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Velletri capoluogo di provincia: è una follia?

La città di Velletri, 114 kmq di estensione per poco meno di 60.000 abitanti, è il capoluogo virtuale dell'area dei Castelli Romani. Il centro veliterno, infatti, per servizi offerti nel campo di sanità, istruzione, giustizia, lavoro e quant'altro, è un punto di riferimento per i comuni limitrofi e anche per l'alta pianura pontina.

Si è più volte vagheggiata l'idea di creare una provincia dei Castelli Romani, con capoluogo Velletri, che comprendesse vari comuni dall'inizio dell'Appia fuori Roma fino a sconfinare con il frusinate. Più di qualcuno ha appoggiato la proposta, affermando che in città mancasse solo la prefettura per avere tutti i servizi di un capoluogo. E' una follia?
Non del tutto, se si pensa che nel 1809 la nostra città fu capoluogo della Provincia Marittima - per volere  di Napoleone - con ben quarantacinque comuni inclusi nell'area. L'esperienza provinciale terminò con l'annessione al Regno d'Italia, ma il prestigio dato dalla figura di Menotti Garibaldi - fondatore tra le altre cose della Cantina Sperimentale - non scalfì l'importanza della città. Venendo a tempi molto più recenti, tuttavia, si scopre che l'ultima proposta di istituzione della provincia di Velletri è di poco più di dieci anni fa. Fu l'onorevole Mario Pepe, all'interno del dibattito sulla riorganizzazione dei territori provinciali, a presentare una proposta di legge - la numero 853 della XIV legislatura - in cui rivendicava l'indipendenza e all'autonomia identitaria dell'area castellana rispetto al capoluogo. Il primo articolo recita infatti "E' istituita la provincia dei Castelli Romani nell'ambito della regione Lazio, con capoluogo Velletri", poichè "I Castelli Romani rappresentano dunque un'area-sistema assolutamente peculiare, di cui fanno parte città notevolmente popolate legate tra loro da millenari legami storici e culturali nonché da un elevato indice di complementarietà economica, con particolare riferimento al settore turistico [...] Appare pertanto ormai anacronistica la eccessiva dipendenza dei Castelli Romani". La provincia avrebbe dovuto comprendere, oltre il capoluogo Velletri, i comuni di Albano, Anzio, Ardea, Ariccia, Artena, Carpineto Romano, Castel Gandolfo, Cave, Colleferro, Colonna, Gavignano, Genazzano, Genzano, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Montecompatri, Montelànico, Monteporzio, Nemi, Nettuno, Olevano Romano, Palestrina, Pomezia, Rocca di Papa, Rocca Priora, San Cesareo, San Vito Romano, Segni, Valmontone, Zagarolo per un totale di trentatrè città. La descrizione del capoluogo contenuta nella proposta di legge afferma che: "Velletri e` sede del più importante tribunale del Lazio dopo Roma; vi sono ubicati tutti i principali uffici pubblici che erogano i servizi indispensabili alla vita di una provincia; nella zona insistono sei ospedali che abbracciano tutti i settori sanitari; per quanto riguarda l’istruzione, sono presenti scuole di ogni ordine e grado, ivi compresi istituti sperimentali d’avanguardia, ad esempio nel settore agrario; la zona e un polo turistico di rilevanza nazionale ed internazionale; i monumenti che abbelliscono i Castelli Romani costituiscono la testimonianza della sua storia ultramillenaria; il parco regionale rappresenta un’oasi naturale unica e meravigliosa; sotto il profilo economico, il comprensorio della istituenda provincia, oltre a contare su una dinamica rete di piccole e medie imprese impegnate nei più svariati settori merceologici, vanta una ricchezza di risorse naturali, paesaggistiche, artistiche e turistiche uniche nel territorio nazionale. Per non parlare dell’importanza dell’attività agricola, e in particolare della produzione vinicola che ha reso i Castelli Romani famosi nel mondo per la alta qualità e il sicuro pregio dei suoi vini". Il progetto c'era, dunque, e risultava legittimato anche dal fatto che vennero istituite province con città capoluogo di appena 10.000 abitanti (basta guardare la Sardegna). Con il passare del tempo la politica sembra aver cambiato marcia, anche se l'abolizione delle province è molto discussa dalle istituzioni per il fatto che un ente intermedio tra Comune e Regione risultava utile e più vicino al cittadino. In più qualche servizio è stato perso dalla città di Velletri, come ad esempio la sede della Polizia Stradale. Fatto sta che rendere autonomo in una propria provincia un territorio importante come quello dei Castelli è un progetto che piace a molti e viene sempre tenuto in caldo anche da vari politici. Velletri provincia: follia o eventualità?

Rocco Della Corte

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