“Non lasciatevi rinchiudere nel passato, anzi trasformatelo in cammino di crescita, di fede e di carità. Date a Dio la possibilità di farvi ‘brillare’ attraverso anche questa esperienza. Vi ringrazio per aver pensato a me in mezzo alla difficoltà delle vostre situazioni di vita attuale”.
Inizia così la missiva che Papa Francesco ha indirizzato ai detenuti del carcere di Velletri, destando stupore e ammirazione negli stessi che non si aspettavano di essere chiamati direttamente in causa dal pontefice.
Dopo aver stupito tutti con il discorso 'tecnologizzato' che faceva menzione delle app per ribadire l'importanza della spiritualità, papa Francesco si è rivolto ai detenuti del carcere cittadino che avevano scritto una missiva a lui, ringraziandoli per averlo pensato. "Vi confido che anch’io tante volte penso a voi e a persone che voi che vivono in carcere - ha aggiunto il papa - e per questo motivo nelle mie visite pastorali domando sempre, quando ciò è possibile, di poter incontrare fratelli e sorelle come voi che vivono una libertà limitata, per portargli l’affetto e la vicinanza. Vivete un’esperienza nella quale il tempo sembra si sia fermato, sembra non finisca mai. Ma la vera misura del tempo non è quella dell’orologio. Siate certi sempre che Dio ci ama personalmente, per Lui non ha importanza la vostra età o la vostra cultura, non ha importanza nemmeno che cosa siete stati, le cose che avete fatto, i traguardi che avete ottenuto, gli errori che avete commesso, le persone che abbiamo ferito. Nella storia della Chiesa tanti santi sono arrivati alla santità attraverso delle esperienze dure e difficili”, ha concluso il Papa, invitando alla fede i detenuti: “aprite la porta del vostro cuore a Cristo e sarà Cristo a capovolgere la vostra situazione”.