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Calciotto, continua il campionato edizione 2018-2019: ecco tutti i risultati delle gare di Max Colle e Maracanà
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Intervista a Roberto Emanuelli: “Sally e Simone, due inversi lontani e inconciliabili che forse si incontreranno”
Sabato castellano per Roberto Emanuelli, che ha presentato a Velletri e Genzano il suo ultimo romanzo “Buonanotte a te”, edito da Rizzoli. Il giovane scrittore, prima di dedicarsi al numeroso pubblico che lo ha accolto con grande entusiasmo, ha rilasciato a Rocco Della Corte dell’Ufficio Stampa Mondadori Bookstore alcune dichiarazioni riguardanti l’ultimo libro pubblicato.
Roberto Emanuelli, l’ultimo romanzo ha due personaggi chiave. La prima è Sally, una figura interessante, giovane e con un vissuto familiare complesso…
Sally è una ragazza di 17 anni, quasi 18. Una giovane donna che affronta la vita e l’amore, lo vede e lo insegue, è passionale e ha tanti sogni nonostante provenga da una famiglia altolocata, chiusa perché molto ricca. Frequenta una scuola esclusiva, ha un fidanzato nobile, e il padre le trasmette dei valori un po’ sballati a cui lei per fortuna si ribella. Ha un gruppo di amici eterogeneo, con cui trascorre le sue giornate e che considera una vera e propria famiglia. Per dare un esempio di come il padre cerchi di condizionarla, in un determinato momento le consiglia di restare con un ragazzo nonostante la maltrattasse solo perché questo in quanto nobile è adatto alla loro famiglia. Per fortuna Sally ha dentro di sé un cuore, e lo segue…
Simone, invece, ha tutta un’altra storia alle spalle. Ed è l’altro personaggi clou di “Buonanotte a te”. Cosa lo caratterizza?
Simone è un adulto, 35enne, avvocato d’affari cinico e spietato. Il suo unico obiettivo sono i soldi, la carriera, ha dimenticato cosa sia l’amore tanto è vero che Nicole, la ragazza con cui convive, si chiede che fine abbia fatto quel giovane ragazzo romantico, passionale e con dei sani principi. Quando lui sente parlare d’amore, deride chi ascolta. Si è proprio perso…
L’incontro di due vite così diverse avverrà?
Diciamo che questi due universi apparentemente lontani e inconciliabili forse si incontreranno.
A livello stilistico, hai inserito degli stacchi fra un capitolo e l’altro. Perché questa precisa scelta?
Ogni tot capitoli ho messo un intervallo, come lo definisco io, che è un quadro astratto. Un momento inizia con un orario preciso, cronologicamente, avanzato rispetto al precedente. In questo intervallo succede qualcosa, c’è un movimento, e alla fine farà ricomporre i pezzi del puzzle.
“Buonanotte a te” è il terzo romanzo. In cosa si somiglia e in cosa si discosta rispetto ai primi due?
Rispetto al primo, “Davanti agli occhi”, è diverso perché quello è in gran parte autobiografico. Gli ultimi due, questo e “E allora baciamo”, viaggiano invece su una lunghezza d’onda molto più vicina fra loro a livello editoriale. Direi che “Buonanotte a te” è la naturale prosecuzione emotiva della mia scrittura rispetto al precedente. C’è una continuità.
Foto a cura dell'Associazione Culturale Click! di Velletri
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Donate e consegnate dall’Associazione Alba le rampe amovibili ai tre esercizi commerciali vincitori del concorso
La nostra avventura inizia da un’idea condivisa da tutti Noi, dalla grande Famiglia A.L.B.A. onlus. Parte da molto lontano, osservando che a volte è davvero difficile poter andare ed arrivare proprio dappertutto. Parliamo ahimè delle barriere architettoniche, presenti sul nostro territorio.
di Alessandro De Angelis
Pieni di entusiasmo ci siamo messi subito all’opera pensando a come sensibilizzare tutti i cittadini e soprattutto a come abbattere tali limiti, per poter donare una nuova Città per Tutti. Il concorso “Via il Gradino” è nato proprio così! Nel mese di giugno abbiamo indetto un concorso, patrocinato dal Comune di Lariano, che ha visto l’adesione dei commercianti che all’ingresso del proprio esercizio presentano una barriera architettonica. Per partecipare è stata richiesta la redazione di un elaborato, avente il fine di trattare il tema della disabilità e di tutti quei limiti che quotidianamente si è costretti a combattere per essere davvero liberi. In premio una rampa amovibile, donata dall’Associazione A.L.B.A, ai primi 3 esercizi commerciali che hanno consegnato l’elaborato migliore secondo una giuria qualificata. Con immensa gioia e soddisfazione abbiamo notato una forte partecipazione, così l’8 luglio durante i festeggiamenti dei primi 15 anni della nascita dell’A.L.B.A., abbiamo premiato i vincitori: Libreria Mondadori di Guido Ciarla, Fabbri Daniele Sas Assicurazioni e L’Antico Forno di Ciro Petroni. Con tanto orgoglio ed emozione il 23 novembre, direttamente in loco, abbiamo consegnato le pedane realizzate appositamente su misura. Da quel giorno, come tutte le favole che si rispettano, il “sogno” si è realizzato e con un piccolo ma grande gesto è stata donata la possibilità di andare oltre ogni gradino o limite per guardare verso un futuro accessibile. Oggi, con un pizzico di buona volontà abbiamo reso possibile tutto questo e finalmente senza difficoltà possiamo iniziare ad arrivare in posti dove prima era impossibile accedere, perché il Rispetto abbatte ogni barriera e Noi, Associazione A.L.B.A, trattiamo con grande amore queste tematiche. Sperando che sulle nostre orme si possa continuare e che altri possano prendere questa iniziativa come esempio da seguire, per arrivare al grande traguardo di una Città a Zero Barriere, ringraziamo tutti i partecipanti e l’Amministrazione Comunale che insieme a noi hanno collaborato alla buona riuscita di questo progetto.
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Nostalgia di Radio Londra
Era l’autunno del ’44, la mia famiglia, fuggendo i bombardamenti precedenti su Napoli e Roma, s’era ridotta a Teglio, un paesino della valle omonima, la Valtellina. Esso rientrava nei confini della Repubblica Sociale Italiana, quindi era presidiato dai tedeschi.
di Pierluigi Starace
Non so perché ad uno di loro era stato ordinato di fare da sentinella a fianco della nostra casetta. La cosa non mi dispiaceva affatto per molti motivi: quel po’ di fascismo che avevo respirato nelle vie di Roma anni prima mi aveva molto fatto ammirare i militari, il fucile del soldato tedesco m’incuriosiva, e soprattutto provavo un senso di fiducia nella sua persona, come fosse lì per proteggermi. Piuttosto grosso, con un viso lucido di salute, buono, non aveva nulla di minaccioso: la sua serietà professionale pareva poggiata su una enorme tristezza. Ora capisco che doveva esser un ottimo marito e padre, che soffriva della lontananza dei suoi cari, e vedeva ogni giorno di più chiudersi ogni speranza di rivederli. Mio padre, sapendo che i bollettini della radio della RSI erano totalmente falsi, s’era procurato una radio a galena, sintonizzabile con radio Londra, che, se non la voce della verità, aveva un tasso d’affidabilità maggiore, e che il governo di Salò aveva vietato d’ascoltare. E così, in quelle umide sere, papà piazzava l’apparecchio su un tavolo in una stanza a pianterreno, prima d’accenderlo si copriva con uno strato di coperte per insonorizzare l’operazione, dal momento che la Wehrmacht impersonata dalla sentinella era a due o tre metri oltre il muro maestro della camera, e s’agitava la sotto, probabilmente emozionato dagli eventi nascosti dai nazifascisti: che gli Alleati avanzavano nei Paesi Bassi verso il Reno, ed i russi erano già in Jugoslavia. Ciò premesso, spiego perché in questi giorni sento nostalgia di radio Londra. Per una quarantina di giorni, a partir più o meno dal salvataggio di migranti operato dalla nave Diciotti, su tutta la rete Mediaset e su quella RAI ( le cito in quest’ordine perché a me pare che, come forma e come sostanza i canali nazionali viaggino, con una rassegnazione furbesca o furbizia rassegnata, a rimorchio dell’ammiraglia berlusconica) è stato ghigliottinato il minimo accenno a situazioni che per anni erano state quotidianamente documentate: gommoni in partenza dalla Libia, naufragi di essi, atrocità nei lager di passaggio, sia da parte di bande di trafficanti che di “forze dell’ordine” locali, scontri tra bande funghite dal “dopo Gheddafi”. Come se nessun gommone si fosse più mosso, gli aguzzini dei lager diventati massaggiatori da centro-benessere, e le bande avessero stipulato e mantenuto un armistizio. Quaranta giorni di digiuno di quel “pane quotidiano”. Non solo: a parte qualche accenno ad Israele e palestinesi, l’oscuramento totale su Turchia ( meno il caso Kashoggi) Siria, Iraq, Arabia saudita poteva far pensare seriamente che Erdogan, Assad, gli sceicchi, i curdi, si fossero abbracciati fraternamente intorno ad un tavolo di pace, siglandola con una prostrazione collettiva in una moschea. Sarà una prova per giornalisti d’assalto la ricostruzione di quanto accaduto lì ed allora, oltre la blindatura dei nostri “western eyes”. “Nessuna violenza supera quella che ha aspetti silenziosi e freddi” scriveva Giuseppe Ungaretti. La verità profonda serrata in questi versi mi è scivolata, con lunghi brividi, nel sangue, pensando a quale minerale freddezza deve avere chi vuole e chi mantiene un silenzio così perfetto, come quello ottenuto spegnendo un televisore, su dolori, distruzioni, tragedie che fino al giorno prima avevano avuto diritto d’espressione. L’imposizione del silenzio, seguita dalla sua esecutività, è una manifestazione di violenza decisamente maggiore di quella d’una sfuriata fragorosa. Il terrore che s’accumula nella catalizzazione del silenzio è molto maggiore di quello indotto da una esplosione. Ed eccomi a radio Londra. E’ mostruoso che un regime si serva del sequestro della verità dei fatti per sopravvivere, e che lo mantenga col terrore, strangolando l’informazione. Ma se le fondamenta ideologiche di quel regime contemplano quel sequestro, ferma restando la mostruosità, il regime mostra coerenza ad esse. Invece, in questa quarantena, il sequestro dei fatti è avvenuto sotto un regime se dichiarante democratico, una delle cui caratteristiche fondamentali dovrebbe essere il pluralismo dell’informazione, ed il semplice prolungarsi d’una censura uno stimolo a sfidarla. Se non solo ciò non è avvenuto da parte dei canali di cui all’inizio, e d’altri, allineatissimi e copertissimi, come la 7 e del rimanente dei canali “commerciali”, annaspanti nella stupida orgia pubblicitaria, vuol dire che si è creata una compattazione dell’informazione da RSI: tutti d’accordo nel dire quello che si deve dire, e nel non dire quello che non si deve dire. Gli ultimi sprazzi d’opposizione di RAI tre risalgono oramai a decenni or sono, le superstiti voci in cui aver fiducia sono dei singoli, come Gad Lerner, Domenico Iannacone, Erri De Luca, Corrado Formigli, ma solo nei suoi servizi dall’estero. La riflessione di fondo su questo “black out” la faccio sotto forma interrogativa: è possibile che sia riuscito così bene solo con l’autorità degli Interni, ottimamente spalleggiata da Esteri e Difesa, o c’è stata la copertura d’un ombrellone ben più ampio, quello della Comunità europea, alla quale straconviene ignorare la realtà delle migrazioni nel modo più sicuro, cassandola dai teleschermi? Ecco perché ho nostalgia di radio Londra. E vi prego di non dirmi di sintonizzarmi su Al Jazira.E’ perché nonostante il mio sentirmi cittadino del mondo mi sento ancora europeo. Forse solo perché lo sono i Médécins sans frontières, Mimmo Lucano, qualche capitano perseguito come pirata perché salva uomini, nonché donne e bambini, in mare.
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Serie A1. Veronica De Cuia: “Da sabato dobbiamo iniziare e continuare con una nuova mentalità”
L’F&D H2O al bivio: sabato ad Anzio arriva il Torre del Grifo, ancora a zero punti come le veliterne. Per la squadra di mister Danilo Di Zazzo, così come per le siciliane, un match spartiacque che può decidere le sorti e l’inerzia di un’intera stagione. Le difficoltà della Serie A1 sono state ben approfondite nelle prime sei giornate, ma adesso è necessario svoltate e per farlo servirà la prestazione perfetta contro un avversario temibile e tutt’altro che arrendevole. Lo sa bene Veronica De Cuia, attaccante classe 1996 e con una larga esperienza in massima serie. Nella consueta intervista settimanale proprio la giocatrice dell’F&D H2O ha fatto il punto della situazione.
di Rocco Della Corte
Veronica De Cuia, contro l’Ekipe Orizzonte è arrivata una prevedibile sconfitta. Come ti è sembrato il match contro la capolista, che è sicuramente la più forte del girone?
Premesso che è sempre un piacere e un onore giocare con delle campionesse come Bianconi e Van Der Sloot, l'incontro con l'Ekipe non è stato quello che mi aspettavo da parte delle catanesi. Sicuramente non abbiamo impensierito in alcun modo la squadra di casa, che però ha mancato in alcuni frangenti di concentrazione e attenzione sottovalutando le nostre potenzialità.
Al di là del punteggio, ci sono stati dei momenti in cui la squadra ha fatto vedere buone cose. Confermi, anche dall’interno del gruppo, che sta proseguendo il vostro percorso di crescita?
Certamente abbiamo creato molti azioni, qualche bella giocata ci ha regalato dei bei gol. Ma dobbiamo migliorare sull'uomo in più e soprattutto in difesa. Diciamo che stiamo migliorando nel lavoro di squadra, che è quello che ci è mancato dall'inizio del campionato. Vuoi perché sei sono state le nuove giocatrici che si sono aggiunte a questa gruppo, e poi soprattutto ha influito il fatto che abbiamo potuto iniziare ad allenarci insieme solo da metà settembre, visti gli impegni con le nazionali giovanili per gli Europei.
Le statistiche purtroppo non sono confortanti: sei sconfitte e zero punti. Contro Verona è sfuggito un risultato potenzialmente positivo, così come contro il Florentia. C’è rammarico per le occasioni perse per strada?
Avremmo dovuto e potuto, in casa, fare di più con Verona e Firenze. Ci sono mancate l'esperienza e la lucidità che il campionato di A1 richiede. La serie A, visto che sono al mio quinto anno in questa categoria, richiede un impegno e un approccio diverso da quello della A2: la determinazione, la velocità di pensiero ed esecuzione, e soprattutto di reazione agli eventi!
La prossima gara è contro il Torre del Grifo, finora a zero punti. Un vero e proprio scontro diretto che può rappresentare, ora più che mai, la svolta del campionato. Come vi state preparando e quali sono gli errori da non commettere in questo match?
La prossima gara dovrà essere una partita in cui dobbiamo trovare la forza, la grinta e l'orgoglio per continuare a sperare con determinazione alla salvezza per questo campionato. Bisogna iniziare e continuare con una nuova mentalità, dentro e fuori dall'acqua.
Personalmente, guardando alle tue prestazioni in acqua nelle prime giornate, sei soddisfatta di quanto fatto?
Le mie prestazioni sono state positive soprattutto nelle gare con Firenze e Verona dove le nostre potenzialità erano alla pari. Ma mi aspetto qualcosa di più, visto che stiamo crescendo in generale come gruppo.
Come ti trovi a Velletri e che idea ti sei fatta di questa Serie A1? L’F&D H2O da dove deve partire per conquistare la tanto sospirata salvezza?
A Velletri mi sono trovata bene sin dal primo giorno, ho un’ottima sintonia con tutto lo staff. Certo è che non avere un impianto nella propria città che ti permette con serenità di allenarti tutti i giorni nella stessa vasca non aiuta. Ma questo non deve essere un limite o un alibi, dobbiamo crederci fino alla fine, dobbiamo lavorare duramente e sfruttare tutte le occasioni possibili affinché da sabato in poi l’unico obiettivo sia la salvezza.
Che messaggio vuoi mandare, pubblicamente, alle tue compagne di squadra per affrontare al meglio il prossimo ostacolo?
Il lavoro di squadra sarà la chiave della svolta. Dobbiamo lottare e soffrire insieme per raggiungere un grande traguardo!
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Velletri 2030 incontrerà tutti gli interessati a contribuire alla progettazione di uno sviluppo sostenibile della città
A 6 anni dalla nascita dell'Associzione Velletri 2030 e a 12 anni dalla data simbolo 2030, oggi universalmente conosciuta perché fissata dall'Agenda 2030 dell'ONU come data limite per il perseguimento di 17 Obiettivi ritenuti fondamentali per lo Sviluppo Sostenibile della popolazione del pianeta Terra, Sabato 26 Gennaio, 2019, ore 16:00, c/o Aula Magna del CREA, via Cantina Sperimentale, 1, Velletri, l'Associazione Velletri 2030 incontrerà tutti coloro interessati a contribuire alla progettazione di uno sviluppo sostenibile della città.
A breve distribuiremo il Programma dell'incontro. Presenteremo documenti e testimonianze del cammino fatto, nonchè idee e suggerimenti sul tanto cammino da fare, tenendo conto della velocità della rivoluzione tecnologica e sociale del tempo che stiamo vivendo. Il tutto allietato da un rinfresco e tante foto.
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Torneo di Natale, fra "Maracanà" e "Max Colle" si è svolta la terza giornata
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Andrea Rosati sul momento dell’Atletico: “Stiamo andando bene, speriamo di proseguire con la giusta motivazione”
Atletico Velletri molto in palla nell’ultima giornata di campionato. La squadra biancorossa, infatti, ha riportato una larga e importante vittoria ai danni dell’SS Lazio Calcio a 5 Femminile chiudendo il match sul 9-3.
di Rocco Della Corte
Un risultato rotondo, tre punti incamerati e momento positivo ricominciato dopo la sconfitta del turno precedente. A parlare del momento vissuto dalla squadra di Velletri, che in questa Serie D finora si è dimostrata temibile per tutte le avversarie, quotate o meno, è Andrea Rosati. Contro la compagine biancoceleste non c’è stata storia sin dai primi minuti: “Diciamo che è stata una prova molto positiva, siamo stati subito bravi a scendere in campo con la giusta motivazione mettendo la partita in discesa”. La prima frazione si è conclusa sul 7-0, un risultato che ha lasciato poco spazio alle speranze di rimonta avversarie sul sintetico del “Maracanà”: “Nel secondo tempo” – continua Rosati – “è calata un po’ l’attenzione, ma credo sia normale dopo aver chiuso i giochi. Siamo soddisfatti” – ha concluso il giocatore dell’Atletico Velletri – “per aver riscattato subito la sconfitta della gara precedente. Stiamo andando bene e speriamo di conquistare subito un’altra vittoria”. Intento che è quello di tutto il team biancorosso, alle prese con un campionato difficile ma al contempo ben attrezzato per far bene su tutti i campi.
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F&D H2O, prima storica e meravigliosa gioia in A1: battuto il Torre del Grifo Catania 12-7
Finalmente vittoria! L’F&D H2O Domus Pinsa Lucarelli vede i primi frutti di uno splendido percorso di crescita, iniziato già da qualche gara, e conquista i primi storici tre punti in Serie A1 alla Piscina Comunale di Anzio battendo nello scontro diretto il Torre del Grifo, che resta invece a quota zero.
di Rocco Della Corte
Match ben interpretato dalle ragazze di mister Di Zazzo, nonostante le tante insidie concretizzatesi già dopo un minuto con il gol di Esposito. Il pari di De Cuia e il rigore di Centanni hanno ribaltato il parziale, ma il primo tempo si chiude in favore delle sicule con le reti ancora di Esposito in superiorità numerica e di Stankovianska. Sul finale la traversa impedisce a Velletri di pareggiare. Nel secondo quarto l’F&D H2O gioca bene e si porta in vantaggio con De Vincentiis. Pustynnikova prova a far prendere il largo alle sue, ma Vitaliti sfrutta al meglio la superiorità numerica e batte Minopoli. Centanni si conferma in gran forma e sigla il suo secondo gol personale che vale il 3-1. Nel terzo tempo Torre del Grifo accorcia nuovamente le distanze con una splendida marcatura di Stankoviasca, però la partita è in mano al team di Di Zazzo. Pustynnikova prima e Zenobi poi (splendida doppietta) mettono in discesa la gara. Sale in cattedra anche capitan Minopoli, che oltre alle grandi parate sventa il pericolo su rigore neutralizzando con l’aiuto del palo Vitaliti.
Ultimo tempo ancora con Velletri a fare la partita: Colletta va a segno, Stankovianska sigla la sua tripletta e pareggia. Si gioca punto a punto, Pustynnikova ripristina le distanze ed Esposito trova un nuovo pari. Nel finale però le veliterne dilagano con De Vincentiis e Centanni, mentre Minopoli neutralizza un altro tiro di rigore, questa volta ai danni di Battaglia. Anche Maimone limita i danni parando un rigore a Pustynnikova, ma al fischio finale è festa grande per Velletri. Vittoria meritata, che dà serenità all’ambiente e conferma i segnali positivi già visti nelle precedenti uscite. L’F&D H2O balza a quota tre punti in classifica, e se è vero che il cammino non sarà semplice questo successo è fondamentale perché premia un lavoro costante e continuo da parte della società, dello staff e delle atlete, che sono scese in vasca con la giusta determinazione non sbagliando una partita già da dentro o fuori. Prossimo turno, dopo la sosta Nazionali prevista per sabato 15, a Milano: gara ostica contro le lombarde, ma la compagine del Presidente Perillo deve osare e cercare di sbloccarsi anche in trasferta. F&D H2O – TORRE DEL GRIFO 12-7 (2-3, 3-1, 3-1, 4-2) F&D H2O: Minopoli, De Cuia (1), Pustynnikova (3), De Marchis, Zenobi (2), Rosini, Amedeo, De Vincentiis (2), Colletta (1), Clementi, Centanni (3), Bagaglini, Meccariello. Allenatore: Danilo Di Zazzo. TORRE DEL GRIFO: Maimone, Esposito (3), Bucisca, Vitaliti (1), Baranovicova, Battaglia, De Mari, Murè, Longo, Halocka, Stankovianska (3), Mirabella. Allenatore: Giusy Malato. Arbitri: Castagnola – Rotondano Note: Spettatori: 100 circa. Al minuto 3:01 del terzo tempo Vitaliti (Torre del Grifo) sbaglia un rigore. Minopoli (F&D H20) al minuto 2.16, del quarto tempo, para un rigore a Battaglia (Torre del Grifo). Maimone (Torre del Grifo) al minuto 5:02 del quarto tempo, para un rigore a Pustynnikova (F&D H2O). Superiorità numeriche: Torre del Grifo 2/15; F&D H20 1/12 più un rigore.
Ultimo tempo ancora con Velletri a fare la partita: Colletta va a segno, Stankovianska sigla la sua tripletta e pareggia. Si gioca punto a punto, Pustynnikova ripristina le distanze ed Esposito trova un nuovo pari. Nel finale però le veliterne dilagano con De Vincentiis e Centanni, mentre Minopoli neutralizza un altro tiro di rigore, questa volta ai danni di Battaglia. Anche Maimone limita i danni parando un rigore a Pustynnikova, ma al fischio finale è festa grande per Velletri. Vittoria meritata, che dà serenità all’ambiente e conferma i segnali positivi già visti nelle precedenti uscite. L’F&D H2O balza a quota tre punti in classifica, e se è vero che il cammino non sarà semplice questo successo è fondamentale perché premia un lavoro costante e continuo da parte della società, dello staff e delle atlete, che sono scese in vasca con la giusta determinazione non sbagliando una partita già da dentro o fuori. Prossimo turno, dopo la sosta Nazionali prevista per sabato 15, a Milano: gara ostica contro le lombarde, ma la compagine del Presidente Perillo deve osare e cercare di sbloccarsi anche in trasferta. F&D H2O – TORRE DEL GRIFO 12-7 (2-3, 3-1, 3-1, 4-2) F&D H2O: Minopoli, De Cuia (1), Pustynnikova (3), De Marchis, Zenobi (2), Rosini, Amedeo, De Vincentiis (2), Colletta (1), Clementi, Centanni (3), Bagaglini, Meccariello. Allenatore: Danilo Di Zazzo. TORRE DEL GRIFO: Maimone, Esposito (3), Bucisca, Vitaliti (1), Baranovicova, Battaglia, De Mari, Murè, Longo, Halocka, Stankovianska (3), Mirabella. Allenatore: Giusy Malato. Arbitri: Castagnola – Rotondano Note: Spettatori: 100 circa. Al minuto 3:01 del terzo tempo Vitaliti (Torre del Grifo) sbaglia un rigore. Minopoli (F&D H20) al minuto 2.16, del quarto tempo, para un rigore a Battaglia (Torre del Grifo). Maimone (Torre del Grifo) al minuto 5:02 del quarto tempo, para un rigore a Pustynnikova (F&D H2O). Superiorità numeriche: Torre del Grifo 2/15; F&D H20 1/12 più un rigore.
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II Domenica T.A.: "I rompiscatole" dal 'Vangelo dal volto umano' di don Gaetano Zaralli
Lc 3,1-6
TESTO
Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
COMMENTO
Tiberio Cesare, Ponzio Pilato, Erode, Filippo e Lisania, insieme formavano lo schieramento politico che ingombrava la Palestina al tempo di Gesù. Se a questa combriccola si aggiungono anche Anna e Caifa, capi religiosi in Gerusalemme, il quadro di chi deteneva il potere in quel tempo è completo. È evidente quel che appare: le due componenti, quella civile e quella religiosa, come sempre del resto, vanno a braccetto; gli uomini di Cesare e gli uomini di Dio, di giorno fanno finta di litigare, alla sera insieme vanno a mangiare la pizza.
…la parola di Dio venne su Giovanni…
Ci sono alcuni che nascono già con la voglia di rompere le scatole, e noi diciamo: “Sopportiamoli con pazienza!”. Ci sono altri che le scatole incominciano a romperle quando avvertono il disagio di una insoddisfazione, e noi diciamo: “Usiamo comprensione nei loro confronti!”. Ci sono in fine i “rompiscatole” per vocazione, cioè i profeti, questi sono i più pericolosi e il potere dice: “Ammazziamoli!”.
…predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati…
L’arma dei Profeti è la parola e, se la parola è quella di Dio, questa penetra come lama affilata nei cuori degli uomini, liberandoli dalle fronde sterili e asfissianti. La conversione viene prima del perdono dei peccati. È inutile frequentare i confessionali, se prima non si è verificato nell’ambito della coscienza un serio ripensamento.
Molti non si confessano perché hanno deciso di essere coerenti con le proprie passioni; altri si confessano, fin troppo, perché preferiscono rimandare la conversione ad altra data; questi ultimi scelgono di vivere i loro giorni nell’angoscia altalenante dei sensi di colpa.
“Preparate la via del Signore…”
La strada che conduce a Dio è diretta, non conosce storture, non ammette accomodamenti, evita le ipocrisie, taglia le creste della superbia, accoglie la prova del dubbio, resiste alle certezze gratificanti, si fa ampia per i miseri che in gruppo incedono tenendosi per mano.
Al tempo del profeta Isaia le strade erano tutte ad una sola corsia, e il Signore, che scendeva dai Cieli con la Parola Antica, aveva la precedenza e l’umanità, che in pellegrinaggio arrancava verso il Tempio, al suo passaggio, si stringeva nelle piazzole di servizio. Con Gesù le cose cambiano, la strada da percorrere rimane la stessa, ma questa volta l’umanità in pellegrinaggio la trova più spedita, più luminosa, più amorevolmente invitante, perché la Parola Incarnata non si frappone, anzi incoraggia, rasserena come quando si ha voglia di fare un cammino in buona compagnia.
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Velletri 2030: "Mobilità sostenibile consiste in un principio alla base di un sistema di trasporto ideale"
Mobilità sostenibile consiste in un principio alla base di un sistema di trasporto ideale, di persone e di merci, che pur soddisfacendo le esigenze di spostamento o movimentazione, non genera esternalità negative e concorre a garantire una buona qualità della vita.
Tale principio implica la capacità di soddisfare i bisogni della società di muoversi liberamente, comunicare, commerciare e stabilire relazioni senza sacrificare altri valori umani ed ecologici essenziali. Si tratta di un concetto di ampia portata, che coinvolge tutti gli ambiti del benessere della popolazione: la mobilità sostenibile si può infatti considerare sotto il profilo economico, ambientale, energetico, tecnologico e sociale. Ognuno portatore di interessi specifici, che richiede una visione olistica in chi ha responsabilità decisionali. Obiettivo della mobilità sostenibile è promuovere l’inclusione sociale, l’efficiente impiego delle risorse e la riduzione continua degli impatti della mobilità sull’uomo e l’ambiente. Secondo la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, la strategia d’intervento per perseguire questo obiettivo si articola su tre linee d’azione, integrate tra loro: ridurre il fabbisogno di mobilità, favorire l’utilizzo delle modalità di trasporto più sostenibili, migliorare continuamente i mezzi di trasporto perché siano sempre più efficienti. La Mobilità Sostenibile è un obiettivo per molti Paesi. La mobilità del futuro deve affrontare un obiettivo su tutti: uno sfruttamento migliore delle risorse disponibili. La sostenibilità degli spostamenti è infatti la misura prima della qualità del sistema messo in atto, soprattutto all'interno di un ecosistema che richiede sì strumenti meno inquinanti, ma soprattutto nuove direttrici di sviluppo in grado di abbattere l'impatto ambientale. E l'impatto ambientale può essere abbattuto ripensando il modo di intendere gli spostamenti, il proprio rapporto con l'auto, il rapporto tra la strada ed il tessuto urbano. La tecnologia può far molto in tal senso poiché mette a disposizione strumenti in grado di raccogliere informazioni, elaborarle e restituire strategie efficienti in grado di sposare gli interessi del singolo a quelli della collettività. Ma la tecnologia va sostenuta da un cambio di paradigma attraverso un lavoro certosino di diffusione della cultura dello sviluppo sostenibile. Dallo studio dal titolo “New Mobility. Matching the data revolution and the sustainability challenge” – condotto dall’Istituto per la Competitività (I-Com - è un Istituto tutto italiano con sede a Roma) e presentato a Bruxelles lo scorso 28 Novembre – emerge come nei primi nove mesi dell’anno, nell’area UE ed EFTA, siano state vendute circa 917.000 auto ad alimentazione alternativa (di cui più di 196.000 in Italia), con un aumento del 31% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il Rapporto è disponibile soltanto in lingua inglese e scaricabile dal sito: https://www.i-com.it/wp-content/uploads/2018/11/New-Mobility.pdf Nonostante questo dato rappresenti un importante segnale della transizione in atto, i dati in valori assoluti ci mostrano come i veicoli a carburanti tradizionali siano ancora oggi i protagonisti di questo mercato: le auto a benzina e a diesel, infatti, pesano per circa il 94% sulle vendite totali. Il percorso da fare, dunque, è ancora molto lungo e i decisori politici, nelle scelte programmatiche, dovranno tenere presente che i veicoli a carburanti fossili saranno i più numerosi sulle nostre strade ancora per molti anni. Quindi, se la mobilità elettrica è, in prospettiva, la principale risposta a questa problematica, è necessario puntare anche su altri tipi di tecnologie e di strategie di mobilità in grado di dare risposte nel breve periodo. Una soluzione che sembrerebbe essere a portata di mano è rappresentata dai biocarburanti, combustibili prodotti a partire da sostanze organiche come le biomasse, dagli scarti di lavorazioni agricole o da coltivazioni dedicate. I biofuel, oltre a poter essere utilizzati in buona parte dei veicoli a benzina e diesel di nuova generazione attualmente in circolazione, possono sfruttare la rete di infrastrutture esistenti per essere distribuiti. E superare così uno dei problemi più importanti che affliggono i carburanti alternativi: appunto, la distribuzione. La mancanza di postazioni di ricarica elettrica, ad esempio, può essere considerata, insieme all’alto costo dei veicoli e alla scarsa autonomia, uno dei principali freni alla diffusione delle auto elettriche. Nel nostro Paese, a fine 2017 erano presenti circa 2.741 colonnine di ricarica pubbliche delle quali solo il 16% High Power (postazioni di nuova generazione che consentono una ricarica dei veicoli molto più rapida). Il problema della distribuzione risulta ancora più importante se prendiamo in considerazione un altro tipo di mobilità alternativa, quella a idrogeno. I veicoli a cella combustibile sono spinti da un motore elettrico alimentato dall’energia prodotta facendo reagire l’idrogeno con l’ossigeno. Come risultato di questo processo non vengono emesse sostanze nocive – quindi può essere definito a impatto zero – ma solo acqua che può essere rilasciata senza rischi nell’ambiente. La diffusione di questo tipo di veicoli è stata, fino ad oggi, frenata da limiti che riguardano la fase di stoccaggio del gas. L’idrogeno ha una scarsa densità energetica su base volumetrica, di conseguenza per essere utile nel campo dei trasporti deve essere compresso: un processo che comporta un ingente dispendio di energia, il che potrebbe rendere il sistema non sostenibile. Nel 2017 sono stati venduti a livello globale 6.475 veicoli a idrogeno, la maggior parte dei quali negli Stati Uniti e in Giappone. L’Europa risulta pesantemente indietro su questo tipo di tecnologia, basti pensare che a livello continentale sono attive solo 78 stazioni di rifornimento, di cui il 58% in soli tre Paesi (Germania, Regno Unito e Danimarca). Infine meritano un’importante menzione i veicoli a gas naturale: sebbene non possa essere considerata una fonte di energia rinnovabile, questa alimentazione viene ritenuta alternativa visto il minore impatto ambientale rispetto a diesel e benzina. Ma anche un maggior volume che richiede per il suo utilizzo nel trasporto la compressione (GNC) o la liquefazione (GNL). Il gas compresso viene maggiormente utilizzato per i piccoli veicoli come le automobili e i piccoli furgoni industriali, mentre il gas liquefatto trova applicazione nell’alimentazione di camion, treni e navi. Secondo le previsioni contenute nello studio nei prossimi 12 anni il numero di mezzi di trasporto di questo tipo è destinato ad aumentare in maniera considerevole. Entro il 2030 sulle strade europee dovrebbe circolare il 12% di automobili, il 25% di camion e il 33% di autobus alimentati a gas naturale. L’Italia è il Paese europeo con più veicoli a gas naturale (più di un milione) e il settimo a livello globale. Ma come sarà la Mobilità del futuro prossimo, da qui al 2030. Il Rapporto dedica una sezione a questo tema, dando delle previsioni per la diffusione dell'auto a guida autonoma e della necessità di strumentazione e digitalizzazione delle strade. Solo per fare un esempio, ANAS ha lanciato da tempo il Progetto "Smart Road" (Strade intelligenti) con lo slogan "Strade intelligenti e smart city: cambia tutto, bisogna essere pronti". Il futuro della mobilità prevede una connessione tra mezzi, strade e infrastrutture in un ecosistema unitario di dati: una rivoluzione che necessita di strade “intelligenti”. Con il progetto “Smart Road”, ANAS punta dritta al futuro verso una mobilità che guardi al trasporto come a un sistema totalmente integrato. La Smart Road è quindi per ANAS un insieme di infrastrutture tecnologiche che mirano alla sostenibilità e al miglioramento della sicurezza e della fruibilità delle strade attraverso la Rivoluzione Digitale: la strada non è più solamente un’opera di ingegneria civile, ma un insieme di tecnologie che renderanno possibile il dialogo tra chi guida, il veicolo e l’infrastruttura, e tra i veicoli stessi, grazie a sistemi di connessione wireless che consentiranno la condivisione di dati su una piattaforma unificata. Un impulso decisivo alla realizzazione di questo ecosistema verrà dalla diffusione delle reti 5G. Tutto ciò richiede una visione di Città Intelligente e un Piano dei Trasporti che tenga conto dello stato delle tecnologie disponibili, con un minimo di anticipazione degli anni a venire. Ancora una volta vince la sinergia tra forze e risorse pubbliche e private. Insieme Amministrazione, cittadini, commercianti, artigiani, industriali e operatori della rete di trasporti pubblici hanno la responsabilità di concretizzare un progetto mirato alla sostenibilità ambientale a alla qualità della vita. Solo così può nascere un servizio di trasporti costruito intorno alle esigenze specifiche del cittadino. La novità di un simile approccio sta nella "rivoluzione culturale" che essa rappresenta, nella scelta coraggiosa di sacrificare gli interessi di alcuni operatori a favore della qualità della vita del cittadino utente. Serve fare scelte coraggiose e forse anche controcorrente, per questo rivoluzionarie. La realizzazione di un Piano dei Trasporti adeguato ai tempi e alla tecnologia disponibile rientra in questa corrente di pensiero e di azione.
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Inaugurata la rassegna d'arte sacra "Premio Croce Veliterna" dedicata a don Marco Nemesi
L’ 8 Dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, presso il Polo Espositivo Juana Romani è stata inaugurata la rassegna d’arte sacra Premio Croce Veliterna dedicata da quest’anno al ricordo del Dottor Don Marco Nemesi scomparso prematuramente lo scorso 4 Giugno.
di Alessandro Filippi
Si tratta di un desiderio della presidenza del Circolo Artistico La Pallade Veliterna ben accolto dal fratello Roberto, quello di ricordare con una manifestazione artistica la figura di Don Marco. Un uomo innamorato del bello: la sua formazione era iniziata proprio all’Istituto “Juana Romani” dove aveva frequentato il laboratorio di ceramica. Poi dopo una breve parentesi a medicina, è proseguita presso la facoltà di Lettere con indirizzo storia dell’arte dove si era brillantemente laureato. Sempre disponibile e partecipe alle iniziative della sua parrocchia del SS.mo Salvatore dove era nato e cresciuto con il Circolo Piergiorgio Frassati, ha realizzato una Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo rimasta nella storia entra in tarda età in Seminario. Ordinato sacerdote nel 2002 dal compianto Vescovo Andrea Maria Erba, viene mandato Viceparroco di Don Dario Vitali a S.Giovanni Battista, parrocchia della quale è stato Parroco fino al 2014 quando il Vescovo Apicella lo ha chiamato Parroco della Cattedrale. Contemporaneamente era Direttore degli Archivi e del Museo Diocesano e presidente dell’Ufficio Diocesano per le Chiese e l’Arte Sacra. Come parroco di S.Clemente ha promosso alcuni importanti interventi sull’aula liturgica come il restauro delle vetrate di Giovanni Hajnal e delle grandi tele della Cappella del SS.mo Sacramento e quella di S.Geraldo. Il 4 Giugno 2018 una malattia che non perdona ha fatto concludere la sua esperienza terrena. Oggi una rassegna d’arte sacra come il Premio Croce Veliterna, che lui stesso da Direttore del Museo Diocesano aveva autorizzato, porterà legato a se il suo ricordo. Un ricordo pieno d’affetto e di riconoscenza per la sua testimonianza di sacerdote e di uomo di cultura. Una cultura sfociata nell’amore per il bello che è la sua più grande eredità morale, la valorizzazione delle nostre bellezze deve essere l’azione da fare in suo ricordo. Promuovere sempre di più manifestazioni artistiche e creare occasioni d’incontro e di studio sul territorio e le nostre opere d’arte, Marco sicuramente avrebbe approvato come approvò con gioia un convegno che abbiamo organizzato sempre al Polo Espositivo sulle Sacre Immagini della Madonna delle Grazie e della Madonna della Carità relatrici furono la Dottoressa Sara Bruno, conservatrice del Museo Diocesano, e la Dottoressa Anna Cavallaro. curatrice della mostra "Antoniazzo Romano pittore dell’urbe". A margine concedetemi un ringraziamento a suo fratello Roberto Nemesi e alla sua famiglia, all’amico di sempre Andrea Taddei a Letizia Sbarigia e a Spartaco Lamberti per la collaborazione nel reperire materiale per il video fotografico proiettato durante la cerimonia inaugurale impreziosita dalla voce di Roberta Polverini e dalla musica di Mauro Giordani ai quali va un caloroso grazie. Un appello rivolto a tutti coloro che hanno conosciuto Don Marco e hanno materiale fotografico è di farlo recapitare al Polo Espositivo Juana Romani o di inviarlo alla mail decarcievelletri@gmail.com perché abbiamo in progetto di ampliare il video fotografico e di lavorare ad una biografia che potrebbe uscire per il primo anniversario della sua scomparsa.
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Donato Carrisi, le emozioni e la ‘rete’: presentato a Velletri l’ultimo romanzo “Il gioco del suggeritore”
Un vero e proprio evento unico nel suo genere quello di sabato 8 dicembre alla Mondadori Bookstore di Velletri. Nella Libreria di via Pia, infatti, è arrivato lo scrittore Donato Carrisi, che di fronte ad un pubblico numerosissimo ha dato vita ad una presentazione inedita, molto vivace e ricca di colpi di scena. Un incontro con l’autore spettacolare, condito da ironia, rimandi al libro “Il gioco del suggeritore” (Longanesi) e tanti spunti di riflessione.
di Rocco Della Corte
L’obiettivo di Carrisi, uno dei nomi più importanti nel panorama editoriale italiano contemporaneo, era quello di coinvolgere il pubblico rendendolo parte attiva dell’iniziativa. Missione compiuta, vista l’immersione totale che i presenti hanno effettuato, avvolti dalla voce gradevole e intrigante dell’ospite di turno. “Non parlerò troppo del libro” – ha esordito Carrisi – “perché non voglio svelarne i risvolti. Considerate solo che tutti i vostri sogni appartengono a voi, i vostri incubi, invece, appartengono a me”. Dopo dieci anni dal successo de “Il suggeritore”, lo scrittore è tornato sul “luogo del delitto”, come lo ha definito lui stesso, per riscrivere una storia adattandola ai tempi moderni. “Quando decisi di scrivere mi presero tutti per pazzo”, ha raccontato, ma io avevo nel cervello questa figura. Il suggeritore è un personaggio molto particolare: “è un serial killer subliminale, non ha contatti con le vittime, si serve però del lato oscuro che coltiviamo tutti noi e il più delle volte rimane sopito. Dieci anni fa, però, un suggeritore doveva aggirarsi nel mondo reale mentre oggi ha la possibilità di esplorare un nuovo territorio di caccia: internet”. Sul web, come sottolineato dall’autore, siamo tutti presenti, direttamente o indirettamente: tale diffusione ci rende vulnerabili, così come diviene più accessibile la nostra identità. “Se internet fosse libero” – ha però puntualizzato Carrisi – “non useremmo sempre gli stessi siti e gli stessi motori di ricerca. Il web ha una autorevolezza tale che sembra il sinonimo della libertà, invece è una grande illusione. Chi ci guadagna lo fa da quello che scriviamo, e in più diventa anche in grado di orientare il nostro comportamento”. Per suffragare la tesi dell’invasività di internet, Donato Carrisi ha chiesto a tutti i presenti di spegnere il cellulare per quindici minuti, in una specie di esperimento collettivo. “La rete” – ha continuato, facendo riferimento a “Il gioco del suggeritore”, thriller molto d’impatto – “vive su informazioni sincere e altre fuorvianti. È quindi difficile fare una selezione”. Menzione particolare è stata fatta alla famosa fake news sulla lettera del padre di una delle vittime del Ponte Morandi, poi rivelatasi non veritiera, o alle modifiche libere sull’enciclopedia wikipedia. “Perché, secondo voi, si dovrebbe dire il falso? Perché c’è qualcuno che si prende la briga di scrivere delle bufale? A che scopo?”. Le risposte del pubblico sono state diverse e varie, tanto da indurre Carrisi a definire la platea veliterna troppo pura e poco smaliziata. L’obiettivo, secondo l’autore, non è quello di orientare il pensiero, ma di manipolare le emozioni, che è ben diverso e anche più pericoloso. “Si vuole verificare continuamente la reazione emotiva, come se fossero cavie, delle persone che frequentano il web. Anche con frivolezze. Vi invito a riaccendere i cellulari e, chi vuole, può dire cosa ha ricevuto in questo quarto d’ora”: la maggior parte dei presenti si è trovato alle prese con messaggi tutt’altro che urgenti, catene, immagini, grafiche. “E pensate” – ha aggiunto Carrisi – “che la lingua italiana è fatta da 260.000 lemmi, noi usiamo 250 parole in media che sul web si riducono a 85, ognuna di queste sostituibile da un’emoticon. E cos’è un’emoticon se non la sintesi dell’emozione?”. Sconcertante quanto intrigante, Carrisi è giunto alla conclusione della necessità – da parte di diverse forze, oscure o meno – di una popolazione emotiva, triste o allegra: “Non gli importa ciò che pensiamo, ci prendono per il cuore…”. E in questo gioco, che i suggeritori conoscono bene, si può entrare con facilità ma non se ne esce semplicemente. Una presentazione diversa, quasi un one man show se non fosse che tante riflessioni sono nate fra il pubblico, che ha dato vita ad un lungo firma-copie con autografi e con le foto ricordo scattate dall’Associazione Culturale Click! di Velletri. Per la Mondadori Bookstore un altro successo, in attesa di altri due nomi di grido nella settimana che verrà: Pierluigi Battista, giornalista e scrittore, sarà a Velletri il 13 dicembre alle 18.30. Sabato 15 invece sarà ospite della Libreria veliterna Antonio Pennacchi. Eventi da non perdere.
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"Insieme per cambiare Lariano" richiede l'istituzione del registro tumori: "Prima la salute, conoscere, agire e prevenire"
Nota dei consiglieri di "Insieme per cambiare Lariano" rivolta al Presidente del Consiglio Comunale, Sign.Leonardo Caliciotti, al Sindaco, Rag. Maurizio Caliciotti, al Segreteraio Comunale, Dott. Luigino Lorenzini e al Presidente Commissione Sanità.
OGGETTO: MOZIONE - ISTITUZIONE REGISTRO TUMORI E/O OSSERVATORIO COMUNALE DELLA SALUTE DEI CITTADINI NEL COMUNE DI LARIANO
PREMESSO CHE: - Un registro tumori è un servizio adibito alla raccolta, archiviazione, analisi ed interpretazione dei dati sulle persone affette da tumore; - Nel Comune di Lariano, cosi come in altri Comuni limitrofi, si registra una consistente presenza di persone colpite da tumore; - Esistono cause legate sia alla predisposizione genetica che all'esposizione a fattori considerati di rischio sopratutto quelli ambientali (aria, suolo ed acqua). - E' indubbio che la sopravvivenza è legata all'efficacia della terapia delle cure tradizionali, ma una Prevenzione mirata può dare buoni risultati e rappresenta una sicura risorsa da sostenere e diffondere.
RITENUTO CHE:
- Integrare i dati contenuti nel registro tumori, mediante l'osservatorio comunale della salute dei cittadini è:
1) indispensabile per monitorare il fenomeno e la risposta dei servizi sul territorio del nostro paese;
2) essenziale ed ineludibile fonte informativa per gli studi epidemiologici attivati in ambiti regionale, compresi gli studi di piccole aree per tematiche ambientali (aree esposte a discariche, reti elettriche, antenne, eternith, arsenico nelle acque, inquinamento ambientale, smog, ecc.) - Tale istituzione consentirebbe di monitorare l'incidenza dei tumori, la prevalenza, la sopravvivenza, la mortalità, mappando il territorio Larianese, stratificando i veri tipi di tumore in base ai comuni ed ai vari parametri, quali età, sesso e presenza di fattori di rischio conosciuti e di conseguenza di poter calibrare meglio le azioni politiche di prevenzione e di ridurre ulteriormente le percentuali di morte.
TENUTO CONTO CHE: - Nel 2015 è stato istituito il Registro Tumori della Regione Lazio (RTL) (Legge Regionale 12 giugno 2015, n.7) che , qualora venisse istituito o un registro tumori regionale o, ancor meglio, l'osservatorio Comunale, amplierebbe ancora di più la possibilità di effettuare studi - Un monitoraggio esclusivamente regionale risulta essere estremamente difficile da poter effettuare, visto il numero di pazienti oncologici
CONSIDERATO CHE : - Ogni altro metodo di registrazione rischia di non essere affidabile nello stabilire l'andamento della frequenza di un certo tumore, l'influenza di differenti cure sulla sopravvivenza o ancora se il rischio di sviluppare un tumore sia più o meno elevato in determinate aree o occupazioni rispetto ad altre; - il Decreto Legge n. 179/2012, convertito in Legge 221/2012, all'art. 12 comma 10 stabilisce anche le norme che istituiscono i sistemi di sorveglianza nel settore sanitario (Registri di mortalità, di tumori, di altre patologie e di trattamenti) ai fini di “...garantire un sistema attivo di raccolta sistematica di dati anagrafici sanitari ed epidemiologici per registrare e caratterizzare tutti i casi di rischio per la salute, di una particolare malattia o di una condizione di salute rilevante in una popolazione definita" mentre il comma 11 sancisce che " l'attività di tenuta e aggiornamento dei registri è svolta con le risorse disponibili in via ordinaria e rientra tra le attività istituzionali delle Aziende e degli Enti del Servizio Sanitario Nazionale". - 1 italiano su 22 riceve una diagnosi di tumore (recente o lontana nel tempo) e il numero continua a crescere. Lo studio dell'Associazione Italiana Registri Tumori ha mostrato che gli italiani a cui è stata diagnosticata una neoplasia erano 2 milioni e 600 mila nel 2010, mentre oggi sono circa 3 milioni, con un aumento di circa il 3% l'anno;
IMPEGNAMO IL SINDACO E LA GIUNTA Ad istituire un registro tumori e/o osservatorio comunale sulla salute dei cittadini A chidere all'Asl di competenza di istituire un registro tumori, nel rispetto della legge, certificato AIRTUM. Si rimanda inoltre alla commissione Sanità la necessità di disciplinare l'istituzione del registro tumori e/o osservatorio comunale, prevedendo oltremodo un momento auditivo con gli attori principali del processo operanti in questo settore.
I consiglieri di INSIEME PER CAMBIARE LARIANO : Dott. Enrico Romaggioli Dott.ssa Tiziana Cafarotti Dott. Francesco Montecuollo Dott. Gianluca Casagrande Raffi
RITENUTO CHE:
- Integrare i dati contenuti nel registro tumori, mediante l'osservatorio comunale della salute dei cittadini è:
1) indispensabile per monitorare il fenomeno e la risposta dei servizi sul territorio del nostro paese;
2) essenziale ed ineludibile fonte informativa per gli studi epidemiologici attivati in ambiti regionale, compresi gli studi di piccole aree per tematiche ambientali (aree esposte a discariche, reti elettriche, antenne, eternith, arsenico nelle acque, inquinamento ambientale, smog, ecc.) - Tale istituzione consentirebbe di monitorare l'incidenza dei tumori, la prevalenza, la sopravvivenza, la mortalità, mappando il territorio Larianese, stratificando i veri tipi di tumore in base ai comuni ed ai vari parametri, quali età, sesso e presenza di fattori di rischio conosciuti e di conseguenza di poter calibrare meglio le azioni politiche di prevenzione e di ridurre ulteriormente le percentuali di morte.
TENUTO CONTO CHE: - Nel 2015 è stato istituito il Registro Tumori della Regione Lazio (RTL) (Legge Regionale 12 giugno 2015, n.7) che , qualora venisse istituito o un registro tumori regionale o, ancor meglio, l'osservatorio Comunale, amplierebbe ancora di più la possibilità di effettuare studi - Un monitoraggio esclusivamente regionale risulta essere estremamente difficile da poter effettuare, visto il numero di pazienti oncologici
CONSIDERATO CHE : - Ogni altro metodo di registrazione rischia di non essere affidabile nello stabilire l'andamento della frequenza di un certo tumore, l'influenza di differenti cure sulla sopravvivenza o ancora se il rischio di sviluppare un tumore sia più o meno elevato in determinate aree o occupazioni rispetto ad altre; - il Decreto Legge n. 179/2012, convertito in Legge 221/2012, all'art. 12 comma 10 stabilisce anche le norme che istituiscono i sistemi di sorveglianza nel settore sanitario (Registri di mortalità, di tumori, di altre patologie e di trattamenti) ai fini di “...garantire un sistema attivo di raccolta sistematica di dati anagrafici sanitari ed epidemiologici per registrare e caratterizzare tutti i casi di rischio per la salute, di una particolare malattia o di una condizione di salute rilevante in una popolazione definita" mentre il comma 11 sancisce che " l'attività di tenuta e aggiornamento dei registri è svolta con le risorse disponibili in via ordinaria e rientra tra le attività istituzionali delle Aziende e degli Enti del Servizio Sanitario Nazionale". - 1 italiano su 22 riceve una diagnosi di tumore (recente o lontana nel tempo) e il numero continua a crescere. Lo studio dell'Associazione Italiana Registri Tumori ha mostrato che gli italiani a cui è stata diagnosticata una neoplasia erano 2 milioni e 600 mila nel 2010, mentre oggi sono circa 3 milioni, con un aumento di circa il 3% l'anno;
IMPEGNAMO IL SINDACO E LA GIUNTA Ad istituire un registro tumori e/o osservatorio comunale sulla salute dei cittadini A chidere all'Asl di competenza di istituire un registro tumori, nel rispetto della legge, certificato AIRTUM. Si rimanda inoltre alla commissione Sanità la necessità di disciplinare l'istituzione del registro tumori e/o osservatorio comunale, prevedendo oltremodo un momento auditivo con gli attori principali del processo operanti in questo settore.
I consiglieri di INSIEME PER CAMBIARE LARIANO : Dott. Enrico Romaggioli Dott.ssa Tiziana Cafarotti Dott. Francesco Montecuollo Dott. Gianluca Casagrande Raffi
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Domenica 16 dicembre si inaugura la mostra "Caos e silenzio" di Sergio Gotti alla Casa delle Culture
Si inaugurerà domenica 16 dicembre, alle ore 11.00, la Mostra d'arte "Caos e Silenzio" di Sergio Gotti, curata da Silvia Sfrecola Romani.
Patrocinata dalla Regione Lazio, dal Comune di Velletri e dalla Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura Città di Velletri, l'esposizione resterà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30 fino al 6 gennaio (esclusi 25-26-31 dicembre e 1 gennaio). Domenica 16 alle 11 avrà luogo la cerimonia inaugurale. La mostra si avvarrà della collaborazione dell'Accademia di Musica e Spettacolo "Officine Sonore". Le letture saranno a cura del Teatro della Luce e dell'Ombra, mentre i laboratori per bambini ("Esplosione lentissima di un seme" saranno a cura di Babycampus Edutainment. Si ringraziano gli sponsor che hanno supportato il progetto. Appuntamento alla Sala degli Affreschi!
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Serie C, basket: la Virtus Velletri sfiora il colpaccio
Una grande prestazione sul parquet di Sermoneta non basta alla Virtus Velletri per portare a casa i due punti in trasferta. Contro i padroni di casa di Pontinia i veliterni dominano nel punteggio per 39 minuti di gioco prima di soccombere nel finale.
Virtus Pontinia che si presenta senza l’ex Marco D’Anolfo, ancora out dopo l’operazione al menisco, ma con l’ex Stefano D’Orazio (3 stagioni in gialloblu per lui) e Nardin in ottima forma. Per i veliterni in campo gli acciaccati Borro, Di Biase e Prosperi nonostante non si siano allenati in settimana per guai muscolari. Velletri che parte forte dimostrando di non temere la squadra pontina. E’ Borro ha infilare le prime triple dall’arco, aprendo una serata davvero positiva al tiro per gli ospiti. Virtus Pontina che soffre e riesce a tenere botta con qualche contropiede, grazie a quali riescono a limitare i danni nel primo quarto, che si conclude sul 14-22 per i veliterni. Nel secondo quarto il copione non cambia con la Virtus che tocca il +10 di vantaggio, vanificando i tentativi di difesa a zona degli ospiti. E’ Marco Mancini, insieme a Puleo, a comandare le danze in attacco mentre in difesa c’è un super Marinelli su Nardin. I padroni di casa si difendono come possono e grazie a qualche canestro di esperienza di D’Orazio e ad un paio di invenzioni di Nardin dalla media chiudono sul 34-44 all’intervallo. Vantaggio per i veliterni che poteva essere anche più ampio visto il gioco espresso. Dopo la ripresa torna in campo una Virtus Pontinia decisamente più concentrata. La difesa sale di colpi cosi come l’attacco. D’Orazio e Tinto realizzano triple imporanti e Nardin si scatena. La partita è di nuovo in ballo con gli ospiti che nonostante tutto mantengono sempre un vantaggio di 5 o 6 punti. La partita arriva nelle fasi calde con i padroni di casa che rosicchiano punto su punto arrivando fino al possesso del -1 a 2’ dalla fine quando Mancini segna un’altra tripla importante dal centro galvanizzando i suoi e ridando ossigeno all’attacco veliterno. Per i padroni di casa è il momento di D’Orazio, che sigla due giocate di classe dall’angolo, la seconda delle quali porta al primo vantaggio pontino (71-70) a 40’’ dalla fine. Virtus che non si demoralizza e trova il tap-in vincente a 28’’ di Andrea Borro che rimetta avanti sul 71-72 i veliterni. Pontinia disegna un ottimo schema da rimessa e Nardin spara da tre immediatamente facendo esplodere il palazzetto per la tripla del 74-72. Virtus che prova ancora a reagire con Borro che si prende ancora la responsabilità del tiro, dopo un ottima penetrazione però non riesce a trovare la via della retina. Rimbalzo difensivo dei padroni di casa che gestiscono bene i tiri liberi finali negli ultimi secondi della partita. Un vero peccato per la Virtus che dimostra ancora una volta di giocarsela con le prime delle classe. Da ricriminare soprattutto nei primi due quarti dove si potevano affondare di più e chiudure all’intervallo con un vantaggio più ampio da gestire. Aspettando la vittoria eccellente però ora la testa deve andare alla delicatissima sfida interna contro Anagni di Sabato 15 Dicembre.
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Cassandra (doppietta) e Cimini fanno tris: la Vjs Velletri sbanca anche Norma (3-1)
La Vjs Velletri espugna anche il “Comunale” di Norma e ottiene la quarta vittoria consecutiva. Grazie ad un’ottima prova, soprattutto nella ripresa, gli uomini di De Massimi restano in vetta e allungano sulle inseguitrici anche se il Nuovo Latina Isonzo, prossimo avversario dei rossoneri, ha due gare da recuperare.
Nel freddo del campo norbano, la Vjs fatica e non poco nei primi venti minuti. Veliterni padroni del gioco ma poco incisivi negli ultimi venti metri, con tanto possesso palla e poche conclusioni a rete. Il primo squillo arriva al 24esimo con una botta di Tafani su punizione dopo il tocco di Cimini, Uscimenti respinge in maniera non impeccabile e la difesa sbroglia in corner. Al 25esimo altra opportunità per la Vjs Velletri: tocco di mano al limite dell’area e calcio da punizione, Tafani la mette bene in mezzo e di testa Masella impatta bene mandando alto di poco. Le ultime emozioni di un primo tempo tutt’altro che entusiasmante arrivano a cinque minuti dalla fine. Al 39esimo bella punizione di Andrea Spagnoli, il portiere respinge nuovamente in presa bassa e Moscato a porta vuota non mette abbastanza forza al tap in vincente facendosi rimontare da un avversario. Sul conseguente tiro dalla bandierina è Cassandra a girare di testa su assist ancora di Spagnoli, ma Uscimenti stavolta è bravo e smanaccia. Finisce 0-0 la prima frazione. Nella ripresa la Vjs Velletri rientra in campo dagli spogliatoi con più mordente e più determinazione, decisa a chiudere la partita. Impresa che riesce già dopo dieci giri di lancette: Tafani semina il suo marcatore sulla fascia, entra in area, va sul fondo e mette sul secondo palo dove Cassandra si fa trovare appostato per depositare in rete il vantaggio veliterno. Non passano neanche due minuti che un grande assist da centrocampo per Cimini lo mette tutto solo davanti al portiere, il numero quattro rossonero sfrutta il rimbalzo per superare di testa in uscita l’estremo difensore locale con un delizioso pallonetto. La reazione del Norma è tutta in una punizione dalla distanza calciata da Briglia che Bernardi con un grande intervento alza in calcio d’angolo. Con il doppio vantaggio la Vjs Velletri amministra e prova a pungere in contropiede, mentre il Norma non si rende quasi mai pericoloso. Al 32esimo Cassandra firma la sua doppietta personale finalizzando un ottimo filtrante del subentrato Simone Spagnoli, e infilando Uscimenti con una precisa conclusione. I padroni di casa hanno un sussulto di orgoglio e al 38esimo con Ingarao trovano il gol della bandiera: contropiede da manuale, il nove di casa da centro area prende la mira, colpisce il palo interno e insacca alle spalle di Bernardi. Non c’è tempo per la rimonta, però. La Vjs sfiora il poker con Spagnoli che su assist di Masella anticipa tutti sul primo palo ma schiaccia mandando a lato. Gli ultimi minuti vedono il Norma in avanti ma senza creare grossi problemi alla retroguardia veliterna, e il triplice fischio sancisce il successo rossonero. La Vjs Velletri si porta a quota 25 punti dopo dieci gare, con otto vittorie, un pareggio e una sconfitta. Un ruolino di marcia importante, e domenica allo “Scavo” (ore 14.30) arriverà il Nuovo Latina Isonzo: per molti la squadra da battere, rimasta al secondo posto ma con due gare da recuperare e devastante in zona gol. Per gli uomini di mister De Massimi una prova di maturità, fra le mura amiche, e un altro esame da superare, a piccoli passi, in questa stagione fatta di domenica dopo domenica.
NORMA – VJS VELLETRI 1-3
NORMA: Uscimenti, Lampasi, Coriddi, Montis, Iacomini, Iacobucci, Kozlak, Briglia, Ingarao, Locarini, Sbampato.
Panchina: Monteferri, Di Prospero, Crescenzi, Carnevale, Santucci.
Allenatore: Massimo Pagliaroli
VJS VELLETRI: Bernardi, Masella, Moscato, Cimini, Bonanni, Calcagni, Crepaldi, Tafani, A. Spagnoli, Cassandra, Pelliconi.
Panchina: Morelli, Djeghim, Middei, Calcatelli, Cafarotti, Quattrocchi, Fratarcangeli, S. Spagnoli, Lorefice.
Allenatore: Stefano De Massimi
Arbitro: Stramazzo di Latina
Marcatori: 10’ st Cassandra (V), 12’ st Cimini (V), 32’ Cassandra (V), 38’ st Ingarao (N)
Note: spettatori 50 circa. Al 33’ st espulso Iacobucci (N).
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Equilibrio, Fluidità, Potenza; tre caratteristiche fondamentali per uno sportivo, attraenti per chiunque.
Il 22 Dicembre, presso la Palestra Popolare Dopolavoro ferroviario di Velletri, sarà il. Maestro Danilo Galloni, a trasmettere le basi della disciplina per prima studiata per ottenere queste abilità, con uno stage gratuito di Vinyasa Flow (power yoga) ed Inversioni. Vinyasa in Sanscrito, l'antica lingua dei nostri comuni antenati, significa Connessione; quella connessione fra respiro e corpo, fra movimento e statica, che cerchiamo da almeno 2000 anni; ne abbiamo bisogno da sempre, per stare bene, per stare meglio.
Incuriosito? Ti aspettiamo alle 17 il 22 Dicembre, Palestra Popolare Dopolavoro Ferroviario Piazza Martiri d'Ungheria 1, stazione ferroviaria. Come sempre contraddistingue le attività della Palestra Popolare, lo stage è aperto a tutti coloro che dello sport hanno rispetto, gratuito e senza distinzione alcuna.
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Virtus Velletri: bis Under 20, peccato per gli U14
Vittoria esterna per gli Under 20 di Pesoli, occasione persa per gli Under 14 contro Anagni.
U14 Virtus Velletri - Fort. Anagni 74-88 19-23; 16-28; 22-15;15-22 Virtus Velletri: Piccirilli , Rosati 10, Galante 8, Leoni 6, Cilimato 6, Chirica, Rinaldi 3, Riggi 30, Matei, Scarcella 4, Vita 5, Landi. All.re Libutti Fortitudo Anagni: Stazi 2, Uva 2, Neccia 59, Cofra 14, Cipriani, Ciccotti 1, Pofi, Felli, Sansoi 10, Pagliaroli, Maniccia. All.re Zavaroni
Secondo test importante di fila per gli Under 14 di Libutti che ospitano una delle favorite del girone, la Fortituto Anagni. Virtus che dimostra di stare al suo livello giocandosi la partita fino alla fine. Ospiti che contanto soprattutto sulla forza del giovane Neccia, autore di ben 59 punti. La Virtus invece ha un gioco molto più corale, con tanti ragazzi protagonisti. Anagni fa la partita scavando il solco decisivo nel secondo quarto con una produzione offensiva eccellente (16 a 28 il parziale). Velletri che riesce a rimontare fino al -6 nell’ultimo periodo prima di riscivolare nel punteggio. Finale 88 a 74 per gli ospiti che hanno meritato la vittoria. Per i gialloblu ottimi progressi visti in campo, sperando di continuare a migliorare nelle trasferta di Sermoneta contro il Bk Bee del 16 Dicembre.
U20 Bk Tuscolano – Virtus Velletri 72-85 Parziali: 21-24; 41-41; 56-59; 72-85. Bk Tuscolano: Ciullo 4, Morelli, Iacobucci 2, Pucci 34, Rizzuti 4, Ogiakha, Costa 2, Sforza, Leopardi, Denti, Moro 2, Iduhon 18, Carsetti 6. All. De Castro. Virtus Velletri: Rosati 4, Mandracchia 4, Acciaioli 9, Carturan 29, Cirnu 4, Romagnoli 2, Riggi, Climato 4, Miele 24, Molteni 5. All. Pesol
Seconda vittoria consecutiva per i ragazzi dell’Under 20 di Coach Pesoli che espugnano il campo del Basket Tuscolano con il punteggio finale di 72 a 85. Velletri che non riesce a scrollarsi di dosso i padroni di casa che restano aggrappati alla partita fino all’ultimo quarto di gioco. Il Tuscolano sembra un’altra squadra rispetto alle uscite precendenti e i veliterni devono sudare le proverbiali sette camicie per avere la meglio sui romani. Virtus che trova il parziale decisivo nell’ultimo periodo di gioco piazzando la zampata vincente con un quarto finale da 26 punti a 16. Da sottilineare le prove offensive di Carturan e Miele (53 punti in due) ma soprattutto le positive prove degli altri veliterni scesi in campo, tutti sotto età rispetto alla categoria.
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"La croce e la ruspa": un contributo del professor Pier Luigi Starace
Le truppe alleate, attaccando il 10/6/’ 44 il fronte sud tedesco in Italia con l’operazione “Strangle”, la massa d’urto e d’assalto per lo scontro in montagna erano state le truppe marocchine, algerine e tunisine assemblate nel “Corps expéditionnaire français”, che avevano sfondato, nell’arco di 10 giorni, la linea Gustav, la Bernard, la Orange,la Dora, la Senger, la Hitler, la Cesar ( formata dalla cresta del monte Artemisio).
di Pier Luigi Starace
Mentre i superstiti di quel corpo si riposavano a Castel Gandolfo, in vista della sfilata per le vie di Roma delle armate vittoriose, arrivò dal Vaticano un massaggio papale: “ si mancherebbe di rispetto al carattere sacro di Roma se essa fosse stata calpestata da piedi mussulmani”. E la volontà pontificia fu eseguita, anche nei confronti del generale Francese Guillaume. Sarebbe bastato motivare il divieto con le “marocchinate” cui si erano abbandonati quei superstiti alle decine di migliaia falciate dal fuoco della Wehrmacht, ma il papa le bypassò con la motivazione surriferita, secondo lui più decisiva. Mi si è ripresentata all’anima, con un guizzo, quell’espressione “rispetto al carattere sacro di Roma”quando ho visto in televisione delle ruspe le quali, con una facilità impressionante, urtavano, afferravano, stritolavano ed asportavano delle tende, anche monoposto, costituenti l’unico rifugio di persone scacciate da ogni altro spazio fisico urbano e suburbano,e che, nella vicinanza d’altre persone, come quelle del centro “Il baobab”, percepivano un’accettazione di prossimità, quasi una difesa. Quelle ruspe rendevano esecutiva una volontà istituzionale di fondo: la notte prossima questi la passeranno allo scoperto. Quelle ruspe, travolgendo anche in me la residuale mentalità da benpensante, che mi sussurava ”dai, non esagerare, ma pensi che un ministro, un prefetto, un questore, un sindaco, e pure donna, ragionino così? ” davano fiato ad un’altra più sicura, che mi diceva:” Questa è un ‘operazione di guerra.” Ed una voce più esasperata aggiungeva: questa è un operazione di caccia, in quella sua particolare tecnica che è lo stanare la selvaggina. Col particolare che la selvaggina è umana. Ancora, pensando alle persone che avevano regalato quelle tende, in uno slancio di fraternità, mi sono chiesto: cosa avranno pensato vedendole divelte, lacerate e portate in discarica? Che hanno sbagliato a farlo? Che quel lembo estremo di riconoscimento d’un’umanità all’ occupatore abusivo di suolo pubblico che è dargli la sensazione della casa perduta regalandogli una copertura di plastica è uno stupido buonismo? O che quei guastatori istituzionali sono in guerra anche contro di loro, per fraternizzazione col nemico? Dostojevskij ha scritto “sapete che cosa vuol dire non sapere assolutamente dove andare?” Mi domando e domando ai provveditori all’ordine pubblico che hanno concepita ed eseguita questa operazione se hanno pensato a questa situazione, nella quale, grazie a loro si sono trovati centinaia di esseri umani, situazione che continuava ed aggravava, se possibile, quella immediatamente precedente, di riduzione, nella perdita del riparo, a non aver proprio più niente da perdere. Mi duole dover ricordare a persone che conoscono meglio di me tali problemi, quale accumulo e quanto dirompente di pericolosità sociale viene naturalmente e necessariamente a verificarsi nell’animo di chi sia ridotto così.In altre parole: prima di quel trattamento quel reietto si sarebbe limitato a chiedere l’elemosina, dopo NO. Si sarebbe comportato da animale stanato. Ma qual è il delitto per il quale è stata inflitta, senza processo, una punizione simile, il delitto dalla cui pericolosità difendere i cittadini ? I delitti sono più di uno, ed in capo anche ad una sola persona, dopo quello imperdonabile di mancare d’uno o più timbri su un pezzo di carta: non avere il suolo d’una patria sotto i piedi, non avere una casa, non avere un lavoro, non avere uno spazio dove mettersi.In una parola: d’essere un pellegrino proprio nel senso originario della parola latina “ errante attraverso i campi”, quindi non per scelta devota, ma brutale necessità. Ma da che gli uomini si sono socializzati queste situazioni non sono state considerate degne di criminalizzazione, bensì il contrario, dei titoli per ricevere un aiuto pubblico, sia nazionale che internazionale, religiosamente o civilmente fondato. Titoli che la soluzione ruspe everte, straccia, spazza via. Ma la violazione di quel particolare carattere sacro di Roma cristiana, quello dell’accoglienza dei pellegrini, in questo caso di ben più che pellegrini, sfida una specifica figura istituzionale. Ho la certezza che, se fosse stato avvisato, papa Francesco, in quell’alba livida, si sarebbe fatto largo fra le autorità compiaciute, ed avrebbe innalzato la croce che porta sul petto contro la ruspa alzata su un rifugio umano. Avrei sperato che lo avesse fatto il cardinal vicario di Roma, ma non mi risulta, o almeno, e comunque in forma ufficiale e visibile, un membro del clero. Ecco, mi sembra che un carattere sacro di Roma, ben diverso da come l’interpretava papa Pacelli, avrebbe dovuto esser rivendicato dai seproclamanti eredi nello spirito di quel Lògos di cui Giovanni scrive che “pose la sua tenda in mezzo a noi”, quando, sotto la forma di “figlio dell’uomo”, divelto via nudo dal vento della guerra, e fornito da uomini di buona volontà d’ una tenda che lo copra, essa gli viene strappata via, in nome di una legge estranea a quella del Lògos. Il carattere sacro di Roma è fondato inamovibilmente sull’ esempio delle persone che sono state fatte oggetto di violenza, e non sull’esempio di quelle che hanno ordinato ed eseguito la violenza. Sul martirio di Lorenzo, di Sebastiano, di Tarcisio, di Cecilia, non sul “senso dello stato” dei magistrati che li avevano condannati, e sul “servizio allo stato” reso dai loro seviziatori ed esecutori finali. Sul loro sangue, e non sulle tecniche con cui è stato versato. Chi ha sul petto la croce, in questi giorni, deve scegliere. O d’inchinarsi alla ruspa. O d’inchinarsi al perseguitato che, per chi crede, ha il volto di chi sarà il giudice monocratico del tribunale ultimo ed inappellabile, quando dirà:”Ero pellegrino, e mi hai tolto l’ultimo riparo”.
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