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Alla scoperta di un autore internazionale che visse a Velletri: Leggendo Wilcock

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Sabato 24 giugno, presso la sede dell’ex Scuola d’Arte “Juana Romani”, si è svolto l’evento Leggendo Wilcock, incentrato sulla lettura della produzione poetica dell’autore argentino che ha vissuto a Velletri, ultima di numerose iniziative sul poeta svolte in passato. 

di Valentina Leone


VELLETRI - Lo sguardo penetrante di Rodolfo Wilcock sul mondo è stato catturato dalle inquadrature del Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, in cui interpretava il sacerdote Caifa, tuttavia rimane avvinto in maniera indissociabile ai numerosi scritti in versi e in prosa che non godono oggi di frequenti ristampe, nonostante l’importanza riconosciuta a livello internazionale.
Nei locali dell’ex Scuola d’Arte “Juana Romani”, lo scorso pomeriggio di sabato 24 giugno, Marisa Monteferri, diretta testimone dell’operare di Wilcock, ha aperto il reading di poesie inquadrando l’autore attraverso un breve profilo biografico che ha toccato le origini argentine (classe ‘19), il primo soggiorno in Italia negli anni Cinquanta e il trasferimento nel 1958 a Velletri, successivo a un periodo trascorso nell’odiata Roma, lungo una decade e interrotto per l’esigenza di seguire la rappresentazione dei propri lavori teatrali al Teatro Argentina di Roma e al Teatro XX di Parigi.
Matteo Fosco Iacopini ha sottolineato proprio la scelta veliterna di Wilcock, da porre tra la schiera di artisti, letterati, attori, intellettuali che sono passati per la città castellana, lasciando un segno, e che mai hanno deciso di restarle per sempre legati. Una condizione evidenziata dall’oratore riprendendo il verso del poeta argentino, amico di Borges, «perciò la morte comincia a una certa altezza», letto – forse con una certa ingerenza critica – come l’espressione poetica di un sentimento di morte percepito e descritto per primo dall’artista che può essere trasferito, mutatis mutandis, alla situazione di stasi culturale a Velletri. All’introduzione è seguita la lettura di molti componimenti poetici, per la maggioranza appartenenti alla fase argentina perché, come ha precisato in un intervento il Professor Adeo Viti, Wilcock si è dedicato alla poesia prevalentemente durante gli anni giovanili; mentre nel periodo passato a Velletri, tra gli anni Sessanta e Settanta, si affermò in Italia con la scrittura in prosa, con l’attività di critico teatrale, che svolgeva sulla rivista specialistica «Sipario» della Bompiani, e soprattutto con quella di traduttore, unico mezzo di sostentamento, che ha prodotto alcune trasposizioni rimaste attualmente insuperate, come è la traduzione dell’intera opera drammatica di Christopher Marlowe, drammaturgo elisabettiano contemporaneo di Shakespeare.
L’evento si è articolato con una lettura di versi presi da diverse raccolte poetiche, intervallati da contestualizzazioni e brevi contributi, in modo da abbracciare la produzione di Wilcock e invogliare i presenti alla lettura di un autore attento a rappresentare l’uomo e il suo ambiente, senza retoriche o perbenismi linguistici. Nella maratona di lettura si sono succeduti, a rotazione, Matteo Fosco Iacopini, Christian Ronchetti, Marisa Monteferri e Maria Luisa Melo, Flavio Pampena, che hanno proposto un’interessante lettura di poesie in traduzione italiana e in relativa versione originale, Pasquale Larotonda e l’artista Shany Martin che, con verve comica, ha sottolineato la sua “Partecipazione speciale” segnalata sulla locandina. Stimolante anche la questione politica, toccata da Sandro Bologna, che ha calato nella realtà storica del tempo la decisione di Wilcock di lasciare l’Argentina quando si instaurò il peronismo, in un atto di reazione a ogni estremismo politico. La partecipazione a Leggendo Wilcock, confermata da diversi interventi del pubblico, è stata il coronamento di un evento che è riuscito a trasmettere, in particolare ai non conoscitori della materia, l’impulso ad approfondire l’opera omnia dell’argentino. La scelta di testi significativi da parte dei lettori, ciascuno dei quali ha compiuto un percorso personale nella lirica wilcockiana, ha tracciato la grandezza di un autore la cui ultima volontà, accontentata solo dopo la morte nel 1978 a Lubriano nell’alto Lazio, era di ottenere la cittadinanza italiana, memore di quel senso di appartenenza al territorio sviluppato anche nel periodo veliterno.




Federico Moccia a “Velletri Libris” con 'Tre volte te': “Sono uno scrittore che nasce dal pubblico”

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Terzo appuntamento per la rassegna letteraria nazionale organizzata dalla Mondadori Bookstore Velletri-Lariano in collaborazione con la Fondazione Arte e Cultura. Ospite il noto scrittore Federico Moccia. 

di Rocco Della Corte


VELLETRI – Un altro successo per la terza data della rassegna nazionale “Velletri Libris”. Protagonista lo scrittore Federico Moccia, dalle cui opere sono stati tratti diversi film che hanno riscontrato un enorme successo di pubblico e di critica coinvolgendo soprattutto le generazioni più giovani, senza escludere però alcuna fascia di età.
L’autore di Tre volte te, ultimo romanzo in ideale continuità con i precedenti Tre metri sopra il cielo e Ho voglia di te, ha esordito rievocando i suoi ricordi da bambino che lo legano a Velletri, dove la sua famiglia spesso si recava in villeggiatura. “Sono uno scrittore che nasce dal pubblico – ha detto Moccia – perché Tre metri sopra il cielo fu un flop. Io avevo solo la voglia di descrivere la bellezza di un amore, ma ricevetti un diniego da tutte le case editrici a cui spedii le bozze. Credevo, però, nella storia raccontata: tutti alla fine del primo amore si sentono soli, delusi, abbandonati. Non mi sono perso d’animo e mi hanno dato la spinta dei piccoli grandi episodi. Pubblicai con la casa editrice Il ventaglio, e vedendo una volta, all’Argentario, una ragazza che leggeva il mio libro provai un’emozione indescrivibile”.
Lo scrittore ha dunque cominciato una sorta di gavetta, pubblicizzando il libro pubblicato a proprie spese presso le librerie della zona in cui abitava. Esaurite le copie stampate e chiusa la casa editrice che lo aveva inserito nel suo catalogo, Tre metri sopra il cielo divenne un fenomeno mediatico tale che andò avanti, prima di essere edito da Feltrinelli, grazie alle fotocopie che si facevano tra di loro i lettori. Un segnale di forte gradimento sfociato poi nella trasposizione cinematografica, e in una riedizione rivisitata (ad esempio, i cellulari furono inseriti in seguito visto lo stacco temporale e i progressi tecnologici tra il 1992 e il 2004). Ma Moccia ci ha tenuto a sottolineare, anche incalzato dalle domande del bravo Ezio Tamilia, l’eterogeneità del suo pubblico: “Non lo ritengo un libro per adolescenti, come non lo è questo che presento adesso. Ci sono spaccati di sentimenti che comprendono famiglie, genitori e figli, e sono comuni a tutti. Non c’è altro, in Tre volte te, che quella ricerca della serenità di ognuno di noi che però viene minata dall’inquietudine della frenesia quotidiana”. Tornare, dopo il grande successo di vendite a livello internazionale e il boom di incassi in campo cinematografico, con gli stessi personaggi è stata una scommessa. Lo scrittore, per questo, si è fatto forza proprio sul pubblico: “Molti ragazzi mi dicono che ho centrato in pieno le caratteristiche della loro vita, e questo mi dà soddisfazione.
Confesso che è stato difficile riprendere in mano Baby, Step, Gin, con i loro soprannomi che inizialmente venivano criticati e parodizzati ma poi sono diventati internazionali perché in fondo rappresentano una cosa comune in tutti i rapporti umani, d’amicizia o d’amore. Mi sono letteralmente immedesimato nei personaggi, mi sembrava di parlare di persone che esistono realmente”. La gradevole conversazione è proseguita, tra aneddoti e analisi letterarie: senza svelare troppo trama ed epilogo, Tamilia – notando come le scelte di vita di alcuni personaggi possa risultare difficile nell’economia della narrazione – ha domandato quale sia stato il capitolo più duro da scrivere: “Sicuramente il finale – ha svelato Moccia – perché è stato il pezzo più sentito. Io scrivo a mano, e poi invio le mie pagine scansionate a dei ragazzi che mi aiutano battendo al computer. Le ultime pagine sono arrivate bagnate, mi sono commosso per l’affetto che ho ormai verso questi personaggi. Hemingway diceva ‘scrivi di ciò che conosci’. In realtà è meraviglioso proprio il fatto che ognuno interpreta e conosce a modo suo”. Impossibile non chiedere quanto l’autobiografia sia presente nelle storie dei protagonisti, di Step, di Baby e degli altri. La risposta è stata parzialmente affermativa: “Step si colloca in un periodo difficile della storia di Roma, io ho mischiato le esperienze con la mia prima fidanzata che ho descritto minuziosamente e a cui mi sono rifatto. Ebbene, dopo anni ci siamo re-incontrati e lei mi ha fatto osservare come la protagonista non le somigliasse per niente. Per me, che l’avevo descritta in maniera precisa, è stato utilissimo sentire questa opinione: mi ha colpito vedere come per amore ci si illuda di conoscere l’altra persona e invece si descrive tutt’altro.
In Tre volte te, comunque, sono meno presente a livello biografico rispetto a Tre metri sopra il cielo”. Un punto nevralgico del romanzo, che partiva da una base di oltre milleduecento pagine e si è ‘ridimensionato’ a circa settecentoquaranta, è la svolta di alcuni dei personaggi che decidono di fare determinate cose nella propria vita: “La scelta è un momento difficile. Ci si mette in gioco ma si rinuncia”. Impossibile non parlare, in una conversazione che mira alla qualità e all’esplorazione del campo letterario contemporaneo a trecentosessanta gradi, delle critiche che in molti hanno rivolto a Moccia nonostante i numeri e le vendite siano insindacabili. Anche Tre volte teè in cima alla classifica dei libri più venduti, ma ha ricevuto varie recensioni in cui si mette in dubbio la bontà della storia: “Io accetto le critiche, mi dispiace vedere che la gente ha difficoltà a manifestare il proprio amore, come se si vergognasse. I sentimenti sono fondamentali e questo libro avvicina l’amore alle persone, proprio per questo sono felice. Mi soddisfa di più l’utilità del libro per qualcuno che il successo in sé. Molto spesso le letture sono superficiali o non si apprezza per partito preso, ma quello che mi interessa è che il riscontro generale è positivo”. Il terzo capitolo di una storia che ha già alle spalle due romanzi era dunque una vera e propria scommessa, ma il pubblico sembra aver premiato ancora Moccia – il quale si è detto orgoglioso di avere anche tanti primi lettori – al passo con i tempi. Proprio sui social la posizione dello scrittore classe 1963 è stata molto netta e positiva rispetto ai luoghi comuni: “Secondo me le storie non cambiano, come ho detto rispetto al ’92 ho dovuto aggiungere la presenza dei cellulari in Tre metri sopra il cielo riscritto nel 2004. Anche da internet, tuttavia, possono venire emozioni forti, leggo tanti commenti di giovani ragazzi o ragazze che scrivono frasi profonde. È semplicemente un modo diverso di esprimersi – ha aggiunto l’autore di Tre volte te– ma si trasmettono comunque i propri sentimenti. Sono dell’idea che la tecnica debba essere schiava dell’uomo, e non viceversa”. Una posizione sicuramente lontana dal cliché di chi vede le nuove generazioni vincolate agli smartphone e incapaci di ragionare, perché, ha specificato Moccia, “l’amore si riesce sempre a fare strada”. Le ultime battute hanno riguardato un eventuale seguito, già chiesto a gran voce dai lettori: “Chi mi legge mi dà forza, rigetto le accuse a chi relega il mio scritto ad un romanzo rosa.
Se dobbiamo dare un colore, è un romanzo bianco e nero, perché parla di persone che non hanno paura di prendere delle decisioni e di personaggi che nascono da adolescenti, quando tutto è appunto o bianco o nero. In ogni caso il mio orgoglio è quello di nascere dal basso, perché se il pubblico non avesse gradito non avrei fatto nulla e tutto sarebbe rimasto un sogno nel cassetto. Io nasco dal pubblico e conto su chi sa leggere con attenzione ciò che cerco di dare”. Al termine, dopo gli applausi e le numerose dediche, un calice di vino e ottime degustazioni offerti dal Casale della Regina e dalla Cantina Piana dei Castelli, partner dell’evento insieme ad Allianz Assicurazioni e Banca Popolare del Lazio. Moccia si è fermato in mezzo al pubblico ed oltre a firmare le copie e scattare foto ha scambiato due chiacchiere con molti dei presenti, bevendo dell’ottimo vino insieme a loro. Proprio in questi momenti di aggregazione e confronto, l’autore e sceneggiatore romano ha dichiarato al nostro Giornale il suo vivo apprezzamento per l’iniziativa: “È un luogo suggestivo, ho visto persone molto attente e sicuramente è un contesto molto colto e curato. Sono rimasto colpito dalla bellezza del posto e dall’educazione di tutti i presenti”. Una bella iniziativa, e l’ennesimo successo: “Velletri Libris”, partito come una scommessa, si configura sempre più come una certezza e lo dimostra la risposta sempre numerosa di pubblico e l’atmosfera coinvolgente di ogni incontro. Prossimo appuntamento giovedì 29 giugno, alle ore 21.00, con Marina Ripa di Meana che parlerà della Roma perduta rievocando le amicizie con Goffredo Parise e Alberto Moravia. Non resta che attendere per ritrovarsi nel Chiostro, sotto le stelle, ad ascoltare. 

FOTOGALLERY
a cura di Rocco Della Corte
(Clicca per ingrandire e visualizzare tutte le immagini)


Quattro soldati veliterni caduti non inseriti nel monumento di Piazza Garibaldi

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In questi ultimi anni, come tenente del Corpo Militare della CRI, ho spesso lavorato in ricerche dell’Ufficio Storico del Corpo Militare di CRI, cosa che mi ha fatto scoprire fatti sconosciuti della nostra storia ed appassionare al tema. 

VELLETRI - Confrontando i soldati caduti durante la Prima Guerra Mondiale inseriti nel nostro monumento ai caduti di Piazza Garibaldi, anche con i nomi dei soldati veliterni seppelliti nel sacrario di Redipuglia, credo che i nomi inseriti siano corretti.

Ho avuto invece dubbi quando leggendo i cognomi dei soldati di Velletri caduti durante la Seconda Guerra Mondiale inseriti nel nostro monumento, ho notato che per alcuni cognomi anche diffusi in città non risulta nessun soldato caduto. Facendo quindi delle ricerche al distretto militare di Latina, al quale Velletri apparteneva nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, ho scoperto che soltanto per i cognomi Taddei (cognome mio e di mio padre) e Zaottini (cognome di mia madre), ben quattro soldati caduti, a distanza di 72 anni dalla fine della guerra, non sono mai stati registrati sul nostro monumento ai caduti di Piazza Garibaldi. Non so come e chi ha ricercato e registrato i caduti veliterni della Seconda Guerra Mondiale sul nostro monumento ai caduti di Piazza Garibaldi, ma se con due soli cognomi ho scoperto quattro soldati non inseriti, mi viene il forte dubbio che chissà quanti altri figli di Velletri, morti per la Patria non sono stati mai inseriti nel nostro monumento ai Caduti e che occorrerà fare un controllo più attento ed accurato per restituirgli ciò che gli spetta di diritto e cioè in questo caso l’inserimento tra i caduti per la Patria nel nostro monumento ai caduti di Piazza Garibaldi. Ecco chi sono e quanto riportano i loro fogli matricolari:





1) ZAOTTINI ANTONIO, caporal maggiore del genio, nato a Velletri il 15-01-1919. Dopo il servizio di leva fu richiamato alle armi nel 1939 ed impiegato in vari reparti del centro e nord Italia fino al 1941, quando partecipò ad operazioni di guerra dapprima sul fronte jugoslavo e successivamente sul fronte russo dove è stato dichiarato disperso e deceduto nel 1943; 




2) ZAOTTINI ORLANDO, caporale di artiglieria, nato a Velletri il 18-02-1911. Dopo il servizio di leva, fu richiamato alle armi dal 1935 al 1937 nella colonia italiana di Somalia. Richiamato nel 1941 ed impiegato in vari reparti del nord Italia e sul fronte francese fino al 1943. Fatto prigioniero fu internato in Germania ove resto dal 1943 al 1945. Venne rimpatriato e ricoverato in lunga degenza presso l’ospedale militare di Roma. Morì a Velletri il 15-03-1946, il giorno dopo le dimissioni dall’ospedale militare di Roma per cause di guerra; 

3) TADDEI ORLANDO, soldato di fanteria, nato a Velletri il 25-02-1922. Dopo il servizio di leva, fu richiamato alle armi nel 1942. Dopo essere stato impiegato in vari reparti del nord Italia è inviato sul fronte russo dal quale risultò disperso durante i combattimenti sul Don nel 1943 e mai più ritrovato, venendo dichiarato in seguito disperso e deceduto; 



4) TADDEI PARIS, soldato di fanteria, nato a Velletri il 10-09-1916. Dopo il servizio di leva fu richiamato alle armi nel 1938 ed impiegato in vari reparti del centro Italia. Nel 1939 fu inviato nella colonia italiana di Libia ove partecipò ad operazioni di guerra nel 1940 e 1941 ed in seguito dichiarato disperso e deceduto. Per ognuno di questi soldati, ho a disposizione i fogli matricolari rilasciati dal distretto militare con la loro carriera ed i certificati anagrafici del Comune di Velletri che comprovano in maniera inoppugnabile quanto asserisco. Chiederò nei prossimi giorni per iscritto all’amministrazione comunale l’immediato inserimento dei nomi di Antonio Zaottini, Orlando Zaottini, Orlando Taddei, Paris Taddei, che hanno dato la vita per la Patria, nel Monumento ai Caduti di Velletri di Piazza Garibaldi. Per la cronaca, il monumento ai caduti di Velletri, per me uno dei più belli che abbia mai visto, fu progettato dall’Architetto Emanuele Caniggia e realizzato nel 1927 per i caduti della Prima Guerra Mondiale, cosa riconoscibile anche dalle sue fattezze che ricordano i monti del Carso e fu inaugurato da Re Vittorio Emanuele III. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, vennero inseriti anche i caduti di quest’altro conflitto. Solo conoscendo la nostra storia e le nostre radici possiamo comprendere il presente e solo tramandandola alle generazioni future possiamo far si che non venga dimenticata! 


Fabio Taddei 
(Patto Popolare Velletri)

La Polisportiva Maracanà alle finali nazionali UISP di Rimini che si sono svolte in riviera dal 22 al 25

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Grande esperienza per la Polisportiva Maracanà alle finali nazionali UISP di Rimini, dal 22 al 25 giugno 2017.

RIMINI - La grande realtà sportiva veliterna, infatti, ha ben figurato coronando una stagione molto importante e con ottimi margini di crescita. 

Dopo questa straordinaria esperienza, è tempo di ringraziamenti. L'ASD Polisportiva Maracanà desidera esprimere la propria profonda gratitudine allo staff, composto da Tonino Tani, Fabrizio Taddei, Carlo Vurchio e Andrea Casini. Un grazie anche agli atleti Stefano Di Giammarino, Massimo Favale, Marco Marchetti, Marco Pontecorvi, Alessandro Casini, Marco Piccinni, Michael Bianchi, Maurizio Giammatteo, Federico Di Bella, Ady Dascalu, David Zarra. Importantissimo anche il supporto dello sponsor tecnico Deco Art, degli sponsor InZona, Carrozzeria Imcam, Centro Medico Buonocore. Le finali nazionali UISP di Rimini si sono rivelate tre giorni di sport, amicizia e divertimento consolidando la grande unità che caratterizza lo staff e gli sponsor.

GALLERIA FOTOGRAFICA













Nonostante l'impegno in trasferta, sono proseguiti i tornei: ecco i risultati e i comunicati stampa ufficiali UISP.






Greci: "Non c'è alcun bisogno di un Impianto industriale che danneggi ambiente e agricoltura"

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"Sentire così tante bugie da parte del Sindaco mi fa pensare ancor di più che si sia giunti al 'game over' di questa Amministrazione". 

Comunicato stampa a cura di Giorgio Greci


VELLETRI - Così, questa mattina, nell'aula consiliare, il consigliere comunale Giorgio Greci, ha issato con forza la bandiera di chi, da presidente della Commissione che se n'è a lungo occupata, ha difeso la Velletri dei Comitati, degli agricoltori, degli ambientalisti e di tutti quelli che hanno già ripetuto forte e chiaro il proprio 'No' al business dei rifiuti.
"Quanto affermato dal Sindaco, che ha provato a far credere ai cittadini di aver sposato la linea della commissione, è un'autentica bugia. Bugie atroci, visto che lui e la sua Amministrazione stanno tentando di portare avanti un progetto che non va assolutamente nella direzione della Commissione Speciale sui Rifiuti che io stesso ho presieduto. La Commissione, che aveva un indirizzo tecnico e propositivo, ha sentito tecnici autorevoli, professionisti competenti in materia, arrivando a conclusioni chiarissime, partendo dal presupposto che il terreno di Lazzaria ha una chiara vocazione agricola, insistendo in quelle aree marchi Igp, Igt e bio che avrebbero ricadute spaventosamente negative se uno dei loro progetti andasse in porto. La mia posizione, in tal senso, è sempre stata cristallina, ed oggi come allora ribadisco la bontà di quella relazione, che ha bocciato qualsiasi ipotesi di impianto industriale, visto che Velletri non necessita di impianti di grandi dimensioni, a meno che non si voglia far profitto a danno dell'ambiente e della vocazione agricola di quelle terre, nonché dei tantissimi cittadini che ci vivono e lavorano. Oggi come allora ribadisco che per il bene di Velletri resta un'unica soluzione, quella di azzerare la raccolta della frazione organica nell'area extraurbana, rendendo obbligatorio il compostaggio domestico, realizzando al comtempo mini impianti di comunità per la popolazione del centro urbano, andando così verso l'autogestione del Comune di Velletri, in ossequio all'idea che ogni Comune dovrebbe gestire da se i propri rifiuti. Come già detto e ribadito anche l'11 dicembre, durante l'ufficializzazione della mia candidatura a Sindaco - ha concluso Giorgio Greci -, sono al fianco del Comitato No Biogas e di tutti coloro che si battono per politiche all'insegna della salubrità, cosa che non si ravvede di certo nella gestione dell'Amministrazione Servadio".

Rifiuti, Dario Di Luzio (FDI): "Abbiamo ribadito con forza il No ai megaimpianti industriali"

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Il consigliere Dario Di Luzio: "Abbiamo ribadito con forza che la soluzione ottimale e migliore per Velletri non è assolutamente quella dei mega impianti industriali per la gestione dei rifiuti che la giunta Servadio ed il Partito Democratico stavano cercando di realizzare ai cinque archi in contrada Lazzaria". 

Comunicato stampa a cura di Dario Di Luzio


VELLETRI - "Per gestire la parte di umido dei rifiuti prodotti nel nostro comune sono sufficienti dei mini impianti di comunità per il centro oltre al compostaggio domestico obbligatorio per le utenze situate nel vasto territorio extra urbano, iniziative utili anche per ridurre la tariffa per cittadini e imprese.

Per fortuna il Consiglio Comunale si è espresso a larga maggioranza sfiduciato proprio Servadio ed Pd. Ora il sindaco dovrà immediatamente andare in Volsca e comunicare che il suo Comune vuole rinunciare al progetto dell'impianto industriale da 33.000 tonnellate su cui stavano già lavorando. Lo deve fare subito nel rispetto della votazione d Consiglio Comunale che con 15 voti favorevoli ha confermato questo, contro i soli 5 favorevoli (tutti del Pd). Dal punto di vista politico un segnale chiaro contro questa amministrazione al capolinea, se fossero coerenti dovrebbero dimettersi dopo questa evidente sconfitta politica su un punto importantissimo del mandato elettorale.
Confermo tutto l'impegno  dimostrato durante i lavori della commissione speciale rifiuti ben coordinata dal presidente dottor Giorgio Greci, che ha prodotto una relazione finale chiara e che va esclusivamente sulla direzione della tutela della salute pubblica dei cittadini, della salvaguardia del territorio, delle falde acquifere della zona e dei prodotti agricoli che vengono prodotti, con importanti marchi di pregio e qualità con Igp, Dop, Doc e Bio. Non serve e non vogliamo nessun mega impianto industriale. Ovviamente i 15 voti favorevoli sono per la mozione che chiede la sospensione del progetto del mega impianto industriale Un risultato positivo per la città, noi consiglieri abbiamo fatto il nostro merito all'impegno del comitato, di associazione di agricoltori, di professionisti, di tanti cittadini che sono scesi in piazza e di chiunque abbia dato un contributo".

"Storia delle Religioni e Archeologia II": convegno internazionale di studi a Velletri, 11-15 luglio 2017

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A Velletri in programma il convegno internazionale “Storia delle Religioni e Archeologia II: I Luoghi del Culto” dall’11 al 15 luglio 2017 presso la sede locale dell’Università Telematica “Pegaso” (Palazzo Romani, corso della Repubblica 253, adiacente piazza S. Martino). 

VELLETRI - L’iniziativa si pone in continuità scientifica con il convegno “Storia delle Religioni e Archeologia. Discipline a Confronto”, realizzato presso la Sapienza Università di Roma nel 2008, e vuole essere un omaggio che la direzione del Museo dedica alla memoria dell’archeologa Luciana Drago, recentemente scomparsa, che a lungo ha studiato il territorio di Velletri e collaborato con le attività portate avanti dal Museo delle Religioni.
Il suo contributo è stato fondamentale per la recente riqualificazione dell’area archeologica delle SS. Stimmate, sede del cosiddetto “Tempio Volsco” di Velletri.

Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”
Storia delle Religioni e Archeologia II
i Luoghi del Culto
11-12-13-14-15 luglio 2017
Palazzo Romani, sede Università Telematica “Pegaso”
corso della Repubblica 253, Velletri
Martedì 11 luglio ore 9:30
Introduzione ai lavori:
Igor Baglioni - Direttore del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni
Maria Paola De Marchis - Presidente “Calliope” Associazione Culturale
Roberta Atzori - Direttore dell’Università Telematica “Pegaso” - Sede di Velletri
Sara Di Luzio - Presidente del Gruppo Archeologico Veliterno
Saluti istituzionali:
Saluti istituzionali dei Sindaci e delle autorità delle città aderenti alla manifestazione:
“Castelli Romani. Mito, Religioni e Tradizioni Eno-Gastronomiche”
coffee break
ore 10:30 apertura del convegno
Coordina: Diana Segarra Crespo (Instituto Universitario de Ciencias de las Religiones - Madrid)
 Alessia Mistretta (Université de Genève), Il sincretismo religioso in Tripolitania
 Aaron Irvin (Murray State University), Cult, Community, and Empire: Reconfiguring
Gallo-Roman Polytheism, Administration, and Identity
coffee break
 Santiago Montero Herrero (Universidad Complutense de Madrid) - Jorge García Cardiel
(Universidad Autónoma de Madrid), Oráculos en los confines: los lugares de la adivinación
en la Península Ibérica durante la Antigüedad
 Vanessa Del Prete (Universidad Complutense de Madrid), La localización e identificación
de los lugares de culto; ejemplos de Venus en Hispania
Martedì 11 luglio ore 15:00
Coordina: Annalisa Lo Monaco (Sapienza Università di Roma)
 Guglielmo Genovese (Università degli Studi dell’Aquila) - Francesca De Cataldo
(Sapienza Università di Roma) - Camilla Fattore (Université Paris 1 Panthéon Sorbonne) -
Ludovica Mazzitelli (Sapienza Università di Roma), Luoghi di culto extraurbani, santuari
di frontiera e miti della colonizzazione achea nell’Italia meridionale
 Valeria Ducatelli (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), Un deposito votivo
dall’area meridionale di Gabii (RM): riflessioni da un documento d’archivio
 Francesco Rubat Borel (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città
Metropolitana di Torino) - Andrea Arcà (Università degli Studi di Pisa) - Angelo E.
Fossati (Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano), La Roccia dei Giochi / Roccia di
Giove ad Usseglio: il culto di Giove su un masso con incisioni dell’età del Ferro nelle Alpi
Graie
coffee break
Ore 17:00 visita ai Musei Civici di Velletri
Martedì 11 luglio ore 19:00
Serata di Festa e Cultura a Lanuvio
Mercoledì 12 luglio ore 9:30
Coordina: Alberto Camplani (Sapienza Università di Roma)
 Jorunn Økland (Norwegian Institute at Athens), The role of gender in ritual construction
of “sacred spaces”
 Domenico Benoci (Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana - Roma), Loca sancta
scariphare: i graffiti devozionali come indicatori dei culti cristiani
 Gabriella Di Rocco (Pontificia Università “San Tommaso d’Aquino” - Roma), Dal Tempio
alla Chiesa. Continuità e riuso dello spazio sacro: il caso di Cipro
coffee break
 Giuseppe Cuscito (Sapienza Università di Roma), Simbolismo cosmico e spiritualizzazione
del Tempio e del culto nell’Ebraismo della tarda Antichità
 Vittoria Luisa Guidetti (Società Italiana di Storia delle Religioni), Il portico ottagonale
annesso alla Chiesa del Sion
Mercoledì 12 luglio ore 15:00
Coordina: Marco Nocca (Accademia di Belle Arti di Roma)
 Giuseppina Ghini (Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell’Etruria Meridionale) -
Cecilia Predan (Sapienza Università di Roma) - Donata Sarracino (Sapienza Università di
Roma), Un luogo di culto a Velletri: l’area archeologica delle SS. Stimmate tra scavi,
ricerche e valorizzazione
 Daniele Federico Maras (Pontificia Accademia Romana di Archeologia), Le più antiche
iscrizioni votive latine da Velletri e il rapporto tra epigrafia e archeologia del culto
nell’Italia preromana
coffee break
Ore 17:00 visita all’area archeologica delle SS. Stimmate di Velletri
Mercoledì 12 luglio ore 19:00
Serata di Festa e Cultura a Lariano
Giovedì 13 luglio ore 9:30
Coordina: Anna Pasqualini (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”)
 Fabio Giorgio Cavallero (Sapienza Università di Roma), La definizione dello spazio sacro
a Roma e le sue differenti classificazioni
 Francesca Boldrer (Università degli Studi di Macerata), Carattere religioso e culti
dell’hortus romano: tipologie multiculturali nelle fonti storico-letterarie latine
 Alessandro Locchi (Sapienza Università di Roma) - Fabrizio Vistoli (Società Magna
Grecia), «Viridis ne torreat herbas» (Columella, De re rustica X, 342). Pratica desecratoria
e omeopatia profilattica in un antico lucus Oltretevere
coffee break
 Alessio Quaglia (Universidad Complutense de Madrid), Divinità e territorio: dal
“multiculturalismo” del Foro Boario alla fondazione dell’Ara Massima
 Rosy Bianco (Sapienza Università di Roma), Divinità e luoghi di culto nel suburbio di
Roma
 Marina Piranomonte (Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e paesaggio di
Roma), Anna Perenna, storia e trasformazione di un luogo di culto
Giovedì 13 luglio ore 15:00
Coordina: Emanuele Ciampini (Università Ca’ Foscari di Venezia)
 Valeria Tappeti (Sapienza Università di Roma), Elementi osiriaci e culti funerari nelle
«tombe palazzo» di al-ʿAssāsīf, Tebe
 Annunziata Rositani (Università degli Studi di Messina), Tempio e società in Mesopotamia
durante il periodo paleo-babilonese (2000-1600 a.C.)
coffee break
 Stefano Valentini (School of Religious Studies - Center for Ancient Mediterranean and
Near Eastern Studies, Firenze), Archeologia del culto e cultura materiale: l’esempio
dell’Area Sacra di Tell Barri (Siria)
 Raz Kletter (University of Helsinki), Traditions of Cult/Rituals in Philistia and Judah in
the Archaeological Record
Giovedì 13 luglio ore 19:00
Serata di Festa e Cultura a Rocca Priora
Venerdì 14 luglio ore 9:30
Coordina: Claudia Santi (Università della Campania “Luigi Vanvitelli” - Napoli)
 Massimiliano Di Fazio (Università degli Studi di Pavia), “Comunitari”, “federali”, “di
confine”. Categorie di santuari nell’Italia centrale antica
 Gérard Capdeville (Université Paris-Sorbonne), Natura e funzioni dei luci nell’Italia
centrale
 Anna Corsi (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città dell’Aquila e i
Comuni del Cratere), I luoghi del culto nelle città etrusche: quali spazi e quali dei?
coffee break
 Gabriella Carpentiero (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Molise) -
Clara di Fazio (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Molise) - Federica
Spagnoli (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Molise), Lo spazio degli
dèi nel Sannio Pentro. Forme, luoghi, relazioni e pratiche di culto
 Marialucia Giacco (Università degli Studi di Napoli “Federico II”), Organizzazione
territoriale e distribuzione spaziale dei luoghi di culto della Campania centro-settentrionale
dall’età arcaica all’età ellenistica
 Giuseppina Paola Viscardi (Università degli Studi di Salerno), Topografia dello spazio
sacro nel paesaggio religioso della Campania antica: il caso di Marica
Venerdì 14 luglio ore 15:00
Coordina: Giancarlo Rinaldi (Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”)
 Arduino Maiuri (Sapienza Università di Roma), Natura e cultura a confronto in epoca
imperiale: l’iconografia dei luoghi di culto in grotta nell’esperienza cristiana e mitraica
 Antonio Pio Di Cosmo (Universidad de Córdoba), Ripensare la geografia della città: i
vescovi e la mappa sacra. Il fenomeno di ridefinizione urbanistica nell’alta Puglia: i casi di
Siponto e Canosa
 Francesca Romana Nocchi (Università degli Studi della Tuscia), Strategie politicoreligiose:
gli Epigrammata Damasiana, un exemplum d’interazione fra archeologia e
letteratura
coffee break
 Laura Carnevale (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”) - Daniela Patti (Università
degli Studi di Enna “Kore”), Luoghi di culto tra tarda Antichità e Altomedioevo sul
Gargano: L’Eremo di San Nicola
 Anna Tozzi Di Marco (Università degli Studi di Padova), La devozione ai Sette Santi
Dormienti nel Mediterraneo. L’oratorio sulla Via Appia Antica di Roma
Venerdì 14 luglio ore 19:00
Serata di Festa e Cultura a Nemi
Sabato 15 luglio ore 9:30
Coordina: Ileana Chirassi Colombo (Università degli Studi di Trieste)
 Dimitra Maria Lala (Eforato per le Antichità dell’Attica Orientale), Problemi metodologici
nell’identificazione, quantificazione e valutazione degli antichi culti nell’Egeo sud-orientale
 Marcello Tozza (Universidad de Málaga), Comportamento religioso nell’età del bronzo
egea: il problema del “riconoscimento” di un contesto cultuale
coffee break
 Rita Sassu (Politecnico di Bari), Dalla liturgia al progetto: lo spazio architettonico nel
santuario greco
 Diana Guarisco (“Alma Mater Studiorum” - Università di Bologna), Il Brauronion di
Atene: questioni di metodo
 Bianca Ferrara (Università degli Studi di Napoli “Federico II”), Definizione degli spazi
sacri tra città e territorio: il caso di Gela
Sabato 15 luglio ore 15:00
Coordina: Maria Giovanna Biga (Sapienza Università di Roma)
 Marinella Ceravolo (Sapienza Università di Roma), La presenza del dio nel tempio: la
statua divina come fondamento del culto in Mesopotamia
 Ludovica Cecilia (Sapienza Università di Roma) - Maria Teresa Renzi-Sepe (Sapienza
Università di Roma), Il culto attraverso l’immagine e l’immagine del culto: un caso di
studio per le divinità mesopotamiche Adad e Nergal
 Alessia Leone (Sapienza Università di Roma), Note sui depositi di fondazione e rituali
annessi in Mesopotamia
coffee break
Tavola Rotonda Conclusiva
Coordina:
Igor Baglioni (Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”)
Intervengono:
Giancarlo Rinaldi (Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”)
Claudia Santi (Università della Campania “Luigi Vanvitelli” - Napoli)
Sabato 15 luglio ore 19:00
Serata di Festa e Cultura a Rocca di Papa

Apericena con l'AISPAC, aggregazione e sociale: "Cerchiamo di aiutare e ascoltare"

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Iniziativa molto importante presso il ristorante Prince Milleluci: l'AISPAC, tramite una serata-evento, ha esposto i propri progetti e i primi risultati dello sportello d'ascolto per le donne maltrattate.

di Rocco Della Corte


VELLETRI - Sembra una tematica molto lontana da noi, ma a Velletri ogni giorno ci sono due casi di donne maltrattate. Purtroppo, quindi, l'AISPAC - associazione che si regge sulla forza di volontà di un team motivato, giovane e preparato - si trova sempre più spesso alle prese con nuovi casi di denuncia e persone che chiedono aiuto. 
La serata a sostegno dello sportello d'ascolto "Il volo dell'Airone"è nata proprio per questo scopo sociale e umanitario, ed ha riscosso un grande successo di pubblico viste le tantissime persone che hanno aderito all'apericena. Dopo l'importante firma del protocollo tra AISPAC e Comune di Velletri, i progetti per questa realtà fondamentale sul territorio sono molto chiari: aprire altri sportelli, rafforzare le collaborazioni con forze dell'ordine, magistrati e servizi sociali. La presidente AISPAC, dottoressa Maria Turiello, ha rilasciato durante la serata alcune dichiarazioni al nostro Giornale: "L'Associazione lavora tanto, abbiamo tanti casi che ci vengono assegnati o segnalati da varie associazioni. L'obiettivo è quello di aprire nuovi sportelli, prossimamente a Valmontone e poi a Tivoli, nonché a Palestrina".
Per sostenere lo sportello è stata organizzata anche un'asta di beneficenza, che ha dato buoni risultati: "L'asta è stata una cosa carina, suggerita dalla Croce Rossa che ha maggiore esperienza, ci sono degli elementi importanti messi a disposizioni tra litografie, libri, quadri, immagini in marmo". In merito allo sportello di Valmontone, la nostra Redazione ha ascoltato anche le dottoresse Sabrina Pellegrini e Francesca Pasquazi. La prima ha mostrato tutta la propria passione e la propria energia nel cimentarsi in questo stimolante ma difficoltoso percorso professionale: "Ci siamo avvicinate all'AISPAC grazie alla presidente che ci ha travolto e coinvolto al momento stesso nel progetto. L'Associazione da lei fondata è una delle realtà che combatte realmente la violenza in generale e contro le donne in particolare. Trovo l'AISPAC - ha sottolineato - piena di iniziative e progetti concreti, ed è quello che serve". A farle eco la dottoressa Pasquazi, presente anche al momento della firma del protocollo d'intesa con il Comune di Velletri e che si è soffermata proprio su questo atto: "E' fondamentale l'appoggio delle istituzioni, speriamo di avere un riscontro positivo e un'apertura in altri Comuni". "Principalmente - ha concluso - ci occuperemo maltrattamenti di donne e minori e reati di stalking, in coordinamento, ovviamente, con le autorità competenti".
Presente anche l'assessore Giulia Ciafrei, delegata ai Servizi Sociali, che dopo l'intervento della presidente Turiello e prima dell'apertura dell'asta ha portato il saluto dell'amministrazione. "Credo molto in questa realtà e nei progetti dell'Associazione, penso che di persone come la dottoressa Turiello dovrebbero essercene molte di più. La speranza è quella di non avere mai a che fare con casi di stalking, maltrattamento o quant'altro, ma purtroppo bisogna farci i conti e vi assicuro che accadono molti di questi episodi spiacevoli. Io sono a completa disposizione e pronta a collaborare, la firma di giovedì è una dichiarazione di intenti notevole". Successivamente, al via l'asta, coordinata dal dottor Amedeo De Dominicis, che ha visto sul tavolo degli oggetti in palio pezzi di assoluto valore e di grande bellezza. In generale un momento di aggregazione importante per l'AISPAC, senza perdere di vista la funzione sociale che è spinta trainante dell'operativa associazione nazionale, che ha base a Velletri ma punta proprio ad ampliarsi sempre più per aiutare e ascoltare.

GALLERIA FOTOGRAFICA
a cura di Rocco Della Corte
(Clicca per ingrandire le immagini)



Lettera dal Venezuela alle italiane e agli italiani del 23 giugno 2017

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L'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, circolo di Velletri, segnala la lettera pubblicata sul portale cambiailmondo.org relativa alla situazione del Venezuela.

“Care italiane, cari italiani, cari connazionali, 
Leggendo nei siti on line di gran parte dei quotidiani italiani ed ascoltando i report radiofonici e televisivi emessi dalla Rai e da altre catene, abbiamo purtroppo registrato che rispetto ai fatti venezuelani, vige una informazione a senso unico che rilancia esclusivamente le posizioni e le interpretazioni di una delle parti che si confrontano.
Abbiamo anche letto e ascoltato spesso che l’attenzione prestata alla situazione venezuelana viene giustificata per la presenza in Venezuela di una “consistente comunità italiana o di origine italiana” in sofferenza e che sembrerebbe essere accomunata in modo unanime alle posizioni dell’opposizione. Noi sottoscrittori di questa lettera, siamo membri di questa comunità. Ma interpretiamo in modo assai diverso l’origine e le cause della grave situazione che attraversa il paese dove viviamo da tanti anni e dove abbiamo costruito la nostra vita e formato le nostre famiglie. Siamo in questo paese perché vi siamo arrivati direttamente o perché siamo figli e nipoti di emigrati italiani che raggiunsero il Venezuela nel dopoguerra per emanciparsi dalla situazione di povertà o di mancanza di opportunità e di lavoro in Italia. In tanti abbiamo condiviso e accompagnato il progetto di socialismo bolivariano proposto da Chavez e proseguito da Maduro, sia come militanti o elettori, sia partecipando direttamente il progetto di un Venezuela più giusto e solidale. Ciò che era ed è per noi inaccettabile è che in un paese così bello e ricco di risorse e di potenzialità, decine di milioni di persone vivessero da oltre un secolo in una situazione di oggettiva apartheid, al di fuori da ogni opportunità di emancipazione sociale e quindi senza i diritti essenziali che sono quelli di una vita dignitosa, cioè quello delle reali condizioni di vita, di lavoro, di educazione, di servizi sanitari pubblici, di pensioni per tutti. Questa situazione è durata in Venezuela per oltre 100 anni e bisogna chiedersi perché, soltanto all’inizio di questo secolo, con Hugo Chavez, per la prima volta nella storia di questo paese, questi problemi sono stati affrontati in modo deciso. E come mai, prima, questo non era accaduto. Chi oggi manifesta nelle strade dei quartieri ricchi delle città del nostro paese, gridando “libertà!” dove stava, cosa faceva, di cosa si occupava, prima che Chavez fosse eletto in libere elezioni democratiche ? In questi anni, diverse agenzie dell’Onu e l’Onu stessa, hanno certificato che il Venezuela è stato tra i primi paesi al mondo nella lotta alla povertà, all’analfabetismo, alla mortalità infantile, raggiungendo risultati che non hanno confronti per la loro entità, rapidità e qualità. Si citano la mancanza di prodotti di primo consumo e di farmaci, ma nessuno dice che è in atto una azione coordinata di accaparramento e di speculazione che ha fatto lievitare i prezzi e fatto crescere in modo esponenziale l’inflazione. Chi ha in mano il settore dell’importazione di questi prodotti ? Alcune grandi e medie imprese private per giunta sovvenzionate dallo Stato. La penuria di questi prodotti è in realtà l’effetto dell’inefficienza di questi gruppi privati nel migliore dei casi, o piuttosto dell’uso politico che essi stanno operando, analogamente a quanto avvenne in Cile, nel 1973 per abbattere il governo democratico di Allende. E’ evidente che l’obiettivo principale di questa specie di rivolta dei ricchi (perché dovete sapere che le rivolte sono situate solo nei quartieri ricchi delle nostre città) sia rimettere in discussione tutte le conquiste sociali raggiunte in questi anni, svendere la nostra impresa petrolifera e le altre imprese nascenti che operano in settori strategici, come il gas, l’oro, il coltan, il torio scoperti recentemente e in grandi quantità nel bacino del cosiddetto arco minero: l’obiettivo di questi settori sociali è tornare al loro mitico passato, un passato feudale in cui una piccola elite godeva di tanti privilegi e comandava sul paese, mentre decine di milioni languivano nell’indigenza. Noi non abbiamo una verità da trasmettervi; abbiamo però tante cose che possiamo raccontare e far conoscere agli italiani in Italia. Che possiamo dire ai vostri giornalisti e ai vostri media. A partire dal fatto che la comunità italiana non è, come oggi si vuol dare ad intendere, schierata con i violenti e con i vandali che distruggono le infrastrutture del paese o con i criminali che hanno progettato e che guidano le cosiddette proteste che non hanno proprio nulla di pacifico. La comunità italiana in Venezuela è composta di circa 150 mila cittadini di passaporto e oltre 2 milioni di oriundi. Questi cittadini, che grazie alla Costituzione venezuelana approvata sotto il primo governo di Hugo Chavez possono avere o riacquisire la doppia cittadinanza, hanno vissuto e vivono insieme agli altri venezuelani i successi e le difficoltà di questi anni. Gran parte di loro hanno sostenuto e sostengono il processo di modernizzazione e democratizzazione del Venezuela. Molti di loro sono stati e sono sindaci, dirigenti sociali e politici, parlamentari della sinistra, imprenditori aderenti a “Clase media en positivo”, ad organizzazioni cristiane come Ecuvives ed hanno sostenuto e sostengono il processo bolivariano. Diversi di loro hanno partecipato alla stesura della Costituzione, che molto ha preso dalla Costituzione italiana. In gran parte hanno sostenuto Hugo Chavez e sostengono Maduro, opponendosi alle manifestazioni violente e vandaliche organizzate dai settori dell’ultra destra venezuelana. Un’altra parte, limitata, come è limitata l’elite venezuelana, è sulle posizioni dell’opposizione. Grazie a sostegni finanziari esterni svolgono una continua campagna di diffamazione del Venezuela bolivariano in molti paesi, compresa l’Italia. L’Ambasciata italiana censisce una ventina di associazioni italiane in Venezuela. Si tratta di associazioni costituite sulla base della provenienza regionale dei nostri emigrati, veneti, campani, pugliesi, abruzzesi, siciliane, ecc. che aggregano circa 7.000 soci e che intrattengono relazioni stabili con l’Italia e le proprie regioni. Solo alcune di queste associazioni, insieme a qualche giornale sovvenzionato con fondi pubblici italiani, hanno svolto in questi anni, in piena libertà, una campagna di informazione contro l’esperienza bolivariana; esse hanno costituito talvolta le uniche “fonti di informazione” privilegiate e accreditate da diversi organi di stampa italiani. Ma questa non è “la comunità italiana” in Venezuela. Ne è solo una parte limitata, le cui opinioni vengono amplificate da alcuni organi di informazione. Il resto della comunità italiana e il resto del mondo degli oriundi italo-venezuelani si organizza e si mobilità in questo paese nello stesso modo in cui si mobilita e si organizza il resto del paese. Vi è chi è contro e chi è a favore del processo bolivariano. Da questo punto di vista, non vi è alcun pericolo per la collettività italiana in Venezuela. Come in ogni paese latino americano, e come dovunque, si parteggia e si lotta con visioni politiche e sociali differenti. Strumentalizzare la presenza italiana in Venezuela è un gioco sbagliato, pericoloso e che non ha alcun fondamento se non l’obiettivo di alimentare lo scontro e la menzogna.”

Caracas, 23 giugno 2017
Fonte: https://cambiailmondo.org/2017/06/23/lettera-dal-venezuela-alle-italiane-e-agli-italiani/#more-30163

Velletri e i velletrani: immagini inedite degli inizi del Novecento

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Proiezioni di fotografie d’epoca, confronti su singoli scorci del centro storico e racconto per immagini di una città che molti non hanno conosciuto nella sua grande ricchezza. 


VELLETRI - Giovedì 6 luglio alle ore 17 nella Sala Micara di Corso della Repubblica si svolgerà la proiezione.  
Al termine dell’incontro soci e simpatizzanti si ritroveranno presso il vicino Ristorante La Forbice per una pizza insieme, chiudendo la programmazione degli appuntamenti per la pausa estiva e dare così appuntamento al prossimo autunno per altri incontri. Informazioni e prenotazioni: Bruno Pallotti Acconciature (Piazza Mazzini) - Tel. 069636315 Maria Crespi Ciarla - Tel. 069625403 Giorgio Maggiore - (cellulare) 3387080872

Conferenza stampa per la quarta edizione di “Vengo via con te”: adottiamo i cani del Canile Comunale

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Lunedì 26 Giugno, presso la sala Tersicore del Comune di Velletri si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della manifestazione “Vengo via con te. Adottiamo i cani del canile, che si svolgerà Sabato 8 Luglio, alle ore 16.30, presso il Parco Comunale di Villa Ginnetti. 

di Giorgia Rossetti

VELLETRI - L’evento, ideato e organizzato dall’Agenzia Blink di Ottavia Lavino in collaborazione con il Comune di Velletri e con l’associazione veliterna Tutela del Cane, è arrivato alla sua quarta edizione, portando avanti il suo obiettivo di promuovere l’adozione dei cani ospiti del canile municipale di Velletri e di sensibilizzare contro il fenomeno dell’abbandono canino, crescente soprattutto durante la stagione estiva.

La conferenza è stata aperta proprio da Ottavia Lavino, la quale, dopo aver ringraziato gli sponsor che hanno permesso l’evento e aver descritto il programma dell’iniziativa, ha sottolineato con orgoglio quanto la manifestazione stia crescendo e come la popolazione risponda bene, nonostante i problemi di tipo organizzativo e finanziario. È intervenuta poi l’Assessore alla Tutela dei Diritti degli Animali, Giulia Ciafrei portando i saluti del Sindaco e ringraziando Ottavia Lavino per essersi impegnata in un progetto così valido nel sociale. La titolare delle deleghe ai Servizi Sociali ha poi dichiarato che il canile di Velletri si trova in un momento un po’ critico per via di una gastroenterite che sta colpendo i cani ospiti della struttura, e spera che le persone si sensibilizzino e procedano con le adozioni. Ha messo inoltre l’accento su un progetto molto importante che portato avanti dall’Amministrazione comunale, ovvero quello della sterilizzazione e della microchippazione gratuita. Aderendo a tale progetto, si può evitare che nascano cucciolate indesiderate, poi abbandonate e causa del sovraffollamento del canile e della morte di molti cuccioli.

Carol Bonomo, Responsabile dell’Ufficio Tutela degli animali, ha ribadito l’importanza del progetto di sterilizzazione dei cuccioli, completamente a carico del Comune di Velletri, sottolineando il fatto che i cani, oltre ad essere sterilizzati, vengono prima visitati e sottoposti al test per la lesmaniosi. La Bonomo ha fornito dati utili sul canile dichiarando che “nel 2016 ci sono stati 223 ingressi e 160 adozioni, mentre nel 2017 gli ingressi sono stati 27 così come le adozioni”. Si è poi voluta soffermare su un problema serio per il canile municipale di Velletri, ovvero quello degli ingressi incontrollati ed ingestibili di cani che provengono anche da Comuni limitrofi privi di un canile comunale, in quanto, nonostante la legge in vigore, in tutta la provincia Velletri è l’unica città ad avere un canile municipale. Dopo aver proceduto con i vari ringraziamenti la responsabile dell’Ufficio Tutela degli animali ha aggiunto che sul territorio veliterno sono state dichiarate e registrate 50 colonie feline, tutte sterilizzate e reinserite, così da non contrastare con l’inclinazione alla libertà tipica dei nostri amici gatti. A prendere la parola è stata dunque la Dottoressa Valeria Saltarelli, Direttore Sanitario del canile comunale, dichiarando che quest’anno le sterilizzazioni sono state 200, l’85% di cucciole femmine, e ribadendo quanto sterilizzare sia importante al fine di diminuire i decessi dei cuccioli, che, nonostante il personale qualificato attivo 24 ore al giorno, sono di difficile gestione, soprattutto per via della diffusione di numerose malattie infettive. Ha concluso la mattinata l’intervento di Silvia Fava, Responsabile dell’Associazione di promozione sociale Gianni Ballerio, che ha raccontato dell’impegno dei suoi 15 ragazzi, i quali con un’azione di volontariato hanno aiutato il Canile comunale tutti i sabato mattina e che si sono prodigati con entusiasmo anche in altre attività sempre all’insegna del bene comune. Silvia Fava ha dichiarato: "In questo modo, i giovanissimi sviluppano un alto senso di giustizia e una forte voglia di compiere azioni sociali significative”. L’8 luglio la manifestazione si articolerà in due parti: prima sfileranno i cani del Canile Comunale di Velletri, con in sottofondo la voce di uno speaker che narrerà brevemente le loro storie, descrivendone il carattere; mentre nella seconda parte del pomeriggio sfileranno i cani già adottati presso il canile di Velletri, con premiazione del “cane più simpatico”. Per chi volesse far partecipare i propri amici a quattro zampe alla sfilata, alleghiamo le regole della suddetta.

REGOLE SFILATA CINOFILA AMATORIALE 

1 - Finalità: il concorso cinofilo “Sfilata cani di proprietà” ha come obiettivo mantenere i contatti con tutti coloro che hanno adottato un cane al canile comunale nonché divulgare una corretta cultura cinofila basata soprattutto sulla costruzione di un rapporto di complicità e affetto tra proprietario e cane.

2 - Ammissioni:possono partecipare tutti i cani adottati tramite il canile comunale oppure attraverso altri canili convenzionati con il comune di Velletri e comunque catturati all’interno del territorio comunale.

3 - Iscrizioni: la sfilata sarà gratuita. L’iscrizione viene effettuata telefonando direttamente al canile comunale  06.96453459 oppure chiamando l'ufficio "Tutela diritti degli animali" del comune di Velletri 06.96158492.
La sfilata è un evento ludico, prima di iscrivere il cane è bene porsi la domanda: “Il mio fedele amico vuole fare questo gioco con me?”.

4 - Svolgimento della gara: tutti i cani sfileranno a fianco del conduttore esclusivamente con pettorina e guinzaglio. Durante la sfilata, per rendere la “prestazione” del cane più divertente, il conduttore potrà chiedere al proprio amico a quattro zampe di eseguire uno o più dei seguenti comandi: seduto, dai zampa, otto tra le gambe del conduttore, riporta la pallina.

4 - Premiazione: verranno premiati i primi tre cani ritenuti più simpatici a giudizio insindacabile di un’apposita giuria composta da un minimo di tre persone.

5 - Normative sulla privacy: le fotografie e i video realizzati durante la manifestazione dagli operatori foto/video incaricati dall’organizzazione, potranno essere resi di pubblico dominio su materiale cartaceo, informatico e ogni altro mezzo ritenuto idoneo ora e in futuro in quanto atti a pubblicizzare l’evento stesso e il conseguente intento benefico. Chi non si esprime dissenziente al momento stesso dello scatto o della ripresa, rinuncia fin da ora ad ogni eventuale futura contestazione. Inoltre, chiunque venga ripreso, rifiuta fin da ora eventuali diritti sulla propria immagine qualora la foto venisse pubblicata.

6 - Gestione del cane: ciascun proprietario è civilmente e penalmente responsabile dell’operato del proprio cane secondo quanto disposto dalle leggi vigenti. L’agenzia BLINK e il Comune di Velletri declinano ogni responsabilità per qualsiasi danno dovuto ad una scorretta gestione del cane da parte del suo conduttore. Ogni proprietario ha l’obbligo di raccogliere e gettare nei cestini le eventuali deiezioni del proprio cane. Si consiglia a tutti i partecipanti di portare con sé premi e acqua per i propri cani.





F&D H2O, parla il presidente Perillo: "Abbiamo sfiorato l'impresa, ringrazio tutti e ripartiamo"

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Dopo la doppia sconfitta che ha messo fine ai sogni di gloria, per l'F&D H2O è tempo di bilanci. Il presidente Francesco Perillo ha rilasciato alcune dichiarazioni per tirare le somme al termine di una stagione straordinaria.

VELLETRI - II massimo dirigente non nasconde il rammarico per aver sfiorato un sogno, con la sua squadra, mancandolo per pochissimo. Ma ribadisce fermamente, come già fatto dal tecnico Di Zazzo, di non avere rimpianti e di non poter far altro che complimentarsi con Imperia (bella pagina di sport quella del fair play tra i due presidenti) e con le sue ragazze per aver dato tutto.


"Il sogno è svanito, ma è un sogno che non cancella tutto quello che di buono abbiamo fatto durante la stagione. Nel momento in cui sei lì a giocare una finale play off ci speri e ci credi, e infatti abbiamo provato a compiere l'impresa". Operazione non riuscita anche se la squadra di Velletri esce a testa alta: "L'impresa sarebbe stata veramente grande, perché l'Imperia era più esperta. Non la definisco più forte perché sarebbe riduttivo per le nostre ragazze, ma è una compagine con giocatrici che stanno crescendo nella nazionale o hanno vinto scudetti. L'impatto è stato devastante - sottolinea Perillo - e la gara 1 è stata interpretata male, con troppe pressioni e troppe emozioni". In effetti è proprio l'1-5 con cui si è chiuso il primo quarto ad aver compromesso il cammino verso la vittoria: "Non giocare il primo tempo ci ha penalizzato molto. Dopo aver perso in casa, andare ad Imperia è stato difficile. Abbiamo comunque perso ma con un risultato degno, e in generale è stata una buona partita. Il problema è non aver fatto la bella partita a Velletri. Senza quel primo tempo avremmo potuto fare la follia di vincere gara 1 e forse sarebbe stato tutto diverso...". Il presidente, però, è soddisfatto comunque e consapevole dei grandi risultati portati dall'F&D H2O. In maniera molto sportiva, però, ha voluto tributare gli avversari: "Imperia ha vinto con merito, oltre che sulla carta, e uno contro uno hanno giocatori più forti. La differenza si è vista nel secondo tempo di venerdì. Loro tiravano in porta in maniera bellissima, tiro, rimbalzo, incroci dei pali secco. Ogni volta che abbiamo lasciato loro la possibilità di tirare, l'hanno buttata dentro, noi nelle stesse identiche situazioni abbiamo tirato prendendo il palo e facendo parare il portiere o tirando fuori. La differenza si riversa poi nel risultato. La loro vittoria è ultrameritata". Oltre questo, però, l'omaggio più grande il presidente lo ha fatto alle sue ragazze: "La nostra stagione è stata strepitosa e non ho più aggettivi o parole per descriverla. essere primi dall' inizio alla fine è stato e resta qualcosa di eccezionale. Il rammarico è solo per non aver vinto, ma proseguiamo senza rimorsi né problemi. Ripartiremo, più forti di prima, con un'esperienza e un bagaglio in più sulla nostra giovane squadra che sottoposta a un duro test ha dato risposte importanti. Per noi è stata un'esperienza, mai vissuta prima, anche andare ad Imperia e vedere una piscina di quella portata, tante persone, una coreografia. E' un onore aver potuto vivere questi momenti e portare il nome di Velletri, in maniera importante, per l'Italia. Col senno del poi dico che abbiamo sfiorato qualcosa di impossibile". Sui progetti futuri la linea è chiara e l'F&D H2O non può nascondersi, dopo essersi affermata nel panorama pallanuotistico femminile:  "Ci rimbocchiamo le maniche, programmiamo per il prossimo anno e cercheremo di fare meglio di così, quindi assicuro che ci proveremo ad andare in A1. Ma per ora posso solo fare i complimenti a tutte le ragazze, preziosissime e impagabili, a Danilo che è stato il nostro condottiero e ci ha portato ad un traguardo impensabile. Un applauso lo rivolgo anche a tutta la società perchè ognuno di noi, nel suo ruolo, ha cercato di dare il meglio. In tre anni ci siamo giocati la promozione in A1, meglio di così per ora non possiamo fare. Mi piace ricordare anche come ci hanno accolto ad Imperia, amichevolmente e mettendoci a nostro agio: è una cosa importante per lo sport". "Mi fa piacere mettere in risalto la sportività e il clima che si è creato nel nostro club, ripartiamo e vediamo cosa possiamo fare. Grazie anche a Rocco Della Corte - ha concluso il presidente Perillo - per il lavoro di ufficio stampa che spero continui anche la prossima stagione".

Inaugurata a Roma la mostra dell'avvocato Renato Mammucari sulla “Regina Viarum”

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Sabato 24 giugno, a Roma, presso l’Antica Cartiera Latina, sede del Parco Regionale dell’Appia Antica, il nostro illustre concittadino, avvocato Renato Mammucari, ha inaugurato una mostra pittorica sulla Regina Viarum da lui voluta ed organizzata con il supporto del Parco Regionale.

di Enza Melucci


ROMA - Il percorso espositivo è ricco ed interessante. È costituito da 34 opere originali di paesaggisti italiani e stranieri quali Piranesi, Lindemann Frommel K, Giere J, solo per citarne alcuni. Ricca è la raccolta di opere di Labruzzi: 10 in tutto di cui 8 acquetinte derivate da disegni realizzati durante il suo viaggio sull’Appia Antica fatto nel 1810. (Di lui esiste un’ opera raffigurante il nostro Ponte di Mele).

I numerosi visitatori ammirano con interesse le opere esposte. Colpisce un gruppo di persone attentissime, una guida spiega e descrive le opere fin nei dettagli ed una ragazza lo traduce col linguaggio dei segni ad ascoltatori non-udenti. Alcune opere sono state riprodotte su lastre di plexiglas: l’effetto è incredibilmente luminoso. Sul piazzale all’estremo sostano due carrozze d’epoca che, nei giorni successivi, trasporteranno i visitatori che lo desiderassero nel Parco della Caffarella che si estende intorno. I tanti visitatori accaldati vengono dissetati da una gentile signora che si stupisce del come mai si preferisca l’acqua al, pur fresco, vino.
Il nuovo interesse attorno alla storia dell’Appia Antica è un susseguirsi di celebrazioni ed iniziative lodevoli e stimolanti e spesso apportatrici di un grosso contributo documentario, storico ed artistico del passato collegandolo al presente. Questa mostra va vista in quest’ottica pertanto essa non è una sorta di “censimento” delle opere che illustrano l’Appia Antica e l’Agro Pontino come erano ma consente una lettura “ragionata” capace di ravvivare il sentimento di appartenenza “dell’essere stato” e quindi “dell’essere storico” dell’uomo, fuso all’ambiente in cui ha vissuto ed al quale appartiene. Rivivono quegli aspetti della nostra esistenza passata ma che si allontanano sempre di più. Nelle opere esposte vi sono rappresentate le vestigia della monumentalità della Roma Antica immerse in una natura tra il lussureggiante e l’acquitrinoso in cui viveva un popolo di derelitti che svolgeva faticosamente la sua esistenza vissuta tra povertà, malaria e perniciosa malinconia. Di quella realtà rimangono solo queste immagini che raffigurano ruderi ma anche uomini, le loro lestre (capanne di paglia); gli animali che con lui l’abitavano (pecore, buoi, bufali “immobili”, cavalli). Sono uomini macilenti vestiti di stracci, immersi in una solitudine silenziosa e grigia. Lo stesso Charles De Brosses ne attribuiva la causa all’insolubilità dell’aria: la malaria, che provocava una morte lenta e tormentata.
Quei paesaggisti sia stranieri sia romani trassero spunto da quell’ambiente tramandandocelo. Essi erano suggestionati anche da quella mentalità romantica che ebbe una parte non secondaria nell’ispirare il “Grand Tour” così di moda nel ’700 ed ‘800 europeo. Quell’ambiente fu cancellato durante l’epoca fascista con la Bonifica dell’Agro Pontino. A noi rimane il compito gravoso ma morale e civile di conservare, tutelare, divulgare quello che rimane del nostro passato considerato in una stratificazione verticale che va dalla preistoria ai giorni nostri. Renato Mammucari, innamorato del suo paese, ricercatore elegante ed appassionato, è impegnato anche in questo processo di recupero storico-ambientale. La sensibilità e l’attenzione con cui è stata organizzata la mostra stupisce positivamente ma lascia l’amaro in bocca al pensiero che avrebbe potuto essere ospitata a Velletri. A chi, dopo aver letto, venisse voglia di visitare la mostra ed il Parco, suggerisco di rivolgersi a: www.trambusper.com; www.parcoappiaantica.it; numero verde 800281281;  il bus n. 118 delle linee urbane di Roma; La mostra rimarrà aperta fino al 29 luglio 2017 col seguente orario: dal martedì a domenica dalle ore 10 alle 18.

Alterità: si concludono le iniziative artistiche e gli eventi nella rassegna del Dopolavoro

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Il Teatro della diversità ha concluso, con la "Compagnia degli Antipatici", le due settimane di mostra artistica ed eventi intorno al tema dell'alterità, confermando ancora una volta lo spessore morale dello spazio sociale DopoLavoro Ferroviario. 

di Matteo Fosco Iacopini


VELLETRI - Dopo un primo fine settimana denso di incontri e appuntamenti musicali, da venerdì 23 a domenica 25 luglio ha avuto luogo, nel circolo DLF, la seconda tranche del festival di arte e cultura "Alterità", organizzato con il fondamentale aiuto dell'associazione La Mano.
Il MISH, Movimento Internazionale Solidarietà Umana, ha inaugurato il secondo fine settimana di eventi, proiettando estratti del film "Viaggio in Palestina 2010", a cura di Agnese Manca(Anissa), Luisa Moruzzi, Piera e Giancarlo Brigatti-Carrara. Ha seguito la performance solista di Corrado Maria de Santis: "There Was Me in Myself". Insieme ad una rappresentanza del movimento pacifista internazionale Donne in Nero, si è dibattuto dei delicati temi della questione palestinese e della condizione femminile nel Mondo Medio Orientale. Una forma diversa di alterità, è stata invece esposta da Claudio Leoni, che, leggendo alcuni estrattti del suo ultimo libro, "La Grande Guerra di Achille" e del celeberrimo "Cuore" di De Amicis, ha tracciato un profilo letterario dell'Eroe, evidenziando il labile confine concettuale tra questo e il suo opposto semantico, il Disertore. Eroismo e diserzione sono temi tipici di una letteratura ormai lontana dall'orizzonte retorico e creativo del nuovo millennio, ma la freschezza della trattazione del Leoni ne riporta il nerbo significativo all'ordine della trattazione odierna; l'uomo è disertore per paura, ci ricorda l'autore, una vigliaccheria originata dal timore di perdere una quotidianità che, nella semplicità della ripetizione, finisce per costituire i tratti essenziali dell'identità e della personalità. Piccoli e grandi eroi, gli alunni della Velester Music School e i ragazzi dell'Alfad, hanno entusiasmato un ampio pubblico nell'ultima giornata del festival, esibendosi in prove musicali e canore e nel divertente spettacolo teatrale "Finti Invalidi Crescono", diretto da Alessandro Gentile. Prove di coraggio che ci spronano a non considerare le difficoltà della vita, fisiche o caratteriali che siano, come ostacoli insormontabili, ma come sfide da superare con eroismo. Qui è l'essenza del disertore: la resa alla paura, la giustificazione del fallimento imputato a fattori esterni. L'entusiasmo dei convenuti, tra i quali Lega Arcobaleno e Coop. Sociale Primo Sole, è l'esempio dello spirito connaturato ad una comunità sana, capace di affrontare le avversità del Tempo e maturare esperienza anche dal fallimento, senza disperare degli errori del passato e del presente. "L'Alterità non solo non è un disvalore, ma è il valore etico più elevato" recita il sottotitolo dell'evento, citando Emmanuel Lèvinas. DopoLavoro Ferroviario e Ass. La Mano hanno realizzato il festival nella speranza di comunicare questo valore etico all'intera comunità veliterna e nella soddisfazione della riuscita di questa grande esperienza, ringraziano ancora una volta tutti i collaboratori e le associazioni intervenute.

La “Roma perduta” di Marina Ripa di Meana nel giovedì di “Velletri Libris”

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Giovedì alle ore 21.00, nella splendida cornice del Chiostro della Casa delle Culture, arriva Marina Ripa di Meana per presentare il suo libro Colazione al Grand Hotel.  

di Rocco Della Corte 

VELLETRI – Il quarto appuntamento della rassegna letteraria internazionale organizzata dalla Mondadori Bookstore Velletri-Lariano in collaborazione con la Fondazione Arte e Cultura si preannuncia interessante. La stilista Marina Ripa di Meana, volto televisivo estremamente conosciuto, torna sulla scena editoriale dopo l’esordio con I miei primi quarant’anni e altre pubblicazioni.
Nata nel 1941 presso il quartiere dei Parioli, ha legato il suo nome all’atelier di Piazza di Spagna aperto e diretto insieme a Paola Ruffo di Calabria. Negli ambienti della Roma bene, l’autrice di Colazione al Grand Hotel nel 1982 sposa Carlo Ripa di Meana avendo come testimoni Goffredo Parise e Alberto Moravia. Con quest’ultimo c’era già una pregressa amicizia, così come con Pier Paolo Pasolini, e le sue frequentazioni con intellettuali e scrittori sono state spesso raccontate in varie interviste. Testimone di nozze del marito fu invece il leader socialista Bettino Craxi, con la quale anche la Ripa di Meana mantenne sempre un rapporto di amicizia. La sua produzione comprende, oltre alle opere autobiografiche, anche trame a sfondo sentimentale o romanzi gialli.
Molto nota al grande pubblico, oltre che per apparizioni televisive in talk show e reality, esperienze di regia e parentesi attoriali, soprattutto grazie alle campagne in favore di temi sociali come lo sterminio delle foche, gli esperimenti nucleari, la diagnosi precoce dei tumori. Colazione al Grand Hotel, edito da Mondadori, si propone di far rivivere la “Roma perduta” – così come evidenziato nel sottotitolo – che aveva, tra i suoi grandi protagonisti, proprio Moravia e Parise, nonché tutta una serie di intellettuali che hanno animato la dolce vita romana. L’orario è fissato per le ore 21.00 nel Chiostro della Casa delle Culture e della Musica, e dopo la conversazione con l’autore curata da Ezio Tamilia sarà possibile assaggiare buon vino e prodotti tipici del territorio.

Chiude il Teatro di Terra: prime reazioni e amarezza per il destino di un pezzo di storia di Velletri

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La locandina questa volta non vuole invitare la cittadinanza ad un nuovo spettacolo, né ad una esibizione degli allievi di questo o di quel laboratorio. Laconicamente il messaggio che traspare è dal sapore amaro: il Teatro di Terra chiuderà.

di Rocco Della Corte

VELLETRI - Una situazione che era nell'aria già da molti anni, per una piccola realtà che però si è mostrata sempre attiva sul territorio ed è stata tenuta in vita grazie alla passione di teatranti e spettatori, che avevano ormai "adottato" affettuosamente le sedie che componevano la platea del Teatro.
Nonostante una logistica non di certo ottimale e una struttura che necessitava di migliorie sostanziali, il TdT ha sempre saputo regalare una proposta eterogenea, spaziando dal teatro d'autore alla musica, passando per le commedie, per i saggi dei laboratori coronamento di stagioni sempre ricche di contenuti. Un vero e proprio centro di produzione, ricerca e diffusione teatrale, insomma, che sembra destinato a chiudere i battenti. Le motivazioni ufficiali verranno rese note nella conferenza stampa che il Direttore Artistico Luigi Onorato ha indetto per il prossimo lunedì 3 luglio alle ore 18,00. Lì saranno spiegate le ragioni di questa scelta, che sembrano essere tanto forti da non lasciare scampo ad uno spazio sociale, civico e culturale che pullula di vita e aggrega persone di tutte le età. Ventidue anni di attività sono davvero tanti, forse addirittura troppi, per cancellare in una semplice serata quanto di buono si è fatto. La strenua resistenza del Teatro di Terra, che si è trovato a dover competere con i più appetibili 'concorrenti' presenti in città e in grado di richiamare e dare posto alle folle, era (e resta, o resterà) un modello da seguire, una realtà professionale difficile da imitare. Forse proprio per questo, nonostante il suo aspetto rustico e la sua limitata capienza, è sempre stato popolato. Segno che la proposta, il Teatro in sé, il legame tra attori e pubblico, la varietà dell'offerta culturale hanno saputo richiamare quella cornice discreta di spettatori, senza disegnare più di qualche sold out. I ringraziamenti di cui si parla nella locandina che annuncia la "chiusura dei battenti" andrebbero sicuramente capovolti, perché preme ad ogni cittadino e ad ogni habitué del Teatro di Terra dire un grazie a quello che è stato finora. La rassegnazione, l'amarezza ironica, la pirandelliana citazione dei Giganti in un giorno particolare come il compleanno del Premio Nobel 1934 lasciano comunque la porta aperta a diverse interpretazioni. Se lunedì vi saranno le delucidazioni lo potremmo sapere in seguito, ma I giganti della montagna rappresentano un'incompiuta, una pirandelliana dal finale aperto. Che sia aperto anche il destino del Teatro di Terra? Quello di Luigi Pirandello fu un dramma incompiuto. Che non si compia, invece, volutamente, il dramma di far chiudere il Teatro di Terra. Tra le ultime battute lo scrittore figlio del caos chiama in causa la paura. Questo è il sentimento di chi ha voluto bene e vuole ancora bene al Teatro di Terra. Con la speranza che oltre a restare aperto possa essere rimesso a nuovo, e che le dissertazioni sul teatro in provincia partano proprio dal 2017-2018 di via S. Crispino.

Al via i lavori per la sicurezza nelle scuole, Andreozzi: "Impegnati 900.000 euro per i plessi di Velletri"

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Al via i lavori per la sicurezza nelle scuole. Impegnati 900 mila euro. Lo comunica l'assessore Sergio Andreozzi.


VELLETRI -  Su progetto dell'ufficio manutenzione scolastica e seguiti dai tecnici dei lavori pubblici sono partiti i lavori di messa in sicurezza per l'ottenimento del CPI (certificato prevenzione incendi) in undici edifici scolastici cittadini.
Già da lunedì gli operai della ditta che si è aggiudicata l'appalto per circa 500 mila euro inizierà nel plesso della Clemente Cardinali per poi trasferirsi man mano verso gli altri dieci: De Rossi, Marcelli, Le Mura, Pratolungo, Colle Ottone, Paganico, Velletrano, Sole e Luna, Ponte di Mele e Colle Perino. Con l'eventuale ribasso d'asta e le somme riservate a lavori in economia ed imprevisti (altri 250 mila euro) saranno inserite nell'elenco la scuola di Piazza Ignazio Galli e quella di via Paolina. Proseguono nel frattempo i lavori di manutenzione straordinaria e riqualificazione esterna al complesso scolastico di via delle Mura. Nello stesso appalto sono previsti interventi sulla struttura esterna per possibili infiltrazioni e ripristini murari delle scuole De Rossi, Tevola, e Fontana delle Rose per un totale di circa 110 mila euro. Parallelamente si sta dando corso alla manutenzione ordinaria che ha previsto sistemazione giardini con sfalcio erba e potatura piante, interventi sulle grondaie, tinteggiature aule sostituzione di alcune porte ed infissi ed opere murarie per altri 80 mila euro.

Lago di Campotosto in ricordo del terremoto per l'Atletica Giovanni Scavo Velletri

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Si è svolta Sabato 24 la 6^ edizione giro del Lago di Campotosto corsa quest’anno nel ricordo del terremoto. 


Sul percorso di 25 km reso difficile dal caldo e dai continui saliscendi Mara Cecchini ha concluso in 2h 33.04 4^ di categoria. Domenica 25 giugno nella 42^ edizione dell’Ultramarathon Pistoia-Abetone di 50 km gara in salita impegnativa che collega Pistoia con il centro sciistico dell’Abetone ha preso parte Alberto Manciocchi.
L’atleta della Giovanni Scavo Velletri si è ben comportato nonostante le alte temperature arrivando soddisfatto al traguardo in 6h19.22. Sempre domenica 14 atleti della Giovanni Scavo Velletri hanno sfidato il caldo partecipando a Valmontone alla 10^ edizione della Maratonina delle Lumache sul classico percorso di km 9,400.
Il gruppo rosa in grande evidenza con Verusca Allegri 7^ assoluta e 3^ di cat. in 44.10, davanti a Carla Di Tullio 50.41 3^ di cat, Alberta Ciarla 55.29 2^ di cat. e Alessandra Ciarla al rientro alle gare in 57.40 6^ di cat.. Donato Spallotta il più veloce in 41.42 precede Guido Monti 43.13, Francesco Visentin 45.00, Mauro Monteferri al rientro in competizione 45.20, Fabrizio Borro 48.49, Rolando Taddei 49.13, Fabrizio Piccoli, Roberto Bagaglini 54.16,Giorgio Giansante 56.21 e Antonio Lupi 1h 04.25.


Virtus Basket Velletri, chiusa la stagione sportiva in festa e Camp Estivo a Grosseto

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Martedì 20 giugno alla Palestra Polivalente la Virtus Basket Velletri ha chiuso ufficialmente la stagione sportiva con una grande festa, durante la quale piccoli e grandi hanno potuto divertirsi e incontrarsi sui vari campi allestiti per l’occasione. 

di Fabio Ciarla


VELLETRI - Come sempre notevole lo sforzo della società per organizzare qualche ora di relax in palestra, tre i campi allestiti nella palestra per dar modo a tutti di giocare senza troppe attese.
Un’occasione per i piccoli atleti di far vedere a genitori e parenti i progressi fatti durante l’anno. Ma non è mancato l’impegno dei genitori, alcuni dei quali si sono cimentati nella tradizionale partitella, con risultati a volte davvero molto interessanti. Qualche ora di divertimento, si diceva, con il riconoscimento di un’attività che continua a raccogliere centinaia di adesioni e che si propone come fulcro per questa disciplina a livello di tutti i Castelli Romani.
Ulteriore testimonianza di questa apertura è la partecipazione di decine di ragazzi di Velletri, Ariccia e dintorni al Camp Estivo organizzato dalla Virtus Basket Velletri presso il Park Hotel Colle Degli Angeli Spa & Resort, un hotel a 4 stelle vicino a Macinaie, Lago di Bolsena e Monte Amiata. Quest’anno la Virtus ha curato l’appuntamento insieme ad altre importanti società: Virtus Ariccia, Vis Nova, Sezze, Pol. Mancini, Virtus Valmontone, Vigna Pia, Basket la Rustica. Per qualsiasi informazione si può visitare la pagina Facebook ufficiale della Virtus Velletri al link (www.facebook.com/virtusvelletribasket) o il sito internet http://www.virtusvelletri.it.


Impianto di compostaggio, il PD: "Rivendichiamo con coerenza il voto contrario espresso in Consiglio"

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Il Partito democratico rivendica con coerenza il voto contrario espresso in Consiglio comunale sulla mozione presentata da Articolo 1 Mdp in merito in merito alla realizzazione dell’impianto di compostaggio a Lazzaria come previsto dal programma elettorale e come condiviso con la maggioranza in tutti questi anni. 

Comunicato stampa a cura del Partito Democratico

VELLETRI - La chiusura del ciclo dei rifiuti sul territorio resta un dovere che l’amministrazione guidata da Fausto Servadio intende perseguire nel rispetto della comunità e dello stesso territorio. È dissonante ascoltare interventi di consiglio da parete di esponenti della maggioranza in aperta contraddizione con quanto sostenuto fino a ieri e l'esito di quel voto brucia e sollecita un chiarimento tra le forze che sostengono questa amministrazione.
Sui rifiuti possiamo raccontare una storia di successo che il Sindaco ha ripercorso anche nell’ultimo consiglio: una differenziata quasi al 75%, una società di gestione efficace tra le migliori del Paese che vanta un bilancio invidiabile e che dà lavoro a 180 famiglie. Con coerenza e coraggio il Sindaco e l’amministrazione hanno interpretato il loro ruolo e si sono assunti la responsabilità di proporre un progetto di un impianto moderno e sostenibile in grado di produrre compost anche biologico. Purtroppo l’avvicinarsi della scadenza elettorale ha alimentato la preoccupazione di completare un percorso che va avanti da dieci anni e ha spinto a presentare una mozione controversa che ha alimentato le trombe del centro-destra che sui rifiuti ha combinato danni inestimabili. È stato imbarazzante vedere quelle persone, un centinaio, indossare una maglietta, fornita dagli organizzatori (i soliti noti, ovvero quelli che hanno devastato Velletri negli anni in cui anni governato) che esprimeva solo grandi bugie: nessuna discarica, nessun impianto biogas e nessuna terra dei fuochi. Dovrebbero vergognarsi per dare di Velletri quell’immagine che non appartiene alla realtà. Ora il progetto è nelle mani degli organismi istituzionali comunali per ulteriori suggerimenti e poi verrà sottoposto al voto del Consiglio Comunale che rimane sovrano per ogni decisione. Il Pd continuerà ad appoggiare il Sindaco nel percorso intrapreso convinto com’è che la strada è quella giusta e avvierà una seria campagna informativa per dialogare direttamente con la maggioranza silenziosa dei cittadini veliterni che è costretta ad osservare l’ennesimo teatrino di chi sta cercando solo qualche consenso di retroguardia.
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