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Aspettando il Parco Archeologico: il Gruppo Archeologico Veliterno riscopre l’Appia Antica

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Una domenica alternativa quella proposta il 24 settembre dal Gruppo Archeologico Veliterno, che si è reso protagonista di un’affascinante escursione sull'Appia Antica, all'insegna della cultura, della storia e della riscoperta del territorio. 

di Valentina Leone


VELLETRI - Sull'antico tracciato della regina viarum, per la prima volta dopo molto tempo, un gruppo di quasi settanta persone ha potuto attraversare oltre 6 dei circa 9 km totali percorsi dalla strada consolare nel territorio di Velletri, grazie all'attenta organizzazione del G.A.V. (Gruppo Archeologico Veliterno), che ha curato ogni minimo aspetto della camminata, e alla guida dei suoi esperti volontari, opponendo al solito passaggio dei motori il ritmo del proprio passo.

Il progetto di valorizzazione dell’Appia Antica, inizialmente limitato al solo recupero della zona circostante al Ponte di Mele, è da diversi anni al centro delle attività del G.A.V. che ha presentato al Comune di Velletri un articolato piano per la creazione di un Parco Archeologico, ancora in attesa di essere sostenuto dai finanziamenti predisposti dal MiBACT per ripristinare gli antichi cammini.
Quanto avvenuto domenica 24 settembre risulta ancora più straordinario, prova della forza di una salda proposta culturale ancorata alla strada costruita dal console Appio Claudio nel 312 a. C., perché la risposta dei partecipanti, sopraggiunti numerosi non solo da Velletri ma anche da Roma e da altre città limitrofe, è stata di impatto in una fase in cui il Parco Archeologico è ancora lontano e molte delle tracce del passaggio della storia su questa strada, a partire dal caratteristico basolato romano, è da affidare all’immaginazione che i pochi resti archeologici e ruderi lasciati a vista offrono. Non c’è dubbio, infatti, che accanto alla fascinazione indotta dagli spunti storici che sopraggiungono quasi a ogni miglio e dall’attraversamento delle campagne, dalle quali è possibile osservare da diverse prospettive la città castellana, il tratto veliterno dell’Appia Antica continui a mostrare uno stato di abbandono prolungato solo ora in parte combattuto dalla sensibilizzazione promossa dal G.A.V. Deprime vedere che alcuni fossi, o tratti più immersi nel verde, sono oggetto di incuria da parte dei cittadini, che considerano questo potenziale gioiello archeologico una facile discarica per rifiuti ingombranti, senza dimenticare gli incomprensibili casi di privatizzazione di suolo pubblico o di appropriazione indebita di reperti.
Il G.A.V. ha opposto a queste dinamiche contorte, devastatrici del territorio e dell’ambiente (come diceva Goethe e ribadiva, più recentemente, Cederna), un’operazione di archeologia dell’immaginario, basata su un capillare lavoro di ricostruzione mediante le fonti storiografiche e iconografiche, che ha messo in evidenza le molteplici potenzialità insite in un percorso sulla regina viarum che sia realmente attrezzato. La cura protesa dall'associazione, oltre a investire la ripulitura del tratto interessato dalla camminata e il racconto delle vicende nevralgiche che hanno segnato il segmento veliterno dell’Appia Antica – facente parte della memoria solitamente rimossa – ha toccato infatti anche le ben calcolate soste e l’aspetto gastronomico, con il coinvolgimento della Fattoria Morelli che ha messo a disposizione i suoi prodotti e i propri spazi, di fatto amplificando l’importanza di una collaborazione tra gruppi associativi e privati che può essere l’unica e virtuosa strada - appunto - per una restituzione integrale dell’Appia antica. Una direttrice per il resto già egregiamente intrapresa con questa escursione del G.A.V. e che si spera possa continuare con tante altre iniziative di tale vigore culturale.








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