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Channel: Velletri Life
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L'addio a don Dante Bernini. Fu vescovo di Velletri dal 1975 al 1982

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Un altro capitolo della storia della nostra Diocesi è stato scritto. Nella notte tra il 26 e il 27 Settembre 2019, presso il Santuario della Madonna della Quercia dove si era ritirato dopo aver rinunciato alla sede Suburbicaria di Albano per raggiunti limiti d’età è tornato alla casa del padre Don Dante Bernini Vescovo di Velletri e Segni dal 1975 al 1982.


di Alessandro Filippi
Fu il primo Vescovo Ordinario dopo la morte dell’ultimo Cardinale Vescovo Clemente Micara e dopo l’infausto sembramento della Diocesi di Velletri nel 1967. Don Dante ebbe il compito di far nascere una nuova Diocesi da quel poco che restava di quella di Velletri ( le sei parrocchie urbane e quella di Lariano) e l ’ormai soppressa Diocesi di Segni unite nella sua persona. Il suo fu un ministero difficile specialmente nel cercare di fondere due presbiteri di diversa cultura e tradizione che mal digerivano la nuova realtà. Ma ebbe la gioia di imporre le mani a giovani sacerdoti tra questi Don Rinaldo BruscaDon Gigi Vari (oggi Arcivescovo di Gaeta) e Don Dario Vitali. Fu lui a dare la spinta necessaria alla nascita del Collegio dei Diaconi permanenti. Aveva in cuor suo di invitare il Papa S. Giovanni Paolo II a Velletri ma non ne aveva mai trovato il coraggio fino a quando invitato dal Vescovo di Albano per la visita del Papa al Santuario di Nettuno fu da questo spinto letteralmente davanti al Pontefice e allora dovette per forza formulare l’invito. Il Papa 117 anni dopo la visita del Beato Pio IX venne a Velletri era il 7 Settembre 1980. Una visita storica. Nel 1982 Don Dante viene eletto Vescovo di Albano Laziale e lascia Velletri e Segni a Mons. Martino Gomiero. Parlando del caro Vescovo come non ricordare il suo amore per i giovani per l’azione cattolica in particolare e il suo saper stare tra la gente svolgendo anche i lavori più umili. Lo invitammo a Velletri per la Festa della Madonna della Carità accettò volentieri l’invito celebrando nella Chiesa di S.Apollonia gremita in ogni ordine di posto. Fu presente tra noi il 23 Settembre 2007 per la visita alla Diocesi di Papa Benedetto XVI insieme al Vescovo Andrea che lo ha preceduto nella casa del padre il 21 Maggio del 2016. Velletri la Diocesi perdono un amico ora ci sentiamo ancora più orfani dopo la perdita di Mons. Angelo Lopes (il 23 Novembre 2018) e di Mons. Eugenio Gabrielli (il 12 Marzo 2019) resta a noi il compito di tramandare la memoria e coltivare la vigna che uomini come Don Dante hanno impiantato. Ciao e grazie di tutto quello che ci hai lasciato.

Orari Autobus Servizio di Trasporto Pubblico Locale

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Come molti cittadini di Velletri sapranno, dal 1° ottobre entrano in vigore i nuovi orari del Trasporto Pubblico Locale urbano. Una rete di autobus, per un totale di 22 linee più le tre navette (rossa, blu, verde) che coprono il vasto territorio del Comune di Velletri (118 kmq). Il servizio sarà espletato da Schiaffini Travel e questi sono gli orari ufficiali diramati dal gestore e in vigore dal 1° ottobre.

La Spinosa sulle manifestazioni di venerdì: "Un'onda verde che ha attraversato diversi Paesi"

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E' stata una manifestazione senza precedenti; una meravigliosa onda verde ha attraversato diversi Paesi, eslcusi quelli che avevano partecipato la scorsa settimana.
Le cifre sono impressionanti: 500.000 a Montréal, 200.000 a Roma e Milano e poi i 100.000 di Napoli, i 50.000 di Firenze, Torino e Bologna, le decine di migliaia a Palermo, Catania, Bolzano,Cagliari. Una manifestazione "carica di utopia rigenerante" che combatte un modello di sviluppo non più sostenibile: un nuovo '68, come ha titolato "Il Manifesto", con la differenza che oggi c'è un sistema comunicativo molto più avanzato. Nella realtà di Velletri c'è stata una grossa partecipazione alla manifestazione di Roma: alle 8 di mattina i biglietti per Roma erano esauriti e c'erano solo posti in piedi: i ragazzi ci hanno raccontato che mentre la testa del corteo raggiungeva Piazza Venezia la coda doveva ancora muoversi da Piazza della Repubblica! Un contributo importante, di cui scriveremo diffusamente nei prossimi giorni. Il messaggio di Greta ha colpito milioni di coetanei e adulti, riuscendo perfino a portare in piazza insieme professori e allievi, padri madri e figli. Non si era mai visto qualcosa di simile al mondo: evidentemente l'urgenza dell'azione è tale da spingere milioni di persone a sollecitare i governi perché facciano qualcosa per fermare il cambiamento del clima. Assistiamo, in questi giorni, sconvolti, allo scioglimento dei ghiacciai, al riscaldamento degli oceani, a fenomeni, insomma che vanno ben oltre il campanello di allarme. D'altronde il mondo scientifico si era espresso in questo senso da decenni, senza essere ascoltato, se non da parte degli ambientalisti, minoranze ovunque, bistrattati, derisi e, in alcune zone del mondo uccisi. C'è voluto il volto pulito di una ragazza caparbia per smuovere le acque e far prendere coscienza del problema. Non è mancato chi ha criticato, chi ha deriso, chi ha sparso bufale per denigrare Greta e il suo movimento, chi si è rivelato particolarmente furbo quando ha puntato il dito sul fatto che i ragazzi volevano semplicemente saltare un giorno di scuola. La risposta l'ha data una ragazza del Liceo Virgilio di Roma "Saltiamo la scuola un giorno per insegnarvi qualcosa"

La “Campaniliana” inizia con un gran convegno: linguaggio scritto, trasmesso e parlato a partire dall’opera di Achille Campanile

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Appena un giorno dopo la data del suo compleanno, Achille Campanile è tornato protagonista a Velletri con l’inaugurazione della rassegna nazionale di teatro e letteratura a lui dedicata. La “Campaniliana”, organizzata dalla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri in collaborazione con l’Associazione Memoria ‘900, festeggia la sua terza edizione in grande stile con il pubblico delle grandi occasioni (oltre centocinquanta le persone che hanno affollato l’Auditorium) e una batteria di relatori di primissimo livello.

di Rocco Della Corte
A dare il benvenuto ci ha pensato la professoressa Vera Dani, consigliera della Fondazione e referente del Premio Nazionale Teatrale “Achille Campanile”, anche quest’anno ‘preso d’assalto’ dagli autori con oltre sessanta copioni pervenuti. Per l’Amministrazione Comunale hanno portato il saluto il Presidente del Consiglio, Sergio Andreozzi, e l’Assessore alla Cultura, Romina Trenta. Presente in sala anche l’Assessore alla Cultura del Comune di Lariano, Maria Grazia Gabrielli. Il coordinatore del convegno, Arnaldo Colasanti, ha dunque dato la parola al primo degli ospiti: Giancarlo Governi. Autore televisivo, scrittore e giornalista, Governi è un profondo conoscitore dell’opera campaniliana e un grande estimatore di Campanile: "Siamo davanti a un gigante della scrittura, che tuttavia non amava essere definito umorista"– ha detto.
"Il comico è difficile, per essere drammatici basta far morire qualcuno. Qualcuno cercando di fare della critica facile dice che Campanile ha anticipato di trenta anni il teatro dell'assurdo. Ma secondo me è assolutamente falso. No, il teatro dell'assurdo e quello di Campanile non c'entrano nulla, sono come gli asparagi e l'immortalità dell'anima", ha dichiarato, parafrasando il titolo della celebre opera del Maestro. Il secondo intervento è stato quello di Florinda Nardi, docente di Letteratura Italiana all’Università di Roma Tor Vergata. La professoressa ha parlato del rapporto tra l’istituzione universitaria e lo scrittore, spiegando come gli studenti al giorno d’oggi percepiscano l’opera campaniliana: "Quando presentavo Campanile ai ragazzi, sembrava un autore odierno, contemporaneo, non poteva essere né un uomo degli anni Venti né un uomo dell'Ottocento per il potere della chiarezza del suo linguaggio nelle aule universitarie. Ha avuto ed ha un valore didattico fortissimo". Florinda Nardi ha ribadito la dignità della letteratura umoristica, tutt’altro che da considerare di Serie B. Anche Emilia Costantini, firma del 'Corriere della Sera', si è soffermata sulla chiarezza linguistica e sul ruolo del teatro oggi: "Il rapporto tra teatro e cinema” – ha spiegato – “è particolare, perché il cinema va male ed è più difficile far ridere, è tecnologia e la tecnologia è destinata a essere superata da nuova tecnologia. Il teatro resiste perché è millenario e resiste in questa solitudine digitale il rapporto tra attore e pubblico".
Ultimo a parlare è stato il professor Francesco Sabatini, lessicografo, linguista, presidente onorario dell’Accademia della Crusca e personaggio televisivo. "Il caso di Campanile” – ha detto il professore – “va inserito in un quadro di difficoltà della lingua italiana uscita da secoli di splendore. Questa lingua ci è servita per porre i pilastri della nostra società. Con l'arrivo dei tempi moderni che hanno investito le culture: il giornalista, ad esempio, ha un ruolo importante per la vitalità della lingua". È stato un convegno estremamente interessante, con relatori di spessore e una vasta affluenza di pubblico, in cui si è potuto spaziare intorno a vari argomenti di stringente attualità: la lingua, il suo uso, i media, il parlato, lo scritto e il trasmesso. Gli interventi, puntuali e nel merito, hanno arricchito senz’altro la folta platea, e la “Campaniliana” è pronta a continuare con gli eventi teatrali che onoreranno al meglio e in maniera dinamica il genio di Achille.



«Per chi ti ha toccato il corpo con la mente»: nel ventennale parole e musica di Fabrizio De André ai Castelli Romani

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Tre date, una a Velletri (Teatro Artemisio il 3 novembre), una a Lanuvio (Teatro Comunale Don Bosco il 15 dicembre) e una ad Albano Laziale (Sala Nobile di Palazzo Savelli l’11 gennaio), sono previste per l’iniziativa «Per chi ti ha toccato il corpo con la mente». La poetica di Fabrizio De André, un viaggio tra le parole e la musica del cantautore genovese.

di Valentina Leone
Nel ventesimo anno dalla scomparsa avvenuta l’11 gennaio 1999, la compagine formata da tre comuni dei Castelli Romani, Velletri, Lanuvio e Albano Laziale, il cui capofila è il Consorzio SBCR (Sistema Bibliotecario Castelli Romani), si prepara a celebrare l’artista genovese che preferiva definirsi cantautore e non poeta. Nonostante le dichiarazioni d’autore, memori del discrimine posto da Benedetto Croce («Fino a diciotto anni tutti scrivono poesie. Dopo quell’età continuano solo i poeti e i cretini»), è la persistenza quotidiana del messaggio poetico e umano che De André ha lasciato in eredità non solo nelle sue canzoni, ma anche nelle preziose interviste e negli intervalli durante i concerti – densi di spunti interpretativi sui testi e di riflessioni – che l’iniziativa castellana intende mettere al centro, facendo avvicinare gli appassionati e il pubblico meno avvertito dei giovanissimi. Quella che si vedrà sul palco nelle tre date sarà i realtà solo l’ultimo stadio di un progetto più ampio nel quale un primo tassello è costituito dalla sinergia che si creerà tra cantautori e musicisti, tutti attivi sul territorio locale e provenienti da esperienze diverse, ma accomunati dall’impegno militante a mantenere vivo il patrimonio deandreiano. La scelta di coinvolgere cantautori e non interpreti, segue il filo di una delle rassegne già presenti sul territorio dei Castelli; citando infatti la traduzione del brano di Cohen («Per chi mi ha toccato il corpo con la mente») la stessa direzione artistica ha voluto sottolineare l’importanza degli insegnamenti del grandi protagonisti della storia della musica sugli artisti contemporanei. Accadrà lo stesso in queste giornate che si preannunciano ricche e coinvolgenti, portando a compimento un’idea sviluppata in rete sotto la direzione artistica di Daniela Di Renzo e la direzione musicale di Emiliano Begni. Un ensemble a più voci, formato da cantautori, musicisti, scrittori, giornalisti, sarà la guida per un’esplorazione della poetica di Fabrizio De André che si svilupperà nelle diverse serate con conferenze, presentazioni di libri e riflessioni sull’opera di De André, sondando il suo impatto nel panorama non solo musicale ma anche culturale e letterario. Un dialogo polifonico nel quale, alla luce di una proposta che intende coinvolgere realtà diverse, si affiancheranno gli alunni delle scuole castellane che presenteranno il loro lavoro sui testi del cantautore genovese, dando un saggio di quanto il linguaggio di De André sia universale. La data inaugurale è prevista a Velletri per domenica 3 novembre, ore 18, nella cornice del Teatro Artemisio “Gian Maria Volontè”; seguirà la data del 15 dicembre a Lanuvio, ore 18, presso il Teatro Comunale “Don Bosco”; mentre la chiusura del trittico di eventi è previsto per la speciale ricorrenza del 11 gennaio 2020, alle ore 18, nella Sala Nobile di Palazzo Savelli ad Albano Laziale. Il progetto sperimentale «Per chi ti ha toccato il corpo con la mente». La poetica di Fabrizio De André, che ha avuto il riconoscimento della Fondazione Fabrizio De André Onlus ed è realizzato con il contributo dei tre comuni di Velletri, Albano Laziale e Lanuvio, si preannuncia essere un’occasione da non perdere per riscoprire a tutto tondo l’opera di Faber.


Una domenica a teatro con “Vecchia Russia” e “Canzone napoletana” di Achille Campanile all’Artemisio-Volonté

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Continua nel segno del teatro la “Campaniliana” 2019. La terza edizione della rassegna dedicata al grande scrittore Achille Campanile propone al pubblico una seconda data nel prestigioso Teatro Artemisio-Gian Maria Volonté diretto dal Maestro Claudio Maria Micheli.

di Rocco Della Corte
Domenica 6 ottobre, alle ore 18.00, la compagnia professionistica guidata dal regista Pier Luigi Nicoletti metterà in scena due atti unici campaniliani: “Vecchia Russia” e “Canzone napoletana”. I giochi di parole, il fine umorismo, il gusto per l’ovvio e per il meno ovvio caratterizzano questi due testi poco rappresentati ma dalla grande efficacia comunicativa, come era nelle corde della produzione del Maestro. Il costo del biglietto è di € 5,00 ed è attiva la prevendita, curata dall’Associazione Memoria ‘900, nei giorni di mercoledì 2 ottobre e venerdì 4 ottobre alla Casa delle Culture dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.00. Si potrà acquistare il biglietto anche il giorno dello spettacolo, al botteghino del Teatro Artemisio-Volonté, a partire dalle 16.30. Lo spettacolo è prodotto dalla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri.

“La cultura è quel luogo dove un popolo incontra se stesso”

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Raccontare l’amore a partire dal potere, non una contraddizione ma l’esatta mission dell’antologia di racconti firmata da Dulce Maria Cardoso. “Sono tutte storie d’amore”, edito da Voland, è un libro che appassiona per la sua forte empatia con il lettore.

di Rocco Della Corte
Nel pomeriggio di martedì 1° ottobre la Mondadori Bookstore di Velletri ha ospitato la scrittrice portoghese, che insieme al noto autore Angelo Di Liberto e all’editrice Daniela Di Sora ha dato vita ad un incontro davvero interessante. Dopo il saluto dell’editrice, Di Liberto ha introdotto la presentazione: “Il libro di Dulce Maria Cardoso mi ha intrigato perché costruisce una sua lingua che ha una metrica musicale lieve, per contrasto riesce però ad entrare in profondità. Leggendo ci si accorge di come con due tratteggi ella costruisca universi psicologici. Il grande scrittore si vede nel racconto, e lei trascina il fruitore nei vortici delle sue storie”. Per entrare meglio nel testo, il circolo dei lettori di “Velletri Libris” ha organizzato alcune letture di passi narrativi significativi, interpretate da Silvia Ciriaci, Arianna Zuccaro ed Emanuele Cammaroto. Dulce Maria Cardoso, egregiamente tradotta da Daniele Petruccioli, ha così spiegato il filo conduttore dei racconti contenuti nel volume, che è appunto il potere: “Per raggiungere il potere ci sono tre possibilità: la bellezza, che rende desiderati, il talento o l’intelligenza, che possono aiutare a raggiungere gli obiettivi, e il denaro, che si può accumulare o trasmettere e fa pensare che si possano comprare le due possibilità precedenti”. Eventualità che l’autrice descrive con minuzia di particolari e sapienza stilistica, aspetti approfonditi anche nella breve intervista concessa per l’occasione all’ufficio stampa Mondadori. 

Raccontare l’amore è molto difficile, lei ne racconta di più tipi. È una sfida complessa a livello narrativo… 

(Prima di rispondere, sorride, ndR). E’ sempre difficile parlare d’amore, ma in realtà il titolo di questo libro è una provocazione: sono tutte storie di potere. Tutti i rapporti umani sono rapporti di potere, e l’amore è forse il rapporto di potere più benigno, proprio per questo anche più difficile. Quello che emerge dalle storie è quasi sempre una assenza d’amore. 

La composizione di questi racconti è consecutiva? Come si arriva a quest’ordine? C’è un filo conduttore naturale? 

Ci sono anche anni di differenza tra alcuni di questi racconti. Il filo conduttore non è voluto, solamente quando li ho messi insieme ho deciso di utilizzare, per la pubblicazione, quelli che rispondevano al tema portante. 


Anche Angelo Di Liberto ha rilasciato alcune brevi dichiarazioni, prima di intervistare personalmente la Cardoso dando vita ad un dialogo di altissimo livello letterario con la ‘collega’ portoghese. 

Angelo Di Liberto, Dulce Maria Cardoso parla di ‘provocazione’ nel titolo. E hai con te le “Poesie del disamore” di Pavese… 

È una provocazione nella misura in cui non si parla d’amore ma attraverso la tribolazione amorosa si entra in una dimensione altra. Le “Poesie del disamore” ugualmente non parlano d’amore: è come se attraverso un meccanismo tortuoso che parte dall’amore si arrivi al suo esatto contrario. 

Una domanda sul gruppo facebook “Billy – il vizio di leggere”. Un esperimento sempre più coinvolgente, come nasce e come si sviluppa? 

Nasce dal fatto che nella selva incontrollata delle uscite editoriali –si parla di 60mila libri pubblicati all’anno -era divenuto difficile districarsi. I lettori si confondono, non c’è una chiara distinzione tra ciò che è qualità e ciò che non lo è. La consapevolezza letteraria non esiste se non nei lettori strutturati. A me e Carlo Cacciatore è venuto quindi in mente di formare un salotto letterario virtuale all’interno del quale riflettere non solo sulle trame e sui personaggi ma soprattutto sulla scrittura, che è lo specifico della letteratura. Le storie avvengono anche in altri canali come le serie tv o il cinema, a me interessa parlare dello specifico della letteratura e della struttura stilistica delle storie perché forma e sostanza dovrebbero coincidere. 

In chiusura, prima della splendida torta offerta ai relatori e realizzata da Gelatomania, un grido di saggezza e di monito venuto direttamente da Dulce Maria Cardoso, nel rispondere alle domande dei lettori: “La cultura è quel luogo dove un popolo incontra se stesso”.

Settembre 1683, veliterni alla difesa di Vienna assediata dai turchi

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L’impero ottomano, guidato dal Gran visir Qara Mustafa Pascia, attacca l’Europa centrale all’inizio dell’estate del 1683 e travolta l’Ungheria punta decisamente sulla capitale dell’impero asburgico. Vienna viene messa sott’assedio il 15 luglio e l’allarme in Europa diviene generale.

di Massimo Fabi
Papa Innocenzo XI Odescalchi chiama ad una nuova crociata contro i turchi che minacciano il cuore stesso della cristianità e la risposta è all’altezza della grave situazione. Sopiti gli eterni contrasti tra Spagna e Francia (quest’ultima spesso, più o meno palesemente, alleata agli stessi turchi in funzione antispagnola!), da tutto il continente arrivano quattrini e soldati all’imperatore Leopoldo I che affida la difesa della sua capitale all’energico nuovo re di Polonia Giovanni III Sobieski. Anche Velletri risponde generosamente all’appello del papa. Il vescovo della città, cardinale Nicola Ludovisi, donò le sue suppellettili d’argento per batter moneta e molti cittadini si arruolarono volontari nelle truppe pontificie in partenza per l’Austria.

Tra questi il trentasettenne Antonio Blasi che si ritrovò, il 12 settembre 1683, a combattere a Kahlenberg, sotto le mura di Vienna, la battaglia decisiva che vide la pesante sconfitta dell’esercito turco. Sconfitta che provocò, oltre la decapitazione del Gran visir per ordine del sultano, una grave crisi dell’intero impero ottomano di cui profittarono le potenze europee per riprendersi tutti i territori a suo tempo occupati dai turchi! Intanto, le numerose bandiere conquistate al nemico venivano portate al papa che le faceva deporre nella nuova chiesa di S.Maria della Vittoria in Roma e istituiva a ricordo la festa del Nome di Maria. Anche Antonio Blasi aveva meritato una bandiera turca: in quella giornata riuscì (la tradizione, in linea con una certa caparbietà di carattere dei velletrani, dirà “per pura tigna”!) a strappare un vessillo al nemico.
Ma non lo portò a Roma: lo donò all’immagine della Madonna delle Grazie di Velletri e da allora è ancora esposto nel Santuario. Nella stessa Cattedrale dove, il 28 settembre di quell’anno, furono celebrate le solenni esequie per tutti quelli che da quella battaglia non fecero ritorno. Antonio Blasi morì a Velletri nel 1732, alla bella età di 86 anni.







Oggi pomeriggio Sveva Casati Modignani presenterà "Segreti e ipocrisie" alla Mondadori

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Si intitola "Segreti e ipocrisie" ed è l'ultimo libro di Sveva Casati Modignani, una delle narratrici più affermate della letteratura contemporanea. L'autrice sarà oggi pomeriggio a Velletri, presso la Mondadori Bookstore, per presentare la sua ultima opera a partire dalle 18.30.

di Rocco Della Corte
Tra un anno che finisce e uno che inizia, Maria Sole - la protagonista del romanzo - riflette sulla fine del proprio matrimonio. I ricordi, le nostalgie, i sospetti e i segreti le tornano così davanti, in maniera prepotente, costringendola ad affrontarli senza mezze misure. Ad aiutarla le sue tre amiche, Carlotta, Gloria e Andreina, con le quali si incontra ogni giovedì per confidenze e sostegno. E tutte e quattro aspettano il nuovo anno con degli obiettivi, ambiziosi, da raggiungere. Dopo la presentazione, consueto firma-copie e foto-ricordo. Per incontrare Sveva Casati Modignani l'appuntamento è oggi pomeriggio alle 18.30 alla Mondadori di Velletri.

Proiezione speciale al Cinema Augustus: a Velletri arrivano le "aquile randagie"!

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In occasione dell’uscita evento del film Aquile Randagie, il Cinema Multiplex Augustus di Velletri ha organizzato, in collaborazione con le associazioni Scout di Velletri, il Comune e l’ANPI, un evento speciale lunedì 7 ottobre dalle ore 18:00, in cui sarà ospite Gianni Aureli, il regista del film per far conoscere al pubblico questa storia fatta di valori e di coraggio: il film è dedicato ai giovani scout di Milano, Monza e Parma che, negli anni del fascismo, decisero di disobbedire all'editto del regime che scioglieva tutte le associazioni giovanili, scout compresi.
Decisero di tenere fede alla promessa fatta e di impegnarsi per tener accesa, nella clandestinità, la fiamma dello scoutismo italiano. Un impegno concreto che nell'arco di oltre un decennio, dal 1928 al 1945, permise a tanti ragazzi di credere possibile un mondo fondato sulla libertà, la giustizia e la fraternità in un momento tra i più tristi della storia italiana. Un obiettivo perseguito a costo di gravi rischi personali ma che, tra i tanti risultati, permise di salvare oltre 2000 persone in pericolo. Le Aquile Randagie sono un mito per tutti gli scout italiani, e per tutti quelli che hanno camminato nella Val Codera. La loro storia ancora oggi ci insegna che impegnarsi per un mondo migliore è possibile, e come dice Gianni Aureli“Quello che conta ora è che i ragazzi di oggi, non importa se scout o no, possano vedere quello che ha fatto un gruppo di loro coetanei quasi un secolo fa. Le Aquile Randagie sono ragazzi che hanno seguito un ideale e hanno avuto il coraggio di fare determinate scelte”. Vi aspettiamo al cinema!

ArteMestieri Castelli Romani con il 4° Premio di Pittura e Artigianato Artistico “Grappolo D’Oro 2019” protagonista della Festa dell’Uva

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Sabato 28 e domenica 29 settembre si è svolta, a Velletri, l’89^ Festa dell’Uva e dei Vini. Anche quest’anno l’Associazione ArteMestieri Castelli Romani è stata parte attiva della manifestazione proponendo una collettiva di artisti e artigiani del territorio, che hanno potuto esporre le proprie opere nei caratteristici vicoli del centro cittadino.
La kermesse organizzata dall’associazione culturale AMCR ha trovato lo zenith con la 5^ edizione Scianco d’Uva del IV° premio “Grappolo d’Oro 2019”. L’associazione è giunta al suo quinto anno di attività e grazie alla guida appassionata del suo presidente, Fabio Pontecorvi, e della sua vice, Alida Ferrettiniè ormai una positiva realtà del territorio dei Castelli Romani. Opere di pittura, hanno decorato le centralissime via Furio e via San Francesco con lo scultore Palmiro Taglioni e il ceramista Maurizio Orsolini. Così come in piazza Mazzini, alcuni gazebo hanno ricreato l’atmosfera delle botteghe artigiane. Gli artigiani e gli artisti hanno potuto mostrare direttamente ai tantissimi che gremivano le vie di Velletri, le tecniche per trasformare l’ispirazione artistica in opere uniche.
Come consuetudine, il concorso ha messo in “competizione” gli artisti e gli artigiani su un tema legato alla tradizione contadine del territorio dei Castelli, con un occhio particolare al suo rapporto con la vite. A contendersi il primo posto quindici tra pittori e scultori e nove artigiani protagonisti assoluti dell’evento, che hanno dovuto convincere un’accorta giuria composta dal direttore artistico del castello Rospigliosi di Zagarolo lo scultore Francesco Zero, la pittrice di fama internazionale Yolanda Zerboni, l’artista Francesca De Angelis che vanta esposizioni in Italia e all’estero. Dopo una scrupolosa valutazione e una lunga seduta di confronto, la giuria ha scelto i vincitori delle due sezioni a concorso: arti grafiche visive, e artigianato artistico, nella centrale piazza Mazzini, dal Presidente Fabio Pontecorvi, da Alida Ferrettini e dai membri del Direttivo di ArteMestieri: Giancarlo Mariani, Vanessa Martini, ed Emanuele Cammaroto. Un profondo ringraziamento è stato rivolto dal Presidente Pontecorvi, all’amministrazione comunale alle cantine vinicole che hanno offerto i loro vini lungo il percorso, a tutti gli sponsor che hanno voluto partecipare con dei loro gadget per gli artisti e che hanno creduto nella buona riuscita della quarta edizione del premio “Grappolo d’Oro 2019” ideato dall’associazione culturale ArteMestieri Castelli Romani. 




I vincitori: Premio Arti Visive 2019: 1° Classificato Bruno Savioli, 2°Costantina Antonino, 3° Luca Candidi. Premio Artigianato Artistico 2019: 1°Classificato: Astrid Lima, 2°Massimiliano d’Angelo, 3°Sergio Belardelli. Premio Giovane Artista 2019: 1° Classificata: Isabella Anghelache, 2°pari merito Michela Catarinelli, Giuliani Maria Stella.

Torna "MusicAndos" a teatro e per l'ottobre rosa si tinge il Palazzo Comunale

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L'ANDOS Velletri continua, incessantemente, il lavoro di sensibilizzazione con l'obiettivo di condurre una campagna di per la diagnosi precoce del tumore alla mammella. Come ogni anno, nel mese di ottobre, un monumento cittadino si tinge di rosa. Quest'anno è toccato al Palazzo Comunale, le cui splendide foto già campeggiano sui social da qualche giorno. 
Una decisione assunta di comune accordo con l'Amministrazione Comunale, che ha illuminato il primo piano dell'imponente palazzo municipale di colore rosa. Intanto questa sera al TeatroArtemisio “Gian Maria Volonté” di Velletri torna per il terzo anno consecutivo “MusicAndos“. L’evento è organizzato da Andos Velletri (Ass. Nazionale Donne Operate al Seno) in collaborazione con la Twins Father’s Band e la Scuola di danza Dance in Progress in occasione di Ottobre Rosa, mese internazionale dedicato alla prevenzione dei tumori al seno e sarà presentato da Tiziana Mammucari. La serata sarà all’insegna dello spettacolo, del divertimento ma anche dell’informazione mirata a far conoscere ulteriormente l’Associazione e le sue prossime attività sul territorio. Ospiti e special guest: Luca Guadagnini e Ludweg! Un elogio all'ANDOS Velletri e al presidente Ombretta Colonnelli con il suo staff per il costante lavoro sul territorio volto a sensibilizzare e prevenire su un tema assolutamente fondamentale per la nostra salute.






Tutta Velletri attonita per la morte di Matteo Demenego, agente 31enne ucciso in Questura a Trieste

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Morire durante il servizio e in una Questura, insieme al collega Pierluigi Rotta, un epilogo davvero incredibile per la vita del 31enne di Velletri Matteo Demenego.
Il giovane agente è morto sotto i colpi di uno dei due uomini che aveva arrestato, con una dinamica non ancora chiara. Il poliziotto e il suo collega, Pierluigi Rotta, infatti, avevano fermato un rapinatore e il fratello, responsabili del furto di uno scooter. Ha diramato una nota la stessa Questura, nella quale si legge che "i due fratelli erano stati accompagnati in Questura da personale delle Volanti dopo un'attività di ricerca del responsabile della rapina di uno scooter, avvenuta nelle prime ore del mattino. Per motivi in fase di accertamento uno dei due ha distolto l'attenzione degli agenti e ha esploso a bruciapelo più colpi verso di loro. Entrambi hanno tentato di fuggire dalla Questura, ma sono stati fermati". Un fatto davvero incredibile e che lascia attonita l'intera cittadinanza Veliterna. Sui ledwall è comparso subito il messaggio di cordoglio dell'Amministrazione Comunale, seguito dalle dichiarazioni del Sindaco Pocci su facebook. Il primo cittadino ha detto: "Esprimo vicinanza alla famiglia di Matteo Demenego, giovane agente di Polizia e nostro concittadino, ucciso, con un atto vile, nell'adempimento del suo mestiere. Dichiarerò lutto cittadino in accordo con le altri Istituzioni". Sulla stessa lunghezza d'onda altre personalità politiche del territorio, a cominciare dal Presidente del Consiglio Sergio Andreozzi. Matteo Demenego era originario di Velletri, dove la sua famiglia tutt'oggi risiede. Era diventato agente nel 2013 e aveva lasciato Velletri per trasferirsi a Trieste. Per lui e per il suo collega, di Pozzuoli, sono presto arrivati i messaggi di cordoglio del premier Conte, del Ministro Di Maio e del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Politica in movimento a Velletri: Renzi e "Italia Viva" fanno le prime adesioni 'eccellenti'. A cominciare da Servadio

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La geografia politica è in grande evoluzione e a Velletri non si fa eccezione rispetto allo scacchiere nazionale.
Il Consiglio Comunale cambia ancora e dopo l'accesso di Greci, D'Agapiti e Comandini alla Lega e l'addio di Iannuzzi, unico consigliere eletto dal Carroccio, alla stessa, stavolta è Maria Paola De Marchis a comunicare l'ingresso nel nuovo soggetto politico renziano, Italia Viva. Prima a farlo in maniera ufficiale, ma presto sono arrivate altre eccellenti adesioni tra cui quella dell'ex Sindaco Servadio, al quale il segretario del PD Zaccagnini ha rivolto gli auguri per la nuova avventura politica auspicando un dialogo tra la forza dem e quella dell'ex premier. Per nulla entusiasta di questa emorragia il capogruppo PD, Mauro Leoni, che ha affidato ad una lunga dichiarazione il suo pensiero: "La politica vive l'ennesima scissione che di certo non contribuirà a far crescere l'indice di gradimento tra i cittadini. Questo si consuma nelle fila del Partito Democratico, creando amarezza ed invito a profonde riflessioni sul perché e come intervenire. Personalmente" - dice Leoni - "in maniera coerente, resto nella casa che più mi appartiene, convinto che in essa va trovata la via maestra affinché possano veramente trovare spazio quelle riforme, figlie di un partito riformista, che tenga in seria considerazioni i cambiamenti della politica e delle attenzioni, che devono essere dedicate al mondo del lavoro, delle microimprese, del sociale, dello sviluppo in generale. Quella casa che specialmente in ambito locale dovrà rafforzare la capacità di difendere politicamente, come Partito Democratico, il ruolo centrale, che può dialogare con tutte quelle forze che, nel rispetto delle regole ne condividono linee ed accordi programmatici. Un partito che saprà rimarcare un posizionamento nello scenario del centro sinistra con grande capacità di sintesi nel dialogo con le aree più moderate del paese". A lasciare i democratici è anche l'ex segretario Gianfranco Cestrilli, da sempre vicino a Matteo Renzi: "Ho comunicato al segretario locale del Partito Democratico la mia decisione di aderire ad Italia Viva. Non per seguire la “Dottrina di Renzi” come qualche giornale mi attribuisce ma perché ritengo che per un liberale di sinistra il PD non sia più la casa giusta. Sia ben chiaro in questa decisione non c’è nulla di personale, le motivazioni sono tutte politiche, dal come sono andate le cose in questi ultimi anni per come si stanno mettendo le cose dentro il PD con i cambiamenti statutari annunciati (riproposizione della doppia figura Segretario/ Premier e le primarie riservate esclusivamente agli iscritti con la fine di ogni possibile contendibilità della leadership, modifiche che riporteranno il PD ad una versione sbiadita del PDS, opzione che per carità rispetto ma è la negazione di tutto ciò in cui ho creduto dalla Bolognina in poi e che mi ha portato ad aderire con entusiasmo alla nascita del PD. Una opzione legittima, che rispetto ma che è risultata fallimentare per tutti i partiti socialisti europei che hanno deciso di adottarla Francia, Germania, Regno Unito come esempio. Per finire il ritorno al proporzionale previsto nell’accordo di governo con i 5 stelle, che per un tifoso della vocazione maggioritaria del PD e che ha sempre attribuito al proporzionale la causa di tutti i nostri guai non è proprio il massimo delle aspirazioni". Non si è espresso il Sindaco Pocci, mentre non si escludono altre adesioni eccellenti ad Italia Viva Veliterna. Del resto la capacità aggregativa dei nuovi referenti, Servadio in testa, e qualche malumore in maggioranza potrebbero spingere altre personalità a dare fiducia alla creatura renziana? I sondaggi danno il nuovo soggetto tra il 3 e il 5%, con il PD stabile intorno al 20 % e la Lega sempre avanti intorno al 32%. I prossimi sviluppi li scopriremo anche intervistando i protagonisti di queste evoluzioni dello scacchiere politico.

La Formazione continua come forma evoluta del processo evolutivo umano

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«Vorrei tenere salva, per me, la capacità di avere dei pensieri non solo corretti, ma anche completi» [Ivano Fossati].
1: C ved lune h21? 

2: Xké 6 :-( ? Tvb :-x 

3: So ke nn c 6 a kasa. + o - a ke ora torni? 

4: ke fai sab sera? Usciamo coi raga? 

 1 MSG X TE: “Leggi parole complete, scrivi parole complete, in questo modo completerai anche te stesso”
Il cantautore genovese, con un’ironia penetrante e con un uso della musica che fa da giusto contrappeso a un’attualità sempre più caratterizzata da profonda superficialità, da significati scontati e da una modalità di comunicazione centrata sulla velocità e sul pragmatismo, scrive un testo/denuncia in cui evidenzia la tendenza sempre più diffusa all’impoverimento della conoscenza, “Il battito”. 

https://www.youtube.com/watch?v=OyEKvqRGpZ4 


Sempre più spesso siamo convinti di conoscere una realtà solo perché ne abbiamo intravisto un aspetto, o di conoscere cosa pensa un filosofo solo perché da qualche parte abbiamo letto una citazione di un suo pensiero, guardiamo solo alcune parti del mondo perché sono le uniche presenti nei canali mass-mediatici. La conoscenza non si muove più su sistemi di pensiero ampi, articolati, complessi, la velocità ha modificato il significato di efficacia nella comunicazione, e così assumono il ruolo di noiosi e antiquati coloro che hanno il coraggio di non accontentarsi della superficialità, che per ogni effetto vanno alla ricerca di una causa, che amano il dubbio e il confronto, che al battere delle mani preferiscono far battere il cuore e pulsare la mente. 

E se la frammentarietà dei pensieri, la superficialità delle idee, la presunzione di sapere tutto di tutti solo per aver visto o letto poche cose, stesse intaccando la solidità delle coscienze e delle identità? La crescita e l’evoluzione di un essere umano, della cultura e dell’identità di un popolo passano attraverso i processi di conoscenza e consapevolezza e vanno coltivati e nutriti come fossero beni preziosi. 

In questo panorama si configura come opportunità la formazione continua e permanente, l’aggiornamento professionale, l’approfondimento per tematiche, veri e propri spazi di crescita ed evoluzione del potenziale umano, luoghi dove la conoscenza è strutturata in modo tale da dare ordine e significato ai concetti e alle informazioni acquisite, mettendole in correlazione tra loro e creando un collegamento con l’esperienza personale. La connessione tra SAPERE/FARE/ESSERE è la chiave che apre le porte alla conoscenza. Istruzione, comunicazione, rappresentazione, apprendimento vengono utilizzati in funzione della crescita umana attraverso il contatto con se stessi, divenendo una base essenziale per governare la relazione con l’altro e con il mondo. 


Formare: accompagnare, guidare, prendersi cura della crescita del discente. 

Formarsi: potenziare le competenze, la professionalità, mettersi in gioco, misurarsi con la conoscenza di sé, dell’altro e del mondo. 

Entrambi i processi hanno in comune la presa di responsabilità nei confronti dell’altro e di se stessi. Entrambi sono mossi dalla necessità di trovare la migliore soluzione alle difficoltà che la vita presenta e arricchirla nella constante ricerca della bellezza e del benessere collettivo. 

Il SAPERE (aspetti cognitivi come l’informazione e la scoperta), il FARE (le evidenze scientifiche, i tecnicismi, le competenze specialistiche), se integrate con l’ESSERE (la conoscenza di Sè, dei vissuti emotivi correlati all’esperienza), determinano una profonda crescita, e di conseguenza un senso di auto-realizzazione, fondamentale per la formazione e l’affermazione dell’identità sia personale che professionale. Il vissuto emotivo dell’individuo in formazione molto spesso viene considerato come elemento-problema piuttosto che come risorsa in grado di potenziare il buon esito della crescita di consapevolezza. Eppure è oramai un fattore noto e largamente condiviso che l’efficacia dell’apprendimento è strettamente connessa alla qualità della relazione che si instaura tra formatore e formato, contenuto ed esperienza soggettiva. 

La metodologia formativa del Centro Culturale Eppur si Muove ha sempre fatto leva su tali processi, lasciando spazio al lavoro esperienziale e interattivo, necessario per creare il luogo di esposizione per i vissuti emotivi del discente, al fine di agevolare la presa di coscienza di Sè e del proprio potenziale. 


Le proposte formative e didattiche spaziano dall’ambito didattico-pedagogico a quello psicologico, da quello artistico a quello socio-sanitario. Alcune delle nostre proposte.[*] 

- Tutoring DSA e BES: formazione per diventare Tutor didattico, una figura professionale che accompagna bambini e adolescenti con disturbo dell’apprendimento verso la gestione del problema didattico. Un sostegno specifico che permette al bambino di apprendere un metodo di studio più adatto alle proprie caratteristiche. 

- L’arte di promuovere l’arte: formazione per acquisire strategie di promozione e comunicazione nel settore dell’Arte e della Cultura, per promuovere eventi e artisti, per creare reti virtuose allo scopo di potenziare l’efficacia delle attività culturali. 

- Europrogettazione, dal Dire al Fare: informare e far conoscere le possibilità offerte dai programmi di finanziamento europeo, entrare nel vivo della progettazione dall’ideazione alla presentazione alla realizzazione. 

- Violenza sulle donne, violenza di genere: formazione per operatori psico-socio-sanitari sull’analisi delle dinamiche sociali, relazionali e sugli interventi di rete nelle situazioni di violenza contro le donne. 

Mettersi in gioco in prima linea vuol dire avere la forza di guardarsi profondamente dentro, per comprendere dove finisce la responsabilità dell’altro e dove inizia la propria nella gestione delle criticità della vita personale e professionale, due elementi che non possono essere separati dando retta a una filosofia “schizoide” che vede l’essere umano scisso tra vita privata e vita pubblica. L’individuo è uno e deve imparare a gestire l’equilibrio tra il dentro e il fuori, non rinunciando mai ciò che è, pena una scissione dell’Io che non troverà mai piena soddisfazione. 

[*] Per approfondimenti sul programma completo dei corsi rivolgersi alla dott.ssa Claudia Cianfoni, eppursimuove.velletri@gmail.com Mob. 3917709041

Velletri, lutto cittadino e fiaccolata in concomitanza con i funerali di Matteo Demenego. E intanto il SAP parla di problemi alle fondine

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"Il sindaco Orlando Pocci comunica che il lutto cittadino sarà proclamato in concomitanza con i funerali di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. Si resta in attesa di conoscere giorno e luogo delle esequie.
Nel giorno del lutto cittadino verrà promossa dal Comune di Velletri una fiaccolata alla quale tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. La Città rinnova le condoglianze alla famiglia e alla Polizia di Stato". Questa nota è stata diramata dal Comune di Velletri pochi minuti fa, in merito alla morte di Matteo Demenego, agente di polizia di Velletri, e del collega Pierluigi Rotta. Una decisione apprezzata all'unanimità dal mondo civile e politico, per un episodio che ha scosso profondamente la città di Velletri. Continuano intanto ad arrivare sulla pagina facebook del giovane messaggi di cordoglio e incredulità. Sono intanto state avviate le indagini per gettare luce sulla vicenda, visto anche il luogo in cui è avvenuta: "Nella vicenda dei due agenti uccisi ci sono stati problemi con le fondine. Al primo" - si legge nella nota del Sindacato SAP - "è stata sfilata la pistola perché aveva una fondina vecchia, in quanto quella in dotazione gli si era rotta. Al secondo agente ucciso, la fondina sarebbe stata strappata dalla cintura". 

XXVII Domenica T.O.: "Evangelicamente inutili" dagli scritti di don Gaetano Zaralli

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Lc 17,5-10

TESTO
Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senape, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».


COMMENTO
“Se aveste fede quanto un granellino di senape…”.

È fatto comune spegnere la luce e piangere al buio sulle disgrazie che capitano, attribuendo la responsabilità delle ambasce alle poche risorse che costituiscono il patrimonio della proprie convinzioni. “Ah!… Se avessi più fede!…”, si dice.
Come le briciole di pane che si raccolgono nel pugno, dopo aver rovesciato le tasche ormai vuote, danno all’affamato la speranza di superare la notte, così il granellino di senape, che nella sua pochezza è ancora segno di fede, restituisce  fiducia a chi, depresso, voleva lasciarsi morire miseramente.

“Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge…”.

Luca questa volta si è distratto, tanto da fare apparire incomprensibili le pretese del datore di lavoro nei confronti del proprio servo. Così facendo, dà di Dio  l’idea di un padrone prepotente, che cade per giunta in palese contraddizione con quanto altrove afferma: “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.  (Lc 12,37).
Il soggetto dominante nel primo caso è il servitore che nei confronti del padrone (Dio) sceglie un comportamento di totale disponibilità. Nella citazione seguente, invece, il soggetto è Dio che, in un rapporto confidenziale e amoroso con la sua creatura, di questa si fa “servo”.

“Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.”.

A prima vista dà fastidio il doversi considerare servi di Dio e per giunta inutili. Ma se ciò che opero è frutto di un atto libero ed è conseguenza di una scelta convinta che impegna l’intera mia esistenza, l’essere servo è  anzitutto un atto d’amore che rivolgo a me stesso. Dietro la fatica dell’agire trovo, infatti, la realizzazione di un sogno e, al di là dell’ansia che mi affligge nel perseguire un obiettivo, scopro la serenità di aver compiuto fino in fondo il mio dovere.
Certo volontariato, di cui talvolta si fregia la stessa Chiesa, non ha senso, se l’atto che in quel contesto si compie porta con sé in modo ipocrita uno scambio subdolo di favori. Forse per questo il solo pensiero di ritenersi necessari, là dove si è appena utili, segna l’apoteosi di uno sfacciato “do ut des”.
Quando certi volontari vestono strane casacche negli ospedali e nelle piazze, nelle sfilate e tra i banchi delle chiese… per distinguersi tra la folla e occupare, in nome del servizio prestato, uno spazio privilegiato, è difficile, guardandoli, riconoscere in loro quei “servi” evangelicamente “inutili”.


Oggi pomeriggio alle 19 la fiaccolata per Matteo e Pierluigi. La fidanzata di Matteo: "Mi hai cambiato la vita, tu vivi in me"

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Avrà luogo oggi pomeriggio, a partire dalle ore 19.00, la fiaccolata per Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, gli agenti uccisi a Trieste all'interno della Questura.

L'inizio del percorso è previsto in Piazza Mazzini, dove i presenti si raduneranno per ricordare Matteo e Pierluigi. Sarà una iniziativa, organizzata dal Sindacato Autonomo di Polizia e da Officina di Valori e Progetti, priva di bandiere e di simboli politici e non, con l'unico obiettivo di omaggiare i due sfortunati giovani caduti in servizio. I colleghi del Commissariato di Velletri, intanto, hanno deposto una corona di rose sotto la casa dei genitori di Demenego. Struggente la lettera pubblicata dalla fidanzata di Matteo su facebook, insieme a una foto che li ritrae: "Ti voglio ricordare così amore mio, Felice e sorridente. Mi hai cambiato la vita e hai continuato a farlo giorno dopo giorno...Ti hanno portato via da me, ma tu vivi in me, tu sei parte di me! Ti amo e ti amerò per sempre. Mi prenderò io cura dei nostri gatti, della nostra casa, ma tu promettimi che ti prenderai cura di me, dei nostri gatti, della tua famiglia e di tutte le persone che ti amano! Nulla avrà senso senza di te, ma so che tu ci sei per me, come ci sei sempre stato. La vita ti ha portato via da me troppo, troppo presto. Avevamo così tanti progetti in serbo per noi, una casa, un figlio e il matrimonio. Ma purtroppo il destino ha deciso così, come ha deciso di farci incontrare e di renderci la vita bellissima insieme, come mai ci era successo. Lo so, non leggerai mai queste parole, ma so che ci sei e so anche che in questo momento starai ridendo di me che piango per ogni cosa. Ma tu non sei una cosa, tu sei tutta la mia vita! Sempre!". Una tragedia destinata a lasciare il segno, mentre proseguono le indagini per chiarire la dinamica dei fatti. 

Civiltà e Accoglienza

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Il tutto parte da una citazione del 1953 fatta da Alcide De Gasperi, uno dei padri fondatori dell’edificio comunitario: “I popoli del vecchio continente si debbono liberare dalle scorie di un passato fatto di guerre fratricide ed aprirsi ben oltre i confini della stessa Unione all’insegna della collaborazione e della solidarietà verso le altre nazioni ed i loro cittadini altrimenti lo sforzo unificatore non avrebbe basi solide e durevoli”.

di Giampaolo Brencio
Oggi tuttavia molti segnali mostrano con evidenza che rischia nuovamente di prevalere “il bisogno di tapparsi in casa, rinserrandovisi con il catenaccio e barricandosi ad ogni apertura”. Queste parole consigliano di interrogarsi a fondo sulla rinascita dei nazionalismi e sulla crescente in- sofferenza dei cittadini degli Stati membri nei confronti di chi bussa alle loro porte in cerca di sopravvivenza e di una speranza di vita migliore. C’è un nesso molto forte, forse non dimostrabile con ragionamenti logici ma ampiamente intuibile sul piano antropologico,tra la capacità di accoglienza dell’altro e livello di civiltà di un Paese. E’ comprensibile che in fase di difficoltà economiche ci si affanni a trovare capri espiatori specie quando gli interessi politici contrapposti spingono ad esasperare i toni e a enfatizzare più quello che divide rispetto a quanto può unire. Ma a gioco neppure tanto lungo emergerebbero i limiti e i rischi di scelte improntate alla chiusura e al respingimento di chi guarda al nostro continente come a un approccio di pace e di sicurezza. Di recente si è usata un’espressione particolarmente felice per evidenziare l’inutilità e la stoltezza di una politica di chiusura e di difesa ad ogni costo dei confini nei confronti dell’immigrazione: "E’ come se l’uomo volesse difendersi da se stesso”. Quindi è chiaro che il problema dell’immigrazione deve essere considerato, prima ancora che nella sua dimensione economica, come una seria e decisiva questione umana.

"Le donne dovrebbero solidarizzare": Sveva Casati Modignani racconta a Velletri "Segreti e ipocrisie"

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La grande scrittrice e romanziera Sveva Casati Modignani è arrivata alla Mondadori Bookstore di Velletri per presentare il suo ultimo romanzo, "Segreti e ipocrisie", edito da Sperling & Kupfer.


di Rocco Della Corte
Una storia, quella che rappresenta la novità editoriale della nota autrice, in continuità col precedente "Festa di famiglia". Una prosecuzione quasi naturale viste le storie rimaste in sospeso, come ha specificato la stessa Modignani - intervistata da Aurora De Marzi -  davanti al nutrito pubblico della libreria veliterna. "Il luogo preferito di scrittura e di lavoro è la mia casa" - ha svelato l'ospite - "e rileggendo 'Festa di famiglia' mi sono resa conto di aver lasciato un sacco di interrogativi aperti. Le lettrici e i lettori volevano sapere cosa sarebbe accaduto dopo, e io anche. Ognuna delle quattro donne protagoniste è rimasta con un finale aperto, ed ecco il perché di questo libro e degli altri che, forse, seguiranno". "Segreti e ipocrisie"è la storia di Maria Sole, una donna alle prese con i macigni sepolti e le omissioni del suo nucleo familiare: "Non capita tutti i giorni quello che capita a Maria Sole, cioè di scoprire l'omosessualità di suo marito. Il marito era un amico, un eroe, un aiutante, e si tiene però dentro per una forma di ipocrisia il malessere che avverte. Si rende conto di non essere attratto dalle donne ma dai maschi, però la cosa lo terrorizza e l'ambiente familiare fa il resto".
Una vicenda davvero struggente, che poi evolve nella traumatica scoperta: "Quando Maria Sole e suo marito hanno il primo figlio, accade un fatto: lei intercetta una telefonata e si accorge che Mariano ha un amante. Prima si arrabbia, ma si dispera quando scopre che l'amante è un uomo. Mariano è un ottimo padre, un uomo sano, onesto, pulito, e lei cerca di sostenerlo in questo 'coming out' anche se ineluttabilmente la loro vita di coppia termina". Nel romanzo di Sveva Casati Modignani c'è una forte componente femminile, sia nei personaggi che nell'interpretazione delle vicende. "Le donne" - ha detto la scrittrice - "dovrebbero unirsi e non dividersi. Uomini e donne devono confrontarsi su un piano di parità perchè ne hanno i mezzi, quello che deve prevalere è il rapporto leale.
Mi piacerebbe che le donne solidarizzassero di più tra loro". La scrittrice, prima del lungo firma-copie, ha risposto ad alcune domande del pubblico, alcune delle quali inerenti i suoi gusti letterari: "Leggo da quando sono nata, perché se non leggi non scrivi, e io amo Proust, Chechov... L'ultimo libro che ho letto è un giallo di Francesco Recami". Al termine degli autografi, spazio al gusto con la splendida torta realizzata da Gelatomania e riportante la copertina del libro "Segreti e ipocrisie". Per Mondadori un'altra bella giornata di cultura in attesa del prossimo appuntamento, sabato 19 ottobre, alle ore 18.30 con l'attore Claudio Santamaria e con Francesca Barra.
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