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Un'ospite internazionale a "Velletri Libris": sabato sera con Simonetta Agnello Hornby

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Nuova imperdibile data per "Velletri Libris", la rassegna ideata e realizzata dalla Mondadori Bookstore di Velletri in collaborazione con Fondarc. Sabato sera, 20 luglio, a partire dalle ore 21.00 arriverà al Chiostro la nota scrittrice Simonetta Agnello Hornby.

di Rocco Della Corte

Una serata particolare quella che vedrà protagonista l'autrice e avvocatessa nata e cresciuta a Palermo. Insieme a Filomena Campus e per la regia di Daniele De Plano, Simonetta Agnello Hornby metterà in scena sul palco della Casa delle Culture "Credevo che", uno spettacolo/reading in musica avente come tema centrale la violenza domestica e i segni che questa, purtroppo, lascia, sia sul corpo che nella mente. A seguire sarà presentata la nuova edizione de "La mennulara" (Feltrinelli), romanzo uscito nel 2002. Una splendida occasione per ascoltare dal vivo uno dei nomi più importanti della cultura internazionale, che questa estate ha fissato appena cinque date in Italia tra cui Velletri. Oltre allo spettacolo e alla presentazione, sarà un modo per riflettere sulla violenza, la discriminazione religiosa o sessuale, e le tante delicate situazioni che popolano la realtà contemporanea. Appuntamento alle ore 20.15 con le degustazioni enogastronomiche di Casale della Regina e CREA, alle 21.00 con l'autrice. 

Andrea Purgatori, l’ipnosi, i servizi segreti e la storia: presentato il romanzo “Quattro piccole ostriche” a Velletri Libris

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Una serata molto intensa quella di mercoledì 17 luglio alla Casa delle Culture e della Musica. La rassegna letteraria “Velletri Libris”, ideata e realizzata dalla Mondadori Bookstore Velletri, ha ospitato Andrea Purgatori, noto volto televisivo, sceneggiatore, giornalista e scrittore, per presentare il suo primo romanzo “Quattro piccole ostriche” (edito da HarperCollins).


di Rocco Della Corte

La scomparsa di Andrea Camilleri, tuttavia, ha consegnato una diversa solennità all’iniziativa, preceduta come sempre dallo spazio premio che ha visto salire sul palco, ironia della sorte, un’autrice siciliana (Teresa Madonia, con il suo racconto “Cosa abbiamo in mente?”). Fra l’anteprima e la presentazione, Guido Ciarla e Aurora De Marzi hanno preso la parola per omaggiare il Maestro e papà di Montalbano: insieme ad Andrea Purgatori, Emanuele Cammaroto, Teresa Madonia e Rocco Della Corte sono stati letti sul palco due piccoli brani di Camilleri e un lungo applauso ha suggellato un momento fortemente toccante dal punto di vista emotivo, con tutta l’organizzazione che ha voluto ricordare così uno dei padri della letteratura italiana del Novecento. Anche Andrea Purgatori, prima di parlare del suo romanzo, ha portato il suo personale ricordo del Maestro: “Fumava ininterrottamente, quasi non finiva la sigaretta che già ne accendeva un’altra. Era lucido e aveva sempre molto da dire”.
Sollecitato dalle domande del moderatore, Purgatori ha cominciato dunque a parlare del suo libro: “Il personaggio principale frequenta l’Accademia di Polizia in Germania. Come accade spesso, lì assumono una quota di immigrati ma gli italiani erano spesso ai margini. L’indagine si svolge a cavallo fra l’ipnosi e il giallo”. Purgatori ha infatti analizzato il problema dell’ipnosi, necessario per spiegare sia il titolo che la storia: “Per capire cosa accadesse in caso di ipnosi, ho chiesto aiuto ad uno psichiatra. Mi rendevo conto che stavo spiegando male il concetto, allora il medico mi ha proposto di farmi ipnotizzare. Sembrava che io fossi vigile e cosciente, in realtà ero caduto in trance e la mia coscienza ha lasciato il posto all’inconscio. Il terapeuta ha dunque dialogato con il mio inconscio e ho capito, vivendola in prima persona, la potenza dello strumento”. Il titolo del romanzo allude al fatto che, al centro del giallo, vi sono quattro bambini che secondo un progetto folle della Germania su commissione del KGB sarebbero dovuti essere allevati sin da piccoli, proprio per mezzo dell’ipnosi, ed educati come killer perfetti. Tale piano prevedeva meno rischi e maggiore controllo su queste ‘pedine’. Il crollo del Muro di Berlino, però, ha fatto saltare gli intenti e questi bambini sono rimasti silenti per trenta anni prima di essere riattivati nel 2019. Una spy story che non esclude i servizi segreti: “L’ossessione di controllare tutto con la tecnologia” – ha detto Purgatori – “è tipica dei servizi segreti. Gli americani, ad esempio, nonostante le esperienze tremende fino alle Torri Gemelle si sono sentiti invincibili. Noi, in Italia, abbiamo un buon sistema. Ci sono state stragi politiche, ma oggi abbiamo servizi segreti che funzionano”. In “Quattro piccole ostriche” i servizi sono fondamentali per il ritrovamento dei quattro killer designati.
L’indagine, però, al di là del pathos dovuto alle vicende, offre anche una splendida panoramica su Berlino: “Conosco benissimo i luoghi che ho descritto” – ha confermato l’autore – “e se a qualcuno non piace la storia, può usare il libro come guida della città”, ha aggiunto ironicamente. “Lo spirito” – ha proseguito – “è stato quello di rubare il mestiere ai grandi scrittori che prendevano per mano chi legge attraversando insieme a loro la storia nei luoghi in cui accade”. Il linguaggio utilizzato è invece di tipo giornalistico, cinematografico e romanesco, con l’unico obiettivo di entrare nella testa dei personaggi. In chiusura Andrea Purgatori ha risposto ad alcune domande del pubblico spaziando da un caso all’altro dell’attualità. Uno dei passaggi più forti è stato quello relativo all’interpretazione della storia: “Ho intervistato il pm Di Matteo, è stato utile per capire l’inutilità delle commemorazioni delle stragi. Non ci occupiamo della felpa di Salvini se poi non sappiamo fare i conti col passato: non voglio sapere come è morto Falcone, voglio sapere chi è dietro il suo omicidio.
Non si può progettare un futuro con questi vuoti”. Sempre in tema di mafia, lo scrittore ha aggiunto: “Ascoltando le parole di Borsellino, quando diceva che in tribunale c’era un solo computer e la scorta era solo per la mattina, dobbiamo intuire cosa sia lo Stato. Io non voglio ricordare, mi preoccupo di non costruire future generazioni con buchi culturali o peggio indifferenti: nascerebbero solo altri danni”. Tanti applausi e un lungo firma-copie hanno chiuso la serata di “Velletri Libris”: uno splendido incontro con un personaggio di grande spessore, in attesa della rappresentazione teatrale di Simonetta Agnello Hornby e Filomena Campus in programma sabato 20 alle ore 21 alla Casa delle Culture. Seguirà la presentazione del romanzo “La mennulara”, sempre ad ingresso gratuito. L’appuntamento è al Chiostro.

Il mondo nel 2040: medicina, salute, lavoro, vita domestica, mobilità e viaggi da qui ai prossimi 20 anni

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Mettiamo mano al nostro futuro è stato lo slogan dell'edizione 2019 del Festival dello Sviluppo Sostenibile. Sono di questi giorni le raccomandazioni della Commissione Europea alle proposte di Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNEC) per il periodo 2021-2030, mentre il Gruppo assicurativo Allianz Partners si spinge fino al 2040 identificando le tendenze future che trasformeranno medicina e salute, lavoro e vita domestica, mobilità e viaggi..

Velletri 2030
Allianz Partners ha annunciato in questi giorni il lancio della Serie ‘Il Mondo nel 2040’, una raccolta di tendenze e anticipazioni su alcuni temi chiave - medicina e salute, lavoro e vita domestica, mobilità e viaggi, da qui ai prossimi 20 anni. Tra questi, il modo in cui i robot e l’automazione trasformeranno la vita di tutti i giorni, dal lavoro al tempo libero, come le numerose rivoluzioni mediche miglioreranno e prolungheranno la nostra vita, e il potenziale impatto di auto, treni e aerei a guida autonoma. Allianz Partners ha commissionato all’autorevole futurologo Ray Hammond la realizzazione di questa raccolta, a più puntate e tematiche, sulla base della sua quarantennale esperienza nella previsione delle tendenze future. Il lavoro sarà strutturato in diversi report, che saranno pubblicati nell’arco dei prossimi mesi, andando a comporre un quadro di come sarà il mondo nel 2040. Il primo report avrà come focus i cambiamenti attesi nella cura della salute nel prossimo ventennio, seguirà un report su come il fenomeno del super-smart living trasformerà l’ambiente domestico di metà ventunesimo secolo. Il terzo report esplorerà invece i cambiamenti che attendono il trasporto su strada nei prossimi 20 anni, mentre l’ultimo report esaminerà l’evoluzione dell'esperienza dei viaggiatori nei prossimi decenni, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Parlando del progetto, Ray Hammond ha dichiarato: “Il mondo sta cambiando velocemente e i prossimi 20 anni vedranno livelli di sviluppo tecnologico senza precedenti. Ci saranno 9 miliardi di persone nel pianeta entro il 2040 e possiamo aspettarci enormi cambiamenti in quasi ogni aspetto della vita da qui ad allora". La base dei quattro lovori di tendenza specifici per i quattro settori è il Rapporto "Il Mondo nel 2040". Il Rapporto si articola lungo 7 principali trend che si prevede modelleranno il futuro: 1. L’esplosione asimmetrica della popolazione mondiale 2. I cambiamenti climatici 3. La rivoluzione dettata dalle energie rinnovabili 4. La globalizzazione 5. Le molteplici rivoluzioni nell’ambito della medicina e della salute 6. Lo sviluppo accelerato ed esponenziale delle Tecnologie Informatiche 7. I due miliardi di persone al di sotto della soglia di povertà. Il Rapporto completo in lingua italiana è liberamente scaricable da; https://www.allianz-partners.com/content/dam/onemarketing/awp/azpartnerscom/reports/futorology/Allianz-Partners-Megatrend-del-21-secolo-IT.pdf Di seguito alcune considerazioni tratte dal Rapporto: Il nostro pianeta oggi è abitato da circa 7,6 miliardi di persone. Le Nazioni Unite prevedono che entro il 2030 questo numerò salirà a 8,5 miliardi, per superare i 9 miliardi entro il 2040. Il numero di eventi atmosferici estremi annuali è raddoppiato tra il 1980 e il 2004, e raddoppierà nuovamente entro il 2040. Il cambiamento climatico sta diventando un evento sempre più attuale. Oggi soltanto l’8,4% dell’elettricità mondiale proviene da fonti rinnovabili, mentre si prevede che entro il 2050 le fonti rinnovabili soddisferanno la metà del fabbisogno mondiale di energia. Oltre un miliardo di persone sono uscite dalla povertà estrema e attualmente il tasso di povertà globale è il più basso mai registrato nella storia. Le Nazioni Unite avevano raggiunto già nel 2010 l’obiettivo di dimezzamento della povertà entro il 2015 e, secondo le recenti proiezioni, entro il 2050 la povertà sarà eliminata ovunque, tranne in Africa. Nei prossimi due decenni cinque importanti rivoluzioni, trasformeranno la modalità con la quale viene praticata la medicina e con la quale vengono fornite le cure: medicina personalizzata, medicina basata sulle cellule staminali, nano medicina, modifiche genetiche, salute digitale. Dal punto di vista dell’individuo nel 2040 la tecnologia informatica sarà una componente, praticamente invisibile e inseparabile, della nostra vita. Anche se impossibile prevedere lo sviluppo delle tecnologie digitali nei prossimi venti anni, l’effetto più evidente dello sviluppo tecnologico così rapido è il forte mutamento economico e sociale che, nel breve termine, minaccia le prospettive di crescita di molte imprese tradizionali e sconvolge interi settori dell’economia. La povertà estrema potrebbe diventare una delle principali sfide da affrontare nel nostro secolo, concentrata nel continente africano, dando origine a fenomeni migratori di massa. Velletri 2030 è impegnata da anni con Documenti e Seminari nella divulgazione dei concetti alla base della necessità di adattarsi allo sviluppo tecnologico che sta travolgendo tutti gli assetti sociali, economic e produttivi. Basta guardare al mondo bancario, della distribuzione, della logistica, e della mobilità. Tutti noi vorremmo mantenere le nostre abitudini, ma non sarà possibile. La connettività tanto amata dagli utenti di smart phone e social media travolge tutto e richiede una grande abilità di adattamento, troppo veloce per la natura umana, che sta provocando grosse fratture sociali, e allo stesso tempo grandi opportunità di arricchimento per pochi. Tante sfide per gli adolescenti di oggi, nonché protagonisti del 2040. La lettura attenta del rapporto può aiutare a riflettere, nonché a porsi le domande giuste per cercare di scorgere quello che succede nell'universo, per molti aspetti imperscrutabile, di chi ne sarà attore protagonista nel 2040.

A proposito di organizzazioni non governative

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In questi giorni la deriva opinionistica mediatica, a trazione che definirei sovranista, trascinantesi appresso anche la sempre abbondante massa di quelli nati per scivolare verso quella che fiutano come la direzione più comoda e sicura, sta facendo in modo che l’acronimo ONG venga prevalentemente pronunciato con tono sospettoso, se non risentito, o sprezzante, o addirittura ostile.


di Pier Luigi Starace
Siccome ho vissuto e vivo nel mondo delle Organizzazioni Non Governative dall’interno, oltre il diritto, sento il dovere d’intervenire. Una premessa storica. Lo spirito generatore delle ONG ha un precedente in quello generatore di un certo tipo di ordini religiosi. “Il vangelo dice di fare certe cose, che la chiesa, attualmente, non fa abbastanza, per cui io e dei miei amici ci offriamo per farle”. Ecco San Benedetto, San Francesco, San Vincenzo de’ Paoli. ( Da questi nomi si capisce il tipo di ordine: ho escluso deliberatamente ordini politicizzati come i Gesuiti, o militarizzati come i Templari).Come tutti sanno, il rapporto tra la Curia romana e questi ordini fu vario, oscillando fra gli estremi d’una soppressione da un lato e di un appoggio morale ed anche finanziario dall’altro. Saltiamo ora al secondo dopoguerra. Quando l’avvio del “miracolo economico” fu chiaramente percepito come irreversibile, e quindi lo fu anche il senso di sicurezza economica individuale e familiare di sempre più persone,cominciò ad emergere da alcune coscienze, sia del mondo cattolico che di quello socialista e comunista, un bisogno, inculcato dalla formazione ricevuta di “salvare il mondo” nell’uno, dell’internazionalismo proletario nell’altro, di fare qualcosa, e da subito, per chi, nel mondo, stava peggio di noi. Un bisogno che la politica governativa, giudicata insufficiente,distratta e comunque poco affidabile da quel punto di vista, rendeva più forte in quelle coscienze. Ed ecco nascere le ONG, in genere mirate a lottare direttamente contro la fame, le malattie e l’ignoranza nel mondo, con fondi propri, e generalmente con volontari disposti-come gli antichi frati- a dare senza misura ed a ricevere il minimo per la sopravvivenza. A questo punto il corrispondente della Chiesa nel mondo moderno, lo stato, s’interessò di questo. Come la Chiesa allora da un lato volle vedere chiaro in ognuna, dall’altro, visto che esse potevano integrare, con un saldo attivo di “costi-benefici” , la propria politica economica ed internazionale, non solo le autorizzò, ma le finanziò generosamente. Senza cambiare sigla molte di esse divennero economicamente Organizzazioni Governative, e nel manovrare il rubinetto del flusso monetario in entrata i partiti ebbero una parte importante. Sul loro operato ho da dire una sola cosa: che la serietà di ogni ONG è precisamente misurabile. Fatto 100 il budget d’ogni progetto, più la percentuale di esso spesa in Italia ed in stipendi per personale italiano è piccola, rispetto a quanto speso in loco, ovviamente per i destinatari finali del progetto, più la ONG è seria. E vengo all’oggi. A quanto mi risulta, da decenni, e decisamente più nel ventennio berlusconico, il rubinetto governativo si è sempre più chiuso alle ONG. La demolizione dello stato sociale ha avuto anche questo aspetto. Era un nodo che doveva venire al pettine, nello sfrenato acconciarsi del neocapitalismo per l’orgia della deregolazione senza più limiti.Chi aveva scientemente programmato, di riforma in riforma dei rapporti tra capitale e lavoro, la precarizzazione, schiavizzazione, affamamento, licenziamento, la riduzione in miseria dei propri concittadini, doveva naturalmente e necessariamente non tollerare che qualcuno cercasse di togliere da quelle condizioni degli “estranei”.Chi faceva rispettare con la forza istituzionale l’integralismo capitalistico applicato ad individui ed aziende, naturalmente e necessariamente doveva applicarlo ai rapporti tra stati. “Se in te, stato del Quarto Mondo, c’è la fame, è un problema tuo, non mio. Rapporti con te li avrò, ma solo se ci guadagno io, e se questo farà aumentare la fame al tuoi interno è un problema tuo. Io sono uno stato serio, mica sono madre Teresa”. Già a questo punto le ONG che invece volevano fare come Madre Teresa, erano diventate inutili a questo tipo di stato. Ma tale chiusura non solo non le distrusse, bensì le spinse a cercare fondi propri, che permisero loro d’agire con maggior libertà e rapidità. Diciamo dall’inizio del millennio sono nate e d hanno agito, in tutto il mondo, non all’ombra degli stati, innumerevoli iniziative d’aiuto vero, e, da quanto so, soprattutto in Germania.. Siccome il bene fa poco rumore, la cosa è stata tollerata abbastanza bene dall’alto. Non faceva notizia che la Cooperazione italiana fosse assente in una determinata emergenza africana, e che vi fosse invece, attivamente, una ONG italiana. Ma quando, su input iniziale di Minniti, la desertificazione delle acque del mediterraneo centrale mirata all’omissione di soccorso in mare è diventata legge dello stato, e le ONG hanno interrotto la flagranza di questo inaudita violazione del fondamento d’ogni codice morale e della navigazione, è scoppiata la bomba. Come prima, più di prima, le ONG dimostravano che ciò che gli stati NON facevano si poteva fare. Le ONG, salvando, facevano fare una brutta figura agli stati, e gli “uomini forti” di questi pensarono di salvare la faccia capovolgendo la frittata: gli stati che lasciano affogare difendono la legge, dunque fanno bene, le ONG che salvano sono contro la legge, dunque fanno male, e sono criminali. Da tutto ciò emerge qualcosa d’enorme, che pare ancora non avvistato da tanti attenti osservatori. A fronte d’una necessità di “corridoi umanitari” che perfino Salvini ha in bocca, e che solo le ONG o navi e pescherecci di eroici capitani hanno finora aperto con le loro prue, la linea teorica ( grazie al Cielo non realizzatasi anche per l’intervento di navi istituzionali, che hanno trainato in porto dei barchini con profughi senza esser minacciate di multe, e non so esattamente quante per opera e permissione del ministro Toninelli e quante della ministro Trenta)) ha come risultato finale la consegna del MONOPOLIO del destino dei profughi agli scafisti, e, con i regali di motovedette, alla cosiddetta guardia costiera libica, ai loro compari affamatori e seviziatori dei luoghi di detenzione di profughi. I quali compari hanno avuto un modello molto più vicino dei lager di Himmler per la loro organizzazione : quello dei campi di concentramento di Tripolitania e Cirenaica concepiti da Badoglio e Graziani negli anni trenta, dove morirono per le condizioni di detenzione oltre 40.000 libici.

All’interno del VII Velletri Wine Festival “Nicola Ferri” un premio fotografico dedicato a Eugenio e Giovanni Casentini

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A chiusura dell’edizione 2018 siamo stati sollecitati da alcuni partecipanti ad istituire una sezione dedicata solamente alla fotografia in modo da dare la giusta rilevanza a quest’arte che nell’era del digitale diventa sempre più di tendenza.


di Alessandro Filippi
Nello stendere il bando di concorso per l’edizione 2019 abbiamo accolto questo desiderio dando vita ad una sezione fotografica all’interno della quale sarà assegnato dalla commissione il Premio “Eugenio e Giovanni Casentini” fotografi in Velletri dal 1096. Abbiamo voluto così rendere omaggio a due personaggi che hanno scritto un capitolo fondamentale della storia della fotografia in città. Lo storico studio di Via Collicello aperto fin dal 1906 ha rappresentato per generazioni di veliterni il punto di riferimento per ogni esigenza, Eugenio prima, Giovanni dopo e adesso Carlo e Renato hanno documentato quasi un secolo di vita cittadina. Il vasto archivio oggi gelosamente conservato da Carlo Casentini, nipote di Eugenio e figlio di Giovanni documenta una Velletri dilaniata dalla guerra, attraverso una documentazione realizzata da Giovanni subito dopo il 2 Giugno 1944 quando gli alleati hanno liberato la città e tutta la difficile opera di ricostruzione. Sono dovute agli scatti di Giovanni Casentini la quasi totalità delle foto pubblicate sui testi di storia locale ed esposte nelle periodiche mostre che documentano la posa delle prime pietre dell’Ospedale del Comune, oppure di eventi rimasti nella storia come il conferimento della Medaglia d’Argento a Valore Civile nel 1961 oppure il passaggio della fiaccola olimpica nel 1960 giusto per citarne alcuni.
Un vero patrimonio storico è quello che rappresenta lo studio Casentini, troppo spesso dimenticato da chi puntualmente si serve di quel materiale, per questo abbiamo voluto dedicare ad Eugenio e Giovanni questo riconoscimento affinché resti memoria di un glorioso passato e due figli di una Velletri ormai consegnata alla storia non cadano nell’oblio. Ringrazio Carlo e Renato Casentini per aver accolto con gioia questa proposta e di averla accettata permettendoci di dar vita a questo premio. Le foto formato A3 munite di attaccaglia e a tema libero devono pervenire entro il 15 settembre presso il Polo Espositivo Juana Romani in Via Luigi Novelli 3; per info consultare il sito www.vinoconarte.it.

Il circolo di Italia-Cuba Velletri "Camilo Cienfuegos" a Livorno per la Festa Nazionale dell'Associazione

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L’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba anche quest’anno organizza la Festa Nazionale che si svolgerà a Livorno dal 24 al 28 luglio.
Saranno cinque giorni intensi, con una varietà di iniziative solidali, culturali e politiche, alla quale interverranno artisti ed intellettuali, analisti e studiosi della realtà dell’Isla Grande e del continente latinoamericano. Non mancheranno ospiti e personalità provenienti dall’isola, perchè Cuba ha ancora bisogno della solidarietà internazionale, specie dopo la decisione di Trump di rendere ancora più duro e crudele il Bloqueo illegale e antistorico che da 60 anni attanaglia l’isola allo scopo di rovesciare il governo rivoluzionario per installarne uno fantoccio prono ai voleri imperiali USA. Il Circolo "Camilo Cienfuegos" di Velletri, sarà presente e sarà parte attiva al fine del successo dell’iniziativa.


Teatro e letteratura a "Velletri Libris" con Simonetta Agnello Hornby: spettacolo "Credevo che" e presentazione de "La Mennulara"

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Un sabato sera magico alla Casa delle Culture e della Musica. Nell’ambito della rassegna internazionale “Velletri Libris”, ideata e realizzata dalla Mondadori Bookstore in collaborazione con la Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri, è arrivata al Chiostro la grande scrittrice Simonetta Agnello Hornby nella doppia veste di attrice e autrice.

di Rocco Della Corte
Insieme a Filomena Campus, straordinaria interprete anche canora, la Agnello Hornby ha portato in scena “Credevo che…”, un intenso spettacolo sulla violenza domestica in tutte le sue forme. Con delicatezza e precisione, le due voci narranti hanno raccontato senza mezzi termini quello che accade tra le mura “amiche” statistiche alla mano e con una vasta gamma di casi, spesso conosciuti direttamente da Simonetta Agnello Hornby vista la sua professione di avvocato. Le mancate denunce, la vergogna, la fiducia nel prossimo che porta all’annullamento di sé: sono tanti, troppi, i casi di abusi e soprusi che arrivano direttamente dalla persona con cui si decide di convivere. Non solo donne, ma anche uomini e purtroppo sempre più spesso bambini: nella suggestione delle luci che illuminavano lo splendido porticato di colori diversi e con le musiche esotiche scelte per sottolineare la durezza dell’argomento, le due figure sul palco hanno dato una panoramica completa di quello che si cela dietro alle apparenze e alle violenze. Episodi che marchiano a vita, soprattutto a livello psicologico, le vittime, loro malgrado gettate in un incubo apparentemente interminabile.
Emblematiche le terribili storie di Franca Rame e Franca Viola, due esempi da ammirare e da seguire perché hanno tratto dalla loro sofferenza la forza di sensibilizzare l’opinione pubblica. Un dispendio incredibile, reso ancor più d’impatto con i cartelli riportanti le spese che lo Stato italiano deve sostenere per tutti gli episodi denunciati: cure sanitarie, forze dell’ordine, supporti psicologici, mancanza di produttività, farmaci e avvocati, solo per citare le più note. La ricetta per evitare il peggio (salta all’occhio, ad esempio, il fatto che nel Nord Europa vi siano più violenze domestiche certificate perché si denuncia di più rispetto al Sud del continente, dove prevale il pudore) è quella del buon senso: denunciare e prevenire certo, ma anche costruire un’autentica rete di solidarietà spontanea che coinvolga Enti, professionisti e cittadini, uniti per il sostegno e per l’evitamento di vicende estreme. Tantissimi gli applausi dei presenti – anche stavolta moltissimi cittadini hanno gremito l’ex Convento del Carmine – e Filomena Campus e Simonetta Agnello Hornby hanno ringraziato il pubblico veliterno per il calore e l’attenzione. Terminata la performance teatrale, è stata la volta della letteratura: dopo il grande successo del 2002, l’autrice siciliana ha pubblicato una nuova edizione de “La mennulara”, riprendendo in mano i cosiddetti “capitoli perduti” e integrando, ampliando e revisionando la storia di Maria Rosaria Inzerillo.
Una donna, quest’ultima, al centro di numerose dicerie paesane, dal carattere forte e spigoloso, protagonista della storia. Simonetta Agnello Hornby ha raccontato – intervistata da Aurora De Marzi - la genesi di questa nuova edizione, per poi soffermarsi su alcuni concetti fondamentali del romanzo come ad esempio quello del potere: “Io credo che avere potere non sia bello, anzi deleterio. È una responsabilità che non sempre sappiamo gestire. La ‘Mennulara’ anche se è una semplice cameriera ha una grandissima autorità, e proprio la sua intelligenza le consente di amministrare il patrimonio della famiglia e di permettersi dei lussi anche nei rapporti umani impensabili per una domestica”. Nata e cresciuta a Palermo, Simonetta Agnello Hornby ambienta tanti romanzi nella calda Sicilia e la recente scomparsa di Andrea Camileri è stata per lei un duro colpo, come ha confessato: “Spesso mi chiedono quali siano i libri che hanno avuto su di me un’influenza particolare. Uno di questi, e lo ho sempre citato, è ‘Il re di Girgenti’ di Camilleri.
Purtroppo molti ricordano il Maestro solo per il successo di Montalbano, ma ha scritto tantissimi romanzi meravigliosi e potenti che spero non finiranno nel dimenticatoio”. Ironica, simpatica e disponibile, la Agnello Hornby ha raccontato anche di sé: il suo esordio letterario risale appunto al 2002, e da quel momento ha svolto parallelamente la professione di scrittrice e quella di avvocato. Ma i due piani non si sono mai intersecati, anzi vi è stata una netta distinzione tra la Simonetta autrice e la Simonetta donna di giustizia. Con un’esperienza al servizio dell’altra, certamente, ma senza alcuna influenza. L’ospite ha risposto alle numerose domande del pubblico e del circolo dei lettori, per poi dedicarsi ad un lunghissimo firma-copie. Si è chiusa dunque un’iniziativa ricca di suggestioni tra musica e realismo, con una straordinaria ‘appendice’ letteraria. In questo trionfo di arte e cultura continua la rassegna, pronta al prossimo doppio appuntamento: giovedì 25 luglio Alessandro Robecchi e sabato 27 luglio Gianni Oliva. L’occasione per aggregarsi intorno a due nuovi libri assolutamente interessanti.

Dal 25 Settembre al 13 Ottobre 2019 la XVIII edizione del Premio Nazionale Pallade Veliterna

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Il premio nasce nel 1968, da un idea di Agostino De Romanis – Romolo Caporro e Claudio Marini che lo organizzarono per la prima volta sotto la Galleria Ginnetti e a vincerlo fu Manlio Rondoni.


di Alessandro Filippi
Con loro collaborava un giovane Gustavo Gualtieri che poi proseguì con l’organizzazione della manifestazione che man mano prese corpo divenendo un appuntamento di rilievo. Molte edizioni vennero organizzate nella sala delle lapidi del Palazzo Comunale e vinte da importanti maestri del territorio. Una, quella del 1985, fece scandalo per una provocazione orchestrata da Josè Van Roy Dalì che vinse con quadro che in realtà erano solo le orme dei suoi cani.
Quando l’opera venne premiata Van Roy la distrusse con un ascia tolta ad un pompiere, chiamato con il pretesto di un incendio creando una bagarre che andò su tutti i giornali anche nazionali. Il premio dopo anni di fermo è stato di nuovo organizzato nel 2011 in Via Furio e da qui è ripartito un cammino che lo ha fatto tornare ad essere uno dei riconoscimenti più ambiti. Nel 2016 il riconoscimento è stato intitolato allo scultore orafo Giglio Petriacci per anni preside dello "Juana Romani" e personaggio di spicco nella storia dell’istruzione artistica italiana, scomparso a Novembre del 2015. Il premio si assegna su tutte le sezioni del Velletri Wine Festival al di là dei premi di sezione, le stesse rigorosamente a tema libero devo pervenire presso il Polo Espositivo Juana Romani entro il 15 Settembre per info consultate il sito www.vinoconarte.it

F&D H2O, under 19: Velletri quinta in Italia dopo le finali scudetto a Firenze

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Spedizione a Firenze per l’Under 19 dell’F&D H2O Velletri. La squadra allenata da mister Di Zazzo si è qualificata alle final eight e in terra toscana si è giocata lo scudetto insieme alle più titolate compagini d’Italia.


di Rocco Della Corte
Una rete subita a sette secondi dalla fine della gara valevole per i quarti di finale è valsa l’eliminazione per le veliterne, poi in vasca per le restanti gare volte a definire il posizionamento finale. Alla fine dei conti l’F&D H2O è quinta in Italia, risultato lusinghiero ma allo stesso tempo stretto al club del presidente Perillo, partito con buone ambizioni e capace comunque di giocarsela alla pari con le altre squadre. Nella prima giornata l’F&D H2O ha perso contro il Plebiscito Padova (11-18). Nella seconda gara è arrivato un ko contro Florentia (5-10), mentre nel terzo match è arrivata una vittoria ai danni del Varese (7-6). Si decide tutto ai quarti, dove le gare sono a senso unico (Florentia batte Plebiscito 6-1, Ekipe batte Milano 15-0, Bogliasco supera Varese 12-1) tranne quella tra Trieste e F&D H2O, terminata 6-5 in favore delle avversarie con la rete della vittoria arrivata a sette secondi dalla sirena finale, quando tutti avevano già la testa ai tiri di rigore.
Nelle semifinali per il quinto/ottavo posto, la squadra di Di Zazzo ha superato Milano 15-1 e poi Plebiscito Padova 10-7 chiudendo quindi quinta. Sugli scudi l’atleta Francesca Colletta, già titolare in questa stagione di A1, con ben venti reti che significano il titolo di capocannoniere della final eight. Un’esperienza positiva ma non gratificante al 100%, come dichiarato dal presidente Francesco Perillo: “Sicuramente la palla è rotonda, gli arbitraggi hanno il loro peso e il quinto posto non è negativo, però sono convinto che questa squadra potesse senza presunzione ambire ad un posto tra le prime quattro. Sarà per la prossima e speriamo bene per l’Under15 che ad agosto giocherà le sue finali scudetto”.

Stefano Di Battista incanta Velletri con le sue note

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E alla fine meraviglia è stata! Stefano Di Battista ha tenuto fede al titolo del suo spettacolo “Alla Magia l’Incanto delle Note” trascinando il numeroso pubblico che ha affollato il chiostro dell’ex Convento del Carmine dove ha sede la Casa delle Culture e della Musica.

di Luca Masi
Di Battista ha iniziato con un omaggio a Lucio Dalla e Pino Daniele toccando emotivamente le corde dei presenti in uno spettacolo che ricorderanno a lungo. A seguire il suo repertorio classico apprezzato anche dai neofiti che hanno potuto avvicinarsi a un genere musicale impegnativo. E alla fine Stefano Di Battista ha anche calato il jolly accompagnando la moglie Nicky Nicolai in due classici della canzone italiana con la standing ovation finale sulle note di Volare La rassegna era inserita nel programma “Il Lazio delle Meraviglie” promossa dalla Regione Lazio grazie all’impegno di Albino Ruberti, capo di gabinetto del Presidente della Regione al quale va il merito di riportare eventi di alta qualità culturale in tutto il territorio regionale. A sostenere la causa veliterna il consigliere regionale Daniele Ognibene che ha contribuito attivamente alla presenza di un musicista del calibro di Stefanio Di Battista. Allo spettacolo era presente il sindaco Orlando Pocci, accompagnato dal vicesindaco Giulia Ciafrei, dagli assessori Romina Trenta e Francesco Cavola e dai consiglieri Giorgio Zaccagnini e Andrea Di Fabio.

Alessandro Robecchi il prossimo ospite di "Velletri Libris" giovedì 25 luglio alle ore 21

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Arriva un grande scrittore giovedì 25 luglio alla Casa delle Culture e della Musica di Velletri. Per la rassegna letteraria internazionale "Velletri Libris", ideata e realizzata dalla Mondadori Bookstore Velletri in collaborazione con Fondarc, salirà sul palco del Chiostro Alessandro Robecchi.

di Rocco Della Corte

Editorialista, giornalista, autore televisivo (firma diversi pezzi per Maurizio Crozza), l'autore presenterà il suo ultimo romanzo "I tempi nuovi", edito da Sellerio. Un giallo ambientato a Milano, come accaduto in altri scritti, quello di Robecchi: il giovane Filippo Maria, classico 'bravo ragazzo', viene trovato ucciso senza apparente movente. Nelle prime ricerche, gli inquirenti fanno una scoperta sospetta: duemila euro nella stanza dove viveva il giovane. Le indagini proseguiranno tra intrighi, colpi di scena e problematiche dovute ai diversi personaggi che si intrecciano sulla scena, a cominciare dai poliziotti Carella e Ghezzi e per concludere all'investigatore privato Oscar Falcone con la sua socia Agatina Cirielli. L'appuntamento con Robecchi, che nel frattempo ha annunciato ai suoi numerosi fan sui social la data veliterna, sarà preceduto come sempre dalle degustazioni enogastronomiche a cura di Casale della Regina, Gelatomania e CREA, dall'anteprima Premio Velletri Libris con Giordano Vecchietti, autore del racconto "Odysseus" contenuto nell'antologia "Per un pugno di storie" (L'Erudita) e al termine della serata avranno luogo il firma-copie e le foto-ricordo. Dialogherà con l'autore Emanuele Cammaroto. Ingresso gratuito. 

La veliterna Maria Roberta Gherca (Atletica Velletri) ottiene il sesto posto ai Campionati Europei U20 a Boras in Svezia

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Si è chiuso l’ Europeo under 20 di Boras in Svezia e si è chiuso alla grande. L’Italia è seconda nel medagliere con 5 oro, tre argento e tre bronzo. E’ così che la spedizione azzurra diventa la più importante delle 25 edizioni dei Campionati Europei under 20.
Mai meglio dal 1970 ad oggi. “La migliore Italia di sempre “ come la definisce il vice direttore tecnico per le squadre giovanili Antonio Andreozzi - “la classifica a punti e il numero dei finalisti danno l’idea del grande valore complessivo della squadra”. Di questa squadra faceva naturalmente parte anche Maria Roberta Gherca tesserata per l’Atletica Velletri. Chi ha fatto veramente la parte grossa è stato il maltempo qui a Boras: vento e pioggia hanno fortemente influenzato alcune gare e tra queste il salto con l’asta, disciplina che richiede ben altre condizioni meteo. Le qualificazioni si erano svolte il 19 luglio in una giornata a tratti devastata dalle cattive condizioni atmosferiche. La nostra Roberta accedeva alle finali del 21 luglio saltando in condizioni precarie la misura di mt 3,90. La giuria poco dopo decideva di fermare la selezione a far accedere 16 atlete alla giornata finale. “anche questa volta – racconta Roberta - ho avvertito una forte emozione. Comunque è andata bene, chiaramente non sono soddisfatta della misura ma le condizioni erano veramente critiche”.
L’atleta veli terna reduce da un ottimo 4,17 saltato in piazza a Saronno accedeva così alla finale del Campionato Europeo. Anche nella giornata di domenica, finali, il tempo non permetteva una gara regolare: vento, pista molto bagnata e freddo erano i nemici delle astiste. Roberta superava al primo tentativo la misura di mt 3,91, fallendo poi le tre prove a 4,06. La sua rincorsa appariva insicura, la presa sull’asta fortemente influenzata dalla pioggia. Peccato perché Roberta sta attraversando un buon periodo di forma e poteva essere una buona occasione. Non c’è tempo per pensare troppo perché già in questo prossimo weekend si svolgeranno a Bressanone i Campionati Italiani assoluti e Roberta sarà tra le protagoniste. Questa volta il sole non dovrebbe mancare.

La veliterna Caterina Rita in libreria con il volume "Raffaella Carrà. Cinquant’anni di Desiderio"

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Mentre viviamo dalle sdraio l’assedio delle radio e dei ronzii fastidiosi che tra i palazzi diffondono voci di nuove celebrità destinate al macello, è inevitabile per noi meditare su quale sia il valore reale dei nuovi miti.


di Gabriele Romani

Quesito, di certo non semplice, ma stimolato non solo dall’ormai sopraggiunta calura estiva, ma anche, lo confesso, da una recente pubblicazione di Caterina Rita: Raffaella Carrà. Cinquant’anni di Desiderio edito dalla Bulzoni. Se oggi si avverte una sorta di “caduta libera” degli idoli, è naturale volgersi a quelle figure che resistono alla forza divorante delle novità: chi meglio della Carrà può incarnare questa ostinazione. Mi tornano alla mente le parole del greco Libanio di Antiochia, rievocate da Heine, quando esortò “i devoti barbari di risparmiare quei preziosi capolavori, con i quali lo spirito plastico degli Elleni aveva adornato il mondo” (H. Heine, Gli dèi in esilio, Adelphi, 2000, p. 7). Certo è che la plasticità di quell’Occidente lontano ora si è tutta condensata sullo schermo della televisione e del cinema e i nuovi eroi combattono oramai in digitale. Caterina Rita ha sezionato il corpo dell’immagine Carrà, ha ricercato, come una speleologa del desiderio, quelle energie che hanno fatto di quella donna un simbolo, mettendo in luce, inevitabilmente, lo sguardo riflettente della massa che, dal boom economico, “gode” e si identifica con l’immagine televisiva. Interessante, su questo tema, sarebbe comprendere, quanto l’ondata d’affetto per lo scrittore Camilleri, recentemente scomparso, sia stata suscitata solamente da una viva affezione letteraria e quanto invece sia la reazione alla scomparsa di una figura la cui aura serena e, non raramente, punitiva conserva in extremis l’immagine di quel padre in “evaporazione” di cui molto si dibatte. L’autrice analizza prima di tutto il programma televisivo Sogni (2004), ripercorrendo le ragioni che hanno spostato la figura rassicurante della Carrà verso il mondo del perturbante, poi si passano in rassegna le numerose “incarnazioni” della star e la sua presa sulla massa; terminano le “note sul Camp”, uno studio su Tiziano Ferro e sui “pubblici” di Raffaella. Parallelamente all’analisi tecnica dei programmi e dell’immagine della diva, l’autrice riesce ad umanizzare il mito raccontando in prima persona la propria esperienza televisiva accanto a Raffaella Carrà: Caterina Rita ha lavorato infatti alla Rai come programmista regista e in “Pronto… Raffaella?” (1983-’85), “Buonasera, Raffaella!” (1985-’86), “Domenica in” (1986-’87) e “Sogni” (2004). Il saggio non solo attinge agli studi più recenti del linguaggio cinematografico e televisivo, ma vive di quella parola vissuta che, oltrepassando il semplice aneddoto, si integra con l’analisi e arricchisce lo studio sul costume. Si vede, nella lettura, comporsi un’immagine caleidoscopica dove il punto di partenza e di arrivo è il corpo della diva, da quello sessuato ed autonomo degli anni ’60-’70 a quello fluido dell’universo LGBT, in un perenne gioco elastico con il “politicamente corretto”. Scrive Caterina: “Raffaella, creatura mercuriale, traghetta dall’oscurità alla luce della soggettivazione nuove identità emergenti che in lei si riconoscono. Scivola con lei mezzo secolo cui si aggrappano vecchi e nuovi “io” felici di elaborare la creazione e, perché no, la “ricreazione” dell’identità” (p.97). L’autrice poi lo confessa: Raffaella ha esercitato una tale fascinazione su di lei che sarebbe stato inevitabile porsi la domanda “ma perché?”; forse perché, le risponderebbe Boncompagni, semplicemente “è strabica”.

"Siamo gli artifici del nostro futuro eppure viviamo ancorati nel presente"

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Siamo noi gli artefici del nostro futuro, eppure viviamo ancorati al presente o rivolti verso un passato nostalgico. Parliamo della necessità di reinventare sé stessi ogni giorno e verso nuove realtà e dell'importanza di avere una mente visionaria.

Velletri 2030
Come da tradizione, è dedicato a fare luce su alcuni temi spesso riportati in modo distorto dai media di larga diffusione il Ciclo di Seminari di Velletri 2030 "Le vie della Scienza", edizione 2019-20. Sono destinati a sfatare alcune legende sul cambio di paradigma energetico i primi due seminari, dedicati rispettivamente all'utilizzo dell'idrogeno e alla fusione nucleare. Sono previsti tre seminari dedicati alla osmosi tra discipline umanistiche e discipline scientifiche, impatto sociale della digitalizzazione e etica nell'economia digitale. Un seminario è dedicato alle frontiere della fisica moderna, e uno è dedicato al contributo dell'innovazione tecnologica a mitigare i danni provocati all'ambiente marino dalle attività umane. Due seminari sono dedicati rispettivamente al contributo dell'economia circolare allo sviluppo sostenibile e alla progettazione in aree fragili, particolarmente importante per il territorio italiano. In allegato il Calendario. Ogni modifica sarà comunicata per tempo.

L'ex consigliere Dario Di Luzio scrive al Sindaco per lo stato di via Bastioni, via Marandola, via Moresi

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera dell'ex consigliere comunale Dario Di Luzio rivolta al Sindaco Orlando Pocci in merito al quartiere di via Bastioni, via Marandola, via Fontana delle Fosse, via Moresi.

"Gentile sindaco con questa breve comunicazione sono a richiedere dei necessari interventi per migliorare la qualità della vita e la sicurezza dei residenti e chi transita nel popoloso quartiere tra via Bastioni, via Marandola, via Fontana delle Fosse e via Ettore Moresi. Già durante la mia attività di Consigliere Comunale, nella precedente legislatura, ho proposto e sostenuto diverse attività amministrative per la zona, come ricorderà sono stato il primo firmatario della mozione che ha permesso il doppio senso nel tratto di via dei Bastioni fino alla nuova strada, sono da me state presentate molteplici segnalazioni per interventi di pulizia periodica del quartiere mediante spazzatrice o verso privati che non ripulivano le loro aree, rammenterà le richiesta formali di sistemazione dell’asfalto dopo gli interventi delle società di servizi che avevano effettuato degli scafi, oltre le istanze presentate sempre come Consigliere Comunale sulle criticità legate alla chiusura di via Marandola con difficoltà per i pedoni e gli automobilisti. E' stata più volte da me richiesta inoltre la realizzazione del nuovo marciapiede di via Marandola, il necessario completamento della nuova strada da via Fontana delle fosse fino a viale Oberdan e l'installazione di nuova pubblica illuminazione nella zona. Ho più volte stimolato gli uffici comunali competenti per definire la questione dell’impianto fognario del quadrante oltre che richiedere di verificare il rispetto degli interventi di privati costruttori a scomputo (opere di urbanizzazione) necessarie e previste per migliorare il quartiere. Con la presente Le chiedo formalmente di: - individuare risorse per il completamento della pubblica illuminazione su tutta via dei Bastioni (fino alle sue conclusioni) e l'installazione di nuovi lampioni anche per tutta via Fontana delle fosse - richiedere la riapertura del cancelletto di via ragazzi del '99 per permettere il transito in sicurezza ai pedoni per e verso viale Oberdan, visto che in via dei Bastioni non c'è un marciapiede - realizzare un passaggio pedonale rialzato tra le scalette di via ragazzi del '99 e nei pressi dell'intersezione tra via dei Bastioni e via Marandola, il tutto per agevolare e mettere in sicurezza i tanti pedoni che transitano nella zona, oltre che per ridurre la velocità di transito delle tanti veicoli passanti - creare un'area verde attrezzata per i cittadini della zona Nel caso ritenesse valide queste mie proposte, già agli atti del Comune di Velletri sottoscritte come Consigliere Comunale nella precedente legislatura ma ancora non definite e risolte, rimango a disposizione per un costruttivo confronto. L'occasione è gradita per porgere distinti saluti. Dario Di Luzio".

Ginnastica Ritmica: la stagione estiva della Xistos

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Nessuna interruzione estiva per la ASD Xistos di Velletri. Tante le iniziative che hanno permesso alle ginnaste della compagine veliterna di crescere e confrontarsi ma soprattutto vivere al massimo la passione per la ginnastica ritmica e per lo sport.
Subito dopo la partecipazione al Campionato Nazionale Silver della FGI a Rimini ( di cui abbiamo già parlato precedentemente), la Xistos ha organizzato uno Stage di Ginnastica Ritmica con Elisa Blanchi, ginnasta storica dell’associazione veliterna nonché pluriolimpionica e pluricampionessa del mondo, e Alberto Maggi, maestro di danza, diplomato al Teatro alla Scala di Milano, primo ballerino a fianco di Rudolf Nureyev e del Teatro La Fenice di Venezia, con la collaborazione dello staff tecnico della ASD XISTOS .Un’ esperienza fantastica e costruttiva che ha dato la possibilità alle ginnaste di sperimentare ed approfondire il maneggio dei 5 attrezzi della ginnastica ritmica e completare la loro preparazione con il prezioso contributo della danza. Un momento di forte crescita tecnica e di aggregazione ed inclusione, fondamentali per il consolidamento del gruppo.
Nello stesso tempo la Xistos ha collaborato con la Consulta dello Sport per la città di Velletri ed Il Giardino di Archimede, al Summer Camp : Sport e Studio in cui i più piccoli hanno avuto la possibilità di sperimentare diverse discipline sportive e di condividere momenti aggregativi funzionali. Nell’ambito della preparazione estiva, la Xistos ha stretto una collaborazione con la ASD Colle degli Dei la quale ha messo a disposizione delle ginnaste la piscina (comprese le lezioni di nuoto) e una palestra attrezzata per la preparazione fisica. Il circolo Colle degli Dei non ha fatto mancare la possibilità di fare l’esperienza nei campi di padel, mettendo a disposizione del gruppo, tecnici esperti e qualificati, permettendo alle giovani ginnaste di sperimentare questa interessante disciplina. Un ringraziamento speciale va a questa gloriosa e storica associazione sportiva di Colle degli Dei che ha dato la possibilità alle giovani ginnaste della Xistos di ampliare il proprio bagaglio motorio e muoversi su esperienze sportive molteplici e trasversali alla propria disciplina, proprio nell’ottica di una sana crescita. Nel settore agonistico, una chiamata prestigiosa è arrivata dalla Federazione Ginnastica d’Italia che ha convocato per il Gymcampus di Ginnastica Ritmica di Piancavallo (PN), ben 4 ginnaste della Xistos (Bompadre Beatrice, Catese Marta, Muscedere Beatrice e Caruso Ludovica che per motivi di salute non ha potuto partecipare).
Dal 14 al 20 luglio si sono ritrovate ben 159 ginnaste da tutta Italia sotto la super visione della Camp Director Luciana De Corso, in un’esperienza davvero straordinaria e di grandissima valenza sia tecnica che aggregativa. Incontrare ginnaste provenienti da tutta Italia, confrontarsi positivamente, stringere nuove amicizie, sono stati gli elementi fondamentali, oltre ad una location davvero sublime, come può dare il Trentino. Gli allenamenti estivi si fermeranno per la prima parte del mese di agosto, per ripartire il 26 agosto con il settore agonistico (impegnato già a partire da settembre in gare di campionati regionali) e dal 3 settembre con tutti i corsi. Per informazioni rivolgersi al numero 3386392917 oppure scrivere a asd.xistos@gmail.com. Buona estate.

L'altra migrazione: dal Sud al Nord, dall'Italia all'Estero. Investire sui giovani è la vera ricchezza

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Uno dei più grandi problemi dell’era contemporanea, la migrazione, o come la definiva l‘indimenticabile Eduardo Galeano, “l’invasione degli invasi”, riferendosi appunto ai migranti che dai paesi del terzo mondo arrivano nel cd. primo mondo.

di Antonio Della Corte
Al di là delle strumentalizzazioni politiche e della percezione ingigantita ad arte di un fenomeno che ha caratterizzato da sempre le vicende umane, vorremmo esaminarla sotto un aspetto diverso, che non trova spazio nei TG e nei giornali main stream, ma costituisce questa si davvero un’emergenza reale per il nostro paese? Analizzando i dati ISTAT, negli ultimi 5 anni più di 240.00 giovani sotto i 24 anni sono emigrati all’estero, 156.000, cioè oltre il 60% sono laureati e diplomati e la tendenza è in costante aumento, nel solo 2017 sono stati circa il 4% in più rispetto all’anno precedente, e addirittura oltre il 40% rispetto al 2013. I nostri giovani si stabiliscono nell’ordine: in Gran Bretagna, Germania,Francia e Svizzera (medesime mete dei nostri avi, che emigravano a causa della povertà ed erano poco alfabetizzati, al contrario qui si tratta di laureati spesso col massimo dei voti, quindi di eccellenze, non manovalanza). Ma esiste anche una migrazione giovanile intercontinentale. Persiste inoltre la migrazione interna, negli ultimi vent’anni oltre un milione di connazionali si è trasferita dal Sud al Nord, alimentando lo spopolamento dei luoghi più belli del paese, ma ahimè senza prospettive. Analizzando le motivazioni che che spingono tanti giovani a lasciare il paese natale, scopriamo che non sono poi così dissimili da quelle dei migranti che viceversa approdano da noi. I giovani, e anche meno giovani sono indotti a trasferirsi in quei paesi che danno maggiori opportunità di realizzazione. “ E’ il sintomo di un problema strutturale del paese che espelle i giovani, soprattutto i più formati, ovvero la prima ricchezza su cui investire, ed è volutamente ignorato e marginalizzato nella discussione pubblica” così scrive Francesco Sylos Labini. E’ questa, a nostro modesto parere e va urgentemente affrontata, la vera emergenza “migranti” per arginare e impedire la deriva del paese, che a parole stà tanto a cuore ai nostri governanti, che usano invece la disperazione di esseri umani in fuga dalla povertà e dalle guerre per costruire le proprie fortune politiche.

I boschi di Velletri fanno riemergere il calendario lunare più antico del mondo: risale a 10.000 anni fa

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Sembrava una pietra, magari un po' particolare, come tante se ne vedono sui sentieri del Monte Artemisio. E invece Flavio Altamura, archeologo della Sapienza Università di Roma, passeggiando nei boschi veliterni ha ritrovato il più antico calendario lunare del mondo.


Una scoperta davvero incredibile, già rimbalzata dai vari media nazionali e internazionali, quella di un 'sasso' che ospita sulla sua superficie una sequenza di incisioni risalenti all'Homo Sapiens. Risale a circa diecimila anni fa, nell'era paleolitica. Il ritrovamento, in zona Monte Alto sull'Artemisio, è stato casuale, come raccontato dall'archeologo Flavio Altamura nella sua relazione pubblicata dalle principali riviste archeologiche e scientifiche. La pioggia e il passaggio di qualche mezzo hanno probabilmente fatto rispuntare questo sasso, che con il suo bagaglio di incisioni riporta proprio il conteggio basato sul ciclo della luna.  "Come hanno rivelato le indagini - spiega Altamura al quotidiano 'La Repubblica' - le tacche sono state tracciate nel corso del tempo utilizzando più strumenti di pietra affilati, come se fossero servite per contare, calcolare o per immagazzinare la memoria di un qualche tipo di informazione". A far pensare che servisse proprio come calendario è il fatto che le incisioni presentino lo stesso numero dei giorni del mese lunare sinodico o sidereo. Cosa che, fa notare l'archeologo, non solo rappresenta un caso unico tra i presunti oggetti interpretati come "calendari lunari", ma che soprattutto rende "l'esemplare di Monte Alto il più antico e verosimile esempio di questa categoria di manufatti nel record preistorico mondiale". "Il reperto - dicono dalla Sapienza - è quindi uno dei primi tentativi nella storia dell'uomo di comprendere e misurare lo scorrere del tempo e fornisce nuove acquisizioni sulle capacità cognitive e matematiche dell'uomo preistorico. Il manufatto dei Colli Albani, per quanto primordiale, può essere considerato l'antenato del moderno calendario 'da tavolo' e segna in un certo senso l'inizio dell'interesse scientifico della nostra specie per la luna. Nel Paleolitico, l'uomo fece quindi il primo piccolo passo del cammino che lo ha portato, 10.000 anni dopo, alla conquista del nostro satellite", conclude nelle sue dichiarazioni alla Repubblica l'archeologo.

Papa Benedetto XVI, l'appello di Filippi a Pocci: "A quando la consegna delle chiavi della città di Velletri?"

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Il romano Pontefice emerito Benedetto XVI ha visitato il territorio dei castelli romani, fermandosi prima a Castel Gandolfo, poi Rocca di Papa ed infine Frascati dove ad accoglierlo c’era l’ordinario della diocesi tuscolana Mons. Martinelli.

di Alessandro Filippi
Ora la domanda torna prepotentemente spontanea quando la città di Velletri conferirà le proprie chiavi a Benedetto XVI? Joseph Ratzinger, dopo la morte del Cardinale Sebastiano Baggio è stato da San Giovanni Paolo II promosso all’ordine dei Vescovi del Sacro Collegio e trasferito dal titolo presbiterale di Santa Maria consolatrice al tiburtino a quello della sede suburbicaria di Velletri – Segni. Dal 16 Maggio 1993, giorno della sua presa di possesso, fino al 19 Aprile 2005 giorno della sua elezione al soglio di Pietro non ha mai fatto mancare la sua presenza e il suo sostegno. Ha contribuito sostanzialmente ai lavori di restauro della cattedrale, inaugurati da lui stesso durante la visita pastorale del 2007, ma già prima aveva fatto restaurare il transetto di sinistra della cattedrale ponendovi in occasione del suo 50 di sacerdozio il suo stemma in marmo. Ha devoluto per i bisogni della diocesi una sostanziale somma in denaro legata al Premio Liberal che gli venne conferito. Per non parlare l’organo in uso in cattedrale da lui donato nel 2003 ed infine il dono della colonna bronzea posta davanti l’ingresso laterale della cattedrale. Ratzinger è il 14 cardinale vescovo di Velletri eletto Papa. Rinnoviamo l’appello al Sindaco Orlando Pocci affinché Velletri conferisca a Benedetto XVI le sue chiavi, quale gesto di affetto e di riconoscenza di una comunità a cui Ratzinger è profondamente legato tanto che entrando in cattedrale da Papa disse: “finalmente a casa, la mia cattedrale e tra di voi mi sento in famiglia”

La Polisportiva Velletri si presenta alla città: ecco l'organigramma 2019-2020

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Il progetto della Polisportiva Velletri A.S.D. “ scuola di sport e calcio” , come concordato e garantito ai nostri iscritti, prosegue perciò l’impostazione iniziale e va regolarmente avanti con una identità precisa, quella in cui il beneficiario del progetto è il bambino / ragazzo.
Si faranno tre lezionisettimanali più le gare (confronti amichevoli e/o FIGC), di cui due più specifiche per l’insegnamento del calcio e gli scambi previsti con le società affiliate e la stessa A.C. Perugia ACADEMY, più una lezione intermedia che sarà per i corsi integrativi svolti periodicamente: ginnastica, acquaticità e nuoto, elementi di judo. Inoltre questa stagione saranno disponibili altre due attività nuove che illustreremo ai nostri iscritti a settembre. Ricordiamo i nomi dei dirigenti, allenatori e collaboratori della Polisportiva che rappresentano la struttura tecnico operativa ed ai quali saranno aggiunti altri adatti alle attività giovanili, quindi preparati ad HOC. I nomi: Di Lazzaro Luca, Cipriano Antonello, Colongi Massimo, Busini Fabrizio; poi Marini Lorenzo, Antonelli Valerio, Celiani Vincenzo, Provitali Francesco; Zingoni Massimiliano; Daniela e Giulia; le istruttrici della ginnastica Elena e Francesca. In questo contesto vogliamo ringraziare l’istruttore (anche dirigente nell’ultimo periodo) Fabio De Marchis che dopo tre anni di ottimo lavoro con noi ha scelto un altro progetto sportivo: “in bocca al lupo”. Ecco! Fin qui la rivisitazione della nostra società; noi siamo quasi pronti e anche in estate stiamo lavorando per dare un buon riferimento alle famiglie ed hai loro bambini / ragazzi. Auguriamo a tutti, compresi naturalmente quelli che ci leggono, una bella e serena estate 2019.
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