Quando i fatti della storia vengono raccontati ad una voce da giovani e meno giovani, da chi quei fatti li ha sempre letti solo sui libri e da chi li ha vissuti in prima persona o ne è stato testimone indiretto, nascono emozioni indimenticabili.
E’ quello che è successo il 24 gennaio al teatro Aurora e il 27 al Polo espositivo Juana Romani con lo spettacolo “22 gennaio-4 giugno 1944. Anzio-Velletri-Roma”, nato dalla collaborazione del gruppo teatrale “Argento vivo” del centro anziani Rodolfo Tosti e i ragazzi della scuola media “Andrea Velletrano” che con delicatezza e professionalità hanno dato vita al racconto di momenti terribili, quali furono quelli che seguirono lo sbarco alleato di Anzio. La storia, scritta e diretta dalla regista Eleonora Fede, prende il via dalle parole di un lettore, presenza costante in scena, che puntuale offre agli spettatori le coordinate storiche dei fatti, cui fanno da controcanto le testimonianze di tutti gli altri personaggi. Testimonianze rigorosamente vere che la regista ha ricostruito e riadattato, dopo una gran lavoro di documentazione e ricostruzione dei fatti. E così dal ricordo di Angelita, la bimba dispersa durante lo sbarco, la cui storia fu conosciuta grazie alla lettera che un fuciliere scozzese, che all’epoca raccolse la bimba dalla spiaggia e poi la consegnò ad una crocerossina, scrisse nel 1961 al sindaco di Anzio per averne notizie, il racconto prende corpo attraverso le parole di una coppia che ripercorre la storia di uomini e donne e bambini che, sullo sfondo di Anzio, Roma e Velletri, fanno rivivere il dolore e la disperazione della guerra. A loro si alternano le testimonianze del fuciliere mentre scrive la lettera, di una adolescente che legge le pagine del suo diario durante lo sfollamento e propone con uno sguardo lucido e penetrante il mondo dilaniato degli adulti, di due giovani soldati dell’esercito alleato che rivivono le sofferenze del fronte, di chi racconta la fame e la disperazione nel cercare cibo di cui sfamarsi, di chi ricorda l’orrore delle Fosse Ardeatine e la sofferenza per chi è stato ingiustamente ucciso, di chi ripercorre con le parole e lo sguardo il bombardamento di S. Lorenzo e quello terribile che distrusse la gran parte degli edifici di Velletri uccidendo tantissime persone. E’ stato un racconto che ha commosso il pubblico, quello adulto e quello degli studenti di terza media della Velletrano che hanno assistito allo spettacolo nella mattina del 24. Ha colpito soprattutto la bellissima intesa che si è creata, e che era tangibile durante lo spettacolo, tra ragazzi e nonni in scena, e che deve far rifletter su quanto sia importante far conoscere la storia alle nuove generazioni per evitare di commettere gli sbagli del passato. Eventi del genere fanno comprendere quanto sia necessaria la comunicazione tra giovani e meno giovani, quanto sia fondamentale un rapporto vivo tra generazioni fatto di pensieri e parole, in uno scambio che arricchisce tutti, recuperando il patrimonio di esperienze degli anziani e attingendo all’entusiasmo dei ragazzi per un futuro diverso in grado di cancellare da ogni vocabolario la parola guerra.