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Velletri 2030 incontra la città di Velletri sabato 26 gennaio al CREA


A 6 anni dalla nascita dell'Associzione Velletri 2030 e a 12 anni dalla data simbolo 2030, oggi universalmente conosciuta perchè fissata dall'Agenda 2030 dell'ONU come data limite per il perseguimento di 17 Obiettivi ritenuti fondamentali per lo Sviluppo Sostenibile della popolazione del pianeta Terra, Sabato 26 Gennaio, 2019, ore 16:00, c/o Aula Magna del CREA, via Cantina Sperimentale, 1, Velletri, l'Associazione Velletri 2030 incontrerà la cittadinanza, in Allegato il Programma.
Presenteremo documenti e testimonianze del cammino fatto, nonchè idee e suggerimenti sul tanto cammino da fare, tenendo conto della velocità della rivoluzione tecnologica e sociale del tempo che stiamo vivendo. Il tutto allietato da un rinfresco e tante foto dei nostri Eventi. Chi è familiare con Facebook, può condividere copia della Locandina e fare commenti sulla pagina FB di Velletri 2030, dove troverà la Locandina già pubblicata.

Concerto di fine anno al Teatro Artemisio con Nova Amadeus e Coro Ruggero Giovannelli diretti dal M°Claudio Micheli

Di fronte ad un Teatro Artemisio-Volonté pieno e caloroso si è svolto il concerto di fine anno 2018, sotto la direzione artistica del Maestro Claudio Maria Micheli, con l’esibizione dell’orchestra “Nova Amadeus” e del Coro “Ruggero Giovannelli”.

di Rocco Della Corte
L’evento, patrocinato da MIBAC, Comune di Velletri, Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri e dalla stessa Associazione “Nova Amadeus”, ha richiamato tantissimi veliterni,  con in prima fila il Sindaco Pocci e l'Assessore alla Cultura Trenta, entusiasti nell’assistere a tanti pezzi intramontabili del repertorio musicale internazionale, da Verdi a Strauss, da Puccini a Mascagni e così via. Tanti classici, alcuni senza bisogno di presentazione, magistralmente introdotti da Ariela La Stella, attrice della compagnia del Teatro della Luce e dell'Ombra, che hanno letteralmente coinvolto il pubblico: sotto la sapiente guida del maestro Micheli in molti si sono lasciati trascinare dall’irrinunciabile marcia di Radetsky, o dal “Va pensiero”. Bravissimi, oltre ai membri del Coro e dell’Orchestra, il soprano Emanuela Digregorio e il tenore Antonio Sapio: i due hanno egregiamente cantato, strappando applausi al pubblico, e accompagnando il Maestro Micheli nella direzione dei numerosi coristi e orchestranti. Il concerto ha previsto l’esecuzione di ben quindici pezzi: i primi due tratti dal “Barbiere di Siviglia”, poi la “Traviata”, la “Carmen”, la “Tosca”, “Cavalleria rusticana”, e i classicissimi come il “Danubio Waltzer” di Strauss e lo stesso “Brindisi” dalla “Traviata”. Nonostante un palco affollato, il Teatro Artemisio-Volonté ha risuonato di musica di qualità e trasmesso leggerezza, spensieratezza, immersione nella musica immortale, quella universale e che non può non piacere. Al termine della serata sentita richiesta di bis e poi standing ovation, per chiudere al meglio un anno importante per il teatro veliterno e per il mondo della musica. In un periodo di festività dove un buona colonna sonora è sempre gradita, tanto più se importante e scritta da illustri musicisti come quelli che hanno composto la scaletta poi trasformata in concerto dal direttore Claudio Maria Micheli. Appuntamento al prossimo anno!

Sacra Famiglia: "Meno prediche più dialogo" (il 'Vangelo dal volto umano' di don Gaetano Zaralli)


Lc 2,41-52

TESTO
I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.

Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

COMMENTO
I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua…

Ogni israelita maschio, giunto ad una certa età, era obbligato a recarsi al tempio di Gerusalemme in occasione delle “feste di pellegrinaggio” che erano tre: la Pasqua, la Pentecoste e i Tabernacoli. Molte donne accompagnavano spontaneamente i loro mariti e, quanto ai figli, i padri più osservanti li conducevano con sé, anche prima dei 13 anni, età in cui iniziava l’obbligo.

…il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.

Per i lunghi tragitti (in questo caso 130 Km circa) si formavano piccole carovane composte da gruppi di parenti e amici che non necessariamente dovevano marciare insieme. Solo alla sera tutti si ritrovavano allo stesso luogo per il pernottamento. Questo il motivo per cui i genitori di Gesù solo alla sosta del primo giorno di cammino si resero conto dell’assenza del figlio.

…lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava.

Era abitudine nelle scuole rabbiniche lasciare molto spazio al dialogo tra gli adulti e i bambini e tra i bambini era possibile trovare il più bravo che destava meraviglia per la preparazione acquisita. Nel caso nostro c’è qualcosa di diverso. Al di là della drammatizzazione della vicenda, è da sottolineare il luogo della disputa, cioè, in uno degli atri del tempio, dove abitualmente i maestri si adunavano per discutere. Gesù non detta sentenze, ma conversa.
Quel che manca nei nostri templi è proprio la conversazione, una buona conversazione… forse per colpa dei “maestri nostrani” che preferiscono le prediche all’impegno più faticoso, ma anche più redditizio del dialogo con i fedeli.

…e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così?…”. “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”.

Il quadruccio della Sacra Famiglia viene scombussolato. I valori tradizionali e le questioni giuridiche di paternità e figliolanza vengono disintegrate. Sulla scena restano un padre silenzioso e una madre affranta. Luca che racconta è tranquillo, perché ha dalla sua parte l’esperienza di una storia già compiuta.
A noi non resta che condividere la meraviglia e la trepidazione di due genitori che hanno difficoltà a comprendere ciò che accade, anche se l’uno e l’altra hanno avuto il privilegio di parlare con gli angeli.
Quando l’umano si intreccia col divino, o compi un atto di fede e il divino incomincia a fare storia con la tua storia, o ti ritrai nella concretezza della razionalità e da lì costruisci un’esistenza che parla di Dio, magari solo per negarlo. Nel dubbio i credenti sono sempre un po’ atei, gli atei nel dubbio sono il più delle volte timidamente credenti; gli uni e gli altri, comunque, hanno voglia di Verità.

1° gennaio 2019: 60° anniversario del trionfo della Rivoluzione Cubana

1° gennaio 2019: 60° anniversario del trionfo della Rivoluzione Cubana. La stragrande maggioranza della popolazione dell'isola è nata dopo la vittoria rivoluzionaria, e ne condivide l'essenza, i valori e gli ideali. Camilo, Che e Fidel sono scomparsi fisicamente, Raul non occupa alcuna carica istituzionale. e al di là dei successi, degli errori, nonostante il bloqueo USA, tanto crudele quanto illegale, la realtà ha decretato l'indiscutibile vittoria storica della Revoluciòn.
"Questa Rivoluzione, cresciuta nel castigo, è quello che ha potuto essere, e non quello che avrebbe voluto essere" ( Eduardo Galeano) Sessanta anni fa, mentre il mondo era intento a celebrare l’arrivo del nuovo anno, a Cuba fu anno nuovo per sempre. Barbudos si chiamavano, terroristi venivano definiti dal regime sanguinario che mordeva il cuore dell’isola; erano guerriglieri , furono liberatori . Quella casa da gioco a cielo aperto, postribolo di mafiosi e vergogna di un popolo, spirava i suoi ultimi respiri mentre il crepitare dei fucili annunciava il nuovo ordine che rimetteva gli uomini al comando delle cose. Il dio denaro soccombeva alla rivolta degli dei, gli esclusi diventavano protagonisti, i fucili si giravano e i sadici fuggivano mentre i giusti prendevano casa. Persino le bandiere ondeggiavano in senso opposto, il vento della dignità spirava dalla Sierra Maestra e soffiava forte verso Miami, restituendo l’immondizia al suo luogo d’origine. I grattacieli delle banche diventavano ospedali, le strade si trasformavano in residenze permanenti del popolo, le fabbriche si tingevano di lavoro degno e le ruote delle auto macinavano futuro. Fidel Castro, con Ernesto "Che” Guevara de la Serna e Camilo Cienfuegos, guidavano le colonne liberatrici che entravano nella capitale, di colpo divenuta una città cubana. L’impero del nord, comprensivo con i suoi rifiuti e iracondo con chi li rifiuta, si rese conto subito che gli orologi del suo dominio viravano, dolorosamente ma definitivamente, verso l’ora legale: l’ora appena passata, era passata per sempre. Mafiosi e biscazzieri, puttane e faccendieri, avanzi della Florida e cialtroni di New York, si trovarono come un solo fuggitivo; erano loro i balseros del nuovo anno. Provarono a tornare due anni più tardi, in una spiaggia chiamata Playa Giron: ne presero tante quante non avevano immaginato e, per la seconda volta in due anni, da padroni divennero ostaggi; cacciati senza gentilezza prima, scambiati con medicine poi. Erano gli avanzi di un regime marcio, che sulla morte di trentamila cubani aveva edificato le sue vergogne. Era il prezzo che un sergentino analfabeta di terza fila, stupido come solo i crudeli sanno essere e servo come solo gli stupidi possono diventarlo, pagava all’impero nella speranza di venir considerato qualcuno d’importante. Ma quell’avvocato di grandi prospettive, guerrigliero per disputare la più grande delle cause, gli aveva fatto intendere sin dal Moncada che il tempo delle sue angherie sarebbe finito presto. La pulizia delle strade e delle case dell’isola fu rapida, efficiente, discreta. Quasi un gesto di buona educazione, un omaggio dovuto al nuovo anno che apriva la nuova era. Non c’era tempo da perdere: alfabetizzare, curare, riparare, edificare, ordinare, organizzare; alla fine, cambiare. Il razzismo andava spazzato insieme all’apparato repressivo. Gli alberghi e i casinò avevano abbandonato l’inglese e il francese, lo slang era ormai l’ habanero. I latifondisti cercavano il mare e i contadini trovavano la terra. L’ apartheid moriva sotto i piedi degli afro che entravano ovunque, padroni finalmente di quello che era loro. Il vecchio ordine saltava in aria, quello nuovo piantava i piedi a terra. Sessanta anni di vittorie, di cadute e risalite, Cuba non è diventata mai il paradiso sulla terra, spesso l’alibi dei suoi detrattori a tempo pieno che su di lei esercitano l’arma della critica solo come sottofondo alla critica delle armi. Ma Cuba è stata ed è, in barba a quanti si ostinano a non voler alfabetizzarsi, il luogo più egualitario della terra, quello almeno della distanza più ridotta di tutti con ognuno. Una piccola isola che ha saputo resistere per 60 anni a ciò che nessuna potenza avrebbe sopportato per 60 giorni, che si ostina a svicolare dalla sua collocazione geografica e politica proponendosi come protagonista e che, con la testa e il cuore rivolti a sud, presenta numeri migliori del ricco nord. Per colmo di picardìa, oltre a cambiare se stessa ha cambiato persino Miami, divenuta nel contempo la città più anomala e forse meno ipocrita degli Usa. Ricettacolo degli avanzi di ogni dittatura, le paludi che la circondano sono divenute il luogo più trasparente e con gli animali meno pericolosi. Lì, nella sponda opposta al paese degno, un esercito di rancorosi, fuggitivi dalla decenza, continua a sognare sangue e saccheggi, svegliandosi inevitabilmente, giorno dopo giorno, piatto dopo piatto da lavare, più solo e più frustrato. Nell’inutile speranza di strappare Cuba ai cubani, si prende in faccia ogni giorno l’America degli americani. Solo le nuove generazioni di cubano americani, quelle che sono nate senza l’onta della sconfitta, cambieranno progressivamente la gusanerìa. Sessanta’anni dopo, Cuba emoziona ancora. Scatena passioni e solleva discussioni, rompe equilibri, mette in mora i “se” e i “ma”, cambia l’ordine logico dell’argomentare. Ha cambiato e fatto crescere diverse leve di uomini giusti, di anime che hanno aperto serragli e divelto cuori. Ha dato un senso alla solidarietà e ha privato di senso l’egoismo. Ha sconvolto l’ordine delle probabilità e umiliato la legge dei grandi numeri, rovesciando logiche e sovvertendo menti. L’essenza di una Rivoluzione. 

Riadattamento su testo originale di Fabrizio Casari.

La fauna del Monte Artemisio: uno spettacolo da conservare

Quella del Monte Artemisio, e più in generale del Parco regionale dei Castelli Romani, è una fauna molto ricca e varia. Inoltre, la formazione di un'Area Naturale Protetta, ha contribuito all'arresto della perdita di biodiversità, mantenendo così la fauna tipica della zona. 


di Sara Scifoni
Dai più conosciuti e comuni a quelli più insoliti: gli animali che abitano il Monte Artemisio sono veramente molti e la presenza di alcuni, a causa dei rari incontri con i veliterni, è quasi inimmaginabile. Più in generale, è sempre più difficile per la fauna adattarsi alle profonde trasformazioni causate dall'uomo: l'ambiente è divenuto sempre più urbanizzato e pieno di infrastrutture, a dispetto delle “zone verdi”. Il Parco Regionale dei Castelli romani si occupa dunque di mantenere l'equilibrio ambientale di una zona che comprende ben 15 comuni, aumentandone o conservandone la biodiversità. È degno di nota il fatto che il Parco regionale dei Castelli Romani abbia alle spalle una storia di grande consapevolezza, sensibilità e senso civico da parte degli abitanti dei Castelli Romani, poichè furono proprio loro a fare una raccolta firme per chiedere l'istituzione di un'area protetta che difendesse il patrimonio ambientale della zona. Iniziando dagli uccelli, nell'area del Monte Artemisio si è rilevata la presenza di poiane, bianconi (rapaci dall'aspetto simile a quello dell'aquila), falchi pellegrini e rapaci notturni come gufi, civette e barbagianni, di cui è possibile ascoltare i richiami notturni. La presenza del biancone, in particolare, è stata scoperta solamente pochi anni fa: la sua caratteristica principale è l'alimentazione, basata quasi esclusivamente da serpenti. Sono presenti poi il succiacapre, picchi verdi, picchi rossi, picchi muratori, ghiandaie, cince, cornacchie, e di passaggio durante l'estate, le upupe. Per quanto riguarda i rettili si rileva la presenza di natrice (dette “saettone”), biacco, cervone e vipera (l'unico rettile velenoso tra quelli elencati). Per chi visita la montagna è frequente anche l'incontro di donnole, tassi, faine,scoiattoli, ricci e istrici, animali che purtroppo sono molto spesso oggetto di bracconaggio. L'obiettivo principale della caccia sono però i cinghiali, che stanno aumentando in maniera esponenziale creando, a volte disagio all'uomo. Nel Parco Regionale dei Castelli Romani si possono trovare anche i lupi, anche se solo di passaggio poiché la loro presenza non è ancora stabile nel territorio. La mancanza del lupo è in realtà quasi problematica: questo è l'unico predatore del cinghiale e sarebbe quindi in grado in mantenere l'equilibrio dell'ecosistema, sottoponendo il cinghiale a pressione predatoria e, quindi, fermandone la crescita incontrollata. Insomma, la fauna del Monte Artemisio, seppur contaminata dalle attività umane, resiste e ci incanta con piacevoli sorprese. Tuttavia, bisogna ricordare che l'essere rispettosi nei confronti del territorio, e di conseguenza degli animali, è il primo passo per il mantenimento della fauna: una passeggiata nel bosco va fatta con la consapevolezza di essere ospiti in un regno di animali.

Istanze indirizzate allo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Velletri da presentare in modalità telematica

Si comunica che dal 1° gennaio 2019 tutte le istanze indirizzate allo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Velletri devono essere presentate esclusivamente in modalità telematica, tramite il nuovo portale SUAP. Il vecchio portale sarà accessibile solo per la consultazione delle pratiche inoltrate fino al 31/12/2018.
La presentazione in modalità diverse da quelle sopra indicate, determina l'irricevibilità/inammissibilità delle relative pratiche. Per ulteriori informazioni sul Servizio si veda la pagina del Servizio SUAP.

Nel ricordo di Mario Spigariol riaperti gli spazi di Palazzo Caetani


Le opere esposte provengono dalla collezione permanente del Polo Espositivo Juana Romani di Velletri. Suggello di una collaborazione che dura da anni tra il Circolo Artistico “La Pallade Veliterna Gustavo Gualtieri e il Gruppo Artistico La Mimosa Mario Spigariol.

di Alessandro Filippi
Il 21 dicembre Maria Rita Cataldi Spigariol vedova dell’artista cisternese scomparso lo scorso 9 Maggio ha tagliato il nastro inaugurale della mostra Via Margutta la Via dell’arte allestita negli spazi espositivi di Palazzo Caetani riaperti al pubblico dopo otto anni. Con questa mostra curata dalla direzione artistica della Mimosa riparte l’attività dello storico gruppo artistico pontino fondato nel 1981 di cui Mario Spigariol è stato direttore artistico fino alla morte. Un commosso Partrizio Veronese ha aperto la serata accogliendo gli ospiti ha annunciato che la mimosa ha cambiato denominazione essendo stata dedicata proprio a Mario. Marianna Cozzuto che insieme ad Alessandro Filippi compone la direzione artistica dell’Associazione ha ripercorso la storia del gruppo passando la parola a Filippi che ha illustrato le opere in mostra. Tutte le opere provengono da una selezione di quelle nella collezione permanente del Polo Espositivo Juana Romani e ripercorrono uno spaccato della storia di Via Margutta attraverso gli artisti che durante la dolce vita vi avevano lo studio. Non manca la presenza della gloriosa associazione dei Cento Pittori con opere del maestro Alberto Vespaziani presidente dal 1973 al 2018 dell’attuale presidente Luigi Salvatori e di alcuni soci ordinari. Avevano si lo studio in Via Margutta, ma la vita era dura ed irta di ostacoli da superare, a volte le difficoltà sembravano insormontabili. Spesso era difficile anche arrivare alla sera con il rischio di non mangiare, perché l’unica sostanza che avevano era la loro arte, ma la passione era tanta e la voglia di arrivare gli faceva superare ogni difficoltà. Erano giovani, decisi e determinati ad arrivare. Di loro oggi solo tre sono restati a raccontare gli altri sono negli studi del cielo a lavorare. Lino, Nino e Paolo oggi testimoniano il bel periodo della dolce vita, quella Via Margutta piena di fermento e di grande amicizia. Le tre sono fonte inesauribile di aneddoti che fanno la storia. La fame era tanta e le liste delle trattorie si allungavano sempre di più, loro pagavano a quadri, disegni, però se uno vendeva saldava per tutti. Oggi questi sono artisti che hanno reso grande l’arte romana. Lino e Nino sono il primo Medaglia d’oro della presidenza della Repubblica per i benemeriti della cultura e il secondo Premio Unesco per meriti artistici, il terzo è sempre il pittore dei borghi e dei paesaggi. Sono un trio di amici che insieme con Leonardo De Magistris, il mecenate di Via Margutta, aiutavano i giovani desiderosi di fare una mostra, magari la loro prima mostra, ma come loro agli inizi non avevano un soldo, allora Leonardo “la galleria la metto io tu trova i soldi per il rinfresco e per i volantini” quanti racconta il figlio Patrizio “sono passati a quel 62/a e sono stati accolti da lui” Più avanti Novella Parigini, particolare per i suoi gatti. Lì al 53/b non era difficile trovare le star internazionali degli anni cinquanta da Linda Cristian a Gregory Peck, un salotto che ha fatto epoca. AL MITICO 51/A luogo magico di Vacanze Romane, il cuore dell’arte Marguttiana. Il burbero Fazzini scolpiva la magnifica Resurrezione dell’Aula Nervi, Nino Franchina lavorava le sue sculture di metallo. Più in alto lavoravano Luigi Montanarini, Giovanni Omiccioli e Alcide Ticò, uno dei pochi utilizzatori del marmo. Rinaldo Geleng, all’ombra di Villa Borghese eseguiva i suoi ritratti. Ancora Aldo Riso, Gemma Riccardi, Mario Maffai, Antonietta Raphael, Salvatore Provino, Umberto Mastroianni. Un invito a tutti a visitare la mostra aperta nei fine settimana dalle 17.30 alle 19.30 per immergervi in una magica atmosfera.

Terremoto alle 19.37, scossa registrata nell'aquilano: ben avvertita anche a Velletri, a Roma e ai Castelli


Terremoto di Capodanno: la terra, alle 19.37, ha tremato. Per ora, dalle prime notizie ufficiali, si parla di una scossa di magnitudo 4.2 con epicentro in provincia dell'Aquila. Ma le testimonianze e le segnalazioni sono state tante anche a Velletri.
Dalle 19.40 in poi, infatti, molti veliterni hanno testimoniato di aver sentito e ben percepito il sisma, soprattutto nel centro storico e in alcune zone montuose e di campagna. La scossa è stata avvertita anche nella capitale e in diverse zone del Lazio e del centro Italia, come ad esempio in Ciociaria. L'epicentro esatto dovrebbe essere Collelongo, con una profondità di circa 17 km. Per il momento, ma la situazione è in evoluzione e monitorata dagli esperti, non si segnalano danni a persone o cose, nè a Velletri nè tanto meno nei luoghi più vicini all'epicentro stesso. Intanto ci si prepara ad un'ondata di maltempo proprio a partire da domani. Seguiranno aggiornamenti. 

Under 20 Aquademia vincente alla prima del campionato di categoria


Under 20 nazionale girone F: RN Frosinone-Aquademia Velletri 8-10 (2-2, 1-1, 1-3, 4-4). Under 20 Aquademia: Candidi, Esposito(6), Margani, Antonetti, Brendaglia (2), Peretti, Pontecorvi(1), Zomparelli, Della Vecchia, Tubani (1), Ficocello, Cava, Campanelli. All. Gubitosa M.
Si chiude l’anno solare con una vittoria importante e convincente da parte degli under20 Aquademia contro un coriaceo avversario come RN Frosinone. Partita terminata per 8 a 10 a favore di Aquademia e che è stata giocata da entrambe le compagini ad alti ritmi e con continui capovolgimenti di fronte facendo divertire il folto pubblico presente allo stadio del nuoto Casaleno. Partono bene i padroni di casa che vanno in vantaggio ma la squadra gialloblu non si scompone e si ripropone subito in attacco per agguantare il pareggio che arriva con un gran gol di Esposito dopo un rigore sbagliato, purtroppo, da Brendaglia. Questi due giocatori risulteranno poi decisivi per l’economia finale della partita a favore dei veliterni. Il primo quarto si chiude con un pareggio 2-2 fra le due squadre. Si parte con il secondo quarto che vede i veliterni passare in vantaggio con un gol di Brendaglia che recupera il precedente errore commesso dai 5 metri. Alla fine del tempo, il Frosinone pareggia ma, è nel terzo tempo che i ragazzi di Gubitosa faranno la differenza portandosi meritatamente in vantaggio di due gol. Il quarto tempo Aquademia riuscirà a controllare con fatica gli attacchi del Frosinone ma ne esce con un parziale di 4 a 4 vincendo tre punti meritatissimi. Da sottolineare, alla fine, la prestazione di Esposito che chiude con 6 reti e di Brendaglia con due marcature ma, anche i ragazzi subentrati dalla panchina, non sono da meno. Cava appena entrato in acqua, da il suo prezioso contributo con un bellissimo assist ad Esposito, così come Pontecorvi, che va subito in marcatura e permette di allungare la distanza sul Frosinone. Grande soddisfazione della dirigenza e del coach Mauro Gubitosa, che a fine partita ha dichiarato: “partita viva, ben giocata da tutti, ho apprezzato molto la tenacia dimostrata dalla squadra ed in particolare, il contributo dato anche dai ragazzi che sono subentrati. Ora, continuiamo a lavorare così in vista dei prossimi impegni e colgo l’occasione, a nome della società, per augurare a tutti gli atleti, coach, dirigenti e famiglie un felice anno nuovo”.

Diventare tutor DSA, intervista a Stefania Rastelli: "Approfondiamo i disturbi specifici dell'apprendimento"

Stefania Rastelli, docente, presenta alla nostra Redazione il prossimo corso per diventare tutor DSA. In questa breve e interessante intervista conosciamo cosa sono i disturbi specifici dell'apprendimento e come sarà impostato il corso per il sostegno didattico e motivazionale per bambini e ragazzi con disturbi, attivo presso il centro culturale "Eppur si muove" in via IV Novembre (Ponte Rosso, viale Roma) a Velletri. Il corso è accreditato per la carta docente. 

di Rocco Della Corte


Professoressa Stefania Rastelli, cosa sono e quali sono i DSA, al centro del corso che partirà presso “Eppur si muove” il prossimo gennaio? 

I DSA sono i disturbi specifici dell'apprendimento, che si manifestano attraverso una minore correttezza nella capacità di lettura, scrittura, calcolo pur in presenza di capacità cognitive adeguate e in assenza di patologie neurologiche o decificit sensoriali. Cosa significa questo? È una diagnosi che si fa per esclusione: di fronte a un persistere della difficoltà di apprendere la lettura e la scrittura, che sono automatismi, ad un certo punto scatta un meccanismo a causa del quale è impossibile non leggere e non decodificare una scrittura. In presenza di un quoziente intellettivo adeguato (molto spesso è anche superiore alla media) e in assenza di altre patologie conclamate (deficit sensoriali nella vista, nell’udito) o disturbi di attenzione, si parla di disgrafia, disortografia, dislessia e discalcolia. Sono questi i quattro ambiti entro i quali troviamo i disturbi specifici dell’apprendimento. Sottolineo come sia una diagnosi per esclusione poiché arriva una volta che si accertano le capacità suddette e persiste la difficoltà rispetto all’età anagrafica, al corso di studi, alle possibilità dello studente che non riesce a far diventare automatiche queste abilità. 

Qual è la differenza tra una difficoltà e un disturbo vero e proprio? È un confine sottile? 

Oggi c'è una certa tendenza a diagnosticare più facilmente i DSA, perché si conoscono i parametri di riferimento. Abbiamo dei test standardizzati e provati, e la diagnosi normalmente avviene intorno alla fine della seconda elementare o all’inizio della terza. Anche se quindi c’è più sicurezza, distinguere fra difficoltà e disturbo rimane complesso. La variante più importante è l’esercizio continuo: in caso di difficoltà la possibilità di perseverare nell’apprendimento può portare alla soluzione o allo sviluppo nel soggetto, mentre in caso di disturbo gli sforzi non bastano. Un soggetto dislessico, ad esempio, lo rimarrà per sempre. Quindi bisogna intervenire perché occorrerà insegnargli a trovare strategie, compensazioni, tutto ciò che gli consenta di aggirare l’ostacolo e gestire le difficoltà. 

In queste situazioni molto delicate, che ruolo hanno la famiglia e la scuola? 

Inizialmente la difficoltà è proprio della famiglia nell’accettare questo disturbo. Spesso la scuola, invece, è più preparata. Non sempre però chiede diagnosi. Solitamente i disturbi si intuiscono dal linguaggio, e la famiglia ne è al corrente: se non vengono trattati nei tempi giusti con la logopedia adeguata all’arrivo della letto-scrittura si manifesta il disturbo. Ed è qui che, se non opportunamente intrapreso un percorso con i ragazzi per fargli apprendere strategie volte a far fronte al problema, diventano veri e propri DSA. Da una mancanza di abilità nell’utilizzo di uno strumento si arriva ad avere disturbi più gravi perché “se non leggo, non studio e le mie scelte di vita sono condizionate e inficiate”. È importante riconoscere il disturbo, fronteggiarlo e fornire ai ragazzi gli strumenti necessari senza paura. Siamo di fronte a profili cognitivi ed è un peccato sprecare intelligenze per una cattiva gestione. 

Ci sono, in tutto questo contesto, delle implicazioni emotive per i bambini e per la loro crescita?

Ci scontriamo con una fortissima difficoltà ad accettare il disturbo: per i bambini è una grossa frustrazione, soprattutto nei confronti dei compagni. Le cose semplici che vedono fare agli altri per loro non lo sono e si associano a questo disturbo anche disturbi comportamentali. Meglio essere cattivi che dire “non so leggere” quando tutti riescono a farlo. Ecco che ci si sente inadeguati, ci sono problemi di autostima. Crescendo, poi, il discorso diventa di gruppo: ci sono compiti diversi, attività di compensazione. Torno quindi sulla necessità di spiegare ai ragazzi direttamente coinvolti, e agli altri, cosa si sta vivendo e come funziona. Tutto ciò che si conosce fa meno paura e genera meno pregiudizi e meno situazioni antipatiche, quali prese in girio o situazioni che danno altri problemi a livello sociale e relazionale. 

Quale è il valore aggiunto del corso che avrà inizio presso il centro culturale “Eppur si muove” il prossimo 12 gennaio? 

Cercheremo di identificare con chiarezza e capire quali sono e come funzionano i DSA, con i riferimenti normativi che il legislatore ha fatto per garantire alle persone con tale problema di fare il proprio percorso di vita e scegliere al di là di questo disturbo. Affronteremo temi, strategie, compensi, dispense ed esempi da usare in didattica per trasformare la didattica stessa in inclusiva, senza differenza. L’obiettivo è rendere possibile una giustizia più che una equità: non siamo tutti uguali, ma tutti diversi, e ognuno di noi deve essere utile secondo la sua personalità. È un lavoro più profondo rispetto all’imparare una tavola pitagorica o l’uso di un sintetizzatore vocale. Un lavoro che tocca gli strumenti, certo, ma avrà anche una forte sottolineatura nell’aspetto della relazione con gli altri, con i pari e con gli adulti, a cominciare da come si affronta senza vergognarsene ma semplicemente conoscendo il problema. La conoscenza è sempre foriera di verità, questo vuole essere il valore aggiunto nel nostro corso con un particolare accento su tutto ciò che riguarda il ragazzo, il suo stare a scuola, la capacità di dare un nome a ciò che succede e spiegarlo anche agli altri. Tutto con la consapevolezza che non bisogna aver paura.

L’Associazione Shanky Quad rinnova il Consiglio Direttivo


Il 5 dicembre 2018 scorso si sono tenute le elezioni per il rinnovo per i prossimi tre anni, fino al 5 dicembre 2021, del Consiglio Direttivo dell'Associazione SHANKY QUAD Club "Carlo Antonelli Onlus", che si occupa di disabilità e problemi sociali legati a questo ambito.
Poco prima delle festività natalizie si è avuta la prima riunione dell’associazione con la formalizzazione degli incarichi organizzativi ai cinque membri eletti che sono i seguenti: ELIO DELLE CHIAIE (Presidente) FABIO TADDEI (Vice Presidente) FRANCESCA ANGELONI (Segretaria) CLAUDIO RIPANTI (Tesoriere) ANNA RITA DELLE CHIAIE (Consigliere) Lo stimato Elio Delle Chiaie è stato dunque riconfermato ancora una volta alla presidenza dell’associazione e come vice presidente è stato incaricato l’ex Consigliere Comunale Fabio Taddei e che aveva già ricoperto la carica di Consigliere dell’associazione negli anni passati. Il ruolo di segretaria e stato assegnato alla neo eletta Francesca Angeloni, mentre per il ruoli di tesoriere è stato riconfermato Claudio Ripanti e di consigliere Anna Rita Delle Chiaie. L'Associazione Shanky Quad che conta tra le sue fila molte centinaia di iscritti e che nel settembre di quest’anno compirà 10 anni, si è sempre battuta nel territorio comunale veliterno per il rispetto dei diritti delle persone diversamente abili, come l’abbattimento delle barriere architettoniche come molti altri e proprio grazie all’impegno dell’associazione tanti problemi sono stati risolti e dunque non ci resta che augurare un buon lavoro per il prossimo triennio.

Saggio di Natale 2018 al PalaBandinelli per la Xistos


Il Saggio di Natale 2018 ha concluso le attività del secondo semestre sportivo del 2018 per la ASD Xistos di Velletri, che da 24 anni si occupa di ginnastica ritmica sotto l’egida della Federazione Ginnastica d’Italia.
Con l’arrivo di centinaia di persone del pubblico nel bellissimo impianto del Palazzetto dello Sport Bandinelli di Velletri ( di cui la Xistos è una delle concessionarie), si è svolta la festa di Natale per le circa 250 ginnaste dai 3 agli oltre 20 anni, dai corsi base e di avviamento ai settori promozionale ed amatoriale, al settore preagonistico e agonistico, alla presenza, oltre che del numerosissimo pubblico, delle autorità locali con l’assessore allo sport Alessandro Priori, il consigliere con delega alla valorizzazione del centro storico Mauro Leoni, la fiduciaria CONI Marina Marinelli, la pluricampionessa olimpica, gioiello di casa Xistos, Elisa Blanchi. La serata è stata presentata con professionalità, garbo ed eleganza da Maria Rosaria Perillo, coadiuvata dalle responsabili tecniche Monica Brandizzi e Anna Della Vecchia, con le istruttrici Anna Rucci, Eleonora Cipollari, Irene Cipollari, Elena Mammucari, Veronica Romaggioli, Linda D’Alessio, Marina Alexandrova, e le giovani assistenti tecniche Michela Muneroni, Marika Muneroni, Giorgia Girelli. I turni si sono alternati in coreografie dalle tematiche più svariate, quanto interessanti.Dalla magia dei colori con le oltre 60 bambine dai 3 ai 5 anni, accompagnate da un pittore/attore (interpretato dalla bravissima Francesca Mammucari), allo stupore della notte di Natale, all’uso di attrezzi scenografici come i cerchi luminosi, al tema delle donne, all’avventura di un sogno, al valore dell’amicizia. Non sono mancati momenti tecnici durante i quali l’agonistica si è esibita nel programma di gare di questo ultimo semestre del 2018 come non è mancato Babbo Natale che, insieme al Pupazzo di Neve, ha stupito le bambine, guidando una “vera” slitta e portando loro tanti doni. Un momento magico che la ASD Xistos ha voluto donare a tutte le bambine e alle loro famiglie.


Prorogata la mostra 'Caos e silenzio' di Sergio Gotti fino a sabato 12 gennaio

Visto il successo fin qui riscontrato, la Mostra del Maestro Sergio Gotti, "Caos e silenzio", prolunga la sua apertura e rimarrà a disposizione del pubblico (che già numeroso la ha visitata) fino a sabato 12 gennaio. L'esposizione, curata da Silvia Sfrecola Romani, è patrocinata da Comune di Velletri, Regione Lazio e Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura.

di Rocco Della Corte
In tanti i cittadini che l'hanno visitata e apprezzata, definendola senza mezzi termini "meravigliosa" sia per la carica emotiva che trasmette, sia per il suggestivo allestimento, impreziosito dalla bellezza della Casa delle Culture. "Caos e silenzio" dunque sarà aperta, con i medesimi orari, fino al 12 gennaio: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30 tutti i giorni. Visitatore d'eccezione l'ex premier Paolo Gentiloni, che prima di presentare il suo libro il 19 dicembre scorso in occasione di "Velletri Libris Christmas" ha con interesse svolto il percorso guidato all'interno dell'esposizione stessa. Con l'occasione si ringraziano anche i partner che hanno sostenuto attivamente il grande lavoro profuso dagli organizzatori, a cominciare dalla curatrice Silvia Sfrecola Romani e ovviamente dal Maestro Gotti: Officine Sonore, Teatro della Luce e dell'Ombra, Pivari, Babycampus Edutainment, Mister Benny, Mondadori Bookstore Velletri-Lariano-Genzano, Farmacia Romani, Vigna Rioli. Foto e video dell'evento sono state curate da Ugo Laurenti, mentre per le luci ha lavorato Antonio Accardo. Per chi non lo avesse ancora fatto, appuntamento alla Casa delle Culture in Piazza Trento e Trieste per godersi "Caos e silenzio".

Intervista al Maestro Sergio Gotti: "Soddisfatto per l'andamento della Mostra, c'è tanta curiosità"

Tantissime le persone che, nonostante il periodo di festa e il clima rigido, stanno popolando la Sala degli Affreschi alla Casa delle Culture e della Musica di Velletri per visitare la Mostra "Caos e silenzio" del Maestro Sergio Gotti, a cura di Silvia Sfrecola Romani. 

di Rocco Della Corte

Un via vai che non può che rendere soddisfatti gli organizzatori, a cominciare dallo stesso Maestro Gotti, che abbiamo ascoltato e che ha rilasciato delle brevi dichiarazioni sulla splendida Mostra che, lo ricordiamo, è prorogata fino al 12 gennaio e patrocinata da Regione Lazio, Comune di Velletri e Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri: "Finalmente dopo due anni di preparazione, dall'idea alla sua realizzazione, la mostra è aperta...quale posto migliore della Casa delle Culture e della Musica per presentare in anteprima la mia ultima opera? Mi ritengo estremamente soddisfatto dell'andamento di questa mostra". Il Maestro ha sottolineato l'affluenza per certi versi sorprendente e soprattutto l'apprezzamento ricevuto dai tanti visitatori: "Caos e Silenzio sembra aver suscitato da subito nelle persone una grande curiosità, tant'è che l'affluenza di pubblico non sembra scemare dal giorno dell'inaugurazione, anzi! Ho molti amici ed estimatori qui a Velletri, e non faccio fatica ad ammetterlo, ma sono i tanti sconosciuti che affollano quotidianamente la Sala degli Affreschi dove è allestita la mostra che mi rendono particolarmente orgoglioso".
Un'arte, quella del Maestro Gotti, che richiama anche dall'esterno e tutto ciò fa soltanto bene alla città e alla sua vocazione culturale: "Non sono solo cittadini veliterni, ma anche persone venute da fuori che restano piacevolmente colpite da questa installazione. Forse sono riuscito in qualche modo a toccare le corde dei sentimenti umani e questo, per un artista, è fondamentale. Il fatto poi che la mostra sia stata inserita anche nel contesto del "1° Festival dell'Innovazione, della Scienza e dell'Arte" mi fa molto piacere e darà modo magari anche agli insegnanti di portare le proprie classi a visitarla". Una bella soddisfazione per il Maestro, per la curatrice Silvia Sfrecola Romani e per tutta la città di Velletri, che in queste feste natalizie ha offerto una bella proposta culturale. 

Decreto Salvini, il Sindaco Pocci: "Esprimo preoccupazione e condivido l'appello per confronto ANCI/Governo"


Il cosiddetto decreto Salvini ha scatenato un'ondata di polemiche in tutta Italia. Il Sindaco di Velletri, Orlando Pocci, ha emesso una nota stampa in cui esprime la preoccupazione, come altri suoi colleghi a cominciare da Leoluca Orlando e Luigi De Magistris, e condivide l'appello di un tavolo di confronto fra Governo e Anci.

"Alla luce di quanto sta accadendo dopo l’approvazione del cosiddetto decreto Salvini sulla sicurezza che di fatto ha creato dei nemici inesistenti “il clandestino” esprimo preoccupazione" - ha detto Pocci - "e condivido l’appello lanciato da più parti sulla necessità di aprire un tavolo di confronto tra il Governo e l’ANCI. Salvini ha fatto propria la massima di Joseph Goebbels: ”ripetere una bugia cento, mille, un milione di volte diventerà una verità”, prendersela con gli ultimi per coprire il fallimento del suo ministero dell’interno che finora ha lasciato le questure senza interventi significativi per rilanciare il loro ruolo ed attività sul territorio scegliendo la leva dell’uso continuativo della sola propaganda mirando in modo cattivo un nemico inerte. Ritengo infatti che non possano rimanere inascoltate le perplessità e i dubbi di molti sindaci ed amministratori rispetto a quanto prevede il decreto. Proprio i Comuni sono gli enti su cui ricadranno i maggiori effetti dell’applicazione della Legge 132/2018, rischiamo di espellere dal circuito della legalità migliaia di persone che finora sono state accolte e protette attraverso il sistema degli SPRAR. La mancata possibilità da parte dei migranti di richiedere la residenza presso i Comuni potrebbe generare tensioni ulteriori, dobbiamo evitare che si generi insicurezza tra i cittadini. A Velletri abbiamo costruito un modello di integrazione che sta funzionando, la recente visita dell’UNHCR presso il nostro CAS ne è stata un’ulteriore riprova. Stiamo mettendo in rete le diverse realtà del volontariato laico e cattolico affinché nessuno" - ha concluso il primo cittadino di Velletri - "si senta escluso ed emarginato avendo in mente e nel cuore le raccomandazioni del Presidente Mattarella che nel suo messaggio di fine anno ha gridato la sua preoccupazione. Credo che la sicurezza si costruisca attraverso l’integrazione e sconfiggendo quell’emarginazione che rappresenta un terreno fertile per la criminalità organizzata. Ma Salvini ci deve poi dire che cosa ha fatto contro il caporalato".

Le navi nel limbo

L’anno vecchio è finito, e il nuovo è iniziato, con un incubo: la nave della ONG Sea Watch è in mare da dodici giorni, e quella della ONG Sea Eye da cinque, perché cinque paesi europei (l’Italia, Malta, la Spagna, la Germania e l’Olanda) hanno rifiutato di aprire i loro porti.


di Irene Starace

L’Europa, la civile, cristiana, superiore Europa, maestra di civiltà e portatrice dei valori fondanti della convivenza umana, e con una popolazione di 500 milioni, non ha posto per 49 persone, di cui tre bambini. La risposta data alle richieste delle navi è stata unanime: “Riportateli prima in Libia”. Con una decisione assolutamente arbitraria, insostenibile secondo tutte le leggi in vigore, la UE ha stabilito che la Libia è un paese sicuro. Nei giorni del caso della nave Aquarius è uscito un articolo in cui si ricordava un fatto accaduto durante il nazismo: donne, bambini e uomini ebrei erano stati rinchiusi in un treno, senza viveri né acqua, e i nazisti si erano divertiti a farlo andare avanti e indietro senza meta, finché tutti non erano morti di stenti. L’autrice dell’articolo si chiedeva se con l’Aquarius ci sarebbe toccato vedere la stessa cosa. Quella volta non è andata così, ma forse succederà ora. L’impressione che ho io è quella di stare assistendo a un orribile ricatto ai danni non solo delle persone migranti, ma soprattutto delle organizzazioni che hanno ancora il coraggio di sfidare la criminalizzazione per salvarli: “E’ inutile che li salviate, perché tanto noi non li accoglieremo. O vi piegate alle nostre condizioni o ve li vedrete morire sotto gli occhi, e allora tanto vale che li lasciate al loro destino e anneghino subito”. Forse mi sbaglio, ma quel che è sicuro è che il diritto, la giustizia e il senso elementare di pietà umana stanno morendo nel Mediterraneo, e che bisogna fare qualcosa subito.

Prima convocazione con la Nazionale Maggiore per Beatrice Clementi dell’F&D H2O: parola all’atleta veliterna e al Presidente Perillo

Se l’Epifania tutte le feste si porta via, come recita il noto proverbio popolare, il giorno della Befana in casa F&D H2O avrà un sapore particolare per Beatrice Clementi. La giovane classe 2000, nella rosa del team di mister Danilo Di Zazzo, parteciperà infatti al Collegiale della Nazionale maggiore in programma ad Ostia dal 6 al 12 gennaio.

di Rocco Della Corte
Il Raduno, la cui convocazione ufficiale è stata diramata dai tecnici federali, vede insieme alle principali atlete in azzurro anche la veliterna Clementi. “In questo momento” – ha detto Beatrice, subito dopo l’arrivo della notizia ufficiale – “mi esplode la testa di emozioni, dire di essere felicissima è dir poco. Aver fatto parte della nazionale giovanile e aver vinto un argento mondiale è già una soddisfazione immensa, ma quando mi è arrivata questa convocazione non ci credevo”. “In realtà” – scherza (ma non troppo) Clementi – “pensavo si fossero sbagliati, poi ho realizzato che è tutto vero e ancora adesso sono molto ma molto contenta. Questa convocazione mi ha scossa molto e quindi bisogna lavorare ancora più di prima”. Entusiasmo a parte, l’esperienza di Ostia – che si preannuncia formativa e ricca di emozioni e cose da apprendere – porterà poi Beatrice Clementi a rituffarsi in acqua per il campionato. L’F&D H2O affronterà la SIS Roma, e nonostante il prestigioso impegno in Nazionale maggiore l’atleta veliterna dice la sua sul campionato: “Sappiamo che finora abbiamo raccolto poco, tre punti non bastano. Dobbiamo lavorare, lavorare e ancora lavorare per migliorare dove siamo carenti. Sono sicura del fatto che ognuna di noi quando scende in vasca dà il massimo, ma abbiamo visto che non basta, quindi dobbiamo andare oltre, dare qualcosa in più, e io sarò la prima a farlo”. Essendo tempo di auguri di Capodanno, Clementi conclude con l’auspicio per il 2019: “Auguro a me e alle mie compagne di restare unite e continuare a credere nella salvezza”. Grande soddisfazione è stata espressa anche dal Presidente, Francesco Perillo, che ha così commentato la convocazione della “sua” giocatrice agli ordini del tecnico Fabio Conti: “Una convocazione inaspettata in questo momento ma che ci rende fortemente orgogliosi, di Beatrice e della nostra società. Faccio i complimenti a lei perché senza dubbio ha meritato sul campo questa forte esperienza di carriera. Non è da tutti riuscire ad essere in un collegiale della nazionale maggiore. Mi auguro che possa fare bene, che questa possa essere la prima di tante altre convocazioni, e che le dia quella iniezione di fiducia e di entusiasmo in più per far bene anche con noi in campionato. Complimenti” – ha concluso il Presidente Francesco Perillo – “siamo orgogliosi di Beatrice, vanto della nostra squadra e della città di Velletri nel mondo della pallanuoto femminile”.

Roberto Costantini primo ospite del 2019 alla Mondadori di Velletri con “Da molto lontano”

Venerdì 11 gennaio, alle ore 18.30, ricomincia l’attività culturale per la Mondadori Bookstore Velletri. Ospite della Libreria di via Pia sarà il professore e scrittore Roberto Costantini, uno dei più importanti autori della scena editoriale italiana nel campo del romanzo giallo.


di Rocco Della Corte

Dopo il successo di “Tu sei il male”, che ha vinto diversi premi e ottenuto più menzioni speciali, ha pubblicato – sempre con Marsilio – varie opere, fino all’ultima, “Da molto lontano”, fresca di stampa. Protagonista è sempre il commissario Balistreri, che nonostante la sospirata pensione tornerà in pista per un’ultima indagine. Il suo passato, infatti, presenta un caso irrisolto, risalente al 1990. Un assassinio, una sparatoria, collusioni con la malavita: la verità non è completamente venuta a galla, e lo storico vice di Balistreri è chiamato a far luce sull’accaduto insieme al suo vecchio collega. Per saperne di più su questa intrigante storia, l’appuntamento è venerdì 11 gennaio (ore 18.30) alla Mondadori. Dialogherà con Roberto Costantini il giornalista Ezio Tamilia: sarà un primo incontro speciale per un anno che riserverà tantissime emozioni, a cominciare dai primi mesi.



“Velletri for Christmas, in concerto per la vita”: sold out con i “Big Cedars” al Teatro Artemisio-Volonté

Si è svolto presso il Teatro Artemisio-Volonté, lo scorso 22 dicembre, per il terzo anno consecutivo lo spettacolo di beneficenza voluto dal noto trio musicale dei Big Cedars, ovvero Graziano Cedroni, Lorenzo Cedroni e Irene Cedroni.


di Rocco Della Corte
“Velletri for Christmas, in concerto per la vita” ha riportato un nuovo tutto esaurito dopo la prima edizione (che ha raccolto fondi per il Pronto Soccorso del “Colombo”) e la seconda (beneficenza per la sala operatoria). Quest’anno il ricavato è stato devoluto al reparto di Neonatologia e Pediatria del nosocomio veliterno, e lo spettacolo è stato – come sempre – di gran qualità. Con la direzione musicale di Carlo Maria Micheli e la direzione artistica di Graziano Cedroni, sul palco del Teatro di via Fondi è apparsa una meravigliosa scenografia fiabesca realizzata da Monica Felci della “Bottega dei desideri”, che collabora al progetto sin dall'inizio e riesce ogni anno a sorprenderci con idee nuove ed emozionanti, trascinando gli spettatori in un'atmosfera calda ed meravigliosamente natalizia. Ad essere eseguiti dai “Big Cedars” i brani più celebri del repertorio natalizio internazionale, come “Silenti Night”, “White Christmas” o “Jingle Bell”, rivisitati in chiave celtica e a tre voci. Pezzi intervallati, di tanto in tanto, da un "cantastorie" (Fabrizio Rinaldi) che, seduto su una poltrona accanto ad un caminetto acceso, ha letto o recitato diverse poesie. Hanno partecipato anche i ragazzi del coro “FondarCanto”, diretto per l’occasione dal maestro Valentina Pennacchini. Un tutto esaurito che lascia fortemente soddisfatti gli organizzatori e che dà appuntamento, sempre con maggiore motivazione, al prossimo anno. L’importante evento, che abbina una valenza sociale altissima alla grande qualità canora e interpretativa di chi sale sul palco, è stato patrocinato da Gens Nova, Officine Sonore, Fantanimazione e dalla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura diretta dal Maestro Claudio Maria Micheli. Sul palco, oltre ai “Big Cedars”, Cristina Picca, Paride Furzi, Leonardo Caucci Molara, Stefano Candidda, Giuseppe Condò, Carlo Maria Micheli. Media partner radiofonico è stata l’emittente Radio Mania di Velletri. Non resta che fare ancora una volta, visti i tanti applausi ricevuti, i complimenti agli organizzatori e lodare quest’iniziativa che abbina l’arte all’attenzione per la salute e per una realtà da preservare e sostenere come l’Ospedale di Velletri.

Aspettando Capodanno, ecco i risultati, i marcatori e la classifica del Torneo del "Maracanà"

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