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Channel: Velletri Life
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FOTO: in tantissimi in piazza per Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. Fiaccolata da Piazza Mazzini a Velletri

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Grande risposta della cittadinanza, che ha partecipato e sta partecipando numerosa alla manifestazione di solidarietà per i due giovani agenti uccisi a Trieste. Piazza Mazzini, nel cuore del centro storico veliterno, è diventato punto di ritrovo di centinaia di persona per la fiaccolata pacifica in ricordo di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta.


Al tramonto, senza bandiere e senza simboli di partito, tantissime persone si sono radunate a Piazza Mazzini per omaggiare i due giovanissimi agenti che hanno perso la vita lasciando sgomenta un'intera Nazione. Matteo Demenego, che aveva origini veliterne, è stato omaggiato anche dai colleghi del Commissariato di Polizia di San Martino. Il corteo si sta snodando in questi attimi. "Che il loro sacrificio non sia vano", si legge in uno dei vari striscioni esposti. I funerali dei due ragazzi sono probabilmente in previsione per il 9 ottobre.




Il teatro di Achille Campanile diverte Velletri con “Canzone napoletana” e “Vecchia Russia”

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Tante risate e un tuffo nel sano umorismo di Achille Campanile domenica 6 ottobre, al Teatro Artemisio-Gian Maria Volonté di Velletri. La compagnia degli Eroi di Roma, diretta dal regista Pier Luigi Nicoletti, ha portato in scena – alla presenza del figlio dell’autore – due atti unici d Campanile, “Canzone Napoletana” e “Vecchia Russia”.

di Rocco Della Corte
Due ‘chicche’, sia per la grande qualità del testo di sceneggiatura che per la bravura degli attori. La prima rappresentazione, “Canzone Napoletana”, è la storia di don Gennaro, un artista scapestrato che scrive canzoni dal titolo più o meno simile e avente come comune denominatore il ricordo e la dimenticanza. Proprio sullo “scordare”, sull’equivoco e sul prendere alla lettera ogni singola frase pronunciata si snoda la vicenda, ambientata in un interno napoletano e con diversi personaggi (la moglie, i figli, il medico). “Vecchia Russia”, invece, è la storia di Karpo, un giovane sfortunato costretto a cimentarsi con gli interminabili nomi delle personalità che arrivano nella casa dove lui fa accoglienza.
Alla fine, però, viene invocata la rivoluzione per poter godere, tra le altre cose, di nomi più semplici come Lenin, Stalin, etc. Un esperimento, quello proposto dalla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura diretta dal Maestro Claudio Maria Micheli in collaborazione con Memoria ‘900, pienamente riuscito: la produzione di due spettacoli di Campanile per far comprendere al pubblico, che risponde sempre con calore e affetto, la vitalità del teatro campaniliano. È andata così agli archivi la seconda parte della rassegna “Campaniliana”, in attesa della premiazione del vincitore del concorso teatrale in programma per domenica 13 ottobre (ore 18.00, sempre all’Artemisio-Volonté) e della successiva messa in scena di “Eden”, opera che si è aggiudicata il Premio 2018.

"Morendo nel mettere in moto una lotta che non si fermerà, egli continuerà ad avere sempre ragione"

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Un ricordo del Comandante Ernesto Guevara, il Che, nel 52esimo anniversario del suo barbaro assassinio per mano di un mercenario assoldato dal governo U.S.A.

di Italo Calvino

"Qualsiasi cosa io cerchi di scrivere per esprimere la mia ammirazione per Ernesto Che Guevara, per come visse e per come morì, mi pare fuori tono. Sento la sua risata che mi risponde, piena d'ironia e di commiserazione. Io sono qui, seduto nel mio studio, tra i miei libri, nella finta pace e finta prosperità dell'Europa, dedico un breve intervallo del mio lavoro a scrivere, senza alcun rischio, d'un uomo che ha voluto assumersi tutti i rischi, che non ha accettato la finzione d'una pace provvisoria, un uomo che chiedeva a sé e agli altri il massimo spirito di sacrificio, convinto che ogni risparmio di sacrifici oggi si pagherà domani con una somma di sacrifici ancor maggiori. Guevara è per noi questo richiamo alla gravità assoluta di tutto ciò che riguarda la rivoluzione e l'avvenire del mondo, questa critica radicale a ogni gesto che serva soltanto a mettere a posto le nostre coscienze. In questo senso egli resterà al centro delle nostre discussioni e dei nostri pensieri, così ieri da vivo come oggi da morto. È una presenza che non chiede a noi né consensi superficiali né atti di omaggio formali; essi equivarrebbero a misconoscere, a minimizzare l'estremo rigore della sua lezione. La "linea del Che" esige molto dagli uomini; esige molto sia come metodo di lotta sia come prospettiva della società che deve nascere dalla lotta. Di fronte a tanta coerenza e coraggio nel portare alle ultime conseguenze un pensiero e una vita, mostriamoci innanzitutto modesti e sinceri, coscienti di quello che la "linea del Che" vuol dire -una trasformazione radicale non solo della società ma della "natura umana", a cominciare da noi stessi- e coscienti di che cosa ci separa dal metterla in pratica. La discussione di Guevara con tutti quelli che lo avvicinarono, la lunga discussione che per la sua non lunga vita (discussione-azione, discussione senza abbandonare mai il fucile), non sarà interrotta dalla morte, continuerà ad allargarsi. Anche per un interlocutore occasionale e sconosciuto (come potevo esser io, in un gruppo d'invitati, un pomeriggio del 1964, nel suo ufficio del Ministero dell'Industria) il suo incontro non poteva restare un episodio marginale. Le discussioni che contano sono quelle che continuano poi silenziosamente, nel pensiero. Nella mia mente la discussione col Che è continuata per tutti questi anni, e più il tempo passava più lui aveva ragione. Anche adesso, morendo nel mettere in moto una lotta che non si fermerà, egli continua ad avere sempre ragione".

A Lariano il teatro è "Plastic Free", in arrivo il primo Festival S.TE.P.

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Il Comune di Lariano (RM), Assessorato alla Cultura, con il contributo del Consiglio Regionale del Lazio, in collaborazione con l’Associazione Culturale Amentesveglia, e l’Associazione Culturale “ALIAS”, organizza il primo S.TE.P. Festival (Solo Teatro Plastic Free Festival), il primo festival del teatro “plastic free” che avrà luogo le ultime due settimane del mese di Novembre 2019, con la direzione artistica dell’attore, registra e autore Fabrizio Romagnoli (www.fabrizioromagnoli.it ).
Cuore pulsante del festival è il concorso teatrale. Il bando è rivolto a compagnie amatoriali, con sede nella Regione Lazio. Il concorso è libero dalla scelta di un genere, e l’iscrizione è gratuita. Il concorso è suddiviso in due sezioni: - Teatro per ragazzi; - Teatro classico e contemporaneo; Per la prima sezione la “Giuria Juniores” sarà formata dagli alunni delle classi delle scuole elementari e medie inferiori del comune di Lariano, che dopo aver assistito agli spettacoli, daranno un voto. La rappresentazione che avrà raggiunto il maggior punteggio riceverà, nella giornata finale, il premio “miglior spettacolo per ragazzi 2019”. Gli spettacoli della seconda sezione saranno votati da una “Giuria Tecnica”, composta da personaggi (attori, registi) del mondo dello spettacolo, che assegnerà i seguenti premi: - Migliore attore; - Miglior attrice; - Miglior spettacolo; La “Giuria Tecnica” potrà inoltre assegnare, se lo ritenesse opportuno, altre menzioni e premi speciali. Ogni sera il pubblico sarà “chiamato” a dare un voto alla rappresentazione alla quale assiste. Lo spettacolo con il miglior punteggio, riceverà il premio “miglior spettacolo – pubblico città di Lariano 2019”. La sezione ragazzi sarà curata dall’Associazione Culturale “Amentesveglia” di Lariano con il coordinamento di Andrea Abbafati, mentre la seconda dall’Associazione Culturale “Alias”, con il coordinamento di Francesca Sangiorgi. La scadenza delle domande per l’iscrizione al concorso è il 31 ottobre p.v. E’ possibile scaricare il bando completo sul sito del comune di Lariano: www.comune.lariano.rm.it Per ulteriori informazioni: Segreteria generale del festival: Carlotta Sperati - e-mail: stepfestivalteatro@gmail.com.

I bambini della "Marcelli" al Rifugio dell'Artemisio e alla Valletta del Lupo con "La Spinosa"

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Su invito di alcune insegnanti della scuola Marcelli di Velletri, La Spinosa per l'Ambiente è tornata a portare bambine e bambini sul Monte Artemisio.
L'attività didattica si è svolta principalmente nell'area della Casa del Parco "Rifugio Forestale dell'Artemisio" gestito dall'ATS "Natura Matura" e sulla strada sterrata che porta alla Valletta del Lupo. Tanti gli argomenti trattati durante le 3 ore di attività all'aria aperta e tantissimo l'interesse dimostrato dagli allievi. A favorire l'uscita la limpida giornata che ci ha permesso di ammirare oltre ai vicini Monti Lepini, la pianura Pontina, il promontorio del Circeo e le isole. Si è ovviamente approfittato per spiegare e proporre il progetto Ri-Forestazione dei Castelli Romani, raccogliendo anche qualche seme. Insomma studio e gioco hanno camminato insieme. Un doveroso ringraziamento alle insegnanti, un "buona strada" a chi ha avuto la pazienza di ascoltare, partecipare e camminare ! Brave e bravi tutti.

La "Nonna Samurai" in visita al Toukon di Velletri

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Un importante appuntamento per gli atleti di arti marziali della società veliterna Toukon karate-do. Giovedì 3 ottobre presso la sede operativa del PalaBandinelli, si è tenuto un seminario riservato di arti marziali condotto dalla maestra Keiko Wakabayashi, soprannominata la “nonna samurai”, un’eroina nel suo campo sia per l’esperienza che per la professionalità, nonché per la veneranda età, considerando la sua nascita nel 1931.
Una leggenda nelle arti marziali che ancora una volta ha fatto visita ad un gruppo di atleti del Toukon. Entusiasti e profondamenti colpiti gli atleti più piccoli che hanno potuto apprezzare ancor più la formazione quotidiana ricevuta dagli istruttori del Toukon che li hanno avviati alla pratica del karate, del judo, dell’aikido e del Jujitsu; concentrati e desiderosi di approfondire ancor più la pratica anche il gruppo selezionato di atleti più grandi. Un’importante esperienza quella con la maestra Keiko, allieva del grande samurai Ueshiba Kissomaru, dal quale dice di aver imparato tutto. «Nella vita nulla è impossibile» e lei lo dimostra sempre con le sue lezioni e la sua presenza.

A proposito della riduzione del numero dei Parlamentari

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La Camera dei Deputati lunedì scorso 7 ottobre ha votato per la riduzione del numero dei suoi componenti e di quelli del Senato della Repubblica. Con la nuova norma avremo 600 parlamentari in tutto, 400 deputati e 200 senatori.

di Antonio Della Corte

Tale provvedimento comporterà un deputato ogni 151.210 abitanti, attualmente è di uno ogni 96.006, mentre si avrà un senatore ogni 302.420 abitanti, attualmente è di uno ogni 188.424. Inoltre sarà inevitabilmente necessario ridisegnare i collegi elettorali con una nuova legge. La legge che taglia il numero dei rappresentanti del popolo è stata votata, tranne poche eccezioni dalla stragrande maggioranza. Tuttavia tale provvedimento lascia molteplici interrogativi, anzitutto i problemi sul tavolo del nuovo governo targato PD–M5S sono tanti, e la riduzione del numero dei parlamentari, non era certamente la priorità, nè il primo problema del nostro paese. Costituiva tuttavia una tematica tanto popolare quanto demagogica, e questo forse spiega la larga maggioranza con cui è passata, votata anche da forze politiche che erano contrarie fino a non molto tempo fa. Il nostro Parlamento consta attualmente di 630 Deputati e 315 Senatori, con uno stipendio molto elevato, ma il risparmio sul taglio, non sarà poi così grande, molti paesi hanno un numero simile di Parlamentari. Paradossalmente il risparmio maggiore si sarebbe avuto lasciando inalterato il loro numero, che garantiva una congrua rappresentanza popolare, remunerandoli però con il medesimo stipendio della professione che esercitavano prima di essere eletti (esempio: se faceva l’impiegato, gli si corrisponde lo stipendio da impiegato), per chi magari era disoccupato gli si conferisce un comunissimo e normale stipendio medio . Inoltre si potrebbero rimborsare delle spese di vitto e alloggio sostenute durante la permanenza a Roma per i lavori parlamentari, debitamente documentate e in strutture decenti, non per forza di lusso. I nostri parlamentari non hanno l’obbligo della cosiddetta “pezza d’appoggio" per le spese sostenute, e questo permette una miriade di abusi. Andrebbe inoltre abolito il privilegio sulla concessione di mutui e prestiti a tassi impensabili per i “comuni mortali”. Anche questa misura consentirebbe di diminuire la distanza tra rappresentanti e rappresentati. In questo modo si sarebbe risparmiato molto di più mantenendo nel contempo l’attuale rappresentanza, che viceversa con la riduzione, come abbiamo visto si è inevitabilmente ristretta . D’altra parte la riduzione del numero dei Parlamentari, come molte “riforme” passate negli ultimi anni, e come altre in progetto (per dirne una, l’elezione diretta del Capo dello Stato e la Repubblica presidenziale), era prevista anche nel famigerato “Piano di rinascita democratica” della P2 di Gelli, e ciò getta una luce inquietante su tali iniziative, che all’epoca erano considerate eversive dell’ordine democratico.

Un encomio per il reparto di Cardiologia dell'Ospedale "Paolo Colombo"

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Una bella storia quella che arriva dai corridoi dell'Ospedale Civile "Paolo Colombo" di Velletri, intrisa di umanità e di speranza. Nella mattinata di ieri un uomo che era stato ricoverato nel nosocomio veliterno ha voluto portare una targa di ringraziamento ai medici e al personale di reparto per il trattamento ricevuto durante il ricovero.


Così, con due targhe e una torta, il paziente (ormai guarito) ha consegnato alla dottoressa Alessandra Remiddi, non senza un pizzico di commozione, una lettera di encomio, che riportiamo di seguito. "E' solo un piccolo pensiero" - ha detto il signor Laurenti - "per ringraziarvi tutti, non mi avete solo curato, mi avete riempito di attenzioni e carezze, siete tutte persone stupende. Non mi dimenticherò di nessuno di voi". Poi si è recato nell'Ufficio Relazioni con il Pubblico dell'Ospedale e ha lasciato un encomio per il Reparto. Il signor Laurenti ha voluto poi rendere pubblico il suo gesto consegnando foto ed encomio al nostro giornale. Una bella storia di buona sanità in un contesto, quello dell'Ospedale di Velletri, che tra mille difficoltà dà sempre il massimo e cerca di assicurare nel più breve tempo possibile tutte le cure necessarie ai pazienti.





“Educare alla bellezza”

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“Gli occhi pieni di avidità sono torbidi e deformanti. Solo se non desideriamo nulla, solo se per noi guardare diventa pura contemplazione, si manifesterà l’anima delle cose, la Bellezza. Se osservo un bosco che voglio comprare, affittare, ipotecare, usare per far legna e andare a caccia, non vedo in realtà il bosco, ma solo le sue relazioni con il mio volere, con i miei piani e le mie ansie, con il mio portafoglio. Allora è fatto di legno, giovane e vecchio, malato o sano. Ma se dal bosco non voglio nulla, se guardo nel suo profondo verde senza pensiero alcuno, il bosco è bosco, è natura, è creatura, è bello.” (Hermann Hesse, “Sull’anima”, 1918).

di Francesca Procaccini
In questo scritto Hermann Hesse, ci parla della bellezza definendola l’anima delle cose. E nel descriverla ci racconta di un bosco. 

Si è molto parlato in questo periodo dei roghi in Amazzonia, così come di quelli che hanno devastato migliaia di ettari di foresta boreale in Siberia. In Africa brucia la foresta pluviale del bacino del Congo, la seconda più grande al mondo. Le fiamme sono divampate anche nelle foreste del sud-est asiatico. Da luglio, un inferno di fuoco ha investito vaste aree verdi dell'Indonesia; bruciano pure la Malesia e Singapore. Nella stragrande maggioranza dei casi, i roghi sono appiccati dall’uomo con l’obiettivo di fare spazio a nuove piantagioni o per avviare lo sfruttamento di nuovi territori. Bruciano boschi lontani e vicini. 

Tutto questo induce fortemente a pensare che viviamo in un epoca ed in un mondo in cui è oltremodo importante educare alla bellezza. L’uomo è l’unica creatura in grado di riconoscere e contemplare le cose belle e, quindi, di riflettere sulla bellezza. Ed anche l’unica creatura in grado di distruggerla quando non ne riconosce il valore. 

Riscoprire l’anima delle cose quindi, saper cogliere la bellezza nel quotidiano, cercarla, costruirla, proteggerla, lasciare entrare lo stupore nelle nostre vite, riconoscere la bellezza è essenziale. Significa individuarla in ogni sua manifestazione: naturale, artistica, di pensiero e di valore. Educare alla bellezza è un lavoro significante, vuol dire non tanto proporre un elenco di cose belle secondo canoni più o meno condivisi, ma saper organizzare esperienze che, attraverso l’estetica, riescano a stupire. Vuol dire sensibilizzare. 

La percezione della bellezza è, innanzitutto, una sperimentazione personale. Si tratta di un’esperienza legata alla relazione tra il soggetto che conosce e l’oggetto conosciuto. David Hume, filosofo scozzese, affermava che una causa evidente per cui molti non avvertono il sentimento della Bellezza è la “mancanza di quella delicatezza dell'immaginazione necessaria per poter essere sensibili a quelle sensazioni più sottili”. Il contrario della bellezza non è infatti la bruttezza, ma la rozzezza culturale e l’ignoranza emozionale. Educare alla bellezza, significa proporre esperienze che attivino la sfera della sensibilità e dell’emotività, che incoraggino l’individuo ad esprimere sensazioni, sentimenti propri e che favoriscano lo sviluppo della capacità di comprendere l’espressione degli altri. Come anche a promuovere il contatto con parti di sé legate all’ immaginazione e alla creatività. Un processo che porta quindi ad un progressivo arricchimento del patrimonio espressivo e dell’area dell’affettività. Educare alla bellezza è molto connesso a quella che Daniel Goleman chiama “competenza emotiva”, cioè l'insieme di abilità necessarie per l'autoefficacia dell'individuo nelle transazioni sociali che suscitano emozioni. L’intelligenza e la competenza emotiva, hanno quindi molto a che vedere con l’esperienza del suo riconoscimento. Non è una casualità che nell’ Antica Grecia, la formazione artistica era parte integrante del percorso di formazione e crescita personale degli individui. In questo processo, il contesto relazionale è fondamentale e può riavvicinare bambini, ragazzi ed adulti al riconoscimento della bellezza. È un percorso educativo e formativo profondo quindi, che coinvolge il pensiero, l’osservazione e la vita emozionale. La competenza relazionale e narrativa degli insegnanti è alla base di una possibile esperienza educativa della bellezza, sia che l’oggetto dell’insegnamento sia la matematica, le scienze applicate, le arti, la filosofia o i repertori di qualsivoglia ambito disciplinare. “L’arte ci mostra cosa è essere umani’. E veramente questa è la ragione per cui l’arte dovrebbe essere nel programma di studi.” John Ruskin 

Perchè è importante? 

Perchè guardare il mondo con una nuova intenzione? Con nuove competenze? Con gli occhi di quando eravamo bambini, di quando ci lasciavamo stupire dal mondo? Qual’è l’importanza di percepire la bellezza? Uno dei benefici che – secondo gli studiosi – deriverebbe dall’educazione al bello è l’acquisizione di quell’ottimismo esistenziale utile per vivere il quotidiano. Quando facciamo l’esperienza della bellezza, in noi fioriscono emozioni che sono antitetiche alla paura. Perché la bellezza porta in risonanza qualcosa che è già dentro di noi, è qualcosa che ci arricchisce, ci colma, suscita in noi un senso di gratitudine e appartenenza. La bellezza ci procura un senso di piacere, appagamento, serenità, entusiasmo, gioia. É piacere, grazia, nutrimento, fioritura. Non solo. Vuol dire anche scoprire che in una cosa apparentemente “diversa” o “ostile” si nasconde la bellezza. É una ricerca che diventa anche curiosità per il diverso, amore per la conoscenza. Conduce al rispetto e alla consapevolezza del dovere di conservare un patrimonio artistico, culturale e naturale. Significa coltivare in ognuno di noi la voglia di preservare, custodire, accrescere, emulare ciò che riteniamo bello. È necessario che siano proprio gli adulti a riprendere il tema dell’educazione alla bellezza, guardando la vita con occhi nuovi. E sarebbe ancor più bello che gli adulti donassero questa possibilità anche alle nuove generazioni. Se il fine ultimo dell’educazione è la vita buona, essa non può prescindere dal riconoscimento della bellezza, in tutte le sue manifestazioni. Dalle parole di Peppino impastato: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”. ..e magari riusciremo a scorgere l’anima di quei boschi… 

Il Centro Culturale Eppur si muove, al fine di valorizzare tali principi, promuove un evento in cui verrà presentato il libro del filosofo Filippo Cannizzo “Briciole di bellezza, Dialoghi di speranza per il futuro del Bel Paese”, che si terrà a Genzano Domenica 20 ottobre. Maggiori informazioni su www.facebook.com/events/514932545734221/

Dicembre 1731: nasce a Velletri Stefano Borgia

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Il 3 dicembre 1731, nel palazzo di famiglia presso piazza del Piano (oggi Mazzini), nasce Stefano Borgia figlio di Camillo e Maddalena Gagliardi. I Borgia, o Borja, sono presenti a Velletri sin dal XIII secolo e hanno dato alla città non pochi uomini d’armi e di governo, ecclesiastici e letterati. 

di Massimo Fabi
Compiuti 10 anni, Stefano viene affidato, per la sua formazione, allo zio paterno Alessandro, arcivescovo di Fermo, uomo colto e oculato reggitore diocesano, autore di moltissime opere (tra cui la nostra Storia della Chiesa e Città di Velletri). Stefano dimostra subito una grande vivacità intellettuale, curiosità spiccatissima verso tutte le forme del sapere, pacatezza d’animo ed eccezionali capacità d’impegno e di lavoro. Nel 1756 è a Roma per completare la sua formazione e qui diviene dottore in Diritto canonico iniziando la carriera ecclesiastica. Nel 1759 Clemente XIII lo nomina governatore di Benevento: vi rimarrà 5 anni dimostrando grande capacità amministrative e legandosi alla città tanto da sciverne una storia. A Roma nel 1764 riceve un incarico prestigioso e può dedicarsi a sviluppare i rapporti con le grandi Accademie d’Italia. Nel 1770 è nominato segretario della Congregazione per la Propaganda della Fede: incarico che manterrà per 19 anni e che lo mette in contatto con l’intero mondo missionario della Chiesa.
Costruisce così una rete di intensi rapporti intellettuali e spirituali con le culture di tutto il mondo conosciuto, favorendo studi e ricerche su di esse. Raccoglie reperti, libri, manoscritti, strumenti scientifici, ecc., e anche li acquista per incrementare il museo di famiglia: costituito a Velletri dal nonno Erminio e che egli porterà al massimo splendore e divulgazione internazionale. Nel 1780, in occasione della visita a Velletri di papa Pio VI, scrive il “De cruce veliterna”, studio riguardante uno dei tesori più inestimabili della diocesi. Nel 1789 lo stesso papa lo fa cardinale e l’Accademia Letteraria Volsca (fondata nel 1765 da suo fratello, Clemente Erminio) lo elegge Dittatore (Presidente): la metterà al centro di intensi rapporti culturali con tutt’ Europa. Nel 1792 entra nella Segreteria di Stato e nel ‘98 diviene governatore di Roma: giusto in tempo per vivere sulla pelle l’arrivo dei francesi, la proclamazione della prima Repubblica Romana ed essere costretto all’esilio assieme allo stesso Pio VI! Rientrato a Roma nel 1800, dopo il travagliato conclave di Venezia che elesse Pio VII, deve, nel 1804, accompagnare in Francia il pontefice chiamato, e obbligato, ad incoronare Napoleone, Imperatore dei francesi. Durante il viaggio si ammala gravemente e muore a Lione il 23 novembre (giorno di S.Clemente, patrono della sua città natale) 1804. Sepolto nella cattedrale della città francese, solo nel 2002 le sue spoglie sono tornate a Velletri.








Una nuova casetta dell'acqua al Cimitero. Andreozzi: "Un servizio che si amplia e va a migliorare"

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Ci ha pensato il Presidente del Consiglio Comunale, Sergio Andreozzi, a dare notizia alla cittadinanza della nuova casetta dell'acqua che in molti avevano già notato nel piazzale del Cimitero. Dopo quella della stazione ferroviaria, arriva dunque un nuovo punto - in prossimità dell'acquedotto del Simbrivio - presso il quale rifornirsi.

"Informo i cittadini" - ha scritto il Presidente dell'Assise comunale , ex Assessore ai rapporti con ACEA, sul suo profilo istituzionale - "che con grande soddisfazione, dopo un iter iniziato già da qualche anno, è stata installata la nuova casa dell'acqua del Sindaco nel piazzale del Cimitero. Un servizio che si amplia e che si va a migliorare per la nostra Velletri. Ho intenzione, con la collaborazione degli assessori comunali all'ambiente e pubblica istruzione, di chiederne una terza da mettere in viale Salvo d'Acquisto nell'ambito del progetto plastic free con gli Istituti Superiori della nostra città, coinvolgendo la Regione, con la condivisione degli Assessori all'Ambiente e alla Pubblica Istruzione, per dotare gli alunni di borraccia personalizzata da riempire, con acqua liscia o gassata. Ringrazio il Sindaco Orlando Pocci per l'impegno profuso. Intanto buon utilizzo della nuova casetta dell'acqua a breve a disposizione della comunità non appena avrà superato il collaudo, tra qualche giorno!". Un servizio importante che consentirà di far rifiatare la casetta della stazione, spesso in surplus di lavoro soprattutto nei mesi estivi. Con la speranza che se ne faccia un uso corretto e responsabile, e che i vandali restino a distanza di sicurezza.

XXVIII Domenica T.O.: "Era un samaritano" dagli scritti di don Gaetano Zaralli

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Lc 17,11-19

TESTO
Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: "Gesù maestro, abbi pietà di noi!". Appena li vide, Gesù disse: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: "Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". E gli disse: "Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!".


COMMENTO
…gli vennero incontro dieci lebbrosi… i quali fermatesi a distanza…

È necessario rifarsi ai comportamenti dell’epoca per capire la scelta rivoluzionaria che Gesù compie a favore dei malati di lebbra. I lebbrosi erano considerati maledetti da Dio per via di peccati da loro commessi chissà quando, chissà come…  Per questo dalla società dai risvolti religiosi venivano scomunicati e allontanati dal resto del mondo.

"Andate a presentarvi ai sacerdoti".

Solo dopo una guarigione accertata e convalidata dai sacerdoti il lebbroso poteva riprendere a vivere a contatto con i sani.
Gesù è rispettoso della legge, ma nello stesso tempo impegna la fede di chi non è ancora guarito: “Andate a mostrarvi fiduciosi perché, strada facendo, qualcosa accadrà”. E qualcosa accadde. Ancora una volta le strettoie della legge vengono superate da un atto d’amore; ancora una volta l’amore che accoglie e abbraccia lo schifo nauseabondo del peccato, può guarire il corpo e rasserenare l’anima. 

Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro… Era un Samaritano.

Il samaritano, oltre ad essere lebbroso, era anche un eterodosso; il samaritano oltre a portare  il peso della maledizione di Dio, subiva anche  l’odio del popolo di Israele. Gesù lo guarì.
I nove lebbrosi ebrei, rispettosi della legge, vistisi guariti andarono a mostrarsi ai sacerdoti;  il samaritano, che alla legge non era sottomesso, ebbe la libertà di tornare indietro a ringraziare il Maestro.

"Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!".

La legge certifica la guarigione del corpo, ma non salva l’anima.
Là dove si ha il coraggio di preferire alla legge un atto d’amore, si ricostruisce e trova sollievo la coscienza che le contraddizioni e i bigottismi avevano debilitato. 
Una fede forte libera l’anima dalla schiavitù della legge e apre all’uomo che ama  vie nuove di inaudita bellezza.
Sono sensazioni queste che solo chi ha sofferto l’umiliazione dell’iniqua “diversità” può provare, se sulla sua strada incontra l’amore di Cristo che non fa differenze.
Nella mia cara Chiesa dove si muovono, appesantiti dalla condanna, lebbrosi scomunicati e samaritani in cerca di verità,  noto ancora, purtroppo, il trionfo di quel legalismo che lascia intravedere tra le pieghe della inevitabile ipocrisia la debolezza e l’inefficacia dei tribunali.
Nella mia cara Chiesa,  dove si rincorrono schiere fanatiche di gente che si considera sana perché rispettosa della legge, a stento incontro l’umiltà silenziosa di chi nell’amore di Cristo spera di trovare la salvezza. E, per favore,  non si faccia appello all’obbedienza, arma forte di chi non ha voglia di assumersi responsabilità in prima persona e comoda soluzione per chi non porta il peso che altri sopportano ingiustamente.

Calcio, il derby di Velletri va alla Vjs: 2-1 per la squadra di De Massimi con i gol di Cassandra e Spagnoli

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La Vjs Velletri si aggiudica con merito il derby cittadino e vince 2-1 sul Real Velletri, conquistando i suoi primi tre punti in Prima Categoria e volando a quota tre in classifica. La partita si gioca al "Giovanni Scavo A", dove oltre trecento persone si ritrovano per assistere ad una stracittadina molto sentita.

Numerosissimi i supporter accorsi, che hanno fatto sentire il loro grido dal primo al novantesimo. Il primo tempo si apre con una fase di studio, i rossoneri di mister De Massimi fanno possesso e ottengono il predominio del gioco pur senza pungere, mentre i ragazzi di Ferri controllano privi di affanni. Per vedere una conclusione bisogna aspettare il 20esimo, ma di occasioni vere e proprie non ce ne sono. La gara si sblocca poco dopo la mezz'ora ed è una splendida giocata di Cassandra, che prima dribbla due uomini e poi anche il portiere depositando in rete, a regalare il vantaggio alla Vjs Velletri. 1-0 per il team di De Massimi vanificato allo scadere, dove succede di tutto. Prima l'arbitro annulla (giustamente) una rete al Real per carica sul portiere Bernardi, infortunatosi nell'occasione, lasciando l'urlo strozzato in gola a Del Prete e soci. Poi, però, appena un minuto dopo concede un solare rigore per netto fallo di mano in area veliterna e dal dischetto De Luca spiazza il neo-entrato Rennetti. Si va al riposo sull'1-1. Nella ripresa il copione non cambia, la Vjs Velletri fa la partita e cerca di giocare un calcio propositivo e il Real agisce di rimessa. Prima Fratarcangeli, poi Cafarotti e infine Spagnoli hanno tre buone occasioni ma la mira è sbagliata o i difensori avversari riescono a metterci una pezza. Nel finale, però, può esplodere la gioia della Vjs con la rete di Spagnoli che è abile a correggere in rete un traversone dalla destra di Torregiani lasciando di sasso la retroguardia del Real. Una grande esultanza per una rete cercata e meritata, che fissa il punteggio sul 2-1. Le speranze del Real si infrangono sull'unica vera occasione di giornata, una punizione appena fuori dall'area di Basile: traiettoria buona che supera la barriera ma si spegne oltre l'incrocio dei pali. Una vittoria importante per la Vjs Velletri che trova tre punti a seguito di un'ottima prestazione tutta grinta e carattere. Stop invece per il Real Velletri, che aveva vinto con una bella e convincente prestazione a Divino Amore (3-1) nella prima giornata superando a domicilio una delle favorite. 


REAL VELLETRI: Borrelli, Marcucci, Giampietro, Maferri, De Luca, Fany, Triola, Maiolini, Ferri, Sadotti, Del Prete. Panchina: Picca, Cimini, Cicala, Basile, Favale, Pistolesi, Gambucci, Autullo, D'Agapiti. Allenatore: Roberto Ferri 

VJS VELLETRI: Bernardi, Masella, Moscato, Cafarotti, Bonanni, Simonetti, Latini, Torreggiani, Passaretta, Cassandra, Giordani. Panchina: Renetti, Donatelli, Spagnoli A., Fratarcangeli, Quattrocchi, Tafani, Di Giovanni, Pelliconi, Melucci. Allenatore: Stefano De Massimi 

 Arbitro: Tomolillo di Viterbo

Paolo Felci sugli 'articolo 90' a Velletri: "Si sta passando dal risparmio della gestione all'espansione esagerata dei costi"

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Nell'agone politico veliterno, una nuova questione sarà presto al vaglio delle forze locali: quella dei collaboratori degli assessori. Il consigliere comunale Paolo Felci, tramite il suo profilo, lancia una riflessione in merito chiedendo spiegazioni al Sindaco sugli 'articolo 90', ovvero gli incarichi suddetti.

"Nel 2008" - ricorda Paolo Felci - "la campagna elettorale per Servadio Sindaco, fu improntata sul taglio del personale che avrebbe attuato sui segretari degli assessori. Vinse e mantenne la promessa. Nel 2013 la vittoria del secondo mandato, una campagna elettorale dove evidenziò la riduzione dei costi della politica tagliando le spese. L’attuale amministrazione capitanata dal Sindaco Pocci, azzera completamente le segreterie degli assessori, preferendo uno staff personale composto da tre persone tra cui l’ex Assessore Masi, un militante storico della sinistra veliterna Alessandro Lombardo e, un suo avversario alla corsa per la poltrona da Sindaco Augusto Di Lazzaro anch’egli un ex assessore, il tutto per una spesa complessiva che raggiunge circa 125 mila euro lordi annui. A circa 17 mesi dall’insediamento della Giunta Pocci, alcuni assessori rivendicano l’applicazione dell’art. 90 del testo unico degli enti locali (TUEL), chiedendo a gran voce l’assunzione a tempo determinato di segretari personali. Di fatto un’azione che andrebbe ad annullare quanto svolto da Fausto Servadio. Non possiamo assolutamente essere favorevoli all’assunzione di personale quando già annualmente spendiamo 125 mila euro per lo staff del Sindaco e quando all’ufficio anagrafe c’è carenza di unità e i cittadini veliterni sono costretti a fare file dall’alba per aggiudicarsi uno dei 20 numeri giornalieri che vengono effettuati. Sono mesi che gli impiegati sono messi sotto pressione da cittadini giustamente furibondi. Mentre nessun provvedimento viene preso per risolvere questo problema, si pensa invece ai segretari personali. Sostanzialmente si sta passando da un risparmio della gestione dei costi, ad una espansione esagerata di codesti costi. Siamo curiosi di sapere se il gruppo consiliare del Partito Democratico, fautore del taglio dei costi nelle scorse amministrazioni, cederà alla richiesta di alcuni Assessori di liste civiche, sostenuti da un numero consistente di Consiglieri. La quiete prima della tempesta, chissà che, forse sia giunta prima del previsto la notte dei lunghi coltelli in una maggioranza così variopinta? NO all’ART.90 SI all’aumento del personale all’ufficio anagrafe". Seguiranno aggiornamenti in merito.

1300 adesioni per il progetto "Ri-Forestiamo" sul Monte Artemisio

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Vivai di essenze autoctone in costruzione.  Siamo arrivati alla terza tappa delle uscite “Raccogliendo Semi” finalizzate al progetto “Ri-Forestiamo i Castelli Romani”.
Il progetto, ideato da Roberto Salustri della Reseda Onlus, ha raccolto su Facebook nel giro di poche settimane più di 1.300 adesioni. Da sottolineare il recente patrocinio del Parco dei Castelli Romani (delibera n.49 del 30 settembre 2019). I gruppi attivi, divisi a livello comunale, sono molto numerosi e tra i più organizzati è proprio quello di Velletri che sta per “varare” il primo vivaio in realizzazione presso il DLF. Coordina il gruppo Corrado Bisini, tra le associazioni e realtà territoriali che hanno aderito al progetto troviamo “La Spinosa per l’Ambiente”, “l’Orto di Grazia”, “l’Asino e le Nuvole” ed “Il Sentiero nel Bosco”, oltre ovviamente tanti singoli cittadini. Al riguardo sottolineiamo che chiunque, a livello personale può creare dei micro vivai casalinghi, l’importante è attenersi alle indicazioni che vengono fornite dal gruppo e dalle persone più esperte. Prossime date per la raccolta dei semi sono il 23 novembre (cresta dell’Artemisio dalla Valletta del Lupo) ed il 7 dicembre (Casa del Parco – Rifugio Forestale dell’Artemisio). Tutte le iniziative verranno pubblicizzate su Facebook attraverso appositi eventi.

Con “In nome del Papa Re” sabato sera parte la stagione di prosa del Teatro Artemisio-Volonté

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Sarà Antonello Avallone ad inaugurare la stagione di prosa, più ricca che mai, del Teatro Artemisio – Gian Maria Volonté di Velletri.

di Rocco Della Corte
Sabato 19 ottobre alle ore 21.00, infatti, il pubblico veliterno potrà assistere alla rappresentazione de “In nome del Papa Re”, uno dei più grandi capolavori del maestro Luigi Magni che lo ha scritto e diretto nel 1977. Il film ha vinto diversi premi e riscontrato un enorme successo, e la collaborazione tra Antonello Avallone e Luigi Magni, negli anni precedenti la sua morte, ha portato a questo ‘trasferimento’ dal cinema al palco di un teatro. Le scene e i costumi sono di Red Bodò, le musiche originali dei maestri Pace e Tosto, la regia è di Antonello Avallone. Lo spettacolo è stato definito un omaggio a Roma, alla romanità, a Gigi Magni e Sergio Fiorentini per un’esibizione da vedere e rivedere. Per il Teatro Artemisio-Volonté, diretto dal Maestro Claudio Maria Micheli, un inizio di stagione promettente all’interno di un cartellone davvero nutrito. Per l’acquisto ci si può rivolgere a “Il Biglietto” (Via De Filippo) o “Drin Service” a Genzano e naturalmente on line su ticketone.it, oltre che al botteghino del Teatro dal pomeriggio di sabato. Tra le note liete che giungono dal teatro, oggi gestito dalla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura, ci sono inoltre le installazioni di due insegne recanti la denominazione del teatro e due bacheche luminose con l’elenco degli appuntamenti. Sulla piazzola antistante la struttura è inoltre presente una splendida immagine di Gian Maria Volonté, che tanto si batté per la riapertura del teatro. Adesso ai veliterni il compito di riempirlo e onorarlo per passare un sabato sera diverso ed emozionante! 


Ospedale di Velletri, tra politica e aspettative. Una nuova interrogazione in attesa di TAC e Camera Calda

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L'Ospedale Civile "Paolo Colombo" di Velletri continua a destare l'attenzione di politica e cittadini, proprio per la sua nevralgica funzione sul territorio.

Se abbiamo pubblicato pochi giorni fa la nota di encomio da parte di un paziente, segnale di buona sanità e di una grande dimensione umana e professionale da parte del personale, continuano le polemiche in merito ai servizi trasferiti (la temporaneità dello spostamento di Endoscopia Digestiva ad Anzio tra breve festeggia un mese) e alcuni disservizi (giungono segnalazioni di problemi in Radiologia legati alla mancanza di personale e macchinari). Ci ha pensato anche il consigliere Riccardo Iannuzzi, ex Lega e oggi esponente di "Cambiamo", a interrogare tramite l'onorevole Palozzi il presidente Zingaretti e l'assessore alla Sanità D'Amato sullo stato di salute del "Paolo Colombo": "Deve essere rilanciato e tornare a essere punto di riferimento della sanità castellana. Auspichiamo che il presidente Zingaretti e l’assessore D’Amato non rimangano immobili e diano concretezze alle promesse fatte della cittadinanza: promesse troppe volte disattese in questi anni da parte della amministrazione regionale di centrosinistra. Serve, infatti, una strategia efficace e sinergica per il definitivo sviluppo del nosocomio veliterno che, al pari di altre strutture ospedaliere di bacino, negli ultimi anni ha sofferto pesantemente la carenza di personale, macchinari e posti letto. Per questa ragione, abbiamo deciso di predisporre una interrogazione all’attenzione del governatore del Lazio affinché ci dica cosa ha intenzione di fare per potenziare le prestazioni sanitarie del Paolo Colombo. Al contempo, ci auguriamo che gli enti competenti si adoperino per la riapertura della clinica San Raffaele, un pezzo importante della sanità veliterna”. Proprio sul San Raffaele un servizio trasmesso dal TG2 sulla risoluzione delle vicende inerenti la famiglia Angelucci ha fatto riaccendere le speranze,  anche sul popolo del web, nell'attesa che qualcosa si muova. Per l'Ospedale civile, invece, restano un mistero i tempi di attivazione della nuova TAC e della Camera Calda, i cui lavori sarebbero già stati approvati a livello progettuale ma non è dato sapere quando dovrebbero iniziare. 

Lo "Gnocca's Festival" cambia nome. Il plauso del vice Sindaco Ciafrei: "Dalle piccole cose renderemo questo mondo più giusto e civile"

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Aveva destato scalpore la decisione di un noto locale veliterno di organizzare una serata e intitolarla "Gnocca's Festival". Un'iniziativa per niente apprezzata, soprattutto dalle donne, che presto si sono fatte sentire mostrando la propria indignazione ed esprimendo il proprio disappunto. Proprio questo movimento spontaneo ha indotto i gestori a cambiare il nome dell'evento ponendo alla storia un apprezzato lieto fine.

Ne ha dato notizia il vice-Sindaco di Velletri, Giulia Ciafrei, che si era espressa tra le prime nel condannare il lessico utilizzato dalla grafica del locale: "L' evento tanto discusso ha cambiato nome. Ringrazio gli organizzatori per la sensibilità dimostrata e per aver compreso che la discussione sul linguaggio di genere non è solo polemica ma la base per il rispetto reciproco. È dalle piccole cose, anche dall'utilizzo di parole diverse che riusciremo a rendere questo pezzetto di mondo più giusto e civile. Grazie a tutte e tutti!". Proprio Giulia Ciafrei aveva così commentato, negativamente, la scelta di marketing prima del passo indietro: "In un locale di Velletri a breve faranno lo "Gnocca's festival ". Alle 4 "gnocche" più belle verrà addirittura offerta la cena. Una serata per le donne, ci fanno credere. Io credo sia una serata che svilisce profondamente il genere femminile, perché la gnocca non è la donna. In italiano la gnocca sta ad indicare l'organo genitale femminile ed ecco che si utilizza un termine per non dirci volgarmente "serata della fica". Quindi non è una serata per le donne, ma per i maschi della peggior specie. Non è una festa, è l'ennesima guerra contro le donne, che ferisce e mortifica tutte, e contro gli uomini che provano a cambiare". Una battaglia non solo lessicale o contro la goliardia, ma qualcosa di ben più profondo, che pare sia stato recepito anche dagli organizzatori, ai quali è andato il plauso proprio del Vice-Sindaco per la 'marcia indietro' dettata dal buon senso.

Lo Studio di Architettura Acciarito firma una poesia ambientalista per il concorso de "La Vigna dei Poeti"

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Giovedì 10 ottobre si è tenuta a Velletri, presso la sala Tersicore del palazzo comunale, la cerimonia di premiazione del concorso di poesia "Il sabato del villaggio", organizzato dall'associazione culturale veliterna "La vigna dei poeti", nell'ambito della 89 Festa dell'Uva.
Numerose sono state le opere ricevute, tra queste anche quella dello studio di architettura Atelier Creativo Acciarito che ha partecipato con la poesia "Perdonami Terra Mia", firmata per l'occasione dall'architetto Emanuel Acciarito e da Valentina Profeta, responsabile delle pubbliche relazioni dello studio. La poesia arrivata seconda al concorso, rappresenta per volontà degli autori, un pensiero di perdono nei confronti della Terra, dove non mancano precisi riferimenti allo stato attuale della società moderna, alle prese con la tutela e salvaguardia del pianeta, alla lotta contro i cambiamenti climatici, la fame nel mondo, le numerose migrazioni, le guerre, e le violenze sulle donne. Insomma una lettera di perdono urlata alla Terra, con la promessa di migliorare sempre più l'azione dell'uomo nei confronti del pianeta e dell stessa specie umana che animale, affinché tutto possa migliorare il futuro della vita su questo bellissimo pianeta Terra. Ha ritirato il premio Valentina Profeta. Emanuel e Valentina nel ringraziare la commissione del concorso, il presidente dell'associazione Marisa Monteferri, l assessore comunale Romina Trenta e il sindaco Orlando Pocci, hanno approfittato al termine della cerimonia, di scrivere sulle loro pagine social, oltre alla comunicazione del risultato raggiunto e i dovuti ringraziamenti, anche una nota sull'importanza di organizzare questo tipo di eventi culturali: "non c è occasione migliore di un evento culturale come questo per urlare in ogni forma che qualcosa sulla Terra sta cambiando, e l'uomo che è da considerarsi il primo artefice di questo cambiamento negativo, deve essere il primo, nella propria quotidianità, ad attivarsi per trovare da subito una o più soluzioni per migliorare quanto prima, già causato danno sulla Terra, in modo da poter continuare a sperare con più fiducia, un futuro migliore per tutti". Qui di seguito la poesia presentata al concorso.



PERDONAMI TERRA MIA!

Sono un uomo, sporco di petrolio e tanto sangue, che ha sete di vino e
tanta fame di pane.
Sono un uomo che è stato un contadino, con le scarpe grosse e il
cervello fino, per poco più di un quattrino.
Sono un uomo diventato ambizioso e spregiudicato, per fama, quanto per
il desiderio di fare tanta grana.
Sono un uomo, che vive la sua vita, saccheggiando le tue terre, per un
semplice e proprio godere.
L’organizzazione quotidiana di guerre, saccheggi e violenze, riempiono
le mie agende.
L’organizzazione quotidiana di barche e gommoni, svuotano le tasche
della tua povera gente. 
Perdonami Terra mia, per non aver capito abbastanza che occorreva già
da tempo, fermare subito questa mattanza.
I soldi, le droghe e il sesso, mi fanno perdere la testa, tanto da non
capire a sufficienza,
che ho già causato tanto danno, con questa mia festa.
Perdonami Terra mia, per aver bruciato le tue foreste e sciolto con il
mio calore i tuoi ghiacciai.
Perdonami Terra mia, per aver riempito gli oceani di plastica e
inquinato l’atmosfera con la produzione mia.
Sono un uomo, consapevole che il suo perdono non cambierà l’azione
del proprio passato,
ma sicuramente con gli occhi della tua sofferenza, avrò la forza di
costruire un futuro migliore per i figli miei.
Perdonami Terra mia, per aver capito di averti fatto tanto male, solo
quando ho iniziato a respirare male.
Ma tu sei la mia casa, tu sei la mia vita, tu sei la Terra mia, per
questo non volermi male.
Perdonami Terra mia, per non aver capito abbastanza che tu vivi
nell’immenso dell’universo,
immersa nel silenzio, in equilibrio con la tua sostanza, in un ciclo
perfetto.
Perdonami Terra mia, per non aver capito abbastanza che con la mia
esuberanza, ho colpito il tuo equilibrio,
e con crimine ho attentato alla tua fertilità.
Ma tu sei la mia casa, tu sei la mia vita, tu sei la Terra mia, per
questo ti chiedo un’altra possibilità.
Le stelle sono la veste della tua notte, ma anche il firmamento della
mia angoscia.
La Luna è lo specchio che riflette la tua bellezza,
ma anche la luce che illumina la colpa della mia oscurità terrestre,
difronte alla irresponsabile azione globale.
Perdonami Terra mia, per aver penetrato il tuo ventre,
e inquinato la tua pelle, con il mio stupido desiderio di trasformarti.
Perdonami Terra mia, per aver violato la tua purezza e maltrattato la
tua anima,
anziché di godere con ammirazione e devozione la grazia delle tue
forme, per eternarle nelle mie arti.
Perdonami Terra mia, se nel tuo cantico, odi il mio grido tardivo,
perchè è solo quello di un uomo colpito dal dolore e dalla
consapevolezza di averti causato un gran casino.
Perdonami Terra mia, se non sono stato fino ad oggi all’altezza delle
tue beatitudini.
Ma questa notte, ti prometto che inviterò una stella a farmi compagnia,

per riflettere assieme alla Luna tua, sulla prossima azione della 
dritta
via mia.

Italia Viva vede la luce, Maria Paola De Marchis: "Una ventata di vitalità per la politica nazionale e cittadina"

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Venerdì, sabato e domenica a Firenze nasce Italia Viva e Velletri è già pronta ad accogliere il nuovo partito. Maria Paola De Marchis e Giuliano Cugini hanno già comunicato formalmente la loro adesione a cui si è aggiunta la dichiarazione pubblica di Fausto Servadio e Gianfranco Cestrilli e saranno proprio loro insieme ad altri cittadini di Velletri che rappresenteranno la città nell’incontro fiorentino.
"Un’adesione convinta" - dice Maria Paola De Marchis - "che era scontata considerando il cambio di natura del Partito Democratico Zingarettiano". “Pensavo avesse fatto più male lasciare il partito dopo decenni di militanza”, continua la Consigliera Comunale, “invece sono veramente felice e ho ritrovato l’entusiasmo dei miei vent’anni. Considerando la partecipazione ed il clima che si percepiva alla presentazione di Italia Viva a Roma il 12 ottobre è un entusiasmo che condivido con molte persone. Italia Viva sarà una ventata di vitalità per la politica nazionale ma anche per la politica cittadina”. 
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