In questi giorni è aperta, presso la Sala degli Affreschi della Casa delle Culture e della Musica di Velletri, la Mostra "Felicità della pittura" dedicata ad Edgarso Zauli Sajani. Ad ingresso libero, è una importante esposizione che resterà fino a febbraio e vede ben quarantasette opere dell'artista pervenute a Velletri. La nostra Redazione ha intervistato il professor Marco Nocca, curatore scientifico, per approfondire l'argomento.
Professor Nocca, a due anni dal grande successo della mostra su Juana Romani un'altra grande esposizione alla Casa delle Culture con Edgardo Zauli Sajani. Sta diventando una graduale e piacevole abitudine, grazie al lavoro dell'Accademia, avere mostre di grande pregio in città. Qual è stato l'iter organizzativo per aprire questa splendida mostra?
E' un piacere avere un giornalismo culturale, come quello da lei promosso, che "si accorga" dei processi che lavorano al recupero dell'identità urbana, e questa mostra prosegue il lavoro iniziato con Juana Romani, e incentrato su un'istituzione, la Scuola d'arti e Mestieri di Velletri, che nel 1943 era la sola nel Lazio, insieme alla R. Accademia di Belle Arti di Roma, ad avere un volume dedicato all'Istruzione Artistica nella collana Le Monnier promossa dal Ministro dell'Educazione Nazionale. A quel livello la Scuola era stata portata da Zauli. L'iter organizzativo ha subito coinvolto il Comune di Forlì, proprietario dei 47 dipinti in mostra, prestati integralmente con entusiasmo, vista la comune volontà di recuperare alla memoria l'artista.
Edgardo Zauli Sajani che legami storico-culturali ha avuto con Velletri, che gli ha dedicato anche una strada?
Zauli ha diretto la Scuola d'Arte dal 1898 al 1935, facendole conseguire traguardi nazionali (primo premio all'esposizione del 1923 per lavori in ferro battuto), incrementando la qualità dell'artigianato urbano, allestendo tutti gli apparati effimere delle feste cittadine, o delle visite illustri (Ingresso di Vittorio Emanuele III 1927; Festa nazionale dell'uva 1930; Inaugurazione dell'acquedotto Simbrivio e visita di Benito Mussolini 1932). L'artista di Forlì, trasferito qui dagli anni Venti/Trenta nella sua abitazione studio di via Castello, è stato maestro di Disegno alla Normale (le medie di allora), all'Istituto Tecnico, alle Magistrali di generazioni di studenti. Da qui la gratitudine espressa dal Comune e da tanti cittadini, che, dopo la sua morte nel 1944, sottoscrivono quote per costruire la sua tomba nel Monumentale di Velletri nel 1947.
Come si colloca, a livello artistico, il personaggio di cui sono esposti ben quarantasette quadri?
Zauli esce dall'Accademia ottocentesca, e rimarrà sempre legato a quella grande pittura, non sperimentando mai, i linguaggi delle avanguardie. Grande ritrattista, come dimostra la nostra esposizione, Zauli ha il momento di massima gloria per la committenza dei ritratti del Re e di Benito Mussolini per la Residenza Podestarile di Forlì, nel 1929.
Perchè "Felicità della pittura" come titolo dell'esposizione?
Perché la felicità della Pittura è quanto da lui ricercato, senza preoccupazioni per la sua carriera. Il fratello Giulio da Forlì è il suo grande sponsor. Ma Edgardo sceglie Velletri anche perché ritrova in questa città la tranquillità per dedicarsi al suo mestiere e un'atmosfera provinciale molto simile a quella della sua Forlì. Per questo il mio saggio, che apre il catalogo Erma di Bretschneider a lui dedicato, si intitola "Una seconda carissima Patria".
Qual è stata la risposta di pubblico nei primi giorni di apertura della mostra, che lo ricordiamo è operativa dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30 e visitabile gratuitamente nella Sala degli Affreschi, ex Refettorio, della Casa delle Culture?
Ottima. Siamo già, a circa dieci giorni dall'apertura, a più di settecento visitatori, senza ancora avere iniziato le visite per le scuole, che avranno luogo a partire da gennaio.
A margine della mostra è stato prodotto anche un catalogo: ha già destato l'interesse degli studiosi e degli appassionati?
Sono davvero felice che il catalogo , con saggi di numerosi specialisti, tra cui Anna Maria Damigella, compaia già nell'Opac della Biblioteca Hertziana, oltreché in tutte le librerie specializzate e i bookshop dei principali musei di Roma, segno dell'apprezzamento degli studiosi, e delle grandi capacità di distribuzione dell'Erma di Bretschneider, prestigioso editore d'Arte. È uno strumento scientifico, in cui siamo anche riusciti, grazie a Luciana Prati, già Direttrice della Pinacoteca Civica di Forlì, a ricomporre documentariamente, attraverso le fotografie, quasi tutta l'opera di Zauli, sepolta in gran parte a Velletri nel 1944 dal bombardamento seguito allo sbarco di Anzio.
Queste mostre richiamano spesso persone dai fuori, con un indotto di tipo turistico e culturale non trascurabile. Pensa sia la giusta via per affermare Velletri anche dal punto di vista artistico, dopo l'importante istituzione dell'Accademia?
Ne sono assolutamente convinto. È l'unico modo di far uscire la Cultura dall'autoreferenzialità in cui essa spesso è confinata nella nostra città.
Quale curatore della Mostra, quali aspetti sono stati maggiormente prediletti nell'allestimento e come è avvenuta la selezione? Dove erano conservati i vari quadri oggi esposti a Velletri?
I quadri erano tutti nella Pinacoteca di Forlì, e con i miei collaboratori (voglio ricordare Gabriele Romani, Elisabetta Rossini, Stefania Teodonio, responsabile dell'allestimento, Sara Di Luzio, che coordina le visite) abbiamo organizzato un itinerario di visita tematico, supportato dal bel video di Paolo Coronas con filmati sulla città e immagini inedite dell'artista e di alcune opere realizzate per gli apparati urbani con la sua Scuola d'Arte.
In attesa di tracciare un bilancio sulla mostra che resterà aperta fino a febbraio, visto il tipo di struttura che si presta a queste esposizioni e la assoluta urgenza di riportare una cultura di livello in città, c'è in cantiere la possibilità di avere altre esposizioni di questo tipo?
Ne sono convinto. Sono esposizioni frutto di studio e ricerca, che pongono di nuovo all'attenzione del pubblico brani di storia elevata sella comunità. Questo è lo spirito di un'istituzione universitaria, che oltre alla didattica (siamo ormai a sessanta iscritti alle due triennali di Pittura e Grafica Editoriale) abbia a cuore la ricerca, a maggior ragione in quei centri, come Velletri, che hanno espresso uno straordinario passato, e che non meritano davvero di essere identificati come anonima area metropolitana, o peggio, periferia urbana. Contro quest'idea, per un'Italia delle città, noi continueremo la nostra ricerca, attraverso ciò che sappiamo fare. Vittorio Sgarbi ci ha promesso anche questa volta di venirci a trovare: lo farà nei prossimi giorni. Aspetto tutti Voi! Un saluto affettuoso a Lei, e congratulazioni per il Vostro lavoro.
Intervista a cura di Rocco Della Corte