Lc 4, 14-21
TESTO
Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l'anno di grazia del Signore . Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato".
COMMENTO
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga…
Gesù dalla Giudea, attraversando la Samaria, ritornò in Galilea, scegliendo come residenza abituale Cafarnao. La sua fama di predicatore si diffuse nei dintorni e la potenza dello Spirito Santo presto suscitò a suo favore dei consensi. Gesù, anche quella domenica, andò a messa. Questa volta scelse la sua parrocchia, quella di Nazaret. Gesù era un cattolico esemplare, si direbbe oggi; con fede partecipava ai riti festivi, anche se, per dirla in modo pulito, per piazzare i suoi insegnamenti approfittava di un uditorio che per tradizione stava già lì. Fossimo anche noi preti così avveduti da non sprecare l’abbondanza dei fedeli che la provvidenza ci fa trovare, ancora per tradizione, tra i banchi nelle messe domenicali!…
…e si alzò a leggere.
Gesù non faceva parte del gruppo dei “lettori” che nelle parrocchie vengono educati, perfino nella impostazione della voce, perché declamino dignitosamente dagli amboni la Parola. L’archisinagogo, invitava sempre qualcuno dei presenti a tenere il discorso “istruttivo” ed è naturale che Gesù si offrisse volentieri per una tale incombenza. Il lettore cattolico si limita a svolgere il suo compito in modo meccanico, anche se devoto, senza aggiungere nulla di suo; il lettore ebreo, dopo aver presentato il testo, fa a voce alta le sue riflessione. La lettura della Scrittura che si compie nelle sinagoghe è “ecclesiale”, quella che si fa nelle chiese cattoliche, specie nelle messe, è “individuale” con parvenza di partecipazione mediata.
Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato".
Gli occhi dei fedeli che durante l’omelia vagano distratti alla ricerca di alternative piacevoli, finita l’omelia, per nulla si attardano a fissare il celebrante, perché a quella predica è mancata la forza dell’oggi. Le cose che si colgono dal vangelo e che il prete commenta, si collocano spesso lontano dalla realtà che ci riguarda. Certo, si annuncia ai poveri il lieto messaggio, si proclama ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista. Si dice anche, magari con forte intensità oratoria, che si rimettono in libertà gli oppressi, ma tutto accade in una incredibile indifferenza, perché nessuno degli astanti pensa con serietà che quella Scrittura solennemente annunciata, oggi si stia compiendo.
Anch’io, ubriaco d’incenso, arrotolo ora il volume, lo consegno all'inserviente e vado a sedere sul podio per la riflessione. Ancora una volta l’oggi di Gesù s’è perso tra le chiacchiere, ancora una volta le decisioni scomode, quelle che danno spessore alle parole, sono state riposte accuratamente nel cassetto del “domani lo farò”... Ancora una volta sulla mia coscienza pesa la responsabilità di non essere riuscito a farmi guardare...