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Art. 1/Leu Velletri: "Non partecipiamo alle primarie, impegnati per la costruzione del nuovo partito della Sinistra"

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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa inviataci da LeU - Art. 1 Velletri in merito alle imminenti primarie del PD.

Pur guardando con attenzione al processo per l’elezione del nuovo Segretario del PD, non partecipiamo alle primarie del prossimo 3 Marzo, essendo già da tempo impegnati anche a Velletri per la costruzione del nuovo partito della Sinistra. Coerentemente con il processo costitutivo, Art. 1 MDP , ha partecipato alle elezioni amministrative con la lista “Liberi e Uguali Per Velletri “, e rivendica con orgoglio , di aver contribuito alla elezione del Sindaco Pocci e a far vincere le elezioni amministrative del Giugno 2018. Nonostante le garanzie di cambiamento poste alla base dell’accordo di programma politico-elettorale, dopo alcuni mesi, ci troviamo nella condizione di dover sollecitare il Partito Democratico, ad una maggiore Collegialità, che a dire il vero non c’è stata. Coerentemente con gli impegni programmatici condivisi vorremmo continuare a dare il nostro contributo e chiediamo che le scelte dell’amministrazione, fossero discusse e condivise con le forze di maggioranza. Art 1. MDP – Liberi e Uguali Velletri

Se il tuo bambino starnutisce spesso

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Con la bella stagione e le giornate più lunghe, aumentano le ore passate all’aperto e il desiderio di verde. Non tutti i bambini, però, possono godere di questo tempo in maniera spensierata. 

di Marco Porziani, pediatra e allergologo

Infatti, se il tuo bambino starnutisce spesso e ha uno scolo nasale acquoso e trasparente con frequente prurito al naso e agli occhi, potrebbe avere una rinite allergica stagionale. 


E’ questa una condizione clinica che colpisce le vie respiratorie superiori. E’ causata da una sensibilità verso i pollini di varie piante che fioriscono solo in alcune stagioni, prevalentemente in primavera. 

Un bambino con questi sintomi può avere occhi arrossati e lacrimanti, occhiaie, prurito al naso ed anche nelle orecchie e al palato. Spesso tende a schiarirsi la gola e a strofinarsi il naso per alleviare il disagio. 

La stagione della rinite, o rinocongiuntivite allergica, dipende dalla posizione geografica in cui avviene la fioritura delle piante che causano i disturbi. Più spesso inizia quando comincia la primavera per terminare all’inizio dell’estate. Possono però comparire dei sintomi anche a febbraio, se si è allergici al polline del cipresso, o anche in estate (allergia alle muffe), o anche alla fine dell’estate se si è allergici alle erbe della famiglia delle composite. 

La rinite allergica è la più comune tra le condizioni allergiche, e la tendenza a svilupparla è maggiore se uno o entrambi i genitori o fratelli, ne sono affetti. 

Poiché gli allergeni che provocano la rinite allergica sono dispersi nell’aria, è molto difficile se non impossibile evitarli, si possono comunque attuare delle misure preventive quali: 
1) di evitare di far giocare il bambino nei prati in primavera, specialmente nelle giornate di sole con vento e clima secco. 
2) non tagliare l’erba del prato in presenza del bambino e non sostare nelle vicinanze di altri spazi in cui si sia tagliata l’erba. 
3) verificare la pulizia dei filtri dei climatizzatore dell’auto e della casa. 
4) evitare il contatto con il fumo di sigaretta, polveri e pelo di animali domestici. 
5) da ultimo scegliere come meta delle proprie vacanze località di alta montagna o di mare ricordando che per altitudini medie tra i 600 e i 1000 metri le stesse piante liberano i pollini circa un mese più tardi rispetto alle zone pianeggianti. 

Quando comunque si presentano i sintomi è opportuno parlarne con il pediatra di famiglia che potrà, inviare il bambino ad uno specialista allergologo. 

L’allergologo pediatra è lo specialista di riferimento per valutare esattamente i sintomi e arrivare a una diagnosi precisa praticando i test cutanei (prick test) e il dosaggio delle IgE totali e specifiche (prist e rast), impostando quanto prima una appropriata terapia con farmaci sintomatici (antistaminici ed eventuali steroidi nasali).

Nei casi nei quali c’è indicazione, lo specialista allergologo , può inoltre consigliare, di effettuare al vostro bambino una immunoterapia specifica contro gli allergeni che causano i disturbi, vale a dire il cosiddetto vaccino desensibilizzante, che oltre a permettere un buon controllo dei sintomi, è ad oggi l’unica terapia in grado di modificare la storia naturale della problematica allergica potendo ridurre la comparsa di ulteriori sensibilizzazioni e prevenire l’evoluzione di un’allergia respiratoria da isolata rinite allergica ad asma bronchiale. 


La rinite allergica stagionale, è una condizione diversa rispetto alla rinite allergica perenne, cioè alle forma che dura più o meno tutto l’anno e che è per lo più dovuta ad una sensibilizzazione verso allergeni che sono presenti sempre nell’ambiente in cui vive il bambino quali acari della polvere, peli di animali domestici, muffe. 

Ma questo è un argomento, insieme ad altri temi della sfera allergologica di cui scriveremo nei prossimi appuntamenti, di quella che vuole essere una piccola rubrica educazionale a scadenza mensile. 

Il dr. Marco Porziani, medico pediatra, ha maturato nel corso degli anni ampia esperienza nell’ambito pediatrico quale Dirigente di primo livello della Struttura complessa di Pediatria dell’Ospedale Regina Apostolorum di Albano, curando poi in prima persona l’ambulatorio specialistico di Allergologia e Broncopneumologia Pediatrica del suddetto Ospedale. E’ autore di numerose pubblicazioni sui temi della pediatria e allergologia pediatrica e membro di società scientifiche nazionali ed internazionali. 

Attualmente il dr. Porziani collabora con il Centro “Eppur Si Muove” di Velletri dove effettua visite specialistiche pediatriche, visite allergologiche con test diagnostici cutanei (prick test), patch test per la diagnosi allergie da contatto o professionali, spirometria di base per la valutazione della funzionalità respiratoria.


“I ragazzi stanno bene 1994-2019” Instore: i Negrita alla Mondadori di Velletri

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Tra le prime date dell’Instore dei Negrita, “I ragazzi stanno bene 1994-2019”, c’è anche Velletri: dopo Milano, Firenze, Bologna, lunedì 4 marzo alle ore 18.00 presso la Mondadori Bookstore di via Pia avrà luogo un mini-live con la presentazione del nuovo cd.

di Rocco Della Corte
Il celebre e amato gruppo musicale rock italiano, formatosi all'inizio degli anni novanta, prende il nome dal brano dei The Rolling Stones “Hey! Negrita”. Dopo i grandi successi che hanno accompagnato intere generazioni, con hit sempre ai vertici delle classifiche (tra le altre “Magnolia”, “L’uomo sogna di volare”, “Verso Sud”), i Negrita hanno partecipato all’edizione del Festival di Sanremo 2019 appena conclusa con “I ragazzi stanno bene”, un brano che – come dichiarato dagli stessi musicisti – rappresenta la “non accettazione di certe storture che la società contemporanea ci regala e ci impone ogni giorno”. Una grande opportunità per gli amanti della musica di Velletri: l’appuntamento è presso la Mondadori di Velletri (ingresso libero) lunedì a partire dalle ore 18.00!


Un ricordo di Gaetano Zaralli: il suo scritto "Un pugno allo stomaco. Padre, lei crede in Dio?"

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Camminare tra la gente e fermarsi di tanto in tanto a porre domande, è la cosa che maggiormente mi affascina, spinto come sono da una dannata curiosità e dalla voglia di mettere ordine nelle mie idee con il supporto delle opinioni altrui, sempre preziose, soprattutto se diverse.

di Gaetano Zaralli

Ho raccolto centinaia di testimonianze a proposito di Dio…  e ho trovato cosa  c’è dietro i gesti trasparenti delle persone semplici;  dietro le storie travagliate e discusse di chi della fede ha perso ormai i punti di riferimento; dietro le spontanee genuflessioni pubbliche e un po’ fanatiche dei convertiti; dietro il sorriso ironico e a volte dissacrante di chi vuol fare intendere che la trascendenza è solo invenzione dei preti;  dietro la malinconia e la struggente ricerca del dubbioso che nel vuoto, provocato dal rifiuto d’ogni cosa, vorrebbe riversare l’abbondanza delle certezze che non ha…
L’interesse cresce quando quella voglia che ti porta oltre il dialogo spicciolo ti fa scoprire spiritualità impensate e retroscena da romanzi.  Chi nega Dio può aver fatto il chierichetto, per esempio e magari da bambino s’è nutrito di tridui e di novene … Come, al contrario, chi pensa di averlo trovato Dio, confessa di aver subito nello sfavillio delle lunghe processioni che portano ai santuari uno choc tanto salutare da fargli rivedere la conduzione dell’intera sua vita …
Il segreto di un interscambio sincero è lasciare che l’interlocutore parli a ruota libera, anche se, raccontando la propria fede, giura di aver visto la Madonna; anche se, negando una qualsiasi entità superiore, dice con rispettosa indifferenza di non essere così stupido da bestemmiare contro chi non esiste.
Comunque ogni volta  ho avuto la fortuna di mettermi in contatto con persone che avevano desiderio  di informarmi sulla loro fede, non ho mai trovato difficoltà, se non quella di contenere l’irrefrenabile desiderio di ripercorrere il passato per giustificare o consolidare le scelte che invadono il mio presente.

 

“Credere in Dio è una salvezza, ma credere veramente è una missione. Credere completamente è già conciliare il male fisico e morale, come una spiegazione alla realtà e quindi il compito del cristiano accettare la realtà senza discutere. Per poter arrivare a questo discorso e dico completamente, non so quante lotte, lacrime, sofferenze dobbiamo sopportare ognuno di noi. Dio potrebbe essere la via per giustificare, accettare, tollerare il male fisico e morale. Ma tra quello che si professa e il comportamento, c’è una mancanza che lacera. La partenza sarebbe buona ma manca la coerenza lungo il cammino e non certamente da parte di Dio. se Dio è amore, non devono neanche esistere gli integralismi, perché la fede è fatica e non imposizione.
Penso che quello che allontana le persone dalla religione sono due fattori. L’inadempienza di chi dovrebbe parlarci di Dio e purtroppo alcuni dogmi che creano difficoltà, perché probabilmente si vorrebbe Dio più umano e terreno invece che lontano e immenso.” (Firma)

Se fossi Papa,fermerei l’attenzione sulle due ultime battute dell’amico che mi scrive e, prima di abborracciare una risposta, incomincerei a rivedere certe questioni che riguardano il cuore stesso del cattolicesimo. Non basta più nascondersi nella comune fragilità per giustificare le inadempienze o per ridimensionare le malefatte passate e presenti di noi ecclesiastici, intanto perché si desidera, anzi, si pretende  da parte di chi vorremmo condurre alla rettitudine una uguale comprensione e altrettanta disponibilità a capire; e poi, cosa più importante, perché molti di quei cristiani cattolici che si muovono tra mille situazioni ingarbugliate, sono stanchi ormai di essere considerati solo pecorelle smarrite in cerca di perdono...
Se io fossi Papa, lascerei ai parroci il compito di trattare certi argomenti che sulla bocca di un Pontefice potrebbero apparire banali e mi assumerei la responsabilità di prendere decisioni nuove in grado di rendere  Dio un po’ meno lontano da chi non lo teme immenso.
Quando si è solo burocrati e guardiani della Verità, come la moda vuole che siano certi teologi che nelle scuole per preti si impossessano delle cattedre, quella Verità, già misera nei risvolti della vita ordinaria,  si impoverisce ulteriormente e perde il brillio semplice e schietto che le compete, perché vola sopra le teste, senza approdare nei cuori. 
Dopo aver ascoltato mille pareri, dopo aver fatto un viaggio tra tante opinioni diverse, un bel giorno, però, può capitare che qualcuno ti chieda brutalmente: “Ma tu, credi?”.
Mai rivolgere una domanda del genere ad un prete, quella richiesta potrebbe avere per lui l’effetto di un pugno allo stomaco, specie se chi chiede è una persona intelligente che  guarda fisso negli occhi.
Quando si affrontano certi problemi, d’altra parte, bisogna avere il coraggio di rinunciare ad ogni mascheramento ed essere certi che, con chi s’è fatta una lunga camminata, non si può barare. Forse per questo i preti, agli amici veri e intelligenti, disposti anche a criticarli, preferiscono i chierichetti sottomessi e le pie donne servizievoli; forse per questo con i preti è difficile avere conversazioni piane e coinvolgenti; forse per questo le persone che mi chiedono un parere su Dio e sulla fede, dinanzi al turbamento e alla sorpresa che con evidenza manifesto, fanno la cosa più  delicata e gentile possibile: cambiano argomento.


F&D H2O Velletri battuta in trasferta: Florentia vince 9-4

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Trasferta amara per l’F&D H2O Velletri in Toscana. Contro le padrone di casa del Florentia la compagine di Velletri non riesce a finalizzare la grande mole di gioco prodotta, pagando care le imprecisioni in fase offensiva. Da lodare, invece, il cinismo e la determinazione delle fiorentine che portano a casa una vittoria preziosa per la loro già ottima classifica.


di Rocco Della Corte
Gara molto tesa e con diversi errori da una parte e dall’altra. L’F&D H2O crea il primo pericolo con una conclusione che si stampa sulla traversa. Il vantaggio lo trovano le padrone di casa con Mandelli, in superiorità numerica. Florentia che si porta poi sul 2-0 con Cordovani, complice un errore difensivo delle veliterne che consente alla giocatrice avversaria di tirare a porta vuota. La compagine di Di Zazzo torna in gara con De Cuia, in superiorità numerica, ma in contropiede Cordovani sfrutta al meglio il due contro zero e sigla il tris con che chiude il primo tempo. Il secondo quarto si apre con due miracoli di Banchelli, che prima con l’ausilio della traversa evita il peggio e poi salva Firenze con un altro grande intervento sul tiro di Colletta. Dopo un altro legno arriva il gol su tiro di rigore con Centanni, abile e fredda nel segnare il 2-3. Subito dopo la traversa impedisce nuovamente il pareggio all’F&D H2O, non di certo fortunata nonostante un ottimo approccio al match. Sorte avversa che si materializza maggiormente a tre minuti dalla fine, quando prima un’altra traversa impedisce a Centanni di pareggiare e poi sul capovolgimento di fronte Crevier sfrutta al meglio la superiorità segnando il 2-4.
Il copione si conferma quando l’F&D H2O fallisce l’ennesima occasione sfiorando il palo da una buona situazione e sulla successiva azione Giachi trova un eurogol che vale la quinta rete per le fiorentine. Cordovani prima del fischio di metà gara approfitta al meglio della superiorità numerica e realizza il sesto gol. Un tiro di De Vincentiis e un palo di Giannetti sono le ultime emozioni del match. Si va al cambio di campo sul 6-2 per le gigliate. Nel terzo tempo l’F&D H2O continua a sciupare occasioni incredibili, mentre il Florentia sotto porta non perdona. Se, infatti, per le padrone di casa migliore in campo è il portiere Banchelli, su sponda Velletri difettano precisione e cattiveria in zona gol. Da situazione offensiva clamorosamente non finalizzata dalle veliterne nasce il contropiede di Crevier che vale il settimo gol. La squadra di Sellaroli fallisce un tiro di rigore (palo), rischia ancora con una traversa dal limite e poi realizza con Crevier in superiorità numerica. Centanni concretizza la sua doppietta personale con un bel gol in superiorità numerica, nel finale Clementi va al tiro ma Banchelli è sempre presente. La frazione si chiude 3-8. Ultimo quarto con il team di Di Zazzo all’arrembaggio, ma partono meglio le locali con una palomba di Cordovani. Pustynnikova accorcia le distanze, poi è prodigiosa Banchelli sul pallonetto di Centanni con uno strepitoso intervento. Non ci sono più emozioni, l’F&D H2O è in attacco ma non punge, il Florentia gestisce e a regnare è l’equilibrio. Il finale recita 9-4 per le toscane. 


FLORENTIA – F&D H2O VELLETRI 9-4 (3-1, 3-1, 2-1, 1-1) FLORENTIA: Banchelli, Mandelli (1), Rorandelli, Cordovani (4), Mc Kelvey, Crevier (3), Sorbi, Francini, Giachi (1), Giannetti, Marioni, Cotti, Perego. Allenatore: Sellaroli. F&D H2O: Minopoli, De Cuia (1), Pustynnikova (1), De Marchis, Zenobi, Rosini, Amedeo, De Vincentiis, Colletta, Clementi, Centanni (2), Bagaglini, Meccariello. Allenatore: Di Zazzo. Arbitri: Brasiliano e Piano Uscite per limite di falli Colletta (FeD) nel terzo tempo, e De Vincentiis (FeD) nel quarto. Superiorità numeriche: RN Florentia 5/10 + un rigore, FeD H2O 2/9 + un rigore. Mc Kelvey(F) sbaglia un rigore (palo) nel terzo tempo. Spettatori 150 circa. 

Giulio Perrone e Paolo Di Paolo alla Mondadori di Genzano per parlare de “L’amore finché resta”

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Lunedì 4 marzo, alle ore 18.30, nuovo appuntamento con la letteratura alla Mondadori di Genzano. Presso il Bookstore di Corso Gramsci saranno ospiti, infatti, lo scrittore e critico Paolo Di Paolo e l’autore ed editore Giulio Perrone, per parlare dell’ultimo libro scritto dallo stesso Perrone e intitolato “L’amore finché resta” (edito da HarperCollins).

di Rocco Della Corte
Romanzo ironico, ambientato nel quartiere dei Parioli, racconta la vicenda umana di Tommaso che a quarant’anni si ritrova senza una moglie, senza casa e disoccupato. Il suo mestiere da psicoterapeuta non gli basta più per andare avanti, con il divorzio sopraggiunto. Torna quindi nel quartiere popolare dove è nato e cresciuto, dalla madre, e si deve re-inventare. Per saperne di più l’appuntamento è per lunedì 4 marzo, ore 18.30, alla Mondadori di Genzano con due grandi nomi del panorama editoriale italiano.


Intervista ad Elena De Curtis: “Mio nonno Totò sul set era un bambino dispettoso”

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Prima della presentazione con il pubblico di Genzano di Roma, Elena Anticoli De Curtis ha rilasciato una breve intervista all’Ufficio Stampa Mondadori Bookstore Genzano in cui ha approfondito soprattutto, rispondendo alle domande, gli aspetti umani di suo nonno raccontati nel libro e non solo.


di Rocco Della Corte

Elena De Curtis, nel libro “A Napoli con Totò” lei e Loretta Cavaricci immaginate un dialogo fra Totò e Pulcinella. Come lo avete concepito e poi sviluppato? 


È un’idea che nasce da un discorso venuto durante la scrittura del libro. Siccome nonno è in un certo senso la prosecuzione della maschera di Pulcinella, anche se finalmente senza maschera, la similitudine ci è parsa così calzante che lo abbiamo fatto dialogare. Questo in virtù del fatto che Totò inizia con la commedia dell’arte, ha a che fare con Pulcinella, sia a teatro che al cinematografo. A dire il vero sono state due esperienze poco riuscite, non ebbe successo, ma il dialogo che è nato è stato fantastico. Ci siamo divertite. Oltre al viaggio a Napoli e alla riscoperta delle origini, al ritorno sui luoghi che servono a capire meglio quello che come persona Totò ha vissuto, è nata una splendida amicizia con Loretta, che ringrazio di cuore. 

In questo libro sono menzionati attori, registi, personaggi del mondo dello spettacolo. Quali erano i rapporti di Totò con i suoi colleghi e quali stimava particolarmente, da addetto ai lavori? 

Mio nonno ha avuto ottimi rapporti con tutti, però il suo amico per antonomasia era Eduardo De Filippo. Anche se non si frequentavano sempre tra loro c’era un’enorme stima reciproca. Fra i suoi più cari amici ci sono anche Aldo Fabrizi, Alberto Sordi e Peppino De Filippo. In generale, nonno a teatro e al cinematografo era un bambino dispettoso che si divertiva con tutti. Fra le tantissime persone incontrate in questi ultimi cinque anni, nei quali ho portato avanti l’Associazione Antonio De Curtis, non c’è stato un attore, regista o addetto ai lavori che non abbia parlato con affetto di lui. 



Totò al lavoro: che atteggiamento aveva il principe della risata? 

Era molto riservato, ha rispettato sempre tutti, ma se qualcuno gli faceva saltare i nervi non le mandava a dire. Sempre, però, in maniera elegante. Non ha mai dato in escandescenze, però se diceva una cosa, se doveva criticare, lo faceva direttamente e colpiva ancora di più. 

Fra i tanti ricordi c’è quello di Enrico Vanzina… 

Sì, mi ha colpito moltissimo. Si ricorda di quando da piccolo andava sul set con suo padre, Steno, e conobbe anche nonno. Poi visto che nonno abitava ai Parioli si incontravano ogni tanto con suo papà, si abbracciavano, e lui ha impresso nella mente il gesto della carezza affettuosa che Totò gli fece sul viso pur non vedendoci bene. Una scena dolce e piena di delicatezza.

Elena De Curtis racconta suo nonno: presentato alla Mondadori di Genzano “A Napoli con Totò”

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Splendido pomeriggio quello di venerdì alla Mondadori di Genzano. Nel Bookstore di Corso Gramsci sono arrivate la giornalista e autrice RAI Loretta Cavaricci e la scrittrice Elena Anticoli De Curtis, nipote dell’indimenticato Totò.


di Rocco Della Corte
Le due hanno scritto a quattro mani “A Napoli con Totò. Dalla sanità alla luna”, edito da Giulio Perrone, che si pone l’obiettivo di condurre i lettori in una passeggiata nei sobborghi partenopei sulle tracce del genio di Antonio De Curtis. Intervistate da Ezio Tamilia, hanno accompagnato i numerosi spettatori nel mondo del più noto attore comico italiano. “Totò era legato alle sue origini” – ha sottolineato la De Curtis – “e lui e Napoli sono un binomio inscindibile. Con questo libro abbiamo riscoperto i luoghi, le tradizioni, le usanze, cominciando dal Rione Sanità e dalla sua gente che lui non ha mai dimenticato”. “Totò non ha mai giudicato nessuno” – ha proseguito la Cavaricci – “pur dividendo il genere umano fra uomini e caporali. Ha raccontato la fame reale, fisica e morale, che non ha di certo regionalismo se non appunto il genere. Il fatto di aver toccato e interpretato nel profondo cose eterne lo rendono attualissimo. Totò non è solo l’icona di Napoli, ma la fertilità mentale e il brio di un uomo che ha incarnato Pulcinella senza esserlo, togliendosi la maschera”. Tanto spazio agli aneddoti riguardanti il mondo del cinema e quello personale: Elena De Curtis, figlia di Liliana, è nipote diretta di Totò e gestisce la “Associazione Antonio De Curtis” che veicola il messaggio lasciatoci dal grande attore incentivandone iniziative che ne conservano la memoria.
“Mio nonno” – ha raccontato – “ha inventato tante scene sul set. Improvvisava molto, e una delle più celebri è quella degli spaghetti in tasca. È stata definita una scena immortale per la sua forza e la sua carica”. La De Curtis grazie al lavoro dell’Associazione favorisce il più possibile la ricerca, e soprattutto sta scoprendo a sua volta un nonno mai conosciuto: “Mamma mi raccontava che da piccolo il nonno era gracile, povero, e non bellissimo. Lo diceva sempre. Essendo uno scugnizzo proveniente da una famiglia poco agiata, una volta uscì in strada con dei pantaloncini rimediati da una stoffa rosa a fiori verdi. Subito gli altri ragazzi del Rione lo chiamarono ‘femminiello’. Lui anziché reagire con le mani si strappò i pantaloni e cominciò ad imitare un burattino. Fu la sua prima esperienza recitativa, da lì comprese che avrebbe voluto far ridere. E infatti tutti scoppiarono a ridere e questo episodio passò”. “Dai suoi film” – ha spiegato la Cavaricci, che ha curato tantissime trasmissioni in Rai ed ora fa parte della Redazione Cultura di RaiNews – “escono tutti i caratteri napoletani, esce una Napoli variegata e interpretata in tutte le sue particolarità”. Tra le scoperte più interessanti c’è quella che potrebbe esplicare la genesi della poesia più famosa (e forse anche la più bella) di Totò, “A livella”. Recenti studi, infatti, hanno portato alla luce nelle catacombe sottostanti il Rione Sanità e nelle quali il principe giocava spesso, un affresco con uno scheletro e una clessidra, rappresentanti del tempo e della morte. “Chissà che non abbia preso spunto da lì mio nonno”, ha detto la De Curtis, lasciando la curiosità su questo affascinante scenario. La presentazione, prima del firma-copie e delle foto scattate come sempre dall’Associazione Click!, si è conclusa con due argomenti che danno la cifra della grandezza di Totò: il suo amore per gli animali e il suo concetto di comico. “Mio nonno amava molto gli animali.
Aveva cani, gatti, canarini, pappagalli. I canarini si chiamavano Gennarino e Rosa, li adorava”. E ancora, in merito alla sua carriera, non possono essere dimenticati gli inizi difficili, quando con pochi soldi cercava di sfondare sulla scena artistica: “Dietro ogni risata si cela una lacrima” diceva Totò, ed è un manifesto del suo umorismo. Fra i sogni nel cassetto di Elena De Curtis un museo a Napoli: “Il popolo napoletano ha sempre amato mio nonno, lui ha sempre amato Napoli. Con pazienza e tenacia dobbiamo cercare di realizzare questo museo, per dare uno spazio a Totò nella sua città. Si dicono sempre cose brutte di Napoli, io penso che sia una città ricca e piena di positività”. Un incontro davvero intenso e interessante, che apre un marzo ricco di appuntamenti alla Mondadori di Genzano: il 15 arriverà Lidia Ravera, il 23 Nadia Cattelani, e altre date si aggiungeranno per il pubblico genzanese.

Passaggi di cintura al Toukon: egregio il livello per gli atleti del karate esaminati

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In un calendario ancora intenso di appuntamenti sportivi, mentre proseguono ininterrottamente gli allenamenti della squadra agonistica e delle altre discipline praticate, si sono svolti gli esami per il passaggio di cintura per gli allievi di karate del Toukon Karate-Do che presso il Palazzetto dello Sport Bandinelli di Velletri ha la sua sede operativa.
In questa sessione invernale sono saliti sul tatami per essere esaminati, gli allievi del settore karate, che dalla cintura bianca in sù si sono cimentati nelle prove previste dalla commissione d’esame presieduta dal direttore tecnico del Toukon il Maestro Luca Nicosanti che all’inizio della presente stagione ha conseguito il VI° dan di karate, coadiuvato dai suoi collaboratori gli istruttori Ettore Ciriaci e Lorenzo Pulicati insieme ad una sublime rappresentativa degli atleti appartenenti alla squadra agonistica del Toukon. Un momento importante per tutti i praticanti per meditare e fare un bilancio sulla formazione, consapevoli che la pratica sportiva delle arti marziali promuove la formazione sportiva ed insieme la maturazione di tutta la persona. Questa è la vision condivisa dall’associazione veliterna che, sin dalla sua costituzione ha voluto concentrarsi sulla pratica delle arti marziali in sinergia con le più moderne ed efficaci strategie educative e formative perché il successo è rappresentato fondamentalmente dalla costruzione e realizzazione delle proprie aspettative. E dopo gli esami è il momento di ripartire più carichi ed in forma per affrontare una nuova crescita e per prendere parte alle numerose competizioni già approvate nel calendario dell’anno sportivo che è nel pieno del suo svolgimento.

Il mondo produttivo della moda: invitato anche il nostro concittadino Giampaolo Brencio

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Dal 25 al 27 gennaio si è svolta a Roma la “Settimana della Moda” nel Pratibus District, ex Deposito ATAC di Viale Angelico.
Grande presenza di tutte le “Firme” famose emergenti della Moda Italiana ed il 27 ha sfilato la Collezione di Gattinoni. Oltre alla presentazione delle varie Collezioni Autunno – Inverno 2019-2020 si sono svolte molteplici attività collaterali e varie premiazioni nell’ambito della Moda. Era stato invitato anche il nostro concittadino Giampaolo Brencio che ha lavorato in questo Settore, a livello produttivo, per quarant’anni per firme famose sia in Italia che all’estero. Il premio, una medaglia raffigurante una lupa dorata, è stato assegnato per l’impegno dimostrato e soprattutto per la formazione dei Quadri Aziendali che hanno una notevole importanza per la realizzazione dei prototipi e poi della produzione che è legata alle vendite. Grande soddisfazione per il nostro Concittadino.


Alla scoperta di Cesira Fiori con Memoria ‘900. Antonietta Lucchetti: “Era una donna e una maestra eccezionale”

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Martedì 19 marzo l’Associazione Culturale Memoria ‘900 ha organizzato, presso la Sala Tersicore del Comune di Velletri, un convegno sull’insegnante e sindacalista Cesira Fiori. Una donna di grande rilevanza nel panorama storico e culturale italiano, che si può considerare una rivoluzionaria del Novecento. A presentare l’iniziativa (martedì 19 marzo alle ore 16.30) la professoressa Antonietta Lucchetti, consigliera di Memoria ‘900 e responsabile della ricerca storica che ha poi portato alla realizzazione di questo evento.

di Rocco Della Corte
Antonietta Lucchetti, chi è Cesira Fiori e perché sarà la protagonista di un incontro a lei dedicato il prossimo 19 marzo a Velletri? 

Cesira Fiori era una donna, un’insegnante, una madre e una sindacalista eccezionale. Oltre al suo ruolo storico e umano, ha avuto però anche un legame con Velletri. 

Quale e come lo ha scoperto? 

Il legame con Velletri è stato scoperto fortuitamente durante una ricerca sull’antifascismo. Nel 1907 Cesira Fiori, appena diplomata, ha iniziato l’attività di insegnante nella scuola rurale di Le Corti. È un periodo in cui il tasso di analfabetismo è altissimo, il governo cercava di ridurre il gap fra campagna e città con questi istituti. La Fiori accettò l’incarico a Velletri. 

Che realtà si trovo di fronte e come agì nel suo incarico di insegnante? 

Secondo alcuni studi nel suo metodo di insegnamento si rivedono echi delle teorie di Maria Montessori, visto che cercava di coinvolgere i suoi alunni e farli ragionare ed esprimere al meglio. Venne a contatto con la realtà dei braccianti agricoli e dei contadini. Ma soprattutto a Velletri incontrò Augusto Mammucari, figura fondamentale nella sua vita. Era un insegnante e un sindacalista delle leghe bracciantili. Nacque una splendida storia tra loro. 

L’Associazione Memoria ‘900 ha coinvolto i ragazzi per questo progetto: in che termini?

I ragazzi del Liceo Mancinelli-Falconi nel loro percorso di Alternanza Scuola/Lavoro sono stati attivi nelle ricerche all’Archivio di stato di Roma. Lavorando su Cesira Fiori hanno capito cosa significhi fare una ricerca sulle fonti, hanno sfogliato i documenti e i fascicoli. Inoltre si sono cimentati con le testimonianze orali, avendo intervistato due persone che conobbero direttamente Cesira Fiori: Giuliano Aureli e Anna Tosti. 

Una vita impegnata in tante battaglie ma anche una grande umanità emersa nel ricostruire la storia di questa insegnante…

Sì, c’è un episodio molto romantico e significativo. Cesira Fiori stava per sposare Augusto Mammucari quando egli, nel 1918, morì per l’influenza spagnola. Augusto aveva un figlio di due anni da una precedente relazione. Sua madre naturale era malata, così Cesira si prese cura del figlio di Mammucari per tutta la vita. 

Fra le tante vicissitudini di vita c’è anche l’esperienza del confino… 

Cesira Fiori curò un libro di testo per le scuole medie ed elementari, poi venne ritirato dalla circolazione per il suo atteggiamento marcatamente antifascista. Fu arrestata e mandata al confino. Visse così a Ponza e ad Ustica.

Mondadori gremita per i Negrita: l’instore tour “I ragazzi stanno bene” ha fatto tappa a Velletri

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Un lunedì pomeriggio indimenticabile alla Mondadori di Velletri, fra musica, sorprese e aneddoti. Per il venticinquesimo anno di attività la storica band dei Negrita ha iniziato, il primo di marzo, un tour instore e la quarta tappa dopo Milano, Bologna e Firenze è stata proprio Velletri.

di Rocco Della Corte
Sin dalle prime ore del pomeriggio tantissimi fans si sono presentati per prendere posto e aspettare con trepidazione ed entusiasmo i musicisti, reduci dall’ultimo Festival di Sanremo. Ma la prima sorpresa è stata il presentatore d’eccezione, ovvero il nostro concittadino e attore Gianmarco Tognazzi, che legato da una pluriennale amicizia con i Negrita ha accettato di supportarli nella serata.
Accolti dagli applausi dei numerosissimi spettatori, i musicisti sono stati introdotti nell’ambiente cittadino proprio da Tognazzi: “Io qui faccio il viticoltore a tempo pieno e l’attore a tempo perso” – ha scherzato il figlio dell’indimenticato Ugo – “ma soprattutto sono felice di vedervi in quella che ormai è la mia città a tutti gli effetti e di trovarmi di fronte ad una così vasta risposta di pubblico velletrano”. Ironizzando sul dialetto veliterno e sulle usanze della nostra città, Tognazzi ha poi dato la parola ai presenti per consentire subito agli spettatori di fare le loro domande agli ospiti. Un dibattito che ha consentito agli stessi Negrita, nel rispondere, di raccontare innumerevoli aneddoti e retroscena.
Venticinque anni di attività conditi da successi, tormentoni, azioni per il sociale e riconoscimenti: “Non abbiamo mai suonato” – ha raccontato Paolo Bruni – “con la pretesa di piacere a tutti. Il nostro intento è di arrivare al pubblico per ciò che vogliamo dire, ma senza dovere per forza essere amati. Lo spiega anche il ventesimo posto di Sanremo”. Dalla provincia di Arezzo al Festival, passando per le tournée e per gli stadi pieni: quella dei Negrita è una musica capace di accompagnare più generazioni, avendo caratterizzato più stagioni dagli anni Novanta ad oggi. Molto inclini al senso dell’umorismo, i musicisti hanno dato vita ad un clima simpatico e gradevole prima di imbracciare gli strumenti e iniziare l’attesissimo mini-live.
Il primo pezzo eseguito è stato quello portato a Sanremo e che dà il nome all’instore tour, “I ragazzi stanno bene”: una canzone vera, ricca di significato e che avvolge il cuore. Il pubblico, attento e pronto a catturare l’attimo con foto e video, ha partecipato alla performance accompagnando con battiti di mano a tempo e voce i ritornelli. Spazio anche ai pezzi classici: “Mama maè”, “Magnolia”, conclusi da una vera e propria ovazione. Poi, sempre sulle note dei Negrita, firma-copie dei cd e foto-ricordo: una lunga e ordinata fila ha aspettato il proprio turno e parlato con i musicisti, disponibili con tutti. Un evento straordinario, per qualità e partecipazione, che sancisce la riuscita delle iniziative a target musicale nella Mondadori Bookstore veliterna.
Una grande soddisfazione per tutta la nostra città, ormai inserita grazie al costante lavoro di Guido Ciarla e Aurora De Marzi insieme allo staff, nei circuiti nazionali letterari e non solo. Il giorno successivo gli stessi Negrita, ospiti su Radio Due, hanno menzionato l’esperienza veliterna e lo speaker della radio ha sottolineato la grande partecipazione con un eloquente “Velletri is the new Milano”, segnalando la massiccia affluenza dei veliterni che non ha avuto nulla da invidiare al capoluogo lombardo. Appuntamento che avrà una lunga eco, quindi, come si evince già dai social, e che ha lasciato soddisfatti gli stessi ospiti: Gianmarco Tognazzi e i Negrita sono stati protagonisti di un lunedì da brividi, nel senso positivo del termine, a Velletri.

La "Reconquista": una tragica delusione

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La “Reconquista”, l’operazione militare conclusa nel 1492 con l’eliminazione del potere arabo-islamico dal suolo spagnolo per opera di Ferdinando il Cattolico d’Aragona, è indissolubilmente legata a quell’appellativo.


di Pierluigi Starace

Il miglior modo per un “challenger” aspirante a quel titolo, il cui assegnatore era il papa, era dimostrare a costui, armi alla mano, la determinazione religiosa a rendere cattolico quel nuovo regno. Rendere: perché, se dal punto di vista tecnicamente politico-militare il fine era raggiunto, ora il papa aspettava di vedere come il re avrebbe affrontato il complicatissimo problema della deislamizzazione della Spagna. Infatti in essa , specie in territorio andaluso e grenadino, c’era circa mezzo milione di arabi islamici. Essi, esclusi dall’esercito perché ritenuti indegni d’un onore simile, poco propensi ad entrare nel clero cattolico, proseguirono la loro attività su quel suolo, bonificato da secoli dai loro padri arabi: lavoro dei campi, anche con prodotti di qualità, come la canna da zucchero ed il riso, artigianato di armi (spade di Toledo) ,cuoio, tessili, oreficeria,commercio.Ufficialmente si professavano cristiani, senza troppo prendersela se il Cattolico e gli altri suoi successori, per santa obbedienza agli ordini papali, li assillavano spesso con “controlli di qualità” inquisitoriali della loro fede,sospettando che a casa e nell’intimo si sentissero mussulmani, e li chiamavano sprezzantemente “moriscos” , “moretti”. Ai primi del ‘600, sotto Filippo III, che aveva affidato i propri compiti ad un corrotto e corruttore, il cardinale Francisco duca di Lerma, la Spagna è in crisi economica. Nonostante il fiume dell’oro peruviano e dell’argento messicano trasportati dai galeoni, le guerre incessanti e l’ancor più incessante fasto spendereccio della corte di Madrid sono tali da assorbirlo, e non aiuta il fatto che l’alto clero sia competitivo coi “Grandes de Espana” nell’arraffarne,ed il basso “mangi” sì meno di esso, ma rimanga improduttivo di “roba che si mangia”, cioè fedele magari alla regola dell’”ora”, ma non a quella del “labora”. E’ proprio adesso che sempre più “veri cristiani e spagnoli” in crisi economica per il malgoverno suesposto, cominciano a guardare con invidia rabbiosa ai “moriscos”. “Quei cani di sangue africano ed infedeli lavorano, guadagnano, stanno bene o anche benone, e noi facciamo la fame. Prima gli spagnoli! Prima i cristiani!” Si diffonde l’idea che i moriscos siano cimici che succhiano il sangue della nazione, dunque che siano loro la causa della crisi. Ed allora s’arriva alla seconda fase:” Mandiamoli a casa loro!” La monarchia spagnola ed i Grandes de Espana non erano stati stupidi. Nessuno dei re, da Ferdinando in poi, s’era mai sognato di farlo, perché sapevano che sarebbe stato un errore economico. Ma il fanatismo del cardinale tuttofare smaniante di distinguersi con un regalo mai visto al papa Paolo V Borghese travolge ogni logica razionale. Nel 1609 un editto, controfirmato dal fantoccio re Filippo III, ordina che entro tre giorni 300.000 moriscos preparino i bagagli per lasciare quelle che erano le loro case da mille anni, per tornare a casa di “mamma Africa”. Il cardinalone mobilita mezza Armada per il trasporto, di ben poche miglia, sulla costa marocchina oltre lo stretto di Gibilterra. I “Grandes” ex proprietari dei moriscos contadini ordinano, ed i loro tirapiedi servi di sangue puro eseguono, quasi come buonuscita per secoli di lavoro, un “atto di fede cattolica”: strappare i bagagli a quella folla di famiglie in fuga, e spartirseli fra loro. Per sé personalmente, il porporato da subito arrafferà a man bassa terre, fabbriche, magazzini degli espulsi. Questi sventurati saranno accolti in genere male dai marocchini, che li prenderanno per cristiani: difficile quantificare quanti siano morti di fame e di stenti sulle aride coste a cavallo fra Mediterraneo ed Atlantico. In Spagna lo sradicamento della fascia produttiva, insieme alla diminuzione dell’argento per lo sterminio degli indios messicani attraverso il lavoro in miniera, porta lo stato ad una bancarotta nel 1627 e nel 1547. Anche i possedimento spagnoli di Milano e Napoli risentono del contraccolpo negativo di quel crimine. Non solo, esso genera quell’indebolimento della nazione oramai ex leader d’Europa del quale profitteranno tutti i nemici religiosi e politici di Madrid con lo scatenamento di quella guerra dei trent’anni che sarà una serie di crimini contro l’umanità, vedrà i “tercios “ spagnoli battuti sul campo, farà prorompere ribellioni dal seno stesso della Spagna, la consegnerà ad una pace umiliante. E quei poveri spagnoli che s’erano fatti in quattro per collaborare con gli armigeri reali e gli incappucciati dell’Inquisizione a spiare, calunniare, denunciare, insultare, spintonare i moriscos fuori dai confini, non solo non si ritrovarono economicamente meglio, ma caddero più in basso. Lo strangolamento dell’agricoltura portò alla fame di massa, e bande disperate non di arabi o islamici, ma di purissimi spagnoli, i “picari”, cominciarono a vagabondare attraverso il sacro suolo liberato dallo straniero infedele, chiedendo l’elemosina, rubacchiando, imbrogliando per tirare avanti alla giornata, e, senza confessarlo neppure a se stessi, stramaledicevano la cacciata della classe produttiva della Spagna meridionale.prendevano ogni giorno di più coscienza che tutto il male che loro avevano deliberatamente fatto a degli innocenti, infangando ed insanguinando i nomi di Dio e patria, si era ritorto contro di loro, e con gli interessi. Questa lezione della storia è dedicata espressamente a chi oggi vede lo sgombero dei non italiani, a cominciare da quelli islamici, come l’unica, o almeno la principale soluzione per strappare il nostro paese o addirittura l’Europa dallo slittamento nell’abisso che ben altri operatori di ben altre ruspe stanno scavandoci sotto i piedi.

Serie B Waterpolis Lariano, vittoria a Guidonia: ottima prova per le giovani di Di Zazzo

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Arriva con un convincente 17-6 una splendida vittoria per la Waterpolis di mister Christian Di Zazzo ai danni della Roma Waterpolo. Le ragazze hanno messo subito in chiaro le cose in un match non semplice.

di Rocco Della Corte
Primo parziale che si chiude sul 4-1 in favore delle ospiti, brave a prendere subito il largo. Nel secondo tempo il vantaggio è stato incrementato con un 4-0 che ha portato a metà gara il punteggio sull’8-1. Più equilibrio nel terzo tempo, durante il quale si sono innervositi un po’ gli animi: la Waterpolis ha comunque mantenuto a distanza di sicurezza le padrone di casa e il parziale si è chiuso sul 4-5. Ultimo tempo gestito agevolmente dalla compagine di Di Zazzo che ha chiuso 4-1 e portato a casa un 17-6 che non ammette repliche. A segno quattro volte Carosi, quattro volte Bertini, quattro Piscopo, due Cristea, una Magno, una Passaretta e una Baldo.
Così mister Christian Di Zazzo nel post gara: “Siamo partiti meglio del solito, concentrati, e abbiamo messo subito in chiaro chi avrebbe vinto la partita. Dopo i primi due tempi loro hanno messo la partita sul piano fisico cercando il contatto e smettendo di giocare, con alcuni falli al limite della sportività”. Il coach si sofferma molto su questo aspetto, a suo dire eccessivamente pronunciato durante il match: “Non era pallanuoto, mi piace il gioco fisico ma quando si fa male non ci sto. Ho dovuto calmare le ragazze e mi è piaciuto vedere che si sono aiutate fra loro. Per la prima volta in stagione dico brave a tutte”. “Ho visto che tutte si sono impegnate nel fare quello che chiedo” – ha proseguito Di Zazzo – “e oltre alle più grandi voglio elogiare Baldo, Cristea, Barsi, Cappelluti, Pallante, quest’ultima lasciata per sicurezza in panchina visti i nervi tesi. La strada presa è quella giusta, ora bisogna intensificare il lavoro e continuare su questo piccolo accenno di gruppo che si è visto soprattutto dopo la partita. Avanti così, nanette!”. 


F&D H2O: Barsi, Cappelluti, Magno (1), Aprea, Ramellini, Carosi (4), Cristea (2), Bertini (4), Passaretta (1), Pallante, Piscopo (4), Baldo (1), Tomassini. Allenatore: Christian Di Zazzo.

Al via il Progetto “Lariano e il suo territorio: nuovi percorsi di ricerca storica”

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Ha preso il via martedì 26 Febbraio a Lariano l’interessante progetto dal titolo “Lariano e il suo territorio: nuovi percorsi di ricerca storica” organizzato dall’assessorato alla cultura di Lariano guidato da Maria Grazia Gabrielli in collaborazione e il fattivo coinvolgimento dell’Istituto Comprensivo di Lariano e in particolare sei classi della terza media Achille Campanile e sei quinte classi elementari dei vari plessi di Lariano e il coinvolgimento di esperti.

di Alessandro De Angelis
Andando nel dettaglio la prima lezione presso l’aula magna della Scuola media Achille Campanile si è svolta alla presenza delle classi 3 a e 3 b della scuola media accompagnati dalle insegnanti, con la presenza dell’assessore alla cultura Maria Grazia Gabrielli, dell’assessore al turismo e spettacolo Fabrizio Ferrante Carrante e degli esperti del settore il dott. Flavio Altamura Ricercatore in Archeologia Preistorica presso l’Università la Sapienza di Roma e dott. Daniele Scifoni, storico laureato in Beni storico-artistici presso l’Università la Sapienza di Roma autore delle pubblicazioni “Tenimentum lariani. Storia della popolazione di Lariano e della famiglia Abbafati dal XV secolo ai giorni nostri” e“Il popolamento del territorio di Lariano dalla preistoria ai giorni nostri”. L’assessore alla cultura Maria Grazia Gabrielli:” Tale progetto ha come obiettivo quello di favorire nei nostri concittadini la conoscenza della storia locale partendo dalle origini fino ai giorni nostri. I ragazzi, inoltre potranno maturare la conoscenza del metodo dell’indagine storica divenendo protagonisti di un vero e proprio percorso di ricerca divenendo un vero e proprio percorso di ricerca, da realizzare partendo dalla microstoria familiare e locale”.
“L’idea è nata recentemente- ha inoltre affermato l’assessore Maria Grazia Gabrielli- visto che da pochi mesi Lariano ha preso i primi 50 anni della sua autonomia locale e, per quell’evento, il Comune ha fatto pubblicare diversi saggi storici, nei quali sono stati ricostruiti quei processi che con fatica hanno portato all’affrancamento del Comune di Velletri. Siamo ben lieti di collaborare con l’Istituto Comprensivo di Lariano in questo progetto di alto valore educativo e storico. Il progetto prevede una prima fase con sei incontri in totale per le terze medie e quinte elementari, con i due esperti dott Daniele Scifoni e dott. Flavio Altamura. Poi ci sarà una successiva seconda fase pratica che vedrà gli alunni parte attiva, faranno dei temi in classe e con l’aiuto dei due esperti e dei docenti curriculari saranno chiamati a compiere una ricerca storica sul territorio raccogliendo testimonianze orali dei familiari più anziani, dalle foto e dalle altre fonti disponibili in famiglia. Alla fine del percorso è prevista una fase finale dove gli elaborati prodotti che potranno essere cartacei o multimediali, verranno esposti in una mostra e premiati”. L’assessore Fabrizio Ferrante Carrante nel suo intervento ha espresso e evidenziato l’importanza del progetto che valorizza la conoscenza della storia del nostro territorio dalla preistoria ai nostri giorni e coinvolge i ragazzi delle scuole. Durante la prima lezione il dott. Daniele Scifoni e il dott Flavio Altamura hanno, con l’aiuto della proiezione di slide, ripercorso a grandi linee tutte le fasi storiche dalla preistoria a oggi sul nostro territorio, con lo studio dei vari periodi, gli insediamenti nel corso dei secoli e tutte le vicende principali che hanno caratterizzato i vari periodi, con accenni anche ai ritrovamenti di reperti archeologici sul territorio di Velletri e Lariano.

Cena e spettacolo di beneficenza dell’Associazione Alba a Lariano

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Ci sono sogni che impiegano tante energie affinché gli stessi vengano realizzati. C’è passione, ottimismo, grinta e immenso Amore nel dedicare tempo ed impegno ad obbiettivi che tracciano una strada piena di felicità.
Questo è da sempre stato il nostro sogno… Quello di rendere felici i nostri ragazzi. Ebbene, uno dei nostri tanti propositi per quest’anno, come negli anni passati è quello di poter regalare a tutti Loro un momento di divertimento e spensieratezza attraverso il Centro Estivo, fatto di attività ludiche e di grandi interessi comuni. Da subito abbiamo riunito le forza al fine di poter iniziare a seminare per poter raccogliere i frutti in estate. Poi…. La sorpresa… L’arrivo di una somma assai cospicua ci ha fatto arrivare immediatamente al nostro traguardo. Noi tutti dell’Associazione Alba vogliamo ringraziare chi con Amore ha permesso tutto questo. Chi, in musica e balli ci ha fatto sentire ancora più parte di una grande festa. Un carnevale sorprendente. Grazie a Lucio Di Giacomantonio, Simone Di Tullio, Mirko Bencivenga per il nobile gesto. Grazie perché avete carpito le esigenze dei nostri ragazzi. Grazie perché seppur nel periodo di carnevale, senza maschere, avete guardato gli occhi felici di tutti Noi…. Paola e tutti gli amici dell’A.L.B.A

Titolo interregionale alla Velitrae

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Domenica 3 marzo, a Milano, nella palestra della Società Ginnastica Milano 2000 si è svolta la seconda prove del campionato Gold individuale di Trampolino elastico. Presenti per la Velitrae gli atleti Bottoni Ilaria, Coppola Alessandro e Borro Federico accompagnati dai tecnici Tibaldi Dario e Dei Giudici Andrea.
In una agguerrita sfida tra gli atleti spicca il primo posto di Alessandro Coppola che migliora il risultato della prima prova svolta ad Ancona vincendo la zona tecnica Centro Italia e qualificandosi di diritto alla finale nazionale. Uno strepitoso secondo posto per Federico Borro alla sua prima gara Gold nel trampolino elastico. Sfortunata invece Ilaria Bottoni che, nonostante un errore nell’esercizio obbligatorio, ha raggiunto comunque un buon ottavo posto. Nello stesso fine settimana, Sabato 2 marzo, presso la palestra “Le ginnaste” di Aprilia, si è svolta la seconda prova del campionato di Serie D di ginnastica artistica, categorie LA e LB.
Hanno partecipato Caponera Aurora, De Paolis Emma, Malagigi Giada, Meini Ludovica e Rizzo Ilaria nella squadra LA e Dreussi Beatrice, Di Cicco Maria Teresa, Basili Sara Elizabeth e Salvischiani Gaia nella squadra LB accompagnate dei tecnici Caracci Livia e Ciappetta Francesca. In una prova particolarmente complessa le ragazze hanno conquistato uno splendido quinto posto nella categoria LB e un buon ventesimo posto nella categoria LA che qualificano entrambe le squadre per le finali nazionali di Rimini del prossimo giugno. Un ringraziamento particolare va alle famiglie che, con grande sacrificio, consentono questi ottimi risultati agli atleti e alla Velitrae.

CISL: continuano carenza di personale di polizia penitenziaria e sovraffollamento in carcere. +141% a Velletri

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Purtroppo il quadro delle carceri del Lazio attualmente non risulta roseo. Dobbiamo evidenziare come negli istituti penitenziari della regione mancano circa 400 unità di personale di polizia penitenziaria, rispetto alle dotazione organiche previste dal D.M. del 2017.
Un dato preoccupante poiché in molti dei casi la carenza è soprattutto del ruolo sovrintendenti ed ispettori , ma anche del ruolo agenti/assistenti. Preoccupano le condizioni in cui versano alcuni istituti Penitenziari. Ultimo visitato quello di Latina. Basti pensare che il personale deve ancora aprire i cancelli manualmente. Ci sono molte criticità , infatti, si è fermi all’inizio del novecento. In questi giorni nella regione si stanno svolgendo unitariamente varie proteste , Rieti, Cassino. Viterbo . Un sit in svolto in data 20 Febbraio davanti al Prap Lazio, Abruzzo e Molise, anche solo dalla Fns Cisl Roma Capitale e Rieti. Attualmente non si placa il sovraffollamento che risulta essere di 1.325 detenuti considerato che n. 6.583 risultano essere i detenuti reclusi nei 14 Istituti del Lazio, dato 28 febbraio 2019, rispetto ad una capienza regolamentare di detenuti prevista di n. 5.258 . Preoccupa il sovraffollamento negli istituti di: Viterbo (+181) ; CC Cassino (+114); CC Frosinone (+103); NC Civitavecchia ( +172); CCF Rebibbia ( +106); NC Rebibbia ( + 387); CC Regina Coeli (+378); Velletri (+169) , CC Latina (+ 65) NC Rieti( +83). Preoccupa il tasso di affollamento nei singoli istituti: Latina risulta al 184%, CC Regina Coeli al 161%, CC Cassino al 156%, CC Velletri 141%.

Velletri 2030 sullo sviluppo sostenibile: "C'è voluto il dito puntato di Greta Thunberg"

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C'è voluto il dito puntato di Greta Thunberg e le sue accuse ai potenti della terra, per non essersi assunti la responsabilità di invertire una rotta che sta minacciando il pianeta e sta "rubando il futuro" ai ragazzi di oggi, per portare il problema dell'uso dissennato delle risorse del pianeta Terra all'attenzione dei grandi media e del mondo della politica.
Eppure la lettera Enciclica Laudato si' di Papa Francesco è stata resa pubblica nel giugno 2015 e successivamente nel settembre 2015 è stata pubblicata dalle Nazioni Unite l'Agenda 2030. Come Associazione Velletri 2030 abbiamo cercato di portare i contenuti di entrambi i Documenti all'attenzione della cittadinanza e della pollitica locale, organizzando Seminari e Dibattiti specifici. Finalmente, oggi anche la politica comincia a prendere coscienza delle sue responsabilità verso le future generazioni e della necessità di fare scelte responsabili per garantire un futuro ai ragazzi di oggi. E' di giovedì 27 febbraio, la giornata di lavoro "La politica italiana e l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: A che punto siamo?", tenuta nell'Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, con gli interventi del Presidente del Consiglio Giovanni Conte, del Presidente della Camera Roberto Fico, del Portavoce ASviS Enrico Giovannini, dell'Amministratore Delegato e Direttore Generale di ENEL Francesco Starace e tanti parlamentari e decisori di primo piano. Il Rapporto presentato e dibattuto è scaricabile dal sito: http://asvis.it/public/asvis/files/ASviS_Commento_Legge_di_Bilancio_270219_1_.pdf Sulla base delle informazioni disponibili al 22 febbraio 2019, il Rapporto propone una lettura dei provvedimenti contenuti nella Legge di Bilancio rispetto al loro impatto prevedibile sulle diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile, esaminando i singoli commi della manovra alla luce dei 17 Obiettivi e conseguenti 169 target previsti dall'Agenda 2030. Si tratta del primo esercizio di questo tipo mai realizzato per il nostro Paese e, come tale, va considerato sperimentale. In particolare, i gruppi di lavoro dell'ASviS, articolati per Goal, hanno analizzato il testo votato dal Parlamento a partire dal Dossier del Servizio Studi della Camera dei Deputati, disponibile al link: https://temi.camera.it/leg18/temi/la-legge-di-bilancio-per-il-2019.html il quale contiene la titolazione dei commi e una descrizione sintetica. L'ultima legge di bilancio "avrebbe potuto fare molto di più per portare l'Italia su un percorso in linea con l'Agenda 2030, anche perché il ritardo accumulato dal nostro Paese è molto ampio. D'ora in poi il Governo e il Parlamento definiscano ogni singolo provvedimento in modo da realizzare il vero cambiamento che la stragrande maggioranza degli italiani e le oltre 200 organizzazioni aderenti all'ASviS vogliono: un'Italia pienamente sostenibile". A dirlo è stato il portavoce dell'ASviS, Enrico Giovannini. Nella legge di bilancio 2019 "manca una visione integrata di quel cambiamento verso lo sviluppo sostenibile definito dall'Agenda 2030 e sostenuto da oltre l'80% degli italiani, soprattutto dai giovani e dai più informati", si legge nel rapporto. L'assenza di interventi sistemici per l'economia circolare, la transizione ecologica dei sistemi produttivi, l'occupazione giovanile e femminile, così come i timidi provvedimenti nel campo della lotta al cambiamento climatico e al degrado ambientale, "appaiono preoccupanti", continua lo studio. Si doveva fare di più per occupazione, innovazione e ambiente. Più nel dettaglio, dallo studio dell'ASviS sulla legge di bilancio 2019 - letta alla luce degli obiettivi di sviluppo sostenibile - emerge che la manovra non ha considerato una trentina di target dell'Agenda 2030, riguardanti vari aspetti economici, sociali e ambientali. Ad esempio, dal punto di vista sociale ed economico, nell'ultima legge di bilancio non c'è nessuna norma che riguardi la partecipazione delle donne a tutti i livelli del processo decisionale nella vita politica, economica e pubblica, così come manca una norma sull'eliminazione del lavoro minorile, sulla protezione dei diritti del lavoro e sulla sicurezza dei lavoratori. Dal punto di vista ambientale, fa notare ASviS, nella manovra 2019 non ci sono norme sull'uso sostenibile del suolo, sulla qualità dell'aria, sulla lotta alla desertificazione e sul ripristino dei terreni degradati, compresi quelli colpiti da siccità e inondazioni. Non c'è nulla nemmeno sull'aumento delle risorse finanziarie per conservare biodiversità ed ecosistemi. Un esercizio utile da fare anche con il prossimo Bilancio della città di Velletri, quando sarà pubblicato, a testimonianza della sensibilità dell'Amministrazione per L'Agenda 2030. Non è un lavoro da poco, servono tante risorse, anche giovani e con qualche conoscenza di raccolta dati e trattamento statistico degli stessi. Sarebbe il primo esercizio a livello locale, che potrebbe diventare prassi negli anni a venire. I ragazzi aderenti ai movimenti Fridays For Future e SchoolStrike4Climate e allo sciopero degli adolescenti per salvare il clima, nell'indifferenza dei media nazionali con l'eccezione di qualche Blogger, ci danno oggi nuove speranze, e le parole di una famosa canzone di Bob Dylan del 1964 (The times they are a-changin' ), ritornano attualissime, come messo in evidenza nel Rapporto 2017 di Velletri 2030. La mobilitazione dei giovanissimi sotto la spinta di Greta Thunberg, lo sciopero mondiale per il clima proclamato per il 15 marzo, le manifestazioni in tante città del mondo sono il segno di una spinta dal basso che non è più soltanto un blando invito ai politici perché facciano presto ad affrontare le sfide che minacciano il Pianeta, ma una richiesta urgente e imperiosa di cambiare le priorità delle scelte pubbliche, e di farlo in fretta. "Le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia. Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell'ambiente ha superato le possibilità del pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi, come di fatto sta già avvenendo periodicamente in diverse regioni. L'attenuazione degli effetti dell'attuale squilibrio dipende da ciò che facciamo ora, soprattutto se pensiamo alla responsabilità che ci attribuiranno coloro che dovranno sopportare le peggiori conseguenze" (Papa Francesco, Laudato si', paragrafo 161).

Atletico Velletri fermato dai pali: big match al Colleferro. Di Giammarino: “Non ci fermiamo”

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Finisce con una amara sconfitta la gara dell’Atletico Velletri contro il Legio Colleferro. Una splendida partita quella giocata fra due belle squadre al “Maracanà”, ma la bravura degli avversari e la sfortuna dei biancorossi ha impedito alla compagine di casa di muovere ulteriormente la già ottima classifica.

di Rocco Della Corte
A commentare il 2-4 contro i prenestini ci ha pensato il direttore generale, Stefano Di Giammarino, facendo i complimenti alla squadra veliterna e a quella di Colleferro: “Loro si sono dimostrati, come sapevamo, una squadra forte e ostica oltre che attrezzata a livello di schemi, infatti due gol sono arrivati da palla inattiva. Noi ci siamo trovati a prendere due pali, la partita è stata molto equilibrata e spesso sono gli episodi a decidere chi vince”. “Comunque” – dichiara sportivamente il DG – “loro hanno meritato la vittoria e sono stati anche molto corretti in partita. A noi resta un po’ di amaro in bocca per la sconfitta, ma continuiamo sulla nostra strada cercando di fare più punti possibili”. Un ko che non muta gli obiettivi dell’Atletico, come ha confermato Di Giammarino: “Finchè la matematica non ci condanna a stare fuori dai play off ci proveremo. Dal punto di vista societario non ci fermiamo mai”. Il direttore ha svelato le prime mosse in vista dell’anno 2019-2020: “Siamo già a lavoro, abbiamo tesserato un nuovo dirigente, Simone Cipolloni, un uomo competente che sarà con noi fino a fine anno e anche oltre. Come detto, non ci fermiamo, guardiamo già al futuro con le strategie di mercato e la pianificazione del progetto per la stagione che verrà. Vogliamo essere più competitivi e, se le cose vanno per il verso giusto, guardare al titolo. In ogni caso ciò non ci distrae dal campionato: essendo ancora matematicamente in corsa, già dalla prossima contro la Lazio Calcetto Femminile cercheremo di strappare dei punti importanti per la classifica finale”.
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