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Archeologia: 'Il trionfo' - Parte Prima

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Dopo lo scontro di Azio (2 settembre del 31), durante il quale Antonio e Cleopatra gli erano sgusciati di mano, Ottaviano non potè subito inseguirli. 

di Ciro Gravier - Prima parte 
Gruppo Archeologico Veliterno


I soldati e i marinai di Marco Antonio che si arresero a seguito dell’impegno di Ottaviano di concedere loro salva la vita e terre in Italia, ottennero solo la prima delle due cose; condotti in Italia, furono abbandonati a se stessi e si rivoltarono.

A sedarli fu inviato l’indispensabile Agrippa, il quale però chiese rinforzi e, pur di controvoglia, Ottaviano – che si era recato prima ad Atene, poi a Samo per passare l’inverno - dovette ripassare il mare, rischiando due volte il naufragio per via della tempesta al largo dei promontori del Peloponneso, e sbarcare a Brindisi. Lì gli venne incontro una delegazione di senatori i quali si congratularono con lui per la vittoria conseguita ad Azio e gli annunciarono che era stato eletto console, per la quarta volta, per l’anno successivo (il 30). Ottaviano restò a Brindisi 27 giorni, durante i quali un po’ con la forza e un po’ con distribuzioni di terre confiscate senza troppe cerimonie, la rivolta fu sedata. Appena dopo, ripartì per Samo, passando prudentemente per Corinto: si era ormai agli inizi di novembre. L’inverno 31-30 trascorse tra finti pourparlers (ci furono almeno tre ambascerie da entrambe le parti) con Cleopatra (alla quale faceva credere, tramite il liberto Tirso, di essersene innamorato, non impegnandosi però in nessuna seria trattativa circa il futuro) e reali prese di possesso di regni ed eserciti già filo-antoniani che andavano sottomettendosi l’uno dopo l’altro: le province d’Asia, la Siria, la Palestina di Erode, le legioni della Cirenaica … Finalmente, in primavera inoltrata, le truppe si mossero a tenaglia in direzione dell’Egitto: lui da est e il suo luogotenente Caio Cornelio Gallo da ovest. La frontiera egiziana ad est era la città di Pelusio. Quando Ottaviano vi arrivò, vi trovò - solo per la bandiera – la guarnigione egiziana schierata, che si arrese senza combattere, quasi sicuramente per ordine della stessa Cleopatra, la quale voleva in tal modo ingraziarsi Ottaviano, ma per far credere ad Antonio che si era trattato di un tradimento, fece mettere a morte il governatore Seleuco, insieme alla moglie e ai figli. Superato Pelusio, Ottaviano pose le tende a Canopo, e qualche settimana dopo ripartì per Alessandria, dove affrontò uno scontro non decisivo con Antonio, e si accampò presso l’ippodromo. Antonio, giocando il tutto per tutto, lo sfidò a singolar tenzone. La risposta altezzosa di Ottaviano fu che se quello aveva intenzione di morire, aveva mille altri modi per farlo da sè. All’alba del 1° agosto, Antonio si appostò su una collina fuori della città per godersi lo spettacolo della doppia battaglia, marittima e terrestre, che stava per ingaggiare con la flotta e l’esercito di Ottaviano. Vide solo le sue navi salutare con i remi alzati quelle avversarie per unirsi a loro, e sulla terraferma l’intera cavalleria seguita dalla fanteria disertare senza scagliare un solo giavellotto. Rientrò in città furibondo contro Cleopatra la quale, dal Mausoleo in cui si era asserragliata, gli fece sapere di essere morta. Allora ingiunse al suo fedele schiavo Ero di ucciderlo, ma questi, sguainata la spada, la rivolse contro se stesso, sicché non gli restò altro da fare che sfilargliela dal petto e affondarsela nel ventre, senza riuscire peraltro ad uccidersi sull’istante. Mentre ancora agonizzava, sopraggiunse un tale Diomede, segretario della regina, a dirgli che la regina lo voleva accanto a lei. La barella fu legata a delle funi e così il moribondo Antonio entrò nel Mausoleo per una altissima finestra. E finalmente morì fra le braccia di Cleopatra. Nel frattempo Gallo era penetrato in Egitto dalla Cirenaica, travolgendo tutte le residue debolissime resistenze egiziane e si era ricongiunto ad Ottaviano in Alessandria. L’ingresso trionfale dell’esercito romano nella capitale dell’Egitto fu tanto solenne quanto pacifico. Dal tribunal del Ginnasio – dove una volta Antonio e Cleopatra avevano proceduto alle fastose “Donazioni” – Ottaviano parlando in greco proclamò tutti i cittadini salvi e liberi in omaggio al grande fondatore Alessandro il Grande, alla bellezza della città e alla sua amicizia col filosofo alessandrino Areo. Antillo, il diciassettenne figlio di Antonio, fu tradito dal suo precettore Teodoro, e fu decapitato (il precettore fu crocifisso). Cleopatra si suicidò otto giorni dopo, scippandosi, come già aveva fatto ad Azio, dalle grinfie del vincitore, che bramava di trascinarla a Roma incatenata dietro al suo carro, il giorno del trionfo. Infine, anche Cesarione fu tradito dal suo maestro Rodone, e su suggerimento – peraltro superfluo di Areo che, parafrasando un emistichio di Omero, aveva detto ad Ottaviano: Οὑκ ἀγαθόν πολυκαισαρίη (Non è bene che ci siano più Cesari) – fu eliminato (23 agosto). I due giovani erano indubbiamente innocenti, ma avevano due incancellabili colpe: il primo, di essere figlio di Antonio (e Sesto Pompeo era la prova di che cosa potevano fare i figli dopo l’eliminazione dei padri); il secondo, di essere figlio naturale di Cesare, suscettibile in ogni momento di essere contrapposto o di contrapporsi al figlio adottivo. Dovevano dunque essere soppressi. Con questi quattro morti eccellenti si chiudeva il bellum alexandrinum, il quinto ed ultimo episodio dei quattordici anni di guerra civile guerreggiata iniziata con l’uccisione di Cesare. Era finalmente scoppiata la pace. Ed era caduto nel potere di Roma l’ultimo regno “alessandrino” sopravvissuto alle conquiste delle legioni: Aegypto capta.

Iniziano i lavori per la costruzione del Nuovo Complesso Parrocchiale di Regina Pacis

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La Parrocchia di Regina Pacis da sempre, grazie alla donazione delle sorelle Amati, ha la sua sede in Via del Cigliolo 90 - 94. 


VELLETRI -  Il suo territorio si estende sulle pendici del Monte Artemisio che scendono a sud, comprende un rettangolo di questa area che va dal fosso del Ponte Bianco che divide parte del monte, tutta la parte sinistra di Via Ariana e la parte sinistra di Via Arcioni ricadente nel Comune di Comune di Velletri Queste le strade incluse: Via Acqua Palomba - Via Arcioni lato sinistro - Via Ariana lato sinistro - Via Ceppeta superiore - Via Colle Fiorito - Via Colle Pignatta - Via Colle Vignato - Via Colonnella - Via dei Castagnoli - Via del Boschetto - Via del Cigliolo - Via del Marrone - Via del Ponte Bianco- Via di Contrada Comune - Via Fontana del Turano - Via Fontana Marcaccio - Via Fonte del Peschio - Via Monte Artemisio - Via Tevola.

I residenti, che sono circa 5.000, sono parrocchiani di Regina Pacis. Per questi residenti in particolare, da anni, la diocesi e il parroco don Angelo Mancini hanno pensato di dare una presenza più idonea, stabile e accogliente per le attività liturgiche e pastorali progettando un Nuovo Complesso Parrocchiale. In attesa che questo si realizzasse sono stati fatti dei locali provvisori per ospitare le attività pastorali in questi lunghi diciotto anni. Ora siamo giunti alla fine dell’iter di progettazione e in procinto di chiedere i permessi per la costruzione del Nuovo Complesso. Perchè si possa iniziare dobbiamo togliere i manufatti che sono sul luogo e diventando questo un cantiere è necessario che in questo tempo, vengano trasferite altrove le nostre attività. La parrocchia ha trovato ospitalità presso il Pigneto, dai Padri Figli dell’Immacolata Concezione (a Velletri meglio conosciuti come Frati Azzurri), sulla via di Cori dove c’è una bella e capiente chiesa e i locali per le attività. Quindi da sabato 2 Settembre 2017 inizieremo a celebrare le Ss. Messe e a svolgere le nostre attività in questa nuova struttura. Il parroco ha scritto ai suoi parrocchiani per avvisarli, per invitarli a partecipare e per ricordare che nel caso di richiesta di colloqui, celebrazioni sacramenti e di esequie, di certificati ed altro e per le pratiche matrimoniali dei residenti nel territorio sopra descritto, potete e dovete rivolgervi presso questa nuova sede di via di Cori n° 18, dal martedì al venerdì ore 15,30. Ricorda inoltre che: Recapiti telefonici rimangono validi i recapiti telefonici tel e fax 06 9638147 339 5717116 regina.pacis@diocesi.velletri-segni.it. Si prega di non chiamare al numero del Pigneto, il personale della struttura sanitaria non va disturbato e comunque non è al corrente delle cose della parrocchia per cui non può dare informazioni. Gli orari delle SsM esse Parrocchiali rimangono sostanzialmente come prima con una piccola variante per la prima messa dei giorni festivi: Orari Ss. Messe Domenica e Festivi ore 9,00 (non più alle 10,00) ore 11,30 Feriali e Prefestivi orario invernale: dal 1° ottobre all’ultimo sabato di Marzo ore 17,00 orario estivo: ore 17,30 Catechismo: Gli incontri di catechismo per i ragazzi della Prima Comunione e Cresima si svolgeranno nella nuova sede di Via di Cori con questi orari: ogni sabato dalle 15,30 e terminano con la conclusione della s. messa. L’anno catechistico inizia sabato 30 settembre le iscrizioni si chiuderanno domenica 23 settembre Caritas Parrocchiale A quanti sono già assistiti dalla Caritas parrocchiale si ricorda che la distribuzione nei soli giorni indicati dal calendario continuerà ad essere affettuata nella sede di Via del Cigliolo 90 . Per altre esigenze e per coloro che vogliono esporre al parroco le loro problematiche possono farlo dal martedì al venerdì (esclusi festivi e prefestivi) dalle ore 15,30 presso la nuova sede di Via di Cori 18

"Tentazione nel convento" di Testori: un inedito riscoperto alla Casa delle Culture di Velletri

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Venerdì 1° settembre, nella cornice dell’ex Convento del Carmine, si è tenuta per la prima volta a livello nazionale, se non mondiale, la rappresentazione - a cura del gruppo Il mio mondo della lettura - di Tentazione nel convento, opera teatrale di Giovanni Testori.

di Valentina Leone


VELLETRI - Il breve dialogo introduttivo tra il Dottor Rocco Della Corte, giornalista e studioso di Letteratura Italiana Contemporanea, e Alberto Pucciarelli, poeta, studioso e cultore del Novecento molto conosciuto sul territorio per il suo impegno sul fronte culturale, ha contestualizzato quest’opera teatrale del 1950 all’interno della vasta produzione di Giovanni Testori, non scrittore ma intellettuale a tutto tondo che, meno conosciuto e in anticipo su Pasolini, ha dato voce con la sua sensibilità linguistica a realtà rimaste da sempre taciute.

L’interesse di Testori verso il plurilinguismo si è infatti sempre accompagnato, senza soluzione di continuità tra le varie opere, a un’intensa indagine psicologica, diversamente dall’obiettivo sociologico pasoliniano, che trova pieno corpo in Tentazione nel convento. Mai portata in scena, nonostante l’interessamento tra gli altri di Luchino Visconti, quest’opera è stata recuperata meritevolmente dal gruppo scenico “Il mio mondo della lettura”, diretto da Pasquale Larotonda, che ha lavorato su una riduzione e ha sperimentato, proprio nel Chiostro del convento carmelitano oggi divenuto Casa delle Culture, un tipo di rappresentazione capace di ricreare la percezione della recitazione teatrale.
Pasquale Larotonda, Linda Maggiore, Mara Della Vecchia, Michela Tartaglia, Alessandra De Marchis, Barbara Recchia, Roberta Cioci, Silvia Ciriaci, Silvia Filippi, con Settimio Bruschi a coordinare l’aspetto tecnico e audio e l’allestimento delle scene e della regia a cura di Claudio Leoni, hanno abbattuto le barriere esistenti, almeno sulla base teorica, tra una lettura espressiva e la canonica rappresentazione teatrale, riuscendo a trasmettere con un reale vitalismo la forza del testo.
L’eco del tormento di suor Marta, prima riflesso sulle altre suore e converse, ha risuonato anche nella coscienza interiore degli spettatori, lasciati nell’impossibilità di intervenire in una storia in cui il non agire per paura porta alla catastrofe. A colpire maggiormente, infatti, è la solitudine alla quale è abbandonata suor Marta, chiamata per vocazione a essere sposa di Cristo e dilaniata da una Bestia che si materializza nelle forme di un cane, attacca il corpo e lo dilania, ma è quanto mai immateriale perché confitto nell’animo. Don Dionigi e la Madre Superiora si interrogano su come gestire la particolare irrequietezza di suor Marta, su come non creare un effetto di contagio sulle altre sorelle.
Tuttavia la distanza gettata tra coloro che si ritengono “puri” e colei che è rosa dal “Male” non fa altro che creare una dicotomia tra una innocenza putativa, derivata dal toccare le cose con superficialità, e una colpevolezza frutto di un confronto cruento con le convenzioni. Nel luogo deputato a sviluppare un cammino interiore Testori ambienta una vicenda che denuncia lo sviluppo tentacolare dell’omertà, in cui tutti sanno, anche di poter essere a loro volta coinvolti, e nessuno interviene: suor Marta, con un rasoio in mano, affronta da sola i suoi demoni e cade, lasciando ai vivi, quanto mai morti dentro, il compito di inventare una “pia bugia” che celi al mondo la verità sulla sua morte e riporti il buio nelle coscienze. La competenza e la professionalità del gruppo “Il mio mondo della lettura” hanno saputo trasmettere interamente l’intensità voluta da Testori, con un evento culturale che ha reso protagonista Velletri, teatro di una prima assoluta, e al quale si spera che possano seguire tante altre iniziative di una simile caratura da portare avanti con ambizione, coraggio e passione.

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Una tromba d'aria si abbatte nella notte su Velletri: ingenti danni e tanti interventi per la Protezione Civile

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Notte di apprensione per molti concittadini quella appena trascorsa a causa di una violenta ondata di vento che dalle 0,30 all'1 ha colpito Velletri e zone limitrofe. 

VELLETRI - Fortunatamente non si sono registrati danni alle persone, ma moltissimi sono stati quelli avuti ad auto, infrastrutture, abitazioni.
La Protezione civile di Velletri, che ringraziamo per il suo lavoro, è stata impegnata per tutta la notte e fino alla tarda mattinata di oggi per liberare strade e viali chiusi dalla caduta di interi alberi o rami. Seria la situazione in via Pedica dell'Olmo, dove a cedere sotto il colpi del vento è stata un'alta quercia che è franata su un muro di recinzione di una abitazione occludendo l'accesso alla strada. Chiusura da parte della polizia locale del cimitero comunale a causa del pericolo di caduta rami e cornicioni.
Interventi anche in via Fontana Marcaccio, via Orti Ginnetti, via Piazza di Mario, via dei Laghi e piazza Caduti sul Lavoro. Ingenti danni alla rete elettrica di alimentazione di pozzi e sollevamenti con spegnimento degli emungimenti di Vascucce, Ponte di Mele, Colle dei Marmi e Colle Noce.Notevoli i disagi. L'Assessorato ai Beni Comuni ha colto l'occasione - tramite la pagina facebook - per ringraziare il gruppo di Protezione Civile comunale che, anche in questa occasione, si è dimostrato disponibile, efficiente ed efficace.

Lariano, apre “Delizie Del Sud”: specialità di pasticceria e gastronomia da Sicilia, Calabria e Campania

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Volete degustare ottime specialità di pasticceria e gastronomia della tradizione siciliana, calabrese e napoletana? A Lariano nella centralissima Via Sausset Les Pins 8 possiamo trovare Delizie Del Sud, un punto di riferimento e di valorizzazione della tradizione, della cultura e dei dolci e prodotti della Sicilia, Calabria, Campania. 

LARIANO - Attività nata qua a Lariano lo scorso 27 Maggio, in occasione della Festività di Santa Eurosia. Delizie del Sud si pone come un’alternativa alla pasticceria tradizionale (non si trovano dolci locali di Lariano), infatti vuole far conoscere le tradizioni dolci e salate meridionali.
Possiamo trovare i prodotti tipici più importanti della Sicilia come i famosi cannoli siciliani (freschi fatti al momento), la cassata siciliana, paste di mandorla, frutta martorana, arancini. Possiamo trovare le eccellenze poi della gastronomia calabrese quali la nduja, il capicollo, la soppressata e le salsicce piccanti. Delizie del Sud è attività unica nel suo genere a Lariano e nel territorio, dove si producono e commercializzano solo materie prime del Sud e prodotti di altissima qualità. E’ possibile avere tutte le informazioni, novità e aggiornamenti in merito a Delizie del Sud, attività in via Sausset Les Pins 8 a Lariano, attraverso la pagina facebook: https://www.facebook.com/deliziedelsudlariano/?fref=ts, e inoltre visitare l’apposito portale web www.deliziedelsud3.webnode.it dove ci sono varie informazioni sui vari prodotti. Inoltre, altro punto di forza, sul portale è attivo il comodo servizio di prenotazione con relativa spedizione a domicilio. Inoltre c’è la possibilità di attivare convenzioni con attività commerciali e ristoranti. Delizie del Sud vi aspetta a Lariano, in via Sausset Les Pins 8 tutti i giorni dalle 9 alle 13.30 e dalle 17 alle 22 circa (chiusura la domenica pomeriggio). E’ possibile contattare Delizie del Sud allo 06/87619550 e 327/0120629.






Alessandro De Angelis
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA


"Le sedie" di Ionesco (ri)fà il pieno in Piazza San Crispino nella rassegna estiva del Teatro di Terra

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Le sedie, un’opera di Eugéne Ionesco del 1952. Il vecchio, la vecchia, l’oratore. Questi gli ingredienti della rappresentazione teatrale a cura della compagnia stabile del Teatro di Terra andata in scena venerdì primo settembre, per aprire la serie di performances estive a cura della stessa struttura di via S. Crispino. 

di Rocco Della Corte


VELLETRI - Una farsa tragica, come l’ha definita lo stesso drammaturgo francese, che presuppone grande attenzione da parte dello spettatore soprattutto per il grande quantitativo di personaggi invisibili e per un testo davvero ricco di insidie dal punto di vista della recitazione.
Nello splendido contesto di Piazza S. Crispino, sotto una luna sfumata dalle nuvole e nel cuore pulsante del vecchio borgo medievale di Velletri, la riproposizione dell’opera di Ionesco (la cui “prima” al Teatro di Terra si era svolta a giugno) ha trovato una suggestiva locazione e visto, nonostante il maltempo, un afflusso importante di spettatori (circa ottanta persone, tanto che le sedie – quelle del pubblico – erano tutte occupate e la gente è dovuta restare in piedi).
Magistrali gli attori: Carla Petrella, nel ruolo della vecchia, non si è risparmiata offrendo una prova di alto livello come di consueto ed interpretando al meglio il copione. Edoardo Baietti, da parte sua, non è definibile più una sorpresa e ha recitato con intensità, determinazione, forza espressiva e capacità comunicativa. I due protagonisti sono stati affiancati dall'oratore, Francesco Tibaldi, l’oratore muto, che nella surreale atmosfera ha dovuto sfoggiare il suo repertorio mimico, come nel testo originale. La coppia, che si ritrova in solitudine, sente impellente il bisogno di comunicare al mondo il proprio messaggio, il proprio sentire. Indice, dunque, una riunione pubblica dove partecipano i più titolati ospiti, funzionari, blasonati, ambasciatori, fino ad arrivare all'Imperatore.
Chiaramente per ogni ospite è necessario aggiungere una sedia, e il palco via via si riempie di nuovi posti a sedere per far accomodare questi personaggi invisibili che aumentano vertiginosamente. Per non sfigurare, poi, è molto importante coinvolgere un oratore. Nel teatro dell’assurdo tutto è possibile, però, e infatti colui che dovrebbe intrattenere la vasta platea immaginata è muto e rappresenta il paradosso conclusivo, la ciliegina sulla torta ad un testo nel quale il senso della vita di colpo sfugge di mano, nonostante le rivelazioni del vecchio dovessero trovare pieno compimento in una reunion generale.
Ma i dialoghi stessi fanno intendere che in fondo qualcosa non si riesce a carpire, forse proprio quell'idea che i vecchi vogliono esprimere. Impeccabili gli attori, ma una menzione speciale va anche al regista Luigi Onorato che ha reso un testo così noto in maniera straordinaria. Al termine dello spettacolo, in quello scorcio di una Velletri che profuma di antico e con la luna che è tornata a splendere, l’assurdo si è sciolto nell'ammirazione verso gli attori e il regista, che hanno saputo offrire una rappresentazione di altissimo livello, difficile sia nella parte mnemonica che in quella interpretativa, senza contare la fatica fisica dello spostare ed aggiungere continuamente le sedie.
Buona la prima, tuttavia, per gli appuntamenti estivi del Teatro di Terra: nonostante lo spauracchio del maltempo, la serata de Le sedieè stata gradevole e partecipata, ma la rassegna teatrale proseguirà fino al prossimo 10 settembre. Poi, restano le ombre sul futuro di una realtà come quella di San Crispino che comunque grida vendetta perché sul portone di ingresso del pittoresco Teatro campeggia ancora la scritta che ne annuncia la chiusura…

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Intervista a Giorgio Greci: "Ribadisco la ferma volontà di ascoltare e condividere programmi e idee"

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Il candidato Sindaco Giorgio Greci prosegue il suo 'tour elettorale' e ha rilasciato un'intervista in merito a diverse questioni che riguarderanno il programma.

VELLETRI - Diverse domande sui temi più attuali della scena politica, dal programma alla squadra che si sta componendo intorno alla sua figura. Il cardiologo veliterno è intervenuto su svariati fronti.

Giorgio Greci, il suo percorso di candidatura partito a dicembre 2016 la vede ormai lanciata in un vero e proprio tour volto a scoprire, affrontare ed ascolt­are i problemi della città. Quali sono le risposte fin qui ottenute dai cittadin­i? 

Come annunciato dura­nte la presentazione del mio progetto al teatro Tognazzi sto girando moltissimo in ogni angolo di Ve­lletri per ascoltare cittadini, associa­zioni, comitati e ra­ppresentanti di cate­gorie. Un confronto serio, onesto ed ope­rativo dal quale sta­nno emergendo moltep­lici idee positive e assolutamente condi­visibili. Un vero e proprio programma pa­rtecipato che proseg­uirà anche nei pross­imi mesi. Vedo giorno dopo giorno che la città di Velletri è ricca di positività e c'è tanta voglia di riscatto. 

Lei si è sempre presentato come un candidato “traversale”, sin dall’evento del ‘Tognazzi’, dicendo che non avrebbe ch­iuso la porta in fac­cia a nessuno e di voler lavorare sui pr­ogrammi. Eppure molti esponenti politici locali, soprattutto dell’area di centro­-sinistra, affermano senza mezzi termini che lei sarà il can­didato del centro-de­stra. Cosa risponde a queste affermazion­i? 

Io sono e rimango un­'espressione del mon­do civico, sono un medico che vuole dare un contributo posit­ivo alla crescita de­lla propria città. L'idea è di aggregare e costruire un prog­etto alternativo a quanto fatto in questi dieci anni dalle amministrazione guida­te da Servadio e dal Partito Democratico veliterno. 

A parte lei, Casa­pound e con tutta pr­obabilità il Movimen­to Cinque Stelle non ci sono per ora alt­ri candidati ufficia­li. Come giudica lo scenario politico e la situazione in div­enire all’interno de­gli schieramenti, dei partiti e delle re­altà che potrebbero far emergere i suoi sfidanti? 

Credo che dalle prossime settimane ci sarà qualcosa di più definito, anche perché a breve ci sono le regionali e poi anche le politiche nazionali. Soprattutto la competizioni per la guida della Regione Lazio darà segnali anche per le comunali delle varie città dove si voterà a primavera. 

Il suo lavorare di anticipo e il voler coinvolgere la soc­ietà civile sono un segnale ben preciso, ma – a distanza di nove mesi dal lancio della sua candidatu­ra – può dirci se il suo nome sarà soste­nuto anche da simboli di partito oppure soltanto liste civic­he? 

In una competizione elettorale dove per vincere serve il 50%­+1 degli aventi diritto diventa difficile giocarsi le carte con una sola lista, stiamo lavorando per creare una coalizione. Dove comunque la parte civica sarà assolutamente protagonista e numerosissima. Punto a figure giovani e competenti su più campi, non mi piace il termine rottamare ma innovare cercando di coniugare esperienza con entusiasmo e spirito di sacrificio. Sarà un progetto innovativo che punterà ad un rinnovo profondo di una classe dirigente. 

Più di qualche voce che si è concretizzata nelle ultime settimane parla di malumori all’interno del centro-destra perché la sua candidatura toglierebbe voti ad un eventuale candidato di bandiera. Fermo restando la trasversalità della sua proposta, lei ritiene fondate queste voci oppure sono chiacchiere “di paese”? 

Io rispetto tutti e non sono abituato a calpestare nessuno, anche durante la presentazione di dicembre ho precisato che sono pronto per le primarie. Credo che siano proprio le primarie lo strumento per togliere ogni dubbio e polemica. Ovviamente importantissimi sono i programmi e per questo sono mesi che incontri cittadini e rappresentanti di aggregazioni o categorie per raccogliere idee oltre a quanto sta emergendo dal mio gruppo. Le linee programmatiche per lo sviluppo e crescita di Velletri sono in fase di completamento e a breve saranno presentate alla città. 

Finora ha affrontato vari temi negli incontri proposti: agricoltura, sicurezza, commercio, artigianato, urbanistica, sanità, cultura, sport ed altro. Cosa è emerso e quali sono le esigenze, in questi campi, dei cittadini e degli addetti ai lavori?

Sull'agricoltura c'è assolutamente bisogno di una valorizzazione e tutela dei nostri prodotti migliori, serve un progetto serio di rilancio anche comunicativo. Inspiegabile poi la totale assenza di assistenza ai tantissi­mi agricoltori velit­erni verso le immense opportunità dell'ultimo PSR (progetto sviluppo rurale regionale), con tantissi­mi fondi disponibili ma zero assistenza ed informazione da parte dell'amministrazione comunale verso la categoria. Serve l'ampliamento del mercatino di Rioli, che grazie all'eccell­ente lavoro giornali­ero del consorzio cr­esce e si sviluppa, ma appunto ha bisogno di maggiori spazi di lavoro. Anche qui ho preso l'impegno formale che sarà tra le prime iniziative che porterò avanti. Per la sicurezza in­vece è chiaro che ab­biamo bisogno anche qui un progetto inno­vativo e meglio orga­nizzato con il coinv­olgimento attivo deg­li istituti privati che in supporto con gli enti preposti po­ssono maggiormente controllare il territ­orio. Per il commerc­io e artigianato sono emerse moltissime preoccupazioni e cri­ticità per la mancan­za di un progetto di sviluppo complessivo promesso da anni e mai concretamente realizzato. Il centro storico ha bisogno di un rilancio vero, partendo, come ho già detto più volte, dai parcheggi ne ser­vono dei nuovi, abbi­amo già individuato siti e idea di massi­ma, vanno ridotti gli importi del biglie­tto ad ora e riequil­ibrati gli stalli blu con i bianchi, que­sto va fatto per ogni strada e area sost­a. Solo oggi a pochi mesi dal voto arriv­a l'annuncio della zona artigianale in contrada Acquavivola. Ribadisco con forza e convinzione che non è più quella la zona funzionale ora nel 2017 per un proge­tto del genere, la prima progettazione è di oltre trenta anni fa e le cose sono cambiate di molto. Spero che tutto non sia finalizzato solo e soltanto alla cost­osa progettazione, quindi altri soldi pu­bblici spesi e poi il nulla. Sono inoltre convinto che la va­lorizzazione dell'ot­timo artigianato loc­ale non passi solo per la zona artigiana­le ma si deve partir­e dalle piccole cose, sempre legate ad un progetto generale di sviluppo. Sull'u­rbanistica è stato molto interessante il confronto svolto al quale hanno parteci­pato anche parlament­ari e consiglieri re­gionali, serve un in­tervento risolutore e che definisca la questione, c'è molta preoccupazione tra i cittadini che devono essere ascoltati. Poco fa abbiamo anche trattato il tema della sanità, a me mo­lto caro anche per il mio lavoro ovviame­nte. Il mio pensiero è che una città come Velletri deve avere strutture efficien­te e funzionali, par­tendo dall'ospedale. I colleghi medici, gli infermieri e tut­to il personale oper­ativo ogni giorno con tantissima profess­ionalità ed impegno svolgono un eccellen­te lavoro di supporto verso i cittadini bisognosi di cure e assistenza, servono certezze e chiarezza. Basta con voci di chiusure di reparti o ridimensionamento, vogliamo sapere dalla Asl e dalla Regio­ne quali sono le intenzioni per il nostro affermato ospedale Colombo. Sicuramente bisogna potenziare in spazi, attrezzature ed unità operati­ve il Pronto Soccorso, come più volte de­tto anche con la dot­azione di una postaz­ione di eliambulanza h24 di supporto, ol­tre al potenziamento anche qui di mezzi e risorse umane di altri reparti storica­mente competenti ed efficienti nel nostro ospedale, parlo di cardiologia con magari una necessaria emodinam­ica,potenziamento di ginecologia e ostetricia, pediatria, chirurgia, urologi­a, ortopedia . Oltre all'i­mportante servizio a­ggiuntivo che fanno le strutture private convenzionate, anche qui storicamente di elevatissima quali­tà ed funzionalità. Spero in una riapertura del San Raffaele struttura specializzata in cure palliative ed hospice per malati neoplastici oltre al potenziamento della medicina territoriale ambulatoriale ma tanto dipenderà questo dai piani regionali. Ho partecipato poi ad eventi di confronto legati alla cultura ed allo sport e credo che siano momenti importanti dove i nostri cittadini par­tecipano attivamente e dove la città di Velletri può farsi valere a livelli nazi­onale e non solo. Per esempio il progetto Cesare Ottaviano Augusto Ambasciatore di Velletri, sul qua­le puntiamo molto per far conoscere e ap­prezzare la nostra millenaria città. 

Verosimilmente, anche alla luce delle dinamiche politiche nazionali, quanti potrebbero essere i candidati Sindaco a Velletri e ha messo in conto un eventuale ballottaggio? 

Come detto vedremo nelle prossime settim­ane e mesi anche in virtù delle dinamiche regionali e nazion­ali. Comunque mi aug­uro che ci sia un co­nvergenza di coloro che si sentono alter­native a questa ammi­nistrazione a guida Pd. Ribadisco che sono pronto alle primari­e, con regole certe e dando a tutti la possibilità di confrontarsi. Io porterò un programma veramente condiviso con la città. 

Quali sono i temi che andrà ad affrontare nei prossimi incontri programmati? Ci sono già le date e i luoghi? 

Come da programma abbiamo ancora importanti questioni da affrontare e dobbiamo confrontarci con i cittadini e le categorie, partendo dal sociale, le problematiche dei portatori di handicap, la famiglia nucleo portante della società, il turismo, la programmazione degli eventi ludici, l'ambiente con attenzione massima anche alla valorizzazione e tutela del Monte Artemisia, poi il ciclo dei rifiuti, su cui abbiamo diverse idee e soprattutto siamo contro ogni mega impianto industriale sul nostro territorio, la viabilità con le necessarie rotatorie a Santa Maria dell'­Orto, ai cinque archi e sulla via di Cori, su in via Pioli o le altre opere necessarie per lo sviluppo e crescita della città, senza dimenticare il problema del­la carenza idrica. Assurdo cosa sia successo in questa estate con tantissime fam­iglie veliterne senza acqua per settimane intere e anche mes­i. 

Il suo nome è molto popolare e richiama l’affluenza di tante persone, ma finora non ci sono movimenti o liste che si sono formate o schierate ufficialmente per Giorgio Greci. Come sarà composta la coalizione, anche se è presto, e cosa vuole dire ai cittadini e ai politici che si avvicinano a lei e le fanno domande ponendosi in posizione di ‘ascolto’ senza però appoggiarla ufficialmente? 

Da mesi un gruppo ci­vico, che fortunatam­ente cresce di giorno in giorno, sta but­tando le basi per un progetto di sviluppo e crescita della città, la coalizione si farà ma con regole precise e rispetto di tutti. Non accet­terà mai il ricatto o pressioni che poss­ano condizionare il mio modo di operare, per questo la garan­zia sarà il programm­a, mai come questa volta scritto con i cittadini. 

Ultima domanda. Le proposte di Greci per Cultura e Ambie­nte in poche parole. 

Per la cultura, come detto, partiamo dal progetto Cesare Ottaviano Augusto Ambasciatore di Velletri, ci stiamo lavorando da anni e chi mi supporta in questo ha già prodotto una serie di contatti e idee assolutamente innovative oltre poi alla valorizzazione di quanto abbiamo sul nostro territorio, partendo dal sarcofago delle fatiche di Ercole, pezzo unico al mondo. Cercheremo di recuperare quanto rinvenuto a Velletri e ora lontano, nel caso anche in copia, oltre all'utilizzo e promozioni delle area presenti. Cultura e turismo per un rilancio sostenibile e innovativo della nostra città. Ci sono poi altri proposte in elaborazione e perfezionamento come quella della valorizzazione del tracciato dell'Appia Antica. Per l'ambiente sicuramente la salvaguardia del Monte Artemis­io che ha immense po­tenzialità anche qui turistiche e paesag­gistiche, poi siste­mazione di tutte le aree verdi che devono rappresentare il biglietto da visita della città, senza di­menticare anche zone apposite dedicate agli animali. Per qua­nto riguarda i ciclo dei rifiuti va rivi­sto e migliorato. Non servono i mega e costosissimi impianti come quello che questa maggioranza a guida Partito Democratico voleva fare ai cinque archi, ma mini impianti di comunità per l'umido. Oltre ad un sistema virtuoso di riconoscimento ai cittadini più attenti al riciclo con una consistente riduzione dell'importo in bolletta. Anche qui il progetto è in fase di completamento, dopo vari confronti e migliorie. Ambiente è anche una ge­stione del posiziona­mento delle antenne per la telefonia mob­ile e televisiva nel­la nostro territorio, assurdo come hanno gestito questo aspe­tto le amministrazio­ne a guida Pd, costr­etti poi a fare una sorta di sanatoria. Comunque per concludere per il rilancio ve­ro della città di Ve­lletri serve un progetto complessivo e che sia capace di coinvolgere attivamente ogni settore e fase della città. Un pro­getto innovativo che fino ad oggi è semp­re mancato, con cons­eguenze devastanti, sono sotto gli occhi di tutti, per la città. Noi ci stiamo lavorando da mesi e a breve sarà presentato nel dettaglio alla città.

Intervista ad Alberto Pucciarelli: "Giovanni Testori, l'autore che ci fa domande sui tempi importanti..."

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Giovanni Testori a Velletri, un intellettuale e una città che ha fame di cultura. Prima della lettura scenica di Tentazione nel convento, opera dell'autore milanese mai rappresentata, ha avuto luogo una breve retrospettiva letteraria volta ad inquadrare lo scrittore.

VELLETRI - Giovanni Testori, nato a Novate Milanese nel 1923 e morto a Milano nel 1993, è stato uno degli scrittori più prolifici del Novecento italiano. Spaziando tra differenti tematiche, l'autore del Dio di Roserio ha molto da dire e la sua produzione sterminata non può che racchiudere sin troppi spunti. Prima della lettura scenica, un breve dialogo di quindici minuti tra il dottor Rocco Della Corte, giornalista e studioso di Letteratura Italiana Contemporanea, e Alberto Pucciarelli, poeta, appassionato cultore di Letteratura e volto noto nel panorama veliterno e non solo, ha inquadrato per quanto possibile la figura di Testori. Riproponiamo l'intervista integrale, nella speranza che susciti la curiosità e l'interesse dei lettori nel riscoprire un autore da non marginalizzare.

L’estetica del Surrealismo, questo il tema della tesi di laurea di Giovanni Testori. Dopo il ’46, lo scrittore lombardo ebbe un contatto continuo con storia dell’arte, critica, e poi la letteratura. Non è surreale che un autore in doppia cifra, in fatto di pubblicazioni, sia così marginalizzato dai quadri storiografici? 

È certamente strano, forse sconvolgente relativamente all'esperienza avuta sul campo in questa occasione; strano anche in considerazione del valore e non solo della vastità della sua produzione. Proverò ad indicare qualche motivo. Inizio dalla tesi, che tu hai ricordato, per dire che già la sua vicenda è significativa. Testori la doveva discutere alla Cattolica di Milano e, poiché ovviamente nell'elaborato si dava spazio al modernismo, alle pulsioni sessuali e all'inconscio, la stessa tesi fu giudicata non discutibile in quella Università ‘perbene’. Il Nostro dovette, per evitare le complicazioni di rivolgersi alla Statale, sfrondarla di alcuni passaggi, e alla sessione successiva si laureò con 110, ma non con lode. La vicenda è significativa perché è il paradigma di tutto il suo percorso artistico: una lotta continua contro il conformismo e i sepolcri imbiancati. Anche nel dramma di questa sera si dirà che bisogna coprire al mondo la fine di Suor Marta con una pietosa ma necessaria bugia. Altro motivo è la stessa ponderosità dell’opera di Testori, intesa in duplice senso: vasta e che spazia in ogni campo, dalla critica dell’arte nella quale eccelse e che forse fu la sua passione più sentita (dal Caravaggio agli artisti italiani e stranieri più sconosciuti ma non meno validi) la narrativa, il teatro e la poesia, sottolineo ingiustamente ancor più dimenticata (ma già nel 1965 Carlo Bo intitola un articolo “Caproni e Testori nello scaffale sicuro della Poesia”) poesia che alle volte gronda sangue alle volte è estremamente lirica. Ponderosa poi nel senso che le domande che Testori si fa e ci fa pesano, e riguardano i temi scottanti della vita. L’inspiegabile presenza del male e dunque l’Assurdo della vita (Albert Camus) il dubbio sull’esistenza di Dio e al contempo il rimorso per non essere stato capace di riconoscere questa esistenza, una lotta continua tra il reale (l’amicizia con Guttuso) e il surreale, inteso come la sua aspirazione ad una impossibile gestione tranquilla della vita stessa. Ulteriore spiegazione della sua marginalizzazione è l’aver scelto, per carattere e anche per impulso etico, una vita dal profilo riservato, diremmo “una vita da mediano”; ma non è Oriali o Gattuso, piuttosto nella sua opera sono all’ordine del giorno i passaggi illuminanti e i gol geniali di un Pirlo. Mentre Pasolini, suo fratello di tanti temi e di condizione umana, era più affabulatore e mediatico, senza nulla togliere alla sua profondità di letterato, Testori, carattere più schivo e in definitiva fragile, era immerso nel “lavoro che non può mai finire” per citare l’Ungaretti dalla voce roca e dall’occhio limpido. 

Testori trattò svariate tematiche, dallo scandalo con L’Arialda, definito spesso “osceno”, fino alla morte, passando per la cronaca. L’opera più famosa, però, è il Dio di Roserio, anche se spesso citato rapidamente nelle antologie. Qual è lo scritto più evocativo, a tuo avviso, in cui emerge più fortemente la personalità dello scrittore, artistica e letteraria? 

Ricollegandomi a quanto detto prima non esiste un’opera più rappresentativa della personalità artistica di Testori. Bisogna citarne almeno quattro o cinque, anche se Il dio di Roserioè la prima e più dirompente per novità di linguaggio e di stile narrativo, assolutamente sfrecciante come il ciclista che ne è protagonista, però attanagliato anch'egli dal rimorso per aver causato la caduta pressoché letale di un compagno. Poi Il ponte della Ghisolfa innovativo, prima ancora di Pasolini come tiene a sottolineate Testori stesso che usa per pudore la locuzione “prima di altri”; innovativo, si diceva, per la ricerca sul tema della vita delle periferie, questa volta milanesi, ma anche per l’articolazione in racconti e personaggi che ritornano e si intersecano in una specie di moderna e ante litteram‘serial fiction’. Poi l’opera teatrale La Maria Brasca tecnicamente migliore de L’Arialda, e, nel panorama testoriano, eccezionalmente ottimistica. L’Arialda stessa, scandalosa non tanto per le presunte oscenità di linguaggio quanto per aver messo la lente sulle distorsioni sessuali all’interno della famiglia borghese. Infine Il fabbricone, forse l’opera più completa perché ritroviamo condensati molti temi e una esemplificativa lotta tra comunisti e democristiani, ormai interessante solo sotto il profilo storico. In tutta l’opera di Testori (concentrata al massimo negli anni 50 e 60) troviamo grande tensione morale e bisogno di risolvere (pacificare) le coscienze. Anche in questo caso, facendo un raffronto con l’altro pilastro della rivoluzione letteraria del Novecento, si può dire che mentre Pasolini accentua l’aspetto sociologico delle vicende, Testori privilegia quello psicologico. 

Uno dei passaggi più importanti riguardo Testori è il linguaggio: qual è il merito di Testori, a livello letterario, e anche in relazione a quest’opera, e come nasce l’idea di rappresentarla a Velletri in un contesto che si sposa così bene con la location prescelta? 

Certamente il linguaggio letterario di Testori è rivoluzionario, ma è non una rivoluzione cruenta, ma piuttosto decisa ed equilibrata. Via i preamboli, fronzoli, perifrasi o metafore non necessarie. Come ho avuto occasione di scrivere è un film che, sebbene colorato di particolari forti, resta in bianco e nero, a significare che mira alla sostanza e diventa perciò esso stesso sostanza. Anche l’uso del dialetto, quella particolare forma espressiva e vibrazione dello spirito, non è ridondante o accattivante, ma limitato al necessario e consono al personaggio e alle sue radici, mentre forse in Gadda, per esempio, è più costruito. Nel dramma di cui verrà data lettura teatralizzata c’è ritmo e rigore stilistico. Il problema del male e del suo impatto nei vari soggetti viene affrontato di petto ma non superficialmente, sicché il messaggio è forte ma non spaventevole. L’idea, come già detto, è di Pasquale Larotonda e del suo gruppo di lettura; il contesto del chiostro, sia pure affascinante, non è stata la molla decisiva, ma piuttosto il desiderio di trattare testi e temi non usuali, per rinnovarsi scoprendo quanto di ottimo c’è in molti autori poco conosciuti più o meno colpevolmente. 

Tentazione nel conventoè, sommariamente parlando, la storia di una lotta con Dio: come avete interpretato questa battaglia antica e sempre attuale e quali spunti di riflessione vi ha suscitato? 

La battaglia si svolge, nell’apparenza scenica e nei simboli, con Dio, ma è vissuta soprattutto nell’anima e nelle coscienze dei personaggi. Dio esiste, crea, indirizza e assiste, o è una esigenza di trascendenza dell’animo umano? Il male è causato o tollerato da Dio, o muove dalla parte luciferina dell’uomo che vuole rivoltarsi a Dio? E la solidarietà umana esiste nella realtà o è solo parole? E la lotta tra il rimorso di non aver agito giustamente e la voglia egoistica di rimuoverlo come finirà? Tutto ruota intorno ai versi emblematici di Testori che possono essere il testamento di questa e di tutta la sua opera, e che giova ripetere: “se è bestemmia / pensarti inesistente / non Ti chiedo pietà. / Davanti a Te / che ritenevo Dio, / alzo come un pugno / la mia idiota realtà … sono caduto sotto il mio stesso peso / non avevo su di me nessuna croce”. Forse Tentazione nel convento darà alcune risposte, o invece lancerà ulteriori interrogativi.

I produttori Amedeo Letizia e Mariella Li Sacchi a Venezia con "Nato a Casal di Principe"

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Grande riconoscimento per Amedeo Letizia e Mariella Li Sacchi, veliterni d’adozione, alla Mostra del Cinema di Venezia. 

di Rocco Della Corte

Foto tratta dal profilo facebook dei produttori

VELLETRI - Il loro film “Nato a Casal di Principe”, proiettato venerdì 1 settembre, ha ricevuto l’apprezzamento della critica e del pubblico suscitando l’interesse di diverse testate di stampo nazionale.

L’argomento, così delicato, della lupara bianca e della camorra imperante è stato trattato con un occhio all’attualità anche se la storia si ispira a vicende degli anni Ottanta. Non sono mancate le difficoltà organizzative – come dichiarato dalla stessa Mariella Li Sacchi - durante le riprese della pellicola. A Venezia si è recato anche il Sindaco di Casale, Renato Natale, che ha espresso la propria gratitudine ad Amedeo Letizia e Mariella Li Sacchi, ribadendo il fatto che il territorio si oppone con forza alla criminalità organizzata e questo film è un riferimento fondamentale per risvegliare la coscienza civica. Nel cast anche diversi attori veliterni, selezionati proprio da Mariella Li Sacchi che è anche membra dell’Associazione Memoria ‘900 e da anni organizza a Velletri il Saturno Film Festival, di cui è Direttore Artistico (presidente è Giuliano Montaldo). Un altro tassello importante per il mondo del cinema e della cultura, con un film dall’alta valenza sociale. Alla stampa, i produttori Amedeo Letizia e Mariella Li Sacchi hanno dichiarato di aver raccontato una storia che molti hanno vissuto ma pochi hanno potuto rendere pubblica. Un lavoro coraggioso che inizia ad avere i primi riconoscimenti, senz’altro meritati, con la speranza che il film venga presto proiettato pubblicamente a Velletri.


SINOSSI DEL FILM

Un film di Bruno Oliviero. Con Alessio Lapice, Donatella Finocchiaro, Massimiliano Gallo, Francesco Pellegrino, Paolo Marco Caterino. Drammatico, durata 96 minuti - Italia 2017. Il film. La storia di Paolo Letizia, fratello di Amedeo, rapito nel 1989 e mai più ritrovato. Una storia di ragazzi che affrontano una realtà molto più grande di loro, un racconto sospeso tra il bene e il male, denso di risvolti sociali e di denuncia, ma anche una storia universale di grande umanità e amore.

Diego De Silva per l’ultima di “Velletri Libris”: chiusura ‘con stile’ per la rassegna nazionale di Letteratura

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Chiusura in grande stile per la rassegna letteraria nazionale “Velletri Libris”, che dopo aver accompagnato i veliterni per i mesi di giugno, luglio e agosto ha avuto la sua serata finale nella prima domenica di settembre. 

di Rocco Della Corte


VELLETRI - A fare da sfondo all'incontro con l’autore lo splendido Auditorium della Casa delle Culture e della Musica, suggestiva location allestita a puntino dall'organizzazione. Solo posti in piedi per ascoltare il dialogo tra Ezio Tamilia e Diego De Silva, autore napoletano classe ’64 tra i più importanti nel panorama letterario italiano e non solo.
Divorziare con stile, romanzo edito da Einaudi, ha una peculiarità: indaga infatti le manie, le contraddizioni, i meccanismi mentali dell’animo umano a partire da un personaggio che è una specie di anti-eroe. Vincenzo Malinconico, un uomo pieno di dubbi, buono ma in fondo un po’ sfigato, vive una serie di vicissitudini ironiche, se non grottesche, che lo portano ad interrogarsi su diversi aspetti. De Silva ha dimostrato, nel suo dibattito con il numeroso pubblico, di aver compiuto una vera e propria analisi antropologica e sociologica a partire da una causa di divorzio, da cui prende il nome il titolo del romanzo. La letteratura, così come la intende De Silva, vive la paradossale situazione di essere utile proprio in virtù della sua inutilità: un buon libro non risolve i problemi, anzi spesso ne crea, inducendo alla riflessione. Con la sua simpatia, lo scrittore ha conquistato e fatto sorridere gli intervenuti anche raccontando nel dettaglio passi del libro che ben si adatterebbero ad una rappresentazione teatrale.
La rimpatriata con gli amici, la ragazza che a Scuola è sempre presa da quelli più grandi, il cattivo che sin dalla fisionomia lascia trasparire il proprio carattere: tanti i ritratti che in Divorziare con stile prendono forma, in un contesto che non trascura l’importanza dei social, il distacco con qualche decennio fa sia nelle abitudini che nei modi di dire. La sagacia di Diego De Silva, supportata dalla costruzione di un personaggio strambo ma in fondo buono come Vincenzo Malinconico, ha trasmesso il messaggio per cui anche se le situazioni si ripetono e i tempi cambiano mantenendo tratti in comune con il passato è inevitabile fare i conti con se stessi. Lo stile, in tal senso, è proprio uscire a testa alta da tutte le prove che la vita costringe l’uomo ad affrontare. Il passato negli ambienti dell’avvocatura da parte dell’autore è stato un’ottima fonte di ispirazione: bisogna saper perdere con dignità, e vincere con eleganza, senza eccedere, al di là dello scherzo e dell’umorismo che hanno una parte preponderante nella narrazione. Tanti gli esempi, che sarebbe impossibile riportare tutti: per citarne alcuni più indicativi, molto divertente è stato il quadretto domestico tracciato da De Silva in cui, nelle famiglie, c’è questa figura ambigua dello “zio” acquisito, onnipresente seppur privo di legami di sangue con i propri parenti.
Spesso questa parentela “scelta” nasconde un tradimento, un amoretto – diverso da quelli estivi che poi terminano sempre con la partenza dell’amata (magari verso Brescia!) come spiegano le canzoni degli anni Settanta. La retrospettiva sociologica è stata portata avanti anche tramite le canzoni: i brani di De Gregori e De André fanno sentire automaticamente più intellettuale chi li ascolta, eppure grandi successi come quelli della Carrà fanno presa sul pubblico perché in fondo forniscono un’ottica vicina al vero e al sentore del popolino, magari con parole più semplici. L’avvento dei social, oggi, ha fatto il resto in fatto di divorzio: statistiche a parte, si può considerare o meno un tradimento l’intrattenere rapporti virtuali con una persona diversa dal proprio partner? La domanda che De Silva ha fatto al pubblico ha aperto una dissertazione tra l’ironico e il filosofico, estremamente godibile anche per l’atmosfera simpatica e coinvolgente che si è creata. Al termine della presentazione, prima del firma-copie, l’ideatore della rassegna Guido Ciarla è salito sul palco per ringraziare i partner che hanno condiviso e supportato questa scommessa, consegnando loro un piccolo omaggio: lo staff della Libreria Mondadori Bookstore Velletri-Lariano ed Ezio Tamilia, la Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura Città di Velletri nella persona del Maestro Micheli e dei vari consiglieri intervenuti, l’Amministrazione Comunale che ha confermato il sostegno all'iniziativa con le parole dell’assessore Masi, e le fondamentali realtà cittadine quali Banca Popolare del Lazio, Allianz Assicurazioni, Casale della Regina e Piana dei Castelli.
Una torta a forma di libro offerta a tutti i presenti ha fatto calare il sipario sulla rassegna, con la speranza e la consapevolezza che una seconda edizione non potrà far altro che far crescere Velletri con i nomi noti che arriveranno in città. Qualche autore porterà con sé anche qualche pregiudizio, ma l’apertura mentale e la partecipazione a questi eventi – e il discorso può essere generalizzato e allargato a tanti altri casi - sono ingredienti necessari per contribuire al risveglio culturale e alla creazione di sinergie volte al portare lustro, in campo culturale, alla città stessa. “Velletri Libris” dunque chiude con tanta soddisfazione per organizzatori e pubblico, e dà appuntamento al 2018, fermo restando che la stagione invernale presso la Libreria Mondadori Bookstore di via Pia offrirà un calendario di sicuro interesse.

GALLERIA FOTOGRAFICA
a cura di Rocco Della Corte


Intervista ad Alberto Pucciarelli: "Giovanni Testori, l'autore che ci fa domande sui temi importanti..."

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Giovanni Testori a Velletri, un intellettuale e una città che ha fame di cultura. Prima della lettura scenica di Tentazione nel convento, opera dell'autore milanese mai rappresentata, ha avuto luogo una breve retrospettiva letteraria volta ad inquadrare lo scrittore.

VELLETRI - Giovanni Testori, nato a Novate Milanese nel 1923 e morto a Milano nel 1993, è stato uno degli scrittori più prolifici del Novecento italiano. Spaziando tra differenti tematiche, l'autore del Dio di Roserio ha molto da dire e la sua produzione sterminata non può che racchiudere sin troppi spunti. Prima della lettura scenica, un breve dialogo di quindici minuti tra il dottor Rocco Della Corte, giornalista e studioso di Letteratura Italiana Contemporanea, e Alberto Pucciarelli, poeta, appassionato cultore di Letteratura e volto noto nel panorama veliterno e non solo, ha inquadrato per quanto possibile la figura di Testori. Riproponiamo l'intervista integrale, nella speranza che susciti la curiosità e l'interesse dei lettori nel riscoprire un autore da non marginalizzare.

L’estetica del Surrealismo, questo il tema della tesi di laurea di Giovanni Testori. Dopo il ’46, lo scrittore lombardo ebbe un contatto continuo con storia dell’arte, critica, e poi la letteratura. Non è surreale che un autore in doppia cifra, in fatto di pubblicazioni, sia così marginalizzato dai quadri storiografici? 

È certamente strano, forse sconvolgente relativamente all'esperienza avuta sul campo in questa occasione; strano anche in considerazione del valore e non solo della vastità della sua produzione. Proverò ad indicare qualche motivo. Inizio dalla tesi, che tu hai ricordato, per dire che già la sua vicenda è significativa. Testori la doveva discutere alla Cattolica di Milano e, poiché ovviamente nell'elaborato si dava spazio al modernismo, alle pulsioni sessuali e all'inconscio, la stessa tesi fu giudicata non discutibile in quella Università ‘perbene’. Il Nostro dovette, per evitare le complicazioni di rivolgersi alla Statale, sfrondarla di alcuni passaggi, e alla sessione successiva si laureò con 110, ma non con lode. La vicenda è significativa perché è il paradigma di tutto il suo percorso artistico: una lotta continua contro il conformismo e i sepolcri imbiancati. Anche nel dramma di questa sera si dirà che bisogna coprire al mondo la fine di Suor Marta con una pietosa ma necessaria bugia. Altro motivo è la stessa ponderosità dell’opera di Testori, intesa in duplice senso: vasta e che spazia in ogni campo, dalla critica dell’arte nella quale eccelse e che forse fu la sua passione più sentita (dal Caravaggio agli artisti italiani e stranieri più sconosciuti ma non meno validi) la narrativa, il teatro e la poesia, sottolineo ingiustamente ancor più dimenticata (ma già nel 1965 Carlo Bo intitola un articolo “Caproni e Testori nello scaffale sicuro della Poesia”) poesia che alle volte gronda sangue alle volte è estremamente lirica. Ponderosa poi nel senso che le domande che Testori si fa e ci fa pesano, e riguardano i temi scottanti della vita. L’inspiegabile presenza del male e dunque l’Assurdo della vita (Albert Camus) il dubbio sull’esistenza di Dio e al contempo il rimorso per non essere stato capace di riconoscere questa esistenza, una lotta continua tra il reale (l’amicizia con Guttuso) e il surreale, inteso come la sua aspirazione ad una impossibile gestione tranquilla della vita stessa. Ulteriore spiegazione della sua marginalizzazione è l’aver scelto, per carattere e anche per impulso etico, una vita dal profilo riservato, diremmo “una vita da mediano”; ma non è Oriali o Gattuso, piuttosto nella sua opera sono all’ordine del giorno i passaggi illuminanti e i gol geniali di un Pirlo. Mentre Pasolini, suo fratello di tanti temi e di condizione umana, era più affabulatore e mediatico, senza nulla togliere alla sua profondità di letterato, Testori, carattere più schivo e in definitiva fragile, era immerso nel “lavoro che non può mai finire” per citare l’Ungaretti dalla voce roca e dall’occhio limpido. 

Testori trattò svariate tematiche, dallo scandalo con L’Arialda, definito spesso “osceno”, fino alla morte, passando per la cronaca. L’opera più famosa, però, è il Dio di Roserio, anche se spesso citato rapidamente nelle antologie. Qual è lo scritto più evocativo, a tuo avviso, in cui emerge più fortemente la personalità dello scrittore, artistica e letteraria? 

Ricollegandomi a quanto detto prima non esiste un’opera più rappresentativa della personalità artistica di Testori. Bisogna citarne almeno quattro o cinque, anche se Il dio di Roserioè la prima e più dirompente per novità di linguaggio e di stile narrativo, assolutamente sfrecciante come il ciclista che ne è protagonista, però attanagliato anch'egli dal rimorso per aver causato la caduta pressoché letale di un compagno. Poi Il ponte della Ghisolfa innovativo, prima ancora di Pasolini come tiene a sottolineate Testori stesso che usa per pudore la locuzione “prima di altri”; innovativo, si diceva, per la ricerca sul tema della vita delle periferie, questa volta milanesi, ma anche per l’articolazione in racconti e personaggi che ritornano e si intersecano in una specie di moderna e ante litteram‘serial fiction’. Poi l’opera teatrale La Maria Brasca tecnicamente migliore de L’Arialda, e, nel panorama testoriano, eccezionalmente ottimistica. L’Arialda stessa, scandalosa non tanto per le presunte oscenità di linguaggio quanto per aver messo la lente sulle distorsioni sessuali all’interno della famiglia borghese. Infine Il fabbricone, forse l’opera più completa perché ritroviamo condensati molti temi e una esemplificativa lotta tra comunisti e democristiani, ormai interessante solo sotto il profilo storico. In tutta l’opera di Testori (concentrata al massimo negli anni 50 e 60) troviamo grande tensione morale e bisogno di risolvere (pacificare) le coscienze. Anche in questo caso, facendo un raffronto con l’altro pilastro della rivoluzione letteraria del Novecento, si può dire che mentre Pasolini accentua l’aspetto sociologico delle vicende, Testori privilegia quello psicologico. 

Uno dei passaggi più importanti riguardo Testori è il linguaggio: qual è il merito di Testori, a livello letterario, e anche in relazione a quest’opera, e come nasce l’idea di rappresentarla a Velletri in un contesto che si sposa così bene con la location prescelta? 

Certamente il linguaggio letterario di Testori è rivoluzionario, ma è non una rivoluzione cruenta, ma piuttosto decisa ed equilibrata. Via i preamboli, fronzoli, perifrasi o metafore non necessarie. Come ho avuto occasione di scrivere è un film che, sebbene colorato di particolari forti, resta in bianco e nero, a significare che mira alla sostanza e diventa perciò esso stesso sostanza. Anche l’uso del dialetto, quella particolare forma espressiva e vibrazione dello spirito, non è ridondante o accattivante, ma limitato al necessario e consono al personaggio e alle sue radici, mentre forse in Gadda, per esempio, è più costruito. Nel dramma di cui verrà data lettura teatralizzata c’è ritmo e rigore stilistico. Il problema del male e del suo impatto nei vari soggetti viene affrontato di petto ma non superficialmente, sicché il messaggio è forte ma non spaventevole. L’idea, come già detto, è di Pasquale Larotonda e del suo gruppo di lettura; il contesto del chiostro, sia pure affascinante, non è stata la molla decisiva, ma piuttosto il desiderio di trattare testi e temi non usuali, per rinnovarsi scoprendo quanto di ottimo c’è in molti autori poco conosciuti più o meno colpevolmente. 

Tentazione nel conventoè, sommariamente parlando, la storia di una lotta con Dio: come avete interpretato questa battaglia antica e sempre attuale e quali spunti di riflessione vi ha suscitato? 

La battaglia si svolge, nell’apparenza scenica e nei simboli, con Dio, ma è vissuta soprattutto nell’anima e nelle coscienze dei personaggi. Dio esiste, crea, indirizza e assiste, o è una esigenza di trascendenza dell’animo umano? Il male è causato o tollerato da Dio, o muove dalla parte luciferina dell’uomo che vuole rivoltarsi a Dio? E la solidarietà umana esiste nella realtà o è solo parole? E la lotta tra il rimorso di non aver agito giustamente e la voglia egoistica di rimuoverlo come finirà? Tutto ruota intorno ai versi emblematici di Testori che possono essere il testamento di questa e di tutta la sua opera, e che giova ripetere: “se è bestemmia / pensarti inesistente / non Ti chiedo pietà. / Davanti a Te / che ritenevo Dio, / alzo come un pugno / la mia idiota realtà … sono caduto sotto il mio stesso peso / non avevo su di me nessuna croce”. Forse Tentazione nel convento darà alcune risposte, o invece lancerà ulteriori interrogativi.

Nemi si fregia della Bandiera Arancione: marchio di qualità ambientale rilasciato dal Touring Club Italiano

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Nemi si fregia della Bandiera Arancione: questo è un marchio di qualità ambientale rilasciato dal Touring Club Italiano a quei paesi dell'entro terra che si contraddistinguono per la qualità ambientale e per il valore delle iniziative culturali proposte. 

VELLETRI - Nelle giornate del 23 - 24 2017 viene celebrata la giornata Nazionale dei paesi Bandiera Arancione, sono numerose le attività organizzate dall'amministrazione Comunale riservate in modo particolare ai soci del Touring Club Italiano.
In sintesi il programma: 

Sabato 23 Settembre  

Ore: 16:00 Visita al museo delle navi 

Domenica 24 settembre 

Ore: 10:00 Passeggiata nel sentiero naturalistico di Fontan Tempesta, in collaborazione con le guardia parco. 

Ore:16:00 Laboratorio di Archeologia per ragazzi a cura del G.A.L.N.A. 

Ore:16:30 Visita guidata nel borgo con degustazioni di prodotti tipici 

Ore:18:00 Esibizione del gruppo folcloristico terra nemorense 

Dal 29 Settembre al 01 Ottobre 

A: verrà predisposta un area di parcheggio, attrezzata e riservata 

B: Una segreteria che gestirà autonomamente tutte le prenotazioni effettuate tramite, Telefono, mail, Fax. ore 12:00 il 30 settembre verrà offert un aperitivo di benvenuto, verranno omaggiati gli ospiti con una borza di benvenuto contenete materiale promozionale del luogo/territorio ed eventuali prodotti tipici locali ore 15:00 il 30 settembre verrà organizzata una visita guidata con ingresso gratuito ai monumenti

La Res Novae Velletri: il Futuro della Ginnastica Artistica a Velletri

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Una stagione da incorniciare questa per la Ginnastica Res Novae, in termini di risultati sportivi e non solo.

Comunicato stampa Res Novae


VELLETRI - Dopo la vittoria del Campionato Italiano di Categoria di primo livello, dopo soli tre anni di attività, durante il 2017 tante sono state le competizioni alle quali ha preso parte, nelle varie varie sezioni della Federazione, dalla Ginnastica Artistica Maschile e Femminile, al Trampolino Elastico, all’Aerobica Sportiva.

Così, dopo un’ estate di duro lavoro e tanto divertimento, quella appena trascorsa è stata una settimana Intensa per i ginnasti, della Ginnastica Res Novae, una realtà oramai nella città di Velletri, che dopo soli tre anni ha dimostrato di avere tutte le carte in regola; Nel periodo di Agosto, gli atleti Veliterni Claudia Frisari, Simone Di Lazzaro, Sofia Perri, Federica Mattoccia, Flavia Boccia e Sofia Feudo, accompagnati dai Tecnici Federali Alessandro Baggetta, Valentina Martella e, Francesca Baggetta, hanno avuto la possibilità di confrontarsi, in vari collegiali, con realtà molto distanti dalle loro, vivendo un'esperienza che oltre ad arricchirli dal punto di vista tecnico siamo sicuri contribuisca alla loro crescita personale. Non mancando i momenti di svago, che hanno permesso ai ragazzi di visitare le bellissime città che li hanno ospitati, i ginnasti veliterni, hanno avuto la possibilità di svolgere doppie sedute di allenamento all'interno di grandi strutture, dedicate interamente alla ginnastica artistica, dotate di tutte le attrezzature necessarie all'alta specializzazione maschile e femminile, che ci hanno permesso di lavorare in sicurezza, sperimentando elementi di difficoltà più complessi. In particolar modo, i ginnasti veliterni, hanno conosciuto i pari età ed hanno potuto confrontare il loro repertorio tecnico, vedendo le modalità di lavoro, di un’altra realtà distante dalla nostra! Così quest’estate Sofia, Federica e Flavia, partivano alla volta della Romania, patria della Ginnastica Artistica Femminile, ospiti nel Collegiale Sportivo di Deva, che ha visto spiccare il volo alla grande Nadia Comaneci, ed altre grandi ginnaste Olimpioniche di tutti i tempi della Ginnastica Rumena. Hanno avuto così la possibilità di essere allenate da Gina Gogean, ginnasta plurititolata ai Campionati del Mondo e alle Olimpiadi.
A fine Agosto invece, Sofia Perri con la sezione di Aerobica Sportiva, partecipava al Gym Campus Federale a Latina, assieme al raduno Nazionale Junior e Senior, che prenderà parte ai prossimi Campionati Europei ad Ancona. Simone Di Lazzaro e Claudia Frisari, contemporaneamente partecipavano ai Camps della Corpo Libero Gymnastics Team di Padova, oramai una delle più grandi realtà del panorama della Ginnastica Italiana. Grandi opportunità per questi atleti, che hanno costituito per loro bellissime esperienze, che speriamo gli abbiano trasmesso, consapevolezza del loro potenziale, che unita alla loro voglia di impegnarsi e faticare, siamo sicuri gli farà raggiungere obiettivi sempre più importanti. In casa Res Novae ci piace sognare... Chissà magari presto anche noi li potremmo ospitare, in strutture simili, così come loro hanno fatto con noi, facendosi sentire a casa, in tutto e per tutto. Adesso però torniamo con i piedi ben saldi a terra, pronti a ripartire a pieno ritmo con le nostre attività, Da Lunedì 4 Settembre riparte infatti ufficialmente la stagione sportiva 2017/2018, piena di attività e di tante novità, Ginnastica Artistica, Trampolino Elastico, Aerobica Sportiva, Salute & Fitness e tanto altro ancora… Per info. od orari, potete visitare il sito dell’associazione all’indirizzo www.ginnasticavelletri.it. Vi aspettiamo per un nuovo anno pieno di ginnastica artistica, in tutte le sue forme e tutti i suoi colori.

Ottobre e novembre nel segno di Luciana Drago per il Centro Studi e Ricerche 'Oreste Nardini'

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Nel ricordare l'operato e i rapporti con Velletri della scomparsa Dottoressa Luciana Drago Troccoli Docente dell'Università di Roma “La Sapienza”, questo Centro Studi e Ricerche sta organizzando una serie di eventi che si svolgeranno a Velletri ( date e luogo ancora da decidere ) dal mese di novembre. Argomento centrale “Velletri e i Castelli Romani dalla Preistoria al Ventesimo Secolo”. 

di Giorgio Manganello
Centro Studi e Ricerche "Oreste Nardini"

VELLETRI - Probabilmente gli eventi si svolgeranno per cinque o sei sabati di fila. Agli eventi, consistenti in una serie di incontri con professori, autori di libri  e studiosi di storia locale, si affiancheranno le uscite di alcune pubblicazioni a cura del Centro Studi e Ricerche di Archeologia Storia ed Arte “O. Nardini” sugli argomenti che verranno trattati ( sulla Preistoria, sugli alberi e i boschi sacri, sulla Velletri romana e medioevale, sugli edifici più importanti della città,  ecc. ).

Non sono più visibili oggi i monumenti e le strutture dell’antica città romana. Questa occupava probabilmente l’area compresa tra le vie Andrea Velletrano e dei Lauri a nord e porta Napoletana a sud. Il foro antico può probabilmente essere ubicato nella zona compresa tra Piazza Mazzini e la Cattedrale di S. Clemente, un’epigrafe ricorda infatti l’esistenza di una basilica. Sui resti di una struttura romana (forse un podio) che si affacciava sulla piazza sorse nel XVI sec. il cosiddetto Teatro della Passione.

Accanto al foro, tra la via di S. Crispino e la via di S. Francesco, sorgeva forse l’anfiteatro, il cui restauro è ricordato in un’iscrizione del IV sec d.C. trovata in questa zona; anche la  forma curvilinea  degli isolati lungo via di S. Francesco e la presenza di strutture inglobate in   edifici moderni sembrano confermare questa ipotesi. Infine è nota la posizione di almeno almeno tre templi, ma solo di tre è nota la posizione: uno era presso la Piazza del Comune (dedicato forse alla divinità SEMUS SANGO), un altro nell’area del foro, in prossimità della cattedrale di S. Clemente ed un terzo sull’altura della chiesa della SS. Stimmate.  Per concludere gli eventi, si presenterà inoltre l'occasione per conoscere la casa Editrice Exòrma che presenterà il  libro dal titotlo “Bestiario fantastico dei Castelli Romani” realizzato da Sara Callicchia, Alessia Morici e Andrea Tupac Mollica. Il libro ci informa sui Saperi, miti, pratiche magico-religiose, tradizioni e leggende che si strutturano attorno al patrimonio di fauna e flora dei Catselli Romani. Animali, sapori e profumi, proprietà e caratteristiche di erbe e piante: tutto ciò, rielaborato in senso eminentemente simbolico, concorre a connotare culturalmente la geografia fisica del territorio castellano. Questo libro - grazie a un'esauriente raccolta di documenti e alle testimonianze dirette delle persone del luogo - traccia una lunga micro-storia dei Castelli basata sull'analisi del complesso rapporto natura/cultura.

     

CENTRO STUDI E RICERCHE DI ARCHEOLOGIA STORIA ED ARTE “O.NARDINI”


CALENDARIO   EVENTI   NOVEMBRE  2017
SABATO  4  NOVEMBRE  2017
 MATTINA  - ore 10,00
PRESENTAZIONE  INCONTRI  ( 4 NOVEMBRE – 2 DICEMBRE )
POMERIGGIO - ore 16,00
PROF. MICHELANGELO LA ROSA – PREISTORIA CASTELLI ROMANI E PIANURA PONTINA.
SABATO  11  NOVEMBRE  2017
MATTINA - ore 10,00
GIORGIO  MANGANELLO – VELLETRI  1891 : UN' ECCEZIONALE  SCOPERTA  IN UNA
NECROPOLI PARTICOLARE.
POMERIGGIO - ore 16,00
FABIO  TADDEI – VULCANO LAZIALE DEI CASTELLI ROMANI
SABATO  18  NOVEMBRE  2017
MATTINA - ore 10,00
PROF. MANLIO  LILLI
VELLETRI ROMANA  E IL SUO  ANFITEATRO.
POMERIGGIO - ore  16,00
DOTT. ROCCHI  ALESSIA
VELLETRI   PALEOCRISTIANA
SABATO  25  NOVEMBRE  2017
MATTINA  - ore 10,00
ARCH. SIMONA  ZANI
VELLETRI  URBANA TRA IL 1400 E IL MILLE 1700
POMERIGGIO  -  ore 16,00
DOTT. UMBERTO  SAVO
VISIONI DI VELLETRI  NELLE  FOTO  OTTOCENTESCHE E DEI PRIMI  DEL NOVECENTO
02  DICEMBRE  2017
MATTINA - ore 10,00
Presentazione del  libro “Bestiario Fantastico dei Castelli  Romani” a cura della Casa Editrice “Exòrma” di Roma con la presenza degli autori : Sara Callicchia, Alessia Moricie  e
Andrea Tupac Mollica. 

POMERIGGIO -  ore 16,00

Interventi di Sara Callicchia, Alessia Moricie  e Andrea Tupac Mollica su gli alberi sacri e i boschi sacri nei Castelli  Romani.  

Un lavoro di grande valore storico e sociale dedicato alla produzione vinicola di Velletri

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In preparazione dei tanti Eventi che caratterizzano il periodo della vendemmia e a sostegno della richiesta di soluzioni che garantiscano ai viticoltori un giusto prezzo delle uve, riproponiamo la lettura di un lavoro di grande valore storico e sociale, dedicato alla produzione vinicola di Velletri e alla costituzione di una Società Enologica per garantire il giusto prezzo delle uve. 

Velletri 2030

VELLETRI - Si tratta del "Discorso Inaugurale letto dal Signor Enrico Provenzani nella circostanza dell'apertura del Consiglio Generale della Società Commerciale Enologica eretta in Velletri", il giorno 13 ottobre 1843, custodito nella Biblioteca Casanatense, via di S. Ignazio 52, Roma, digitalizzato e reso disponibile al grande pubblico da Google nel 2016.
Trattasi di un discorso di 18 pagine di grande attualità, che dovrebbe essere letto diligentemente almeno da tutti coloro che si occupano della produzione delle uve e del vino e delle politiche agricole locali. Riportiamo di seguito, in corsivo, alcuni passaggi del discorso. Dopo aver enfatizzato nelle prime 8 pagine i progressi tecnologici dell'epoca, da pagina 9 inizia a dedicarsi espressamente al soggetto dell'uva. "... E l'Agricoltura quella prima fonte della nazionale ricchezza entrò anch'Ella nelle vie dell'avanzamento e sentì pur essa i salutari effetti del progresso e dell'associazione. Infatti le banche agricole destinate a raccogliere i capitali per porli nelle mani del laborioso Agricoltore acuirono in più modi la cultura de campi negletti e deserti, accrebbero le derrate, e le materie prime alimento dell'industria manifatturiera ; le esposizioni pubbliche del prodotti del suolo; le premiazioni d'incoraggimento; la instituzione de'Comizi così detti Agricoli tanto diffusi presso le colte nazioni; la fondazione del poderi sperimentali-modello; le scuole teorico-pratiche; la invenzione di nuovi istrumenti rurali più acconci al lavorio delle terre; i moltiplici studi ed esperimenti sulle concimazioni, e sulle rotazioni e avvicendamenti; l'introduzione di tante utili piante; infine le moltiplici accademie Agrarie sostituite a quelle puramente scientifiche di vecchia stampa, che tra i frondosi ombreggiamenti dello stile e delle immagini si occupavano di celebrare astratte ispirazioni con sonettuzzi, ed altre dicerie cruschevoli, furono tanti stimoli potentissimi che piegarono il popolo campestre a più accomodate riforme, e portarono l'agricoltura nelle vie del progresso......"" ..... Velletri è il Paese, nel cui svariati colli sotto l'influenza di un sole benefico lussureggia la vite ricca di biondi grappoli; dove spumeggiano vini in tanta copia da poter ritenere essere egli il più vinifico d'Italia, e tanto soavi e gentili da sostenere vantaggiosa concorrenza con que di esteri luoghi. Velletri però in causa della riboccante produzione originata dagli aumentati vigneti sperimenta com'altri Paesi viniferi, attacchi formidabili che forse potriano addivenire più funesti, se solleciti non accorressimo a rivolge i nostri studi, e i nostri sforzi ad apprestarvi il farmaco riparatore. Ma nello stato attuale del deprezzamento del genere, altra riparazione più conveniente non si presentava, che di acuire la industria de vignicoli con incoragginenti i più efficaci a migliorare vieppiù la qualità del vini rendendoli capaci a sostenere il trasporto terrestre e marittimo, di diffonderne la conoscenza entro e fuori d'Italia, e di operare altre pratiche dirette a ritornare in prosperità lo scadente commercio sia colla distillazione di una gran parte del vini inferiori, sia coll'esportazione de spiriti all'estero, e in tal modo tentare di ristabilire possibilmente quel tal equilibrio, che manca fra la produzione del genere e la consumazione di esso. Si vide adunque imponente il bisogno di attendere con vari tentativi a rendere meno pesante l'attuale invilimento di prezzo de' vini, e di rivendicare anco all'Italia quel primato, che ebbe nella confezione di quel nettari prelibati, che già infiorarono le mense voluttuose de' Cesari, de Luculli ec.....""....... In mezzo a queste considerazioni, e nello stato attuale delle circostanze portava la natura delle cose che nel seno di questa Città eriger si dovesse la novella intrapresa diretta a quell'intendimento, e questa si erigesse a mezzo di quell'associazione, il cui potere fu autore di tante opere di pubblica utilità......"" ....... Non tralascerò anco di avvertire, che una qualunque instituzione per bella ch'ella sia, avrà sempre del contraddittori, e degli oppositori, che con dente avvelenato prendono a mordergli per dargli morte, che solo una fermezza costante alimentata dalla cognizione della buona causa può annientare i loro colpi. Signori miei il nostro secolo non conterebbe immensi instituti nati, fatti adulti, e prosperosi, se coloro i quali si eressero a fondatori avessero rallentato il loro spirito e i loro sforzi, sfiduciati al sopravvenire di una difficoltà, e quello ch'è più se non fossero stati sordi a tante voci insidiose, a tanti queruli rumori e declamazioni di tanti uomini che insorsero ad attentare all'esistenza di essi..... Riflettiamo o Signori che la vita, la stabilità, e il progresso di un'instituzione nata a mezzo dell'associazione più che ne versati capitali sta nella confidenza e nella concordia de' Soci, nell'azione e nell'operosità ben diretta del gerenti....." In conclusione, non c'è niente di nuovo sotto il cielo di Velletri. Basta leggere la relazione del Segretario Comunale di Velletri e Azionista della nascente Società Enologica, Enrico Provenzani, dell'anno 1843. A distanza di 174 anni, i viticoltori di Velletri vivono gli stessi problemi e forse sono messi anche peggio di allora perchè non sanno riunirsi nel formare una Società Enologica. La Società Enologica fu costituita il giorno 7 settembre 1843, dal Notaro Giuseppe Jachini. Il Regolamento con la lista dei Soci Fondatori sarà oggetto delle prossime News.

Il Sindaco Fausto Servadio: “Achille Campanile merita di essere valorizzato, la ‘Campaniliana’ sarà un successo”

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Tra le tante voci che si stanno susseguendo in questi mesi che precedono la “Campaniliana”, non poteva mancare quella del primo cittadino, Fausto Servadio. 

di Rocco Della Corte

VELLETRI - Il Sindaco, presidente della Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri, si è detto entusiasta di come procedono le iniziative culturali e in particolar modo ha espresso la sua soddisfazione per il successo finora riscontrato in termini di interesse dalla rassegna dedicata al grande scrittore Achille Campanile.
“Non ho avuto l’onore di conoscere personalmente Achille Campanile – ha dichiarato Servadio – ma è sicuramente un personaggio che merita di essere valorizzato. Finora forse è stato valorizzato meno di quello che merita, ma è importante e fondamentale per la città riscoprire tanti intellettuali che hanno portato lustro a questo territorio. Velletri ha ospitato tantissimi nomi del cinema, del teatro, della letteratura. La nostra campagna è stata scelta per la sua tranquillità e per la sua bellezza. L’elenco è lungo… Ugo Tognazzi, Gian Maria Volonté, Vittorio Gassman, Nini Rosso, Eduardo De Filippo, Andreina Pagnani, Alberto Sordi, Franco Nero che ancora frequenta Velletri, e tanti altri ancora. Tra questi proprio Achille Campanile merita di essere riscoperto, la Fondazione sta lavorando bene al progetto indicato sin dall’insediamento del Direttore Artistico e questa rassegna porterà grande visibilità alla città. È una delle cose più importanti, insieme ovviamente al recupero e alla gestione delle strutture, che questa amministrazione sta cercando di realizzare con il contributo attivo dei cittadini e delle associazioni. C’è un’idea da riprendere, che valutammo già nella prima consiliatura insieme a Daniele Ognibene, cioè quella di fare un museo o una esposizione che racchiudesse testimonianze relative a tutti i personaggi che hanno vissuto e frequentato abitualmente Velletri”. Il primo cittadino ha concluso facendo i migliori auguri alla “Campaniliana”, al Comitato Organizzativo: “Ho il privilegio di conoscere Gaetano, il figlio del grande scrittore, e sono orgoglioso che Velletri ricordi Campanile con questo evento di spessore che darà un enorme prestigio alla città”.

Paola Bassani a Velletri per incontrare studenti e cittadini parlando di suo padre Giorgio

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Nella giornata di sabato 30 settembre, dedicata allo scrittore e intellettuale Giorgio Bassani, il ricco programma a cui ha lavorato l’Associazione Memoria ‘900 prevede la presenza di un’ospite d’onore: arriverà a Velletri, infatti, la figlia dell’autore de Gli occhiali d’oro, professoressa Paola Bassani.


VELLETRI - Attuale presidente della Fondazione Giorgio Bassani, storica dell’arte e docente, Paola ha sempre avuto un forte legame con suo padre, che ha deciso di raccontare nella recente pubblicazione Se avessi una piccola casa mia (La Nave di Teseo, 2016).
Il libro ripercorre alcune delle tappe della vita di Giorgio Bassani, tramite il racconto di una figlia che descrive suo padre dal punto di vista umano, con i suoi difetti e i suoi pregi. Impressionanti i contatti che la stessa Paola ha avuto con il mondo letterario del Novecento italiano, dalle estati con Natalia Ginzburg e Pierpaolo Pasolini alle passeggiate con Carlo Emilio Gadda, una persona ironica e bonaria, molto affettuosa. Nel suo libro, inoltre, la professoressa Bassani rimette insieme Giorgio e la moglie, Valeria Sinigallia, ricostruendo il nucleo familiare dell’autore ferrarese e narrando numerosi aneddoti interessanti. Alcune copie del libro saranno disponibili nella sessione pomeridiana dell’evento presso la Sala degli Affreschi, grazie alla fattiva collaborazione della Mondadori Bookstore Velletri-Lariano che ha supportato l’evento anche per quanto riguarda la parte dedicata alle Scuole. Paola Bassani ricorda anche dei legami di Giorgio, professore negli anni Cinquanta, a Velletri: ha più volte dichiarato come suo padre fosse colpito dalla situazione della Scuola pubblica italiana, che lo ha visto insegnante prima nella città natale, Ferrara, in un periodo difficile coincidente con le leggi razziali, poi a Napoli, presso l’istituto Nautico, e infine proprio alla “Juana Romani” di Velletri. I tre anni di insegnamento veliterno (1951-1954) suscitarono a Bassani un moto di indignazione, che culminò con un’aspra requisitoria che invocava l’intervento statale e denunciava l’incongruenza dei programmi didattici prendendo ad esempio la situazione di Velletri. Ma il legame con la nostra città – e lo si legge proprio nelle pagine finali del libro di Paola – non si esaurì con l’esperienza di insegnamento: se dall’epistolario bassaniano sono emerse le lettere che Marcello De Rossi inviava a Bassani fino agli anni Sessanta, la stessa figlia dell’autore dei Finzi-Contini ricorda di un’ultima visita che Giorgio volle fare a Velletri, alla fine degli anni Novanta, per rivedere la ‘sua’ scuola. 


Un momento toccante, di una domenica pomeriggio, insieme alla storica segretaria di Italia Nostra Bruna Lanaro, che vide Bassani camminare – già affaticato per l’avanzare della malattia – lungo Corso della Repubblica verso l’Istituto d’Arte di via Novelli. In un’intervista alla professoressa Bassani pubblicata nel volume Giorgio Bassani professore «fuori le mura» (Aracne editrice, 2017) curato dal dottor Rocco Della Corte, socio dell’Associazione Memoria ‘900, si ricorda del positivo stupore da parte dello scrittore nel ritrovare una scuola pressoché identica, architettonicamente parlando, a quella degli anni Cinquanta e la rievocazione dei nomi di alcuni colleghi. Paola Bassani fu legatissima a suo padre, e pur non entrando mai nel merito della produzione letteraria, racconta degli spaccati di vita quotidiana che fanno rabbrividire per l’intensità e il coinvolgimento, ambientati in un mondo popolato da intellettuali che hanno lasciato il segno nella cultura italiana. La professoressa Paola Bassani incontrerà in mattinata gli studenti di Velletri nell’Auditorium del Liceo Artistico di via Parri, in una sessione dedicata esclusivamente alle classi quinte degli istituti superiori di Velletri, e i cittadini nel convegno pomeridiano (ore 17.30) che si svolgerà presso la Sala degli Affreschi della Casa delle Culture di Piazza Trento e Trieste, per la proposta culturale inserita nel più ampio contesto della Festa dell’Uva e dei Vini. Un’occasione da non perdere per ascoltare e porre domande alla figlia di uno dei più grandi scrittori del Novecento, impegnata fortemente nel tenere viva la memoria del padre insieme alla Fondazione da lei presieduta che è composta da grandi personalità della cultura italiana. Appuntamento a sabato 30 settembre.

Grande successo per il tradizionale Corteo di Cerere alla 67esima Sagra della Porchetta di Ariccia

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Il Corteo di Cerere, tradizionale rievocazione storica in Costume, che si è svolta ieri alle 18.30 ad Ariccia ha visto una grande partecipazione di pubblico. 


ARICCIA - La manifestazione era a cura di Archeoclub Aricino Nemorense, che ha curato la consulenza storica, l’organizzazione e comunicazione, ed ha visto la partecipazione dei rievocatori dell’Associazione Tyrrhenum di Pomezia, presieduta da Francesca Caponecchi, ai quali si sono uniti alcuni soci di Archeoclub e semplici cittadini.
Un tuffo nel passato di Ariccia, una delle città più antiche e importanti del Latium Vetus, che tra i culti aveva anche quello di Demetra e Kore, Cerere e Proserpina per i Romani, localizzato nel lato ovest di Valle Ariccia. Il corteo in costume, che mimava la discesa degli aricini verso i campi, uscito da Palazzo Chigi ha poi attraversato il Corso Garibaldi per tornare nuovamente nel centro città con i doni di Cerere: farro, orzo, lenticchie, fave e focacce e il maialino votivo arrostito per intero, l’antenato della moderna porchetta di Ariccia, la più nota che da cibo venduto dagli ambulanti ha oggi il marchio IGP ed è prodotto di esportazione.
Alla dea Cerere sabato 2 e domenica 3 settembre è stata dedicata anche la mostra “La dea Cerere nella valle di Ariccia e l’origine della porchetta” presso la Locanda Martorelli-Museo del Grand Tour, Piazza di Corte n. 4, che ha coinvolto studiosi e visitatori sino a tarda notte con l’esposizione di foto, abiti e riproduzioni di gioielli antichi legati al culto della dea del grano. “Ringrazio il Sindaco Roberto di Felice, il Consigliere Giorgio Leopardi, il Comitato Festeggiamenti, la Protezione Civile e i vigili urbani che ci hanno supportato – afferma il presidente di Archeoclub Aricino Nemorense Maria Cristina Vincenti - permettendoci di realizzare un evento nell’ambito di una manifestazione che ha coinvolto tante persone. Siamo orgogliosi di produrre cultura che sia in grado di valorizzare il territorio in cui viviamo e la sua economia”.

Lariano, in arrivo i festeggiamenti per la Madonna del Buon Consiglio

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E’ tutto pronto a Lariano per i festeggiamenti in onore della Madonna del Buon Consiglio organizzati dall’associazione Madonna del Buon Consiglio guidata dal suo presidente Simone Graziosi, in programma dall’8 Settembre all’10 Settembre. 

di Alessandro De Angelis


LARIANO - Festeggiamenti che sono giunti alla 45^ edizione e che si svolgeranno nel Piazzale Luigi Brass. Ricco il programma allestito dall’associazione Madonna del Buon Consiglio.
Il primo giorno dei festeggiamenti Venerdì 8 Settembre alle ore 15 si terrà il tradizionale pellegrinaggio al santuario di Genazzano. Alle ore 1630 prenderà il via il 4° Trofeo di Briscola Memorial Fiorenzo Caliciotti organizzato dall’Associazione. Alle ore 18 il Rosario in onore della Madonna. La serata a partire dalle ore 21 sarà all’insegna dello sport con l’allenamento dimostrativo di boxe organizzato dalla Boxe Volsca. Ricco il programma della giornata di Sabato 9 Settembre. Si parte alle ore 1630 con le finali del Trofeo di Briscola 4^ Memorial Fiorenzo Caliciotti organizzato dall’Associazione. A seguire alle ore 17 ci sarà l’esibizione di Basket organizzata da Basket Lariano Asd. Alle ore 19 il momento più atteso da tutti i fedeli, con il via della tradizionale processione che partirà dalla Chiesola di Via Garibaldi, in collaborazione con la Confraternita Giovanni Paolo II che porterà processionalmente la macchina con il quadro della Madonna del Buon Consiglio. Alle ore 21.15 ci sarà l’evento By Summer Defilè di moda spettacolo con la regia e l’organizzazione di Simonetta Ciriaci. Anche la giornata conclusiva di Domenica 10 Settembre è ricca di eventi. Si parte la mattina alle ore 9 con la gara ciclistica categoria giovanissimi organizzata dalla Volsca Velletri in collaborazione con Astolfi Bike 1° Trofeo Madonna del Buon Consiglio. Alle ore 12 si terrà presso il Ristorante il Nespolo d’Oro la tradizionale Messa celebrata dal nostro Vescovo Mons. Vincenzo Apicella.
Nel pomeriggio alle ore 1630 ci sarà l’esibizione dei cavalieri medievali, organizzata dai Cavalieri di Sant’Antonio Memorial Cedroni G.,-Anselmi O.-Pilozzi M. In serata alle ore 20.00 sul palco il direttivo dell’Associazione Madonna del Buon Consiglio procederà alle premiazione del Benemerito Lariano e alla consegna del Premio Bruno Chiari. Alle ore 21.30 il grande evento: il concerto dei Collage. Ingresso gratuito. Chiuderà i festeggiamenti un grandioso spettacolo pirotecnico Durante tutte le serate presso il Piazzale Luigi Brass, in collaborazione con la Sagra della Pizza sarà attivo uno stand gastronomico con pasta, panini. Inoltre stand con la pesca per bambini. Non ci resta che dare appuntamento a Lariano in Piazzale Luigi Brass da Venerdì 8 a Domenica 10 Settembre per la 45^ edizione dei festeggiamenti in onore della Madonna del Buon Consiglio.

La 13^ edizione del “Saturno Film Festival” sarà ospitata presso “Cinecittà World”

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Il cinema torna a casa con la 13^ edizione del Saturno Film Festival. Una nuova prestigiosa location e un'immagine del tutto rinnovata caratterizzano la rassegna cinematografica, che sarà ospitata da quest'anno nella cornice del "Cinecittà World". 


VELLETRI - Sarà proprio lì, nel parco a tema più grande d'Italia, che gli organizzatori del "SaturnoFilmFestival" porteranno la rassegna nata nel 2005, che dall'11 al 15 ottobre culminerà in cinque giorni di proiezioni ed eventi.
Sarà dunque un'edizione particolarmente interessante quella presieduta dal regista Giuliano Montaldo, con la direzione artistica di Mariella Li Sacchi e la produzione esecutiva di Amedeo Letizia per l’Associazione Culturale “Agenzia del Tempo”. Il connubio “SaturnoFilmFestival” – “Cinecittà World" scaturisce dall'idea di portare un Festival, finora itinerante in diverse città del basso Lazio, a una dimensione più vasta, permettendo a un pubblico più eterogeneo e numeroso di poter godere dei film in un luogo collegato alla realizzazione di tante pellicole che hanno fatto la storia del cinema. Sul filone di una tradizione in cui si è puntato sempre più spesso sulle scuole e sugli studenti, negli anni coinvolti a migliaia, anche quest'anno si punterà ad avvicinare i giovani al cinema e al suo linguaggio, con visioni mattutine di film che li porteranno ad approfondire i propri vissuti, partendo dall'idea di musica come strumento di unione, condivisione e riscatto sociale. Proprio la musica rappresenterà infatti il tema su cui si concentrerà la 13^ edizione del 'SFF'. Alla musica nel cinema verranno dedicati anche due eventi speciali del Festival. Il sabato pomeriggio verrà proiettato “Taranta on the road”, film italiano di Salvatore Allocca, mentre la mattina della domenica sarà la volta del cartone animato “Fantasia”, un classico del cinema musicale di animazione, considerato uno dei migliori film di tutti i tempi. A seguire, il documentario “Fantasia - La creazione di un capolavoro” (1990), che sarà incentrato sulla sua realizzazione, con testimonianze di molti degli artisti che lavorarono al film.
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