Domenica 26 novembre un gruppo di atleti Free Runners composto da 18 elementi tra corridori e accompagnatori, ha partecipato alla Maratona di Firenze, competizione che è giunta alla 33^ edizione e ha richiamato più di 8000 atleti provenienti da tutto il mondo.
di Pina Pacifico
FIRENZE - Per tre "Free" era la prima volta nella distanza regina e tutti hanno tagliato il traguardo in Piazza Duomo felici di aver raggiunto l'obiettivo dopo mesi di ansie e duro lavoro.
I neo laureati Maratoneti sono: Giorgio Innocenti che ha concluso in '3:08:21, Fabio Pietrosanti '3:29:18 e Marco Ciarla '4:12:04. Scopo raggiunto per Simona Fabrizi, Moira Talone e Federico D'Amato che hanno migliorato il proprio miglior tempo concludendo rispettivamente Simona in '3:43:26, Moira in '3:45:45 e Federico in '3:46:34. Hanno concluso questa splendida avventura anche: Marcello Di Meo in '3:24:08; Luca Moroni in '3:28:20; Oriana Quattrocchi '3:30:23; Marco Moi in '4:12:05; Graziano Di Giacomantonio in '5:11:37 e Pietro Bernardo '5:26:49. Nella stessa giornata in quel di Monte Compatri (RM), alla Corsa dell'Angelo, hanno partecipato completando i 10 km previsti insieme a quasi 600 corridori, cinque atleti: Domenico Valeri terzo M60 in '43:22; Samuele Sordilli '49:09; Americo Talone '52:28; Aldo Velli '53:32 e Cesarino Bianchi '58:51. Sempre domenica al campionato regionale di cross Fidal, che si è svolto a S. Cesareo (Rm), Paolo Pellis ha chiuso i 6 km previsti in ottava posizione e terzo nella categoria M40. Invece Alessando Macale ha partecipato alla mezza maratona di Latina che ha concluso in 26^ posizione assoluta tra i 423 atleti che hanno tagliato il traguardo con il tempo di '1:24:04.
LA MIA PRIMA MARATONA di Fabio Pietrosanti
Ospitiamo un bel contributo di Fabio Pietrosanti:
Dicono che tra le tante cose da fare nella vita c’è quella di correre una Maratona, bè io l’ho fatto, volete sapere come è andata? Avete tempo per leggere queste “poche” righe? Ok, partiamo allora. Poco più di 2 anni fa mi viene diagnosticato un Linfoma, in poche parole un tumore del sangue, diciamo paragonabile ad una leucemia, che deve essere attaccato nel minor tempo possibile e con un cocktail di farmaci davvero pesante e debilitante, la chemioterapia. Il primo pensiero è d’obbligo per i miei familiari, ero diventato padre per la seconda volta da appena 2 mesi e potete immaginare cosa è accaduto intorno a me. Poi ho subito pensato…”ce la farò?” . I medici erano fiduciosi, ma quando mi stilavano classifiche e statistiche, quel valore di 85% di casi risolti non era tanto incoraggiante, comunque ho iniziato a testa bassa, o se volete, in gergo ciclistico, pancia a terra e via menare, così dopo quasi 7 mesi di cure e di fastidi e dolori, eccomi qua con la canotta dei Free Runners dove, grazie all’amico Andrea, ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo delle corse. In tanti mi hanno sempre detto “non te bastava la bicicletta?” e io in tutta risposta dicevo “dopo quello che ho passato, questo è uno scherzo” fino al giorno che ho deciso di preparare la Maratona di Firenze! Da Agosto a Novembre tutti, e dico proprio tutti, i giorni passavano pensando al 27 Novembre 2016 e a come avrei affrontato questa nuova avventura sportiva. Pensavo veramente, e ne sono ancora convinto, che il male è SEMPRE la cosa più dura da superare, ma la Maratona ragazzi…cavolo se ci va vicino. Quindi si parte, trovo una grande compagnia di allenamenti, Stefania, Flavio, Franco, Simona, persone simpatiche e sempre disponibili, la prima addirittura torna a correre una mezza Maratona, ma di lei vi parlo dopo. Non vi nascondo che ho sempre detto di avere paura della Maratona, una paura fatta di rispetto per una prova sconosciuta, non sapevo dove il mio corpo potesse portarmi, di fatica ne ho fatta in bici, ho pedalato anche per 10 ore, ma il solo pensare di correre per più di 3 ore era veramente qualcosa di GIGANTE da superare. Gli allenamenti procedono, faccio qualche gara, le sensazioni sono buone, la fiducia sale, sto bene, mi impegno, non mi pesa, mi diverto, sono felice, il Mercoledì diventa per me e i miei compagni il giorno più importante della settimana, ci siamo dati da fare veramente tanto, ma ti pare che può andare tutto bene fino al giorno tanto atteso? Sarà colpa dell’ansia, sarà colpa dell’influenza che da un paio di settimane girava per casa, ed ecco i primi sintomi, raffreddore, mal di gola, la voce che va via, mal di pancia, mal di testa, ora che faccio? Si parte, si va a Firenze, per forza, lo devo prima di tutto a me stesso, poi ai miei familiari che mi hanno supportato e sopportato, e poi, ma non ultimi per ordine di importanza, ai miei compagni di allenamento. E’ il giorno della gara, sveglia alle 5:30, colazione alle 6:30, in griglia di partenza alle 7:45, in largo anticipo ma non ero solo, ve lo posso garantire, una folla oceanica invadeva la città del rinascimento italiano, tanto bella quanto dura se interpretata e vista da occhi di chi su quelle strade ci deve correre. In fondo, che senso avrebbe, se un qualcosa di tanto bello, fosse anche semplice da ottenere e conquistare, non ci sarebbe soddisfazione. 8:30 si parte, i primi chilometri sono tutti alla ricerca del passaggio migliore per non rimanere incastrati nel gruppone di atleti che mi precede, essendo la mia prima Maratona, sono partito molto in fondo e passato la linea di partenza ben 10 minuti dopo il via ufficiale! Si va, il passo regolare mi fa capire che le sensazioni sono buone, riesco a correre “facilmente” come avevo pensato, anche un po’ di più, tanto che al passaggio di metà gara ho quasi 5 minuti di vantaggio sulla mia personale tabella e sono contento, anche perché di lì a poco sapevo che avrei trovato ad aspettarmi lei, Stefania, pronta a farmi compagnia per la seconda parte di gara, la più dura, la più difficile. Inizia così la mia seconda parte di gara, con Stefania che non perde mai occasione di incitarmi, di farmi coraggio e darmi forza, quella forza che piano piano, chilometro dopo chilometro sento venire meno, ma non devo mollare, non posso, glielo devo, non la posso deludere, e così, spinto da queste motivazioni arriviamo insieme al 30esimo chilometro, un piccolo cedimento, mi riprendo e mi ricompongo, so di farcela, ne ho la forza e soprattutto la volontà e lei, sempre lì, mezza ruota avanti (gergo ciclistico di un gesto che fa il tuo compagno affiancato per farti capire che ne ha di più e che se vuoi stare con lui ti devi impegnare) Si entra dentro Firenze per la parte finale, maledetti lastroni, fossero messi bene in piano non sarebbero nemmeno tanto male, ma per come sono fatti e dissestati, mi provocano delle fitte allucinanti ai polpacci, alle cosce, tanto che su Ponte Vecchio inizio ad arrancare, Stefania mi urla e riparto, a fatica, mi riprendo, mi riaccendo, sento il mio passo pesante, difficile, incrociamo Pina e Maurizio e mi faccio vedere sorridente, quasi fresco e poco impegnato nello sforzo, ho saputo fingere bene. Al 40esimo mi metto in posa per Diletta che mi fotografa e incita, è stato un attimo, crampi, mi devo fermare, devo camminare, guardo l’orologio, ho ancora 8 minuti di vantaggio sulla mia tabella, ma so anche che posso perderli tutti in un solo colpo, tanti direbbero ma chi se ne importa, invece no, voglio stare sotto le 3 ore e mezza per un’altra storia, per un’altra gara, credo la più bella ed emozionante che faremo l’anno prossimo. Riparto un po’ zoppicando, ma riesco a vedere l’ultimo chilometro, devo salutare la mia compagna di viaggio, vorrei abbracciarla, ma non posso, devo portare a termine ciò che è iniziato 4 mesi prima, ma eccolo, un altro stop, sono di nuovo fermo, la gente urla, ovviamente non solo a me, riparto a fatica, supero il 42esimo chilometro, vedo il tragurado…LA MARATONA DI FIRENZE E’ MIA con un tempo di poco sotto quello che mi ero prefissato, 2 obiettivi raggiunti. Di ritorno in camera volevo una cosa sola…abbracciarti!