Venerdì 1° dicembre il gruppo speleologico CRS Egeria presenterà, nell’ambito del Convegno Nazionale “Cavità di origine antropica, modalità d’indagine, aspetti di catalogazione, analisi della pericolosità, monitoraggio e valorizzazione” organizzato da SIGEA - Società Italiana di Geologia Ambientale e dal CNG - Consiglio Nazionale dei Geologi gli importanti risultati ottenuti nell’ultimo anno di attività nello studio speleologico e geologico dell’Acquedotto Fontana.
di Valentina Leone
ROMA - Vitale occasione di confronto tra le diverse discipline della geologia, della speleologia, dell’architettura e dell’archeologia, il Convegno Nazionale sul tema “Cavità di origine antropica, modalità d’indagine, aspetti di catalogazione, analisi della pericolosità, monitoraggio e valorizzazione” che si terrà a Roma il prossimo 1° dicembre nella Sala Convegni del CNR a Piazzale Aldo Moro, segnerà anche un momento fondamentale per l’esposizione – attraverso dei poster scientifici – delle ricerche condotte dal Centro Ricerche Speleologiche Egeria sulle peculiari strutture dell’Acquedotto Fontana.
Costruito tra il 1607 e il 1613 dall’architetto Giovanni Fontana (1540-1614), l’acquedotto si snoda per 14 km tra Nemi e Velletri, terminando nei pressi di piazza Garibaldi e del Convento dei Cappuccini, nel cuore del centro cittadino. Iniziate nel 1983 dalla Cooperativa La Montagna, le esplorazioni sono state riprese a circa vent’anni di distanza dal gruppo speleologico Egeria nel 2002 in un programma che prevedeva un censimento delle antiche opere idrauliche dei Colli Albani e ha portato alle prime ipotesi di ricostruzione di collegamenti tra strutture idrauliche prima ritenute scollegate, nella fattispecie l’Acquedotto Fontan Tempesta nei pressi di Nemi e lo stesso Acquedotto Fontana. A partire dal 2014 le ricognizioni, più sistematiche, hanno portato a individuare e a censire molti punti di accesso in precedenza sconosciuti e a mappare il percorso, a tratti interrotto ma nel complesso ben conservato nei tratti sotterranei e nei passaggi fuori terra nonostante non sia più in uso dal 1970. Alle indagini speleologiche il gruppo CRS Egeria ha affiancato un costante lavoro di recupero della bibliografia e delle fonti, indispensabili per accedere alla conoscenza di tutte le fasi storiche dell’Acquedotto Fontana. In particolare dal contributo Note preliminari sulle indagini speleologiche e geologiche dell'acquedotto "Fontana" di Velletri (Roma), frutto del lavoro di Carlo Germani, Carla Galeazzi, Ruggero Bottiglia e Sandro Galeazzi, pubblicato sulla rivista «Opera Ipogea», è emerso un inedito rapporto di Velletri con l’approvvigionamento idrico, molto difficile già a partire dal
Quattrocento quando sono noti i primi tentativi di costruzione di un acquedotto nella zona della Fajola, probabilmente mai condotto fino a Velletri come sperato, e superato in parte dalla tribolata costruzione dell’Acquedotto Fontana. L’evento del convegno sarà dunque una occorrenza di prestigio nazionale per illustrare, di fronte a una platea specializzata, i risultati delle ricerche fino a qui compiute e ancora in corso, in attesa di una futura valorizzazione turistico-culturale dei tratti in buono stato di conservazione che consenta anche ai veliterni di riscoprire il proprio territorio e di ritrovarsi con il naso all’in su, ad ammirare il «cielo di diamanti neri», formato da banchi di selce, che copre il soffitto di alcune sezioni dell’Acquedotto Fontana.