L’Istat ha pubblicato nel 2018 il nuovo report della popolazione residente per stato civile e, insieme ad altri dati, ha evidenziato che: «Aumentano in tutte le età divorziati e divorziate, più che quadruplicati dal 1991». (ISTAT, 2018)
di Simone Pasqualucci
Oltre a questo dato, l’Istat ci dice anche che è in atto una significativa diminuzione della nuzialità, quindi ci si sposa meno e si divorzia di più. Questo è il quadro fenomenologico che emerge da una fotografia statistica dell’Italia. Ma come si arriva alla rottura del legame di coppia e quali sono i processi che si innescano quando due partner decidono di separarsi? È nel gioco proiettivo della scelta del partner e nell’esasperazione dei rapporti conflittuali che, nel migliore dei casi, si crea quel punto di non ritorno che porta al divorzio. Il divorzio ha implicito in sé un sentimento di fallimento e nello stesso tempo di speranza di un rinnovamento vitale. È l’espressione di un Noi che non ha funzionato e di un Io ed un Tu che non hanno saputo costruire. Cigoli, nella sua ricerca sottolinea che le cause del fallimento dell’unione di coppia possono essere molteplici: interferenze delle famiglie di origine, la nascita dei figli, la comparsa di una terza persona, il legame con il mondo del lavoro e la scelta di carriera. (Cigoli, 2017)
La separazione e il divorzio, nel loro aspetto psicologico ed emotivo, sono un vero e proprio processo elaborativo; non solo il sistema famiglia modifica il suo aspetto in un modo definitivo, ma le emozioni e i vissuti di tutti gli attori oscillano tra sconcerto, rabbia, dolore, paura e l’elaborazione dei vissuti è assimilabile a quella del lutto. Il senso di fallimento è in figura, il sogno di una vita insieme si infrange e naufraga in atteggiamenti che nulla hanno a che fare con le promesse e i patti d’amore che la coppia ha vissuto e dichiarato all’inizio della vita insieme. Il divorzio è un processo che secondo Bohannan si elabora in sei fasi, dove la fase conclusiva è rappresentata dal cosiddetto divorzio psichico, ovvero, il separarsi dal partner e il successivo sviluppo dell’autonomia. Il divorzio psichico corrisponde alla separazione di se stessi dalla personalità e dall’influenza dell’ex partner, si deve imparare a vivere senza una persona accanto e divenire emotivamente indipendenti. (Bohannan, 1971)
Il processo di separazione giunge positivamente alla fine se i due partner hanno accettato la divisione e se hanno preso coscienza sia delle cause che ne sono alla base, sia di quanto hanno contribuito personalmente al fallimento della loro unione. Quando il divorzio psichico non viene portato a termine i due partner rimangono emotivamente legati nel tempo in modo disfunzionale. Rimanere intrappolati in queste emozioni può causare la cristallizzazione di alcuni comportamenti e, laddove ci siano figli, la separazione può divenire un vero e proprio campo di battaglia senza esclusione di colpi. La mancanza del processo emotivo legato alla separazione e il non addivenire al divorzio psichico, causa quello che Cigoli definisce “legame disperante”, ovvero l’impossibilità dei due partner, (pur se agita con modalità diverse), di smettere di sperare. (Cigoli, 2015)
![]()
Non si può più vivere insieme perché distruttivo, ma non si riesce a stare divisi emotivamente perché troppo doloroso. Allora si attuano dei comportamenti che possono mettere a dura prova non solo i due partner, ma soprattutto i figli che all’interno del conflitto vengono contesi. È in situazioni come quelle appena descritte che si evidenzia la necessità di interventi mirati alla ex coppia in una sorta di traghettamento emotivo e psicologico da coppia coniugale o amorosa a coppia genitoriale. Guidetti afferma che l’intervento elettivo per la riorganizzazione dei legami familiari a seguito di una separazione è senza dubbio alcuno la Mediazione familiare. (Guidetti, 2014).
La separazione, il divorzio e attualmente anche la fine delle unioni di fatto, vanno considerati come fatti individuali, familiari e sociali. È necessario fare leva sulle risorse presenti in ogni membro dell’intero nucleo familiare per far sì che un evento critico come la separazione non necessariamente comporti effetti disadattivi. Infatti, se ben gestita, tale crisi può divenire occasione per attivare risorse, talvolta latenti, per un cambiamento in positivo dell’intera struttura familiare, attuando un processo di coping che produca effetti positivi.
Bibliografia
BOHANNAN P., Divorce and after: an analysis of the emotional and social problems of divorce, New York, Anchor Books 1971
CIGOLI V., GALIMBERTI C., MOMBELLI M., Il legame disperante. Il divorzio come dramma di genitori e figli, Milano 2015
CIGOLI V., Clinica del divorzio e della famiglia ricostruita, Il Mulino, Bologna 2017
EMERY R. E., La verità sui figli e il divorzio. Gestire le emozioni per crescere insieme, Milano, Franco Angeli 2008
GUIDETTI V., Fondamenti di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, Bologna 2014 https://www.istat.it/it/files//2018/09/Report_popolazione_residente_e_stato_civile.pdf, consultato il 05/09/2019.