Servizi sociali, immigrazione, diritti: l'assessore Giulia Ciafrei a tutto campo sulla situazione di Velletri e non solo.
Intervista a cura di Rocco Della Corte
VELLETRI - In un periodo di forte riflessione all'interno del PD, l'assessore Giulia Ciafrei in un'intervista al nostro Giornale ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito a vari temi che spaziano dalla politica locale a quella nazionale. Le attività dell'assessorato da lei guidato, la situazione sull'accoglienza dei migranti, la risposta ufficiale a chi chiede la posizione dell'amministrazione su varie questioni e non ultimo il destino del Partito Democratico, che a livello cittadino attende quanto accadrà a livello nazionale. Ecco cosa ha risposto l'assessore Ciafrei alle domande che le abbiamo posto.
Assessore Giulia Ciafrei, a circa un anno e mezzo di distanza dalle prossime Amministrative il suo assessorato è nel pieno delle attività. Quali sono i principali progetti che intende portare a termine, perché prioritari, entro la fine della consiliatura?
Per quanto riguarda il tema della casa vorremmo continuare ad avere il monitoraggio costante che abbiamo avuto fino ad oggi con il contrasto alle occupazioni abusive e l'assegnazione regolare e più rapida possibile degli alloggi Ater. Dall'inizio del mio mandato ad oggi abbiamo assegnato 12 alloggi popolari, grazie al lavoro degli uffici e ai costanti rapporti con l'Ater e con il Sunia. Altro progetto su cui vorrei lavorare è l'affido familiare, sensibilizzare la città per trovare coppie disponibili all'affido è fondamentale per togliere dalle strutture il numero maggiore dei minori pensando di dare come Comune sostegno anche economico alle famiglie affidatarie. Per quanto riguarda i progetti di integrazione stiamo per rimettere in piedi la macchina di "Experientia", progetto a costo zero per il Comune ma che ha permesso questa estate con uno scambio di competenze volontario di mettere in piedi vari corsi (calcio, teatro, ginnastica dolce) sotto la supervisione di Alessia Murgi che ha collaborato con questo assessorato per il progetto "Torno subito". Infine, vorrei trovare i fondi, anche pensando a un progetto di crowdfunding, per fare a Velletri un'area attrezzata per i cani. Questo per elencarne alcuni, ma in realtà nel sociale c'è tantissimo da fare e purtroppo le risorse sono sempre insufficienti. Per gli anziani per esempio quest'anno la Regione non ha attivato i fondi e cosi anche per la prevenzione del disagio giovanile o per progetti innovativi sulle disabilità. Spesso non ci si può permettere di superare "l'ordinaria amministrazione".
La scorsa settimana si è tenuta una manifestazione per le vie della città riguardo le questioni dei centri di accoglienza e dei migranti. Sui social il dibattito è diventato molto partecipato, può dirci quali sono le notizie ufficiali su eventuali nuovi centri e come l’amministrazione si sta muovendo nel campo dell’accoglienza?
I centri a Velletri sono due. Un CAS (centro di accoglienza straordinaria) gestito attraverso un bando che la prefettura fa con i privati e che accoglie 25 ospiti e di cui è previsto un ampliamento numerico di 20 persone, e uno SPRAR (sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati) di seconda accoglienza gestito dal comune attraverso un bando pubblico che ad oggi accoglie 47 ospiti ed è da 50 posti totali. Come Comune da venerdì scorso è stato pubblicato il nuovo bando per la prosecuzione del progetto SPRAR; quello che non è chiaro a molti e a molte forze politiche che fanno del populismo e della mala informazione rispetto ai richiedenti asilo la loro bandiera, è che non ci si può sottrarre all'accoglienza. In prima battuta perché è un processo inarrestabile, in secondo luogo perché ogni territorio deve prendersi le sue responsabilità. Secondo il nuovo piano di ripartizione dei migranti che prevede una distribuzione di 3.6 persone ogni 1000 abitanti, Velletri dovrebbe accogliere un totale di 195 richiedenti asilo, la responsabilità dell'Ente è quella di decidere se accogliere con il sistema SPRAR e gestire e monitorare l'accoglienza, oppure non accogliere e poi essere bypassato dai privati attraverso i bandi della prefettura. Noi crediamo che il monitoraggio diretto del Comune sia una garanzia per i cittadini, permetta di creare progetti di integrazione efficaci e permetta di vigilare sulla spesa di quel "business" di cui tanto si parla. Inoltre con le nuove leggi i Comuni che decideranno di gestire l'accoglienza attraverso il sistema SPRAR potranno usufruire di quella che viene chiamata "clausola di salvaguardia", cioè saranno esentati da tutte le misure di emergenza rispetto all'accoglienza dei migranti e dai bandi diretti tra prefettura e privati.
Uno degli ‘ashtag’ che lei utilizza maggiormente sui social è #restiamoumani. Al di là dell’immediatezza di questa espressione, che messaggio vuole dare ai cittadini, anche in virtù dell’assessorato che rappresenta? Che cosa risponde a chi parla di ‘invasione’ e di ‘subordinazione’ degli italiani (e dei veliterni) agli immigrati?
L' ashtag restiamo umani non è una mia invenzione, era l'adagio con cui Vittorio Arrigoni, attivista e giornalista italiano, terminava i suoi scritti. Arrigoni oltre all'impegno profuso per la risoluzione del conflitto israelo – palestinese era un pacifista. Io non credo che siano i richiedenti asilo il male di Velletri, e credo anche che si faccia molta confusione tra lo "straniero" in difficoltà economica che risiede a Velletri da anni e i ragazzi e le ragazze accolti nei centri. Credo che la prima cosa da fare per "restare umani" sia dare le corrette informazioni e non alimentare la rivalità tra chi è in difficoltà. Attualmente gli ospiti dei centri a Velletri sono 72, gli stranieri residenti e regolarmente registrati all'anagrafe sono il 7% della popolazione, mi sembra esagerato parlare di "invasione" se questi sono i numeri. I problemi sono ad altri livelli, c'è la crisi che sicuramente ha aumentato il numero delle persone in stato di bisogno, ma c'è anche una diffidenza sociale e poca solidarietà. Quando abbiamo avuto i fondi per attivare dei tirocini retribuiti con progetti regionali pochi sono stati disposti ad accogliere i migranti, ma non hanno accolto neanche gli italiani utenti del servizio sociale. Per il reinserimento sociale di soggetti fragili (italiani e non) riusciamo ad attivare sempre le stesse associazioni. Ci si lamenta dell'impoverimento del centro storico, ma le case del centro sono state affittate da privati cittadini a un numero imprecisato di persone e con affitti spesso di dubbia regolarità. Credo quindi che i valori di legalità, solidarietà, e pietas cristiana vadano praticati oltre che predicati, indipendentemente dal colore della pelle, dell'età e del genere. Per chiudere con una frase di Arrigoni: "Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia, che è la famiglia umana".
Quali sono i risultati più importanti che crede l’amministrazione Servadio abbia conseguito fin qui sul piano dei Servizi Sociali, grazie al lavoro suo e della Giunta?
Abbiamo rivisto e redatto vari regolamenti, che sono lo strumento che poi permette di cambiare veramente alcune modalità all'interno di un'amministrazione. Abbiamo il regolamento per l'emergenza abitativa, abbiamo rivisto il regolamento per i contributi socio assistenziali, il regolamento dei centri anziani. Sono in dirittura di arrivo i regolamenti relativi ai minori, agli alloggi provvisori e al nido comunale, e finalmente, la regolamentazione dei nidi famiglia. Abbiamo avviato il percorso e la sensibilizzazione all'affido con il progetto nuovi cortili, abbiamo vinto un bando per attuare delle migliorie al nido comunale. Stiamo facendo un grande lavoro per la casa con 12 appartamenti assegnati e 14 appartamenti presi dal comune in convenzione con "Associazione San Girolamo Emiliani" per il progetto "Tetto amico". Stiamo svolgendo il servizio di sterilizzazione per i cani vaganti per contrastare le nascite e arginare il fenomeno dell abbandono estivo.
Parliamo di politica nazionale: qualche settimana fa c’è stato un incontro a Velletri, organizzato dal PD e da Noi Domani, con Bianca Berlinguer e Roberto Speranza. Nelle ultime ore gli appelli alla non scissione del partito stanno facendo il giro sui media. Com’è la situazione, a suo avviso, e come si può ricostruire il centrosinistra e a partire da quali sfide, per riprendere il titolo della manifestazione del Tognazzi?
Come è noto io non sono mai stata renziana, alle primarie votai per Laura Puppato e sostenni Civati come segretario, devo dare atto però che soprattutto nelle politiche europee si è fatto un buon lavoro e anche sui diritti civili. Resta la mia perplessità su alcune scelte come la diffusione e l'utilizzo indiscriminato del voucher, il trattamento dei docenti in terza fascia, la scelta di alcune alleanze e "aperture". Io non nascondo di trovarmi in un momento di seria preoccupazione e difficoltà, perché questo partito, che ci sia la scissione o meno, sta facendo a mio avviso una pessima figura. La sfida adesso è rimettere in piedi un soggetto serio, che abbia un progetto e non solo una nomenclatura da presentare, che venga riconosciuto come interlocutore prima di tutto nella società civile, che riporti al centro dei dibattiti la discussione politica. Ad oggi non so proprio se questo riuscirà ad avvenire dentro l'attuale PD.
A livello locale per ora c’è un solo candidato Sindaco, Greci, che ha anticipato tutti gli schieramenti proponendosi come trasversale e civico. Il centrosinistra e il PD in particolare, invece, stanno già lavorando sui programmi elettorali e sono già decise, orientativamente, le date per le elezioni primarie per la scelta del candidato?
Credo che bisognerà aspettare di capire se ci sarà ancora il PD! In ogni caso io credo che bisogna pensare prima alle proposte che al frontman, quindi penso che ci sia la necessità di lavorare su un programma condiviso che dovrebbe essere sottoscritto dai partecipanti alle primarie, se ci saranno, come spero.
Migrazioni, globalizzazione, criminalità e politiche europee: sono i temi del dibattito che ha affrontato insieme a Loretta Napoleoni in un incontro pubblico. Come si deve muovere l’Europa (e di conseguenza l’Italia) in merito a queste spinose questioni?
Il libro di Loretta Napoleoni, "mercanti di uomini" mette in luce come sia paradossale la politica di molti paesi europei, tra cui l'Italia, che combattendo il terrorismo da una lato, lo finanziano dall'altro con scelte scellerate. Questo avviene anche perché non godiamo di stabilità politica e i governi che si susseguono non possono permettersi di avere contro "l'opinione pubblica". Ci sarebbe tutto un sistema da cambiare, a partire dalla politica internazionale per arrivare alle politiche europee della gestione dei migranti. Certo è che non aiuta il populismo e non aiutano i governi che fanno della loro bandiera la chiusura delle frontiere, alimentano anzi il contrabbando degli esseri umani, la clandestinità e l'instabilità sociale.
Che ruolo ha l’informazione (locale e nazionale) sull’opinione pubblica in merito alle delicate questioni dell’accoglienza e dell’immigrazione, che sono di scottante attualità? Viceversa, le istituzioni sono chiare nei confronti dei cittadini nel far recepire loro le attività che si svolgono?
L' informazione e soprattutto la diffusione di questa attraverso i social ha un ruolo importantissimo. In parte molte testate (locali e nazionali), riportano spesso solo una "campana" veicolando cosi un solo livello di informazione, d'altra parte le istituzioni dovrebbero essere più presenti a livello informativo, ma non è facile. Noi a differenza di chi ci ha governato in passato, non abbiamo staff, non abbiamo responsabili della comunicazione, non abbiamo cellulari di servizio e portatili a disposizione. Lavoriamo ai minimi termini, in questo senso non incidiamo minimamente sui tanto discussi "costi della politica".