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Parliamo di scomunica

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“Allora il re dirà ai giusti:” Venite, voi che siete i benedetti del padre mio…perché io ho avuto fame e voi mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero lontano dalla mia, e voi mi avete ospitato nella vostra casa; ero nudo e voi mi avete dato i vestiti; ero malato e voi siete venuti a curarmi; ero in prigione e siete venuti a trovarmi”.


di Pier Luigi Starace
Mi ha incoraggiato a questa citazione testuale evangelica il fatto che lo abbia osato anche Matteo Renzi, ed in diretta dal parlamento; e non mi dispiace esser meno solo nel bisogno di tirar fuori, in giorni in cui perfino un prete le calpesta; in cui osa ripararsi sotto simboli religiosi chi, con la parola e col fatto, si pone verso Chi pronuncerà quelle parole così:” La tua fame è un problema tuo e della “Charitas”e diventa mio quando sanziono il tuo elemosinare molesto impedendoti di entrare nei luoghi dove ci sono persone per bene, multandoti se frughi nei cassonetti, ficcandoti in galera se ti disperi; se non hai più casa nel tuo paese perché sventrata dalle bombe, ti dico lo stesso “Torna a casa tua!” E se hai trovato qui da noi un riparo, io te ne sbatto fuori a mano armata, se te ne sei costruito uno te lo butto giù con la ruspa!” Se ti sei affidato agli scafisti perché nessun altro ti ha aiutato, e stai naufragando, e qualcuno ti salva, io lo multerò fino a rendergli impossibile continuare ad aiutare i tuoi simili; se stai male e non hai documenti perché io te li ho tolti legalmente, è un problema tuo, e di qualche nemico dell’Italia! Se sei in prigione è perchè te lo sei meritato, e nessuno deve alleggerire il tuo debito con la giustizia, possibilmente fino a che ci sei crepato dentro! La tua pacchia è finita, perché il buonismo è finito!” Questa serie d’atteggiamenti perfettamente sincratici fra loro nella configurazione del profilo del “perfetto anticristiano” costituisce, in sé, l’eversione della pietra angolare della costruzione di quella comunità di persone riconoscentisi in Cristo che si professa la chiesa; lo spegnimento sprezzante della sua anima eucaristica, “del buon amore”, che le unisce; il calpestamento cieco della visione squisitamente cattolica, se intesa nel senso più vero, reale, effettuale, esistenziale di essa come corpo: anche quei corpi, assetati, stremati, seviziati, violentati, SONO corpo di Cristo! E il peccato, quello che non è perdonato, di quelle anime, in massima parte di bambini e ragazzi, è quello di sperare che dopo l’inferno libico, frutto della deislamizzazione della società nel dopogheddafi, NON vi sia un inferno italiano, frutto della scristianizzazione di parte della società dopo il ventennio berlusconico. Ciò premesso, parliamo di scomunica. Monsignor Tardini diceva negli anni cinquanta che la scomunica era “un’arma spuntata”. Ebbene, la scomunica di cui parlo non vuole essere un’arma. Vuole essere solamente una riverniciata in bianco della perimetrazione rimasta ultimamente troppo tempo sottintesa, e quindi sbiaditasi, addirittura cancellatasi, definente la linea al di qua della quale uno si trova nella chiesa, ed al di là della quale uno se ne mette fuori, esattamente in relazione alle parole dell’”esame dell’ultimo giorno”. Questo per rispetto della coscienza sia dei primi, che dei secondi, che, credenti o no, hanno entrambi diritto a questa informazione. Ovviamente la scomunica non potrebbe colpire, come nel caso che la chiesa fosse dotata degli strumenti d’uno stato di polizia, qualunque atto contro l’accoglienza, tanto più perché generalmente omissivo, quindi difficilmente dimostrabile, e perché, se uno ci crede, la sua valutazione è "cosa di Dio”. Insomma nessuna ricaduta, come accadeva in passato, della scomunica sul piano economico, giuridico, nessuna immonda proliferazione di spionaggi, delazioni, persecuzioni. Dovrebbe invece, porre davanti alla scelta fra “dentro e fuori” chiunque sostenga, professi, propagandi, promuova, diffonda gli atteggiamenti ed atti anticristiani di cui sopra.Con una graduatoria di gravità, a cominciare da legislatori d’ogni livello che si servono, nel proprio potere, di quello coattivo dello stato per perpetrare atti anticristiani (dai decreti sicurezza alle ordinanze comunali e di dirigenti scolastici per impiantare l’apartheid sul territorio e nella scuola), proseguendo col clero, come già visto a Sora, anch’esso ad ogni livello, ai magistrati, ai datori di lavoro, nero e non. E’ su questo e subito che si verificherà l’esistenza e l’efficienza, nella chiesa, delle sue radici cristiane.

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