Dopo le numerose polemiche dovute alla questione dei Servizi Sociali, interviene nel dibattito l'assessore Giulia Ciafrei, con un duro sfogo sulla questione. "Sono costernata per la strumentalizzazione politica che da mesi un noto giornale locale continua a portare avanti sul tema dei servizi sociali nella nostra Città. Credo, infatti, che sia innanzitutto scorretto nei confronti dei lettori che vengono fuorviati dalle notizie costruite ad arte da chi, evidentemente, ama creare false aspettative e infiammare l'opinione pubblica attraverso una vera e propria guerra tra poveri", esordisce l'esponente PD.
L'assessore fa riferimento ad un articolo sul recente sfratto di una famiglia, definendo il titolo indecente e fuorviante: "Cercherò, pertanto, di fare chiarezza sulle tante, troppe, inesattezze riportate. La prima inesattezza sta proprio nel titolo: nessuno, infatti, ha sbattuto per strada nessuno. La signora che occupava abusivamente l'alloggio, che era sotto sequestro, ha firmato il rifiuto alla proposta fatta dai Servizi sociali e proprio i Servizi stessi hanno verificato scrupolosamente che la signora avesse una nuova abitazione dove andare, con tanto di regolare contratto di affitto;
sempre i Servizi, inoltre, si sono adoperati, con l’ausilio della Polizia locale e della Polizia di Stato, per chiedere alla Procura più tempo, assecondando le richieste degli occupanti, che in maniera molto dignitosa hanno trovato, con le proprie energie e l'aiuto di associazioni locali, la forza per avere una vita fuori dall'illegalità. Nessuna ipotesi, neanche lontana, di casa famiglia, come invece paventato da chi ha scritto l'articolo. Seconda inesattezza: le graduatorie degli alloggi popolari non “recitano”, ma sono la conseguenza di procedimenti legislativi che un ente è tenuto a rispettare, e difendere le occupazioni abusive significa passare sopra a tutti coloro che rispettano le leggi e le regole. La famiglia assegnataria di quell'alloggio, infatti, è una famiglia composta da esseri umani e da tre bambini, che da anni è in graduatoria per la casa e che viveva in condizioni al limite della decenza, perché pur di non infrangere la legge, ha vissuto per anni in un garage, senza finestre, che qualche velletrano ha pensato bene di affittare a quella famiglia disperata. In questa Città gli unici a recitare sono coloro che fanno finta di non rendersi conto e riducono il problema dell'emergenza abitativa a una lotta triste e vigliacca tra italiani e stranieri. Si parla di “contesa” e di “effetto sorpresa”: sfortunatamente per loro, Velletri non è il selvaggio West e qui non c'è contesa perché si rispettano le regole. L'occupante abusiva, infatti, era stata avvisata per tempo e proprio insieme a lei è stato concordato il giorno del rilascio dell'alloggio; tutto è stato fatto con la massima discrezione (che è cosa ben diversa dalla sorpresa) proprio per evitare ulteriori occupazioni e ulteriori conseguenze legali. Faccio nuovamente notare, infatti, che l'alloggio di via Menotti Garibaldi oltre ad essere occupato era anche sottoposto al sequestro da parte della Procura della Repubblica e chi avalla e favorisce le occupazioni abusive, ma la sera ha comunque una casa in cui tornare e la mattina dopo non ha da temere nulla, dovrebbe evitare di spingere famiglie disperate verso conseguenze legali che esasperano e rendono ancora più difficile la loro situazione. Una delle conseguenze dirette per chi occupa abusivamente un alloggio popolare, infatti, è l'impossibilità di essere inseriti nella graduatoria per le assegnazioni. Infine, ricordo che la legge regionale non prevede anzianità di residenza per gli alloggi Erp, ma in ogni caso la nuova famiglia assegnataria dell'alloggio risiede a Velletri da oltre 10 anni. Si continua a parlare e a condurre battaglie sull'anzianità di residenza come requisito per l'assegnazione degli alloggi popolari, ma non ci si rende conto che la nostra città non vive la nuova immigrazione: l'80% degli stranieri che si rivolge al servizio sociale, infatti, è residente a Velletri da oltre 15 anni e per questi anni ha contribuito alle economie del territorio come tutti e, probabilmente, ha anche arricchito più di qualche affittuario, in nero, per locali che non possono neanche essere considerati civili abitazioni. Il riscontro si ha anche grazie all'emendamento che abbiamo approvato nel nuovo regolamento dei fondi socio assistenziali, fortemente voluto dal centro destra, in cui è stata inserita l'anzianità di residenza e per la quale molte famiglie, anche straniere, prenderanno ulteriori cinque punti. Per queste ragioni, ridurre il problema della casa a un conflitto di nazionalità è puramente strumentale. Le battaglie politiche da condurre sono altre, a cominciare dal pieno rispetto delle regole da parte di tutti. Poi occorre trovare i fondi, costruire nuovi stabili, creare una rete solidale, abbassare i costi degli affitti utilizzando il canone concordato, creare un sistema virtuoso per il lavoro. In questo senso, l'amministrazione comunale di Velletri sta facendo tutto il possibile e il nostro auspicio è che se gli altri non riescono a proporre e a collaborare con noi per trovare soluzioni reali al problema, quanto meno evitino in futuro di strumentalizzare i cittadini in difficoltà con queste modalità che risultano dannose in primis per loro, ma che sicuramente fanno notizia a spese della correttezza e della pacifica convivenza civile".