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Juana Romani è tornata a Velletri: una Mostra Internazionale di grande qualità per la "petitte italienne"

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Partenza molto positiva per la Mostra Internazionale dedicata a Juana Romani, inaugurata ufficialmente venerdì 22 dicembre e che sarà aperta tutti i giorni fino al 28 gennaio nella Sala degli Affreschi della Casa delle Culture e della Musica di Velletri.

di Rocco Della Corte

Una piccola italiana ("Le petitte italienne"), esile di corporatura ma grande di personalità, nata a Velletri nel 1867, volata in Francia per fare prima la modella e poi la pittrice nella Parigi fien-de-siècle. A distanza di un secolo ha vinto la sua sfida tornando nell'urbe veliterna tanto amata dall'artista. Carolina Carlesimo, nome di battesimo della pittrice Juana Romani, visse tra l'Italia e la Francia e la sua esistenza,  di successi e travagli, terminò nel 1923 dopo quasi venti anni di internamento. I suoi rapporti con Velletri non potevano, nel centocinquantesimo anniversario della nascita di Juana, che consolidarsi e ripartire da una mostra internazionale curata nei minimi dettagli da Marco Nocca, Gabriele Romani, Alessandra De Angelis. Un lavoro di squadra che ha visto e vedrà fino a fine gennaio tante forze in campo per un'esposizione unica nel suo genere e composta da quadri di rara bellezza, due busti, tanti documenti, le copertine dei giornali d'epoca e pannelli informativi dettagliati.
La prima impressione, entrando nella Sala degli Affreschi, è quella di trovarsi di fronte ad uno spicchio di capitale, dove le mostre di qualità sono di casa. Ma Juana era di Velletri e Velletri aveva il dovere e l'onore di ospitare il suo ritorno. Dopo l'anteprima riservata alla stampa e all'autorità, lo scorso venerdì 22, il pomeriggio si è svolta nell'Auditorium l'inaugurazione ufficiale alla presenza del Sindaco Fausto Servadio. Subito è arrivato l'interesse delle principali testate nazionali, dal Corriere della Sera alla Repubblica. Superati già i duecento visitatori, nonostante il Natale imminente, e un ospite d'eccezione ha voluto osservare da vicino la mostra proprio alla vigilia: il critico d'arte Vittorio Sgarbi, infatti, ha visitato la Casa delle Culture e della Musica di Velletri guidato da Gabriele Romani, Alessandra De Angelis e Marco Nocca, mostrando vivo apprezzamento per l'esposizione e approcciandosi alle opere di Juana con il suo occhio competente di studioso. Nonostante fosse il tardo pomeriggio del 24 dicembre, la Mostra ha continuato ad attrarre gente, curiosa di vedere chi è, cosa ha dipinto e quale sia il volto di questa piccola grande donna. E' comunque solo l'inizio di un lavoro di ricerca scientifica in team molto elaborato, supportato da tanti volontari, diversi sponsor e naturalmente dagli enti promotori (Accademia di Belle Arti, Comune di Velletri, Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri). Nei prossimi giorni la nostra Redazione, che dal 2016 segue la gestazione di questo progetto che ha visto finalmente la luce, darà spazio ai molteplici aspetti della Mostra con interviste, reportage e quant'altro.
Nel frattempo, nei giorni di festa, si aggiunge la soddisfazione di vedere Velletri protagonista, grazie all'arte di una sua figlia e ad un'organizzazione magistrale, di un palcoscenico internazionale, con la speranza che eventi di questa portata diventino sempre più "un'abitudine" per la nostra città. Anche se alla cultura e ai suoi doni, termine inflazionato nel clima natalizio, non ci si può abituare mai.

Nei prossimi numeri virtuali di Velletri Life focus su tutti i protagonisti che hanno collaborato alla Mostra.  La prima intervista sarà di Marco Nocca, coordinatore della sede distaccata dell'Accademia di Belle Arti di Velletri e supervisore scientifico dell'esposizione.


La curatrice Alessandra De Angelis illustra ad alcuni visitatori documenti relativi a Juana

Vittorio Sgarbi legge il pannello sulla Romani modella nella Sala degli Affreschi

Uno scorcio della Mostra nell'anteprima di venerdì 22

Il curatore Gabriele Romani e il professor Marco Nocca, supervisore scientifico, nella visita del 22

Il professor Marco Nocca, Vittorio Sgarbi e Gabriele Romani

Particolare del quadro che fa da simbolo alla mostra di Juana Romani




Art & Food: Arte Contemporanea a Tavola Opere di Lucio Rossi

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Il 28 dicembre p.v., presso il Ristorante “DiVerso” di Velletri, l’Associazione Culturale “Il Grifo Arte” inaugurerà il terzo appuntamento della serie di eventi dedicati all’Arte Contemporanea.
La manifestazione, curata dallo storico e critico d’arte Claudia Zaccagnini, è nata con l’idea di unire il piacere dell’occhio, proponendo una serie di artisti contemporanei che espongono le loro opere, e il piacere della cucina, con l’assaggio di un aperitivo offerto agli intervenuti dal Ristorante “DiVerso”. Ad “Art & Food–Arte Contemporanea a Tavola”, esporrà le sue opere Lucio Rossi, presentando una selezione di lavori di pittura e scultura. Romano, ha iniziato come illustratore nel settore della cartellonistica, disegnando, tra l’altro, le copertine per la casa discografica RCA. Ha fatto parte dello staff dirigenziale della nota Casa di Alta Moda “Tita Rossi”, per la quale è stato un apprezzato disegnatore di tessuti, foulard e gioielli. Ha vissuto per molti anni a New York, città che è stata il trampolino di lancio per la sua attività artistica. Raffinato disegnatore, pittore e scultore, nelle sue opere sprigiona una fantasia grafica che lo spinge a creare labirinti formali di grande complessità, nei quali l’elemento geometrico e figurale è elaborato armonicamente. Affascinato dalla figura umana, ma anche dall’elemento naturale, dà vita, nei sintetici bassorilievi lignei, nei quali gli effetti chiaroscurali accompagnano le eleganti silhouette, ad un’interessante Umanità, pronta a mescolare la sua natura con l’essere animale o con gli elementi astrali. Amante di differenti tecniche artistiche e del colore, trasferisce nelle sue opere una intensa carica emozionale, così come espresso nel recente ciclo pittorico de “I Cicloni”, al quale riesce a conferire, nel vorticoso dinamismo cromatico e disegnativo, la potenza di cui è carico l’evento naturale. Artista poliedrico nei temi e nelle tecniche, Lucio Rossi unisce in una perfetta sintesi fantasia creativa, eleganza formale e un’attenta riflessione sulla contemporaneità.


EVENTO: Arte & Food- Arte Contemporanea a tavola
ESPOSIZIONE: Lucio Rossi, Opere
CURATORE: Claudia Zaccagnini
Inaugurazione: 28 dicembre 2017, ore 18,30
Durata: dal 28 dicembre 2017 al 9 gennaio 2018
Orari: dalle 19,30 alle 24,00

Luogo: Il Ristorante “DiVerso”, Via San Crispino 13b - Velletri (Rm)

L'Atletico Lariano ha incontrato tutti i suoi tesserati per gli auguri natalizi al Polifunzionale

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Nel pomeriggio di Giovedì 14 Dicembre presso Il Polifunzionale Tiberio Bartoli, nell’ambito della rassegna natalizia Natale Insieme a cura dell’amministrazione comunale con la collaborazione associazioni locali, si è tenuto un evento sportivo con l’incontro della società ASD Atletico Lariano che ha organizzato in occasione dell’approssimarsi delle festività natalizie per lo scambio di auguri con tutti i tesserati.

di Alessandro De Angelis
Nella sala del Polifunzionale addobbata a festa e con i colori sociali giallo-verdi dell’Atletico Lariano alle 1745 ha preso il via l’evento alla presenza del direttivo composto da: Luca Pantoni presidente, Desiderio Prati presidente, Loris Di Giacomantonio presidente, Palmieri Riccardo vicepresidente. Massimiliano Mariani consigliere, Desiderio Verdecchia consigliere. Sul tavolo dei relatori anche l’assessore allo sport del Comune di Lariano nonché vicesindaco Claudio Crocetta e l’assessore al turismo e spettacolo Fabrizio Ferrante Carrante. Presenti in sala anche gli assessori Maurizio Mattacchioni, Maria Grazia Gabrielli e il presidente del consiglio Leonardo Caliciotti. Presenti i vari gruppi della società: piccoli amici, primi calci, pulcini, esordienti, giovanissimi a e giovanissimi b, allievi a e allievi b, juniores regionali, promozione, serie c femminile.

“Questo evento di oggi- ha affermato Luca Pantoni presidente dell’Atletico Lariano- è un momento in cui la società vuole incontrare tutti i suoi tesserati per lo scambio degli auguri per le festività natalizie e nell’occasione per dare un dono ai tesserati e ai dirigenti. La società sempre mette al primo posto la valorizzazione e promozione del settore giovanile e la socializzazione per i nostri ragazzi”. Prima dei vari interventi che si sono succeduti del tavolo della dirigenza, e del vicesindaco Claudio Crocetta, è stato intonato l’inno del Lariano cantato con orgoglio da tutti i presenti. Dopo i vari interventi e anche la visione di alcuni video ci sono state le consegne di alcuni doni ai tesserati e ai dirigenti per un pomeriggio di vera festa nel nome dell’Atletico Lariano.

"Aspettando il Natale": negozi aperti, intrattenimento e artisti di strada a Lariano

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Si è chiusa con una grande partecipazione e successo l’iniziativa “Aspettando il Natale”, promossa dall’amministrazione comunale con la regia organizzativa degli assessorati alle attività produttive guidato dal vicesindaco Claudio Crocetta e assessorato al turismo e spettacolo guidato da Fabrizio Ferrante Carrante e la collaborazione dei commercianti larianesi, nonché con il coinvolgimento di varie realtà associative e ristoratori locali.


di Alessandro De Angelis



LARIANO - L’evento che si è tenuto Domenica 17 Dicembre a partire dalle ore 17, ha animato e coinvolto tutto il centro della città con negozi aperti, intrattenimenti musicali, esibizioni di artisti di strada, poi esibizione del Gruppo Strumentale città di Lariano con il gruppo Majorettes. Inoltre lungo le vie cittadine le associazioni hanno predisposto dei punti dove gratuitamente distribuivano primi piatti e prodotti tipici locali. Durante la serata inoltre c’è stata l’iniziativa volta a incentivare gli acquisti e quindi il commercio, denominata “Shopping Day” con sconti dalle 21 alle 22. Quest’anno altra novità in occasione delle festività l’iniziativa promossa dall’amministrazione ovvero il Concorso “La Vetrina più bella” volto ad animare la città con le vetrine addobbate in pieno clima natalizio.
Tanta è stata la gente che ha animato la città e tanti anche i visitatori dai paesi limitrofi. Le varie associazioni che hanno partecipato: associazione Sagra della Pizza e Madonna del Buon Consiglio, Associazione Sagra del Fungo Porcino, Comitato Ara di Norma, Comitato Lariano Ovest, Associazione Sagra della Bruschetta, sezione Italcaccia di Lariano- Festa delle pappardelle al Cinghiale, Associazione Polenta e prodotti tipici larianesi, associazione Arditi Sentieri, Associazione Madonna del Bosco di Colle Paccione, associazione Pane di Lariano, il Gruppo Strumentale Città di Lariano. Importante anche l’apporto della Protezione L. Santarsiero e del Gruppo Comunale Protezione Civile e della Polizia Locale di Lariano. Oltre la partecipazione dei ristoranti locali: Da Mastrella, Il Bersagliere, da Bruno, Nespolo D’Oro, Premiata Trattoria Prati. Presenti il sindaco Maurizio Caliciotti, il vicesindaco Crocetta, l’assessore Fabrizio Ferrante Carrante e vari altri amministratori comunali che hanno seguito le varie fasi della manifestazione. E’ stata un’iniziativa molto partecipata dove la città si è animata e resa viva e unita tra valorizzazione del commercio e dei prodotti tipici locali vivendo appieno l’atmosfera prenatalizia.

Prima assoluta di “Prestazione Occasionale”: all’Artemisio in scena l’opera vincitrice del Premio Campanile

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Un’altra data zero e un altro appuntamento da non mancare al Teatro Artemisio-Volonté. Dopo il successo della rassegna nazionale di teatro e letteratura dedicata ad Achille Campanile, culminata il 29 ottobre 2017 con l’assegnazione del premio al vincitore del concorso nazionale teatrale, adesso proprio la commedia, di genere umoristico e rigorosamente inedita, che si è aggiudicata la “Campaniliana 2017” andrà in scena sullo storico palco veliterno.


di Rocco Della Corte 
Comitato Organizzativo “Campaniliana 2017”

Domenica 7 gennaio 2018 alle ore 18.00 sarà rappresentata “Prestazione occasionale”, opera vincitrice per la regia e il testo di Francesco Brandi, già vincitore del Premio Flaiano prima di “conquistare” anche quello in omaggio a Campanile. La Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri, diretta dal Maestro Claudio Micheli, e l’Associazione Culturale Memoria ‘900, presieduta dal figlio dello scrittore Gaetano, hanno organizzato la prevendita che avrà luogo mercoledì 27 dicembre e venerdì 29 dicembre dalle 17,00 alle 19,00 presso la Mondadori Bookstore Velletri in via Pia (che si ringrazia per la disponibilità). Nei giorni precedenti la prima assoluta (3, 4 e 5 gennaio 2018) sarà invece possibile acquistare il biglietto direttamente in Teatro sempre nella fascia oraria dalle 17,00 alle 19,00. L’auspicio è che l’Artemisio-Volonté sia gremito, poiché come tanta curiosità ha suscitato la “Campaniliana”, e lo dimostrano i numeri, così è importante e curioso vedere dal vivo l’opera risultata vincitrice. “Prestazione occasionale”, in data unica e all’esordio nazionale a Velletri, è già nel cartellone del Teatro de’ Servi di Roma e del Teatro Carcano di Milano. Vetrina di assoluto spessore, dunque, per la nostra città, che terminerà così ufficialmente la “Campaniliana” – prima edizione in attesa di conoscere le novità, le idee e la programmazione della seconda edizione, che dovrebbe svolgersi nel mese di settembre 2018 in prossimità della data del compleanno dello scrittore conteso da Velletri e Lariano. 


Archeologia: "Le Res Gestae. Il bilancio" a cura del Gruppo Archeologico Veliterno

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Ma il nome di Roma era giunto ancora più lontano, sicché Augusto è legittimato a ricordare con orgoglio che “furono inviate spesso a me ambascerie di re dall'India, mai viste prima di allora da nessun comandante romano. 

di Ciro Oliviero Gravier
Gruppo Archeologico Veliterno - Quarta e ultima parte


Chiesero la nostra amicizia per mezzo di ambasciatori i Basrani, gli Sciti e i re dei Sarmati che abitano al di qua e al di là del fiume Tànais”. Una prima ambasceria indiana era approdata a Tarragona (26-25 a. C.), poi una seconda raggiunse Augusto a Samo (21-20 a. C.): avevano compiuto un viaggio di quattro anni e, di tanti che erano partiti, erano rimasti in tre, ma portavano con loro i ricchissimi strabilianti doni a lui destinati. Innanzitutto, gli ambasciatori consegnarono ad Augusto una lettera scritta in greco, in cui il loro re Poro si vantava di essere re di seicento re e chiedeva ciononostante l’amicizia di Augusto promettendogli libero passaggio nelle sue terre. Furono poi introdotti otto schiavi nudi dalla cintola in su, che presentarono all’imperatore di Roma perle, pietre preziose, elefanti, tigri, un serpente lunghissimo, una testuggine lunga tre braccia, una pernice più grande di un avvoltoio ed anche un uomo senza braccia che scoccava frecce dall’arco coi piedi e suonava magnificamente la tromba, aiutandosi sempre con i piedi. Quanto ai popoli “al di qua e al di là del Tànais” (il Don, il fiume convenzionalmente indicato come confine tra l’Europa e l’Asia), essi erano noti ai Greci da lunghissimo tempo (per primo ne aveva parlato Erodoto) e ai Romani di certo attraverso i Greci, ma contatti fra essi e i Romani non c’erano mai stati prima di allora. Gli Sciti, divisi in molte tribù, occupavano il vasto territorio tra il Dniepr ad ovest e il Don ad est, con a sud il fronte marittimo della Meotide (il Mare d’Azov) e il Ponto Eusino, mentre a nord si perdevano nelle inesplorate terre dove si diceva che abitassero gli Agatirsi. Oltre il Don, intorno al Volga e più oltre, si estendevano i territori dei Sàrmati. Né poteva certo omettere il grande successo della restituzione delle aquile romane catturate anni prima e detenute dai Parti: “Costrinsi i Parti a restituirmi spoglie e insegne di tre eserciti romani e a chiedere supplici l'amicizia del popolo romano. Quelle insegne, poi, riposi nel penetrale che è nel tempio di Marte Ultore”. Augusto aveva dieci anni quando si verificò il disastro di Carre (53 a.C.), e certo la notizia terribile dovette fare sull’animo del giovinetto un’impressione non meno forte e dolorosa di quella del disastro di Teutoburgo nell’animo dell’uomo maturo. Crasso, che aspirava a ritagliarsi il merito militare la cui mancanza gli creava un insopportabile sentimento di inferiorità rispetto agli altri due triumviri Cesare e Pompeo, si avventurò nel Regno dei Parti (che si estendeva dall’attuale Turchia orientale fino all’attuale Afganistan occidentale) nell’intento di conquistarlo, quasi nuovo Alessandro. Per una serie ininterrotta di errori tattici e strategici, andò invece incontro ad una terribile sconfitta e alla sua stessa morte. Per vendicare questa sconfitta e l’affronto delle insegne trattenute, l’allora giovane Caio Ottavio stava per dare l’ordine di marcia alle legioni quando giunse ad Apollonia la notizia che Cesare era stato assassinato tre giorni prima. La spedizione fu pertanto rinviata, per causa di forza maggiore. Poi avvenne che Quinto Labieno, il pur fidato luogotenente di Cesare nelle Gallie, parteggiò per i cesaricidi e, dopo Filippi, chiese aiuto ai Parti contro i Romani, che nel 40 a.C. furono sconfitti ad Apamea (nella Siria attuale) e solo la valentia di Publio Ventidio Basso riuscì a capovolgere la situazione a favore dei Romani. Per la terza volta ci provò anche Marco Antonio, ma dovette ritirarsi senza aver raggiunto il successo che pure era sicuro di raccogliere (37 a.C.). Sui Parti regnava il re Fraate IV che aveva ucciso suo padre per salire al trono. Gli si oppose Tiridate II che lo destituì, ma Fraate riprese il potere con l’aiuto degli Sciti. Tiridate ci riprovò senza successo e allora raggiunse Augusto in Spagna consegnandogli un figlio di Fraate che aveva rapito. Augusto rimandò il ragazzo dal padre senza chiedere nessun riscatto, ma facendogli capire che conveniva cessare ogni ostilità con Roma, e Fraate, a questo punto (20 a.C.), consegnò le insegne che 33 anni prima erano state catturate a Carre e 209 soldati romani superstiti. È dunque vero che i Parti restituirono “il maltolto” e fu finalmente recuperato l’onore perduto, ma Augusto si guarda bene dal dire che il successo non fu militare, ma diplomatico, mentre sostiene di avere “costretto” i Parti a “restituire le spoglie e le insegne di tre eserciti”, che invece erano quelle di uno solo (quello dello sfortunato Crasso). Se ne fece però fare un “ritratto” che possiamo ancora oggi ammirare sulla sua corazza nella statua celeberrima di Prima Porta: un dignitario parto consegna un’insegna militare ad un ufficiale romano. E poi la stoccata finale: “Nel mio sesto e settimo consolato trasferii dalla mia persona al Senato e al Popolo Romano il governo della Repubblica. Per questo mio atto, in segno di riconoscenza, mi fu dato il titolo di Augusto per delibera del Senato. Dopo di che, sovrastai tutti per autorità, ma non ebbi potere più ampio di quelli che mi furono colleghi in ogni magistratura”. Nella memorabile seduta del 13 gennaio 27 a.C. Caio Giulio Cesare Ottaviano effettivamente dichiarò di riconsegnare ogni sua carica al Senato e al Popolo Romano, e in cambio ottenne non solo la riconferma, ma anche il titolo di Augusto. Il Senato, da quando lui era tornato vittorioso dall’Egitto, pur mostrandosi formalmente ossequiente, in realtà gli faceva una cupa fronda sotterranea. I senatori non avevano digerito, ad esempio, la nuova organizzazione delle province che toglieva loro una serie di lauti privilegi, e avevano apertamente criticato l’operato del prefetto d’Egitto Cornelio Gallo il quale si era permesso di stipulare trattati internazionali, contro l’antico principio secondo il quale la politica estera era di stretta competenza del Senato. Quegli che tre giorni dopo sarà chiamato Augusto, convocò il Senato e tenne ai senatori sbigottiti un discorso contemporaneamente corretto e provocatorio. Disse, tra l’altro: “Depongo tutto il potere, vi restituisco tutto: le armi, le leggi, le province … Dal momento che la sorte vi ha restituito con l’opera mia la pace vera e la concordia senza lotte, ora accettate la libertà e l’antica forma della Repubblica. Ricevete le armi, le genti soggette a voi e gestite lo stato a modo vostro”. In altre parole: fatemi vedere che cosa siete capaci di fare, oltre che chiacchiere e critiche vacue! I senatori, dinanzi al baratro del vuoto di potere che si apriva improvvisamente sotto i loro piedi e messi dinanzi all’alternativa di assumersi le responsabilità del governo o lasciarle a chi solo, in quel momento, era in grado di esercitarle, respinsero, deferenti e tremebondi, l’offerta e gli decretarono anche, su proposta (concordata) di Lucio Munazio Planco, uno statuto sacrale col titolo di Augustus. La conclusione, corretta, per cui sovrastò tutti per autorità (auctoritate omnibus praestiti), ma non ebbe potere maggiore (potestatis autem nihilo amplius …) di quello dei suoi colleghi nelle diverse magistrature, va letta alla luce della distinzione semantica tra “auctoritas” (che è una preminenza assoluta e sacrale al di sopra del diritto) e “potestas” (che è la specifica competenza di ciascuna magistratura, codificata nel diritto), e alla palmare evidenza politica che i senatori avevano rinunciato all’ “antica forma della Repubblica”. Non restava più che chiamarlo Padre della Patria. E anche questo fu fatto! “Il Senato, l’ordine equestre e l’intero Popolo Romano mi chiamò Padre della Patria” (“Senatus et equester order populusqu Romanus universus appellavit me patrem patriae”. Celebrati che furono i solenni funerali e deposta l’urna nel grandioso Mausoleo, le vergini Vestali consegnarono ai familiari di Augusto il rotolo contenente il testo delle res gestae che furono incise su tavole di bronzo collocate a Roma proprio all’ingresso del Mausoleo. Altre copie furono fatte scolpire su bronzo o su marmo e collocare ai quattro angoli dell’Impero. Di esse, quella più lunga giunta fino a noi era sul Tempio di Augusto e Roma ad Ancyra (Ankara). Oggi chi volesse leggerle per intero, in lingua latina, non ha che da raggiungere l’Ara Pacis a Roma e, senza neanche entrarci, mettersi in via di Ripetta con le spalle al Mausoleo.

Suggestioni e clima di festa per il Presepe Vivente nel Parco Chigi di Ariccia

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Di fronte ad un copioso pubblico, giunto anche da ogni parte dei Castelli Romani e da Roma, si è svolto il primo appuntamento del 2017 del "Presepe vivente. La comunità si fa presepe".

di Maria Cristina Vincenti



ARICCIA - L’evento si aggiunge ai tanti appuntamenti culturali che si svolgono ad Ariccia tra le cittadine più frequentate dei Castelli Romani. L’esperienza nata lo scorso anno con l’impulso dell’Assessorato all’Ambiente, ha coinvolto un centinaio di ariccini che hanno messo a disposizione il loro tempo e la loro professionalità per la riuscita della manifestazione. Hanno contributo alla realizzazione dei costumi Marisa Fabi, Leandra Iacucci, Antonella Sartori, Rossana Marconi, Claudia Perciballi, Siria Fabiani con il coordinamento di Maria Perciballi e Cristina Argentati. I testi erano a cura di Cristian Alera, Luigi Criscuolo e Ovidio Bianchi. Le scenografie sono state realizzate da Mario Basili, Alvaro Malcotti, Bruno Fortini, Claudio Pennazza, Ovidio Bianchi. Luci e fonica erano a cura di Easy Ligh, mentre le public relations erano a cura di Maria Cristina Vincenti. La regia era a cura del maestro Giacomo Zito.
Hanno contribuito alla realizzazione dell’evento il Sindaco di Ariccia Roberto di Felice, il Vice Sindaco Enrico Indiati, il Consigliere con delega al Turismo e Spettacolo Giorgio Leopardi, il Comitato Festeggiamenti, La Parrocchia Santa Maria Assunta in Cielo e il parroco Don Antonio Scigliuzzo, la Parrocchia Santa Maria di Galloro e il parroco Don Andrea de Matteis. Il servizio d’ordine era a cura di Marco Maggi, Filippo Soligo, Claudio Costanzi, Marco Marianecci e Federico Silvestroni. Con la scenografia incomparabile del Palazzo e Parco Chigi, definito dallo scrittore Stendhal nel 1827 il parco più bello del mondo e riprodotto tra ‘700 e ‘800 in numerose incisioni e quadri, è stata ricostruita la scena della Natività con Giuseppe (Giuseppe Falzone), Maria (Beatrice Proietti), Gesù Bambino, il bue e l’asinello, con accompagnamento musicale e voci narranti anche in dialetto ariccino.
Ai lati le scene di vita comune come quella delle lavandaie, dei contadini, delle filatrici e dei pastori, le botteghe degli artigiani come il fruttivendolo, il caldarrostaio, la panetteria, il fabbro, il norcino, hanno reso ancora più suggestiva l’ambientazione. Una esperienza quella del Presepe Vivente che nasce dalla volontà dei cittadini di Ariccia di riscoprirsi comunità coinvolta e capace di produrre sviluppo per il territorio. Il prossimo appuntamento è il 6 gennaio alle ore 17.00 con ingresso a via dell’Uccelliera.

"Degli anticristi è l'ora": a cura del professor Pierluigi Starace

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Così “cantava”, nel livido ed insanguinato tramonto dei nobili ideali del romantico ottocento, il poeta milanese Lorenzo Stecchetti. 

di Pierluigi Starace
Lui alludeva all’ultima opera di Nietzsche, e alla vampata di sdegno sociale contro una religione puntellatrice indefettibile d’un potere che l’onda del progresso tecnoindustriale rendeva ancor più feroce ed insaziabile. Gli anticristi odierni che vengo a denunciare sono d’altra specie. Quella del sindaco di Como, comminante una pena pecuniaria a chi avesse violato la propria ordinanza di divieto d’accattonaggio. Sarebbe solo una barzelletta alla Berlusconi questa pretesa d’estrarre danaro da chi ne ha così poco da doverlo elemosinare, ma siccome i consiglieri l’hanno fatta passare e dei kapò –vigili urbani fatta eseguire, non posso passar oltre. Non basta. Forse andando oltre la lettera dell’ordinanza, ma comunque, pare, senza alcun richiamo da parte del sindaco, questi kapò la hanno usata per impedire a dei volontari di portar da mangiare a dei bisognosi. Affidando a costituzionalisti e giuristi lo scottante tema dei limiti alla dilatazione dell’esercizio del potere normativo in sede non parlamentare, affronto in prima persona e direttamente quello morale. Le mie radici cristiane si sono violentemente risvegliate in me dal profondo, a questo atto pubblico che fa di peggio che calpestarle o ignorarle o spregiarle. Se sta scritto che la risposta richiesta al cristiano nell’ultimo giorno all’ “Avevo fame, avevo sete, ero senza casa…” è l’opera buona, se tali parole non sono mai cadute in prescrizione, obsolete, se esse sono ancora l’unico e solo criterio dell’esame finale di ognuno davanti al giudice finale- allora quest’ordinanza sindacale, con la sua attuazione inasprita da parte di pubblici dipendenti, lede la libertà in assoluto più profonda d’un cristiano, è, in questo suo sradicamento di radici cristiane, essenzialmente scristianizzatrice. Come al tempo delle prime persecuzioni anticristiane degli imperatori romani, pone il cittadino nell’odiosa situazione o di disobbedire a Dio per obbedire all’uomo, o di disobbedire all’uomo per obbedire a Dio. In una completa eversione del fondamento della morale e del diritto il bene operare viene criminalizzato, ed il rifiuto, l’irresponsabilità, l’affamamento vengono sdoganati come comportamenti civili, protetti dalla legge, normali. Non so cosa abbia fatto il vescovo della diocesi comasca, ma mi sembra che l’unico atto da cristiano potesse esser stato denunciare tutto quanto ho detto non al TAR, o alla Corte costituzionale, o altro, ma solo a Dio ed al proprio gregge, additando l’obiezione di coscienza come unica risposta, e dandone l’esempio in prima persona. Certamente il presule sa che anche lui sarà interrogato sul testo unico enunciato da Gesù, e non sulla sua fedeltà al concordato mussoliniano o craxiano. Ma, senza offesa per il primato conquistato sul campo dal sindaco comasco, altri anticristi ne sono degni. Come quei giornalisti che fanno “passare” subdolamente velenose suspicioni di complicità tra scafisti, che, avendo prostituito la loro coscienza all’estrazione del massimo profitto dalla necessità dei profughi, se ne servono come mezzi, e chi, avendo scelto in piena coscienza la salvezza di essi come fine della propria azione, la persegue anche a costo della vita. Come la mentalità degli attuali leaders del “gruppo di Visegrad”, che cerca di certificare giorno dopo giorno l’estirpazione delle radici cristiane proprio nei paesi nei quali qualcuno ne supponeva una vigorosa ricrescita dopo l’ateismo di stato comunista. Che pur non aveva impedito una collaborazione di quei paesi con l’Africa e l’Asia, con borse di studio e progetti di stato.Evidentemente oggi questi rampanti figli della libertà neocapitalistica si vergognano di quell’atteggiamento come d’un residuato penoso dell’internazionalismo rosso. Non per nulla la piazza di Nova Huta,la città operaia “donata” dalla Russia sovietica ai compagni polacchi, nel cuore della cattolicissima Polonia, è stata intitolata a Ronald Reagan. E questo illumina il substrato comune soggiacente a tutte le incarnazioni dell’anticristo odierno, più profondo, determinante, semplice, efficiente di qualunque razzismo, etnocentrismo, antislamismo: “I “morti di fame”, per qualunque motivo, si devono lasciar morire di fame, per la nostra sicurezza e la nostra identità”. A Latina, a novembre, nella prima ondata di freddo, è morto assiderato, di notte, un uomo senza tetto. Lo hanno trovato vicino ad una chiesa. Nelle sue radici cristiane aveva pensato che i rappresentanti di chi disse “sono venuto a salvare” e “sono il buon pastore” gli avrebbero aperto la porta. Ma si era sbagliato. Quel parroco, e non solo quello, anche quelli che in due altre chiese hanno eretto cancellate per impedire ai senza tetto di rifugiarsi nelle notti di pioggia almeno sotto una un riparo di qualche palmo, hanno dimostrato di condividere lo spirito del sindaco comasco.

Fdi, Forza Italia e Direzione Italia con Giorgio Greci: "Insieme per un 'Laboratorio delle Idee' e il buon governo di Velletri'

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I vertici regionali e provinciali dei partiti dell’area di centrodestra hanno incontrato il candidato sindaco di Velletri Giorgio Greci, raccogliendo l’invito lanciato dal candidato durante l’evento di presentazione del progetto “Con Voi per Velletri”, tenutosi al Teatro Tognazzi l’8 dicembre scorso.

Comunicato Stampa a cura di FDI - Provincia di Roma
“Un confronto aperto e informale sul futuro di Velletri che ci ha visti concordi nel sostegno alle idee del candidato sindaco Giorgio Greci. Siamo pronti a portare il nostro contributo al programma elettorale, a cominciare dai 10 temi introdotti da Greci in materia di sviluppo, crescita e difesa del territorio per il buon governo della città”. Così i capogruppo regionali di Forza Italia Antonello Aurigemma, di Fratelli d’Italia Giancarlo Righini e di Noi per l’Italia Pietro Sbardella unitamente ai segretari provinciali di Roma di Fratelli d'Italia Marco Silvestroni, di Forza Italia Adriano Palozzi e di Noi per l’Italia Giovanni Libanori, in una nota congiunta diffusa a termine dell’incontro. “Tutti insieme adesso daremo vita ad un ‘Laboratorio delle idee’ che presenti alla città un grande progetto per il buon governo di Velletri”, continuano nella nota congiunta i vertici del centro-destra. “Abbiamo trovato tanti punti d’incontro e ci rivedremo ai primi di gennaio per definire un programma comune che vedrà Velletri protagonista di una nuova storia di sviluppo” afferma Giorgio Greci.

Il PD scioglie le riserve: Orlando Pocci sarà il candidato dei democratici per le Amministrative 2018

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Conferenza stampa nella sede di via Guido Nati per il Partito Democratico, che dopo una fase di dialettica interna, ufficializza il nome di Orlando Pocci per le prossime elezioni Amministrative previste per maggio-giugno 2018.

VELLETRI - Non è una sorpresa, almeno non totalmente, il nome del candidato che il Partito Democratico esprimerà in vista delle elezioni comunali 2018. Orlando Pocci, assessore all'Urbanistica nell'attuale giunta Servadio, sarà il candidato dem che avrà il compito di confermare il centro-sinistra al governo della città. La conferenza stampa è stata introdotta dal segretario del PD, Giorgio Zaccagnini, che ha sciolto subito le riserve e parlato in maniera chiara, senza utilizzare mezzi termini: "Arriviamo ad una fase importante e cruciale per il paese e per la nostra città. Il centro-sinistra ha amministrato bene, ridato dignità e cambiato totalmente volto a Velletri ed è ora chiamato alla continuità per evitare che questo percorso venga stravolto. Il dottor Greci è sostenuto dagli stessi personaggi di centro-destra che dieci anni fa portarono il Comune nelle condizioni che tutti voi sapete. Noi, invece, non abbiamo bisogno di ripetere quello che abbiamo realizzato perché è sotto gli occhi di tutti. Per proseguire su questo cammino e migliorare il nome scelto è quello di Orlando Pocci, persona stimata, onesta, pulita e capace, con una grande dote che è quella di fare squadra.
Non escludiamo le elezioni primarie - ha puntualizzato il segretario - se coloro che appartengono all'area di centro-sinistra vorranno dare il loro contributo, la porta è aperta e il PD è pronto ad ascoltare". "Abbiamo iniziato a tal proposito una campagna - ha proseguito Zaccagnini - che è 'VelletrinComune' e che ci porterà a parlare con i cittadini nel segno di un partito inclusivo e che ha priorità nel dialogare e nel confrontarsi". Dopo aver portato i saluti del Sindaco Servadio, assente per motivi personali, il segretario ha passato la parola al vice-Sindaco Marcello Pontecorvi: "Siamo tutti con Orlando, che è veramente una persona onesta e competente, e siamo sicuri che sia la persona adatta. Quello che però è importante è creare una squadra forte che lo sostenga, e per questo faccio appello a tutti coloro che vogliano portare le loro idee e le loro proposte. Questa città è cambiata, come dice bene il segretario, e noi siamo pronti alla sfida e a rimetterci in gioco, pieni di buoni propositi". Uno dei perni principali della conferenza è stato il tema della "trasparenza": sia il segretario del PD che il vice-Sindaco hanno sottolineato come la linea seguita dal partito e dai suoi esponenti sia stata coerente, e come tutti ci abbiano sempre messo la faccia di fronte ai problemi senza sottrarsi alle responsabilità.
Dopo Marcello Pontecorvi è intervenuta Romina Trenta, capogruppo PD in Consiglio Comunale, la quale si è soffermata proprio sulla serietà e sulla responsabilità: "Vorrei partire da due concetti chiave: 'orgoglio' e ' senso di responsabilità'. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto, di come abbiamo, molto seriamente, affrontato anche situazioni difficili, e di come Velletri abbia intrapreso un nuovo cammino. Inoltre occorre mantenere il senso di responsabilità che deve contraddistinguere sempre chi amministra, a cominciare da noi consiglieri. La squadra a sostegno di Orlando è fatta di donne e uomini di buona volontà, e lui è la persona giusta, al posto giusto e al momento giusto". Visibilmente emozionato, Orlando Pocci ha preso la parola ringraziando la stampa e i presenti per il clima positivo da lui percepito: "Ringrazio tutti per il sostegno e per la fiducia. Io non so se mi si addice il ruolo di leader, ma sicuramente amo il confronto e il coinvolgimento delle persone. E' fondamentale capire che la città è cambiata, ma sono mutate anche le esigenze dei cittadini. Sono contento di avere la fiducia del partito, garantisco l'onestà ma so anche che amministrare non è semplice; per questo lavoreremo ad un programma che non sarà irrealizzabile, ma concreto e fattibile. Vediamo i negozi che chiudono, sappiamo delle difficoltà che i cittadini hanno e non le neghiamo, ma la mia porta è aperta in tutti i sensi e i veliterni sanno che mi troveranno a disposizione per fare domande e ottenere risposte. Non prometterò cose irrealizzabili, come illuminare tutte le strade di campagna o altre idee non plausibili, ma il mio impegno sarà nel fare meglio possibile forte della mia esperienza amministrativa".
Il candidato del PD ha poi confermato quanto detto da Marcello Pontecorvi, riguardo al clima disteso che ha portato al suo nome come sintesi: "Dobbiamo lavorare per evitare di uscire dalla giusta traiettoria, da parte mia so che governare una città di 60.000 abitanti non è un'attività che si può fare part time ma sono pronto a dedicarmi giorno dopo giorno alla nostra Velletri". Prima del brindisi di fine anno, alcune domande provenienti dai giornalisti e poi tra strette di mano e auguri si è conclusa la conferenza. Il PD, dunque, dopo tanta attesa ufficializza il suo nome e si pone come un punto di riferimento, inclusivo, del centro-sinistra, in vista di una tornata elettorale che ha visto già più di un candidato avviare la propria campagna.



Il virus che danneggia gli smartphone

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I virus generalmente fanno solo danni “software”: criptano i dati, chiedono riscatti, si impossessano degli account, intercettano la tastiera, rubano identità e irrompono nella privacy. 

di Stefano Ruffini

Non c’è sistema operativo che tenga e sono solo leggende o opinioni da “tifoso” quelle che asseriscono l’inviolabilità di apparati diversi dal Windows: la differenza sta solo nella quantità di attacchi perché coloro i quali creano i virus si rivolgono soprattutto sui sistemi maggiormente diffusi. E’ stato però scoperto ultimamente un virus che può fare danni “hardware” cioè guastare fisicamente uno smartphone o un tablet basato su Android; il virus della famiglia dei Trojan è stato chiamato Loapi. Il Loapi viene installato tramite un app in apparenza funzionante normalmente. Una volta installata l‘app il virus richiede con insistenza i diritti di amministratore facendo credere che sia indispensabile per il funzionamento del programma; se l’utente non accetta lo smartphone (o il tablet) si blocca, se invece l’utente li concede allora l’infezione silenziosamente si attiva e l’app sembra funzionare correttamente. In realtà il dispositivo incomincia a “minare” una criptovaluta, cioè risolve una serie di complessi algoritmi allo scopo di creare, a favore del malfattore, la moneta virtuale chiamata “Monero”, attualmente tra le nove più scambiate, valutata intorno ai 300 euro, una dei tanti parenti del più famoso Bitcoin. Le pesanti operazioni di calcolo risolte al massimo delle prestazioni dello smartphone e con la massima priorità però generano molto calore che va oltre le condizioni d’uso per cui è stato progettato il dispositivo causando nella migliore delle ipotesi un rigonfiamento della batteria, nelle peggiori un guasto irreparabile. Cosa fare ? nel caso di richieste continue ad avere i diritti di amministratore, richiesta che un app onesta non farebbe mai, è bene non rispondere (né si, né no) e cercare di disinstallare l’ultima app caricata; nei casi estremi di una ingiustificata attività dello smartphone cioè una visibile lentezza unita ad un riscaldamento anomalo con conseguente scarica precoce della batteria, consiglio di resettare l’apparato ai valori iniziali di fabbrica (con perdita dei dati) tramite una combinazione di comandi fisici (tramite pulsanti) reperibile a seconda del modello sulle istruzioni cartacee o su internet.

L'Atletico Velletri brinda con una bella vittoria: battuto il Colonna 7-1

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L'Atletico Velletri si regala un ottimo fine 2017 con una vittoria convincente ai danni del Colonna. Serviva una reazione di forza ai ragazzi di Fabio Fanelli, capaci di riuscire a portare a casa tre punti importanti che rendono ancor più interessante la classifica.

di Rocco Della Corte


Il Colonna, sul campo del "Maracanà", si è mostrato un avversario ostico come tutte le compagini fin qui affrontate dai biancorossi. La partita, però, è stata ben giocata dal team di Velletri nonostante il nervosismo di inizio match, dovuto forse alla necessità psicologica dei calciatori di fare risultato ad ogni costo. Nonostante il pallino del gioco sia in mano all'Atletico, sono gli ospiti a passare in ripartenza. Viene fuori però, dopo lo 0-1, il carattere dei veliterni che pareggiano con Renna e, dopo tre interventi prodigiosi del portiere avversario, la ribaltano con Spagnoli. I tre tiri liberi a favore del Colonna vengono perfettamente neutralizzati da Latini, e al tramonto del primo tempo Piccini fa il 3-1. Nella ripresa la gara sale di intensità e nervosismo, ma l'Atletico è bravo a non deconcentrarsi e attacca a spron battuto cercando di aumentare il vantaggio. Piccini toglie ancora le castagne dal fuoco e sigla il 4-1, prima della tripletta di Pantoni che stabilisce sul definitivo 7-1 il risultato. Ottima chiusura d'anno per l'Atletico Velletri, che si conferma una squadra in crescita e chiude il 2017 al sesto posto, in attesa della prossima giornata che si disputerà il 12 gennaio. Tanti auguri di buon 2018 a tutti dal club biancorosso!

L’amministrazione comunale ha premiato gli alunni meritevoli di Lariano

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Nella mattinata di Martedi 19 dicembre a Lariano presso il centro Polifunzionale Tiberio Bartoli l’amministrazione comunale di Lariano guidata dal sindaco Maurizio Caliciotti ha premiato gli alunni meritevoli di Lariano delle classi quinte della scuola primaria e terza media della scuola secondaria di primo grado che si sono distinti nel corso dell’anno scolastico 2016-2017.


di Alessandro De Angelis
LARIANO - Un’iniziativa fortemente voluta dall’assessorato alla pubblica istruzione Maurizio Mattacchioni, che va a premiare la dedizione e l’impegno profuso dai ragazzi nello studio. All’importante cerimonia svoltasi difronte un numeroso pubblico di genitori, ragazzi,la vicepreside dell’Istituto Comprensivo dottoressa Cristina Formisano, per l’amministrazione erano presenti oltre al sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti, l’assessore alla pubblica istruzione Maurizio Mattacchioni, l’assessore alla cultura Maria Grazia Gabrielli, l’assessore al turismo e spettacolo Fabrizio Ferrante Carrante, l’assessore ai servizi sociali Ilaria Neri, il presidente del consiglio comunale Leonardo Caliciotti, Nel suo intervento l’assessore Maurizio Mattacchioni ha affermato:”
Questa amministrazione sempre sensibile e vicina al mondo della scuola, con tale iniziativa vuole premiare i nostri ragazzi per i risultati conseguiti nello studio e la consegna del diploma e della medaglia d’oro che sia da stimolo per loro e per tutti gli altri per il futuro a ottenere sempre maggiori risultati sia nello studio che nella vita. Un grazie a tutti i nostri ragazzi e alle loro famiglie, al corpo docente, alla preside dell’istituto Comprensivo dott. ssa Isabella Pitone, alla vicepreside Cristina Formisano”. Il sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti:” La premiazione degli alunni meritevoli è un’iniziativa che come amministrazione abbiamo fortemente voluto dal nostro insediamento, perché riteniamo importante la valorizzazione delle eccellenze nello studio. Creare una sana competizione verso l’alto nei ragazzi che funga da stimolo a crescere e migliorarsi sempre di più è lo spirito dell’iniziativa e i risultati con 43 alunni premiati quest’oggi ci danno grande soddisfazione e stimolo a far sempre di più. Eccellente il lavoro del corpo docenti e delle famiglie dei ragazzi. Ringrazio tutti i rappresentati del corpo docente per il grande lavoro che svolgono, alle famiglie dei ragazzi. Complimenti a tutti i ragazzi premiati e per tutti gli altri un grosso in bocca al lupo e un augurio a far sempre meglio”. C’è stata poi la consegna delle pergamene e dell’encomio di riconoscimento a 19 alunni della quinta classe della scuola primaria che hanno riportato il voto 10 , e 24 alunni delle terze medie della scuola secondaria di primo grado che hanno riportato i voti 9, 10, 10 e lode, con le foto di rito e l’entusiasmo dei ragazzi per il giusto riconoscimento al loro impegno profuso nello studio.


Ciao, don Gaetano: ci mancheranno i tuoi versi e i tuoi sorrisi pieni di parole...

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Una pioggia squallida e una completa afasia, nella stordita sonnolenza del primo dell'anno, consegnano il primo grande e inesprimibile dispiacere del 2018. Stamattina, alle 5.50, Gaetano Zaralli è tornato alla Casa del Padre. Inutile lanciarsi in retoriche commemorazioni, perché tutti sanno quello che il Don ha fatto e ha rappresentato con la sua figura, con le sue idee e con la sua umanità.
Ognuno di noi, al momento, sta cercando di trovare le parole per omaggiare un amico, capace di dare fiducia e speranza, da vero e autentico cristiano .Una Chiesa che unisce, ovunque e non solo a San. Michele Arcangelo, include, e poi ultimamente un nuovo mezzo per dire quello che in tanti anni di vita e di esperienza era maturato: la scrittura. Libri, di teologia, catechesi, poesia, perché Gaetano Zaralli è un uomo e un artista, e ha fatto della sua esistenza un capolavoro all'insegna della bontà. E' facile mitizzare le persone un giorno che queste sono scomparse. Con il Don, però, questo era già avvenuto perché la sua serenità traspirante, il suo sguardo diretto, le sue parole semplici e ficcanti, ne facevano un mito, un faro, un punto di riferimento, già dagli anni del suo insegnamento nelle scuole. Nel mondo pieno di quadri e di libri il ricordo più nitido delle chiacchierate, brevi e intense, che sapevano spaziare su tutti gli argomenti. Di Gaetano Zaralli, infatti, tutti apprezzano e non possono negare l'ascolto sincero e interessato, l'immersione totale nello stato d'animo dell'interlocutore, la sensibilità artistica e letteraria infarcita di vita e di cose da dire. Ha lasciato qualcosa a tutti, Gaetano, sia a coloro che lo hanno frequentato per lungo tempo, sia a quelli che lo hanno solo incrociato per qualche ora. Non resta indifferente la voce di un parroco che non smette mai di portare avanti la sua idea di Chiesa, con l'entusiasmo di un ragazzino che sulla vetta delle colline dell'antica Norba osserva l'infinito e respira poesia. Velletri tutta ha potuto beneficiare di un grande uomo, che nei tumulti della notte di San Silvestro, tra petardi e fuochi d'artificio, se ne è andato in punta di piedi, lasciandoci in eredità un mare di lacrime, un oceano di cose da fare, da dire e da pensare, e una leggera pioggia che sintetizza il sentire di chi lo ha amato: silenzio, sgomento e affetto per lui. I funerali si svolgeranno domani, alle ore 11.00, presso la Cattedrale di San Clemente. Il Comune di Velletri ha già espresso le condoglianze ufficiali a nome dell'amministrazione, i suoi cittadini, il suo popolo e i suoi fedeli dovranno abituarsi ad essere guidati dai versi di vita e di colore, dal "forte pensiero di gioia inutile al tempo che scorre distratto". Ciao Don, ci mancherai. Ci mancherai, ma sarai con noi.

Rocco Della Corte


"Se ne va un grande amico": questa mattina è scomparso Spartaco Mancini

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Verrebbe da dire che "quando ci si mette è terribile", oppure che "sono sempre i migliori che se ne vanno". La retorica ogni tanto si allinea alla realtà. In questo dimenticabile primo gennaio 2018 Velletri, dopo la scomparsa di don Gaetano Zaralli, perde un'altra brava e stimata persona, fondamentale nel tessuto culturale e sociale cittadino: Spartaco Mancini.
Sempre attivo, nel Comitato dei Soci Unicoop Tirreno e con il Sindacato, Spartaco lascia un vuoto incolmabile tra gli amici, i conoscenti e tutti coloro che lo avevano apprezzato per la sua cortesia e disponibilità, senza eguali. Legato a tante associazioni del territorio, ha portato avanti con determinazione - dettata dalla grande statura morale che lo contraddistingueva - innumerevoli battaglie per il bene comune, non ultime quelle per evitare la chiusura della sede Unicoop di via San Giovanni Vecchio e quelle contro la violenza sulle donne, di cui il concorso "Dalle mimose alle scarpette rosse"è una delle diverse attività promosse. Sorridente, bonario, di gran cuore: tutte doti che ben si addicono a Spartaco e ne tracciano bene il profilo umano e culturale. In prima linea per mille battaglie, si è spento questa mattina lasciando tanta tristezza perché era un uomo e un cittadino esemplare - e non sono di certo definizioni di circostanza - a cui non si poteva non voler bene. La notizia è stata diffusa da Roberto Costanzi nel gruppo facebook ufficiale del Comitato dei Soci Unicoop Tirreno: alla famiglia vanno le più sincere condoglianze della Redazione di Velletri Life, che si riallaccia a quanto scritto sui social e si rattrista per "la perdita di un grande amico".

La Ginnastica Res Novae Velletri saluta il 2017 con la Res Christmas

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Due splendide giornate di sole, sabato 17 Dicembre e Sabato 23 Dicembre, in un clima magico che solo il natale ci sa regalare, hanno accolto in un Bandinelli trasformato per l'occasione nel regno degli elfi e di Babbo Natale, atleti, addetti ai lavori e genitori, entusiasti di vivere la Res Christmas 2017, manifestazione all’insegna dello sport, della vivacità e dell’allegria, che alla sua seconda edizione ci ha saputo stupire. 

Comunicato stampa




VELLETRI - La voglia di gareggiare e confrontarsi dei ginnasti in una gara sociale, il cui regolamento prevede una classifica assoluta e di specialità per ogni corso, sprizza da tutti i pori e gli atleti, in un sano spirito agonistico cercano di avere la meglio tra i compagni di squadra. Lo spirito natalizio che si respira la fa da padrone, e gli auguri che tutti i ginnasti, indipendentemente dal corso frequentato si scambiano per le imminenti festività insieme alla gioia di ritrovarsi tutti insieme in un unico evento è per la Res Novae la vittoria più grande. Sabato 17 Dicembre dalle 9.30 alle 12.30 si è svolto un allenamento a porte aperte della squadra agonistica Maschile composta da Federico Milone, Kevin Annino  e Simone Di Lazzaro, della squadra agonistica femminile composta da Flavia Boccia, Sofia Feudo e Federica Mattoccia e del corso di Piccole Promesse Maschile: Monti Tommasso, Filippo Piccolo, Niccolo Di Napoli, Gabriele Iaselli, Lorenzo Ferraiuolo e Piccole Promesse Femminile: Sofia Crescenzo, Ludovica Ciranna, Vanessa Coman, Larissa Conan, Nicol Castrichella, Azzurra Sofia, assente per infortunio Emma De Paolis. Alle 12.30 irrompe nel parterre Babbo Natale che porta regali per tutti. Alle 14.30 tutto è pronto e aprono la manifestazione i nostri Piccoli del Gymgiocando che dopo aver riso per l'irruzione in campo gara del nostro Ressino I piccolissimi Sara Della Vedova, Mariele De Luca, Alessandro Galli, Mattia Possagno, Sofia Tucci, Tommaso Vento e Leonardo Verri, si cimentano così nel percorso motorio che mostra tutte le abilità acquisite in questa prima parte dell'anno, conquistando il primo posto assoluto e ricevono direttamente da babbo Natale un piccolo pensierino; Alle 15.00 è la volta delle Coccinelle Clara Azzari, Eliana Amedei, Elisa Bagaglini, Viola Candidi, Sara Anilopol, Daisy Corsetti, Chiara De Silvio, Sara Feudo, Anastasia Havor, Ginevra Iannicola, Aurora Salvatori, Nicole Silvestri, Eva Trombetti, Elena Usai, Francesca Usai, Zaira Vecchioni, Paola Pietrangeli, Livia Fevola. Spazio poi alle Coccinelle élite con Sabrina Antonetti, Elisa Bagaglini, Rachele Colombo, Alice Ciriaci, Noemi Di Luzio, Susanna Favale, Federica Frainetti, Valeria Latini, Sara Leoni, Sofia Maestrella, Elena Muscedere, Tullia Nali, Carlotta Palma, Lavinia Pace, Aurora Sambucci. Per i Lupetti Patrizio Amedei, Manuel Basile, Emanuele Bloise, Giorgio Bloise, Tiziano Calcari, Lorenzo Cassanfra, Alessandro Candidi, Vittorio Caracci, Giovanni Mariani, Flavia Della Manna, Samuele D'Annibale, Alessandro Fia, Davide Marinelli, Mattia Mastrella, Leonardo Mastrogirolamo, Francesco Palma, Gabriele Proietti, Sandro Pietrangeli, Marzio Premutico, Giovanni Spira, Andrea Salvatori. 

Nonostante le recite e l'inizio della stagione sciistica oltre 100 ginnasti si sono dati battaglia, emozionatissimi hanno saputo affrontare al meglio la gara vincendo ognuno le proprie paure e timidezza. Finita la gara in attesa delle classifiche si sono esibite in una coreografia dinamica ed accattivante le nostre Chiara Dell'Elice e Sofia Seri che praticano la sezione di Aerobica Sportiva, e le nostre Sofia Salucci, Sofia Colella,  Alice Servo, Camilla Zaccagnini, Giulia Della Vedova, che presentando il libero e l'obbligatorio ci hanno catapultato nella sezione di Trampolino Elastico. Nemmeno il tempo di finire la premiazione che alle 17.30 è la volta delle Marmotte con le atlete Aurora Acchioni, Asia Bisegni, Lavinia Cellucci, Alessia Coman, Elena Criscenti, Elisabetta Cianfarani, Linda Cicala, Ginevra Capolino, Desirè Cambria, Azzurra Davino, Angelica D'Angelo, Benedetta Giuliani, Martina Gatti, Sofia Ierussi, Giorgia Ielari, Elisa Liscio, Francesca Mancini, Alice Palumbo, Emanuela Puccilli, Elena Priori, Maria Elena Palumbo, Aurora Pomentale, Silvia Rossi, Giulia Triunfo, Irene Verrelli, Emma Zaccagnini  e delle Marmotte élite con le atlete Vittoria Andreoli, Clara Barbetta, Sara Bombarda, Federica Carletti, Alexandra Carp, Sofia D'Annibale, Michela De Cesario, Silvia Di Bella, Sofia Fatale, Aurora Frasca, Aurora Galoni, Marta Leoni, Giorgia Mattacchioni, Nermine Slimani, Rania Slimani,  Beatrice Taddei e gli Scoiattoli con i ginnasti Ivan Arcuri, Lorenzo Arseni, Gabriele Bastianelli, Enrico Casseri, Tiziano Cristini, Tomas Di Cocco, Federico Favale, Diego Felci, Marian Iacob, Daniele Isopo, Francesco Meconi, Gabriele Michesi, Andrea Montecuollo, Valerio Montecuollo, Diego Priori, Flavio Prati, Sebastian Ungur, Dario Calvani. Bravissimi tutti! Il tempo dell'esibizione delle squadre agonistiche per fare le classifiche e iniziano le premiazioni con Babbo Natale ed il nostro Ressino sempre sullo sfondo! Il 23 Dicembre, si disputata la seconda giornata di gare per la Res Christmas, che ha visto scendere per primi in campo, i ginnasti della sezione Gam, Competitiva maschile con Alessandro Efrati, Azamat  Ferrante, Jacopo Giordani, Francesco Giri, Esly Lombardi, Mattia Mariani, Edoardo Mastrella, Alessandro Pallotti, Leonardo Pignalberi, Emanuele Saffioti, Daniele Taddei; il corso dei Panda con Lorenzo Cacciani, Giordano Colonnelli, Giovanni Mariani, Tommaso Nai, Mher Sambucci, Francesco Sambucci, Jordan Stormans; l’Avanzato Gam con Francesco Bessi, Leonardo Cantalini, Francesco Fatale, Alessandro Giorgi, Ricarda Laus, Artura Kananian ed i gruppo dell’ Ago 2 GAM con Alessio Astolfi, Lorenzo Cavola, Francesco Pallocca, Gabriele Colella, Gianluca Bastianelli, Valerio Pistolesi, Riccardo De Riggi. Il tempo delle esibizioni di alcuni componenti delle squadre agonistiche Junior e Senior, con Leonardo Di Meo, Claudia Frisari, Maria Taloni e Patrik Taloni, che prendeva via il secondo turno di gara, tutto al femminile. Alle 11.30 è la volta infatti della Competitiva Gaf con Giada Abbafati, Elena Battistini, Ilaria Borro, Chiara Dell'Elice, Maria Stella Di Meo, Claudia Leoni, Sara Mohallim, Cecilia Pace, Lucrezia Palone, Elisa Panzironi, Sofia Perillo, Eliana Polizzi, Benedetta Saffioti, Alice Servo, Lily Severinsen, Lucrezia Sist, Elisa Tammaro, Martina Toeselli; l’Avanzato Gaf con le atlete Ludovica Becherelli, Veronica Candidi, Giorgia Cafarotti, Irene Carabella, Marta De Marzi, Amelie D'Alessandro, Sofia Picca, Francesca Rocchi, Giulia Spinelli, Gaia Terrelle, i Cigni con Chiara Beato, Chiara Catarinelli, Elisa De Massimo, Sara Di Bella, Denise Iacob, Aurora Palmieri, Marta Turco, Camilla Sacco, Mery Sambucci; il corso dell’Èlite d dell’AGO 2 GAF, con Beatrice Arata, Giorgia Cristofari, Alissa Di Cocco, Alessandra Molteni, Elena Monderna, Sofia Perri, Agnese Serangeli, Camilla Zaccagnini, Giada Annino, Ludovica Arata, Sofia Corsi, Ilaria Crescenzo, Alice Deodati, Emma Deodati, Ludovica Marini, Valeria Martelloni, Martina Santilli e Sofia Seri.

Tanti i podi assoluti e di specialità della giornata, risultato dell’ottimo lavoro svolto da questi atleti, molti di loro alle loro primissime esperienze. Importante test quindi per questi corsi in vista del primo appuntamento federale che sarà già il 20/21 Gennaio 2018. Le valutazioni del corpo giudicante hanno dato preziosi consigli dunque ai loro tecnici. Ottima l’organizzazione della Res Novae Velletri asd del Presidente De Marzi Leandra, che insieme ai soci fondatori Valentina Martella ed Alessandro Baggetta e agli Istruttori Francesca Baggetta, Silvia Rocchi, Valentina Betti, Sara Betti, Maria Stella Fondi, Francesco Iacoacci, Alessio Fornini, Daniele Pileri ed ai collaboratori: Emilia Bucciarelli, Raffaele Baggetta, Cristina Martella, Fabio Di Marzio, Valentina Cavola, Francesca e Alessia Nanni ed a tutti coloro che hanno collaborato all’ottima riuscita dell’evento, hanno garantito sicurezza ed ospitalità. Una grande giornata di sport, riuscita grazie a tutto lo staff dunque e, a tutti i genitori dei nostri ginnasti, che ci affidano i loro figli quotidianamente. Si chiude così un anno sportivo strepitoso e denso di risultati per la ginnastica Res Novae, che in tre anni dalla sua apertura, senza aiuti di nessun tipo è riuscita a diventare una scuola di ginnastica sul territorio dei Castelli Romani, sinonimo di competenza e professionalità. Il presidente Leandra De Marzi, augura a tutti i suoi associati un 2018 pieno di successi, dentro e fuori i campi gara.

Il ricordo di Luca Leoni: un omaggio nel giorno dell'ultimo saluto a Gaetano Zaralli

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Mi ha sempre colpito la sua andatura svogliata, come se camminasse per senso del dovere, controvoglia. Sembrava un lavoratore al ritorno dal cantiere, con lo sguardo assorto, sempre da un’altra parte.

di Luca Leoni
E le sue mani quasi sempre in tasca. Faceva pensare a una pietra rotolante, don Gaetano, quando pendolava tra la sua chiesa di San Michele Arcangelo e la sua casa, all’inizio di Viale Oberdan. Un masso non distruttivo, ma costruttivo in un modo tutto suo, che tracciava solchi nelle coscienze, con parole e gesti che lasciavano sempre il segno. Con effetti permanenti. Stava troppo avanti col programma, come don Giuseppe Centra, che sosteneva candidamente scandalizzando, già negli anni Cinquanta, che Cristo fosse un comunista, perché condivideva tutto con i suoi discepoli e con le persone che incontrava. Uomini da barricate con i mobili di casa loro, don Gaetano e don Giuseppe: uomini rimasti senza chiave di casa, in periodi di persecuzioni, che hanno saputo insegnare le scomodità coraggiose della vita. E ogni celebrazione dell’Eucarestia era una festa vera, una tavolata a base di ostia, con riflessioni talvolta comiche nella forma, sempre essenziali e profonde nel contenuto, nei difficilissimi e spesso introvabili libretti d’istruzione per risolvere i problemi quotidiani della vita. Credo che don Gaetano possegga chilometri di elogi funebri, scritti dalla gente semplice e soprattutto dai bambini, nelle innumerevoli lettere che gli scrivevano per parlargli dei loro problemi, per complimentarsi dei suoi piccoli grandi miracoli in famiglie economicamente ma soprattutto spiritualmente disagiate. Tra i miracoli più grandi, non sempre sotto gli occhi di tutti, la sua capacità di riportare in chiesa uomini e donne distanti anni luce: con il suo modo di fare che sapeva di presa in giro e strafottenza, ma con risultati incalcolabili. La sua assenza è vento tagliente e ululante in vicoli lillipuziani, pullulanti di esseri umani silenziosi. Voglio ricordarlo così, seduto alla ‘sperella’ della sua chiesa chiusa, mentre finge di chiedere l’elemosina come un poveraccio qualunque, come il superstite de 'L'avventura di un povero cristiano'.

Approccio giuridico all’ordinanza del Sindaco di Como: un contributo del professor Starace

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All’ondata di sdegno inscindibilmente religioso ed etico che è mi è prorotta alla notizia sull’ordinanza non umana del sindaco di Como, è successo un diverso stato d’animo, non dico rasserenato, ma favorevole alla riflessione, innanzi tutto giuridica.


di Pierluigi Starace

Che pongo in forma d’interrogazione,destinata a magistrati, giuristi, specie costituzionalisti, ed avvocati. Innanzi tutto, ma qui la domanda è solo retorica, ci vedo un abuso d’ufficio, incardinato, per di più, in uno scardinamento della Costituzione laddove recita, all’art. 38 “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento ed all’assistenza sociale”. In questo la situazione si capovolge: è il sindaco a delinquere, nel significato latino originario di “venir meno, lasciar correre” nella noncuranza dell’ accumularsi della miseria nel proprio territorio, o è il disgraziato costretto a stendere la mano per sopravvivere? O non lo sa il sindaco che c’è una ed una sola alternativa a quel gesto doloroso: quello di stendere la mano, ma per rubare? Non è mai riuscito ad immaginare che il famoso decoro urbano del quale s’atteggia a paladino consiste non nello spazzare sotto il tappeto le miserie,e, quando ne scappano fuori, spazzarle una seconda volta togliendo letteralmente via dalle strade i miserabili, ma in un’amministrazione la quale, mettendo come priorità assoluta l’aiuto sociale, liberi il territorio dalla miseria, e non dalle sue vittime?Non sa il sindaco che proprio nella sua Lombardia, per almeno un cinquantennio, lo stato sociale, affondando in un suolo fecondato da secoli dallo spirito ambrosiano, ha costruito un benessere diffuso dei più elevati del mondo? Ancora: il ficcare la mano in tasca al mendicante per fargli pagare la sua violazione dell’ordinanza, differisce in qualcosa dall’aggressione d’un branco di teppisti che perpetrano lo stesso atto? Non è eticamente più grave, perché infanga la rispettabilità della legge come copertura d’un un reato? In altre parole, quella multa può esser rubricata come estorsione, aggravata dallo stato di bisogno della vittima? Ancora vedo, nello spirito di questa ordinanza, un agghiacciante colpo d’ascia dividente, per le feste, e contrapponente la società in due : da un lato i superuomini che possiedono qualcosa con cui festeggiare, e che, in forza di questo, sarebbero investiti del diritto di eliminare qualunque cosa possa minimamente disturbare questo godimento; dall’altro i sottouomini che non possiedono qualcosa con cui festeggiare, e che, in forza di questo, sono privati anche del diritto di chiedere.In altre parole i primi sarebbero comunque innocenti anche esibendo la più sfrenata spreconaggine festaiola, i secondi comunque sempre delinquenti, perché per il dio mercato non aver soldi è il peccato imperdonabile, che l’ordinanza vendicatrice del sindaco sanziona nell’atto preciso con cui il sottouomo cerca d’affermare il proprio diritto alla vita. Non si profila una riduzione alla fame, con l’intreccio micidiale da un lato della multa che rappresenta un’uscita, e dall’altro del divieto, che impedisce un’entrata? Ciò premesso, non si configura un’agghiacciante eversione del principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge? E, passando al campo religioso, questo intenzionale e deliberato capovolgimento dello spirito natalizio, che da sempre , e tuttora, si esprime con una almeno “semel in anno” manifestazione benefica del ricco verso il povero, non si configura come un vilipendio dello spirito più profondo della religione cristiana? L’elencazione pignola dei luoghi, tutti di proprietà ecclesiastica, che il sindaco ordina inaccessibili a questuanti, non prevarica, se non altro, i diritti di proprietà e di gestione della diocesi? Non è, indirettamente, una sfida a ciò che preme più di tutto a Papa Francesco?

Il PCI è il potere al popolo: "Una lista per le prossime politiche ma anche un progetto che vuole andare oltre"

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Come ha avuto modo di ribadire in una recente intervista la compagna Viola Carofalo, leader della Lista “Potere al Popolo”, “Potere al Popolo è una lista per le prossime politiche ma anche un progetto che vuole andare oltre l’appuntamento elettorale.
Tiene dentro partiti, movimenti, organizzazioni e comitati che si muovono su temi come lavoro e ambiente: vuole ricostruire la sinistra radicale in Italia”. E tra i partiti fondatori che sostengono e sono parti importanti della Lista c’è il Partito Comunista Italiano. Dopo mesi di lavoro unitario con tanta parte del mondo bistrattato dal capitalismo nostrano e dai governi che l’hanno asservito (da Monti a Renzi a Gentiloni), il PCI ha attivato un vero e proprio blocco sociale che ora, grazie ai fallimenti che hanno smascherato finte ipotesi di unità a sinistra, rivela e mette in campo una forte azione unitaria di lotte sociali, di movimenti reali che convergono anche in una proposta di impegno elettorale. La Rete dei Comunisti, ed Eurostop, i No Tav e alcuni centri sociali, il PRC, con il lavoro unitario svolto nelle azioni di lotta come la partecipazione alle manifestazioni contro il Governo, promosse in primo luogo dall’USB e da tanti sindacati di base, questi sono i nostri compagni di viaggio coi quali abbiamo scelto di dare vita alla Lista “Potere al Popolo”. Come è costume dei comunisti, e come confermato in un dibattito appassionato che ha intrecciato quanto stava prendendo forma a livello nazionale, in modo unitario, e quanto stava confrontando al proprio interno il Partito Comunista Italiano, oggi, dopo il via libera del Comitato Centrale del 31 dicembre che conferma queste scelte di presenza elettorale unitaria, anche la sezione di Marino, come rilancia Stefano Enderle, segretario e tutta la segreteria compattamente, è pronta e attivamente impegnata a proporre “Potere al Popolo” – col simbolo elettorale sopra riportato – ai cittadini, ai giovani, ai lavoratori, ai senza lavoro, a chi non ne può più di orizzonti indefiniti e di promesse figlie del sostegno ai soliti padroni di sempre. Saremo riferimento non solo degli antifascisti e del popolo solidale, lo saremo anche dei comunisti e dei cittadini che si sono tenuti lontano dalla politica e dal voto per lo schifo che hanno provato in passato; e per la disillusione a cui sono stati costretti dalle false verniciature del cosiddetto centrosinistra. Chiediamo aiuto diretto. Chiediamo di farvi avanti per sostenere e partecipare attivamente a questo progetto politico intanto sostanziato nella Lista “Potere al Popolo”. Sceglieremo insieme candidati locali, sosterremo la Lista raccogliendo le firme necessarie alla presentazione della stessa. Scegliamo di farlo come Partito Comunista Italiano e chiedendovi di rispondere alle nostre richieste, di condividere il programma abbozzato che ha un fondamento anticapitalista. Oggi, come nella motivazione della nostra ricostituzione, cerchiamo di tornare ad essere riferimento sociale, culturale e politico per i tanti che sono disponibili a cambiare la società, rivoltandola: altro che generici balletti filo governativi!

In morte di don Gaetano Zaralli: il ricordo del circolo artistico La Pallade Veliterna

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Il 2018 è iniziato con una triste notizia. La mattina del 1 gennaio è tornato al Padre Don Gaetano Zaralli parroco emerito di S. Michele Arcangelo e canonico del Capitolo della Cattedrale di San Clemente. Con lui si chiude una pagina di storia del clero veliterno legata alla bella Norma, città in cui era nato.

di Alessandro Filippi
Don Gaetano era l'ultimo dei sacerdoti venuti dalla rupe che tanto hanno dato alla nostra Chiesa. Come non ricordare insieme a lui Mons. Raffaele Guarnacci, Mons. Achille Onorati, Mons Angelo Cassandra, Mons. Fernando De Mei, Don Alfredo e Don Vincenzo Zaralli, preti che hanno segnato e scritto la storia. Don Gaetano è stato vice parroco di Santa Maria in Trivio ai tempi di Mons. Domenico Fagiolo e poi parroco di San Michele fino al compimento del 75esimo anno di età. Lo vogliamo ricordare così nel suo ministero tra la gente e con la gente che lo ha reso amato da tutti. A margine ci piace ricordare il suo saper dipingere quei paesaggi tratti dalla natura che amava, visti dalla sua Norma o dalle Dolomiti, dove amava trascorrere momenti di riposo e di riflessione. Oppure le sue produzioni letterarie in versi oppure saggi sulla parola di Dio. Ciao Don, ti ricorderemo nel nostro cuore.
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