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Channel: Velletri Life
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Il verbo leggere non sopporta l'imperativo: il dolce diktat di Gianni Rodari trentasei anni dopo la scomparsa del cantore di Omegna

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C'è una forza narrativa che si trova solo nelle favole, magari raccontate al telefono, nella loro semplicità espressiva che riesce a comunicare più di ogni altro scritto in cui è prediletto un linguaggio forbito e di stampo accademico.

E lo scrittore della semplicità intesa come valore assolutamente di pregio, il cantore di Omegna che ha speso una vita per i bambini, è riuscito con le sue parole dirette e senza artifici retorici a toccare il cuore di grandi e piccini lasciando il segno nella letteratura italiana per l'infanzia. Gianni Rodari, poeta, giornalista e autore di incantevoli filastrocche, morì a Roma il 14 aprile 1980. Trentasei anni fa. 

Sembra sia passata un'intera epoca dalla scomparsa della mente di Alice Cascherina e Giovannino Perdigiorno, ma i suoi personaggi continuano a vivere e prendere per mano i bambini nella delicata infanzia dove si formano i caratteri e le passioni. Il messaggio positivo, sottilmente ironico, mai banale e sempre attualizzante delle filastrocche e delle favole di Gianni Rodari è riuscito a forgiare generazioni di appassionati alle lettere che proprio dalla Grammatica della fantasia hanno cominciato a porre le basi per i loro futuri interessi culturali. Perchè il vincitore del premio Andersen era coinvolgente e travolgente, una fucina di idee che stimolano l'intelletto e l'estro giocoso del lettore, risultando interessante e adatto anche ai più grandi.
Figlio di un fornaio, fece delle favole il suo pane, e il contatto con i bambini fu continuo vista la sua attività di maestro. Clandestino durante la Resistenza, seppe conoscere il mondo più duro e aspro ben lontano dalla componente favolistica dei suoi racconti e dagli scorci fatati attraversati dai suoi personaggi. Rodari era un uomo impegnato, nonostante la vena allegra che lo percorreva sempre e comunque, ed era soprattutto ben consapevole delle difficoltà che la vita può mettere di fronte ad un uomo, a cominciare dalla guerra bistrattata nei suoi versi. Rivolgendosi a insegnanti e genitori non perse mai di vista i destinatari principali delle sue opere, ovvero i bambini, cui andavano insegnati valori di pace e rispetto per far crescere il senso civico e l'onestà nei futuri adulti. Molti i suoi testi musicati da Sergio Endrigo: il capolavoro è "Ci vuole un fiore", che ancora oggi è cantato entusiasticamente da vecchie e nuove generazioni. Sarebbe bello che la leggenda instaurata nelle pagine di "C'era due volte il barone Lamberto", secondo la quale la persona il cui nome è ripetuto resta in vita, fosse leggermente modificata tramutando il verbo 'restare' col verbo 'tornare'.
Se ciò fosse possibile, Gianni Rodari tornerebbe immediatamente tra noi, poichè il suo nome con merito è un punto fondante nella didattica di maestri, insegnanti, e perchè no, professori, viste le tematiche alte comunque trattate nonostante la semplicità di lessico e sintassi. Le filastrocche dell'artista inventore di storie rimangono un caposaldo della produzione letteraria italiana, senza dimenticare i pezzi di bravura che tradivano una sua forse inconscia passione per le ferrovie: oltre ai convogli carichi di mesi, La Freccia Azzurra resta il sogno di ogni bambino a Natale, mentre proprio con l'irruenza e la saggezza di un treno continuano a correre le favole di Rodari, magari raccontate al telefono, in fretta e furia, di padre in figlio.

Rocco Della Corte

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