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Trionfo di podi alla World Cup di karate in Ungheria per il Toukon karate-do

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Una trasferta importante, quella che hanno condotto gli atleti della squadra Handykarate del Toukon karate-do in volo verso Budapest in Ungheria per partecipare alla World Cup I-karate Global, una coppa del mondo che ha visto la partecipazione di atleti provenienti da più di 20 nazioni di tutto il Mondo.
Una gara ricca di emozioni, di prestazioni di altissimo livello, di Karate puro con atleti protagonisti davvero eccezionali. L'Italia è stata degnamente rappresentata dagli atleti del Toukon che portano a casa un prezioso bottino: 3 medaglie d'oro: - Daniele Alfonsi nella categoria DIR con sindrome di Down, - Valerio Di Cocco nella categoria DIF in carrozzina - squadra composta con Valerio e Daniele nella prova del kumite dichiarato, 2 medaglie di bronzo: - Luca Sambucci nella categoria Dir sindrome di autismo - squadra di kata composta con Mirko Cellucci - Daniele Alfonsi - Valerio Di Cocco.
Per poco non sono saliti sul podio Federico Spallotta (nella categoria Dif in carrozzina) e Mirko Cellucci (nella categoria Dir sindrome di Down). Un ringraziamento particolare va ai Carabinieri della Scuola Sottoufficiali di Velletri e all'associazione Shanky Quad Club di Velletri per la fiducia e l’aiuto significativo dimostratoci. Se siamo qui è grazie anche a loro. Con grande onore, gli atleti del Toukon, in ritorno da questa importante trasferta, sono stati invitati all’apertura dei Giochi sportivi del II reggimento della Scuola dei Carabinieri di Velletri in occasione della quale hanno ripresentato l’esibizione che è stata oggetto della gara appena conclusa.

Nemi protagonista nel weekend con Borgo Divino

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Tre giorni di eventi e appuntamenti tematici per brindare alla primavera, in diretta radiofonica su Dimensione Suono Soft, aspettando la 85° Sagra delle Fragole di Nemi del 3 Giugno. I sessanta buoni motivi per scegliere Nemi all’insegna del buon bere Mancano soltanto pochi giorni alla quarta edizione di Borgo DiVino, la manifestazione nel cuore dei Castelli Romani dedicata alla migliore produzione enologica italiana e internazionale. 

L’evento raccoglie anche il plauso del Sindaco di Nemi, Alberto Bertucci, che dichiara: Siamo entusiasti di questa nuova edizione. Il nostro paese, oltre ad essere apprezzato per le fragole e i fiori, ora lo è anche per il vino. Abbiamo, infatti, il piacere e l’onore di ospitare, dopo averlo anche creato, un evento di alto spessore che promuove uno dei prodotti di eccellenza del made in Italy e non solo. Venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 l’appuntamento sarà dunque nel centro storico di Nemi, l’antico borgo castellano affacciato sul lago, ad attendere i visitatori ci saranno oltre sessanta cantine, per un weekend all’insegna del “buon bere” e della qualità della produzione enologica. Molte le novità in serbo per Borgo DiVino 2018, che vedono un sempre maggiore coinvolgimento della cultura e delle tradizioni. È il caso della conferenza Il Vino e le donne – Una storia di lunga negazione che si terrà sabato 12 maggio alle ore 17 a cura del professor Ernesto Di Renzo, coordinatore del master universitario in “Cultura alimentare e delle tradizioni enogastronomiche” e docente di Antropologia culturale presso l’Università di Roma Tor Vergata. La tre giorni sarà aperta anche da un altro appuntamento culturale, la conferenza Le antiche aree sacre nei Castelli Romani – Persistenza e discontinuità nei culti, a cura dell’esperta Simona Carosi, e che sarà ospitata, a partire dalle 17.30, nei locali della Locanda Lo specchio di Diana. Nel corso del weekend la Pro Loco Nemi e il G.A.A.L.N.A. (Gruppo Archeologico Ager Lanuvinus et Nemus Aricinum) organizzeranno due diversi appuntamenti all’insegna delle tipicità del territorio nemorense. Sabato 12 e domenica 13, a partire dalle ore 11, ci sarà la visita guidata al Museo delle Navi Romane, mentre nelle stesse date, a partire dalle ore 16, si potrà scoprire il borgo di Nemi con la visita guidata folkloristica, che unisce cultura, scoperte e musica in un’atmosfera di altri tempi. Il percorso espositivo di Borgo DiVino sarà ulteriormente arricchito dalla presenza delle esposizioni artistiche de I Vinarelli, il gruppo che realizza opere artistiche attraverso l’uso di vino come pittura, e del progetto Vite a rendere, curato dall’Associazione Culturale Manacubba, che trae linfa dal recupero della memoria storica dei vignaioli dei Castelli Romani. Con C’era una volta il contadino, i visitatori potranno scoprire un’esposizione tematica dedicata agli strumenti dei campi e delle vigne di un tempo, con protagonista il carretto a vino, i bigonci, i paioli e tutto ciò che in passato costituiva l’armamentario del vignaiolo e del contadino. 


PROGRAMMA Sei aree tematiche, oltre sessanta cantine e l’imperdibile appuntamento con le degustazioni guidate, che si terranno nella splendida cornice dello Stallone di Palazzo Ruspoli con il seguente calendario: · Venerdì 11 maggio alle ore 19 – Degustazione di vini bianchi e rossi dal mondo, con produzioni dalla Francia, California, Sudafrica e Nuova Zelanda · Sabato 12 maggio alle ore 18 – Degustazione tematica sul Brunello di Montalcino (con assaggi di prodotti tipici locali) · Domenica 13 maggio alle ore 18 – Degustazione tematica sul Barolo DOCG (con assaggi di prodotti tipici) Importante infine lo spazio riservato alla comunicazione di Borgo DiVino, che quest’anno sbarca anche in radio. 

PARTNER Tra i media partner dell’evento, insieme a PaesiOnLine, sito di riferimento nell’ambito turistico in Italia, ci sarà anche Dimensione Suono Soft, la radio capitolina dalle atmosfere rilassanti che accompagnano tutta la giornata e che oltre a promuovere in tanti appuntamenti giornalieri l'evento racconterà, attraverso la sua rubrica Segreti in tavola curiosità e retroscena di Borgo DiVino 2018.

SINDACO DI NEMI Per il sindaco di Nemi Alberto Bertucci “È motivo di orgoglio per l’amministrazione Comunale di Nemi organizzare insieme a CastelliExperience la quarta edizione di un evento così importante. Una tre giorni che vede il nostro territorio confrontarsi a livello nazionale e non solo in qualità di prodotti Vinicoli. In questa edizione abbiamo puntato molto all’unione di questa manifestazione a quella più atteso a Nemi: “La Sagra delle Fragole 2018” che si svolgerà il 3 giugno, subito dopo “Borgo DiVino”. Insomma per Nemi è atteso un mese di Maggio e Giugno ricco di eventi. Un particolare ringraziamento– conclude Alberto Bertucci – voglio rivolgerlo al sindaco di Frascati Mastrosanti, che attraverso il consorzio dei vini DOCG Frascati ha sostenuto e promosso questa quarta edizione”. Gli ingredienti ci sono tutti, Borgo DiVino 2018 sta per iniziare!

Scuola in campo: misure educative di accompagnamento al programma frutta e verdura nella scuole

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Il programma europeo “Frutta e verdure nelle scuole”, è un progetto finalizzato ad aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini fino al raggiungimento della quantità giornaliera consigliata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di 500 g e a promuovere più corrette abitudini alimentari.
Il Programma prevede la distribuzione presso le scolaresche di prodotti ortofrutticoli di provenienza comunitaria e l’attuazione di misure di accompagnamento complementari finalizzate ad istaurare sia nel bambino e sia nell’adulto una conoscenza più consapevole. A partire dall’anno scolastico 2014-2015 il Mipaaf con D.M. 286 del 29 gennaio 2015 affida al CREA le misure di accompagnamento, ossia azioni di approfondimento e sensibilizzazione sul tema del Programma attraverso misure atte a promuovere una conoscenza corretta e diretta del prodotto anche tramite esperienza sensoriale; divulgazione del concetto di origine e tipicità (prodotti locali); conoscenza della coltura: dalla pianta al frutto, attraverso il suolo; contatto con l’ambiente agricolo e conoscenza dell’ecosistema di campo. Anche in questo anno scolastico, il CREA VE di Velletri ospiterà nei mesi Aprile e Maggio, classi di scolaresche che saranno impegnate nelle attività delle Scuola in Campo, con giochi didattici predisposti per l’occasione, la realizzazione di un orto dinamico, la degustazione guidata attraverso i 5 sensi di una merenda a base di frutta e verdura. Le scolaresche sono state selezionate dall’elenco delle scuole aderenti al Programma Frutta e Verdura nelle Scuole, e provengono dalla province di Roma, Latina e Frosinone. Inoltre, per il giorno 17 Maggio 2018, il CREA VE organizza un evento conclusivo del Progetto FVNS dedicato ad insegnanti e famiglie degli alunni della scuola primaria, per dialogare sul valore di una sana e corretta alimentazione ricca di frutta e verdura. L’incontro si terrà alle ore 17.00 nell’aula magna del CREA in Via Cantina Sperimentale, 1. Per info e prenotazioni irene.baiamonte@crea.gov.it o cristofanofilomena@alice.it.


Campaniliana, seconda edizione: ufficializzate le date della rassegna nazionale dedicata ad Achille Campanile.

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Dopo l’ottimo successo della prima edizione, si svolgerà dal 20 al 28 ottobre la seconda edizione della “Campaniliana”, rassegna nazionale di teatro e letteratura dedicata al grande scrittore, giornalista, drammaturgo e umorista Achille Campanile. Un programma, ancora in fase di elaborazione, che riserva numerose sorprese. Intanto, però, è già pronto il bando di concorso per il Premio Nazionale Teatrale che lo scorso anno ha visto arrivare un numero altissimo di opere inedite.
La scadenza del concorso è il 30 giugno, e la professoressa Maura Dani, consigliera della Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura che del Premio è promotrice e referente del Premio stesso ha risposto ad alcune domande per dare una prima idea su quello che sarà la Campaniliana 2.0 a Velletri.  


Maura Dani, dopo il primo anno la “Campaniliana” ripartirà nel 2018 con la seconda edizione. Per ora sono ufficiali le date (dal 20 al 28 ottobre 2018). Quali soddisfazioni porta con sé dalla prima edizione del 2017, soprattutto in merito al Premio? 

E' vero, sono ormai ufficiali le date della seconda edizione della “Campaniliana”. Dal 20 al 28 ottobre 2018 sarà ancora il nome del grande Achille Campanile a dare vita a una serie di incontri ed eventi che avranno come cornice due luoghi storici e cari al cuore dei veliterni: la splendida Casa delle Culture e della Musica e il Teatro Artemisio-Gian Maria Volonté. Sono anche i luoghi attualmente gestiti dalla Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura Città di Velletri, al cui Direttore Artistico, il M.° Claudio Micheli dobbiamo l'idea di ricordare Achille Campanile, nelle sue molteplici sfaccettature di scrittore, giornalista, critico, autore teatrale e, a detta di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, persona amabile e arguta. L'edizione 2017 della “Campaniliana”, coincidente con il quarantesimo anno dalla scomparsa dell'Autore, ha dato ampiamente ragione al Maestro Micheli e a quanti hanno raccolto il suo suggerimento e hanno lavorato per realizzarlo. L'interesse del pubblico, della stampa, del mondo della scuola e di tutti gli “addetti ai lavori” a vario titolo, è stato entusiasmante e oltre le aspettative, per tutti gli eventi organizzati. Personalmente ho avuto il compito di occuparmi del Premio Nazionale Teatrale Achille Campanile, per opere teatrali inedite di genere umoristico, che è stato per tutti noi motivo di grandissima soddisfazione. Nelle nostre più rosee speranze non avremmo mai pensato di ricevere ben 86 copioni, che hanno impegnato non poco la Giuria esaminatrice. Ricordo che i componenti la giuria sono stati il Professor Arnaldo Colasanti, come Presidente, la Signora Simona Marchini e il figlio di Campanile, Gaetano. L'opera vincitrice - “Prestazione occasionale” di Francesco Brandi - si è poi rivelata assolutamente valida e godibilissima. Oltretutto la “prima” assoluta nazionale è stata a Velletri, entusiasmando il pubblico del Teatro Artemisio, per poi replicare a Roma e a Milano subito dopo, con grande successo. Per chi non ha potuto assistervi, comunico che sarà di nuovo rappresentata proprio in apertura di questa edizione della Campaniliana, sempre all'Artemisio e a cura di una Compagnia tra quelle iscritte alla UILT. 

Il gruppo del Comitato Scientifico/Organizzativo sta lavorando alla nuova edizione: ci saranno novità e innovazioni sostanziali, se ce le può svelare

Intanto vorrei dire che ...squadra che vince non si cambia! Ciò significa che il gruppo di lavoro è costituito dalla stessa Commissione organizzatrice della scorsa edizione: Fondazione, Associazione Memoria '900 e Fondo Campanile. La manifestazione avrà inizio il 20 ottobre 2018 alla Casa delle Culture e della Musica, con l'inaugurazione di una Mostra allestita nella Sala degli Affreschi, con oggettistica, foto e manoscritti di Achille Campanile, stampe degli articoli apparsi su “L'Europeo”, oltre ad una parte di libri dell'Autore (preferibilmente prime edizioni) e contributi filmati da proiettare durante la mostra, che terminerà la mattina del 28 ottobre 2018. Per tutta la settimana saranno organizzate visite guidate per le scuole del territorio; gli studenti potranno assistere alla messa in scena di sketch campaniliani e partecipare ad un Forum sul teatro di Campanile. Saranno coinvolti anche, nello specifico, i laboratori teatrali degli istituti superiori. Seguirà, all'Auditorium, un Convegno sul tema “La televisione in rapporto al mezzo di comunicazione, alla critica e al teatro”. Relatori: Arnaldo Colasanti, Massimo Cinque, Umberto Broccoli e un esponente del mondo accademico. Il 28 ottobre, nel pomeriggio presso il Teatro Artemisio, verrà rappresentata “Prestazione occasionale” di Francesco Brandi, opera vincitrice della scorsa edizione del Premio Teatrale. Grosso modo la scansione degli eventi segue quella già collaudata lo scorso anno; elementi di novità e innovazioni li aspettiamo, ad esempio, dall'esito del Convegno o dal Forum sul teatro, riservato agli studenti. A proposito di studenti un plauso particolare lo voglio rivolgere ai protagonisti di “Il Landi in scena” che, con la direzione artistica della Professoressa Rosalia Di Nardo, hanno realizzato “Non ci resta che ridere”, un'opera in cui, tra l'altro, sono state rappresentate alcune tragedie in due battute di Achille Campanile in maniera molto convincente, dinamica, accattivante! Segno che il nostro Autore - e la nostra Campaniliana - hanno “parlato” proficuamente anche ai giovani artisti che abbiamo ammirato all'Artemisio il 4 maggio appena trascorso! 

Il Premio ha avuto una grande diffusione l’anno passato: un risultato oltre le aspettative che vi gratifica e vi sprona a far meglio

Le 86 opere pervenute la scorsa edizione, anche dalla Svizzera e dalla Francia, hanno dimostrato che del Premio si è parlato molto e bene, grazie anche all'ottimo lavoro svolto dal nostro instancabile e bravissimo “addetto stampa e alla pubblicità” …devo ricordare il nome proprio a Rocco Della Corte? Un ringraziamento sentito anche alla Clinica Madonna delle Grazie, tra i soci fondatori della Fondazione Arte e Cultura, che anche per questa edizione offre al vincitore del Premio la somma di € 1,500. Certamente siamo tutti coinvolti e interessati a non cullarci sugli allori delle gratificazioni e cercare di impegnarci al meglio. Le opere stanno già arrivando e i primi di luglio le consegneremo alla Giuria esaminatrice che è rimasta invariata: Arnaldo Colasanti ne sarà ancora Presidente, coadiuvato da Simona Marchini e dal nostro Gaetano Campanile. Sempre legato al Premio, stiamo lavorando per realizzare un altro evento riservato alla serata della premiazione, il 28 ottobre. Si tratta della rappresentazione di una scelta dal repertorio del teatro campaniliano, a cura di una nostra concittadina, Chiara Mancuso, attrice già avviata ad una brillante carriera, che si esibirà insieme ad altri suoi colleghi nella serata conclusiva della Campaniliana 2018, al Teatro Artemisio. 

Quale è il messaggio che anche quest’anno vuole mandare ai potenziali autori di copioni che potranno concorrere al Premio, la scadenza del bando è al 30 giugno... 

Prima di tutto vorrei ringraziare quanti hanno scelto il nostro Premio perché la loro partecipazione è ciò che fa vivere il premio stesso. Quanto al messaggio direi che vale sempre la pena mettersi in gioco per la propria creatività, nel caso della scrittura teatrale la possibilità di mettere in scena le proprie emozioni e condividerle con chi assiste. Il genere umoristico, poi, ritengo sia particolarmente efficace per focalizzare tematiche e riflessioni con l'acume e la brillante leggerezza, anche linguistica, in cui eccelleva il grande Campanile. Lo abbiamo visto con “Prestazione occasionale” in cui Brandi ha affrontato problematiche quanto mai attuali della nostra società mostrandone le varie, anche controverse sfaccettature, con incisività e con il taglio dell'ironia. Quindi mi auguro che i copioni in arrivo siano tantissimi: il 30 giugno è ancora lontano...facciamo lavorare questa Giuria! 

Crede che la “Campaniliana” con il lavoro della Fondazione, proseguendo negli anni, possa contribuire attivamente alla riscoperta dello scrittore Campanile?Lei personalmente che ricordo ha di Achille? E perché ritiene necessario riportare in auge il messaggio dell’autore romano conteso da Velletri e Lariano, come lui stesso dichiarava? 

Non ho avuto il piacere di conoscere personalmente Achille Campanile, il ricordo mi viene dai suoi libri, dai testi teatrali, da immagini o filmati che ho potuto vedere. La figura elegante, con cilindro, monocolo e bastone da passeggio prima, l'aspetto da bonario patriarca dalla lunga, saggia barba degli ultimi anni, mi parlano di duttile, versatilissima creatività e, prima ancora, di grande attenzione verso la varia umanità a cui è andato incontro con acuta osservazione e con la lama taglientissima della sua ironia e della straordinaria capacità di scrittura. Non si finisce mai di scoprire Achille Campanile e attraverso le sue parole anche scoprire noi stessi, quanto meno vederci come in uno specchio, con il distacco necessario per far emergere situazioni, stereotipi, convenzionalità con cui a volte diamo eccessiva importanza alla nostra individualità: sorridere di se stessi ci fa bene e ci aiuta a stare meglio con gli altri. Se Lariano e Velletri si contendono questo Autore, è una contesa sana e segno di grande ammirazione. Possiamo augurare alla Fondazione di contribuire ad allargare la “contesa”, che da sempre più parti si attinga all'insegnamento di questo straordinario scrittore e, già che ci siamo, sollecitare una ristampa completa dei suoi libri: ce ne sarebbe davvero bisogno! 

La compagnia U.V.A. ripropone “Il Metodo” all'Auditorium dei Castelli Romani di Cecchina, sabato 12 Maggio

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Nata da un’idea di Veruska Valeau e Ursula Mercuri, “Il Metodo” è uno spettacolo teatrale diretto da Ursula Mercuri e con protagonista principale l’eclettica Veruska Valeau.
Una performance di circa 75 minuti, in cui l’attrice si alterna in vari personaggi. Un’altalena tra “intrattenimento e caratterizzazioni”, cavalcando ritmi di uno vero e proprio show, condite dall’apporto della musica dal vivo di Alessia Ramazzotti e Walter Gizzi, attore e “pianista per l’occasione, Insomma un perfetto cocktail tra musica, colori e risate ironizzando sulla capacità di non lasciarsi sopraffare dalle situazioni più difficili. Sviluppando un metodo (guarda caso!) in grado di superare ogni negatività. Appuntamento sabato prossimo, 12 Maggio, alle ore 21, all'Auditorium dei Castelli Romani di Cecchina!

Idee di business per un turismo innovativo: Startup Lab Castelli Romani

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Un workshop per presentare i risultati del progetto realizzato dalla DMO Castelli Romani – Consorzio SBCR con il supporto di Lazio Innova.
Il progetto è partito a novembre del 2017 per intercettare sul territorio aspiranti imprenditori ed innovatori interessati ad investire in nuove idee di business che riguardano le attività di marketing e commerciali su canali tematici di turismo ai Castelli Romani, attuale anello debole della filiera turistica castellana. Quindi un progetto che scaturisce da un’esigenza reale e concreta di sviluppo del territorio. Il progetto Startup Lab Castelli Romani è stato promosso dalla DMO Castelli Romani (Consorzio SBCR) che opera per la promozione della destinazione turistica Castelli Romani, con il supporto di Lazio Innova, società in house della Regione Lazio dedicata all’innovazione, al credito e allo sviluppo economico. Presentato attraverso quattro eventi sul territorio e un evento all’Università di Tor Vergata, ha visto una forte risposta al “call for ideas” con 26 proposte. Ne sono state selezionate 15 ed i team proponenti sono stati impegnati da gennaio a marzo in una intensa attività di preparazione presso lo spazio attivo Lazio Innova di Colleferro. Attraverso una serie di incontri formativi e informativi, attività di assistenza e tutoraggio, i team hanno messo a punto i modelli di business delle idee imprenditoriali presentate. Sono quindi pronti a presentarli al pubblico e a proseguire il percorso anche attraverso una eventuale pre-incubazione che li porterà a definire un vero e proprio Piano di Business. Cogliamo l’occasione per presentare al territorio le loro idee maturate all’interno del programma Startup Lab Castelli Romani e per discuterne insieme ad alcuni stakeholder pubblici e privati. Programma del Workshop 
Ore 10 Introduzione (Giuseppe De Righi - Presidente del Consorzio SBCR) 
Ore 10.05 Saluto del Sindaco di Grottaferrata Luciano Andreotti 
Ore 10.15 Presentazione del progetto Startup Lab Castelli Romani (Francesca Calenne – Lazio Innova; Giovanni Biallo – DMO Castelli Romani – Consorzio SBCR) 
Ore 10.30 La Regione Lazio per il Turismo (Lorenza Bonaccorsi - Assessore Turismo e Pari Opportunità - Regione Lazio) 
Ore 10.45 Presentazione dei progetti imprenditoriali (a cura dei team che hanno partecipato al progetto – introdotti da Pasqualina Cedrone – Lazio Innova e Valerio Ciaccia – DMO Castelli Romani – Consorzio SBCR) 
Ore 11.45 Tavola Rotonda moderata da Roberto Libera (Consigliere con delega al turismo del Consorzio SBCR), con la partecipazione di: Lorenzo Tagliavanti (Direttore CNA) Flaminia Santarelli (Dirigente Area Promo-commercializzazione - Agenzia Regionale del Turismo) Sandro Caracci (Presidente Parco Regionale dei Castelli Romani) Damiano Pucci (Presidente della Comunità Montana Castelli Romani e Monti Prenestini) Simone Bozzato (Università di Tor Vergata) Nicola Marini (Sindaco di Albano Laziale) Paola Tiberi (Vicesindaco di Marino) Ore 12.30 Chiusura dei Lavori (Luigi Campitelli – Direzione Spazi Attivi e Open Innovation Lazio Innova) 

Team (Comune) idea progettuale 
1. Equiazione (Velletri) attività con il cavallo 
2. Al Grottino (Albano Laziale) escursioni, visite e cibo degli antichi romani 
3. Paolo Carlucci (Castel Gandolfo) artigianato e design per il turismo 
4. Alessio Colacchi (Genzano di Roma) itinerari sui miti 
5. Milena Dionisi & Stefania Bombieri (Albano Laziale) eventi e festival sul tango 
6. Geonatura (Monte Porzio Catone) itinerari geo-naturalistici 
7. Irene Cortese (Grottaferrata) agenzia di incoming 
 8. Anna Laura Pepe & Ionelia Lacramioara Sfirlea (Roma) turismo scolastico 
9. Fabiana Giansanti & Giorgia Rossi (Marino) Castelli in rete: portale di offerta turistica 
10. Daniela Middei (Marino) Wedding e turismo 
11. Carlo Sargentoni (Albano Laziale) bici elettriche

Ricordo di Peppino Impastato a 40 anni dal suo omicidio. Velletri ha una via a lui intitolata

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Mercoledì 9 maggio è la ricorrenza del 40esimo anno dell’ omicidio di Peppino Impastato. Alle 13,30 del 18 marzo 2011, con una cerimonia ufficiale del Comune furono scoperte a Velletri le tabelle indicanti Largo Peppino Impastato.
Alla cerimonia partecipò anche Giovanni Impastato, fratello di Peppino, il quale successivamente presentò per l’occasione anche il suo libro “Resistere a Mafiopoli”. Questa intitolazione da me fortemente voluta, scaturì da una mia mozione (protocollo n.33548 del 21-09-2009) presentata in qualità di Consigliere Comunale delegato alla toponomastica e fu approvata in Consiglio Comunale il 26-05-2010 (con soli 16 voti favorevoli su 30 e senza il voto del sindaco Servadio che uscì dall’aula ma indossò poi la fascia tricolore di fronte alla stampa per la cerimonia). L’intitolazione ottenne poi successivamente anche l’autorizzazione del Prefetto a conclusione del corretto iter. Ad onor del vero, già durante l’ultima amministrazione Cesaroni, fu approvata una mozione in Consiglio Comunale (con i soli voti contrari del sottoscritto e di De Santis) per intitolare questo largo a Bettino Craxi, poi bocciata dal Prefetto in quanto non erano trascorsi 10 anni dalla morte come previsto dalla Legge n.1188 del 23-06-2007. Giuseppe Impastato detto Peppino, nacque a Cinisi (Pa) il 05-01-1948 e venne ucciso dalla mafia il 09-05-1978 a soli 30 anni. Fu giornalista, ed attivista politico antifascista. Si distinse per le denunce contro le attività mafiose che pagò con la vita. E’ un altro eroe che diede la vita per la verità, facente parte oggi della toponomastica di Velletri, alla pari di Ilaria Alpi.
Peppino pur essendo nato in una famiglia mafiosa, si ribellò alla mafia e venne cacciato di casa dal padre. Fondò il giornale “L’idea socialista”e la radio libera “Radio Aut” con la quale denunciò delitti ed affari della mafia di Cinisi e dintorni sbeffeggiando i mafiosi ed in particolare Gaetano Badalamenti, coinvolto in traffici di droga tramite il controllo dell’aeroporto. Si candidò alle elezioni comunali, e fu ucciso durante la campagna elettorale con una carica di tritolo sui binari della ferrovia. Tentarono, non riuscendoci, un depistaggio facendolo apparire come un attentatore, cercando di distruggere anche la sua immagine. Fu eletto simbolicamente da morto al Consiglio Comunale nelle liste di Democrazia Proletaria. La sua morte fu oscurata dalla notizia del ritrovamento in quelle ore del corpo di Aldo Moro. Il boss Badalamenti, condannato all’ergastolo come mandante del suo assassinio fu per un periodo al soggiorno obbligato a Velletri, cosa questa che fa assumere un profondo significato di principio all’intitolazione di Largo Peppino Impastato nella nostra città. Alla sua vita fu dedicato il film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana. A distanza di sette anni dall’intitolazione, ancora oggi, ogni volta che passo a Largo Peppino Impastato, mi sento orgoglioso di avere lasciato a Velletri una intitolazione così ricca di significato e valore, dedicata ad una persona che ha dato la vita per la verità!

Fabio Taddei
Patto Popolare Velletri

Trionfo di podi per il Toukon alla Coppa Italia CSEN

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Sabato 28 aprile. Un nuovo appuntamento ha atteso gli allievi del maestro Luca Nicosanti, che hanno partecipato alla Coppa Italia CSEN che ha reso protagonista la Città di San Benedetto del Tronto.
Una gara di grande prestigio: 2000 atleti partecipanti appartenenti a più di 120 società provenienti da tutto il territorio nazionale. Il Toukon karate-do non poteva mancare. Schierando alcuni degli atleti appartenenti alla squadra agonistica societaria, la società veliterna ha partecipato portando a casa dei risultati di grande prestigio a pochi giorni dalla finale del campionato italiano che vedrà protagonisti gli atleti della categoria cadetti qualificatisi. Una gara per testare il livello raggiunto e continuare a guardare al futuro.
Questi i podi per gli atleti: Un grande trionfo per Francesco Leoni 1º classificato che gestisce e padroneggia pienamente tutta la lunga gara in una categoria davvero corposa. Medaglia d’argento per Ester Nicosanti che viene fermata in finale per un infortunio subito da una tecnica dell’avversaria. Medaglia d’argento anche per Riccardo Bianchi che tenacemente conquista il podio. Gara davvero soddisfacente per Gabriele De Angelis in risalita significativa. Un pregevole 3º posto per Riccardo Boccia che dimostra una sempre maggiore padronanza della tecnica. Un importante 3º posto anche per Matteo Lambertucci. Matteo Capri e Christopher Pantoni, questa volta, non sono riusciti a salire sul podio. Si rifaranno alla prossima occasione, consapevoli che ogni gara sia una grande esperienza.

Il premio David di Donatello patrocina la rassegna sulle opere di Luigi Magni in programma a Velletri

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Dal 25 Maggio al 6 ottobre 2018. Ogni venerdì e sabato sera presso il Polo Espositivo Juana Romani verranno proiettate con inizio alle ore 21.30 le opere del grande autore e regista romano. Si partirà con quelle di cui è stato sceneggiatore per arrivare alla Notte di Pasquino il suo ultimo lavoro uscito nel 2003.


di Alessandro Filippi

Una carriera durata quarant’anni che ha portato Gigi Magni e sua moglie Lucia Mirisola a vincere ben cinque David di Donatello. Per Gigi il primo nel 1978 come migliore sceneggiatura per In Nome del Papa Re, il secondo nel 1995 come migliore sceneggiatura con Carla Vistarini per Nemici d’Infanzia e il terzo nel 2008 alla carriera per festeggiare i suoi 80 anni e i 40 della sua attività da regista. Per Lucia Mirisola il primo nel 1989 miglior film per “O Re” e il secondo nel 1991 per i costumi de In nome del Popolo Sovrano e una candidatura nel 1983 per i costumi di State Buoni se potete. A dieci anni dal David speciale per Luigi Magni, abbiamo chiesto all’Accademia del Cinema Italiano – Premio David di Donatello di patrocinare l’iniziativa richiesta che è stata accolta dalla presidente la Dr.ssa De Tassis. Questo impreziosisce ancora di più il valore della rassegna che vuole presentare un percorso nella carriera prima di sceneggiatore e poi di regista di Luigi Magni e permettere ai tanti di apprezzare invece il lavoro di scenografa e costumista di Lucia Mirisola che oltre ai due David gli ha portato tre Nastri d’Argento premi esposti al Polo Espositivo Juana Romani grazie alla collaborazione del Circolo Artistico La Pallade Veliterna con l’Associazione Luigi e Lucia Magni ed in particolare con il suo presidente Avvocato Leila Benhar e il suo segretario Massimo Castellani. Questo patrocinio da una spinta e un grande valore ad un progetto nato dalla passione di chi scrive per il cinema di Magni che sta portando risultati inaspettati risvegliando se mai c’è ne fosse stato bisogno l’interesse su questo grande uomo che della cultura e della storia ha fatto la ragione della sua vita.
Per la città di Velletri ed in particolare per il Circolo Artistico La Pallade Veliterna è motivo di orgoglio poter promuovere tra la cittadinanza di Velletri e del territorio dei castelli romani la conoscenza dell’opera di Magni risvegliando così un senso di appartenenza attraverso quei momenti storici che abbiamo vissuto di riflesso anche noi. Velletri e il territorio stando sulla Via Appia erano gli ultimi centri abitati prima della palude pontina e poi del Regno di Napoli. Per questo non smetteremo mai di ringraziare per prima la signora Mirisola che nello scorso Settembre ha approvato la prima parte di questo progetto legato all’esperienza di vignettista di suo marito e poi l’avvocato Leila Benhar e Massimo Castellani per aver accettato di proseguirlo con noi. Importante in questa seconda parte che porterà alla nascita della mostra permanente a Velletri la collaborazione della famiglia Magni. Ma cos’è il premio David di Donatello? Lo scopriamo attraverso uno scritto di Gianluigi Rondi che ne è stato presidente per lunghissimi anni e pubblicato sul sito istituzionale dell’Accademia del Cinema Italiano che tutt’ora lo organizza: “Ai tanti, nel cinema italiano e anche nel cinema straniero, che sono stati vicini al David in tutti questi anni farà probabilmente piacere conoscere la sua storia, da considerarsi iniziata quasi mezzo secolo fa, nel 1950, quando a Roma venne fondato l'Open Gate Club. Il suo simbolo era una porta che si apriva: per accogliere i tempi nuovi e tutti quelli, soprattutto stranieri, che, chiusa la parentesi buia della guerra, tornavano a darsi Roma come meta privilegiata, soprattutto dal punto di vista culturale. In questa ottica, nell'ambito dell'Open Gate, sorgeva nel 1953 il Comitato per l'Arte e la Cultura, affiancato, nel 1954, dal Circolo Internazionale del Cinema dato il rilievo sempre maggiore che in quei primi anni Cinquanta veniva appunto assumendo il cinema. Un rilievo tale che l'anno dopo, nel 1955, il Circolo del Cinema, assunta la nuova denominazione di Club Internazionale del Cinema, istituiva con l'Open Gate, anche con la mia partecipazione e sotto la guida illuminata di Italo Gemini, presidente dell'Agis, i Premi David di Donatello, destinati alla migliore produzione cinematografica italiana e straniera: con gli stessi criteri dei Premi Oscar a Hollywood ma dandosi come riferimento la ben più prestigiosa statua del David scolpita a Firenze da Donatello, riprodotta in oro da Bulgari. Con quei criteri, l'anno dopo, venivano assegnati per la prima volta i Premi David: a Roma, al cinema Fiamma, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Per spostarli già nel 1957 a Taormina, nel Teatro Greco, d'intesa con l'Ente Provinciale per il Turismo di Messina. Nel 1958 l'Agis e l'Anica ne diventavano, con atto notarile, gli Enti Promotori e decidevano di associare l'Ente David, per le sue premiazioni a Taormina, alla Rassegna Internazionale Cinematografica di Messina, rendendolo, nel 1963, autonomo dall'Open Gate da cui aveva preso le mosse. Alla presidenza, fino al 1977, si alternarono prima Italo Gemini, come presidente dell'Agis, poi Eitel Monaco, come presidente dell'Anica, coadiuvati per anni con generosa intelligenza dalla Segretaria Generale Elena Valenzano. Si alternarono anche le sedi delle premiazioni, dopo Taormina - prima con la Rassegna poi con il Festival delle Nazioni -, due volte a Firenze, quindi, dal 1981 a Roma, in stretta collaborazione con il Comune. Mentre via via, ai David destinati alle tradizionali categorie cinematografiche, se ne aggiungevano altri: l'Europeo (dal 1973 al 1983) d'intesa con la Comunità Europea, per il cinema che rispecchiava i più tipici valori europei; il Visconti (dal 1976 al 1995) per ricordare Luchino Visconti e onorare gli autori più significativi del cinema mondiale; il René Clair (dal 1982 al 1987) per dare rilievo, anche con un festival competitivo a Roma, ai film dei più seri registi europei; il Cristaldi (nel 1993 e nel 1994) per carriere di prestigio. Il 18 luglio del 2007 il David, per analogia con tutte le altre Accademie cinematografiche in Europa e nel mondo, è diventato Accademia del Cinema Italiano con delibera del Consiglio Direttivo. Nella stessa data sono stati inseriti nello Statuto i Premi Vittorio De Sica per il Cinema e le altre arti istituiti nel 1975.” Il polo espositivo Juana Romani con queste iniziative sta crescendo notevolmente di recente è stato anche oggetto di attenzione dei portali Rai arte e Rai scuola dove si trova pubblicato un video e un articolo che stà riscuotendo notevole successo sembra che abbia già superato le 1000 visualizzazioni. A conclusione di questa nota stampa mi corre l’obbligo ringraziare chi ha creduto fin dal principio in tutto il progetto che ha fatto nascere il Polo Espositivo il Dr. Eugenio Dibennardo, l’Architetto Roberta Ciocchetti, gli amici Paolo Pace – Stefano Ortolani – Paolo Santapace – Daniele Pietrella – Adele Bianco – Daria Colasanti – Guido Giani. Un grazie lo debbo alle mie amiche e consigliere comunali Sabina Ponzo e Romina Trenta che hanno sempre combattuto e difeso la struttura e il progetto agli assessori Orlando Pocci – Marcello Pontecorvi e Luca Masi ed in particolare al sindaco di Velletri Fausto Servadio. Nel 2013 quando tutto è iniziato non pensavamo proprio di arrivare a tanto.

I ragazzi di Velletri alla fase finale dei Giochi Sportivi Studenteschi con la Dama

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I ragazzi del Liceo Landi di Velletri Habilaj Enes, Giorlando Giacomo e De Paulis Leonardo dopo aver vinto le selezioni provinciali e Regionali per la Dama Internazionale, dal 10 al 13 giugno parteciperanno alla fase finale dei GSS (Giochi sportivi Studenteschi) a Grosseto.
Anche la squadra Junior aveva vinto tutte le selezioni ed era qualificata per la fase finale ma per problemi non è stata iscritta dalla scuola. I ragazzi, che saranno accompagnati dal professor Renato di Bella, sono componenti del ASD Circolo Damistico Veliterno DLF Velletri e si presentano come favoriti per la vittoria finale assieme ai ragazzi della Val D'Aosta e di Reggio Calabria.



Rosavolley Velletri, la serie D è salva, la seconda divisione è prima

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A Velletri sabato scorso si è solennemente festeggiata la Madonna delle Grazie, la Protettrice della Città dei Castelli romani. E la Società pallavolistica che porta i colori rossoneri del gonfalone cittadino ha inteso onorare l’evento con tre successi significativi sul campo in altrettante gare disputate nella giornata.

di Danilo Mancini

Vittorie importantissime e dense di significato ed orgoglio intrinseco in tutti i casi che hanno segnato un punto importantissimo nella stagione agonistica del Club del Presidente Pennacchi. Iniziamo con la netta vittoria esterna per 0-3 (17-25; 19-25; 17-25) a Roma in casa del Vigna Pia delle giovanissime della Serie D, allenate da Piero Ronsini. In virtù di tale successo, le rappresentanti della Rosavolley che hanno messo in campo nel Torneo Regionale una formazione tutta Under 18 hanno ottenuto la salvezza ed il diritto a gareggiare nella medesima categoria anche per la prossima stagione. Ciò poiché la denominazione di formazione G1 assegnata loro dalla Federazione in quanto appunto compagine Under permette al Club di ottenere la conferma nella Serie anche giungendo penultima nella classifica finale. Obiettivo raggiunto quindi e giusta soddisfazione al termine della gara. La Seconda Divisione di mister Paolo De Florio ha svolto alla perfezione il compito assegnato nella giornata: superato con il massimo del punteggio 3-0 (25-17; 25-12; 25-12) l’avversario di turno, il Vsa Particolari Pomezia, riaffermando il primo posto nella graduatoria del girone H provinciale. Un equilibrio sottilissimo tra le castellane ed il Duemila12 di Roma, un confronto che è iniziato dalla prima giornata di gara ed è ancora in essere. Ora, quando manca solamente una giornata al termine della competizione, le due antagoniste sono in classifica entrambe a pari punti, a pari vittorie, a pari sconfitte, ma le veliterne vantano un set perso in meno delle romane, con conseguente miglior quoziente set. Un nonnulla. Nell’ultima giornata di Campionato le capitoline anticipano il loro impegno giovedì 10 Maggio in casa della Laurentina mentre le rossonere posticipano lunedì 14 Maggio ad Albano. La Promozione (la prima vince e sale di categoria, la seconda va ai Play Off) è legata ad un capello. Un eventuale ed auspicabile successo delle veliterne con il massimo punteggio vorrebbe significare sciogliere tutti i quesiti in merito ed agguantare la meritata celebrazione finale. Stringiamo le dita in segno di scongiuri ed aspettiamo fiduciosi, partecipando tutti emotivamente all’ultimo sforzo stagionale della storica capitana Roberta Vecchi e compagne. L’ultimo squillo della giornata, non in ordine di tempo ma di categoria ma non per ciò di minore rilievo, è stato quello delle giovanissime dell’Under 12 di coach Loredana Melaranci che si sono imposte nella palestra cittadina del Liceo Landi per 2-1 (20-25; 25-18; 25-21) allo Sportinsieme Gallicano al termine di un confronto combattuto sotto rete e partecipato intensamente dagli spalti di parte. Una crescita esponenziale e ben visibile anche agli occhi dei non addetti ai lavori quella di questo Gruppo che ha presentato ai nastri di partenza la maggior parte di minitesserate sotto età nate negli anni 2007 e 2008 quando la categoria contempla nate dal 2006 in poi, moltissime delle quali si sono avvicinate alla disciplina solo all’inizio della presente stagione. Doveroso e strameritato il plauso per il lavoro svolto e per le piccole protagoniste.

Archeologia: "Virgilio" a cura del professor Gravier del Gruppo Archeologico Veliterno

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Lo scritto che compare sul papiro di Virgilio è, come più volte ricordato, un verso (l’8° del I° libro dell’Eneide); per la precisione: un esametro, il verso classico dell’epica, in cui, prima dell’Eneide, sono stati redatti in greco l’Iliade e l’Odissea di Omero, le Argonautiche di Apollonio Rodio, gli Inni di Callimaco ... e in latino gli Annales di Ennio, la Farsalia di Lucano, le Satire di Orazio, il De rerum natura di Lucrezio ...

La parola, di origine greca, significa verso composto di sei (εξα) misure (μέτρα). Poichè la poesia greca e latina erano quantitative (cioè basate sulla quantità – lunga o breve – delle vocali e, quindi, delle sillabe), ognuna di queste sei misure (o piedi) aveva una quantità determinata. Poteva essere un dattilo (δάκτυλος): una lunga seguita da due brevi (tre sillabe), oppure uno spondeo (σπονδαιος): due lunghe (:due sillabe), oppure (ma solo al sesto piede, che era per questo “catalettico”) un trocheo (τροχαιος): una lunga e una breve (due sillabe). In tal modo, lo stesso verso poteva avere un minimo di 12 sillabe (tutti i sei piedi di due sillabe) ed un massimo di 17 sillabe (i primi cinque piedi di tre sillabe, e l’ultimo di due): è quello che si chiama “la variazione nell’identico”, e che era uno dei principali elementi della mnemotecnica in fatto di poesia.

Nella recitazione, spesso accompagnata dal suono della cetra e del flauto, la prima sillaba di ogni piede era accentata, mentre le altre sillabe, non accentate, erano pronunziate con un tono più basso. L’alternarsi di sillabe accentate (arsi) e di sillabe non accentate (tesi) produceva una melodia che era tipica del verso.
A questo si aggiungeva la cesura, la pausa ritmica con cui il verso era diviso in due o tre parti, che poteva essere pentemímera, se interveniva dopo il quinto mezzo piede, oppure doppia, se interveniva dopo il terzo mezzo piede (tritemímera) seguita da una seconda dopo il settimo mezzo piede (eftemímera). La cesura non serviva solo per spezzettare un verso che poteva risultare troppo lungo per essere pronunziato d’un fiato, ma – come testimonia la canzone popolare (che della metrica classica è la più diretta erede) – indicava la ripresa/ripetizione del mezzo verso (emistíchio).

Il verso che Virgilio ha scritto sul suo foglio di papiro risultava dunque scandito così:
Mú-sa mi / hí cau / sás  // memo / rá quo / númine / laéso

Ma un altro aspetto merita di essere ricordato perchè se ne possa capire a pieno la prosodia, ed è la sua costruzione logico-sintattica. Le prime tre parole del verso, quelle dopo le quali cade la cesura, sono il vocativo “Musa” (O Musa), il dativo “mihi” (a me), e l’accusativo “causas” (i motivi). In tre sole parole il poeta ha riassunto l’intera opera: l’invocazione alla Musa ispiratrice; il poeta stesso, a cui la Musa, in quanto figlia di Mnemosyne (la Memoria), ricorda il contenuto della sua poesia; i motivi: ossia le antichissime origini del dissidio fra i due popoli (Romano e Cartaginese) che saranno la materia del suo poema. 
 
Rispettando la metrica e dando senso alla pausa, la scansione, accompagnata dalla musica di sottofondo della lira e del flauto, sarà:
 
Mú-sa mi / hí cau / sás 
Mú-sa mi / hí cau / sás  // memo / rá quo / númine / laéso
memo / rá quo / númine / laéso
Quídve ....
 
Il trittico è ora diventato un’opera collettiva che si traduce in uno spartito musicale: Melpomene, ispirata, detta la poesia al poeta; il poeta la scrive, consegnandola ai posteri; Clio la scandisce, ricordandola e reinterpretandola.


Per la tipologia dell’opera e il messaggio che esprime, dobbiamo supporre che la sala in cui essa era collocata non poteva essere un semplice cubiculum: era almeno il tablinum (di solito disposto nell’angolo interno destro dell’atrio, dal quale lo separava una tenda), se non una vera e propra “bibliotheca” (in tal caso collocata in un “oecus” sul lato a mezzogiorno del peristilio, dirimpetto al triclinium - l’altro locale adibito a nutrimento), assai probabilmente specializzata in classici di epica, teatro e storia di letteratura latina, aperta ad amici e conviviali. Non è detto però che ci fossero solo testi latini: anzi, è da ritenere che ce ne fossero anche di greci, pur se in minor numero. Se così fosse, la Musa della tragedia, Melpomene, non indosserebbe l’abito greco, ma la “praetexta” della “fabula praetextata”. Di sicuro la collezione conteneva testi di tragedie, specie se di argomento africano, quali, ad esempio, il “Bellum Poenicum” di Nevio, e testi di commedie, come il “Poenulus” di Plauto. Ma doveva anche contenere almeno alcune delle tragedie latine di ispirazione greca (quelle di Pacuvio, di Accio, di Vario, di Pomponio, di Seneca) oltre alle commedie palliate (Plauto, Cecilio Stazio, Terenzio Afer).
Il Nostro si mostra nell’atto di rivolgere dal fondo della parete una benevola occhiata di benvenuto a chi si reca a fargli visita: a costoro egli offre l’ospitalità della sua bella domus e la possibilità di arricchire la propria mente con la lettura dei classici che mette a loro disposizione.
Possiamo parlare di un generoso ingenuo: in effetti, nel corso del III° secolo, per                                                             l’occupazione dello Stato di tutti gli spazi sociali ed economici (nessuno ha più la possibilità di condurre il proprio podere, né di sostenersi col commercio. Tutti possono fare carriera e arricchirsi solo in funzione dello stato)perderanno progressivamente e definitivamente importanza sia i piccoli proprietari terrieri che i grandi e piccoli commercianti, ossia tutta la categoria alla quale egli appartiene nei fatti, anche se sembra volerne prendere le distanze. Chi ha soldi (i grandi proprietari terrieri con i loro latifondi schiavistici) non li investirà più in capitali, ma in beni fondiari. Egli solo è rimasto a crogiolarsi nella sua “medietas” di parvenu, aureolando la sua avvenuta ascesa sociale con il luccichio della cultura e l’evergetismo bibliotecario verso i suoi concittadini. Per ora egli fa parte degli “honestiores”, e questo gli basta e lo gratifica.
E tuttavia la sua ingenua generosità non è affatto da disprezzare, perchè è grazie a lui e ad altri mecenati come lui (il suo concittadino Sorothus, l’Anonimo proprietario della casa del Poeta Tragico a Thuburbo Majus, quello del mosaico di Ulisse e l’altro di Orfeo a Dougga, quello di Achille e Chirone a Béja, i Laberii di Oudna...) che la scrittura, la lettura, la recitazione, la prosodia, la cultura e la civiltà greco-romana, insomma, avranno potuto sopravvivere nella Provincia per altri due secoli, almeno fino ai Vandali, che sapranno apportarvi danni e ingiurie, ma non ne riusciranno neanche a scalfire l’incomparabile superiorità. Dopo di loro, la fiaccola sarà ripresa dai Bizantini. E poi dagli Arabi...
E però di un lavoro meno intellettuale e più manuale, ma è più esatto dire manuale ed intellettuale insieme, è stato certamente il committente: il suo proprio ritratto, in cui si rappresenta come Virgilio.
Raramente i mosaicisti firmano le loro opere [1]perchè in realtà il mosaico è il lavoro collettivo di un’équipe di specialisti, e anche l’autore del nostro mosaico è rimasto ignoto. Tuttavia è possibile inferire dalla sua opera alcuni caratteri peculiari.




[1]Un raro esempio è quello di Dioscuride di Samo che firma (ΔΙΟΣΚΟΥΡIΔHΣ ΣΛΜΙΟΣ ΕΠΟΙΕΣΕ) alcuni emblèmata ritrovati nella Villa di Cicerone a Pompei e ora conservati al Museo di Napoli.

Sara Rattaro incontra studenti e cittadini di Velletri: una scrittrice da scoprire dal “Cacciatore di sogni” a “Uomini che restano”

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Doppio appuntamento con la cultura targato Mondadori Bookstore nella giornata di martedì scorso. In mattinata alla Sala Tersicore e poi nel pomeriggio in Libreria è arrivata la scrittrice Sara Rattaro. Genovese di nascita, l’autrice nonostante la sua giovane età è già all’ottavo romanzo per adulti, ma parallelamente è molto prolifica nella narrativa per l’infanzia e ha incontrato i ragazzi della “Mariani” di Velletri per presentare Il cacciatore di sogni.

di Rocco Della Corte
Un libro dal forte significato, poiché racconta la storia di Albert Bruce Sabin, il quale riuscì a trovare il vaccino per la poliomielite e per abbreviare le pratiche burocratiche e mettere a tacere gli interessi delle case farmaceutiche lo donò alla scienza salvando migliaia di vite umane. Un sogno altruista quello del protagonista, che viene tuttavia oscurato dai media per l’arrivo in Italia di un grande calciatore: un monito, quello della Rattaro, a dare il giusto spazio all’informazione definendone le priorità. Molto bello ed intenso è stato il dibattito tra gli studenti, attenti ed interessati, e l’autrice: “Voi avete un grande compito: quello di raccontare le storie agli adulti, diventate ambasciatori e andate a caccia di sogni perché ne avete bisogno e diritto”. Un titolo, quello del romanzo, che è tutto un programma e che in fondo è un appello al coraggio e al rispetto della propria coscienza e dei propri desideri. Nel pomeriggio, invece, nella sede della Libreria Mondadori la scrittrice genovese ha presentato Uomini che restano. Tutta un’altra vicenda, che ha consentito alla Rattaro di spaziare tra il suo mondo reale e quello narrativo. La storia mette insieme due donne abbandonate per diversi motivi dai rispettivi compagni: Fosca e Valeria si cementano in un’amicizia che le porta sia a condividere la loro disperazione, sia ad analizzare le proprie necessità. Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio perché di fronte ad uomini che se ne vanno, per motivi più o meno legittimi, ci sono gli uomini che hanno il coraggio di restare nonostante le avversità.
Quello della Rattaro è il primo romanzo ambientato a Genova, la sua città: “Non ci ero mai riuscita, è stato difficile, ho dovuto aspettare sette romanzi prima di parlare del mio ambiente. Genova è una splendida città ma è anche molto difficile raccontarla, soprattutto dopo che lo hanno fatto persone come De André e tanti altri”. Un’ampia riflessione, iniziata al mattino e proseguita anche davanti al pubblico adulto di pomeriggio, ha riguardato la letteratura di genere: “La letteratura italiana è mono-genitoriale, sin dalle scuole: ci fanno studiare i papà della nostra narrativa e non le mamme, eppure uno dei nostri Premi Nobel è Grazia Deledda”. Sulla scrittura di genere e sul proprio stile, la Rattaro ha inoltre spiegato come per lei i romanzi nascano da una persona esigenza, e che anche nelle lettere c’è bisogno di una parità di genere effettiva e non soltanto di facciata. Un incontro ricco di spunti con una scrittrice affermata e molto seguita, anche sui social network, dove ha migliaia di seguaci con i quali si interfaccia quotidianamente. Per la Mondadori Bookstore un appuntamento notevole, in vista della rassegna letteraria “Velletri Libris” ormai sempre più vicina (sarà a breve svelata la programmazione dell’estate al Chiostro della Casa delle Culture) e degli ultimi incontri per adulti e ragazzi che chiuderanno un mese di maggio vivace e attraente.

Tappa finale del Trofeo Lazio Sud per la Velitrae

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Il Trofeo Lazio Sud, espressione sportiva del Polo tecnico Lazio Sud di Velletri, racchiude l’essenza dello spirito sportivo delle società formanti il polo, Associazione Ginnastica Velitrae, Gimnova Latina, Associazione Ginnastica Genzano, Agorà Colleferro, Anzio e Ceccano; che oltre allo sport vero e proprio danno un’impronta sociale alla propria attività nel rispetto dei più alti ideali di lealtà e rispetto reciproco.

Il 5 maggio, nel Palazzetto dello Sport di Cori, si è svolta l’ultima tappa di questo trofeo in cui si sono affrontati gli atleti delle società del polo. Per la Velitrae si sono cimentati: Elisa Cugini, Maxim Bondi, Niccolò Agopovich, Aurora Caponera, Chiara Mastrella, Arianna Brizi, Emma Grassi Olivera, Sara Dell’Anna, Alessio Dell’Anna, Chiara Dell’Anna, Ludovica Fecondo, Beatrice Fecondo, Sara Iannicola, Emma De Paolis, Giada Malagigi, Vanessa Figuccio, Rebecca Santoni, Ilaria Niccolò, Aurora Savo, Rebecca Alessandroni, Giorgia Vitiello e Ilaria Rizzo. I ragazzi e le ragazze si sono presentati con esercizi a tutti gli attrezzi dimostrando una notevole preparazione che ha consentito di salire su tutti i podi di tutte le categorie presenti che andavano dai Cuccioli agli Junior.


Mille ginnaste per la Linea Club al Trofeo Regionale Opes

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Sabato 28 e domenica 29 aprile si è svolta la seconda prova del Trofeo Regionale Opes presso il Palabandinelli di Velletri.La gara, organizzata dall' associazione sportiva Linea Club ha visto il susseguirsi nei due giorni di competizione ininterrotta quasi mille ginnaste provenienti da tutto il Lazio.

La nostra società ormai da anni proclamata dalla federazione Scuola di ginnastica ritmica ha saputo tenere banco nell'organizzazione completa della gara, nella giornata di sabato addirittura oltre che al Palabandinelli si svolgeva una seconda gara nella palestra dell'Istituto Alberghiero data la grande affluenza di ginnaste che hanno preso parte al campionato regionale. Le nostre ginnaste hanno partecipato con successo ottenendo notevoli risultati.



CAMPIONATO START cat.ALLIEVE 
 ➡ATTERGA BEATRICE /ATTERGA GINEVRA/DI MARCO SARA/MOSCA JENNIFER (cisterna) squadra cerchio  2°posto 
 ➡LATINI LUDOVICA/MERCADANTE GIULIA coppia B cerchio 2°posto 
 ➡MARRONI MARTINA/LATINI LUDOVICA coppia A cerchio 3°posto 
 ➡AVVISATI CECILIA/DI GREGORIO FRANCESCA coppia C cerchio 4°posto 

Sono scese in pedana le ginnaste del campionato Open e Preagonistico OPES (Esordienti-allieve -junior -senior) CAMPIONATO OPEN cat.ALLIEVE: 
ZAPPATERRENI VALERIA (Cisterna) individuale corpo libero➡ 4° posto
 cat.JUNIOR: - CERACCHI ELISA (Velletri) individuale clavette ➡ 6°posto
 -CEDRONI MARTINA (Velletri) individuale clavette ➡ 4°posto
 -CAVOLA MICHELA/DIDIO SOFIA (Velletri) coppia cerchio ➡ 2°posto
 -CEDRONI/CAVOLA/CERACCHI/DIDIO (Velletri) squadra cerchio ➡ 2°posto
 cat.SENIOR: -MASTRELLA BENEDETTA/CIOCCARI GIULIA (Velletri) coppia palla ➡ 1°posto
 - CAPITANI MARTA/CINELLI GIULIA (Velletri) coppia palla ➡ 3°posto
 -CINELLI/MASTRELLA/CIOCCARI/CAPITANI (Velletri) squadra cerchio ➡2°posto 
 CAMPIONATO PREAGONISTICO -D'ANTINO FEDERICA (Velletri)individuale cerchio ➡ 3°posto
 -BATTISTINI MARTINA (velletri) individuale cerchio -D'ANTINO/BATTISTINI (Velletri) coppia cerchio ➡ 4°posto

Ottima prova per la nostra piccola esordiente di Cisterna Swami Morrone, 4^ classificata individuale corpo libero OPES-OPEN, in una gara che ha visto scendere in pedana oltre 20 giovanissime ginnaste. Inoltre nel campionato start esordienti al corpo libero: BARBAROSSA BEATRICE D AGAPITI EMMA CARINI VIOLA e Michela Stracqualursi prime classificate .

Idee da Coltivare nella Casa Circondariale di Velletri

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Il Centro Assaggiatori Produzioni Olivicole Latina ha preso parte al progetto dell’IISS “Cesare Battisti” per il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti e la valorizzazione dell’attività agricola dell’istituto penitenziario.


di Marco Castaldi
Il CAPOL – Centro Assaggiatori Produzioni Olivicole Latina – ha preso parte nei giorni scorsi al Progetto “Idee da Coltivare”, realizzato dall’Istituto Tecnico Agrario “Cesare Battisti”, col finanziamento del MIUR, al quale hanno partecipato alcuni detenuti iscritti alla sezione carceraria dell’istituto superiore all’interno della Casa Circondariale di Velletri (RM), dove sono presenti tutti i gradi di istruzione scolastica, dalla scuola dell’obbligo a quella secondaria. Nei due incontri pomeridiani del 26 Aprile e del 7 Maggio, il Presidente del CAPOL e capo panel Luigi Centauri, insieme al professor Antonino Marrari, coordinatore della progettualità, hanno fornito agli studenti le basi teoriche e pratiche per il riconoscimento di un olio extravergine d’oliva di qualità, attraverso l’individuazione tramite assaggio e panel test delle sue caratteristiche organolettiche, per imparare a scoprirne pregi e difetti, e il rapporto con la salute. Il laboratorio del CAPOL, entrato per la prima volta nelle aule di un istituto penitenziario, è stato inserito quest’anno scolastico nell’offerta formativa del “Cesare Battisti” per la Casa Circondariale, quale integrazione al corso di studi per il conseguimento del titolo di Perito Tecnico Agrario, sotto la supervisione del Direttore del carcere Maria Donata Iannantuono e del Dirigente scolastico Eugenio Dibennardo. Spiegano gli organizzatori – “L’iniziativa del CAPOL ha completato il percorso didattico proposto con “Idee da Coltivare”, col quale il “Cesare Battisti” ha voluto trasmettere ai frequentanti competenze e conoscenze utili per il loro reinserimento sociale e lavorativo, ma anche per la valorizzazione dell’attività agricola della Casa Circondariale, la quale dispone, tra l’altro, di un uliveto dalle potenzialità produttive non trascurabili.”

L'angolo del computer: disabilitare l’autoplay

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Tra le tante minacce che possono infettare un computer o mandarlo semplicemente in crash (cioè bloccato con la “schermata blu della morte”) ci sono i supporti esterni, soprattutto le chiavette USB e le schede di memoria. 


di Stefano Ruffini
Quando si inserisce una chiavetta USB (ma vale anche per CD/DVD/Hard Disk) e questa ha all’interno il file “autorun.inf” parte automaticamente l’esecuzione di un programma o una serie di istruzioni. Tutto ciò è comodo quando bisogna installare un software ma porta degli evidenti pericoli perché se non si è certi del contenuto si rischia di installare nel pc un virus o un malware; questo perché per default sul Windows è attivo l’autoplay. E’ possibile disabilitare questa funzione, tenendo conto che sarà poi necessario nelle future installazioni dei programmi andare ogni volta ad aprire il contenuto della chiavetta e lanciare manualmente l’eseguibile accertandosi che sia quello desiderato. Per disabilitare la funzione di autoplay ci sono vari software gratuiti che permettono di inibirla selettivamente cioè di agire ad esempio solo sulle chiavette ma non su un disco fisso esterno, ma è preferibile agire direttamente da sistema operativo. Nel Windows 10 basta andare su impostazioni (tasto Windows/ruota dentata) e cliccare su “dispositivi” dove in basso a sinistra c’è la voce “autoplay”. Entrando in questo menù si potrà scegliere se disattivare “autoplay” per tutti i supporti, come caldamente consiglio, oppure scegliere tra unità rimovibili, schede di memoria o altro. Nei sistemi operativi più vecchi (Windows 8/8.1/7) si può fare lo stesso dal pannello di controllo digitando sulla barra di ricerca la funzione “autoplay”.

Festa della Madonna delle Grazie a Velletri,: si è svolta la pesca di beneficenza della Lega Arcobaleno

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Come ogni anno, in occasione della Festa della Madonna delle Grazie a Velletri, si è svolta la pesca di beneficenza della Lega Arcobaleno.
Una giornata piena di allegria per i nostri ragazzi che hanno accolto e intrattenuto tutte le persone che sono venute a trovarci. Ringraziamo tutti gli amici e i sostenitori della Lega Arcobaleno che hanno voluto partecipare alla nostra pesca e tutti coloro che sono passati anche soltanto per un saluto. Vi diamo appuntamento a Luglio durante “la festa della pizza e birra", a luglio.


Sara Rattaro, Genova e la letteratura di genere: “Scrivere nasce sempre da un’esigenza”

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Protagonista di un doppio appuntamento di assoluto spessore, la scrittrice genovese Sara Rattaro ha rilasciato un’intervista a tutto campo affrontando diverse tematiche, sia per ciò che riguarda la letteratura italiana contemporanea in generale sia per ciò che concerne lo specifico delle due opere da lei presentate a Velletri negli eventi organizzati dalla Mondadori Bookstore Velletri.

di Rocco Della Corte
Sara Rattaro, tra i tanti spunti che ha dato c’è quello riguardante le mamme della letteratura italiana. A quali scrittrice allude quando parla della necessità di una riscoperta paritaria delle autrici in questa letteratura “monogenitoriale”? 


Ritengo necessario riscoprire le mamme della letteratura perché quando andavo a scuola ho letto tutti i papà della narrativa italiana e le donne le ho scoperte dopo. Mi viene sempre in mente Grazia Deledda, perché è il nostro Nobel, e non capisco perché la scuola italiana non la faccia leggere con il dovuto spazio. Mi sembra un grandissimo limite dei programmi scolastici, se penso anche ad altri nomi come Natalia Ginzburg o Elsa Morante. Credo anche che di fronte a questo commento, che può sembrare sbrigativo, possiamo in realtà farci un sacco di domande su quello che accade oggi nella nostra società. Tutta la discriminazione di genere e tutto il lavoro che si fa per combatterla potrebbe essere più semplice se incominciassimo dalla scuola. 

A livello universitario, tuttavia, sono sempre più frequenti i corsi su studi di genere dedicati quasi esclusivamente alla letteratura “femminile”. A suo avviso tali corsi sono utili oppure ghettizzano ancor di più le scrittrici? 

Senz’altro sono utili, sapere è sempre importante. Il discorso sulla ‘ghettizzazione’ però è vero. All’ottavo romanzo ci sono ancora molti che mi chiedono se la mia sia una narrativa rosa o se scrivo al femminile perché sono una donna. Sono domande che ai miei colleghi non vengono poste, anche quando raccontano grandi storie d’amore. Lo scrittore è uno scrittore e basta, la scrittrice si deve giustificare. L’obiettivo è quello della parità di genere a livello letterario. Ho delle colleghe che scrivono romanzi fortissimi, impegnativi, con tematiche intensissime e dai risvolti sociali non indifferenti, ma mi capita troppo spesso di doverle elevare per farle apprezzare. Non è giusto, perché non ne hanno bisogno.


Per quanto riguarda l’incontro mattutino con gli studenti, lei ha presentato Il cacciatore dei sogni. La curiosità dei bambini emersa di fronte ad una storia seria e nobile dà lo stimolo a lei, come scrittrice, per continuare a raccontare queste storie di personaggi che vanno appunto a caccia di sogni? 

Assolutamente sì, ne ho tante in testa ed è bella la definizione di andare a cacciare e prendere i propri sogni. I sogni non devono essere sempre e per forza così grandi e riconoscibili, anche più piccoli e intimi. La voglia è di continuare a raccontare ai ragazzi le grandi biografie di personaggi meno noti perché è un modo per far riflettere. Ci sono storie che raccontano cuori pulsanti pazzeschi e loro ne hanno bisogno poiché devono ancora sognare, lo devono fare per tanto tempo ancora e noi dobbiamo insegnarglielo… 

Una delle frasi più incisive che lei ha usato rivolgendosi agli studenti è stata questa: “Siete importanti, avete bisogno di grandi storie e raccontatele agli adulti quando le leggete” … 

Sì, è proprio l’essere ambasciatori che mobilita i ragazzi. Magari anche gli adulti che stanno intorno a loro certe storie non le conoscono e quindi se li stimoli andranno a conoscere meglio. Tutto questo può essere anche divertente, in fondo non bisogna essere vecchi o grandi o professori per insegnare. 

Parlando invece del suo romanzo ‘per grandi’, Uomini che restanoè la storia di due solitudini. Nasce da un’esigenza di scrittura, come tutte le sue opere? 

Tutto ciò che scrivo nasce sempre da un’esigenza e da storie che arrivano. In questo caso sono due che si intrecciano, con Fosca e Valeria, le protagoniste, che rappresentano una moltitudine di storie che mi sono state raccontate. Entrambe sono accomunate dal concetto di abbandono, attraversano momento difficile perché lasciate dai compagni. L’abbandono è un sentimento umano doloroso e personale ma anche pubblico perché bisogna rendere dotti gli altri di ciò che ci sta accadendo in momenti in cui faresti di tutto meno che parlare. Alla base della loro solitudine ci sono motivazioni serissime, che hanno portato all’abbandono oppure al fatto che non avrebbero dovuto essere abbandonate così. La vita è fatta così e queste due storie potentissime raccontano dinamiche del genere. 


L’ambientazione è particolare: Genova, la sua città

Sono riuscita ad ambientare e intrecciare queste storie a Genova ed è la prima volta che racconto la mia città. Ho aspettato otto romanzi per raccontare la mia città, ma lei ha aspettato me e io ho aspettato di essere pronta. Genova non è una città semplice, però è meravigliosa e mi sono presa questa libertà narrativa su di lei perché sentivo che era arrivato il momento. 

Si può dire che Uomini che restano ha un finale aperto? 

Sì, e devo dire che è una tecnica che utilizzo ancora di frequente. Mi capita in diversi romanzi di lasciare intendere un finale senza svelarlo o pretendere che il lettore ci metta del suo e continui a pensarci. Non c’è escamotage per parlare di sequel, però non è detta l’ultima.

Giorgia Trivelloni (PD): “Mi candido per stare vicino ai cittadini, obiettivo è continuare a far crescere Velletri”

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Nella lista del Partito Democratico, in vista delle elezioni Amministrative del prossimo 10 giugno 2018, ci sarà anche Giorgia Trivelloni. Una candidatura, la sua, che nasce dal basso ma nonostante sia la prima esperienza in politica la giovane dem ha le idee ben chiare e un curriculum professionale di tutto rispetto.

Laureata alla Sapienza di Statistica ed Informatica per la Gestione Aziendale, ha conseguito anche un master e partecipato con esito positivo a vari corsi come finanza base ed avanzata, tecniche di vendita, gestione e valutazione del credito, normativa anti-riciclaggio e così via. Adesso il lancio in politica, per un’esperienza nuova e senz’altro stimolante, in coppia con Massimo Pallocca, nella lista del PD che si propone alla guida della città nella coalizione guidata da Orlando Pocci candidato a Sindaco. “Per me è la prima esperienza in assoluto – ha dichiarato Giorgia Trivelloni – ed è nata quasi per caso. Ascoltando le motivazioni e le idee di Massimo Pallocca, che mi ha proposto di essere la sua ‘compagna di viaggio’ in questa avventura, sono rimasta incantata dalla professionalità, dalla competenza e della passione che dimostra per la politica del nostro Paese e, nello specifico, della nostra città. Ho accettato quindi senza titubanze, consapevole di avere accanto una persona che è in grado di insegnarmi molto a livello politico e umano”. Ma Giorgia Trivelloni è una donna conosciuta e stimata in città, per cui sono stati gli stessi amici e cittadini a spingerla in un suo coinvolgimento diretto nella politica: “La fiducia dei cittadini, arrabbiati per una politica distante e spesso avversi alle istituzioni, mi ha definitivamente convinto nell’intraprendere questa strada. In molti non sanno alla perfezione quali siano stati i cambiamenti che la città ha avuto nelle ultime due legislature targate Fausto Servadio”.
Un Comune, quello di Velletri, passato da una situazione di dissesto ad una rinascita che è oggi sotto gli occhi di tutti: “Nonostante il grande disavanzo trovato all'inizio del suo primo mandato, il Sindaco e la sua squadra sono riusciti a recuperare gli errori del passato e anche a migliorare su tanti fronti Velletri, compiendo opere pubbliche di enorme importanza ed impatto, che hanno portato la nostra meravigliosa città a tornare ad essere il 'fiore all'occhiello' della cultura dei Castelli Romani”. Adesso, dopo dieci anni di buon governo, il centro-sinistra si ripropone ai cittadini forte dei risultati conseguiti, con due parole d’ordine ben impresse nella mente e cioè “continuità” e “innovazione”. La figura individuata dal Partito Democratico è quella di Orlando Pocci, attuale assessore all’Urbanistica, su cui Giorgia Trivelloni si è espressa in maniera molto positiva: “Il nostro obiettivo è stare vicino ai nostri concittadini, faremo da raccordo tra le persone e la Giunta e assicuriamo la nostra presenza affinché la nostra città continui a crescere e a migliorarsi. Siamo orgogliosi di essere veliterni. Questo cammino sarà possibile – conclude Giorgia Trivelloni - grazie al nostro candidato Sindaco Orlando Pocci, che tutti conoscono per le sue competenze e per la sua umanità. Orlando si è sempre messo a disposizione dei cittadini, li ha sempre ascoltati ed aiutati quando è stato possibile. Lui è l'unica persona che possiamo appoggiare per conseguire il nostro obiettivo: far crescere Velletri in ambito economico commerciale, culturale ed artistico con l'appoggio e la complicità di tutti i cittadini”. Un messaggio ben chiaro che Giorgia Trivelloni vuole mandare lanciando la sua candidatura nelle fila del Partito Democratico, in tandem con Massimo Pallocca: idee, entusiasmo ed esperienza per stare accanto ai cittadini e contribuire alla crescita di Velletri.



Messaggio elettorale a pagamento.

Committente: Giorgia Trivelloni
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