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Il confine tra democrazia e utopia: se raccontando i nostri diritti sembra di ascoltare una favola..

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Vorrei raccontare una favola, proprio come quelle che si raccontano ai bambini. Viviamo in una società dove la giustizia è uguale per tutti, come dice la nostra Costituzione, senza distinzioni di classe, di sesso, di razza, di lingua di opinioni e di religione. 

di Antonio Della Corte


Perché in una società civile e democratica conta la persona e non il suo patrimonio e/o il suo potere. Tutti, specie i giovani, hanno la possibilità di esprimere le proprie istanze e partecipare al progresso della società, e non esistono lobby e caste. Ogni cittadino si sente protetto, non ha paura di uscire di casa, magari a tarda sera, e non teme di trovarla devastata al ritorno, si passeggia in piena tranquillità senza la paura di essere rapinati. Tutto è limpido e chiaro, la cosa pubblica è pienamente rispettata, nessuno pensa di rovinarla o addirittura distruggerla.
I servizi pubblici sono erogati in tempi decenti, nessuno è penalizzato e mortificato dalla macchina burocratica, la sanità pubblica è efficiente e accessibile ai cittadini in tempi rapidi. Tutti rispettano le regole, i politici e la gente comune usano un linguaggio rispettoso verso chi la pensa diversamente da loro, nessuno assume atteggiamenti arroganti e prepotenti, e soprattutto viene rispettata la disabilità e le persone che presentano disagio. L’istruzione è il fiore all’occhiello della società e i capaci e meritevoli hanno il diritto di arrivare ai gradi più elevati degli studi, anche se non hanno le risorse economiche. Qualsiasi cittadino è motivato alla partecipazione alla vita politica, la compravendita di voti e il clientelismo sono pratiche sconosciute. Ognuno vota in coscienza con le proprie idee e ideali, esprimendo la propria preferenza ponderando su ciò che la politica ha fatto concretamente e non sulla base di promesse vaghe e aleatorie. Gli amministratori pubblici hanno come priorità e unico interesse il perseguimento del bene comune, salvaguardando l’ambiente in maniera tale da renderlo il più possibile sano e vivibile. L’impresa e lo Stato non monopolizzano ogni aspetto del vivere quotidiano e il sistema dei partiti non è lontano dai bisogni dei cittadini, appunto cittadini e non sudditi. La democrazia nasce dal basso, dalle quotidiane cose concrete, senza solenni enunciazioni di principio. Sembra una favola, e per certi versi lo è, tanto appare utopica una società come sopra descritta, eppure questo dovrebbe essere il normale senso di una comunità democratica. E invece..... ci troviamo nel mondo al contrario di galeaniana memoria, dove i diritti sono calpestati e sfuggono di mano, dove prevalgono logiche e interessi di pochi, una pratica di illegalità diffusa e di conseguente impunità, pratica diventata "normale" e tollerata. Prevalgono l’individualismo e la mancanza di rispetto, e ci si nasconde e ci si giustifica nella “convinzione” che questa è la norma e tutti si comportano così. Tale atteggiamento prelude alla fine dello Stato di diritto, così frequentemente sbandierato quotidianamente proprio da coloro che nei fatti lo negano, segnando l’inizio della prevaricazione e del trionfo della legge del più forte, l’inizio della barbarie. Persistendo questo stato di cose, e continuando a permettere a coloro che hanno, media, potere e denaro, di calpestare i propri simili, adattando a proprio esclusivo favore, in maniera arrogante e prepotente le regole della “democrazia”, finirà che la democrazia è tale di nome ma non di fatto...


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