che, se nella stagione propizia cresceranno e matureranno, riverseranno sulla informe sabbia del deserto nuove speranze.

…andò ad abitare in una città chiamata Nazaret…

Nessuno è padrone di scegliere dove nascere e dove vivere. Nessuno può accampare diritti nei confronti di altri soltanto perché, rispetto a questi, la sorte li ha posti in situazioni più favorevoli.
Troppo cristianesimo fasullo c’è nelle nostre città, se col pretesto della sicurezza e del quieto vivere si fa violenza a quei profughi che si considerano malfattori, solo perché portano con sé una cultura diversa e una diversa religione.
A Gesù Bambino, oggi, in quelle città, qualcuno chiuderebbe cristianamente le porte in faccia, perché Giuseppe non ha trovato ancora un lavoro e Maria riscalda la brodaglia in una squallida baracca.


Gaetano Zaralli

Ultima passeggiata di raccolta per l’anno 2019 dei volontari di Ri-forestiamo i Castelli Romani

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I volontari di Ri-forestiamo i Castelli Romani di Velletri hanno effettuato sabato 28 dicembre l’ultima camminata dell’anno 2019 per raccogliere semi e salvare piantine che sarebbero andate distrutte con il prossimo ripristino di un sentiero.
Il Monte Artemisio offre un’infinita varietà di piante e il suo bosco è un habitat ideale per molte specie di animali selvatici come cinghiali, volpi, ricci, istrici e diverse specie di uccelli che in primavera e in estate si arricchiscono di nuovi elementi migranti. Ma il bosco offre anche a noi persone, a noi essere umani, l’occasione continua di rigenerarci e respirare aria pulita, di ascoltare le voci della natura e osservare i panorami mozzafiato che si stagliano davanti ai nostri occhi arrivando a rivelarci, specie in una giornata così limpida e dall’aria pulita com’è stata quella del 28, tutta la pianura sottostante fino al mare e alle isole pontine. È un territorio prezioso e non sarà ricordato mai abbastanza che dobbiamo prendercene cura tutti. I volontari di Ri-Forestiamo i Castelli Romani lavorano sotto l’egida del Parco dei Castelli e sono guidati da un direttore tecnico esperto e, per quanto tutti sono invitati a diventarlo, si chiede a chi volesse partecipare di unirsi ai comitati di zona affinché possa essere messo al corrente delle regole di base e ci si possa coordinare. Il decalogo per un buon raccoglitore-piantumatore, ricordiamo intanto, prevede due semplici regole di base: numero uno piantare le piantine nella stessa zona in cui si sono raccolti i semi (alberi autoctoni!); numero due non spogliare mai una pianta di tutti i suoi semi ma prelevarne un po’ qui e un po’ lì, mai troppi, per permettere alla natura di fare da sola e per lasciare agli animali selvatici cibo di cui nutrirsi. Delle altre numerose regole e accorgimenti i comitati metteranno a parte tutti coloro che vorranno unirsi a loro per la salvaguardia del territorio. Tra il dire e il fare per gli abitanti di Velletri c’è solo un piccolo passo: fare una telefonata al 328 3864047. Buon 2020 di raccolta a tutti!

Prepararsi al futuro

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Siamo dentro un cambiamento vorticoso e inedito. Di seguito un passaggio dell'intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione degli auguri di fine anno con i Rappresentanti delle Istituzioni, Forze Politiche e Società Civile, che descrive con forza il cambiamento che stiamo vivendo, così come riportato dal sito ufficiale della Presidenza della Repubblica: https://www.quirinale.it/elementi/42555

" ........ A volte parliamo del futuro come di un domani lontano, cui non dedicare grande attenzione, oppure un domani che giungerà all’improvviso. Invece il futuro è già cominciato: scrive sulle pagine del nostro presente. Il futuro ci riguarda già oggi perché sta cambiando le nostre vite. Questa consapevolezza deve interpellare anche chi assume responsabilità politiche, istituzionali, di governo e chi, dall’opposizione, vi si confronta. Siamo pienamente dentro un cambiamento vorticoso e inedito. Il mondo in cui ci troviamo è diverso da quello che abbiamo conosciuto. Il modo in cui viviamo è differente. Cambiano le tecnologie, gli strumenti della nostra quotidianità, le nostre abitudini. I linguaggi, gli stili di vita, i lavori, i tempi con cui organizziamo le nostre giornate. Cambia l’ambiente in cui viviamo, il clima e, in conseguenza di questo, si aggravano gli effetti dei fenomeni naturali sui nostri territori. E’ forse questo uno degli aspetti più evidenti e più dirompenti del cambiamento. Oggi i mutamenti climatici fanno apparire fragili ed esposti i nostri territori. Insicure le popolazioni che si trovano ad affrontare le drammatiche conseguenze di calamità che sarebbe illusorio definire eccezionali, data la frequenza con la quale si ripetono. Quanto accade rilancia la necessità di definire una nuova idea di cura del territorio e della sua difesa, basata sulla prevenzione del rischio, e non centrata sulla fase dell’emergenza. Prevenire è un dovere. Governare le trasformazioni è possibile. Anche perché disponiamo di strumenti nuovi ed efficaci. Quelli che - su un altro versante di novità - ci consegnano le rivoluzioni tecnologica e digitale, con riflessi in tutti gli ambiti della nostra vita. La cultura digitale moltiplica le opportunità, amplia le conoscenze. Ma troppo spesso l’accesso a queste possibilità, a queste conoscenze non è uguale per tutti. Il divario digitale è sempre più palesemente un fattore di profonde diseguaglianze. Cambiamenti e potenzialità nuove, di cui abbiamo via via preso coscienza in questi anni, avanzano molto più velocemente e incessantemente di quanto i nostri modelli tradizionali riescano a recepire. Mutamenti climatici e realtà digitale sono paradigmi di un tempo davvero inedito. Il tradizionale e frequente augurio “felice anno nuovo” esprime il fascino e la suggestione del futuro. E’ paradossale – proiettati, come già siamo, nel domani – che venga contraddetto da spinte e aspirazioni di ritorno a condizioni del passato; a un passato impossibile perché rimosso dalla realtà. Una scelta siffatta condurrebbe inevitabilmente a un rapido e malinconico declino. Non ci si può limitare a subire gli eventi, lasciando a dinamiche incontrollate il compito di decidere come sarà il mondo nuovo. Tanto più è necessario questo impegno in quanto assistiamo all’emergere di energie nuove, di domande di tanti giovani che, in ogni parte del mondo, chiedono di far valere il loro diritto al futuro. Perché il loro futuro è oggi, qui, adesso. Preparare il futuro, cominciando a viverlo, significa non ignorare quel che si trasforma attorno a noi. Alzare lo sguardo dalle emergenze del presente, non significa in alcun modo parlar d’altro. Significa, al contrario, indicare la cornice e un metodo in base ai quali adoperarsi per risolvere i tanti problemi, anche gravi, che ancora attendono soluzioni, guardando oltre il contingente e la mera ricerca di consenso. È necessario inoltre misurarsi con la complessità dei problemi e delle situazioni, assumere decisioni, compiere delle scelte nei tempi richiesti dalla velocità delle trasformazioni in atto. Stabilire priorità e concentrare le risorse sui settori strategici per il nostro futuro, fare affidamento su competenze solide, tener conto degli effetti non soltanto immediati di quanto viene deciso....." Che bello sentire parlare di Futuro invece della solita tiritera sul Passato, tanto cara ai cultori della Retrotopia. Non c'è futuro senza ricerca! E' uno dei principi ispiratori di tutti gli Eventi promossi da Velletri 2030. Il prossimo Seminario "Quo Vadis Fisica Moderna: dai buchi neri alla terapia dei tumori", sarà Sabato 18 Gennaio 2020, ore 16:00, c/o Istituto Cesare Battisti, via dei Lauri 1, Velletri.


Velletri 2030

Un Natale “Plastic Free” in casa Xistos

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Una grandissima festa per l’ ASD Xistos che domenica 15 dicembre ha incantato il numerosissimo pubblico presente con le 250 ginnaste che si sono alternate in bellissime coreografie difronte ad un pubblico delle grandi occasioni, oltre 800 spettatori, nella cornice spettacolare del Palabandinelli a Velletri.
Dalle piccolissime impegnate negli ultimi preparativi con Babbo Natale agli elfi grandi e dispettosi, dai fiocchi di neve al gran teatro…. Un susseguirsi infinito di emozioni. Non sono mancate le esibizioni più tecniche del settore agonistico, in procinto di ricominciare un nuovo anno federale 2020, con gli impegni dettati dal calendario agonistico della Federazione Ginnastica d’Italia, a partire dal Campionato di Serie C. Il Saggio è stato anche lo spunto per fare insieme una riflessione sul nostro pianeta che in un futuro non troppo lontano, rischia di essere sommerso dalla plastica.
Ed è proprio con questo spirito che tutte le ginnaste della Xistos hanno voluto mandare un messaggio di sensibilizzazione, attraverso il linguaggio universale del corpo e del movimento, attraverso la forza trasversale dello sport. L’immancabile arrivo di Babbo Natale e dei suoi doni ha completato una serata fantastica, arricchita dalla presenza della straordinaria olimpionica e campionessa del mondo, ancora detentrice del primato di ginnasta italiana più medagliata di sempre, Elisa Blanchi, cresciuta nella Xistos per poi approdare nella nazionale italiana di ginnastica ritmica dove è rimasta per 12 anni, passando per 3 Olimpiadi, di cui medaglia d’argento Atene 2004 e medaglia di bronzo Londra 2012, 4 Campionati del Mondo medaglia d’oro, 3 argenti ai Campionati Europei e 100 medaglie con la maglia tricolore. Un ringraziamento particolare al maestro coreografo Alberto Maggi, ai professori Fulvio Pierimarchi e Francesca Ciocchetti, nuovi responsabili del settore Ginnastica per
Tutti con i corsi per adulti, alla collaboratrice Cristina Nulli, alla straordinaria e professionale presentatrice Maria Rosaria Perillo. Ancora un grazie ai sostenitori: AVIS di Velletri, Oreficeria Ragno di Albano, Ditta Ugo, Felice Salvati Photo, la famiglia Giannini. Dulcis in fundo “grazie” a tutte le scintillanti ginnaste e alle loro meravigliose istruttrici, appassionate quanto professionali: Antonella Sciotti, Alice Muscedere, Giorgia Girelli, Marika Muneroni, Michela Muneroni, Marina Alexandrova, Veronica Romaggioli, Linda D’Alessio, Elena Mammucari, Eleonora Cipollari, Irene Cipollari, Anna Rucci con la Direzione Tecnica di Monica Brandizzi e Anna Della Vecchia e la dirigenza guidata dal presidente Marcello Baroni.
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