In una gremitissima Sala “Celia Sanchez” all’interno dell’Ambasciata Cubana a Roma si è tenuto giovedi scorso un incontro tra le associazioni di solidarietà con l’Isla Grande e il vice presidente dell’ICAP (Istituto Cubano di Amicizia tra i Popoli) Elio Gamez.
Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
ROMA - Dopo il doveroso omaggio al Comandante "invicto” Fidel Castro, ha fatto gli onori di casa, Mauricio Martinez, primo segretario della sede diplomatica. Al tavolo dei relatori anche l’ambasciatrice Alba Beatriz Soto Pimentel. Presente una rappresentanza del Circolo Veliterno dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba.
Tra i presenti, la giornalista Gerardina Colotti del “Manifesto”, l’ex europarlamentare Marco Rizzo, il giurista Fabio Marcelli. Elio Gamez, sollecitato dai presenti, ha esordito sui rapporti tra Cuba e USA, affermando che le relazioni diplomatiche non sono ancora normalizzate, in quanto i nordamericani mantengono tuttora il Bloqueo. E' notizia recentissima che è stato impedito a Unicredit di svolgere transazioni con Cuba, e inoltre i vicini del nord mantengono quella vergogna per la dignità umana che è la prigione-lager di Guantanamo contro la volontà del popolo e del governo cubano. Infine anche nel 2016 l’amministrazione USA ha destinato ben 60 milioni di dollari del contribuente per finanziare azioni sovversive contro l’isola. Gamez ha voluto ringraziare per la solidarietà, ricordando quella materiale all’epoca della caduta dell’URSS, oltre a quella politica, che continua tuttora, solidarietà concreta che Cuba a sua volta rivolge ai paesi in via di sviluppo inviando medici e professori contribuendo a migliorare in maniera decisiva salute e istruzione dei cittadini di quei paesi. Cuba sarà sempre al fianco dei popoli e dei paesi che scelgono una via alternativa al liberismo selvaggio e senza regole, che tanta povertà e guerre ha portato e continua a generare.
L’ambasciatrice ha ricordato che tra pochi giorni ricorre l’anniversario (il 56esimo) di Playa Giron (più nota come Baia dei porci): oggi siamo di fronte ad una nuova Playa Giròn che non si può affrontare con le armi in quanto si tratta di un’aggressione mediatica e sistematica, e per questo è ancora necessaria la solidarietà dei popoli del cosiddetto primo mondo nei confronti della Revoluciòn. Al termine i rappresentanti cubani non si sono sottratti alle numerose domande degli intervenuti sulle prospettive future dell’isola caraibica, dopo la scomparsa fisica del Comandante en Jefe. Fidel, che è scomparso fisicamente il 25 novembre dello scorso anno, pur non ricoprendo più alcuna carica pubblica già da diversi anni, costituiva comunque un interlocutore dei movimenti progressisti del mondo. Egli fu bersaglio di oltre 600 attentati da parte della CIA, e oggi milioni di persone in ogni parte del mondo lo considerano un eroe della storia. La risposta è semplice e chiara e va ricercata nel suo anti-imperialismo, coltivato ed esercitato fino all’ultimo istante della sua vita. Fidel non negò, ma nemmeno enfatizzò, il ruolo degli USA nella sconfitta del nazismo, e fu uno dei pochi dirigenti mondiali che per decenni denunciò la barbarie di Hiroshima e Nagasaki, e il genocidio statunitense in Corea e in Vietnam. Diresse i combattimenti contro l’apartheid in Sudafrica, il cui regime razzista era sostenuto da USA e Gran Bretagna e appoggiò la lotta armata contro i governi militari fantoccio sostenuti dagli USA, più repressivi e sanguinari dell’America Latina e dei Caraibi. Tutto ciò guadagnandosi la stima e la riconoscenza eterna di Nelson Mandela e dei popoli africani e dei paesi in via di sviluppo. Denunciò instancabilmente in ogni contesto internazionale l’esistenza di basi militari statunitensi, oggi più di 800 disseminate in 150 paesi del mondo, inclusa, quella nel territorio usurpato al popolo di Cuba e contro la sua volontà, nella baia di Guantanamo. Per tutto ciò e perché si impegnò nella costruzione del socialismo nelle stesse narici dell’impero, fu tanto odiato. Possiamo affermare che contro di lui è stata usata per la prima volta la “macchina del fango”, già agli albori del Triunfo de la Revoluciòn. Per questo l’impero e suoi media di comunicazione, oggi, in tutto il mondo continuano a servire ad alta voce la propaganda e nel contempo censurano i suoi crimini. Per questo, oggi per milioni di persone, in ogni parte del mondo, sostengono che se c’è una figura politica che meriterebbe statue, piazze e monumenti, questa figura è Fidel Castro. Però, la sua volontà, convertita in legge a Cuba, fu di rifiutare qualsiasi culto alla sua personalità, incluse non non intitolazione di strade e piazze, né la costruzione di statue, dimostrandosi rivoluzionario anche in questo. Perché Fidel, fiero e fedele alle sue idee, fu anche maestro delle stesse, e come Josè Martì, affermò “ Tutta la gloria del mondo è contenuta in un granello di mais”.