Il 26 gennaio 1575 si gettava la prima pietra di quello che sarebbe diventato il nuovo palazzo pubblico chiamato ad accogliere le Magistrature cittadine, i pubblici uffici, gli appartamenti del Cardinal Vescovo e governatore della città: da pochi anni, infatti, erano stati riformati gli Statuti della città e Velletri, pur mantenendo gran parte delle antiche regole e prerogative di autogoverno, soggiaceva alla nuova autorità politica rappresentata dal proprio vescovo.
di Massimo Fabi
Il nuovo palazzo era stato commissionato all’architetto Jacopo Barozzi detto il Vignola ma alla sua scomparsa fu l’allievo Giacomo della Porta che ne definì il progetto, iniziò i lavori e li condusse fino alla morte nel 1604. Dopo di lui si susseguirono vari altri architetti che dovettero fare i conti con molti problemi tecnici, statici ed economici: tanto che la fabbrica si trascinò fino al 1720 e si dovette apportare più di qualche modifica al progetto originale. Man mano che la costruzione si completava essa accoglieva nuove funzioni tanto che divenne anche sede delle carceri, dell’armeria e dei pubblici granai, del teatro, della biblioteca, del tribunale, ecc. Gli stessi portici, almeno fino a che durarono (nel ‘700 si dovettero tamponare per rafforzare la facciata), servirono per il mercato del sabato. Alla torretta campanaria, sul tetto, vennero aggiunti, alla fine dell’800, dei locali che ospitarono l’Osservatorio astronomico e sismologico comunale! Il palazzo si poté dire veramente completato solo nel 1780 quando vennero ultimati i costosi lavori di ristrutturazione degli appartamenti riservati al Cardinal Vescovo: appartamenti che oltre i cardinali avrebbero accolto illustri (e non sempre graditi!) ospiti della città: tra cui troviamo papi, re e regine, aristocratici, generali e personaggi come Giuseppe Garibaldi, cittadino onorario di Velletri. Il palazzo, consolidato e ristrutturato nel 1910 su progetto dell’architetto Giulio Magni (veliterno di nascita ed origine, figlio dello storico dell’arte Basilio), venne distrutto dai bombardamenti del 1944 e ricostruito tra il 1952 e il 1956, anno in cui tornò ad essere il Palazzo di città.