Il celebre mosaico pervenutoci quasi intero e straordinariamente ben conservato, ora esposto al Museo archeologico di Sousse, rappresentante le quattro stagioni e i dodici mesi dell’anno è, in realtà, un superbo insieme di mosaici ed un vero e proprio calendario illustrato.
di Ciro Oliviero Gravier
Gruppo Archeologico Veliterno
Fu scoperto nel 1961 a El Djem. Ricopriva il pavimento della stanza n. 6 nell’ala ovest di quella che certamente era una ricca domus dell’antica città di Thysdrus, domus che – proprio da questo mosaico – fu chiamata «La Maison des Mois». Dall’esame stilistico della sua composizione e dei suoi dettagli, nonchè dagli altri oggetti rinvenuti nella stanza (ad es.: frammenti di lampade), oltre che da confronti con altri «calendari» e con monete, gli studiosi hanno stabilito che esso risale all’inizio del III° secolo d.C., o più esattamente ad un periodo compreso tra il 222 e il 235, ossia al regno dell’ultimo dei Severi, Alessandro.
Esso comprende 24 pannelli ordinatamente inseriti in un elegantissimo contesto di rombi e tondi, il tutto racchiuso da una splendida cornice di un medesimo motivo floreale ripetuto. I 24 pannelli si allineano su 4 righe di 6 pannelli ciascuna. La prima colonna, a sinistra, rappresenta le 4 stagioni; le tre colonne successive rappresentano i tre mesi di ogni stagione; le ultime due colonne, assolutamente decorative, propongono motivi floreali o geometrici tutti diversi. E questi disegni, così come i rombi e i tondi, i triangoli e le losanghe, le simbologie vegetali e quelle geometriche, le screziature dei colori e le apparenti diversità dei motivi non sono un riempitivo banale, messi lì tanto per colmare dei vuoti. Al contrario sono proprio essi che danno al mosaico la sua vera identità: di essere un tappeto grande quanto l’intero pavimento di un salone, preziosissimo al pari di un policromo kilim o di un tralucente qum di seta all’interno del quale alcuni riquadri si aprono a delle scene di vita, come quinte di un palcoscenico, come altrettanti inattesi e sorprendenti trompe-l’oeil.
Conformemente alla più remota tradizione, che si è mantenuta in Europa fino al Rinascimento, in base alla quale il calendario ha la sua origine nell’agricoltura, la prima stagione dell’anno era la primavera, e il primo mese, pertanto, era Marzo (ciò spiega anche alcuni nomi di mesi – come September, October, November, December – oltre a Quintilis e Sextilis poi chiamati Julius e Augustus - che altrimenti non si giustificherebbero). Quindi, il reticolo del nostro mosaico, per quanto riguarda i primi 16 pannelli (stagioni e mesi), si presenta così:
Primavera | Marzo | Aprile | Maggio |
Estate | Giugno | Luglio | Agosto |
Autunno | Settembre | Ottobre | Novembre |
Inverno | Dicembre | Gennaio | Febbraio |
Dall’alto in basso della prima colonna, le stagioni sono così rappresentate:
Primavera | Un giovane scalzo con la tunica verde, la testa incoronata di fiori, porta un capretto sulle spalle | ![]() |
Estate | Un adolescente con una blusa corta brandisce una falce e porta un fascio di spighe sulla spalla | ![]() |
Autunno | Un satiro con una tunica rossa, munito di un rhyton e un bastone da pastore, con la testa avvolta in foglie di vigna | ![]() |
Inverno | Un anziano con una tunica scura e un cappuccio (cucullus), tiene in una mano una lepre e nell’altra uno stame di miglio a cui sono legate due anatre (simboli della caccia) | ![]() |
E’ interessante notare che mentre i primi tre (la Primavera, l’Estate e l’Autunno) procedono verso l’interno a simboleggiare l’anno che entra e che avanza nel suo cammino, il quarto (l’Inverno) procede verso l’esterno, quasi ad uscire dal mosaico e dall’anno.
I mesi sono inconfondibili, poichè sono tutti indicati con il proprio nome. Ha fatto molto discutere però la circostanza che, mentre alcuni sono indicati con il loro nome dato dal nominativo del sostantivo (che poi è un aggettivo sostantivato) singolare (Iunius, Iulius, Augustus, September, October, November, December, Ianuarius, Febrarius), i primi tre, più Agosto e Ottobre, invece, sono indicati con il corrispondente aggettivo femminile all’accusativo plurale (Martias, Apriles, Maias, Augustas, Octobres).
MARTIAS | APRILES | MAIAS |
IVNIVS | IVLIVS | AUGVSTAS |
SEPTEMBER | OCTOBRES | NOVEMBER |
DECEMBER | IANVARIVS | FEBRARIVS |
Questa formula all’accusativo era un’abbreviazione dell’espressione «ad Kalendas», «ad Nonas» o «ad Idus» seguita dall’aggettivo che in latino, come è noto, deve concordare col sostantivo al quale si riferisce in genere, numero e caso. Quindi, i pannelli di questi mesi rappresentano riti e/o feste ricadenti in un solo giorno del mese: le Calende (il primo giorno del mese), le None (il quinto o il settimo giorno), o le Idi (il tredicesimo o il quindicesimo giorno), mentre gli altri rappresentano, per lo più, attivitá o festività relative all’intero mese o ad un periodo non limitato ad una sola giornata.
MARTIAS I Mamuralia | APRILES I Veneralia | MAIAS I Mercurialia |
IVNIVS Sosta al thermopolium | IVLIVS La cesta | AUGVSTAS Il natalis di Diana |
SEPTEMBER La pigiatura dell’uva | OCTOBRES La nascita di Alessandro Severo | NOVEMBER Le feste isiache |
DECEMBER I Saturnalia | IANVARIVS Le strenae | FEBRARIVS I Lupercalia |