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Il dolore per la morte di Antonio Perelli, con lui il Festival UILT tornò a Velletri. Collaborava alla "Campaniliana"

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Si svolgeranno sabato 6 luglio alle ore 11:00, presso la chiesa della Sacra Famiglia di Nazareth a Roma, i funerali di Antonio Perelli, attore e regista teatrale, Presidente Nazionale della UILT - Unione Italiana Libero Teatro, scomparso nella mattina di giovedì 4 luglio.
Nato a Cuneo il 5 dicembre 1946, nel 1969 ha conseguito la laurea in Filosofia. È stato docente di italiano e latino e Dirigente Scolastico. Ha creato nel 1991, ed ha diretto a partire dal 1997, il Laboratorio Teatrale del Liceo Scientifico Statale "Francesco d'Assisi" di Roma, dove ha operato come aiuto regista con la regista Marina Francesconi, come adattatore di testi, regista ed attore, realizzando 19 spettacoli di ogni genere che hanno ricevuto premi e riconoscimenti, partecipando a numerosi Festival dei Laboratori Scolastici. Ha partecipato come attore, aiuto regista e regista a numerosi spettacoli all'interno di varie Compagnie, e dal 1999 ha recitato stabilmente nella Compagnia "Divieto d'Affissione" di Roma diretta da Franco Tuba. Ha creato (prima di Benigni) lo spettacolo "Quattro passi con Dante", recitando e spiegando Dante con canti della Divina Commedia a memoria. Ultimo evento: presso l'Auditorium dell'Università della Tuscia, a Viterbo, nel 2012. Ha creato nel 2007 il "Mercoledì letterario" presso il pub-teatro "Essence" di Roma, animando serate teatrali, letterarie, musicali e culturali di vario genere fino al 2013. Esperienza proseguita fino al 2019 presso il Circolo Culturale "La Traccia" di Roma con i "Martedì letterari". All'interno della UILT - Unione Italiana Libero Teatro, è stato dal 2004 al 2005 Direttore del Centro Studi della UILT regionale del Lazio, dal 2006 al 2011 Segretario della UILT Lazio, dal 2011 al 2014 Consigliere Nazionale con incarico di Vicepresidente, e nel 2014 è stato eletto Presidente Nazionale, incarico che ha mantenuto fino all'ultimo giorno della sua vita. In qualità di Presidente ha - tra i numerosi eventi promossi - permesso la realizzazione dell'edizione 2016 del Festival Nazionale UILT presso il Teatro Artemisio-Gian Maria Volonté di Velletri. 

Mentre, una notte, se n'annava a spasso, / la vecchia Tartaruga fece er passo più lungo de la gamba e cascò giù / co' la casa vortata sottinsù. Un Rospo je strillò: - Scema che sei! / Queste so' scappatelle / che costano la pelle… - Lo so: - rispose lei - / ma, prima de morì, vedo le stelle. (Trilussa - La Tartaruga)

Torre del Trivio e fontana, Acciarito: "Quante potenzialità potrebbe avere Velletri sul piano della bellezza"

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Foto Velletri Life
Colgo l'occasione, della pubblicazione della bella foto scattata da questa testata in Piazza Cairoli con in primo piano la fontana dell’architetto Giovanni Battista Rainaldi e la Torre del Trivio per esprimere una mia personale opinione sulle potenzialità che questa città potrebbe avere sul piano della bellezza, se riuscisse a raccogliere dagli errori commessi dal passato, una nuova spinta vitale, per guardare il futuro con molto più ottimismo di quanto riusciamo a farlo adesso.


di Emanuel Acciarito
Non c'è dubbio, che, se Velletri fosse stata ricostruita dopo il bombardamento della seconda guerra mondiale, con i canoni rinascimentali originari, che caratterizzavano il centro storico di Velletri, sarebbe stata ad oggi una bomboniera da fare invidia ad altre città vicine. Purtroppo questo non è accaduto, tanto è che importanti edifici veliterni sono stati sostituiti da una ricostruzione violenta tanto quanto lo stesso bombardamento, perché a farne doppiamente le spese, è stata la storia che nel suo tempo, aveva costruito una città bella La mancata lungimiranza, che tutt'ora oggi continua a caratterizzare le menti di questa città, la rende, ahimè, il brutto anatroccolo dei Castelli Romani. La politica di Velletri, ad oggi, non fa nulla per migliorarne il suo aspetto, forse perché troppo impegnata ad esprimere commenti sui social sulle navi in balia del Mar Mediterraneo (manco se a Velletri ci fosse un porto sicuro dove poterle fare attraccare), invece di creare nuove prospettive future per rendere questa città più bella e intelligente di quanto lo sia oggi attraverso una chiara pianificazione delle risorse architettoniche e naturalistiche da valorizzare. A Velletri non è più tempo di chiacchiere, ma di azioni concrete che possano portare a breve, alla risoluzione dei problemi dei cittadini, perché Velletri potrà essere in grado di accogliere nuove menti e nuove persone, solo quando imparerà a curare la propria gente con la bellezza della città in ogni suo ambito. Basta con le toppe di asfalto per riparare il manto stradale del centro storico, basta con i parcheggi irregolari e offensivi nei confronti delle persone diversamente abili, basta con una architettura selvaggia che non tiene conto della storia architettonica della città. Velletri non vive il suo tempo, Velletri sopravvive al suo tempo. Questa foto però, lascia una speranza, quella che qualcosa si può ancora fare per non perdere del tutto la sua bellezza originale, almeno lì dove la storia l’ha creata. Pertanto non perdiamo l'occasione del nostro tempo per migliorare la veste di questa bellissima città. Torniamo ad essere seri e intellettualmente onesti. Ne guadagnerà la collettività.

Massimiliano Ossini ha raccontato il suo ottimismo d’alta quota a “Velletri Libris”

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Grande pubblico nel giovedì sera di “Velletri Libris” per l’appuntamento con Massimiliano Ossini. Il giovane ma affermato conduttore televisivo, presentatore tra gli altri di “Linea Bianca” e “Cose dell’altro Geo”, ha richiamato al Chiostro tantissime persone. Come di consueto, prima dell’incontro con l’autore, c’è stato lo spazio per le ottime degustazioni enogastronomiche di Gelatomania abbinate ai vini selezionati dal CREA.

di Rocco Della Corte
Operativo lo spazio per i bambini, con i laboratori tematici a cura di Fantanimazione. Alle 20.45 nello spazio riservato al Premio “Velletri Libris” è salito sul palco Giuseppe Sorrentino, autore di “Eva”, uno dei racconti vincitori contenuti nell’antologia “Per un pugno di storie” (L’Erudita). Il momento più atteso è quindi arrivato e Massimiliano Ossini ha salutato il pubblico di Velletri, città che ben conosce perché frequentata ai tempi del Liceo quando viveva ad Albano.
Volto rassicurante, ragazzo solare e comunicativo, Ossini ha subito spiegato – sollecitato dalle domande di Tiziana Mammucari – il significato del titolo della sua opera: “Kalipé significa passo corto e lento, è diventato lo slogan della mia vita tanto che spesso quando mi sorpassano in bici o mi incontrano in metropolitana, le persone me lo recitano”. “Questo motto” – ha proseguito l’autore – “non è solo per le arrampicate, ma mi è utile nella vita quotidiana. Affronto ogni situazione con il passo corto e lento, questo mi aiuta ad aprire gli orizzonti. Mi sento un uomo fortunato e questa fortuna la voglio condividere”. La scrittura di questo libro non è arrivata casualmente: Ossini, infatti, prima di accettare la proposta di Rai Libri non aveva un’idea precisa, ma una serie di casualità lo hanno portato ad avventurarsi nella stesura di un percorso che parte dalla sua infanzia e arriva fino alle sue esperienze professionali. Tra gli incontri importanti, raccontati anche in “Kalipè”, ce n’è uno in particolare: “E’ stato fantastico conoscere Lino Zani, che fu anche guida di Giovanni Paolo II. Fu lanciato a cinque anni in un dirupo per recuperare lo zaino di un turista, da allora non ha più lasciato le montagne”.
La passione per i monti si fonda su diverse consapevolezze secondo Ossini, e una di queste è la possibilità di trovare la pace: “Sui monti secondo me non c’è la voglia di stare soli, al contrario si è disposti ad aprirsi, a conoscere. Grazie alla montagna mi sono tolto delle zavorre pesanti, ho perso la fretta, mi sento alleggerito mentalmente. Mi pongo anche in modo diverso di fronte alle avversità. È una sensazione che posso solo provare a raccontare. Mi ha molto colpito la lettura del libro “Vietato lamentarsi”: in montagna faccio così, penso positivamente, cerco di vivere pienamente le emozioni e di non perdermi nulla”. Un vero e proprio universo parallelo quello di alta quota, che ha completamente coinvolto Massimiliano Ossini sia per motivi di lavoro che di svago. Il silenzio di quei monti è un allenamento alla vita, un incentivo all’apertura mentale e alla serenità psicologica.
In chiusura, prima del lungo firma-copie e delle tante foto ricordo scattate dal fotografo ufficiale della rassegna, Edoardo Amati, un commovente ricordo di Daniele Nardi, amico di Ossini: “Era un alpinista vero, e gli alpinisti veri non sono come noi. Loro anche se rischiano la vita vanno, non si fanno problemi: la loro vera vita è il rischio. Ho ricordato Daniele anche qualche giorno fa, sul Gran Sasso, e insieme ad altri amici abbiamo espresso il proposito di dedicargli una vetta del massiccio. Era una grande persona”. Si è chiusa per “Velletri Libris” un’altra splendida serata, occasione di incontro, confronto e aggregazione intorno al libro. I prossimi appuntamenti della rassegna sono altrettanto di grande qualità: giovedì 11 luglio Michela Murgia, domenica 14 Dacia Maraini. Un duetto imperdibile al Chiostro, grazie alla programmazione che Mondadori ha realizzato insieme a Fondarc, e con ingresso ovviamente gratuito.

Intervista a Massimiliano Ossini: “La montagna e il silenzio per imparare a vivere il quotidiano”

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“Kalipè” non è solo il titolo del libro ma anche un vero e proprio motto di vita per Massimiliano Ossini. Il giovane ma affermato conduttore televisivo e giornalista, alle prese con la sua prima esperienza editoriale, in una intervista rilasciata all’ufficio stampa di Velletri Libris ha spiegato la sua concezione della montagna, le sue prime esperienze in vetta e la forte carica emotiva contenuta nel libro (Rai Libri Edizioni).

di Rocco Della Corte
Massimiliano Ossini, sei partito per raccontare la montagna e hai finito per raccontare te stesso… 

L’idea era inizialmente quella di raccontare il territorio della montagna, partendo dalle persone che lo vivono per arrivare all’economia. Volevo dare una mano ai paesi che si stanno spopolando. Però sarebbe forse diventato un racconto troppo semplice. In realtà, scrivendo, sono nate nella mia testa due vette: una fisica, che ho scalato, e una interiore, che mi ha portato a scoprire una parte di me intima, sommersa, nascosta. Conoscendo questi aspetti di me ho superato dei limiti, ho capito quante volte anziché aprirci ci chiudiamo all’altro e non viviamo ma sopravviviamo alla giornata. Non abbiamo un obiettivo da raggiungere, puntiamo troppo a programmare senza vivere il quotidiano. Per me, quindi, la montagna ha rappresentato una ascesa fisica da sportivo e una discesa/ascesa interna grazie alla quale scavo dentro di me. 

Nel libro si percepisce molto il concetto della ricerca di sé, della tendenza alla felicità: è questo lo spirito della montagna? 

Lo spirito della montagna secondo me si trova andando a cercare il silenzio. Il silenzio è a mio avviso un metodo con cui hai la possibilità di conoscere e ascoltare te stesso. Paradossalmente, poi, aiuta anche a parlare e capire le altre persone: accende i sensi che avevi spento, per cui non dobbiamo leggerlo e tradurlo come facciamo abitualmente. Mi piace ricordare il concetto di silenzio lanciato da Giovanni Paolo II quando era sulle vette ad ascoltare la natura: significa riaprirsi al mondo, ricominciare ad emozionarsi a tutto, sentire anche il profumo diverso della neve che cambia in base alla stagione. 

Qual è stata la tua prima esperienza in alta quota? 

Sin da piccolo ho avuto contatti con la montagna. Vivevo in Abruzzo, in provincia di Chieti, tra i monti di Valle del Sole. Non facevo vere e proprie scalate, il mio primo contatto con la roccia è stato agli scout. Mi sono sempre più appassionato e innamorato all’agricoltura montuosa, agli animali allo stato brado. Poi c’è stato un periodo in cui il fuoco si è spento, ma la passione si è riaccesa fortemente quando ho iniziato “Linea bianca” nel 2014.

Innovazione e sharing economy: news di Velletri 2030

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Cerchiamo di capire perchè innovazione tecnologica e sharing economy rischiano di essere solo parole di moda (buzzwords) usate da chi non vuole parlare di cose concrete ma vuole semplicemente impressionare gli interlocutori..
La parola inglese "sharing" riflette una certa filosofia di "condivisione" poco amata dagli italiani. Le locuzioni più diffuse sono "car sharing", "bike sharing", "hause sharing", che stanno alla base della cosiddetta "sharing economy", oggi resa sempre più possibile dalla digitalizzazione. E' difatti grazie all’avvento di Internet e delle Piattaforme Digitali Collaborative (piattaforme social) che si ha avuto modo di arrivare ad una così larga diffusione a livello globale, tanto da far nascere dei siti dedicati (fra i più importanti e famosi, troviamo ad esempio Airbnb per le abitazioni, Auting per il car sharing, Biblioshare per la biblioteca condivisa, BlaBlaCar per i viaggi in auto condivisi, ecc...). Ma quale è la percezione degli italiani sulla materia? Una filosofia di vita? Un modo per guadagnare aggirando il fisco? Una soluzione di risparmio? Innanzitutto, gli italiani vedono la sharing economy più come una forma di risparmio che di guadagno. Importante anche la dinamica rispetto alla percezione più generale della sharing economy, a cui la maggioranza dei praticanti da una connotazione fortemente etica per lo sviluppo sostenibile. La componente della sharing economy destinata alla maggiore crescita è la sharing mobility, un fenomeno socio-economico che investe il settore dei trasporti tanto dal lato della domanda quanto dell’offerta. Dal lato della domanda, la sharing mobility consiste in una generale trasformazione del comportamento degli individui che tendono progressivamente a preferire l’accesso temporaneo ai servizi di mobilità piuttosto che utilizzare il proprio mezzo di trasporto. Dal lato dell’offerta, questo fenomeno consiste nell’affermazione e diffusione di servizi di mobilità che utilizzano le tecnologie digitali per facilitare la condivisione di veicoli e/o tragitti realizzando servizi scalabili, interattivi e più efficienti. Tutti i servizi innovativi di mobilità condivisa sono preesistenti all’avvento di Internet e della più recente diffusione di massa dell’uso di dispositivi mobili come Tablet e Smartphone. Sono però queste innovazioni tecnologiche che hanno permesso da una parte che alcune pratiche di nicchia abbiano iniziato ad imporsi come forme di consumo di massa, dall’altra che alcuni modelli di business consolidati siano stati stravolti e abbiano guadagnato nuove quote di mercato. E l'auto a guida autonoma è dietro l'angolo. Sarà una vera e propria rivoluzione culturale, sociale e comportamentale. Basta salire su un'auto Tesla per capire verso dove stiamo andando. Per saperne di più sulla sharing mobility si può consultare il "3° Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility", appena pubblicato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e liberamnte scaricabile dal link: http://osservatoriosharingmobility.it/wp-content/uploads/2019/07/come-sta-la-sharing-mobility_III-Rapporto-SM_13-e-FRONT.pdf Un giorno non tanto lontano saranno sempre meno le auto di proprietà, poiché la sharing economy avrà il sopravvento. Ma a pensarci bene già oggi gli italiani potrebbero lasciare a casa l’auto e muoversi con mezzi alternativi, almeno sulla carta. Un interessante sondaggio condotto da Nielsen per conto di AutoScout24 per indagare l’evoluzione del ruolo di Internet e del consumatore digitale nella ricerca e nell’acquisto dell’auto rivela che in media solo 1 italiano su 4 è soddisfatto della mobilità nella propria città. Solo il 33% pensa che con le smart cities il problema del traffico diminuirà. Ma gli italiani sono possessivi. Secondo quanto emerge dall’indagine, non ci libereremo facilmente di almeno un’auto in garage, vuoi per la conformazione geografica e infrastrutturale dell’Italia, ma anche per l’associazione dell’auto di proprietà a un bene indispensabile per l’indipendenza personale e familiare e per fare sfoggio del proprio stato sociale. L’80% ritiene che nei prossimi 10 anni avrà ancora un’auto di proprietà. Forse a Velletri anche di più, almeno fino a quando usare un'auto di circa 1900 kg per trasportare un umano di circa 70 kg non sarà vietato dalla legge. E poi abbiamo l'esempio della "bike sharing" e del tentativo di mettere in condivisione uno spazio per le Associazioni culturali attraverso una piattaforma digitale che ne permettesse una calendarizzazione rigorosa. Due fallimenti locali. In particolare, l'utilizzo della piattaforma SIGECOV (SIstema Gestione Eventi e COnferenze Velletri) proposto nel Documento "Proposta per una Politica della Cultura" del luglio 2018, non è mai stato preso seriamente in considerazione dall'Amministrazione. Ma vogliamo veramente l'innovazione tecnologica? Cosa riserva il futuro nel mondo della sharing economy? Come cambieranno le abitudini dei cittadini e quali accorgimenti tecnologici saranno necessari? Il fatto è che nei dibattiti ormai è di moda parlare di innovazione, i politici non si tirano indietro, “l’innovazione ci impone di confrontarci, perché abbiamo la responsabilità di comprendere il cambiamento, senza paura e con coraggio” per usare le parole della sindaca di Torino. Tutto sacrosanto. Infatti, come possiamo sostenere la sostenibilità tanto di moda senza innovazione? Come possiamo fornire energia a un mondo così cangiante? Vedi i 7,8 miliardi attuali. I nove attesi da qui al 2050. Vedi l’età media del mondo occidentale che aumenta, siamo tanti 40enni e pochi giovani, viviamo più a lungo, mentre c’è un mondo, quello in Africa e in India, composto da tanti 24enni. Vero, l’innovazione è la parola d’ordine nei dibattiti, tranne poi trasformarsi nei fatti in un “no” prolungato ogniqualvolta che dai dibattiti si passa ai fatti. E' stato appena pubblicato il Rapporto Digital Economy and Society Index (DESI), disponibile in lingua italiana con il titolo Indice di Digitalizzazione dell'Economia e della Società. I numeri non danno scampo: l'Italia, fra le prime 10 nazioni industrializzate del mondo, occupa solo il 24° posto in questa speciale classifica. Questi i numeri secondo il Rapporto: solo il 44% degli italiani tra i 16 e i 74 anni ha competenze digitali di base (57% media UE) il 19% di chi risiede in Italia non ha mai usato Internet (nella UE la percentuale è dell’11%) meno della metà (46%) degli italiani ha usato servizi di web banking o ha fatto shopping online (47% nella UE) D’altra parte… meno di un terzo degli italiani (24%) dispone di una connessione Internet con banda larga ultraveloce (da 100Mbps), rispetto al 60% della media europea. Ciò ci spinge alla 27ª posizione (penultima). la percentuale di connazionali in possesso di una laurea in ICT si ferma allo 0,9%. Non solo, gli specialisti in tali discipline incidono sulla forza lavoro solo per il 2,6%, rispetto al 3,7% della media europea la percentuale di insegnanti che ha svolto corsi formativi di alfabetizzazione digitale non supera il 20%. E nel 24% delle scuole mancano corsi di informatica. Su temi tanto importanti varrebbe la pena confrontarsi, anche in una ottica di riqualificazione urbana dove la mobilità sostenibile gioca un ruolo importante. Progettare è il modo migliore per procedere verso il cambiamento, tenendo conto della realtà, delle sue risorse e delle sue potenzialità, ma anche dei suoi vincoli e limiti. Siamo nel mezzo di una rivoluzione tecnologica in cui l'innovazione e la scienza offrono opportunità mai viste prima. Stiamo vivendo uno tra i periodi più innovativi della storia dell'umanità, ma anche uno tra i più difficili perchè il cambiamento va controllato e gestito per uno sviluppo tecnologico che sia sostenibile. Progettiamo insieme il nostro futuro.

Arte nell'Orto, torna l'evento estivo più atteso alla Vigna Marini

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In occasione dell'inaugurazione, venerdì 19 luglio 2019, di Arte nell'Orto, esposizione di installazioni all'aperto curata da Claudio Marini presso la vigna in via di Colle San Francesco 87 a Velletri (dalle ore 21.00) l'Accademia di Belle Arti di Roma, in collaborazione con la Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura Città di Velletri, presenta alla stampa alle ore 19.00 l’evento presso l'Auditorium del Convento del Carmine, sede veliterna dell’Istituzione romana.
Dopo i saluti della Direttrice dell'Accademia, Tiziana D'Acchille, e del coordinatore sede Marco Nocca, l'idea della manifestazione, giunta al tredicesimo anno, sarà ripercorsa dalle origini dal curatore Claudio Marini, che presenterà gli artisti coinvolti con l'ausilio delle immagini più significative delle diverse edizioni. Arte nell’Orto esprime il desiderio di liberare l’arte dagli spazi consueti, per inserirla e viverla in un contesto naturale: ogni anno il pubblico assiste alla nascita di una nuova opera dalla terra, in un evento segnato dall’attesa. Arte nell'orto 2019 inaugura la nuova installazione di Totem, di Claudio Marini, e presenta per la prima volta l’ingresso della Pittura nell’evento, con Amici in parete: allestiti nell'orto dipinti di Costantino BALDINO, Rodrigo BLANCO, Bruno CIASCA, Jonathan DI FURIA, Fernando FALCONI, Carola MASINI, Luigi MENICHELLI, Mario NALLI, Cristina PENNACCHI, Andrea TUDINI. 

Artisti protagonisti delle edizioni precedenti, e loro opere nell'Orto: 

2007 - Claudio MARINI, Ho fatto scalo a Troia 
2008 - Giorgio GALLI, Nuvola 
2009 - Vincenzo PENNACCHI, La nave dell’accoglienza 
2010 - Carmine Mario MULIERE, Il centro della sfera , Roberto PRUNEDDU, Totem e tabù, Manfred VOGT, Organo ad acqua 
2011 - Sergio GOTTI, Oltre la porta, Francesco PERNICE, Alberi e alberi, Giancarlo SOPRANO La valigia degli angoli retti 
2012 - Fausto ROMA, L’albero del sole 
2013 - Enzo LISI, Cacciato dalla porta e rientrato dalla finestra, Stefano TRAPPOLINI Sagoma 
2014 - Manlio RONDONI, Il sogno di Oliver, Alberto TIMOSSI Flussi 
2015 - Mario VELOCCI, Campi arati 
2016 - Biagio IADAROLA, Incernierati 
2017 - Teresa MARASCA, Mare di maggio 
2018 - Michele PERI, Vele

Aperte le iscrizioni dell'Accademia di Belle Arti di Roma per la sede di Velletri

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L’Accademia di Belle Arti di Roma, diretta dalla professoressa Tiziana D’Acchille, ha il piacere di comunicare che a Velletri, presso il Convento del Carmine oggi Casa delle Culture e della Musica, è attiva per il terzo anno una sede dell’ Istituzione romana coordinata dal professor Marco Nocca.
Nella città laziale, sono aperti per l’Anno Accademico 2019-2020 i corsi triennali di primo livello di PITTURA e GRAFICA EDITORIALE, a cui ci si potrà immatricolare previo sostenimento dell’esame di ammissione (info sul sito www.accademiabelleartiroma.it). Per avere delle informazioni preliminari la sede rimarrà aperta nei giorni indicati nella locandina allegata (16-17-23-24-29-30 luglio e 2-3-6-7-8-9 agosto, dalle 9:30 alle 12:30).


Week end di gare al Trofeo SIS Roma Summer e alle finali Esordienti A per l’F&D H2O Velletri

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Erano due gli atleti dell’F&D H2O Velletri impegnati nelle finali dei campionati estivi Esordienti A. Sofia Polverini e Lorenzo D’Uffizi, accompagnati dal tecnico Emiliano Specchi, sono scesi in acqua allo stadio del nuoto di Roma alla ricerca di miglioramenti nei tempi.

di Rocco Della Corte
Sofia Polverini ha gareggiato nei 400 misti riportando un tempo di 6’02”47, ben quattro secondi in meno rispetto al precedente. Molto bene anche Lorenzo D’Uffizi, che ha gareggiato nei 100 delfino con 1’10”3 e poi subito dopo, ancora stanco dalla gara effettuata, nei 100 dorso dove è riuscito comunque a migliorarsi di due secondi. Mentre alcuni atleti erano allo stadio del nuoto, i più grandi nuotatori dell’F&D H2O Velletri si sono impegnati nel Trofeo SIS Roma, edizione summer, insieme al tecnico Roberto Cianfarani. In vasca Bruno Chambery, Luca Tora, Alessio Borro, Marta Cianfarani, Rachele Della Vecchia, Marika Botticelli, Sara D’Achille, Sharon Haxhaj, Valeria Di Giacomantonio. Notevoli le prestazioni di tutti i ragazzi e di tutte le ragazze, con una menzione particolare per Valeria Di Giacomantonio entrata in finale nei 400 stile libero, dove si è posizionata seconda per soli otto decimi dietro un’atleta del 2005 migliorando di quattro secondi e confermandosi tra le prime cinque del Lazio. Ottime prove per lei anche nei 200 stile libero (sesta) e nei 100 rana (con 1’22”3). Bene anche Luca Tora, che si è aggiudicato la finale con i 200 dorso, e Alessio Borro, che ha fatto molto bene nei 200 stile libero (2’03”2 e un sesto posto) e nei 200 misti, oltre che nei 50 stile libero con il tempo di 25”5. Più che confortanti anche i tempi di Marika Botticelli, che ha riportato 1’13”6 nei 100 dorso e 1’13”4 nei 100 delfino. La domenica del Trofeo Esordienti A si è invece conclusa con un’ottima prova di fine stagione per Lorenzo D’Uffizi, che ha ripetuto il suo tempo con 1’10”3 nei 100 delfino e 2’41”3 nei 200 dorso, e Sofia Polverini, che ha fatto un buon 3’08” nei 200 rana. I due giovanissimi, accompagnati dal tecnico Emiliano Specchi, si sono ben comportati lasciando intravedere ottime prospettive per le prossime gare. Anche il Trofeo SIS Roma nella sua parte domenicale ha riservato tante soddisfazioni all’F&D H2O con ottimi risultati cronometrici.
Di seguito le prestazioni offerte dai ragazzi: 

- Alessio Borro ha totalizzato il sesto tempo per la finale con 55’2 nei 100 stile, poi migliorato a 54”7 con l’abbattimento del muro dei 55”, tra i primi nel Lazio. 
- Valeria Di Giacomantonio è fra le prime nel Lazio nei 400 stile libero e ha fatto un tempo di 5’35” nei 400 misti. Benisimo anche nei 200 dorso con 2’39”. 
- Sara Haxhaj è migliorata di 15 secondi nei 400 misti con il tempo di 5’38”. 
- Rachele Della Vecchia si conferma su ottimi livelli con il suo 5’53” nei 400 misti. Nei 200 dorso, invece, riporta il tempo di 2’41”. 
- Marika Botticelli si comporta bene sia nei 100 delfino (1’13”7) che nei 50 rana (38”7). 
- Marta Cianfarani chiude con uno splendido tempo di 1’05”3 nei 100 stile libero. 
- Luca Tora accede alle finali con il nono posto grazie al tempo di 1’07”4 nei 100 dorso, poi migliorato a 1’04”7 nella finale stessa dove si piazza settimo. 
- Bruno Chambery riporta prove positive sia nei 400 misti con 5’07” che nei 200 dorso con 2’23”. 

I ragazzi, accompagnati da Roberto Cianfarani, hanno poi conosciuto il primatista italiano nei 50 e 100 stile libero Marco Orsi. Complimenti a tutta la truppa dell’F&D H2O in vista dei campionati regionali in programma dal 16 al 21 luglio!

La Xistos ai Campionati Nazionali FGI

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A Rimini per 10 giorni si sono svolti i Campionati Nazionali Silver per tutte le sezioni della Federazione Ginnastica d’Italia. Per la sezione ginnastica ritmica, la Xistos ha partecipato con 8 ginnaste ed una squadra per il Campionato di serie D.
La rappresentativa ha ottenuto ottimi risultati, considerando l’altissimo numero di partecipanti. Nella categoria LB allieve 1, buona prestazione per Muscedere Gaia che ha conquistato il 23° posto in classifica su 118 partecipanti e per Canini Nicole che, nonostante un ottimo corpo libero, ha macchiato di qualche errore esecutivo la perfomance con la palla. Per la categoria LB allieve 2, ottima prestazione delle giovanissime Rehburg Ambra e Carucci Martina, accompagnate dalle tecniche Anna Rucci e Irene Cipollari, che, su 177 partecipanti hanno ottenuto rispettivamente la 17° e la 50° posizione in classifica. Nella specialità Ambra ha sfiorato la finale giungendo alla palla 11° (10 le ammesse in finale!!) e con Martina ha condiviso lo stesso punteggio al corpo libero, posizionandosi entrambe 23° a pari merito. Nella finale del Campionato di serie D LC, la squadra della Xistos ha tentato di imporsi, in qualità di vicecampionessa regionale, sulle oltre 100 squadre provenienti da tutta Italia. Dopo un ottimo corpo libero di squadra ed un individuale al cerchio, un piccolo calo si è avuto nella successione, non perfetta quanto richiesto e che ha portato la squadra ben oltre la metà classifica. Ma sono state le stesse ginnaste a rifarsi nella prova individuale. Nella categoria LC junior 2, sono scese in pedana molto determinate Catese Marta e Lombardi Sofia.
La prima è riuscita ad entrare di prepotenza nella finalissima ad entrambe gli attrezzi (2° al cerchio e 5° alla fune) dimostrando maturità e grande presenza. Purtroppo una finale discutibile l’ha relegata fuori dal podio, al 6° e 7° posto, nonostante una ottima prova e una grande determinazione. Sofia non si è lasciata intimorire dalle 126 avversarie ed è riuscita a gestire la gara posizionandosi al 39° posto al cerchio e 42° alla palla. Nella categoria junior 3, Cugini Chiara ha strappato un interessante 13° posto alle clavette e 27° alla palla , a fronte delle 108 ginnaste nazionali. Per le junior 1 è scesa in pedana la giovanissima Sofia De Angelis, emozionata e ansiosa di fare la sua prestazione. Purtroppo un grave errore di perdita d’attrezzo al cerchio, l’ha messa in grande difficoltà, spingendola in fondo alla classifica. La sua più grande capacità è stata quella di rientrare subito in pedana con il secondo attrezzo e concentrarsi per portare a termine una corretta esecuzione. 88° posto in classifica su 158 ginnaste ha voluto significare la sua grande potenzialità, nonostante i gravi errori. Soddisfazione per le tecniche Monica Brandizzi e Eleonora Cipollari, che hanno comunque potuto testare la crescita costante delle loro ginnaste. L’esperienza portata a casa dalle ginnaste è stata grande e anche questa servirà a costruire il loro futuro.

Aziendalizzazione possibile

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Premetto alla trattazione dell’argomento del titolo due considerazioni che, almeno direttamente, non lo riguardano. Una è linguistica. Si è cominciato e continuato a definire “speronamento” un aspetto della manovra d’approdo di Carola Rackete.


di Pier Luigi Starace
Il vocabolario Devoto_Oli dice, alla voce “speronare”:” Colpire con lo sperone o con la prua un’altra nave”. Nessuna immagine e nessuna ricostruzione dei fatti ha mai mostrato o descritto la prua della “Sea watch” né a contatto né dirigentesi verso altro natante. L’altra è visuale. Tutti abbiamo visto il motoscafo della Gdf inserirsi tra la fiancata della “Sea Watch” in accostamento lentissimo e da tempo ufficialmente annunciato alla banchina, e la banchina stessa. Insieme a Fratoianni, che lo ha chiesto in aula a Salvini, chiedo:” Chi ha ordinato quella pericolosa ed inutile manovra? ” E vengo all’argomento del titolo. La sentenza della magistrata Alessandra Vella, giudice per le indagini preliminari, che non ha confermato la misura di custodia cautelare per la capitana coraggiosa, ha prodotto una reazione punibile con l’applicazione del decreto sicurezza bis proprio contro il suo generatore, Salvini, sotto la fattispecie: “oltraggio a pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni”. Un secondo elemento aggravante è l’esibizione pubblica e vibrata d’un atteggiamento delegittimatore dell’autorità della magistratura, per di più nella persona d’una donna. In forza di esso atteggiamento l’oltraggiatore s’arroga il trasferimento del potere di giudicare dalla persona del magistrato alla propria, in un’eversione dalle fondamenta della struttura dello stato di diritto. Ma c’è un terzo elemento più grave dei precedenti, e che s’annida nel tipo di oltraggio: “nemica dell’Italia”, accattato alla svelta dalle bancarelle di souvenir del ventennio gestite da CasaPound, e che era stato già da essa esibito alla “Sapienza” contro Mimmo Lucano. “Nemico della patria” non è un insulto qualsiasi, ma è una sentenza. “Nemico della patria” era la sentenza i forza della quale Robespierre, per mano del boia Fouquier-Tinville, mandava alla ghigliottina chi voleva. Ma il mio fiuto storico non mi suggerisce d’allacciare direttamente la Rivoluzione francese ai neonazisti odierni ed a Salvini. Mi dice che oggi questi lo usano come lo usò un giorno, dopo un salto mortale all’indietro nella storia, un tribunale savoiardo del “re galantuomo” contro Giuseppe Mazzini. In altre parole siccome era troppo difficile trovare qualche capo d’imputazione contro un uomo che era vissuto per la patria, lo sentenziarono nemico della patria. .In base a tale infamia Mazzini dovette morire su suolo inglese. Così oggi, siccome è troppo difficile costruire qualcosa contro Mimmo Lucano e contro una magistrata che ha applicato impeccabilmente la legge, la soluzione è in questa definizione che, dal suo primo apparire storico, evoca la condanna a morte. Un altro dettaglio, a proposito della libertà, stavolta. Salvini ha scritto che “devono essere arrestati” i deputati del PD che hanno visitato Carola Rackete a detenuta a bordo . Ma è una delle opere di misericordia istituzionalizzate dalla Chiesa il “visitare i carcerati”. Ma secondo le leggi vigenti tutti i deputati possono farlo. Ma perfino Erode permise a Gesù di visitare in carcere Giovanni Battista. E’ ripreso il mantra delle dimissioni per i magistrati che non si fanno dettare la sentenza da lui. Vedo in questo il modo d’agire della ruspa contro un riparo: prima lo butta giù-con una calunnia- e poi lo asporta, verso la discarica – col licenziamento. Ecco- preciso che non siamo ancora a questo, ma sì sulla via per arrivarci: ad uno stato-azienda, inteso nel senso più “deregolato” del termine. Quello in cui il datore di lavoro prima ti dice: “O fai quello che dico io o ti sbatto via”. Domani il professore di storia, il giornalista, l’avvocato che vorranno smentire un falso ed una calunnia propalati sa un social di stato potrebbero essere licenziati in quanto “nemici dell’Italia”. Ma moltissimi e splendidi esempi di resistenza a questa china ci dicono che possiamo farcela.

Novità in arrivo sul trasporto pubblico in Lazio. Intanto si preannuncia un'estate di lavori tra Ciampino e Albano/Colleferro

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Novità in arrivo sul fronte del trasporto pubblico, infatti a breve sarà introdotto il biglietto unico, anche in versione elettronica, in 58 comuni dell’area metropolitana di Roma, oltre a nuove tecnologie che consentiranno all’utente di conoscere l’arrivo del mezzo di trasporto.
Nelle intenzioni della regione Lazio, che ha investito Cinque milioni di Euro, provenienti da fondi europei, tutto ciò migliorerà sostanzialmente la qualità del servizio. Tali innovazioni consentiranno un coordinamento del servizio di trasporti e mobilità con dotazioni tecnologiche all’avanguardia. Sia il biglietto unico che il monitoraggio saranno pienamente operativi entro il 2020. Riguardo il servizio ferroviario, una nota ufficiale di Trenitalia comunica che da sabato 3 agosto e fino a domenica 1° settembre, sarà sospesa la circolazione tra le stazioni di Ciampino e Colleferro e tra le stazioni, sempre di Ciampino e Albano Laziale. La mobilità tra i centri interessati sarà garantita da autobus sostitutivi, ovviamente orari e tempi di percorrenza potranno variare in relazione al traffico stradale. Sulla tratta Ciampino-Colleferro si procederà ad ampliare le dimensioni di alcune gallerie, saranno sostituiti i vecchi binari tra Valmontone e Colleferro e saranno potenziati gli apparati tecnologici. Sulla Ciampino-Albano Laziale invece i lavori consisteranno nel potenziamento della linea elettrica, nel rinnovamento dei binari e nell’adeguamento ai nuovi standard della sede ferroviaria. Tutto ciò non comporterà alcuna ripercussione negativa sulle tratte limitrofe, Ciampino-Velletri e Ciampino-Frascati che funzioneranno regolarmente.

Chiara Francini ha presentato “Un anno felice” a Genzano: “Un amore da Firenze alla Svezia”

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C’era il pubblico delle grandi occasioni, alla Mondadori Bookstore di Genzano di Roma, per ascoltare l’attrice, conduttrice televisiva e scrittrice Chiara Francini. Tra i volti più noti e apprezzati del piccolo e grande schermo, l’autrice è arrivata ai Castelli per presentare il suo terzo romanzo, “Un anno felice”, edito da Rizzoli.

di Rocco Della Corte
Intervistata da Tiziana Mammucari, la Francini con il suo fare empatico e coinvolgente ha calamitato l’attenzione degli spettatori ringraziandoli per il calore a lei tributato: “Sono sempre felice di vedere l’affetto delle persone” – ha esordito – “e i libri non sono altro che un veicolo per dire le cose belle che ho. I lettori sono per me come il babbo e la mamma”. Sulla sua ultima fatica letteraria, invece, l’attrice toscana ha detto: “E’ il terzo romanzo ma per me è come se fosse il primo, perché è molto diverso dagli altri due. È una storia d’amore in cui parlo di luci ed ombre. La prima parte si svolge a Firenze, la seconda in Svezia. Tutte le persone che leggono dicono di somigliare e identificarsi con Melania, la protagonista, che di mestiere fa l’editor”. Il romanzo racconta del travolgente incontro tra una donna e un uomo misterioso e affascinante.
Contiene senz’altro dei rimandi autobiografici, come ha svelato la stessa autrice, e analizza psicologicamente le dinamiche dell’amore: “A seguito dell’innamoramento, si capisce subito che la storia tra Melania e Axel è molto squilibrata a discapito di lei. La ragazza idealizza il suo uomo, lo vede più grande di quello che è”. Nello stile della Francini qualcuno ha individuato delle punte di thriller, visto il ritmo incalzante. Ma a farla da padrone è l’amore, che circonda Melania nella sua Firenze assolata e colorata. Axel, l’uomo che ruba il cuore alla protagonista, è “il classico ragazzo che ti frega”. “Parla poco, è affascinante, sembra un etrusco con i suoi lineamenti scolpiti”. L’incontro tra Melania e Axel induce lei ad abbandonare tutto, partire e andare in Svezia dove si incontra e scontra con le usanze e le tradizioni del luogo, così diverse dalle abitudini della sua famiglia in Toscana. E la narrazione poi prosegue, con un finale intenso e intrigante. Chiara Francini, in merito al tipo di registro e allo stile utilizzato nel romanzo, ha spiegato quello che è il suo scopo comunicativo: “Mi interessano poco le descrizioni, io spero solo che il lettore nel testo veda quello che vedo io”. Al termine dell’incontro firma-copie, foto-ricordo e tantissimi lettori che hanno voluto parlare con Chiara Francini. La Mondadori Bookstore Genzano, dopo questo incontro estivo, replicherà venerdì 12 luglio con Loretta Grace. Appuntamento alle ore 18.00 nella Libreria di Corso Gramsci.

Teatro Artemisio-Volonté, ecco gli spettacoli per la stagione 2019-2020

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Dopo tanta attesa, sono stati finalmente resi noti gli spettacoli in cartellone per la stagione 2019-2020 del Teatro Artemisio-Volonté di Velletri. Sotto la direzione artistica del Maestro Claudio Maria Micheli, anche per questo inverno da ottobre a marzo tantissimi grandi nomi saliranno sul palco del rinato teatro di via Fondi, nella speranza che il pubblico premi il lavoro svolto dalla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura riguardo la proposta artistica.

di Rocco Della Corte
Tra le novità di quest’anno un corposo aumento degli spettacoli in programma, con cinque fuori abbonamento, e tre matinée per le scuole in un’ottica di coinvolgimento degli istituti di ogni ordine e grado presenti sul territorio. Far vivere il teatro è l’obiettivo del Maestro Micheli, forte del gradimento e della partecipazione arrivati nelle prime due stagioni. Sabato 19 ottobre alle ore 21.00 Antonello Avallone aprirà la stagione con “In nome del papa re” (fuori abbonamento). Seguirà l’8 novembre, venerdì, con uno spettacolo alle 10.00 per le scuole e poi alle 21.00 “Dio arriverà all’alba”, sempre fuori abbonamento, in omaggio ad Alda Merini e con Antonella Petrone. La prima pomeridiana è fissata per domenica 17 novembre (ore 18.30): Enzo Decaro sarà protagonista di “Non è vero ma ci credo”. Domenica 1 dicembre alle ore 18.30 sarà la volta di Marion D’Amburgo con “Lullaby” (fuori abbonamento). Ultima data dell’anno solare sabato 14 dicembre alle ore 21.00: Elena Arvigo con “Non parlarmi di me, Marta mia” ripercorrerà lo splendido carteggio tra Luigi Pirandello e l’attrice amata Marta Abba (fuori abbonamento). Il 2020 si aprirà con un gradito ritorno: l’attore Ettore Bassi, in pomeridiana domenica 19 gennaio alle 18.30 e in matinée per le scuole lunedì 20 gennaio alle 10.00, porterà sul palco “Il Sindaco Pescatore”, un progetto dall’alta valenza civica e sociale in ricordo di Angelo Vassallo, primo cittadino di Pollica ucciso dalla malavita.
Si prosegue domenica 9 febbraio alle 18.30 (e lunedì 10 per le scuole) con Antonello Avallone in “Novecento” di Alessandro Baricco. Rush finale a marzo, con ben tre date in cartellone: si comincia il 1° con “I sei personaggi in cerca d’autore” (domenica, ore 18.30), il 14 (sabato, ore 21) con Hollywood Burger di Enzo Iacchetti e Pino Quartullo e, in conclusione, il 29 marzo alle 18.30 con Maurizio IV di Giampiero Ingrassia e Gianluca Guidi. Una programmazione assolutamente interessante e per tutti i gusti, grazie alla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura e ai suoi tre soci (Comune di Velletri, Banca Popolare del Lazio, Clinica Madonna delle Grazie). Per gli abbonamenti tutte le informazioni saranno fornite in tempi brevi, nel frattempo si può appuntare in agenda l’elenco degli spettacoli in modo tale da non perderseli.



Free Runners impegnati nella quindicesima edizione di "Corriamo sul Monte Artemisio"

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Grande prestazione dei Free Runners alla 15^ Corriamo sul Monte Artemisio, gara podistica trail di 10km 800m, organizzata domenica 7 giugno dalla società Amatori Top Runners Castelli Romani.
Un percorso spettacolare, tra i sentieri del monte Artemisio, con partenza e arrivo posti nel piazzale Fontana del Turano, ha accolto i quasi trecento atleti giunti da tutto il Lazio. La gara è stata vinta da Alfonso Marcoccio (Atletica Arce) con il tempo ’36:45, secondo Francesco Tescione in ’37:10 (Podistica Aprilia) terzo il Free Mauro Massimi in ’37:45, quarto Marco Quaglia (A. Top Runner C. Romani) ’38:06 a completare il podio in quinta posizione l’altro Free Andrea Todini in ’38:30, salito due volte sul podio per ritirare anche il terzo posto nel Trofeo Avis. Ottimi risultati per gli altri Free in gara con: Damiano Cavola quattordicesimo e terzo M40 in ’41:13; Flavio Bonanni sedicesimo e terzo M30 ’42:07; Domenico Valeri primo M60 in ’49:59; Mario Vitelli ’51:46; Luca Moroni terzo M20 in ’51:50; Americo Talone ’57:11 seguito dall’unica donna della squadra in gara Moria Talone ’58:24.

Intervista a Umberto Guidoni: “Nello spazio è una sorpresa, ognuno lo vive a modo suo”

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Prima della presentazione della sua guida per i giovani astronauti, Umberto Guidoni ha gentilmente rilasciato un’intervista per “Velletri Libris” raccontando la nascita del suo sogno di esplorazione dello spazio e la successiva realizzazione. In merito al libro pubblicato, invece, lo scrittore e astronauta si è detto fiducioso del fatto che le prossime generazioni saranno quelle che vivranno pienamente lo spazio, rispetto a quelle attuali e quelle precedenti che lo hanno invece vissuto come una chimera raggiungibile per pochi eletti.

di Rocco Della Corte
Umberto Guidoni, leggendo la prefazione da lei scritta si capisce che il suo sogno ha radici profonde. Quando e come le è nata questa passione, poi diventata una professione? 

Già da piccolo e da ragazzo ero un grande lettore, e tra i tanti libri cercavo spesso quelli che parlassero dello spazio. Era quello l’orizzonte in cui mi vedevo. Però la vera scossa c’è stata quando gli uomini sono sbarcati sulla luna. Avevo 15 anni e quella lì era una realizzazione non solo della mia fantasia, ma concreta. Diventare astronauta non era più fantascienza, era realtà. 

È quindi iniziata la sua esperienza di studio e poi il concorso… 

In quegli anni andavano nello spazio solo russi e statunitensi. In Italia il mio sogno rimaneva difficile da realizzare. Mi sono rassegnato a fare altro e la cosa più vicina allo spazio era lo studio della terra. Sono quindi diventato un astrofisico e ho lavorato al CNR. Proprio grazie al mio lavoro si è materializzata la possibilità, dopo venti anni dallo sbarco sulla luna, di un concorso grazie al programma congiunto della NASA in cui era prevista la presenza italiana e l’addestramento dei primi astronauti. Non potevo non provare, ma ero certo di essere scartato, avevo paura di non rispondere ai requisiti. Poi siamo rimasti in due e le chances sono cresciute…e siamo partiti. 

Come lei ha raccontato, sia per il suo lavoro che per la passione ha studiato molto lo spazio. Quando però lo si vede da un’altra prospettiva, così diretta, che effetto fa, anche a livello emotivo? 

Non si è mai preparati, perché la preparazione riguarda la tecnica, la sicurezza, gli atteggiamenti da assumere in caso di pericolo o di emergenza. Non si prova mai l’assenza di peso fisica, ad esempio, o l’effetto del guardare fuori. Quelle sono cose che impari al momento e devi in qualche modo gestire. Ci sono alcune sorprese, anche se la maggior parte di quello che devi fare già lo sai. Come reagirà il tuo organismo e che tipo di emozioni proverai, però, non te lo dice nessuno. Ognuno lo vive a modo suo. 

Questo libro si rivolge ai giovani. Perché raccontare lo spazio ai ragazzi, con illustrazioni e con uno stile così adatto a loro?

L’idea era proprio quella di un libro illustrato, poi l’illustratore è stato bravissimo a rendere le foto delle missioni spaziali che gli ho portato. Il libro è pensato con l’idea di dare ai ragazzi delle informazioni, ma senza entrare nei dettagli. Quello che volevo dare erano le suggestioni. Io penso che rispetto alla mia generazione che lo spazio lo ha solo sognato e non raggiunto, salvo una piccola minoranza, queste generazioni lo vivranno pienamente.

Umberto Guidoni, dallo spazio a Velletri: “Il futuro delle nuove generazioni è in missione”

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Una Casa delle Culture gremita di gente domenica sera per ascoltare il grande astronauta e scrittore Umberto Guidoni. L’uomo che è stato nello spazio è approdato a “Velletri Libris”, rassegna ideata e realizzata dalla Mondadori Bookstore Velletri in collaborazione con Fondarc, per presentare il suo ultimo libro, “Guida per giovani astronauti”, edito da ElectaKids.

di Rocco Della Corte
Prima dell’incontro con l’autore, grazie alle prelibatezze del Casale della Regina e ai vini selezionati dal CREA, ha avuto luogo la consueta degustazione enogastronomica. Alle 20.45 sul palco Alessandro Manzi, autore del racconto “Specchi rotti” contenuto nell’antologia “Per un pugno di storie” che racchiude tutti i lavori dei vincitori del premio nazionale di narrativa “Velletri Libris”. Alle ore 21.00 è iniziato il dialogo tra Umberto Guidoni, accolto dai fragorosi applausi del pubblico, ed Emanuele Cammaroto, con il supporto di Arianna Zuccaro per le letture scelte dal circolo dei lettori di “Velletri Libris”. L’ospite, dopo la proiezione di un video che ha ripercorso le tappe più importanti dell’arrivo dell’uomo nello spazio, è entrato subito nel vivo raccontando i suoi inizi da astronauta: “Non avevo alcuna speranza di vincere il concorso pubblico a cui ho partecipato per andare nello spazio. Ero talmente pessimista che non avevo detto nulla a nessuno, neanche ai miei familiari più stretti. Invece è andata bene”. Nel momento in cui Guidoni ha spiegato le meraviglie dei viaggi nell’universo, i tanti bambini che partecipano ai laboratori di Fantanimazione si sono schierati in prima fila a guardare, incantati, le immagini e ad ascoltare le parole dello scrittore. Una situazione che ha dato lo spunto a Guidoni per sottolineare l’intento di questa pubblicazione: “L’obiettivo era quello di fornire ai ragazzi informazioni e illustrazioni.
Così ho individuato cinquanta macro-aree e le ho raccontate, con un linguaggio fruibile, nel libro. Io penso che oggi ci siano tante persone interessate allo spazio, incuriosite da questo mondo. Ho quindi raccolto tutti gli aspetti salienti, dal come funziona al come ci si arriva. È straordinario pensare a quanto sono sterminati i mondi che potremmo visitare, finora abbiamo fatto solo piccoli passi ma il futuro è dalla nostra parte”. Molto interessanti sono gli aspetti preparatori ad una missione: Umberto Guidoni ha partecipato a ben due missioni della NASA a bordo dello Space Shuttle e nel 2001 è stato il primo europeo a visitare la Stazione Spaziale Internazionale, primato fino a quel momento riservato ai russi e agli americani. “Per preparare una qualsiasi missione ci vuole un anno o più” – ha raccontato – “perché la formazione deve essere molto accurata. Siamo sottoposti ad un addestramento teorico che ci deve far conoscere il velivolo nei minimi dettagli, dai sistemi elettrici alle uscite di emergenza. Nel centro di controllo, poi, ci fanno provare le stesse difficoltà che si potrebbero verificare in missione”. Guidoni ha scritto un libro per ragazzi poiché convinto, visto il momento storico, che presto lo spazio sarà accessibile quasi con regolarità: “La nostra generazione ha sognato lo spazio e ha vissuto l’emozione di quei pochi che ci sono arrivati. Invece, andando nelle scuole, oggi vedo che in tanti vogliono diventare astronauti. Non è facile, prima di tutto perché bisogna lavorare in gruppo e anche questo viene valutato in un tempo lungo. Però, poi, si arriva. Io credo che i giovani di oggi potranno vivere e conoscere lo spazio molto meglio di noi”. Al termine della presentazione c’è stato un lunghissimo firma-copie, con tanti bambini che hanno fatto firmare il proprio libro all’autore. Le foto-ricordo sono disponibili sul sito www.velletrilibris.it. Per la rassegna estiva di letteratura targata Mondadori un altro successo importante, in attesa di una settimana intensa con Michela Murgia e Dacia Maraini. 

Michela Murgia a "Velletri Libris" con "Noi siamo tempesta": l'autrice sarà intervistata da Diego De Silva

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Due grandi scrittori, una splendida serata d’estate e un contesto suggestivo e meraviglioso: questi gli ingredienti che accoglieranno, alla Casa delle Culture e della Musica di Velletri, Diego De Silva e Michela Murgia sul palco della rassegna letteraria internazionale “Velletri Libris”, ideata e realizzata dalla Mondadori Bookstore Velletri in collaborazione con Fondarc.


di Rocco Della Corte
Michela Murgia, affermata autrice conosciuta e tradotta in tutto il Mondo, ha vinto tra le altre cose il Premio Campiello 2010 e dopo tanti successi letterari ha dato alle stampe “Noi siamo tempesta” (Salani Editore). Un libro che riflette sulla storia e sui protagonisti, attivi o passivi, delle vicende che quotidianamente si verificano. Dalla nascita della più famosa enciclopedia on line esistente alle più eclatanti imprese storiche, la Murgia evidenzia una contraddizione propria di tutta la letteratura: a spiccare sono sempre i singoli, commissari, medici, eroi, mentre le cose migliori nascono con la condivisione, la pluralità e il lavoro di squadra. L’appuntamento è per le 20.15 alla Casa delle Culture e della Musica, con le degustazioni enogastronomiche a cura di Casale della Regina e CREA. Seguirà, dopo il dialogo tra Diego De Silva e Michela Murgia, il firma-copie, con le foto ricordo, e il sorbetto al vino preparato da Gelatomania.

Luglio sul Monte Artemisio

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E’ con estremo piacere che La Spinosa per l’Ambiente sta collaborando con Camminiamo per Velletri ad una serie di iniziative che riguardano in particolar modo il Monte Artemisio ed il Rifugio Forestale – Casa del Parco.
Il 6 luglio, è iniziata una serie di 4 attività che terminerà sabato 27 luglio. La prima giornata è stata dedicata alle ragazze ed ai ragazzi della Lega Arcobaleno e dell’ALFAD, una giornata “Trapper” che si è concretizzata con la costruzione di un rifugio per la notte. Armati di filagne e cordini si è realizzato questo riparo come facevano gli esploratori canadesi molto tempo fa. Continueremo l’attività con l’escursione “Giro basso delle Fonti” (13 luglio). Il secondo appuntamento è alle ore 8.00 a Fontan Marcaccio, si prosegue in auto fino alla sbarra (parcheggio) di lì a piedi verso il Rifugio Forestale dell'Artemisio - Casa del Parco. Si prende il sentiero a destra verso la Fonte del Turano. Per la strada sterrata si raggiunge il Fontanile della Donzelletta e poi, in salita, la Fonte della Donzella. Di lì si ritorna verso il Rifugio. Consigli: magliette di ricambio, acqua abbondante, cappello. Obbligatorie scarpe da trekking. Info Corrado 328.3864047. Le altre due iniziative saranno una giornata “Natura” presso il Rifugio (20 luglio) concludendo con la classica salita sul Maschio d’Ariano (27 luglio). Informazioni anche su Facebook o presso il DLF di Velletri.

La Valle dei libri. L'importanza della lettura ad alta voce

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[...]tutto è suono, null’altro che suono. Sono suoni gli astri, i loro pianeti e il loro contenuto. Gli elementi appartengono al suono come pure ciò che formano, dai corpi più semplici a quelli più complessi: il mondo vegetale e il regno animale. L’essere umano è suono, anche se non lo sa o lo ha dimenticato Alfred A. Tomatis


di Martina Loppa

Il suono e la musica, hanno il potere dell'espressione, e noi, in quanto per-sone (dal latino: per-sonar: risonare attraverso), siamo strumenti che emettono suoni meravigliosi attraverso la nostra globalità umana. La voce ed il corpo accompagnano l'emissione dei nostri stati d'animo, delle nostre emozioni e dei nostri pensieri. Durante la 24 a settimana di vita intrauterina, il bambino comincia a percepire uditivamente i suoni: in modo netto e presente, riesce, in questo periodo, a mettere in funzione processi cognitivi di riconoscimento e di memorizzazione. Nella vita intrauterina il bambino viene letteralmente cullato dai suoni corporei della mamma (la mamma è essa stessa il suo sono, per il bambino): dal flusso sanguigno, al respiro, al battito del cuore, fino ad arrivare alla voce. 

La voce: quale meraviglioso e straordinario strumento è la voce? Si è dimostrato che i bambini sanno riconoscere determinate voci alle quali danno precise risposte motorie e fisiologiche. Se il feto ausculta uno stimolo sonoro proposto ripetutamente, risponderà in modo diverso fino a quando non diventerà familiare: questo vuol dire che è in grado di udire, memorizzare, discriminare, e quindi riconoscere “il mondo extrauterino”.

Copiosa letteratura scientifica ha dimostrato come il bambino, una volta nato, sia abile nel riconoscere perfettamente le musiche a lui proposte durante la vita intrauterina, e come reagisca attivamente anche alle storie proposte durante gli ultimi trimestri di gravidanza. La nostra voce risuona grazie al nostro corpo, così come uno strumento musicale produce il suo suono grazie alla sua cassa armonica. L’utilizzo della voce presuppone reciprocità, interazione, ed impegna la partecipazione di tutto il corpo (presenza, mimica, gesto, movimento). La voce è il prolungamento delle nostre emozioni e sentimenti, le sue vibrazioni si espandono sulla pelle e riverberano attraverso le ossa: un bambino preso affettuosamente tra le braccia può percepire numerose vibrazioni attraverso la pelle se, per esempio, mentre gli cantiamo qualcosa poggiamo il nostro mento sulla sua testina. (Novella, M., 2009). Ed è questa l'importanza della lettura ad alta voce, che comincia, come abbiamo potuto riscontrare, ancor prima della nascita: la relazione genitore- figlio viene rafforzata da quella reciprocità che si crea attraverso il nostro linguaggio verbale e non verbale. Attraverso la tonalità della voce, la ritmicità che essa può assumere durante il racconto, attraverso la nostra postura, e quindi la prossemica (l'utilizzo del nostro corpo nello spazio), attraverso il nostro odore ed il nostro sguardo, si riesce a creare quel legame speciale e solido. Quell'abbraccio inglobante che può ricordare il grembo materno, all'interno del quale il bambino si sente al sicuro. E i bambini lo sanno cosa accade quando il genitore comincia a leggere: si tramandano storie, se ne ascoltano e leggono altre, si esplicita il processo di alfabetizzazione emotiva, avendo la possibilità di riconoscere le emozioni, guardarle, verbalizzarle ed affrontarle. 


Attraverso la lettura esploriamo luoghi sconosciuti, creiamo mondi immaginari, diamo vita a mostri con i quali possiamo danzare (Verolini, A.), e tutto questo grazie alla nostra creatività, che è la capacità divergente di risolvere situazioni critiche e difficili (secondo Guilford J. P., psicologo statunitense, la creatività, ossia il riuscire a trovare la soluzione più adeguata ad un problema, è la vera intelligenza). Con l'uccisione di draghi, e la scoperta di porte segrete, si testa concretamente la possibilità di trovare una soluzione, anche laddove sembra impossibile, e questo, mediato dal genitore, supporta il bambino nel processo di costruzione della propria autostima. E negli ultimi decenni, l'importanza della lettura e del libro, come strumento privilegiato per creare Nuovi Mondi, ha fatto sì che le biblioteche reali ed estese, oppure associazioni come “Nati per leggere”, potessero diffondersi ed ritornare a far parte di quella trama sociale che tesse relazioni in modo creativo e delicato, duraturo nel tempo e risonante. "Tutti i libri del mondo non ti danno la felicità, però in segreto ti rinviano a te stesso. Lì c'è tutto ciò di cui hai bisogno, sole stelle luna. Perché la luce che cercavi vive dentro di te. La saggezza che hai cercato a lungo in biblioteca ora brilla in ogni foglio, perché adesso è tua". (Hermann Hesse)

XV Domenica T.O. : "Il samaritano buono" dagli scritti di don Gaetano Zaralli

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Lc 10,25-37

TESTO
Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e  il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fà questo e vivrai». Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».
Gesù riprese:
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall`altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n`ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all`albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso».

COMMENTO
“Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova…”.

Il dottore della legge e Gesù sono l’uno di fronte all’altro. Il Codice di Diritto Canonico e l’annuncio della buona novella, messi a confronto per risolvere un problema di coscienza, possono divergere e, quando ciò accade, è sempre la grettezza dei tribunali a non lasciar respirare la Parola.
Il legalismo esagerato porta sempre a ridurre lo spazio entro cui l’amore e la misericordia desiderano scorazzare. È triste doverlo riconoscere, ma è così: gli affezionati alla legge si rivelano quasi sempre come i peggiori interpreti del vangelo.

“E chi è il mio prossimo?”.

Quando certe verità passano lisce attraverso i sentimenti di una carità generalizzata e si ubriacano di facili commozioni dinanzi ai grandi disastri, il vero prossimo si perde nel groviglio degli egoismi, nelle diatribe tra fratelli, nelle ingiustificate difese dei propri meschini interessi. Abbiamo occhi buoni per guardare e scorgere con nitidezza le tragedie dei popoli lontani, ma la vista ci si annebbia puntualmente quando le realtà tristi si muovono sotto il nostro naso.

“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti…”.

Quattro sono i personaggi che scendono da Gerusalemme a Gerico.
Il primo è il viandante che, malmenato dai ladroni, sta morendo ai margini della strada… ed è fin troppo facile immedesimarci nel suo ruolo, specialmente se ci si nutre di vittimismo.
Ci sono poi due uomini di chiesa, che, con l’essere fedeli alla legge mosaica, diventano motivo di scandalo.  In questo caso la tentazione di seguire il loro esempio è grande per chi, fanatico del proprio ruolo presso gli altari, non si lascia distrarre dalle disavventure dei figli del popolo.
C’è in fine il quarto personaggio che tutti chiamano il “buon samaritano”… Lui si appropria della scena, si assicura gli applausi, gode di onesti consensi, entra nella storia perché agisce nella maniera giusta. A tutti piace fare notizia col produrre belle prediche, ma non tutti hanno il coraggio di accogliere cristianamente le anime che sanguinano.
Il sacerdote e il levita, se avessero soccorso quel povero disgraziato, sporcandosi le mani di sangue, ritenuto liquido impuro, sarebbero caduti in uno stato di impurità. La legge a quel punto avrebbe vietato loro di prestare servizio presso il tempio almeno per un mese…

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