Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano.
Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro.
Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: "Anche questi era con lui".
Ma egli negò dicendo: "Donna, non lo conosco!". Poco dopo un altro lo vide e disse: "Anche tu sei di loro!". Ma Pietro rispose: "No, non lo sono!". Passata circa un'ora, un altro insisteva: "In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo". Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò.
Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte".
E, uscito, pianse amaramente.
***
Pietro lo seguiva da lontano.
Ormai Gesù si è consegnato, quale malfattore, nelle mani dei sommi sacerdoti, che, approfittando del boccone succulento acquistato al prezzo misero di trenta denari, ripropongono al popolo il loro potere, potere che da sempre hanno esercitato su gli uomini e… su Dio.
Anche Pietro, da buon ebreo, credeva in Dio e come tutti dipendeva nelle sue scelte dai sacerdoti che impersonavano la legge e la tradizione. Però, un giorno apparve sulle rive del lago un certo Gesù che si proponeva come Messia e salvatore del mondo. Lo aveva seguito con entusiasmo, Pietro, quella specie di dissacratore, lo aveva criticato talvolta, lo aveva invitato a pensare più alle cose della terra che non a quelle del cielo, lo aveva consigliato a non andare a Gerusalemme, ma… Gesù era testardo e lui, povero apostolo, doveva seguirlo, e lo seguiva, forse, con rassegnazione, visto che la speranza di realizzare qualcosa di umanamente più consistente si allontanava sempre più dalla sua mente nel gioco confusionale delle fasi alterne. Pietro, da buon ebreo, credeva in Dio… forse, non troppo in Gesù che tra gli ebrei era sicuramente il migliore.
E’ più facile credere in un Dio che i testi sacri raccontano lontano dai confini della terra, che non nel Figlio di Dio che, troppo preso dai problemi della gente, troppo cercato dai peccatori, troppo polemico nei confronti delle autorità del tempio, correva il rischio di essere fatto fuori. Meglio stare alla larga da costui… non si sa mai.
Ma egli negò dicendo: "Donna, non lo conosco!".
E’ facile condividere i momenti del trionfo, è meno conveniente farsi d’appresso nelle ore della prova, è semplicemente assurdo comunque confondere la propria esistenza, il proprio modo di vivere con chi l’esistenza sta per perderla su di un patibolo.
La fede, quando non è convenienza, porta necessariamente sulla parte estrema del trampolino per il salto nel buio. C’è chi il trampolino lo scansa per una via più comoda: si evita, così facendo, il rischio del vuoto, ma l’anima, appiccicata alla terra, non impara a volare.
Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro… E Pietro, uscito, pianse amaramente.
Non sempre accade di incrociare gli occhi di Cristo, perché la paura di dire la verità porta alla vergogna e la vergogna guarda a terra.
Pietro di bugie ne aveva dette tre e tutte pesantemente vigliacche… Cristo l’ha sorpreso nella crisi di fede, lo ha guardato, lo ha amato… lo ha salvato.
Strano che Gesù, indaffarato com’era a soffrire, passando di lì quasi per caso, abbia avuto voglia di lanciare uno sguardo ad un bugiardo.
Gaetano Zaralli