Davanti a una grande cornice di pubblico nel pomeriggio di sabato 28 maggio 2016 presso la Casa delle Culture di Velletri si è inaugurata la mostra sul Settantesimo Anniversario della Repubblica Italiana organizzata e allestita dall'associazione Memoria '900 con il patrocinio del Comune.
Nell'auditorium pieno in ogni ordine di posto la professoressa Emanuela Treggiari ha coordinato la presentazione dell'esposizione documentale ed iconografica preparata nel Chiostro dell'ex Convento del Carmine. Dopo aver presentato i relatori la Treggiari ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla mostra: l'archivio storico comunale, il fondo Clelio Bianchi, l'archivio Carlo Casentini che ha documentato cento anni di storia cittadina compresa la foto di Clementina Caligaris, prima donna assessore a Velletri. "L'obiettivo è quello di coprire - ha detto il membro del direttivo dell'associazione - una parte poco conosciuta della storia locale e dare luce alle interconnessioni con la storia nazionale.
Le truppe alleate entrarono a Velletri trovando una comunità sofferente, e bisognava far fronte alle esigenze della popolazione: questa fu la situazione in cui lavorò Clelio Bianchi, incaricato di formare una Giunta per le emergenze.
Importante figura fu quella di Bruno Bernabei, commissario prefettizio e poi nella Costituente". La mostra cerca di raffigurare una città devastata ma con tanta voglia di rinascere, ed è indicativa la foto-simbolo dell'esposizione che immortala due ragazze a passeggio nella piazza del Municipio veliterno che nonostante le macerie circostanti sorridono. Ha portato il saluto dell'amministrazione l'assessore alla cultura Ilaria Usai, la quale ha ringraziato i curatori della mostra che aiutano a riscoprire l'orgoglio di essere cittadini di Velletri e ha citato Vittorio Foa: "La gioventù non è legata all'età, ed è importante anche per i tanti ragazzi conoscere la storia e il passato, difenderlo e soprattutto comprenderlo".
Ha preso dunque la parola il vice-presidente Gaetano Campanile, tracciando un bilancio breve delle attività dell'associazione: "Questo lavoro è un pò il seguito di 'Velletri 1944', e lo dobbiamo ad uno staff coeso che ha operato intensamente per realizzare tutto ciò". Hanno infatti dato il loro indispensabile contributo i soci Ornella Evangelisti, Patrizia Bigi, Elisabetta Calcagna, Amalia Diana, Daniela Caruso, Fiorella Treggiari, Giovanni Trezza, Adriana Gabrielli. Campanile ha concluso il suo intervento lanciando all'amministrazione comunale l'appello affinchè si prenda in considerazione l'idea di un Museo della Memoria. E' stata poi la volta di Antonietta Lucchetti, ideatrice della mostra: "Questo lavoro nasce sui banchi di scuola della 2° B di Casale, quando ricostruendo un percorso sulle storie dei bisnonni degli alunni ci siamo resi conto di come queste microstorie formino la grande storia. Cito anche io Vittorio Foa, che spiegava come la memoria sia soprattutto fare nuove domande.
La nostra città fu devastata dai bombardamenti, ma la popolazione fu unita e si prodigò per salvare dalla deportazione tante famiglie tanto che Clelio Bianchi descrive cittadini responsabili, silenti ed operosi, con la forza di resistere e soffrire. I documenti raccolti testimoniano tante fasi importanti della nostra storia, figure come Padre Laracca, la situazione difficile con l'assenza di suddisi e ordigni inesplosi nelle terre che hanno provocato poi la tragedia di Colle Caldara del 1952, l'emigrazione con la storia che si ripete". La dottoressa Lucchetti ha concluso ricordando come Bruno Bernabei, padre Costituente e primo Sindaco di Velletri, morì il giorno dopo l'approvazione della Costituzione. Massimo Fabi, invece, è stato il curatore dei ventotto pannelli della mostra, e riallacciandosi al discorso di Antonietta Lucchetti ha spiegato il perchè della presenza del telegramma di Umberto Terracini, padre della Costituente, verso la città di Velletri dopo la morte di Bruno Bernabei. "Parlano di ciò che è successo - ha proseguito Fabi - immagini e parole, abbiamo cercato di leggere il vissuto ma non è semplice ridare un senso a tutto questo. Forse non si è mai riflettuto a fondo di ciò che è successo: Velletri è stata rasa al suolo architettonicamente, culturalmente, economicamente. Nel censimento del 1951 mancavano 7000 persone all'appello. Le macerie sono servite per fare i fondi stradali dei 600 km di arterie cittadine. E per ricostruire l'idea di cantiere, grazie all'Edilceramiche, abbiamo allestito una mostra per trasmettere quella voglia di ricostruire che c'era". L'intervento finale è stato della docente di Storia Moderna e Contemporanea dell'Università
La Sapienza di Roma, professoressa Anna Foa, socia onoraria dell'associazione Memoria '900. La storica si è detta onorata dell'invito e ha fatto i complimenti a tutti gli organizzatori, dicendosi colpita del livello di distruzione di Velletri e della felicità che traspariva dalle facce delle persone. "L'Europa era un continente selvaggio - ha detto la professoressa Foa - l'Italia un raduno di tanti profughi. Ma sembrava che tutto potesse essere ricostruito". Al termine della conferenza c'è stato un piccolo spettacolo musicale ad opera di Carlo Micheli, Massimo Ciafrei e
Michele Gallinelli con sassofono, piano e contrabbasso per allietare i presenti che si sono riversati ad osservare attentamente la mostra dopo il taglio del nastro ad opera del Sindaco Fausto Servadio. Un'iniziativa pubblica di spessore, dunque, per l'Associazione Memoria '900. L'esposizione sarà aperta fino al 9 giugno dal lunedì al sabato con orario 16.30-18.30 e la domenica e il 2 giugno dalle 10.00 alle 12.00. Un ringraziamento va fatto a tutti gli sponsor: Clinica Madonna delle Grazie, Unicoop Tirreno, Allianz Assicurazioni, Class Auto, Edilceramiche per le strutture su cui poggiano i pannelli espositivi e la Banca Popolare del Lazio. Grande soddisfazione è stata espressa dall'Associazione Memoria '900, che si conferma attiva sul territorio e capace di aggregare sempre tante persone nel segno della cultura.
Rocco Della Corte
PHOTOGALLERY A CURA DI ANGELO SGUEGLIA