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Channel: Velletri Life
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IV torno del Giuoco dell’Asino presso il Dopolavoro Ferroviario di Velletri

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Conosciuto e praticato nella maggior parte delle famiglie, il gioco dell’Asino è una particolarità tutta Velletrana, le cui origini si perdono nei tempi di quello stato Pontificio che pure vietava il gioco delle carte “essendo tutti giuochi, i quali, oltre la frode, e l’inganno, recano disturbo, e risse continue con scandalo, e danno pubblico.
Finalmente questi ed altri simili giuochi, come pure quello delle Passatelle s’intendono espressamente proibiti nelle Bettole, Osterìe, e qualunque altro sito ove si spacci Vino o Acquavite”. Ma se il popolo romano mal tollerava gli editti Papali, potevano questi far presa nella città libera dal Papa e dal Re? E allora nelle osterie Veliterne si beveva, mangiava e giocava a carte! L’arrivo della modernità e della globalizzazione sembra invece riuscire dove le leggi avevano fallito. Non si gioca meno, anzi, ma gli occhi dell’avversario sono spariti dietro allo schermo di una VLT o di un computer. Banda Volsca Velletri e Palestra Popolare Dopolavoro Ferroviario vi invitano a tornare ai vecchi tempi!In occasione della Pasqua Bifania, il 6 Gennaio, avrà luogo il IV torno del Giuoco dell’Asino, presso il Dopolavoro Ferroviario; e se il torneo è Tradizionale e Territoriale, anche i premi in palio appartengono alle eccellenze del territorio, essendo stati scelti solo fra i prodotti delle aziende locali. Orgogliosi delle Nostre Tradizioni.

CISL Lazio: allarme sovraffollamento di 1.278 detenuti nelle carceri laziali. A Velletri + 150

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Un sovraffollamento di 1.278 detenuti considerato che n. 6.534 risultano essere i detenuti reclusi nei 14 Istituti del Lazio, dato 31 dicembre 2018, rispetto ad una capienza regolamentare di detenuti prevista di n. 5.256.
Confrontando i dati dal 31/12/2017 al 31/12/2018 in un anno risulta un sovraffollamento di ulteriori 297 detenuti – Preoccupa il sovraffollamento negli istituti di: Viterbo (+125) ; CC Cassino (+126); CC Frosinone (+163); CC Latina (+ 56), NC Civitavecchia (+170); CCF Rebibbia ( +88); NC Rebibbia ( + 338); CC Regina Coeli (+334); Velletri (+150); NC Rieti( +84). Chi lavora all’interno degli istituti penitenziari subisce quotidianamente sulla propria pelle le conseguenze di queste difficoltà: i carichi di lavoro sono triplicati e per assicurare la sicurezza vengono sacrificati anche i giorni riposo e di congedo.

"Epifania" (tratto dal 'Vangelo dal volto umano' a cura di don Gaetano Zaralli)

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Mt 2,1-12


Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:"Dov`è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo". All`udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s`informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.
Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
 E tu, Betlemme, terra di Giuda,non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stellae li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l`avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch`io venga ad adorarlo".Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un`altra strada fecero ritornoal loro paese.

***

Abbiamo visto sorgere la sua stella,…

Secondo una recente corrente di pensiero la ‘Stella dei Magi’ non è mai esistita e sarebbe solamente un’invenzione letteraria dell’evangelista Matteo per esaltare ancora di più un evento di per sé già straordinario. Questo potrebbe spiegare perché della ‘Stella dei Magi’ non vi è traccia negli altri vangeli ufficiali di Marco, Luca e Giovanni.
Dopotutto la Bibbia non è un trattato scientifico nel quale ogni affermazione può e deve essere verificata e confrontata con la realtà; la Bibbia è una raccolta di antiche cronache sumere, babilonesi ed ebraiche che riflette il modo di pensare e di scrivere di uomini vissuti migliaia di anni fa. Di conseguenza leggere ed interpretare le righe bibliche con lo spirito e la testa di noi uomini del terzo millennio non è propriamente corretto.

All`udire queste parole, il re Erode restò turbato…
Il solo sospetto di avere a che fare con un eventuale pretendente al trono, crea turbamento nella mente di colui che del potere fa un motivo di vita. Quando per cause fortuite, o per volontà di altri, o per subdoli intrallazzi si occupano poltrone, si dimentica facilmente che chi vi siede è chiamato a compiere un servizio. Mancando questa volontà, scoppiano le guerre degli interessi e a rimetterci sono sempre i più deboli, i meno accorti, i miseri viandanti che nell’incertezza del domani sperano ancora di trovare accoglienza.
Non mi pare che Gesù abbia occupato scanni nelle sinagoghe, né altrove, quando intendeva insegnare alle folle. La poltrona che preferiva era la tavolozza messa di traverso sulle barche, o la pietra che il tempo aveva lisciato sulla sommità della collina.

…da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.
Il verbo ‘pascere’ può significare due cose: ‘condurre’ al pascolo o ‘mangiare’ al pascolo, cosa quest’ultima che, nel senso figurato, significa trarre abbondanti ed illeciti profitti nell’ambito di una istituzione o amministrazione.
Nel vangelo e per la Chiesa naturalmente ‘pascere’ significa: prendersi cura delle pecorelle. Se poi, nella stessa Chiesa, a dispetto del vangelo, ci sono pastori che preferiscono ‘pascersi’, anziché ‘pascere’, lasciamo che Dio nella sua misericordia comprenda la loro fragilità.

Più attuale oggi che otto secoli or sono

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Leggendo una storia dei papi la figura di Giovanni XXII mi si è presentata come l’antitesi estrema di papa Bergoglio. Siccome oggi molti, e soprattutto nel clero, sono contrariati da ciò che, coerentemente all’assunzione del nome di Francesco, egli pensa, dice e fa, mi pare attualissimo riesumare dalla profondità d’otto secoli la figura del sunnominato suo predecessore, se non altro per far sentire meno soli nella loro “lotta” tutti quelli che mugugnano ogniqualvolta papa Francesco onora il nome che si è dato, e soprattutto il Salvini ostendente il Vangelo ed il rosario come simboli delle sue azioni anticristiane.

di Pierluigi Starace
Jaques Arnaut d’Euze, nato a Cahors in Guascogna nel 1249 da famiglia borghese, studiò diritto e, saliti i gradini della gerarchia ecclesiastica, nel 1316, a Lione, per volontà del re di Francia Filippo V, fu eletto papa. Come il predecessore sul trono papale, Clemente V, anch’esso francese, Giovanni XXII fissò la sede della corte pontificia ad Avignone. Il primo problema che prende in mano gli è presentata da Fra‘ Michele da Cesena, il ministro generale dell’ordine dei francescani. Si tratta della disobbedienza degli “spirituali”, frati francescani che, oramai a quasi un secolo dalla morte del Poverello, sentivano che l’Ordine stava scivolando lontano dalla povertà primitiva, e reclamavano il ritorno ad essa. Fra’ Michele, irritato dalle loro “lagnanze”, chiede aiuto al neo-papa, il quale “spara” nell’anno due bolle di scomunica versus quei fraticelli, e l’anno dopo ne manda al rogo 4, per eresia, a Marsiglia. Fra’ Michele, per quanto grato, osserva comunque come si muove il papa. Sempre in quei due anni il “caorsino”crea cardinali tre nipoti, poi moltiplica i “benefici”, cioè le fonti di reddito derivante dalla spremitura dei fedeli, specie contadini, da assegnare non solo a prelati, ma a laici, se in grado di “pagare” il beneficio, e comunque a condizione che tutti i fruitori dei benefici devolvano le prime tre annate d’entrate alla santa sede. Procede poi alla monetizzazione dell’assoluzione sacramentale anche per crimini come l’infanticidio e lo stupro di vergini; versando tot alla santa sede Dio ti perdona pure quelli. Per canalizzarvi altro danaro inventa la sacra Rota, cioè la produttività monetaria per il clero dei problemi coniugali dei cristiani. Finalmente, nel 1321, con una bolla, ammette la povertà individuale, conventuale e dell’ordine per i francescani, e contemporaneamente incamera tutti i loro beni nella santa sede, affidandoli a dei “procuratori”, che sono poi i “beneficiari” di cui sopra, scelti da essa, cioè da lui papa. A questo punto Fra’ Michele, sentendosi contento e canzonato, pensa : io, francescano, devo imitare Cristo nella povertà, ma anche tu, papa, “alter Christus” sei tenuto a farlo. E nel 1322 ricapitolati tutti i francescani a Perugia, scrive due encicliche per tutto l’ordine, nelle quali viene affermata la povertà di Cristo e degli apostoli come singoli e come comunità. Nel 1323 Giovanni XXII gli risponde con un’altra bolla con la quale considera eretiche tutte le affermazioni della totale povertà di Cristo e degli apostoli, e cerca di rafforzare questa blasfemia con la santificazione di Tommaso D’Aquino, che nella sua “Summa” aveva “ammorbidito” il comando evangelico della povertà. Questo “papa banchiere” arriva al sacrilegio di comandare ai pittori di raffigurare accanto a Cristo in croce un bel sacchetto di monete, certificante che il Nazareno i soldi ce li aveva. Ma Fra’ Michele ed i suoi non mollano. Nel 1324, per fedeltà al proprio elettore il re di Francia, Giovanni XXII scomunica il re di Germania ed aspirante imperatore Ludwig Wittelsbach von Bayer. In risposta costui inizia una capillare campagna propagandistica fra i ghibellini italiani, e nel gennaio 1327 parte a capo dell’armata germanica puntando su Roma per farvisi incoronare imperatore almeno da un laico. Ovviamente Fra’ Michele lo appoggia moralmente e politicamente, ma viene convocato da Giovanni XXII ad Avignone. La “marcia su Roma” di Ludwig si conclude trionfalmente il 17/1/ 1328 con l’apposizione della corona imperiale sul suo capo per mano del patrizio romano Sciarra Colonna. Il 14/4 il neo imperatore avvia il processo per eresia versus Giovanni XXII, ed il 12/5 fa eleggere papa il francescano Pietro Rainalducci, che si da il nome di Niccolò V, e dichiara decaduto come eretico Giovanni XXII. Il quale, ben protetto in Avignone dal ”suo” re, se la prende con Fra’ Michele, sospendendolo da ministro generale dell’ordine francescano. Il 22/5/ ‘28 il capitolo dell’ordine, a Bologna, lo riconferma nel titolo. La notte del 27/5 , insieme ai confratelli William Okham e Bonagrazia da Bergamo, Fra’ Michele fugge da Avignone e s’avvia per mare verso Ludwig. Già la mattina Giovanni XXII lo ridepone da generale, e lo scomunica insieme ai due compagni di fuga. A Roma Ludwig, pensando che l’imperatore non à tenuto alla povertà, continua ad estorcere tasse, perde popolarità, e se ne ritorna in Germania, lasciando scoperto il povero Niccolò V. Giovanni XXII nel maggio 1329, a Parigi, fa eleggere un francese nuovo generale dei francescani, ma molti restano con Fra’ Michele, che nel novembre è riscomunicato con i gli altri due con una nuova bolla, nella quale Giovanni XXII lo definisce “reprobo, stolto, temerario, tiranno”. Al povero Niccolò V non resta che dimettersi,correre ad Avignone a chiedere perdono al collega, mentre Fra’ Michele e compagni, per evitare sia la vergogna della professione di fede in Cristo proprietario sia il rogo si rifugiano alla corte bavarese fino alla morte. Conclusione: il papa dogmatizzatore d’un Cristo ammanicato a Mammona ha vinto, e fino ad oggi non è stato, come il povero Niccolò V, cassato dalla lista dei legittimi successori di Pietro. Se riuscirò a trovare i testi delle sue bolle vi prometto che vi informerò degli argomenti da lui usati per costruirsi quel Cristo a sua immagine e somiglianza e quegli apostoli del tipo dei cortigiani della reggia- centro finanziario avignonese. Per ora, ritornando a Bergoglio, e cercando d’immaginare la mostruosa complessità di problemi in cui sarebbe implicato se riprendesse in mano l’”affaire” delle bolle di Giovanni XXII ( che Dante fulminò da par suo nella “Commedia”) oso proporgli, almeno, due semplici gesti: il ristabilimento ufficiale, magari con una bolla, della verità storica ( non dogmatica) della povertà del rabbi errante e dei suoi seguaci, e la santificazione di quei quattro poveri ragazzi marsigliesi che, in una Francia di prelati corrotti e corruttori, avevano preferito morire piuttosto che salvarsi con un semplice” Ma sì, il papa ha ragione, credo anch’io a Cristo, alla Madonna e apostoli piacevano tanto i soldi” . Tutto qui.

Vjs Velletri, vittoria al cardiopalma: Real Aprilia battuto 3-2

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Vjs Velletri vittoriosa al cardiopalma: il 2019 rossonero si apre con tre punti importanti, che proiettano la squadra di mister Stefano De Massimi a 32 lunghezze, al passo con Nuovo Latina Isonzo ed Enea Pomezia, rispettivamente prima e terza forza del girone.
I veliterni hanno steso un coriaceo Real Aprilia 3-2 in un match stregato, esultando all’ultimo minuto per un successo tanto rocambolesco quanto meritatissimo. Pronti e via, ospiti in vantaggio: contropiede fulminante degli apriliani, conclusione non irresistibile ma deviata e Bernardi è battuto per lo 0-1. Il gol non abbatte la Vjs, che si getta all’attacco alla ricerca del pari. Le occasioni non mancano, due su tutte: Cassandra, servito ottimamente da corner, cerca la girata in area ma spedisce a lato di pochi centimetri. Poi, sul finale, si supera il portiere del Real con una parata miracolosa mentre lo stadio era già in piedi ad esultare: conclusione da zero metri e riflessi incredibili nello smanacciare la sfera sulla linea di porta. Bravura e fortuna, un grande intervento che merita applausi e si va al riposo sullo 0-1. Nella ripresa la Vjs Velletri parte a trazione anteriore, e in dieci minuti ribalta tutto: azione in velocità da parte dei ragazzi di mister De Massimi, al 12esimo, Cassandra entra in area e conclude bruciando l’estremo difensore avversario. Poi è Tafani-show: il numero otto veliterno replica per ben due volte una gran giocata. La prima volta, però, la sua staffilata si stampa sul palo a portiere battuto. Nella seconda il missile da venticinque metri non lascia scampo al Real Aprilia e vale il 2-1. Il vantaggio non scalfisce la pressione degli ospiti, che pur non avendo velleità di classifica si dimostrano squadra arcigna e unita: calcio di punizione dalla tre quarti al 35esimo, mischia in area e guizzo vincente, di testa, per il nuovo pareggio pontino. Sembrerebbe una giornata maledetta ma i rossoneri hanno la forza di reagire e al 90esimo un eurogol di Cassandra non lascia scampo al Real Aprilia e dà il via alla festa della Vjs Velletri, con urla liberatorie di gioia per un successo meritato ma sofferto. Tre punti per iniziare bene l’anno e per rimanere nelle zone alte della classifica, ma all’orizzonte c’è già il prossimo avversario: un Nettuno in ripresa, che si è tirato fuori dalla bagarre retrocessione e arriva al “Giovanni Scavo” per cercare di fare lo sgambetto. La squadra di mister De Massimi, già proiettata al turno successivo, è avvertita. 


VJS VELLETRI: Bernardi, Masella, Moscato, Cimini, Bonanni, Simonetti, Crepaldi, Tafani, Spagnoli A., Cassandra, Pelliconi. Panchina: Iannotti, Calcagni, Middei, Spallotta, Djeghim, Quattrocchi, Fratarcangeli, Spagnoli, Passaretta. Allenatore: Stefano De Massimi.

L'Epifania ha aperto il 2019 del "Tognazzi" con "La banda, una storia di swing, twist, mambo e carrarmati"

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Si è aperta nel giorno dell’epifania la stagione teatrale 2019 al Teatro Tognazzi di Velletri, diretto da Roberto Becchimanzi, con uno spettacolo magistrale: La banda, una storia di swing, twist, mambo e carrarmati per la regia di Manfredi Rutelli. Spettacolo di Pierpaolo Palladino che vede protagonista Federico Perrotta e la Banda Città di Cisterna. 


di Chiara Calcagni
Sulle note di una colta citazione del poeta Jacques Brel il direttore del teatro Tognazzi, Becchimanzi, ha voluto augurare al pubblico un buon anno nuovo ed invitarlo a tornare a teatro dove si ride, ci si diverte e si riflette anche: «Vi auguro sogni a non finire e la voglia furiosa di realizzarne qualcuno; vi auguro di amare ciò che si deve amare e di dimenticare ciò che si deve dimenticare; vi auguro passioni, silenzi, il canto degli uccelli al risveglio e risate di bambini. Vi auguro di resistere all’affondamento, all’indifferenza, alle virtù negative della nostra epoca. Vi auguro soprattutto di essere voi stessi». Così si sono spente le luci e si è aperto il sipario sulla scena di un militare di leva, Perrotta, contornato dalla Banda Città di Cisterna. Il testo di Pierpaolo Palladino racconta l’incontro inaspettato e folgorante del militare con la musica e l’arte tramite una semplice banda militare creata da zero e diretta da un maresciallo senza mezzi concreti per renderla migliore.
Nato come un pretesto per “imboscarsi” in un ruolo più semplice e meno faticoso all’interno della caserma diviene il motivo conduttore dello sviluppo caratteriale del personaggio e dell’intera vicenda. Il soldato Virgili, interpretato dal bravo e versatile Federico Perrotta, pur di sfuggire agli snervanti obblighi della naja, fa di tutto per convincere il maresciallo che ha bisogno di lui che si spaccia per un arrangiatore. Riesce arrancando ad entrare nella Banda, dimentico dell’amico con cui è arrivato in caserma e che gli aveva chiesto una mano per entrare nella stessa. Si ritrova così affascinato dalla personalità trascinante del maresciallo Bellini, eroico inventore e animatore di un gruppo di scalcinati, ma via via sempre più entusiasti, musicisti. Un emozionante racconto della crescente passione per la musica e della volontà di un maresciallo che con l’animo ed il cuore porta avanti la sua banda. L’incontro ed il percorso che seguono ed affrontano con grandi fatiche e prove estenuanti in un ambiente poco adatto, questi musicisti da quattro soldi che tutti insieme alla fine riescono a coagulare un gruppo perfettamente integrato ed anche di un certo livello.
Un bellissimo testo ed una splendida interpretazione di Federico Perrotta che riesce a portare in scena una serie di personaggi dal carattere sempre diverso ma ben definito, che riesce a trasmettere molto tramite le parole ed i personaggi. Spettacolo dal carattere particolare, lascia qualcosa al pubblico, non solo un racconto, una storia di camerata, ma un vero e proprio insegnamento di vita. Come dice Virgili parlando della musica, punto cardine di tutto il recitato, «C’è qualcosa di magico in tutto questo e quando avviene, se avviene, questa emozione la puoi vivere con il tuo strumento ed è quello che succede quando la tua musica si rivela, quando ti diverti e quando sei sincero… e tanto basta.»

Domenica ricca di podi e di soddisfazioni per l’F&D H2O

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Domenica ricca di podi e di soddisfazioni per l’F&D H2O, impegnata al Trofeo “Lazio” al centro federale di Frosinone. I ragazzi guidati dai tecnici Roberto Cianfarani ed Emiliano Specchi hanno iniziato al meglio il 2019, sfoderando prestazioni importanti e ottenendo dei risultati notevoli.


di Rocco Della Corte
Ottima la prova dei ragazzi dell'F&D H2O che si sono ben impegnati nel pomeriggio, dove hanno partecipato, ottenendo i loro personali, Emanuele Monti, Sofia Polverini, Martina Nicosanti, Diego Lupu, Paolo Bennato, Federico Picca, Mattia Pennacchi, Flavio De Marchis, Cristian Taglioni, Riccardo Zaccari, Sara Shaskav, Leonardo Lautizi. Questo il commento del tecnico, Emiliano Specchi, visibilmente soddisfatto: "Ottima la prova nelle staffette dove i ragazzi hanno ottenuto la medaglia di bronzo. Uno splendido inizio per il 2019!". Assenti Tommaso Cavola e Francesco Miconi. Prestazioni pomeridiane ancora migliori rispetto a quelle mattutine anche per il gruppo guidato dal tecnico Cianfarani. Primo posto per Alessio Borro (25”45) nei 50 stile libero: è fra i primi del Lazio. Podi su podi e medaglie su medaglie per il club del Presidente Francesco Perillo: Lorenzo D'Uffizi per pochi decimi arriva secondo nei 50 stile dorso, primo e secondo posto in una gara combattuta nei 100 rana per le strepitose Rachele Della Vecchia e Valeria Di Giacomantonio. Argento anche per Flavio Spallotta, nei 100 delfino, con 1’24”.
Meritatissimo e prezioso doppio terzo posto nelle staffette, categoria ragazze, per Sofia Polverini e Martina Nicosanti: rispettivamente classe 2007 e 2008, hanno gareggiato con atlete del 2003 ma senza paura e con grande forza e determinazione hanno chiuso con un prestigioso bronzo insieme a Valeria Di Giacomantonio e Rachele Della Vecchia. Bene anche Chiara Fusco, al terzo posto, nei 50 dorso. Assenti per infortunio Camilla Casseri e Federica Casciotti, che purtroppo non hanno potuto prendere parte alle gare. Una giornata da incorniciare, come dichiarato dal tecnico Roberto Cianfarani, per l’F&D H2O che dimostra con i suoi atleti di essere un punto di riferimento importante nel mondo del nuoto. Man bassa di medaglie per i giovani atleti dell’F&D H2O anche al mattino. Nella calza della Befana i gruppi di Velletri e Lariano trovano solo vittorie e gioie, per le categorie Esordienti A, Esordienti B e Ragazze, con tantissime soddisfazioni per il loro impegno e i loro progressi.
F&D H2O quasi al gran completo, e numerosi i podi conquistati: tre terzi posti nelle staffette Esordienti B maschi, Esordienti B femmine e categoria ragazza. Medaglia d’argento per Alessio Borro nei 100 stile libero con 56”56, per Rachele Della Vecchia nei 100 dorso con 1’14”01, e per Valeria di Giacomantonio nei 200 misti con 2’37”4. Altro bel secondo posto quello di Lorenzo D’Uffizi, nei 100 dorso, con 1’13”9. Da segnalare che quasi tutti i ragazzi hanno migliorato di molto i loro personali oltre a conquistare la medaglia. Nel gruppone di circa trentacinque atleti, agli ordini del tecnico Roberto Cianfarani, collezionati diversi quarti posti lasciando intravedere grandi progressi. Non resta che fare i complimenti, da parte di tutta l’F&D H2O, a questi ragazzi per il loro impegno e per la loro passione!

Raccolte in un unico volume le News Velletri 2030 del periodo Maggio 2015-Dicembre 2018

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Per la ricorrenza dei 6 anni dalla nascita dell'Associazione Velletri 2030, sono state raccolte in un unico volume le News del periodo Maggio 2015 - Dicembre 2018. La raccolta nel formato eBook si può consultare al seguente link: https://issuu.com/velletri2030/docs/raccolta_news mentre il file nel formato PDF a breve si potrà scaricare dalla home page del sito web Velletri 2030, Sezione "Le Nostre Pubblicazioni".
La ragione di questa raccolta? In mezzo a tanta disinformazione, siamo stati stimolati dalle parole che disse anni fa il geologo e professore all'Università di Roma Tre Annibale Mottana all'Accademia dei Lincei, davanti all'allora Presidente Giorgio Napolitano, "E vi si chiederà: voi dov'eravate?" Un concetto semplice, ripreso recentemente dalla quindicenne svedese Greta Thunberg alla COP24 di Katowice 2018: "Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei figli probabilmente passeranno quel giorno con me e forse mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire. Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma gli state rubando il futuro proprio davanti ai loro occhi". Le News pubblicate da Velletri 2030 con cadenza settimanale hanno soltanto l'obiettivo di portare all'attenzione di tutti coloro che vogliono capire, i Documenti pubblicati dalle più importanti Istituzioni di Ricerca italiane e non solo, basati semplicemente su dati raccolti ed elaborati con metodi scientifici. Qualsiesi argomento, senza barriere ideologiche: innovazione tecnologica, digitalizzazione, robot e lavoro, ciclo dei rifiuti, dissesto idrogeologico, cultura, benessere equo e sostenibile, sviluppo sostenibile, società del futuro, uguaglianza sociale, smart city, smart land ........ Velletri 2030 è convinta che l'alternativa è secca: o si investe per far crescere il livello di conoscenza e di consapevolezza delle persone - e con loro della comunità - o si finisce per ritrovarsi imprigionati in una spirale economicamente e politicamente regressiva. Come abbiamo letto dai dati ISTAT, se guardiamo l'Italia le cose non vanno per niente bene. Pochi laureati, un esercito di NEET (giovani che non studiano e non lavorano), scarsa integrazione scuola-impresa, investimenti inadeguati in ricerca e formazione continua. Nell'era attuale della digitalizzazione, la formazione continua e il riconoscimento del merito è l'arma migliore per combattere le disuguaglianze sociali. Negarlo significa andare verso un mondo impoverito, sottomesso e disuguale. E' questo quello che vogliamo? E ci si chiederà: voi dov'eravate?

Domenica 27 gennaio (17.30) al Teatro Artemisio-Volontè arriva Moni Ovadia con il suo "Cabaret Yiddish"

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La lingua, la musica e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di “Cabaret Yiddish” spettacolo da camera da cui è poi derivato il più celebre Oylem Goylem.
Si potrebbe dire che lo spettacolo abbia la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna infatti brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci. Ma la curiosità dello spettacolo sta nel fatto di essere interamente dedicato a quella parte di cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer la musica. Uno spettacolo che “sa di steppe e di retrobotteghe, di strade e di sinagoghe”. Tutto questo è ciò che Moni Ovadia chiama “il suono dell’esilio, la musica della dispersione”: in una parola della diaspora. La musica Klezmer deriva dalle parole ebraiche Kley Zemer, che si riferiscono agli strumenti musicali (violino ed archi in genere e clarinetto) con cui si suonava la musica tradizionale degli Ebrei dell’est europeo a partire all’incirca dal XVI secolo.

"Ho scelto di dimenticare la “filologia” per percorrere un’altra possibilità" - dichiara Moni Ovadia, a commento del suo ultimo lavoro teatrale - "proclamando che questa musica trascende le sue coordinate spazio-temporali “scientificamente determinate” per parlarci delle lontananze dell’uomo, della sua anima ferita, dei suoi sentimenti assoluti, dei suoi rapporti con il mondo naturale e sociale, del suo essere “santo”, della sua possibilità di ergersi di fronte all’universo, debole ma sublime. Gli umili che hanno creato tutto ciò prima di poter diventare uomini liberi, sono stati depredati della loro cultura e trasformati in consumatori inebetiti ma sono comunque riusciti a lasciarci una chance postuma, una musica che si genera laddove la distanza fra cielo e terra ha la consistenza di una sottile membrana imenea che vibrando, magari solo per il tempo di una canzonetta, suggerisce, anche se è andata male, che forse siamo stati messi qui per qualcos’altro". 


Promo music presenta 
CABARET YIDDISH 

DI E CON 
MONI OVADIA 

Violino MAURIZIO DEHO’ 
Clarinetto PAOLO ROCCA 
Fisarmonica ALBERT FLORIAN MIHAI 
Contrabbasso LUCA GARLASCHELLI 
 Suono MAURO PAGIARO

F&D H2O, si ricomincia. Di Zazzo: “La A1 un patrimonio. Salvezza? Tutti dobbiamo fare di più, io per primo”

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Si ricomincia dalle cose positive e dall’analisi di quelle meno negative. L’F&D H2O, dopo un 2018 strepitoso sul piano sportivo e non solo, si affaccia al nuovo anno con un unico e fondamentale obiettivo: raggiungere la salvezza nella massima serie.

di Rocco Della Corte
Non un’impresa semplice, come del resto preannunciato alla vigilia, e lo sa bene il tecnico Danilo Di Zazzo che traccia un bilancio dell’anno appena andato agli archivi e del primo scorcio di campionato, che vedrà prossimamente le veliterne affrontare la SIS Roma fresca della vittoria in Coppa Italia: “Il bilancio del 2018 è per me molto positivo: una promozione in A1 dopo un play off l’anno precedente e una promozione in A2 due stagioni prima, quindi due promozioni in tre anni sono più che buone. Nel 2018 abbiamo avuto più di una ragazza convocata con le nazionali giovanili. Tutto ciò mi fa essere più che soddisfatto. Le prime nove partite di A1 sono da analizzare bene: ci sono state gare fuori dalla nostra portata, altre in cui potevamo fare meglio. Con il bogliasco abbiamo pagato tanto l’esordio, con il Verona abbiamo buttato l’ultimo tempo, con la Florentia abbiamo fatto la nostra migliore prestazione ma gli errori ci hanno costretto a perdere 10-8. Anche con Milano abbiamo fatto bene un tempo e mezzo e questo non basta per giocarci le partite fino all’ultimo”. Una specie di resoconto dei punti persi per strada, con l’F&D H2O visibilmente in credito con la fortuna visti i precedenti. Il lavoro, però, non si è arrestato nemmeno durante le feste: “Questo periodo dove non ci sono state scuola e università abbiamo fatto allenamenti doppi tutti i giorni per arrivare al girone di ritorno con più carburante nei serbatoi. Dal 7 gennaio, quando saremo tutte, si ricomincerà a lavorare anche sulla tattica e sugli errori principali fatti nelle partite precedenti. Come detto dalla società nel 2019 dobbiamo cambiare marcia, in primis io, che devo trovare le soluzioni per poter arrivare ad un finale di stagione che ci vedrà ancora in corsa per la salvezza!”. Un’ultima riflessione sulle difficoltà preventivate e quelle inattese riservate dalla A1: “Tutte le difficoltà erano preventivate” – risponde Di Zazzo – “abbiamo puntato su una squadra giovane e ci vuole tempo, ma questo non deve essere più un alibi. Le ragazze stanno lavorando ma non bisogna negare che ci sono state difficoltà di amalgama che stanno migliorando. Io devo dare di più, le responsabilità dei risultati sono mie perché io prendo le decisioni. Per concludere bene il 2019 tutti dobbiamo dare qualcosa di più”. Il club del presidente Perillo, ripartendo dalle certezze e dall’analisi del cammino fin qui percorso, vuole regalare (e regalarsi) un 2019 con un’altra gioia a primavera inoltrata.

Velletri? La Città dei papi... da Benedetto X a Benedetto XVI, passando per il conclave del 1181

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La tradizione vuole che sul finire del 1° secolo d.C. il territorio di Velletri fosse evangelizzato da papa Clemente: discendente della famiglia imperiale (e perciò ritenuto in rapporto con Velitrae, in quanto luogo d’origine di Augusto e in presenza della villa degli Ottavi passata al patrimonio imperiale!), terzo successore di Pietro, martirizzato nell’anno 100 sul Mar Nero.

di Massimo Fabi
Non abbiamo alcun riscontro in proposito ma è probabile che questo appiglio sia servito per rivendicare un precoce ingresso della religione cristiana nella città. Reperti certi li troviamo, tra III e IV secolo, nelle località di Colle Palazzo, S.Cesareo (dov’era la villa degli Ottavi), Sole e Luna: sepolcreti, iscrizioni, testimonianze della presenza e organizzazione delle comunità cristiane. La più eccezionale di queste è costituita dalla Lastra dell’Orante: raro bassorilievo di un sarcofago cristiano (oggi nel Museo Civico) emerso in epoca moderna in un’antica chiesa dell’abitato. La più monumentale rimane l’edificazione, nell’antico foro cittadino, della chiesa cattedrale poi dedicata al culto di s.Clemente, papa e martire. Determinante, con il crollo dell’Impero romano e nel primo medioevo, il ruolo svolto dai vescovi di Velletri nella difesa della comunità e riorganizzazione del territorio. Dopo l’anno Mille la città e la diocesi veliterna (ingranditasi con l’aggregazione ad essa di Ostia) vengono ad assumere una rilevanza crescente nel nascente Stato della Chiesa: i vescovi di Velletri assurgono al Sacro Soglio. Il primo, nel 1058, è Giovanni Conti (Benedetto X): eletto illegittamente e subito deposto! Nel 1124 Lamberto Scannabecchi diverrà Onorio II. Nel 1181 Ubaldo Allucignoli verrà eletto come Lucio III: il conclave si tenne a Velletri e la città per un paio d’anni divenne sede del papato. Nel 1227 Ugolino Conti diviene Gregorio IX. Nel 1254 Rainaldo Conti diviene Alessandro IV, continuando a restare vescovo della città. Pietro di Tarantasia sarà Innocenzo V nel 1276. Niccolò Boccalini diverrà Benedetto XI nel 1303. Nel 1352 Etienne d’Aubert sarà Innocenzo VI. Nel 1503 Giovanni della Rovere diverrà Giulio II. Alessandro Farnese sarà Paolo III nel 1534. Pietro Carafa nel 1555 diverrà Paolo IV. E, in ultimo, Joseph Ratzinger sarà Benedetto XVI nel 2005.







Il capovolgimento dell'autocrate

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L’inizio di questo nuovo anno è stato nel segno di coerenti fra loro variazioni dell’atteggiamento di fondo d’uno che dice di rappresentare sessanta milioni d’italiani: criminalizzazione dell’atto di fuggire da un pericolo anche mortale, atto che automaticamente mette fuori legge chi fugge nel momento in cui varca un confine.


di Pierluigi Starace
Criminalizzazione dell’atto di far salvare un uomo in mare, come favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e quindi, in automatico, di farlo sbarcare sulla terra ferma, impedendo ciò con la “chiusura dei porti italiani”. In una parola : salvare, e non metaforicamente, da morte sicura, rispettare l’ancestrale e non modificabile legge del mare, sarebbe un crimine. La ferrea determinazione nel bene di quei ragazzi tedeschi che hanno messo tempo, danaro e rischiato la vita, o la galera, per salvare degli infelici innocenti, dovrebbe esser equiparata all’immondo affarismo e razzismo degli scafisti. Invece comperarsi i voti di tutti i curvisti del nord, centro e sud con la moneta del vomito d’un neonato sballottato dalle onde non è un crimine, appecoronarsi passivamente al coro di “no” di governi come quello maltese, lordo dell’assassinio d’una giornalista, e malfidato fino al punto d’impedire d’entrare in porto ad una nave solo per stare più protetta dai marosi, quello olandese,quello tedesco, tenuto in pugno dal suo omologo agli interni, adeguarsi nel “no” al suo carissimo Orban, che ha appena rivelato che il suo sovranismo nascondeva la più spudorata riduzione in schiavitù d’una classe lavoratrice, tutto ciò, che configura il crimine d’omissione di soccorso, d’incitamento all’omissione di soccorso, d’intralcio istituzionale al soccorso, sarebbe legale. Mesi or sono un magistrato ebbe il coraggio civile d’intervenire per interrompere la flagranza d’una identica situazione di far pagare anche a dei minorenni innocenti le beghe intereuropee, stavolta no. Quanto descritto più sopra tecnicamente si chiama autocrazia, che vuol dire “comando da solo”. In particolare, la chiusura dei porti può essere decisa autocraticamente? Il presidente del consiglio Conte, la ministra della difesa Trenta, il ministro degli esteri Mogavero sono stati sentiti e sono tutti d’accordo? O no? Siamo in stato di guerra,o no? O solo abbiamo l’orrore che dei piedi “stranieri” tocchino il nostro suolo? Possono le pressioni umanizzatici d’alleati come Di Maio, Fico, De Falco, la Nunez esser considerate dall’autocrate come i guaiti di cagnolini innocui? Può la nostra costituzione esser ignorata o oltraggiata fino a questo punto in chiave autocratica? Restando al caso di cui all’inizio, già prima dell’inequivocabile intervento di papa Francesco la mattina dell’Epifania, mi ha entusiasmato la rottura del silenzio istituzionale da parte prima di Leoluca Orlando, e di Luigi De Magistris poi. “Il porto di Napoli è aperto!” ha obiettato il supremo magistrato della città, seguito poi da quello palermitano. Come dicessero : i porti sono cosa nostra, non di stranieri come te. Ho ricordato con commozione intimamente religiosa il rapporto tra fede, salvezza e porto per le genti delle nostre coste: da Marsala, “mars Allah” , il porto di Dio, alle innumerevoli Madonne di “Porto Salvo” venerate su quelle sponde. I porti sono fatti per accogliere, chiudere i porti a chi invoca aiuto in nome di Dio non è “cosa nostra”. Parafrasando i versi di Pasternak davanti al suicidio di Majakoskij, dedico ad Orlando e De Magistris queste parole: “le vostre prese di posizione sono state come un’Etna ed un Vesuvio su una pianura gelida d’irresponsabilità terrorizzata e di terrore irresponsabile”

Sabato 26 gennaio alle ore 21 "Come Cristo Comanda" con La Ginestra e Wertmuller al Teatro Artemisio

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Anno 33 d. c., Palestina. È notte: due uomini, vestiti con tuniche e mantelli, sono seduti in una sorta di bivacco in mezzo al deserto, un luogo che rappresenta la solitudine e l’isolamento dal resto del mondo.
Parlano sommessamente per non essere scoperti, con la paura di essere stati seguiti da qualcuno; si capisce che sono in fuga, ma nonostante la situazione, cercano di mascherare la propria ansia, parlando delle cose di tutti i giorni, (il mangiare, il lavoro, il rapporto con l’altro sesso) in modo scanzonato e divertito. Dai dialoghi pian piano si intuisce che sono due soldati romani, ma non due qualsiasi: uno, Cassio, è il centurione alla guida dei legionari al momento della crocifissione di Gesù sul Golgota; l’altro è Stefano, un suo soldato, quello che diede da bere a Cristo, acqua e aceto. L’evento che sconvolgerà l’umanità ha stravolto, inconsapevolmente, anche le loro vite; i due non potranno fare a meno di confrontarsi, animatamente, alla ricerca di alcune risposte…ma non tutto, nella vita, si può spiegare con l’esperienza e la logica! Ci sono delle emozioni, che vanno al di là dei cinque sensi, per spiegare le quali è necessario abbandonarsi all’ascolto… e forse, solo allora, si riuscirà a sentire risuonare “una musica melodiosa”. "Ho scritto di getto questo testo, volutamente, nello stile del maestro Gigi Magni…avevo bisogno" - ha detto Michele La Ginestra - "di raccontare delle emozioni e avrei voluto affidare ad altri le mie parole. Mentre scrivevo, pensavo che l’attore più giusto per indossare i panni di Cassio fosse Massimo Wertmüller, con la sua profondità d’animo, e la sua giocosa romanità, che rende leggero qualsiasi ragionamento, anche il più contorto. Poi, alla fine, mi sono innamorato della storia ed ho capito che non sarei riuscito a cedere ad altri il ruolo di Stefano, uomo pratico, spontaneo, istintivo…perdendo, peraltro, il privilegio di dividere il palcoscenico, per la prima volta, con Massimo. Affidare la regia a Roberto Marafante, artista sensibile e di talento, è stato il gesto conclusivo, di questa sfida, che son certo coinvolgerà il nostro pubblico, pronto ad assistere ad uno spettacolo che vuole regalare emozioni e riflessioni, nonché spingere ad un confronto tra tutti coloro che ci regaleranno la propria presenza".


Fine 2018 e inizio 2019 all'insegna della vittoria per i Free Runners

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Finale d’anno con la vittoria di Oriana Quattrocchi nella “Maratombola”, una particolare maratona corsa sabato 29 Dicembre, ideata e organizzata da Mauro Firmani e dalla “Truppen” che ha ben gestito tutta la manifestazione.
Il percorso si snodava all’interno della pineta di Ostia, un anello di poco più di 5 km ripetuto per otto volte. Il circuito con circa 30 km di sterrato non ha per nulla intimorito Oriana che ha concluso, battendo tutte le donne in gara, in ‘3:28:26. Presente anche Federico D’Amato che ha chiuso in ‘3:43:52. Il pomeriggio del 31, a Roma con un paesaggio unico al mondo, partecipano alla 10 km tra turisti e cittadini festanti, i free: Federico D’Amato ‘1:05:39; Paola Ierussi ‘1:05:39. Inizia alla grande il nuovo anno per i Free Runners, che nella prima gara del 2019, capitanati dal neo presidente Federico D’Amato, domenica 6 gennaio, hanno brillato a Borgo Montello (LT) partecipando alla “Corri per Luketto”.
Gara su strada di 12 km organizzata egregiamente dalla società Fitness Montello. Andrea Todini terzo assoluto in ’42:45; ottimo debutto per Mauro Massimi sesto assoluto secondo M30 in ’44:02; nono Damiano Cavola primo M40 in ’45:53; Flavio Bonanni quinto M30 ’48:12; Stefani Pellis prima donna al traguardo in ’49:15; Angelo Colucciello secondo M60 in ’51:32; Luca Moroni ’51:53; Domenico Valeri primo M65 in ’53:01; debutto per Alessio Leoni in ’53:19; prima corsa con i colori Free anche per Matteo Ferrazzo che conclude in ’54:36; Paola Ierussi prima F40 in ‘1:01:42; stesso tempo per Federico D’Amato e Diletta Lodise ‘1:09:11 seconda F30.



Il metodo è il tema del Festival dell’Innovazione, della Scienza e delle Arti 2019

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Dal 10 al 12 gennaio la prima edizione coinvolge pubblico e scuole con testimonial d’eccezione La Casa delle Culture e della Musica di Velletri, per tre giorni si trasformerà in un centro di divulgazione scientifica grazie alla Prima edizione del Festival dell’Innovazione, della Scienza e delle Arti.

di Eugenia Belvedere
L’edizione 2019 dal 10 al 12 gennaio ha come tema il ‘metodo’ con numerosi testimonial d’eccezione. Tra essi spiccano scenografi, artisti, progettisti, ricercatori, archeologici, ingegneri, docenti. Il video messaggio di Laura Soucek, ricercatrice veliterna di fama internazionale, che grazie ai suoi studi e alla sua attività di ricerca contribuisce in maniera fondamentale alla lotta contro il cancro, chiude il ricco calendario del Festival. Nella Casa delle Culture e della Musica in piazza Trento e Trieste a Velletri saranno presenti tre eventi espositivi: la mostra 'Caos e Silenzio' del Maestro Sergio Gotti, installazioni audiovisive di Paolo Monti e le immagini di cinquant'anni di storia della Luce del lighting designer Federico Ognibene. Il Metodo è il tema centrale che ispira la prima edizione del Festival che si arricchisce della collaborazione anche dell’Accademia di Belle Arti di Roma, del CREA (Centro di ricerca) e delle innovazioni dello Spazio Attivo della Regione Lazio. Esperienze, conoscenze e punti di vista diversi e complementari confluiscono in un Festival che collega, che educa, diverte e apre i confini della mente. Il Festival punta a coinvolgere pubblici diversi e il mondo della scuola, motore principale della società. Peculiarità della kermesse è il format che, attraverso la contaminazione di diverse forme artistiche, le permette di diventare strumento di divulgazione scientifica divertente, accessibile e alla portata di tutti. Linguaggi ed esperienze diversi si integrano in modo innovativo e diversificato per essere più vicini alle esigenze di tutti gli interlocutori che vanno dai bambini ad un pubblico adulto. Un format organizzato in tre differenti spazi divulgativi. Experience: Laboratori esperienziali che illustreranno ai ragazzi l’uso consapevole degli smartphone, le buone prassi del riciclo con il cartone che prende nuove forme e l’affascinate interazione tra arte e scienza con la straordinaria partecipazione di Paolo Monti. Talks:una spazio divulgativo dove studenti, artisti, ricercatori, imprenditori racconteranno i loro successi, 15 minuti di presentazione dinamica, verranno alla luce esperienza straordinari di ragazze e ragazzi che stanno dedicando la loro vita a progetti affascinanti. Conference:l’esperienza, la sapienza, l’innovazione, queste sono le conferenze in programma, Luca Borro, Lucio Allegretti, Gaetano Castelli, Lucio Argano, Mario Rolfo con un cameo di Laura Soucek che porterà i saluti in collegamento video. Le giornate del Festival prevedono per la mattina i laboratori didattici organizzati e gestiti da Fare Edutainment che coinvolgono numerose classi delle scuole elementari e medie del territorio e agli approfondimenti scientifici per le scuole superiori. Il pomeriggio e la sera sono invece destinati al grande pubblico con incontri, eventi e dibattiti. Lo Staff tecnico scientifico è composto da psicologi, storici dell’arte, biologi, ingeneri informatici, artisti, operatori didattici specializzati. Promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Velletri, il progetto del Festival è risultato primo tra tutti i Comuni che hanno partecipato al bando regionale per la concessione di contributi economici a sostegno di iniziative idonee a valorizzare sul piano culturale, sportivo, sociale ed economico la collettività regionale. Soddisfazione da parte dell’assessore alla Cultura Romina Trenta e del presidente della Commissione Cultura Giorgio Zaccagnini, che insieme alla struttura comunale, hanno ideato il festival per esaltare le conoscenze e le buone pratiche che maturano sul territorio nei campi dell’Innovazione, delle Arti e delle Scienze. Romina Trenta, con delega alla Cultura, sottolinea: “Questo Festival rientra nella visione d’insieme che la nostra amministrazione ha per la città, creare attività di qualità, divulgative che permettano a Velletri di farsi conoscere al di fuori dei confini della Città metropolitana di Roma”. Il sindaco Orlando Pocci, lodando il lavoro della macchina organizzativa, invita tutti a visitare gli eventi del Festival: “Una grande opportunità per Velletri, saranno tre giorni dedicati alla divulgazione e all’innovazione, con gli interventi di ingegneri, artisti e progettisti che ci permetteranno di riflettere su temi importanti per la società moderna. “



Velletri 2030: tempo di "Open day", per "catturare il futuro"

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Sono tempi di "Open Day" per la scelta del percorso scolastico di coloro che popoleranno e daranno vita al futuro. "Catturare il futuro: il valore delle competenze personali nella sfida globale"è stato il tema di un incontro organizzato da Velletri 2030, ITIS Giancarlo Vallauri, Decisyon s.r.l e Spazio Attivo Latina LazioInnova, nel lontano febbraio 2015.
Fu un grande successo. Nel resoconto dell'incontro, pubblicato dal settimanale dell'epoca Velletri Oggi, si legge: "Perché questo seminario? La motivazione risiede nel fatto che lo scopo principale dell’Associazione Velletri2030 è quello di far crescere la consapevolezza del cittadino sul tema dell’innovazione tecnologica, come processo inarrestabile e incontrollabile a livello locale, con profonde ripercussioni sulle professioni e sull’architettura sociale. Questo richiede un’attività di divulgazione di lungo respiro, mirata a mettere in evidenza le potenzialità delle nuove tecnologie, mantenendo al centro il benessere sociale. L’obiettivo è guardare allo sviluppo tecnologico come strumento per una crescita intelligente, ovvero basare lo sviluppo economico sulla conoscenza e sull’innovazione, una crescita sostenibile, ovvero promuovere un’economia più efficiente, più competitiva e più verde e rispettosa del territorio, e una crescita inclusiva, ovvero promuovere un’economia che consenta lo sviluppo di nuove professioni e favorisca la coesione sia tra le persone sia tra i territori. La velocità di trasformazione della società in cui viviamo è sotto gli occhi di tutti e il processo di avanzamento è inarrestabile. Questo comporta disponibilità di sempre nuove tecnologie, pensate soltanto al fatto che lo smart phone è stato messo sul mercato circa cinque anni orsono, che inducono nuovi stili di vita, per esempio il commercio via internet, il tutto da coniugare con nuovi e più rigidi perimetri di spesa per le Amministrazioni pubbliche. Come far fronte a questi cambiamenti repentini? Non esiste una soluzione unica, ma almeno la scuola e le infrastrutture digitali sono considerate da tutti due fattori fondamentali per mantenere certi standard di vita nell’era della competizione globale. Da qui il perché ci si è rivolti alla scuola e agli studenti" Quelle considerazioni rimangono tutte valide, vanno solo aggiornate ad oggi. Quattro anni dopo: quali sono le competenze più richieste dalle Aziende? Velletri 2030 ne ha già parlato nelle News del 10 Novembre 2018, dedicate al Futuro Digitali in Italia. Possono tornare utili ulteriori dati. Sono disponibili i risultati della ricerca Top skill 2018 di LinkedIn, lo studio annuale sulle competenze più richieste dalle aziende a livello globale, ripreso dalla rivista online BitMAT e consultabile a: https://learning.linkedin.com/blog/top-skills/the-skills-companies-need-most-in-2018--and-the-courses-to-get-t L’analisi ha indagato i due principali filoni che identificano le Hard skill e le Soft skill più importanti per coloro che si affacciano al mondo del lavoro nell'era digitale. Dai dati emersi dalla ricerca si è potuto notare come le qualità più importanti per un professionista, sotto il profilo pratico siano quelle legate al Cloud e al Calcolo Distribuito, come anche al Software middleware e di integrazione, all’Analisi Statistica e al Data Mining, mentre le più importanti qualità professionali trasversali sono risultate essere la leadership, la comunicazione, la collaborazione e il time management. Evidenze queste che, se da una parte sottolineano come il comparto tecnologico rimanga essenziale per le hard skill, dall’altra mettono in risalto una costante crescita della necessità per i professionisti di imparare a gestire in maniera migliore il proprio tempo, al fine di poter raggiungere quell’equilibrio tra lavoro e vita privata di cui tanto si parla. Con l’avvento della tecnologia e la possibilità di abilitare politiche di smart working, infatti, le aziende cercano sempre di più lavoratori consapevoli delle loro possibilità e in grado di gestire in maniera efficiente il proprio lavoro. Questo però comporta anche che i professionisti abbiano una buona capacità comunicativa e collaborativa, al fine di poter creare un ambiente lavorativo più disteso, stimolante e produttivo. “L’analisi dei dati è oggi un fattore imprescindibile per il successo di un’impresa” ha spiegato Marcello Albergoni, responsabile di LinkedIn Italia. “Avere la capacità di interpretare e gestire la mole di informazioni necessarie allo sviluppo del business moderno diventa così un vero e proprio elemento distintivo per tutti quei talenti che cercano nuove opportunità e che puntano al futuro di un mondo del lavoro in continua evoluzione.” In un epoca di grande incertezza, tutti vorremo conoscere le professioni del futuro. Ci può aiutare un Rapporto realizzato nel corso del 2017 dalla Capgemini, in collaborazione con LinkedIn, "The Digital Talent Gap", anch'esso ripreso dalla rivista online BitMAT e scaricabile da: https://www.capgemini.com/wp-content/uploads/2017/10/Digital-Talent-Gap-Report_Digital.pdf Di seguito i punti salienti del Rapporto: Il gap in ambito digitale si sta ampliando Tra le società intervistate, una su due riconosce che il gap sulle competenze digitali si sta ampliando. Infatti, più della metà (54%) delle aziende è d’accordo sul fatto che questo divario stia ostacolando i loro programmi per la transformazione digitale e di aver perso il loro vantaggio competitivo proprio a causa della carenza di talenti digitali. Sebbene il divario in termini di competenze digitali sia sempre più ampio, i budget per la formazione digitale sono rimasti invariati o hanno addirittura subito un calo in oltre la metà (52%) delle aziende. Il 50% degli intervistati afferma inoltre che il gap digitale è uno dei temi più discussi ma che, allo stesso tempo, non vengono intraprese delle azioni per colmarlo. Le preoccupazioni sulla velocità di obsolescenza delle competenze Molti degli attuali dipendenti sono preoccupati dal fatto che le proprie competenze siano ormai superate o che lo stiano per diventare. Complessivamente, il 29% dei lavoratori ritiene che siano già superate o che lo diventeranno entro due anni, mentre per oltre un terzo di loro questo succederà tra 4-5 anni. Nello specifico, sono quasi la metà (47%) dei dipendenti appartenenti alle generazioni Y (quelli nati fra i primi anni ottanta e la fine degli anni novanta) e Z (quelli nati dal 1995 fino al 2013) a ritenere che le proprie competenze digitali diventeranno obsolete entro i prossimi 4-5 anni. Da un punto di vista di settore, dal report si evince che il 48% dei lavoratori del comparto automobilistico pensano che le loro competenze diventeranno superflue nei prossimi 4-5 anni, seguiti da quelli dei settori bancario (44%), delle utility (42%), delle telecomunicazioni e assicurativo (entrambi al 39%). Inoltre, i dipendenti credono che i programmi di formazione messi in atto dalle aziende non siano molto efficaci. Infatti oltre la metà degli attuali talenti in ambito digitale afferma che questi programmi non sono utili o che spesso non viene concesso loro il tempo necessario per potervi partecipare. Quasi la metà degli intervistati (45%) descrive i programmi formativi della propria azienda come “inutili e noiosi”. Più della metà dei dipendenti con competenze digitali (55%) afferma di essere disposto a trasferirsi in un’altra azienda nel caso in cui dovesse avvertire che le proprie capacità digitali siano in una fase di stallo presso l’attuale datore di lavoro. Allo stesso tempo, è probabile che quasi la metà dei dipendenti (47%) si indirizzi verso quelle aziende che offrono migliori possibilità di sviluppo di queste competenze. Tuttavia, anche i datori di lavoro affermano di essere preoccupati per le possibili frizioni con il personale dotato di maggiori competenze, tanto che più della metà di essi (51%) ritiene che i propri dipendenti abbandoneranno l’azienda dopo aver ricevuto una formazione e la metà di loro (50%) afferma di non registrare molta affluenza durante le sessioni di training sulle competenze digitali. Il gap nelle soft skill è maggiore rispetto a quello nelle hard skill Il Report ha evidenziato un incremento della domanda per i professionisti con esperienza in hard skill digitali, in aree come advanced analytics, automazione, intelligenza artificiale e cybersecurity. Tuttavia, soft skill digitali come la centralità del cliente e la passione per l’apprendimento, sono tra le più richieste dalle imprese e rappresentano una caratteristica sempre più importante per un professionista digitale a tutto tondo. La responsabile delle Risorse Umane di Capgemini Italia, Alessandra Miata, ha dichiarato: “Oggi le società stanno affrontando una sfida di dimensioni enormi per quanto riguarda l’upgrade delle competenze digitali. Come evidenzia la ricerca che abbiamo realizzato in collaborazione con LinkedIn, si tratta infatti di un aggiornamento che non riguarda solo le conoscenze tecnologiche ma anche quelle di leadership e relazione, necessarie a cogliere appieno i benefici della digital transformation. Diventa quindi essenziale garantire un percorso di sviluppo delle competenze per riuscire a mantenere i propri dipendenti al passo con i tempi e con le loro stesse richieste. In futuro il divario delle competenze digitali continuerà ad ampliarsi e nessuna azienda potrà permettersi di ignorare il cambiamento in atto. Le imprese devono costantemente innovare e pianificare la crescita dei propri dipendenti”. In sintesi: innovazione e formazione continua. Si trovano in rete diversi video dove Alessandra Miata spiega le doti richieste ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro. E' così difficile trovare lavoro nell'era digitale? Sì, ma con alcune eccezioni. Elaborare dati satellitari attraverso l’intelligenza artificiale per fronteggiare situazioni di emergenza come le calamità naturali ma con applicazioni anche nel campo smart city, mobilità, gestione delle risorse naturali e adattamento ai cambiamenti climatici. Queste le opportunità offerte da un algoritmo di Studiomapp, start up italiana premiata nell’ambito di un concorso lanciato dal dipartimento della Difesa americano. La società è stata “incubata” nello Spazio attivo di Lazio Innova Roma tecnopolo è promuove l’uso combinato di Intelligenza Artificiale, geo-calcolo e dati geospaziali. La startup, inoltre, è tra i fondatori della rete europea Copernicus Academy, che tra i vari temi di cui si occupa è impegnata anche nell’analisi satellitare per il monitoraggio delle infrastrutture. A “Intelligenza artificiale e big data per il monitoraggio delle infrastrutture” è dedicato anche un concorso per il sostegno a progetti innovativi lanciato da e-Geos (costituita nel 2000 dall’Agenzia spaziale italiana) con la collaborazione di Lazio Innova (società in house della Regione Lazio). I finalisti potranno usufruire di un percorso di quattro giornate di “mentorship” specializzato, al termine del quale il vincitore del concorso sarà scelto e riceverà un premio di 20.000 euro. Tutti i dettagli al sito: http://www.lazioinnova.it/news/prorogata-al-25-gennaio-la-challenge-lanciata-geos/?fbclid=IwAR2U7bitIiuq5b8ImRmvmwNvSIk68zETvCJjEOcSdrVVfLQ90dd_rh2XVpE È possibile candidarsi fino al 25 gennaio. Va in questa direzione il Festival delle Innovazioni della Scienza e delle Arti, in scena a Velletri nei giorni 10 - 12 Gennaio, 2019.

Epifania Cotral 2019, la dodicesima edizione a Velletri

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La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte....così recita unʼantico detto. Da noi la befana....e non solo....viene in autobus. Sì esatto!! Come di consueto ogni anno, si è tenuta la Festa dellʼEpifania Cotral dellʼImpianto di Velletri, ideata ed organizzata dai dipendenti dellʼazienda.


di Andrea Iacobellis
Quest’anno siamo arrivati alla 12° edizione. Una straordinaria manifestazione autofinanziata in onore della Festa della Befana, che ha raggruppato adulti, tanti bambini e le associazioni per i ragazzi diversamente abili in uno scintillio di colori, calzette, dolcetti, musica, cibo e amore per un evento che lascia alle persone una giornata piena di emozioni e soddisfazioni.
Un ringraziamento va alla Società Cotral S.p.A. per la gentile disponibilità degli autobus, al Bar Nicoli Verdepesca di Velletri per il buffet/rinfresco offerto, al Ristorante Price per avere servito il consueto Pranzo della Befana, agli autisti Marco T. e Salvatore M. che si sono offerti con spirito di solidarietà per la conduzione dei mezzi. Un grazie a Masha & Orso, alla Befana, ai Babbi Natale che con la loro presenza hanno fatto brillare gli occhi ai bambini...ed ai grandi, vedendoli sfilare a bordo degli autobus addobbati a festa per la città, ai tecnici Audio/Video Andrea I. e Marco E. che si sono adoperati per la realizzazione della coreografia, per le luci ed i sistemi audio della Festa. Un ringraziamento particolare va al fondatore di questa manifestazione Giancarlo P. ed alle Associazioni “OMNIC” di Cisterna di Latina e “Guardare Oltre per Volare” di Velletri. Un ultimo ringraziamento ma direi anche il primo va ai dipendenti della società Cotral ed a TUTTI coloro che hanno voluto partecipare, dando il loro piccolo contributo alla realizzazione della festa. E poi ci siete voi....cittadini che avete creduto in noi partecipando in tanti. Epifania Cotral 2019.....una giornata indimenticabile. GRAZIE....GRAZIE A TUTTI !! Arrivederci al prossimo anno.


Alla luce del sole: conversazione con il compositore David Osbon

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Abbiamo conosciuto David Osbon, compositore, direttore d’orchestra ed attualmente docente presso la West London University, nel 2012 durante il ciclo di concerti di musica contemporanea ‘Music on Volcanic Lakes’.

di Massimiliano Chiappinelli
La stagione concertistica del 2019 della nostra Accademia, avrà inizio domenica 13 gennaio con un concerto del Duo formato da Timothy Schwarz al violino e Jane Beament al pianoforte. In tale occasione verrà eseguita la Prometheus Sonata di Osbon che ben si incardina nel tessuto della VIII edizione della rassegna ‘Nuovi ed Antichi Mondi’. Ho raggiunto David via skype lo scorso 29 novembre per una piacevolissima conversazione: mi ha parlato dei miti e dei simboli da cui ha tratto ispirazione per la creazione della Sonata di cui sopra, di quanto sia importante conoscere le tecniche compositive, di alcuni entusiasmanti progetti su cui sta lavorando. Dopo i saluti di rito, si comincia così ad entrare nel vivo del dialogo. 

Quando hai capito che il tuo lavoro sarebbe stato il compositore? Cosa ti affascina di più dell’attività che svolgi?

Ho capito che avrei fatto il compositore già da prima che frequentassi le scuole superiori. Devo l’avvicinamento a questo mestiere ai miei insegnanti, tutti molto bravi, che all’epoca mi affidarono il compito di comporre musica per le produzioni teatrali scolastiche e di arrangiare canzoni dei Beatles, sempre a scuola, per il coro. La parte più affascinante dell’attività che svolgo è l’utilizzo della musica quale veicolo capace di esprimere le trasformazioni e i cambiamenti in atto nel nostro tempo. Il mio obiettivo è quello di comporre per portare conoscenza e gioia agli ascoltatori e per rendere la nuova musica fruibile non solo per pochi, ma possibilmente per tutti. Il fatto che una persona che ascolta la mia musica reagisca in modo distinto da un’altra e quindi percepisca una ‘sua’ emozione, è la dimostrazione che la stessa materia può comunicare a tutti ma con un’impatto diverso. 

Viviamo in un’era tecnologica che ha contribuito a trasformare il senso estetico nell’Arte. L’emozione può ancora trovare spazio in un brano musicale? 

Sì! Anche se la maggior parte delle persone consuma musica ed altre forme d’arte attraverso dispositivi elettronici o piattaforme digitali, questo non diminuisce, nè sminuisce le intenzioni emotive e creative dell’artista. Per esempio, la composizione algoritmica che esiste ormai da mezzo secolo, non nasce con il tentativo di sostituire le emozioni o le intenzioni creative del compositore: è solo un tipo diverso di musica. 

Come è nata la Prometheus Sonata? Qual è il nodo concettuale alla base di questo lavoro? 

La Prometheus Sonata è inserita nel lavoro discografico ‘Anthems after Prometheus’, da cui appunto trae il titolo. È una Sonata per violino e pianoforte che si articola in 5 movimenti. Alla base dell’opera c’è la leggenda di Prometeo, un Titano che rubò il fuoco agli Dei restituendolo alla gente comune. Il fuoco è il simbolo della Conoscenza. È quindi un’allegoria che risponde ad un mio fermo principio etico, ossia al fatto che tutte le persone debbano godere del diritto assoluto di accedere alla nuova musica. È dunque un messaggio tanto importante quanto facile da cogliere attraverso i simboli contenuti nella narrazione. Due dei movimenti della Sonata prendono il titolo dal personaggio di Pandora che, nella leggenda, conservava nella sua scatola il segreto della ‘Speranza’. 

A livello educativo, quali sono i valori più importanti per uno studente che impara a comporre musica? 

È fondamentale imparare le tecniche. Quando si compone c’è molto di più del lavoro di traduzione delle ispirazioni e delle emozioni in partitura: occorre sviluppare delle capacità, quindi diventare abili nel comunicare la nostra creatività. Dopo di ciò, penso sia molto importante essere audaci e originali. Seguendo questo percorso gli studenti saranno in grado di assumere una propria identità durante l’elaborazione dei materiali, quindi di lasciare la propria impronta nelle loro composizioni. Infine, ritengo che sia indispensabile per uno studente ascoltare quanta più musica possibile; analizzarne le partiture; scoprirne i contenuti; accedere ai ‘saperi’ di chi ha realizzato queste musiche. 

Parlaci di un progetto a cui tieni e su cui stai lavorando...

Ho appena completato un lavoro per orchestra sinfonica che sarà presentato in anteprima negli Stati Uniti dalla Susquehanna Symphony Orchestra nel marzo del 2019, ed ho appena iniziato a comporre un brano per Piano Duet. Nel CD ‘Anthems after Prometheus’ è inserita una Sonata per violino solo dal titolo Into the Sun. Questa composizione rientra in un progetto molto articolato chiamato ‘Follow the Sun’ che vedrà coinvolti cori, gruppi da camera, orchestre, solisti, sezioni elettroniche e ovviamenete compositori, e che culminerà in un evento musicale interattivo da realizzzarsi in 10 paesi diversi del mondo collegati in simultanea: di questo progetto sono davvero molto entusiasta.

In arrivo il corso di alta formazione: "La figura storica di Gesù. Documentazione e metodi di studio"

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Confermata l’attivazione del corso di alta formazione: La figura storica di Gesù. Documentazione e metodi di studio (24-26 gennaio 2019, Genzano di Roma). Ci si potrà iscrivere fino al 21 gennaio 2019. Le quote di iscrizione sono di 100 euro per il pacchetto A e di 500 euro per il pacchetto B.
Entrambe le quote potranno essere rateizzate (maggiori informazioni nell’apposita voce di questo comunicato). Ricordo che sarà possibile per laureandi e dottorandi in discipline umanistiche esporre contestualmente le proprie ricerche in corso inerenti al tema dell’incontro e che sono programmate visite guidate all’Abbazia Greca di S. Nilo, a Grottaferrata, e ai Musei Diocesani di Albano Laziale e Velletri.
In basso potete trovare il programma nei suoi dettagli e indicazioni puntuali in merito alle quote e alle modalità di iscrizione.
L’incontro rientra nelle iniziative di formazione e aggiornamento dei docenti, secondo la normativa vigente, e dà luogo – per insegnanti di ogni ordine e grado – agli effetti giuridici ed economici della partecipazione alle iniziative di formazione, ed è finanziabile con la “Carta del docente” prevista dalla L. 107/2015 cosiddetta “La Buona Scuola”.
Vi sarò grato se potrete inoltrare questo promemoria ai vostri contatti.

A presto

Info
Per informazioni sull’attività didattica: igorbaglioni79@gmail.com
Per informazioni sui riconoscimenti: mariapaolademarchis@gmail.com
Per informazioni su quanto attinente al soggiorno: mariapaolademarchis@gmail.com

Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”

Bando Scuola di Alta Formazione in Studi Storico-Religiosi
(Sezione di Storia del Cristianesimo e delle Chiese)

La Figura Storica di Gesù.
Documentazione e Metodi di Studio

24-25-26 gennaio 2019, Hotel Villa Robinia,
Viale Fratelli Rosselli 19, Genzano di Roma.

Programma delle lezioni

Giovedì 24 gennaio 2019

Ore 15:00 - Prima Sessione
Coordina: Igor Baglioni (Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”)

Giancarlo Rinaldi (Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”), Ritratti diversi di Gesù: pagani, ebraici, cristiani

Coffee Break

Mariachiara Giorda (Università degli Studi Roma Tre), Dove fu battezzato Gesù? Paesaggi, territori e mappe: una fiction continua

Ore 19:00 - Visita al Museo Diocesano di Albano Laziale

Venerdì 25 gennaio 2019

Ore 9:30 - Seconda Sessione
Coordina: Igor Baglioni (Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”)

Ingo Schaaf (Universität Konstanz), “Da lontano come fiaccole...” (Eus. h.e. 1,1,3). Voci su Gesù dalla tradizione storico-ecclesiastica

Coffee Break

Daniele Tripaldi (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna), Iesus orans: il pregare di Gesù fra nuove proposte e nuove traduzioni

Ore 15:00 - Terza Sessione
Coordina: Igor Baglioni (Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”)

Federico Adinolfi (Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Francesco” - Mantova), Gesù riconsegnato a Giovanni. Studiare Gesù nel suo contesto giudaico

Coffee Break

Luca Arcari (Università degli Studi di Napoli “Federico II”), Gesù apocalittico, visionario e “sciamano”. Storia o memoria culturale?

Ore 19:00 - Visita all’Abbazia Greca di San Nilo a Grottaferrata

Sabato 26 gennaio 2019

Ore 9:30 - Quarta Sessione
Coordina: Igor Baglioni (Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”)

Laura Carnevale (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”), Sui passi di Gesù: memorie, storia e tradizioni. Strumenti e percorsi di indagine

Coffee Break

Roberto Alciati (Università degli Studi di Firenze), Interpretazioni ascetiche della predicazione di Gesù

Ore 15:00 - Quinta Sessione
Coordina: Igor Baglioni (Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”)

Chiara Sanmorì (Pontifica Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale - Napoli), Il Volto di Gesù. Genesi ed elaborazione di un “ritratto” nel Cristianesimo primitivo

Coffee Break

Presentazione Ricerche in Corso di Laureandi e Dottorandi

Ore 19:00 - Visita al Museo Diocesano di Velletri

Finalità

L’Incontro di Alta Formazione intende fornire le nozioni e gli strumenti euristici necessari per orientarsi nel quadro degli studi relativi alla figura storica di Gesù di Nazareth, delineare le tipologie di documenti a disposizione dello studioso e il metodo con i quali questi devono essere analizzati.

Destinatari

La Scuola di Alta Formazione in Studi Storico-Religiosi si rivolge primariamente a laureandi in discipline umanistiche, dottorandi e dottori di ricerca nelle medesime discipline, insegnanti della scuola secondaria. La Scuola è parimenti aperta a quanti siano comunque in possesso delle conoscenze di base necessarie alla frequenza del corso, pur non rientrando nelle categorie sopra riportate.

Presentazione Ricerche in Corso di Laureandi e Dottorandi

Laureandi e dottorandi iscritti alla Scuola, se lo desiderano, possono presentare una breve sintesi delle rispettive ricerche nell’apposita sezione prevista per il pomeriggio di sabato 26 gennaio. Le ricerche dovranno essere ovviamente attinenti al tema dell’Incontro di Alta Formazione. Gli studenti interessati dovranno presentare domanda al riguardo entro il 20 gennaio 2019 alla direzione scientifica del convegno (igorbaglioni79@gmail.com), allegando un abstract della ricerca che si intende presentare. L’approvazione della domanda è responsabilità della direzione scientifica che si avvarrà, ove necessario, della consulenza di ricercatori specialisti del tema oggetto della presentazione.

Attestato

Al termine dell’Incontro di Alta Formazione sarà rilasciato un attestato di frequenza.

Ospitalità
Per il periodo di svolgimento delle lezioni, i partecipanti al corso potranno alloggiare presso l’Hotel Villa Robinia, viale Fratelli Rosselli 19, Genzano di Roma (http://www.hotelvillarobinia.it/). Il costo del soggiorno è compreso nell’iscrizione per coloro che optano per il pacchetto B.

Riconoscimenti
La Scuola rientra nelle iniziative di formazione e aggiornamento dei docenti, secondo la normativa vigente, e dà luogo – per insegnanti di ogni ordine e grado – agli effetti giuridici ed economici della partecipazione alle iniziative di formazione, ed è finanziabile con la “Carta del docente” prevista dalla L. 107/2015 cosiddetta “La Buona Scuola”.
Referente: Maria Paola De Marchis, presidente Associazione Calliope

Iscrizione (da effettuare entro il 21 gennaio 2019)
Coloro che sono interessati alla frequenza del corso dovranno far pervenire la propria domanda di iscrizione entro il 21 gennaio 2019 al direttore del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni” al seguente indirizzo di posta elettronica: igorbaglioni79@gmail.com. Alla domanda andrà allegato il proprio curriculum vitae e contestualmente andrà specificato per quale pacchetto si intende optare al momento dell’iscrizione (pacchetto A o pacchetto B).
Il costo di iscrizione è proporzionato alle due diverse tipologie di pacchetti che il Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni” ha approntato per i partecipanti al corso.
I pacchetti sono i seguenti:
A)        Pacchetto A, di 100,00 euro, con il quale lo studente si iscrive solo per seguire il corso. Il pacchetto è comprensivo delle lezioni, dei materiali didattici e dei coffee-break.
B)        Pacchetto B, di 500,00 euro, comprensivo delle lezioni e dei materiali didattici, del vitto (colazione, coffee break, pranzo, cena), dell’alloggio (dal giovedì al sabato presso l’Hotel Villa Robinia), delle visite guidate serali ai musei e ai Comuni dei Castelli Romani, della navetta che li accompagnerà ai comuni dove si svolgeranno le visite.
L’iscrizione andrà effettuata mediante bonifico corrispondente al pacchetto per il quale si è optato (pacchetto A o pacchetto B) alle seguenti coordinate bancarie:
BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI ROMA SEDE DI VELLETRI
CONTO N. 3020 INTESTATO A CALLIOPE ASSOCIAZIONE CULTURALE
IBAN: IT 69 W 08327 39490 000000003020
BIC: ROMAITRRXXX
Referente: Maria Paola De Marchis, presidente Associazione Calliope.
La ricevuta del bonifico e le indicazioni dei giorni di soggiorno andranno inviati via mail al seguente indirizzo di posta elettronica: mariapaolademarchis@gmail.com
L’iscrizione deve avvenire entro il 21 gennaio 2019, non oltre.
In caso di necessità, è possibile concordare una rateizzazione del versamento.È possibile concordare la rateizzazione sia per il pacchetto A che per il pacchetto B.
L’accoglienza e il soggiorno degli studenti sono a cura dell’Associazione Calliope. Eventuali domande o richieste inerenti al soggiorno dovranno quindi essere rivolte solo ed esclusivamente al seguente indirizzo di posta elettronica: mariapaolademarchis@gmail.com

Direzione scientifica:
Igor Baglioni, direttore del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”

Per informazioni sull’attività didattica:

Per informazioni sui riconoscimenti:

Per informazioni su quanto attinente al soggiorno:

La quarta dimensione: il tempo

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Su tutta l’esperienza dell’umanità, su ogni aspetto del mondo e dell’universo abitato dall’uomo domina quell’entità indefinibile chiamata tempo.

di Giampaolo Brencio
L’orologio, delegato del Sole e delle Stelle, dice all’uomo che è ora di alzarsi, di andare a scuola o al lavoro e di andare a dormire. Prima di iniziare un viaggio l’uomo controlla sul proprio orologio l’orario del treno o dell’aereo; quando prende il largo su una nave, per trovare la rotta giusta, deve mettere in correlazione il tempo e la distanza. Il tempo non governa soltanto le attività dell’uomo ma la sua stessa vita. Al pari di ogni organismo vivente l’uomo esiste in virtù di migliaia di ritmi complicatamente organizzati. Il suo polso batte il tempo con maggiore o minore regolarità, le onde elettriche del cervello fissano il ritmo del sonno e della sveglia. Il tempo che dà continuità e forma alla vita porta anche decadenza e morte. Di tutte le grandi astrazioni della scienza quella che ci viene più spesso alle labbra non è lo spazio o la forza o la materia ma il tempo onnipresente. Noi possiamo risparmiarlo o perderlo. Ciò che invece non possiamo fare è darne una definizione precisa. Per la psicologia il tempo è un aspetto della coscienza il mezzo mediante il quale l’uomo ordina le sue esperienze. Per il fisico è una delle tre entità fondamentali, oltre alla massa e la lunghezza, di cui egli si serve per descrivere ogni cosa dell’universo. Per il filosofo il tempo è altre cose ancora. Ma benché ciascuno di questi uomini di profonda cultura sia in grado di scrivere dei libri sul tempo nessuno sa definirlo in modo soddisfacente non solo per gli altri ma anche per se stesso. L’enigma e il paradosso del tempo fu sintetizzato da S. Agostino molti anni fa: "ma cos’è poi il tempo? Se qualcuno me lo chiede, io lo so. Se desidero spiegarlo a qualcuno che me lo chiede non lo so”. E tutti i secoli passati non sono bastati per risolvere il problema di sant’Agostino.
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