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Marilena Ciarcia, cinque anni alla guida dell'Assessorato al Bilancio: "Tanto lavoro. Per il futuro..."

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Esponente del Movimento Popolare per Velletri e Assessore al Bilancio del Comune di Velletri, la dottoressa Marilena Ciarcia ha rilasciato un'intervista alla nostra testata per parlare delle imminenti elezioni e del lavoro svolto negli ultimi cinque anni in qualità di titolare di deleghe fondamentali per la macchina amministrativa.


Marilena Ciarcia, dopo cinque anni alla guida di un assessorato difficile come quello al Bilancio, può fare un bilancio dell’attività svolta? Quali sono i risultati più importanti?

L’Assessorato al Bilancio è sicuramente un assessorato che dà poca visibilità ma è indubbiamente quello più importante e che tiene le fila di tutta l’attività comunale. Sono stati anni difficili perché legati al post dissesto finanziario e al mancato rispetto del patto di stabilità nel 2015 ma, grazie al duro lavoro degli uffici del settore finanziario, mi ha portato tante soddisfazioni. Prima fra tutte l’essere stati tra i primi Comuni d’Italia che hanno aderito nel 2014, in via sperimentale, al nuovo sistema contabile dell’armonizzazione degli Enti Locali circostanza che ci ha portato dei bonus finanziari. Inoltre abbiamo raggiunto un ottimo indice di tempestività dei pagamenti, infatti la legge prevede pagamenti entro 30 giorni dalla scadenza delle fatture mentre il Comune di Velletri, grazie al grande sforzo degli uffici che sono ormai sotto organico, paga i fornitori dopo una media di 8,63 giorni. Abbiamo abbassato l’aliquota IMU dal 10,60 al 9,60 e, aderendo ai canoni concordati, una cosa in cui ho creduto molto, si gode di una aliquota agevolata dell’8,60. Questo ha incentivato i proprietari di immobili ad affittare le case da adibire ad abitazioni a canoni calmierati e a sconfiggere l’affitto “a nero”. 

Banalmente, e per fare una domanda non tecnica ma pratica, come stanno i conti del Comune di Velletri? 

Come dicevo, chiudere il dissesto finanziario ci ha costretto a dirottare, giustamente, gran parte delle risorse al pagamento dei fornitori che non avevano aderito alla proposta transattiva fatta dall’Organismo di Liquidazione negli anni 2009-2014. Appena chiuso il dissesto dovevano essere ancora pagati 189 fornitori per un totale di 22.548.708 euro, mentre al 31 dicembre 2017 le posizioni ancora da chiudere sono 73 per un importo totale di 4.881.850 euro. Non abbiamo mai chiesto anticipazioni di liquidità al tesoriere e non abbiamo chiesto nuovi mutui ma estinto quelli precedentemente stipulati ad eccezione di un finanziamento appositamente erogato ai Comuni dissestati. Molte opere pubbliche sono state realizzate con fondi europei o regionali e questo ha permesso di utilizzare le entrate comunali per servizi alla cittadinanza. Purtroppo le risorse sono sempre di meno, vuoi per le minori risorse che il governo centrale eroga ai Comuni, vuoi per le minori entrate derivanti dalla insolvenza dei cittadini che, sempre più in difficoltà, non riescono a pagare le imposte comunali. Per venire incontro a queste ultime esigenze si è puntato molto sulla concessione di rateizzazioni e, aderendo alla rottamazione, molti contribuenti si sono messi in regola per precedenti morosità ottenendo l’abbattimento delle sanzioni. 

Alla luce del percorso amministrativo, lei e il Movimento Popolare per Velletri avete deciso di supportare la candidatura di Orlando Pocci a Sindaco aprendo ad un confronto con la coalizione. Questa scelta da cosa è dettata e cosa vi ha indotto a dare fiducia al candidato e al progetto?

L’Assessore Pocci si è dimostrato in questi ultimi dieci anni una persona competente e pronta ad ascoltare le esigenze dei cittadini. A nostro avviso è pronto a guidare la nostra città perché ha acquisito molta esperienza di governo, ha il senso del dovere, svolge il suo ruolo con passione e devozione. E’ caratterialmente diverso dal Sindaco Servadio e questo potrebbe giocare a suo favore. 

Parentesi Regionali: qual è lo scenario che si profila per le elezioni in Lazio? Secondo lei, come recitano i sondaggi, Zingaretti è il favorito oppure potrebbe esserci una sorpresa? 

A parer mio Zingaretti è il favorito e questo perché il centro destra si schiera diviso e contrapposto, si veda la polemica tra Parisi e Pirozzi.

Il 4 marzo si voterà anche per le Politiche, ove la situazione appare più complessa. A suo avviso si ripresenterà una situazione di ‘ingovernabilità’ oppure vi sarà la vittoria di uno schieramento? In tal senso, lei si riconosce in qualche movimento o partito a livello nazionale, fermo restando il suo ruolo ‘tecnico’ come esponente di MPV in città? 

Per le Politiche la situazione è più complessa, la gente è stanca delle promesse e delle scaramucce tra i vari partiti. Vuole serietà ma anche esperienza. Spero vivamente che ci sia una grande corsa alle urne e che gli italiani facciano scelte ponderate e non legate a forme di protesta. 

La campagna elettorale anche a Velletri è entrata nel vivo. Cinque anni fa Servadio, anche grazie al supporto del MPV, riuscì a vincere al primo turno. In virtù delle attività svolte da questa amministrazione comunale, secondo lei Pocci può puntare alla vittoria subito o dovrà passare dal ballottaggio? 

Spero che Pocci vinca al primo turno per evitare che ci sia il gioco degli apparentamenti che fanno salire sul carro di vincitori chi si è candidato a Sindaco solo per potersi assicurare un posto in consiglio comunale grazie ai voti delle persone inserite nelle proprie liste di appoggio. Invito, a tal proposito, i cittadini che si accingono al voto a controllare le ore di presenza in Consiglio Comunale di molti Consiglieri, pressoché assenti durante il 90% delle sedute consiliari e che però sono presentissimi sui social network sferzando colpi a destra e a manca. 

La coalizione a sostegno di Pocci si sta delineando lentamente, mentre dall’altra parte Giorgio Greci è partito con due anni di anticipo e anche le liste di Casapound si sono presentate alla città. Ribadita più volte la natura civica di Greci, lei crede che il centro-destra alla fine convergerà su un proprio candidato con i propri simboli oppure non figurerà all’appuntamento elettorale? 

Giorgio Greci è partito con un anticipo a mio parere esagerato: all’inizio aveva il presunto appoggio di tutto il centro destra ma, mano a mano che si avvicinano le elezioni, molti si stanno distaccando e la sensazione è che il centro destra anche questa volta avrà molti candidati, ne conto almeno quattro. Certamente Greci ha molte “volpi” intorno e non escludo delle sorprese dell’ultimo momento, per lui molto spiacevoli. Un ruolo fondamentale ce l’ha Forza Italia che attualmente risulta diviso in due correnti una a favore di Greci e l’altra contro. 

Il Movimento Popolare per Velletri è una formazione civica. In molti dicono che per le Comunali prossime saranno proprio le liste civiche a fare da ago della bilancia. A riguardo qual è la sua opinione, e soprattutto le liste civiche sono davvero civiche oppure di fondo hanno un orientamento politico che si richiama agli schieramenti e ai partiti tradizionali? 

La nostra lista è stata fondata da persone provenienti dal centro destra che, non sopportando più i modi di fare “dittatoriali” e poco democratici si sono allontanati appoggiando Servadio perché persona capace, determinata e onesta. Successivamente si sono avvicinate alla lista persone che non erano mai state legate a schieramenti politici e che di fatto hanno reso l’MPV una vera lista civica. 

Quali sono le priorità che il MPV ritiene urgenti da affrontare una volta rinnovati Giunta e Consiglio? 

Ritengo fondamentale la lotta all’evasione che permetterà l’abbassamento delle imposte. Molto abbiamo fatto ma la strada è ancora lunga. Bisognerà rivedere la posizione dell’IMU sui terreni edificabili dovuta oggi anche da quei privati che non hanno mezzi finanziari per costruire e che purtroppo subiscono l’IMU elevata. Attenzione particolare all’arredo urbano, ai giardini e alle strade e ad un maggiore sfruttamento dei parcheggi fuori centro storico. 

Si chiuderanno dieci anni di governo di Fausto Servadio. In molti lo hanno criticato, altri lo hanno osannato attribuendogli il merito di aver cambiato la città. Lei, da assessore in carica, che rapporto ha con il Sindaco e quali sono i suoi pregi e i suoi difetti? 

All’inizio lo sentivo nei miei confronti prevenuto e diffidente, come dargli torto considerando che fino a qualche mese prima ero in opposizione. Pian piano ho ottenuto la sua fiducia, in molte occasioni mi ha difeso e sono stata un “suo” assessore per cinque anni, il suo intero secondo mandato. Certamente ha un carattere autoritario e determinato ma questa è stata la sua forza; non è diplomatico e non fa mai un complimento. Se ti deve rimproverare lo fa senza remore e senza mezzi termini e forse anche questo è un suo pregio, non un suo difetto. Ho imparato ad apprezzarlo ogni giorno sempre di più perché dotato di una intelligenza brillante e di un intuito fuori dal normale: sicuramente ha una marcia in più. 


Se dovesse, invece, valutare l’operato della Giunta a livello globale, dove è stata più carente (tra le tante critiche c’è la mancanza di comunicazione, ad esempio) e deve quindi migliorarsi e dove invece ha dato il meglio di sé? 

Con tutti i componenti della Giunta ho avuto un ottimo rapporto, molte volte potevamo avere maggiore comunicazione e intesa tra di noi ma questo non ha portato assolutamente a dissapori o malintesi. Probabilmente se fossi stato assessore 15 anni fa non avrei svolto il mio ruolo con la stessa tranquillità di oggi; ricordo a me stessa che l’assessore al bilancio negli anni passati non durava più di due anni perché spesso colto da malori o stati conclamati di ansia e di stress.

Regionali, Ivan Boccali si candida con Pirozzi: “La vera rivoluzione nel Lazio la faranno i cittadini liberi”

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Il presidente del movimento ‘Gente Libera’, Ivan Boccali, ha scelto: sarà candidato della Lista per Sergio Pirozzi Presidente della Regione Lazio.

La decisione, già matura da tempo, è stata ufficializzata nelle scorse ore dopo un ampio confronto con la base a sostegno del movimento che è ormai diventato una realtà radicata su molte zone della provincia di Roma e della Capitale stessa. “Sergio Pirozzi - afferma Boccali - rappresenta un’idea di politica e di governo libera dai condizionamenti come piace a noi. Il centrodestra, il centrosinistra e il M5S stanno sempre più tradendo la fiducia degli elettori. Non sanno rinnovarsi, hanno già dato libero sfogo ad una manifesta incapacità di governare e – nel caso dei 5 stelle - gestire persino un voto online. Pirozzi è l’unica realtà credibile per queste consultazioni regionali del 4 marzo 2018 ed ho deciso di impegnarmi in prima persona per rappresentare il popolo dei senza voce, di chi chiede diritti, di chi chiede efficienza e partecipazione alle scelte sui temi importanti della vita quotidiana di tutti noi". “Pirozzi è in sintonia con il movimento ‘Gente Libera’. La sua storia personale viene dal popolo, la sua libertà politica e personale ci somiglia. Nella Regione Lazio Zingaretti ha scelto il basso profilo, ma non ha governato bene come ci vogliono far credere. Basta guardare gli enormi problemi di organizzazione sanitaria per accorgersi che il suo è stato un bluff, sostenuto dal Governo e dal PD. Il centrodestra con Parisi ha scelto non solo di perdere, ma di affidarsi ad uno di quei tecnici che non conosce i problemi reali. Ora è il momento di cambiare tutto e riportare i cittadini protagonisti delle decisioni che contano. Solo così è possibile comprendere criticità e drammi dei nostri giorni. Con Pirozzi il cambiamento è veramente possibile e io non ho avuto alcun dubbio nello schierarmi dalla sua parte. Con lui la vera rivoluzione la faranno gli uomini e le donne del Lazio, tutte quelle persone libere e fuori dalla gabbie di chi comanda da solo un partito, un movimento o una istituzione”. “Inizia ora una battaglia affascinante. In questi giorni abbiamo incontrato tante persone e sostenitori entusiasti della mia candidatura a Roma, nei Castelli Romani, sul litorale e in molte zone della provincia. Siamo sicuri – conclude Boccali - che questo consenso diventerà sempre più forte e ci spingerà alla rappresentanza in aula regionale”.

Luca Masi: "Diminuisce la Tari e aumenta la percentuale di raccolta differenziata"

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"367 mila euro risparmiati grazie alla vendita dei rifiuti riciclabili.  All’indomani dell’approvazione delle tariffe Tari che fanno registrare una riduzione complessiva del costo di gestione di 367 mila euro rispetto all’anno precedente e di oltre 600 mila euro rispetto al 2016".


di Luca Masi

"Un trend virtuoso che proietta Velletri nell’olimpo delle classifiche nazionali in materia di gestione dei rifiuti sia per la qualità del servizio erogato che per i costi sostenuti che sono abbondantemente sotto la media nazionale. Il risparmio economico è la naturale conseguenza dell’ottimo lavoro che abbiamo messo in campo in questi anni. Il 71,94% di raccolta differenziata è un risultato straordinario ottenuto grazie all’impegno di tutti. Innanzitutto, dei cittadini che stanno interpretando al meglio il loro ruolo e poi grazie alla Volsca che sta dimostrando competenza ed efficienza. Ricordo che la media nazionale è del 54,6% e la media del Centro Italia è del 47,8% come certificato da ISPRA che è l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Sono dati inequivocabili che stanno alla base dell’ottimo risultato economico frutto di scelte oculate e di efficienza gestionale. Il costo pro-capite a Velletri è di 149,94 euro contro i 209,14 euro che spendono di media i comuni del Centro Italia. Le tariffe approvate saranno leggermente più basse, abbiamo proposto una distribuzione equa per tutti come segnale di condivisione dei buoni risultati raggiunti. Eppure, nonostante l’evidenza dei numeri la minoranza ha usato argomenti risibili per lanciare un segnale di sopravvivenza su un argomento dove evidentemente non riescono a formulare alcuna proposta. Articoli e interventi al limite della fantasia che segnano la distanza dalla realtà come il caso della consigliera Antonietta Dal Borgo del gruppo Fratelli d’Italia che in consiglio è sembrata la regina bianca del mondo fantastico di Alice. Cascando dalle nuvole ha detto che l’indifferenziata è inutile se non produce risparmi sulla bolletta; ignorando completamente gli effetti sociali e quelli ambientali che sono alla base della sostenibilità della gestione del ciclo dei rifiuti. Ricordo alla consigliera Dal Borgo, e al suo collega Dario Di Luzio, che all’inizio della mia gestione venivano spesi oltre 3,5 milioni di euro solo per gettare i rifiuti in discarica. Oggi con la raccolta differenziata quella somma si è ridotta a circa 1,5 milioni, i restanti 2 milioni di euro hanno prodotto lavoro e dunque economia per le famiglie di Velletri. Che dire poi del permaloso e distratto consigliere Giorgio Greci, oggi candidato sindaco sostenuto proprio da Fratelli d’Italia, che sembra un disco rotto e ripete sempre le stesse, trite, argomentazioni, indipendentemente dal contesto. Qualcuno dovrebbe consigliare a Greci di essere puntuale nelle argomentazioni, altrimenti rischia di apparire come il soldato giapponese che per tre decenni ignorò la fine della guerra. Avremo tempo e modo di confrontarci, durante la campagna, e presentare i rispettivi programmi sulla gestione del ciclo dei rifiuti, sarebbe onesto partire dal punto dove siamo arrivati che dovrebbe essere motivo di orgoglio per tutta la comunità, soprattutto per chi si candidata a governare Velletri".

Serie A e Serie B, al "Maracanà" un'altra giornata di gol ed emozioni

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Serie A e Serie B per la Coppa Italia al "Maracanà".

di Dario Nocera

SERIE A

CAFFETTAIO MATTO – CASTELLI ROMANI “CARLO VURCHIO” 9-5
Formazione/marcatori. Biserna Giordano, Cibba Devis 3, favetta Daniele, Germini Gianmarco 5, Manciocchi Giorgio 1, Trenta Manolo, Vita Federico.
Formazione/marcatori: Bazzo Mario, mammucari Alessandro, Mammucari Fabio, MAstrostefano Marco 1, Paolucci Simone 4, perciballi Daniele, Zaccagnini Luca, Marinelli Lorenzo.
MG: Cibba Devis (Caffettaio)

MP:Biserna Giordano (Caffettaio Matto)
Arbitro: Manzo L.


EDIL ROCCHI – DETA ELETTROIMPIANTI  8-3
Formazione/marcatori: Cafarotti Lorenzo 1, pasquaini Andrea 1, Rocchi Manuel 4, Rocchi Marco, Giuliani Lorenzo 2, Candidi Alessio.
Formazione/marcatori: Adinolfi Alessandro, Batoli Simone 2,
Del Zanno Devis, Di Bella Federico Esposito Daniele1, manciocchi Andrea, Lisis Matteo, Coltella Luca.
MG: Rocchi Manuel (edil Rocchi)

MP: Candidi Alessio (Edil Rocchi)
Arbitro: Leone C.


AJAX – PIZZERIA ITALIA  1-10
Formazione/marcatori: Caponera Lorenzo, Casseri Augusto, Favetta Cristian 1, Maglione Alessandro, Montagna Fabio, Piccolo Ivano, Sciotti MAtteo.
Formazione/marcatori: Belli Rossano, Cavicchia Emanuel, Castrichella Gianluca 3, latini Riccardo, Latu Valeriu, Mancini Valerio 3, Agostani Fabrizio 4, Calmieri Federico.
MG: Agostani Fabrizio (Pizzeria)

MP: Latini Riccardo (Pizzeria)
Arbitro: Leone C.


SERIE B

HERTAVERNELLO – EDIL IMPIANTI  4-7
Formazione/marcatori: Candidi Cristian, Chianese Nicola 2, Ferraglioni SDimone, Gasbarri Emanuele 1, Mariani Emanuele 1, Serangeli Roberto.
Formazione/marcatori: Antonetti Roberto 1, Bracchetti Daniele 1, canini Alessandro, taddei davide 4, Tulli Luca 1, recine Patrik, Zanni Masimiliano.
MG: Bracchetti Daniele (edil Impianti)

MP: Canini Alessandro (edil Impianti)
Arbitro: manzo L.


CARROZZERIA ZACCAGNINI – FC MOTORS  3-1
Formazione/marcatori: Caponera Marco 1, Pennacchi Emanuele 2, D’ariano Massimiliano, Cattini Giancarlo, Mollicone Paolo, taddei Fabrizio.
Formazione/marcatori: Carpico Alessandro, Falconetti Marco, Trivelloni Alessio, Zaccagnini Francesco, Caporro Fabio 1, Spallotta Patrizio.
MG: Taddei Fabrizio (zaccagnini)

MP: Trivelloni Alessio (FC Motors)
Arbitro: Cocozza C.


THE AND – EUROSERVICES ANTINCENDIO  7-8
Formazione/marcatori: Bernardi Mirko, Todini Daniele, Milloni Marco 3, Di Meo Luciano, De Gol Lorenzo 4, Marongiu Stefano, Salvatori Fabio.
Formazione/marcatori: Monti Andrea, Poggi Giovanni, Vicario Alessio 2, Ekmazaj Albi 1, Di Giammarino Stefano 2, Piccinni Marco 2, Cascapera Piergiorgio 1.
MG: De Gol Lorenzo (The And)

MP: Vicario Alessio (Euroservices)
Arbitro: Cocozza C.







Gian Luca Trivelloni (Patto Popolare Velletri): “Auspico un fronte comune sulle priorità per Velletri”

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"E' con favore che apprendiamo della battaglia portata avanti dal consigliere Alessandro Priori, sia in merito ad una razionalizzazione della pressione fiscale, sia in merito all'attuazione di un sistema virtuoso di raccolta differenziata in grado di dare una risposta in chiave ecosostenibile alla ferma contrarietà al mega impianto in contrada Lazzaria".
E' quanto afferma Gian Luca Trivelloni, di Patto Popolare per Velletri, in merito alle ultime dichiarazioni dal consigliere di "Cittadini per Velletri", che in vista del Consiglio comunale in cui si è parlato di imposte comunali e soprattutto di Tari aveva auspicato una diminuzione dell'imposizione fiscale. "Ci conforta sapere che ci sia qualcuno che si stia facendo portavoce delle nostre stesse istanze, che sono quelle che la società civile ogni giorno ci caldeggia con segnalazioni e richieste di aiuto. Riteniamo che sia quindi giunto il momento, proprio per riuscire a dare quelle risposte che la cittadinanza attende da ormai troppo tempo, di sedersi ad un tavolo per verificare la compatibilità tra i capisaldi delle nostre storiche battaglie e la possibilità di redigere un programma che metta i progetti per Velletri davanti agli interessi di pochi, e che sia dettato dalle istanze e dai bisogni della comunità stessa. Oggi più che mai - conclude l'esponente di Patto Popolare - serve un confronto serio sulle idee, sull'impegno e sulle competenze, perché le persone vogliono un concreto cambiamento e questo potrà avvenire solo facendo fronte comune sulle priorità per Velletri, allargando il fronte civico a chi avrà la reale volontà di rilanciare la nostra città, non con slogan precostituiti ma con la forza e la concretezza dei fatti".

Intervista a Maria Paola De Marchis: "Auspico l'unità e affronto ogni sfida con la voglia di vincere"

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La dottoressa Maria Paola De Marchis, dirigente del PD, impegnata nell'associazionismo e ora vice-presidente del SBCR, intervista in esclusiva dalla nostra rivista, dice la sua in merito alla cultura, alla tornata elettorale di marzo e alle sfide del centro-sinistra a Velletri.


Maria Paola De Marchis, sempre attiva sui social e sul territorio con iniziative di vario genere. Prima di parlare di politica, uno sguardo alla sua esperienza alla guida dell’Associazione “Calliope”, terminata da qualche mese. Come giudica questa avventura che sta proseguendo sotto la presidenza di Giuliano Cugini? 

Sai bene che per me Calliope ha rappresentato un’esperienza di vita non facilmente sostituibile alla quale resterò comunque legata. Calliope è un’associazione che ha lavorato costruendo un legame di amicizia tra i soci che è indissolubile. Qualsiasi sia il mio ruolo il gruppo dirigente di Calliope resterà unito e io non potrò non sentirmi ancora una di loro. La scelta dell’Assemblea dei soci di eleggere Giuliano Cugini come mio successore in questo aiuta, con Giuliano lavoriamo insieme sul territorio da tanti anni e sono sicura che sarà un ottimo successore che non mi farà certo rimpiangere. 

La nomina alla carica di vice-presidente del SBCR è stata seguita da un convegno-dibattito in cui ha chiamato a raccolta, a Velletri, tutte le associazioni del territorio. Come si trova in questa nuova realtà castellana e quali sono gli obiettivi che insieme al presidente, al direttore e al consiglio vi ponete? 

Il nuovo ruolo che sono stata chiamata a svolgere lo considero un privilegio che mi fa proseguire istituzionalmente il lavoro fatto con Calliope da anni: unire le Istituzioni e le Associazioni di questo territorio in un lavoro sinergico che è l’unica risposta possibile ai problemi di questo tempo in cui le risorse sono scarse e i bisogni sono tanti. Fortunatamente non partiamo da zero, negli anni precedenti il Consorzio ha ben lavorato per gestire le Biblioteche ed anche la Cultura ed il Turismo, che sono stati aggiunti alla gestione solo di recente, hanno già avuto un primo indirizzo dal quale partire. Nell’Assemblea del 24 novembre le Associazioni sono state chiamate per proporre i progetti futuri tenendo conto di tre direttrici: una visione di insieme del territorio dei Castelli Romani, la collaborazione di più Associazioni e la realizzazione degli eventi in più Comuni del Consorzio. Oggi siamo quasi pronti per presentare il frutto di quelle proposte, sapendo di poter contare oltre che su un territorio pieno di attrazioni culturali e paesaggistiche anche su uno straordinario capitale umano del mondo associativo. 

Veniamo alla politica: da sempre dirigente del PD veliterno, ha concorso anche per la Segreteria che ha tuttavia eletto Giorgio Zaccagnini. Il Partito Democratico, cui lei non ha mai fatto mancare il suo sostegno, sta vivendo un rinnovamento e, personalmente, come lo vive? 

Il rinnovamento se va incontro alle esigenze della realtà che cambia, che cresce, che evolve è sempre qualcosa di entusiasmante. Con il congresso abbiamo fatto un buon lavoro ed il risultato è un partito rinnovato grazie anche alla scelta di contrastare l’idea di continuità politica con il passato. 

Nel mese di dicembre è stata ufficializzata la candidatura di Orlando Pocci, senza chiudere la porta alle Primarie. Il nome più naturale per dare seguito a dieci anni di centro-sinistra? 

Certo, la scelta più naturale che ha visto il sostegno di tutto il partito. La sfida che abbiamo di fronte alla fine di dieci anni di amministrazione Servadio non è facile, c’è bisogno di un partito compatto impegnato a contrastare il ritorno di chi ha portato Velletri al dissesto finanziario.

Il campo di azione del centro-sinistra vive con l’incognita di Liberi e Uguali, formazione politica guidata da Piero Grasso e che a Velletri esprime diversi consiglieri e un assessore. A suo avviso, tramite Primarie o convergenze programmatiche, è verosimile che LeU faccia lo stesso ragionamento unitario come accaduto con Zingaretti oppure le posizioni sono lontane? Il suo auspicio qual è a tal proposito? 

L’auspicio, ovviamente, è che compagni di tanta parte della mia vita continuino ad essere al mio fianco nel contrastare visioni di destra a livello comunale, regionale e nazionale. Se vorranno farlo o meno dipende da loro, per quel che mi riguarda sono pronta ad accoglierli a braccia aperte. 

Alle elezioni regionali Zingaretti sfiderà il centro-destra, il Movimento Cinque Stelle, Sergio Pirozzi e altri candidati da favorito. Uno dei temi più importanti affrontati nella campagna elettorale che si sta avviando è la sanità. Secondo lei il governatore ha fatto bene in questo campo? E, più in generale, dove ha mostrato il meglio di sé questa amministrazione regionale?

Zingaretti è stato un ottimo governatore e sono sicura che gli abitanti del Lazio non mancheranno di riconoscerlo riconfermandolo alla guida di questa Regione. Sulla Sanità ha indubbiamente trovato una situazione difficile, frutto di anni di malgoverno della Regione da parte del Centro-Destra, di sperperi e di corruzione. Zingaretti ha ereditato una Regione con 670 milioni di disavanzo ed in 5 anni l’ha portata ad un attivo di 18 milioni. Certo risanare i conti ha avuto un costo che hanno pagato soprattutto i lavoratori e di riflesso anche gli utenti ma, nonostante il blocco delle assunzioni e le risorse ridotte, comunque è riuscito a migliorare l’offerta di prestazioni e cure ed a mettere in campo un piano di edilizia sanitaria che in questo territorio ha materializzato un Ospedale con 350 posti letto. Il Nuovo Ospedale dei Castelli costituirà un punto di riferimento per tutte le altre strutture e invertirà la mobilità sanitaria che attualmente porta i cittadini dei Castelli a Roma. Mi sembra che sia proprio questo il campo in cui questa Amministrazione abbia mostrato il meglio di se. 

Se dovesse fare un’analisi delle Politiche del 4 marzo, sondaggi a parte, secondo lei il PD ha perso terreno oppure può ambire alla vittoria di una tornata elettorale che è tra le più incerte degli ultimi lustri? 

Personalmente affronto ogni campagna elettorale con la voglia di vincere, quindi lasciamo stare i sondaggi e pensiamo a quello che ciascuno di noi può mettere in campo per impedire che questo Paese torni indietro. Già ha subito una battuta di arresto con la vittoria del no al referendum costituzionale, se il Partito Democratico dovesse perdere anche le elezioni politiche si affermerebbe una visione del mondo molto lontana dalla mia. 

Torniamo a Velletri. Orlando Pocci ha ricevuto gli endorsement del Movimento Popolare per Velletri e di Gente Nuova, oltre naturalmente al PD. Maria Paola De Marchis sarà candidata al Consiglio nelle fila dei democratici? 

Nella vita sono un buldozer che spiana le montagne ma in politica sono un soldato, farò quello che sarà ritenuto utile per vincere le elezioni, anche con un impegno diretto. 

Su cosa deve puntare il PD per conquistare (anzi, ri-conquistare) la fiducia dei veliterni? Il Sindaco Servadio a suo avviso sarà il modello da seguire? 

Il Sindaco Servadio ha amministrato questa città con un risultato che è sotto gli occhi di tutti e come lui non ce ne saranno altri. Penso che sia sbagliato cercare un sosia, ognuno ha la propria personalità e le proprie competenze e, partendo da un’eredità importante, potrà proporre e realizzare il proprio programma. Il Partito Democratico ha avviato da tempo un percorso per costruire il programma con la partecipazione di chiunque voglia dare una mano e ha scelto un candidato sostenuto da tutto il partito; questa è la strada giusta per poter sperare di vincere le elezioni. 

In attesa di conoscere le altre candidature, guardando chi già si è presentato e chi lo farà a breve, tra partiti e liste civiche, la partita si chiuderà al ballottaggio oppure il PD e il centro-sinistra possono puntare alla vittoria al primo turno? 

L’obiettivo, ovviamente, è vincere al primo turno ma questo dipenderà dalla memoria dei cittadini e dal lavoro della coalizione che saremo in grado di costruire. 

Quali sono i settori (cultura, sanità, arredo urbano, etc) che nella prossima amministrazione vorrebbe vedere potenziati o gestiti diversamente? La Giunta di centro-sinistra, se dovesse arrivare una vittoria, a suo avviso rispecchierà il rinnovamento avvenuto all’interno del partito con il rinnovo della segreteria? 

Il mio pensiero in merito a cosa fare in questa città credo sia noto, ho avuto modo di dirlo ogni volta che la situazione lo richiedeva a volte anche esprimendo dissenso rispetto alle scelte della attuale maggioranza. Credo però che il mio pensiero sia uno dei tanti del quale complessivamente la Direzione politica del PD si farà carico di rappresentare nel programma futuro. Questo è il tempo in cui più che i protagonismi conta la forza con la quale si vuole affermare un’idea. Non credo di poter essere smentita se affermo che un Partito è forte se affronta la battaglia a ranghi compatti. Abbiamo un candidato Sindaco, avremo un programma, avremo i candidati al Consiglio Comunale e affronteremo la campagna elettorale con la consapevolezza di aver fatto tutto ciò che è necessario per chiedere ai nostri elettori di lasciarci amministrare ancora Velletri.

Archeologia: "Intervista a Giulia" a cura del professor Gravier del Gruppo Archeologico Veliterno

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Ultimo appuntamento del ciclo di articoli archeologici su Augusto. Intervista a Giulia, figlia del princeps. Un viaggio tra storia, fantasia e letteratura.

di Ciro Oliviero Gravier
Gruppo Archeologico Veliterno
Signora Giulia, Le sono molto grato di avere accettato di concedermi questa intervista. L’anno scorso, pochi mesi prima che ci lasciasse, il suo Augusto genitore, quando gli chiesi di parlarmi di lei, mi rispose, tra il turbato e il brusco: “Per favore, passi alla domanda successiva” …

Non mi stupisco. Tanto per cominciare, il mio Augusto genitore, come dice lei, aspettava un figlio maschio e, quindi, non gradì molto che la moglie Scribonia, dalla quale aveva già preso le distanze mentre era incinta di me, gli scodellasse una femmina, e quella sera stessa, dopo che mi ebbe partorito, la rimandò a casa sua. Molto probabilmente l’avrebbe fatto, sia pure con qualche scrupolo,  anche se fossi stata un maschio, ma lo fece senza nessuno scrupolo dato che ero femmina. Ad onor del vero, non posso dire che non mi abbia voluto bene. Mi ha voluto un bene immenso, tanto più che ero l’unica sua figlia legittima. Altri figli e altre figlie sicuramente ne ha avuti, ma tutti impresentabili in quanto nati da esperte  matrone o da verginelle minorenni disponibili ad orgettine in cambio di cospicue ricompense (mio padre aveva tanti di quei soldi che si poteva comprare qualunque cosa). Si fece un’eccezione per Druso, il secondo figlio di Donna Livia, fatto passare come figlio di  Claudio, ma noi in famiglia abbiamo sempre saputo che era figlio suo, figlio dell’Augusto genitore, che ha avuto anche la faccia tosta di farlo sposare con Antonia, cioè con la figlia di sua sorella! Dunque, sì, a modo suo mi ha voluto un bene immenso. Andava dicendo che aveva due figlie dilette di cui occuparsi: la Repubblica e Giulia. Ma in fondo la sua scelta è sempre stata a favore della prima: la Repubblica, lo Stato, la politica. E per questo, quando l’ho messo dinanzi alla scelta della sua vita: la Repubblica o me, ha preso ad odiarmi tanto, tantissimo. Da quello che so, è stato anche sul punto di farmi uccidere. Bontà sua, mi ha risparmiato. Ma probabilmente ha fatto peggio di uccidermi …

Ci dica della sua infanzia …

Sono nata nel 39, il giorno prima delle Kalende di novembre, la sera in cui i popoli barbari dell’estremo nord, i Celti soprattutto, festeggiano le larve dei loro morti con riti e gesti e grida che terrorizzano i bambini, e vanno correndo per le strade e si affacciano nelle case vampiri, streghe e mostri orribili. Da bambina una volta con gli occhi sbarrati dalla paura l’ho visto fare nella famiglia di un nostro schiavo, lungo e bianco come uno scheletro, che si chiamava Samain. Quando lo raccontai a papà, papà se ne disfece.
Insomma, sono cresciuta come un’orfanella, mentre mia madre era viva, ma non mi era permesso di vederla (tranne di tanto in tanto di nascosto, con la complicità di zia Ottavia, che era tornata da Atene) e mio padre sempre in giro per guerre o per politica, che poi erano la stessa cosa. C’erano lunghi periodi, a volte mesi e mesi, che non lo vedevo. Me lo immaginavo sempre a cavallo che guidava alla vittoria i soldati di Roma. Finalmente un giorno tornò dall’Egitto per celebrare il trionfo. La capitale del mondo festeggiava il padrone del mondo e la vittoria e la pace dopo quindici anni di guerra. Venivano lanciati denari con mio padre su una faccia e l’arco con la quadriga sull’altra. Dinanzi al carro, su un basso piedistallo a ruote, procedeva una statua di Cleopatra con un serpente d’oro che le pendeva da un braccio, e intorno alla statua c’erano tre bambini, due ragazze e un ragazzo, che erano i figli di Cleopatra ed Antonio. A me pareva di vedere il dio Apollo sul carro del Sole passare lentamente sulla via Sacra in un tripudio di trombe e tamburi, di acclamazioni e di luce. Quanta fierezza sentivo nel mio cuore di bambina. Avevo appena dieci anni.

Fu certamente una festa grandiosa …

E finita la festa, a spizzichi e a bocconi venni a sapere che, quando avevo due anni, ero stata promessa in sposa a Marco Antonio Antillo, figlio di Marco Antonio, che allora aveva dieci anni. Poi ero stata promessa sposa a un certo Cotisone, re dei Geti, quasi alla fine del mondo. Poi ad un signore che si chiamava Proculeio, un cavaliere allampanato tutto d’un pezzo e con la faccia di cartapecora. Insomma, ero una semplice pedina su una scacchiera della politica interna e internazionale di mio padre. I miei interessi, i miei desideri, le mie inclinazioni, meno che meno la mia volontà, non contavano nulla, puramente e semplicemente non esistevano. Finalmente, dopo tanti matrimoni annunciati e mai celebrati, fu deciso che avrei sposato mio cugino Marcello, il figlio di zia Ottavia, che papà, non avendo figli maschi, aveva intenzione di nominare suo erede. E così questa volta il matrimonio si tenne. Io avevo 14 anni e Marcello 17. Fu una cerimonia memorabile allietata da splendidi giuochi, ma anche questa volta papà non c’era: era in Spagna a combattere altre guerre. Le sue veci le fece Agrippa, lo stesso che sposai quattro anni dopo, una volta restata vedova di Marcello, che questo mio nuovo marito doveva sostituire nella successione.

La sua reazione?

Cominciai a ribellarmi. Insomma, il mio ventre doveva essere la serratura nella quale i successori di mio padre dovevano infilare la chiave, mi passi questa metafora, per penetrare nelle segrete stanze del potere!? Non ci stavo a questo gioco. Ero giovane e frizzante, e ribelle. Mi piaceva assai di più l’altro gioco, quello che un uomo e una donna o, se preferisce, un maschio e una femmina, fanno nelle stanze da letto. Agrippa, non c’è che dire, era un brav’uomo, ma anche lui stava più in giro per il mondo che a Roma. A me sarebbe tanto piaciuto restare a Roma, nella nostra magnifica villa a Trastevere. Invece no. Ogni volta dovevo fare i bagagli per stargli appresso: la Gallia, l’Italia, l’Asia Minore, la Giudea, la Grecia, la Campania … Quando tornava a casa, mi metteva incinta, e ripartiva, e io di nuovo appresso. In nove anni di matrimonio, gli ho fatto cinque figli, sparsi per i quattro angoli del mondo: Gaio Cesare, il primo, e Giulia, la seconda, nacquero in Gallia; il terzo, Lucio, in Italia; Agrippina la partorii ad Atene. L’ultimo, Agrippa, nacque postumo.
Comunque sia, mio marito aveva 25 anni più di me, sicchè io avevo l’impressione di vivere nella generazione precedente alla mia, o addirittura di andare a letto con mio padre. Allora, in sua assenza, cominciai ad invitare giovani maschi che mi piacessero e mi soddisfacessero completamente, nel corpo e nella mente. S’intende che questo va-e-vieni di ragazzi non andava a genio a mio padre che però doveva stare al suo posto perché per legge non dipendevo da lui, ma da mio marito. Da parte mia, ero attentissima a non farmi mettere incinta da costoro. Mi dicevo tra me e me che ero come una nave che imbarcava passeggeri solo quando il carico era pieno. Mio padre, poi, ipocritamente, si era messo a fare il moralista con le sue leggi all’antica, mentre poi se ne andava a far visita, diciamo così, alle signore dell’alta società allo scopo – si giustificava lui – di carpire nell’intimità quello che macchinavano i loro mariti. Bella scusa! Allora anche io potevo dire lo stesso, solo che invece di consultare le madri, consultavo i figli. Compassate giumente contro puledri sgambettanti. Praticamente io e mio padre eravamo l’uno la copia speculare dell’altra. Facevamo entrambi il gioco di Penelope: lui tesseva la tela e io la disfacevo.

Si è risposata …

Ma non c’era verso. Restata vedova per la seconda volta, quando non avevo ancora partorito l’ultimo figlio di Agrippa, mi dovetti piegare a un terzo matrimonio. Questa volta non ho dubbi che la tela era stata ordita da Donna Livia, che finalmente, dopo tanti birilli caduti uno dopo l’altro, potè sistemare  in linea di successione il suo primo figlio Tiberio. Il poveraccio era sposato con Vipsania Agrippina, una dolcissima ragazza di cui era sinceramente innamorato e con cui andava pienamente d’accordo. Ebbene no, dovette divorziare - la povera Vipsania, che era incinta, abortì per il dolore - e sposare me, che ero la figlia del marito di sua madre. Sua madre e mio padre erano pappa e ciccia, e noi due, io e Tiberio, dovevamo essere culo e camicia. Era l’anno 11. A dire il vero, non è che io e lui non ci conoscessimo già: due o tre notti le avevamo passate insieme, senza nessun impegno e con reciproca soddisfazione. Ma ora diventava mio marito. Ben istruito da sua madre e da mio padre, e conoscendomi, Tiberio non mi lasciò sola a Roma, ma mi trascinò appresso a lui come una calda pantofola. La pantofola restò incinta e partorì un bel pantofolino, ad Aquileia. Il pantofolino morì prima di diventare una scarpa, o almeno una caligula. I rapporti tra me e Tiberio si allentarono e si deteriorarono fino a scomparire del tutto: lui non sopportava le mie frequentazioni, io ero annoiata a morte dai suoi predicozzi insulsi. Ma poi chi era lui rispetto a me? Io ero sempre la figlia unica e legittima di Augusto, lui non sarebbe stato mai nessuno se sua madre non avesse sposato, in terze nozze, mio padre, rubandolo a mia madre. Mio padre, del resto, non si era veramente impegnato con Livia a nominare suo successore Tiberio. Forse era una cosa detta e non detta, ma questo mi fu chiaro solo in seguito. Il fatto vero è che invece papà aveva formalmente adottato  i miei due bambini maschi, Gaio e Lucio, appena dopo la morte di Agrippa, l’anno prima che mi sposassi con Tiberio. All’epoca Gaio aveva 8 anni e Lucio ne aveva 5.

Tiberio pare non gradisse …

Tiberio pazientò cinque anni. Poi, poiché i ragazzi non solo non morivano, ma – grazie al nonno – facevano progressi nella carriera, visto che il matrimonio con me non gli fruttava quello che lui e la sua signora madre speravano - anzi: pretendevano come dovuto -, si mise in sciopero, divorziò da me, e si ritirò in aspettativa a Rodi, lasciandomi sola a Roma. Per far questo, trovò il pretesto del mio – come disse – “licenzioso comportamento”. Io mi sentii assolutamente libera ed autorizzata a comportarmi more uxorio con chi e quanti mi piacessero. Fra i tanti, mi legai particolarmente a Iullo, uno dei figli di Marco Antonio, e alunno del cosiddetto “asilo” di zia Ottavia. Già da ragazzini provavamo una forte simpatia l’uno per l’altra, ci lanciavamo occhiatine di complicità e, appena fummo più grandicelli, ogni tanto ci appartavamo per i nostri giochetti maliziosi. Dopo Azio, quando si giocava alla battaglia navale, lui faceva la parte di Marco Antonio suo padre, e io quella di Cleopatra, l’amante. Ora che eravamo grandi entrambi, e lui era un giovane bellissimo che mi eccitava solo a guardarlo, quei giochetti di adolescenti diventarono un rapporto più serio, molto più serio. Iullo si era messo in testa di vendicare suo padre e organizzò un complotto contro il mio. Aveva scritto un poema epico, la “Diomedea”, in cui Diomede (cioè suo padre Marco Antonio) si contrapponeva ad Enea (cioè Augusto). E finchè parlava di poesia o di letteratura in generale, lo seguivo. Non lo seguivo più quando attaccava certi discorsi di economia: accusava mio padre di essere un protezionista mentre bisognava favorire il consumismo togliendo i dazi dai prodotti pregiati che venivano dall’Oriente. Una sera, coricati fianco a fianco, sudati e sfiniti dopo un’intensa passione d’amore, mi sussurrò all’orecchio: “Cleopatruccia – così mi chiamava in quei momenti -, le rifacciamo le nostre Idi di marzo?”. “Bruto da strapazzo”, gli risposi prendendola a ridere. Invece lui faceva sul serio. Insieme ad altri suoi compagni, tutti occasionali amici miei di letto, un bel giorno si intrufolò a palazzo e tentò goffamente di pugnalare Augusto che si stava preparando ad un bagno curativo. Non attese la condanna, e si suicidò. L’indomani – era una livida mattina d’autunno – vennero gli sgherri di mio padre ad arrestarmi. Non mi volle neanche vedere. Mi fece consegnare un documento in cui era scritto che il mio matrimonio con Tiberio era considerato come nullo e non avvenuto. Mi fece caricare il giorno stesso sotto buona scorta, con solo quello che avevo addosso, su una nave militare e condurre a Ventotene.

È un’isola bellissima.

Certamente. E in quell’isola dalla bellezza selvaggia, dimenticata dagli Dei ma non dagli uomini, sono restata prigioniera per cinque lunghissimi anni. Io e mia madre Scribonia. Il buon Augusto aveva pensato bene di approfittare della circostanza per sbarazzarsi definitivamente anche di lei, ingiungendole di farmi compagnia. In realtà fu solo allora che madre e figlia poterono conoscersi. Le rispettive vite erano però state tanto separate che non avevamo quasi nulla in comune, eccetto - beninteso - il legame del sangue. Trascorrevamo intere giornate a contemplare in silenzio il mare fino a che il sole non vi si precipitava dentro in uno sfolgorio di rossi sempre più cupi. Sempre in silenzio, facevamo ritorno nella misera casetta dove alloggiavamo per cenare con una fetta di cacio, poche ulive amarognole e una crosta di pane. Eravamo due vestali: senza uomini, senza vino, senza bigiotteria, senza notizie. Ventotene però non era troppo distante da Roma, ed io avevo troppi cari amici che mi rimpiangevano e volevano farmi sapere che intendevano fare qualcosa per me, a dispetto dell’assedio navale che circondava l’isola giorno e notte. Una notizia tuttavia mi arrivò, lugubre e terribile e senza dettagli: era morto di malattia a Marsiglia mio figlio Lucio. Allora scrissi una lettera dolce e furiosa insieme a mio padre, nella quale gli indicavo, fra mezze frasi e sottintesi, il mio sospetto che Lucio non se lo fosse portato via la malattia, ma … Per tutta risposta, fui presa, messa su un’altra nave e rinchiusa a Reggio, in fondo alla Calabria, in questa torre sinistra. E qui sto da allora, sempre più sola. Da ultimo, ho saputo dalle guardie che Tiberio mi ha confinato in una sola stanza, come una carcerata. Ne ho dedotto che mio padre deve essere morto da poco, e deve essere morto – chissà quando e chissà dove e chissà come – anche l’altro mio figlio, Gaio, se ora a dare ordini c’è quel vigliacco di Tiberio. Ne ho avuto conferma da una mezza parola di una guardia: pare che vogliono divinizzare l’Augusto, già figlio del divino Cesare. Mi pare mill’anni di incontrarlo nell’altro mondo, e vedere se ha il coraggio, dio o uomo che sia, di guardarmi negli occhi, me, la sua figlia diletta e reietta.

Giulia è morta d’inedia due settimane dopo questa intervista.

Aveva 52 anni, di cui gli ultimi tredici trascorsi in prigionia.

La scrittura, i sogni e le esigenze: Roberto Emanuelli alla Mondadori per presentare "Davanti agli occhi"

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«Forse la strada giusta la troviamo solo quando ci fermiamo»: Roberto Emanuelli, dopo il successo della presentazione di E allora baciami, torna a Velletri per presentare l’altro romanzo da lui scritto, edito da Rizzoli.
Mercoledì 7 febbraio, ore 18.30, alla Mondadori Bookstore di Velletri il giovane scrittore romano racconterà della fortuna di Davanti agli occhi, un vero e proprio caso editoriale. Emanuelli, dopo aver scritto la sua prima opera, ha infatti visto nascere attorno a sè una vasta e attenta comunità di lettori che lo seguono giorno dopo giorno sui canali social che cura in prima persona. Condivisioni, likes, commenti: la sua popolarità, soprattutto fra i giovani, lo ha reso uno degli scrittori del momento. Davanti agli occhi, storia di un trentenne che cerca di far prevalere gli aspetti economici sulle passioni e le velleità letterarie, ha quale protagonista Luca, ragazzo tormentato dal fatto di non poter rispettare il proprio sentore intimo per questioni di altra natura. L’arrivo di Mary, personaggio femminile molto interessante nella sua caratterizzazione psicologica e fisica, cambierà tuttavia le carte in tavola e la narrazione diventerà sorprendente. Roberto Emanuelli, che dialogherà con il giornalista RAI Ezio Tamilia, ha ricevuto molti apprezzamenti per questo romanzo. Tra le diverse opinioni espresse in merito alla fatica letteraria che presenterà nell’appuntamento veliterno spicca quella del regista Mimmo Calopresti, apposta anche in quarta di copertina: «Credo che Roberto ci racconti, con una lingua sconosciuta a molti, ancora in formazione, da definire, cioè nuova, i vecchi sentimenti di sempre che agitano le nostre vite e rendono fragili i nostri cuori». Per saperne di più e ascoltare la voce dello scrittore, la presentazione di Davanti agli occhi– la cui trama può essere comune a tanti contemporanei - è fissata per mercoledì 7 febbraio alle ore 18.30 presso la Mondadori Bookstore di Velletri.



Assemblea dei soci per Memoria '900: parte la campagna di tesseramento, molti i progetti per il 2018

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Si è svolta nella giornata di mercoledì 31 gennaio, in seconda convocazione, l’Assemblea dei soci dell’Associazione Culturale Memoria ’900.
Dopo un anno di lavoro molto intenso, arricchito dai progetti su Luigi Tenco, Giorgio Bassani, Achille Campanile e terminato con la proiezione del film “Sacco e Vanzetti” in versione restaurata, l’associazione veliterna si presenta al 2018 con idee nuove e diverse proposte altrettanto importanti. Prima di avviare i lavori, però, un commosso e sentito saluto a Spartaco Mancini, socio e amico, scomparso prematuramente il primo gennaio. Il presidente Gaetano Campanile, nell’introdurre l’Assemblea e ringraziare i partecipanti, ha tracciato un breve bilancio: “Siamo cresciuti molto nel tempo, e questo grazie al supporto dei cittadini e alla partecipazione degli stessi alle nostre iniziative. Abbiamo superato i centodieci soci e l’obiettivo è quello di confermarsi, se non migliorare, con la nuova campagna di tesseramento. Anche per quest’anno – ha dichiarato il presidente – abbiamo in mente tanti progetti, e siamo pronti ad accoglierne altri per dare il nostro contributo culturale alla città. In questo senso speriamo che l’Amministrazione Comunale sia attenta alle attività che porteremo avanti e che ci sostenga e ci appoggi per quanto è nelle sue possibilità”. Nello specifico, il 2018 vedrà l’Associazione impegnata nel sostegno dello spettacolo “La rivoluzione nella pancia di un cavallo”, a cura della psicoterapeuta e cantautrice Daniela Di Renzo, liberamente ispirato a Franco Basaglia e che debutterà a Velletri il prossimo 25 marzo. Nel cinquantesimo del Sessantotto, poi, grazie anche alla sinergia con la Mondadori Bookstore Velletri e al titolare e socio Guido Ciarla, verrà proposto un lavoro con le Scuole e un convegno di livello nazionale con relatori da individuare, in periodi diversi (maggio e ottobre). Non mancheranno le presentazioni di libri e la partecipazione ad altri eventi sul territorio, a cominciare dalla Festa delle Camelie dove Memoria ’900 avrà un suo banchetto per accogliere consigli e incontrare i cittadini. Rinnovata anche la collaborazione con la Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura per la “Campaniliana”, che vedrà l’Associazione occuparsi dei rapporti con le scuole, del convegno e della mostra in questa seconda edizione, dopo il successo della prima. Inoltre, in concomitanza con il centenario della fine della guerra del ’15-’18, un lavoro musicale e un incontro pubblico ricorderanno il cruciale anniversario. Per il dettaglio dei progetti si potrà consultare il sito ufficiale, www.memoria900.eu, dove man mano verranno presentati e approfonditi. Una delle novità più accattivanti, infine, è quella dei “Quaderni”: si partirà con un annuario che riepiloga le attività svolte da Memoria ‘900 fin qui, per poi dare alle stampe due pubblicazioni semestrali a tema. Tutte le proposte sono state approvate dai soci presenti, mentre ha avuto luogo anche un rinnovo delle cariche del Consiglio Direttivo in seguito alle dimissioni di Mariella Li Sacchi e Daniela Caruso, entrambe ringraziate dal presidente per il lavoro svolto. Erano state indette, come ultimo punto all’ordine del giorno, le elezioni per l’integrazione delle due cariche vacanti, e sono risultati eletti dall’Assemblea Antonietta Lucchetti e Rocco Della Corte. L’organigramma, dunque, secondo le regole statutarie, è così composto: 
• Gaetano Campanile (Presidente) 
• Emanuela Treggiari (Vice-Presidente) 
• Ornella Evangelisti (Consigliere con delega alla Tesoreria) 
• Enzo Toto (Consigliere) 
• Patrizia Bigi (Consigliere) 
• Antonietta Lucchetti (Consigliere) 
• Rocco Della Corte (Consigliere con delega alla Comunicazione) 

Ultima proposta prima dello scioglimento dell’Assemblea è stata quella di rendere il partigiano e presidente della locale sezione ANPI, Giuliano Aureli, socio onorario. Da sempre vicino alle attività di Memoria ‘900, Aureli rappresenta molto nella memoria storica e culturale della città veliterna e non solo per la sua esperienza di vita e di Resistenza. Anche quest’ultima proposta è stata votata all’unanimità. Un’Assemblea molto importante per un’Associazione ambiziosa e sempre più radicata sul territorio, pronta a svolgere il suo lavoro con progetti innovativi e di livello nell’anno appena iniziato.

L'angolo del computer: acquisti a prezzi stracciati? Attenzione a non rimanere fregati!

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Negli ultimi tempi sono sorte nella rete varie pubblicità dove è possibile acquistare beni come cellulari o buoni carburante a prezzi decisamente convenienti, anche dimezzati; come è possibile? Le offerte si basano su un sistema di vendita “piramidale” che non assicura l’esito ed è illegale.


di Stefano Ruffini
 
Chi è nato negli anni ’60 ricorderà senz’altro una catena di Sant’Antonio utile soprattutto a chi voleva iniziare la collezione di cartoline. Si spediva una cartolina della propria città al primo indirizzo di una lista e altre cartoline ad una serie di amici dove veniva riportata la stessa lista con l’aggiunta in fondo del proprio indirizzo. Gli amici avrebbero dovuto fare lo stesso cancellando il primo indirizzo ed aggiungendo il loro in fondo; mano mano che l’elenco scorreva, il proprio nome saliva in alto ricevendo, se la catena non veniva interrotta, migliaia di cartoline. In realtà non succedeva mai perché non tutti erano disposti a comprare francobolli e cartoline per mandare avanti il giochetto, ma talvolta qualcosa arrivava. Il sistema piramidale venne applicato (illegalmente) anche al denaro, con lo “schema Ponzi” e le successive truffe. Un modello simile viene adottato su internet in alcune vendite di prodotti che, pur non basandosi su merce rubata, usata, a saldo, uscita di produzione o battuta all’asta, promettono prezzi da vero affare. La vendita funziona così: compro on-line l’ultimo modello di un famoso smartphone, che sul mercato si vende a prezzo pieno a 1.200 euro, scontato a 600 euro; in realtà il cellulare non è stato acquistato ma solo “prenotato”e nel contratto che nessuno legge mai c’è una clausola (vessatoria) che specifica che il diritto di recesso è di 14 giorni dalla data dell’ordine anziché dalla data di consegna. Aspetto un po’ di tempo ma lo smartphone tarda ad arrivare, non posso revocare l’ordine perché sono passati più di 14 giorni ma c’è la facoltà di averlo subito a 1.300 euro, 100 euro in più del suo prezzo. Se preferirò attendere, come fanno quasi tutti, dovrò aspettare che arrivino nuovi acquirenti che versando ciascuno le 600 euro vadano a coprire il prezzo pieno del prodotto, nel caso specifico ci vorranno due nuovi clienti per raggiungere le 1200 euro. A sua volta i due nuovi clienti dovranno attendere quattro nuovi acquirenti per coprire il prezzo dei loro due smartphone prenotati, i successivi quattro necessiteranno di otto nuovi utenti, poi sedici e così via. Il venditore ci guadagna sulla vendita dei cellulari e nel frattempo trattiene grosse somme di denaro provenienti dagli ordini inevasi. Poiché quasi nessuno sarà disposto a pagare un costo maggiore, gli utenti che “attenderanno” il cellulare si moltiplicheranno allargando la base della “piramide” fino ad arrivare ad un punto in cui la cifra per soddisfare tutti gli ordini diventerà enorme ed impossibile da evadere, quindi il venditore fallirà (o sparirà) rendendo irrecuperabili i soldi anticipati dagli incauti acquirenti. Quindi attenzione agli acquisti a prezzi troppo scontati perché si rischia di “rimanere con il cerino in mano”.

L’emozione di ascoltare la storia tra Teatro Aurora e Polo Espositivo "Juana Romani"

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Quando i fatti della storia vengono raccontati ad una voce da giovani e meno giovani, da chi quei fatti li ha sempre letti solo sui libri e da chi li ha vissuti in prima persona o ne è stato testimone indiretto, nascono emozioni indimenticabili.
E’ quello che è successo il 24 gennaio al teatro Aurora e il 27 al Polo espositivo Juana Romani con lo spettacolo “22 gennaio-4 giugno 1944. Anzio-Velletri-Roma”, nato dalla collaborazione del gruppo teatrale “Argento vivo” del centro anziani Rodolfo Tosti e i ragazzi della scuola media “Andrea Velletrano” che con delicatezza e professionalità hanno dato vita al racconto di momenti terribili, quali furono quelli che seguirono lo sbarco alleato di Anzio. La storia, scritta e diretta dalla regista Eleonora Fede, prende il via dalle parole di un lettore, presenza costante in scena, che puntuale offre agli spettatori le coordinate storiche dei fatti, cui fanno da controcanto le testimonianze di tutti gli altri personaggi. Testimonianze rigorosamente vere che la regista ha ricostruito e riadattato, dopo una gran lavoro di documentazione e ricostruzione dei fatti. E così dal ricordo di Angelita, la bimba dispersa durante lo sbarco, la cui storia fu conosciuta grazie alla lettera che un fuciliere scozzese, che all’epoca raccolse la bimba dalla spiaggia e poi la consegnò ad una crocerossina, scrisse nel 1961 al sindaco di Anzio per averne notizie, il racconto prende corpo attraverso le parole di una coppia che ripercorre la storia di uomini e donne e bambini che, sullo sfondo di Anzio, Roma e Velletri, fanno rivivere il dolore e la disperazione della guerra. A loro si alternano le testimonianze del fuciliere mentre scrive la lettera, di una adolescente che legge le pagine del suo diario durante lo sfollamento e propone con uno sguardo lucido e penetrante il mondo dilaniato degli adulti, di due giovani soldati dell’esercito alleato che rivivono le sofferenze del fronte, di chi racconta la fame e la disperazione nel cercare cibo di cui sfamarsi, di chi ricorda l’orrore delle Fosse Ardeatine e la sofferenza per chi è stato ingiustamente ucciso, di chi ripercorre con le parole e lo sguardo il bombardamento di S. Lorenzo e quello terribile che distrusse la gran parte degli edifici di Velletri uccidendo tantissime persone. E’ stato un racconto che ha commosso il pubblico, quello adulto e quello degli studenti di terza media della Velletrano che hanno assistito allo spettacolo nella mattina del 24. Ha colpito soprattutto la bellissima intesa che si è creata, e che era tangibile durante lo spettacolo, tra ragazzi e nonni in scena, e che deve far rifletter su quanto sia importante far conoscere la storia alle nuove generazioni per evitare di commettere gli sbagli del passato. Eventi del genere fanno comprendere quanto sia necessaria la comunicazione tra giovani e meno giovani, quanto sia fondamentale un rapporto vivo tra generazioni fatto di pensieri e parole, in uno scambio che arricchisce tutti, recuperando il patrimonio di esperienze degli anziani e attingendo all’entusiasmo dei ragazzi per un futuro diverso in grado di cancellare da ogni vocabolario la parola guerra.

Inizia con un sold-out la Prima Edizione Regionale di “ridiamo in Compagnia 2018”

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Ha preso il via sabato 27 gennaio, la prima edizione del festival del teatro comico, organizzata dall’Associazione GEA, con la direzione artistica curata da Ursula Mercuri e Veruska Valeau.


di Emanuele Cammaroto

Sei le Compagnie scelte, tra una cospicua rosa di pretendenti che hanno risposto al bando lanciato lo scorso autunno. L’idea di organizzare questo evento, raccontano le direttrici, è nata riflettendo su un dato: negli anni 50 si rideva molto più di oggi. In questi tempi, così frenetici, pensierosi e tristi si concedono solo 4 minuti al giorno al riso, contro i 20 di allora. Sempre negli anni 50, vi era una ricerca di stile anche nella risata, la battuta che coinvolgesse la mente, oltre la pancia. E anche le ricerche hanno dimostrato che il sorriso non abbonda certo sulla bocca degli sciocchi, anzi. Su queste premesse e seguendo le esperienze di altre piazze italiane, le coriacee Direttrici hanno costruito, supportate dalla GEA, un progetto che si concluderà il 15 aprile prossimo con la premiazione della rappresentazione che più avrà colpito pubblico e giuria, cui è affidata la scelta del vincitore. Un’idea, quella della kermesse non certo originale, eppure dirompente nella sua semplicità; e la bontà è stata subito testata dalla più che positiva risposta, con prenotazioni che hanno generato una lista di attesa alla quale, con molto dispiacere, gli organizzatori non hanno potuto dare l’atteso riscontro. Questo fa ben sperare per le prossime pièce.
Sei in tutto le compagnie, con sei spettacoli che attingono sia a testi già rappresentati, ma anche con qualche novità. La provenienza copre il centro sud della regione, con una compagnia da Frosinone, due da Roma, e le rimanenti da Ciampino, Terracina e Velletri. Proprio Velletri, con “Il Teatrone” del presidente Enrico Cappelli, è stato il tedoforo che ha acceso la fiaccola, con un’opera originale del compianto “umorista” Achille Campanile: La moglie ingenua e il marito malato. Il testo, concesso da Gaetano Campanile, figlio dello scrittore, è stato ripresentato dopo cinquant’anni di assenza dalle scene, in occasione della settimana dedicatagli dalla città di Velletri, per commemorare i quarant’anni della scomparsa del poliedrico intellettuale e riproposto in occasione del festival di Cecchina. Lo spettacolo ha avuto in un molto convincente Enrico Lopez l’interprete principale ed ha seguito anche a Cecchina la direzione di Enzo Toto, con l’originale finale da lui ideato. Una scelta molto apprezzata dal pubblico che ha riso convintamente, gratificando gli attori con ripetuti applausi. Il prossimo appuntamento di questa kermesse, che ben ha cominciato, per qualità e richiamo, è fissato per domenica 25 febbraio, con la compagnia “Piccolo Teatro di Terracina”, che metterà in scena “Nemici come prima”, di Gianni Clementi. Siamo sicuri di non sbagliare se affermiamo che anche questa volta per pubblico e giuria “scegliere” il voto sarà impresa “dura”, ma non certo noiosa.

"Microbiologia enologica: quando arrivano i guai..." al CREA di Velletri

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Il CREA Viticoltura ed Enologia di Velletri, in collaborazione con VINIDEA, organizza il corso "MICROBIOLOGIA ENOLOGICA: QUANDO ARRIVANO I GUAI… IL RUOLO DI BRETTANOMYCES NEL PROCESSO DI VINIFICAZIONE”. L'appuntamento è per sabato 3 marzo presso l'Aula Magna del CREA VE- Via Cantina Sperimentale, 1 - Velletri.

di Noemi Bevilacqua
I lieviti appartenenti al genere Brettanomyces rappresentano una classe di microrganismi estremamente temuti in enologia. Lo sviluppo di questi lieviti, nei mosti o nei vini, può causare pesanti difetti al vino, sia di natura organolettica che igienico-sanitario in grado di causare un significativo deprezzamento del vino e dei quali, ad oggi, non esistono sistemi di correzione risolutivi. La prevenzione e la conoscenza delle caratteristiche di questo lievito sono dunque fondamentali, soprattutto oggi dato che diversi fattori, sia di tipo ambientale che tecnologico e culturale, concorrono nel rendere più frequenti contaminazioni di Brettanomyces. Il corso si propone di approfondire le conoscenze e le caratteristiche di Brettanomyces, i fattori che ne determinano lo sviluppo durante il processo vinificazione e le pratiche utili a prevenirne o contrastarne lo sviluppo e l’attività. Lo stile del corso sarà basato su un linguaggio accessibile, ma rigoroso nei contenuti scientifici aggiornati alle ultime pubblicazioni sull’argomento. Particolare cura sarà posta alla traduzione dei concetti scientifici in casi pratici, con particolare attenzione alle pratiche di igiene e sanitizzazione di vini e attrezzature di cantina. A margine della lezione frontale è prevista una sessione pratica, che prevede da una parte l’illustrazione delle tecniche analitiche di base, utili anche al monitoraggio di processo in cantina, e dall’altra la degustazione di numerosi campioni contaminati artificialmente coi metaboliti prodotti da Brettanomyces, sia in soluzione acquosa che su matrice vino. Docente: dott. Raffaele GUZZON - Durata del corso 8 ore. Per info: inf@vinidea.it oppure http://www.vinidea.it/it/appuntamenti/microbiologia_enologica_sc_17043.htm

Serie A2, F&D H2O pronta alla terza gara. Eugenia Pustinnykova: “Obiettivo? Vincere e basta”

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Innesto di grande qualità e di grande esperienza, Eugenia Pustinnykova sta dando il suo apporto all’F&D H2O di mister Di Zazzo, con prestazioni di livello che contribuiscono al miglioramento generale dell’intero gruppo.


di Rocco Della Corte



Punta di diamante per una squadra già di alto livello, l’atleta – che ha all’attivo tantissime presenze in massima serie, e diverse vittorie in competizioni internazionali – nella consueta intervista pre-partita racconta il suo arrivo a Velletri, gli obiettivi e le ambizioni di una squadra partita con il piede giusto in questo girone Sud della Serie A2. 


Eugenia, come è stata l’accoglienza in questa nuova realtà che è Velletri? 

Sto benissimo, le ragazze si comportano in modo straordinario nei miei confronti e mi hanno accolto con grande ospitalità. Io cerco, nonostante la mia cultura sia di un’altra nazione, di fare lo stesso con loro spero di riuscirci. Bisognerebbe chiedere a loro… 

Come valuti le prime due giornate di campionato, che hanno portato altrettante vittorie? Che avversaria ti aspetti domenica? 

La cosa importante era vincere e lo abbiamo fatto. Credo che nella seconda partita la squadra e tutte le atlete abbiano offerto una prestazione migliore rispetto alla prima gara. Non conosco la Roma Vis Nova, nostra prossima avversaria, e dico che non mi interessa conoscerla: devo fare il mio gioco, pensare a me, alla mia squadra e basta. 

Quali sono le ambizioni dell’F&D H2O, reduce tra le altre cose da una stagione perfetta o quasi lo scorso campionato

È presto per dirlo, a questo punto del campionato non si può giudicare anche perché le squadre non hanno espresso il loro valore. Penso che noi siamo un buon gruppo, cercheremo di fare del nostro meglio sempre e comunque. 

Obiettivi personali e obiettivi di gruppo? 

Il mio obiettivo personale è di giocare, giocare, giocare. Così come per il gruppo. Se alla fine arriveranno tante vittorie, avrò raggiunto ciò che voglio. 

V Domenica T.O.: "Il maligno" a cura di don Gaetano Zaralli

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Mc 1,29-39

TESTO
E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.


COMMENTO
Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni…

A chi mi chiede se il diavolo esiste veramente, scherzando rispondo: ”Caro amico, faccio già tanta fatica a credere in Dio, ti prego, risparmiami lo sforzo di credere anche al suo contrario!”…
Capisco, è solo una battuta la mia, eppure in fondo in fondo potrebbe questa contenere un pericoloso convincimento: posto che Dio sia l’Amore in assoluto; accertato che, almeno dal punto di vista di una certa filosofia scolastica, il male è solo l’assenza del bene, perché non dovrei concludere che  Satana non è una persona da scacciare, ma semplicemente un vuoto da riempire, magari con tanto Amore?
Naturalmente il confratello esorcista che mi ascolta si scandalizza e può cadere nello sconforto, se vede crollarsi addosso quella certezza che lo rende condottiero potente contro le forze del male.
È vero, quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto dall’influsso del Maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo. Sembra che Gesù lo abbia praticato e che da Lui la Chiesa abbia ricevuto il potere e il compito di esercitarlo.
Alcuni brani del vangelo dovrebbero confermarlo come per esempio (Mc 1,25; 3,15; 6,7.13; 16,17). Ma c’è una raccomandazione da non trascurare:
“Bisogna tradurre costantemente il pensiero biblico per adattarlo al linguaggio odierno, affinché il significato universale del messaggio continui ad essere riconosciuto e a diffondere ovunque la salvezza.”. (Giovanni Paolo II)
Perciò, più che fermarsi sui singoli episodi, bisognerebbe cercare di cogliere il senso generale di questa presenza diffusa del diavolo nei testi evangelici. È proprio vero che i Vangeli ci consegnano un mondo preda di satana?
- Non c’è nei Vangeli una demonologia, ovvero un insegnamento organico e coerente nei demoni. Non è questa la preoccupazione dei Vangeli.
- Non c’è un insegnamento che colleghi le malattie all’influsso del demonio.
- Non c’è un antagonista negativo al bene assoluto che si elevi al livello di Dio; satana è limitato davanti a Gesù, il suo agire è circoscritto a casi personali di singoli individui.
- Non c’è un male diabolico astratto e generale, ci sono entità concrete, personali e malvagie.

È tempo di eliminare la confusione che ancora oggi, in forza di una superficiale interpretazione del testo sacro, porta il maligno sulle cronache giornaliere in modo esagerato e carico di eccessiva negatività, sì da offuscare agli occhi del comune cristiano la presenza di tanta Grazia che il buon Dio assicura a tutti, oltre a chi gli crede.

Regione, la carica dei veliterni: sono in sei a concorrere per un seggio alla "Pisana"

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La città di Velletri è ben presente nelle liste a sostegno degli aspiranti presidenti della Regione Lazio. Con l'ufficializzazione delle candidature, ecco i volti più o meno noti della politica veliterna che aspirano ad un seggio in Consiglio Regionale.

Prima di tutto i candidati: sono sei. Favorito dai sondaggi è Nicola Zingaretti, governatore uscente, che è portato da una coalizione di sei liste. In Lazio Liberi e Uguali concorrerà insieme al PD e in lista c'è Daniele Ognibene, presidente del Consiglio Comunale, ex assessore e già candidato cinque anni fa con i dem. Per Zingaretti, oltre al Partito Democratico e a LeU, anche Insieme, +Europa, Lista Civica Zingaretti e Centro Solidale per Zingaretti. Il centro-destra ha trovato la quadra con Stefano Parisi. L'ex candidato a Sindaco di Milano è sostenuto da Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, Energie per l'Italia e Noi con l'Italia. Sono ben due i candidati in quota Velletri: Giancarlo Righini, consigliere uscente e candidato a Sindaco nel 2008, e la giovane Silvia Ladaga, classe '92 e figlia del candidato a Sindaco del 2013, Salvatore, politico di lungo corso e grande esperienza. Il Movimento Cinque Stelle candiderà Roberta Lombardi, mentre Casapound con Mauro Antonini ha in lista Luciano Baietti, recordman con quindici lauree e in lizza anche per il Senato. Sergio Pirozzi e il suo "scarpone", invece, ha tra i candidati Fabio D'Andrea, ex consigliere comunale veliterno, nella lista "Sergio Pirozzi Presidente". Infine per Stefano Rosati, con la lista "Riconquistare l'Italia", è candidata la veliterna Lucia Civitella. Tra le altre forze in campo "Potere al Popolo" (con Elisabetta Canitano), Jean Leonard Touadì ("Civica Popolare") e Giovanni Paolo Azzaro ("Democrazia Cristiana"). Sono dunque ben sei i veliterni che cercheranno di entrare in Consiglio, tra conferme e new entry. I sondaggi, intanto, sono in favore del centro-sinistra. Tra le ultime rilevazioni riportiamo quelle di Termometro politico, che disegna questo scenario: Nicola Zingaretti al 44%, Stefano Parisi al 25%, Roberta Lombardi al 20% per il podio. 

Quaranta anni dalla legge 180: “La rivoluzione nella pancia di un Cavallo”, teatro e musica per Franco Basaglia

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«Non è importante tanto il fatto che in futuro ci siano o meno manicomi e cliniche chiuse, è importante che noi adesso abbiamo provato che si può fare diversamente, ora sappiamo che c'è un altro modo di affrontare la questione; anche senza la costrizione». (Franco Basaglia).
A quarant’anni dall’approvazione della Legge 180/78, (nota come Legge Basaglia), si rende omaggio alla storia di uno psichiatra rivoluzionario che ha saputo restituire dignità agli emarginati e agli esclusi dalla società, i “matti”. La malattia mentale diviene formalmente e istituzionalmente un problema da valutare in un’ottica fenomenologica, mettendo così in discussione le certezze su cui si fondava la scienza psichiatrica fino ad allora. Lo spettacolo affronta la riflessione sul confine tra follia e normalità, sulle contraddizioni esistenziali, sul conflitto tra bisogni autentici e bisogni indotti che caratterizzano l’esistenza umana. Le storie, giocate tra il reale e l’immaginario, accompagnano lo spettatore dentro una dimensione frammentata e simil-dissociativa. In scena, una sola attrice rappresenta più ruoli, ognuno di essi impegnato nel far luce sulla nostra condizione di “servi volontari” ma, guardando da un’altra prospettiva, evidenziare le possibilità che ci offre la follia di tornare a interrogare le nostre certezze. La musica accompagna questo viaggio immaginario attraverso composizioni originali scritte per lo spettacolo, tranne qualche omaggio che lo spettatore potrà intuire e poi ritrovare tra le proprie memorie. Era il gennaio 1973 e Franco Basaglia per la prima volta apre e svuota il Padiglione “P” del manicomio di Trieste. Il padiglione diventa un laboratorio dove pittori, scultori, musicisti, attori, scrittori danno forma a un’esperienza estetica più folle della follia stessa. Centinaia di pazienti vengono invitati a scrivere, disegnare, raccontare, partecipare. Angelina Vitez, una donna ricoverata per chissà quale bizzarra ragione, disegna un cavallo. Nella pancia il cavallo nasconde i desideri dei ricoverati; tra questi l'orologio di Dino Tinta, che potendo uscire, voleva anche poter controllare l'ora di ritornare in manicomio. Dino ha imparato il modo in cui l’orologio resta fermo mentre lui si muove frenetico in un giorno lunghissimo nel quale non tramonta mai il sole; splende rosso rosso sopra la sua testa, mentre consuma le lettere che dicono il suo nome e quello di Dio, ringraziandolo perché gli si sta biforcando il pensiero, ma stavolta non per confonderlo, piuttosto per riscrivere i comandamenti della sua nuova vita. Era il 25 marzo del 1973 e quel disegno, quel sogno pieno di desideri, diventa realtà. Nasce così Marco Cavallo, una scultura di cartapesta azzurra, alta 4 metri, che esce dal manicomio sfondando i cancelli ed entrando di diritto nella città di Trieste, seguito da una processione di infermieri, medici, ricoverati, artisti. La dignità stava per tornare ad assumere un significato e la sofferenza mentale tornava finalmente a casa, nel luogo della domanda senza risposta, nella coscienza che raggiungi quando comprendi che il senso del legame è nascosto nella continuità tra il tuo dubbio e quello dell’altro. Il progetto è sostenuto dall’Associazione Psichiatria Democratica fondata nel 1973 dallo stesso Franco Basaglia, oltre che da Memoria ‘900 e dall’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Velletri per la data zero prevista al Teatro Tognazzi di Velletri domenica 25 marzo 2018. Cast: Daniela Di Renzo (autrice e voce) Marica Roberto (i volti), Emiliano Begni (pianoforte e voce), Stefano Ciuffi (chitarra), Francesco Consaga (Sax soprano e Flauto traverso), Ermanno Dodaro (Contrabbasso), Sofia Bucci (Fotografia e collaborazione ai testi).


Claudio Leoni presenta a Velletri il romanzo "La grande guerra di Achille"

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Il veliterno Claudio Leoni, docente e scrittore, torna a parlare della sua ultima fatica letteraria e lo fa nella Sala degli Affreschi della Casa delle Culture e della Musica.

Venerdì 9 febbraio, alle ore 18.00, infatti, Leoni parlerà de La grande guerra di Achille. Autobiografia di un analfabeta (edizioni Efesto), storia della prima guerra mondiale vista dagli occhi di un suo avo. Interverranno Carmine Mastroianni, Daniele Serapiglia e naturalmente l'autore. E' previsto un accompagnamento musicale con Carlo Vittori al pianoforte e sarà presente l'editore, Alfredo Catalfo. 

La Croce Rossa Velletri-Nemi informa riguardo i documenti per l'iscrizione negli elenchi per aventi diritto

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In base alle nuove normative dettate dal Banco Alimentare, la Croce Rossa Italiana e il Comitato di Velletri/Nemi informano che viene chiesto il rinnovo dell'iscrizione da parte di chi è già compreso negli elenchi degli aventi diritto.



Sono da presentare diversi documenti, ovvero l'ISEE, lo stato di famiglia, la fotocopia del documento di identità e il codice fiscale, ed eventuale copia dell'attestazione di invalidità. La mancata presentazione dei documenti comporterà la cancellazione dagli elenchi degli aventi diritto. Tali documenti dovranno essere consegnati presso l'Ufficio CRI in via Ariana, 20 (aperto il martedì e il venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00).


Al Via i Campionati Individuali Gold Allieve per la Ginnastica Res Novae di Velletri

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Domenica 4 Febbraio si è svolta a Civitavecchia, la prima prova del Campionato Individuale Allieve Gold, L1-L2-L3-L4, massimo campionato per la categoria allieve a livello individuale.


di Leandra De Marzi

La Ginnastica Res Novae Velletri, unica rappresentante cittadina, era presente alla competizione, con la ginnasta Flavia Boccia (Classe 2008). Assente Feudo Sofia per la Categoria L3 e Federica Mattoccia per la Categoria L4, causa infortunio. La prima a gareggiare è un emozionatissima Flavia, che esordisce nella Categoria L2. Accompagnata dal Tecnico Baggetta, iniziava la sua gara ai cinghietti, eseguendo un buon esercizio; Continuava poi alla trave dove commetteva un importante errore, che inficiava la sua nota di partenza; Al Corpo libero eseguiva una routine lineare, mentre al volteggio saltava migliorando notevolmente i suoi parziali. Concludeva la sua gara alle parallele, con un buon esercizio. A fine competizione, Flavia conquistava il 13° Posto a pochi decimi dalle prime dieci classificate. La strada da fare è ancora tanta.. Non ci resta dunque che tornare in palestra a fare quello che più ci piace, lavorare sodo, per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. Appuntamento alla prossima settimana, dove si terrà ad Aprilia, la II Prova del Campionato Serie D Silver Femminile. In bocca al lupo.
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