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Fondazione cultura, il dibattito al Teatro di Terra: "Chiediamo maggiore chiarezza per capire se è la scelta giusta"

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Com’è ormai noto, negli ultimi giorni, sul territorio di Velletri, molti sono stati i dibattiti e i fervori alzatesi per la decisione presa dalla Giunta Comunale di istituire una Fondazione Cultura a maggioranza privata. Proprio per discutere di questo “caldo” argomento si sono riuniti al Teatro di Terra alcuni esponenti delle Associazioni Culturali del territorio con un invito aperto a chiunque.


I presenti sono stati molti, segno della rilevanza che viene data alla questione, e tutti sono stati d’accordo sul fatto che incontri di questo tipo sono importanti e rappresentano una buona possibilità di confronto.

A prendere per primo la parola è stato il Direttore del Teatro di Terra, Luigi Onorato, il quale ha iniziato sottolineando che il contesto del territorio di Velletri è un contesto quanto meno vivo; infatti “c’è il Teatro Artemisio, la Casa della Cultura e della Musica e qui qualcosa si muove e si sta aprendo rispetto ai comuni limitrofi come ad esempio Lariano e Genzano, entrambi provvisti di grossi teatri che però sono chiusi ed inutilizzati". "Velletri, per contro, ha aperto degli spazi ed ora il problema è quello di saperli gestire ed organizzare. Le fondazioni di partecipazione devono gestire un qualcosa, hanno a disposizione un patrimonio che va investito per un determinato scopo; se le sono inventate gli enti locali per sopperire ai pochi fondi. La fondazione è una necessità, altrimenti andrebbe imposta ai cittadini una tassa di scopo. Dobbiamo capire se, nel nostro contesto, culturalmente ha un senso. A Velletri purtroppo la cultura è vista come animazione continua ed è per questo che ci vorrebbe una specializzazione per poter raggiungere dei livelli di eccellenza.
La fondazione, rispetto a questi intenti, deve specificare uno scopo, perché se tenta di fare tutto diventa un’animazione generale. Lo scopo invece, dovrebbe essere ben delineato; si dovrebbe portare avanti un’azione nel tempo specifica, per mirare all’eccellenza. Noi, personalmente, vogliamo dare un contributo per avere un futuro e non per dar vita ad una fondazione che, a come stanno le carte, chiuderebbe tra un anno. Ogni gruppo e associazione può indirizzarsi verso un qualcosa di importante, dove c’è un confronto. Siamo promozione sociale, facciamo molto volontariato e abbiamo un grande interesse per il futuro”. Il secondo intervento è stato di Enzo Toto, operatore teatrale e culturale dell’Associazione Memoria ‘900 che si è detto fin da subito pieno di perplessità riguardo all’istituzione di tale fondazione. “Se si vogliono fare le cose in grande, ci vogliono molti soldi e mi sembra che per questa fondazione i soldi manchino; con 100.000 euro infatti, non si inizia nemmeno a fare le prime attività. Ci vorrebbe inoltre, un amministratore delegato; non esiste una persona che sappia occuparsi egregiamente delle più svariate attività. Il problema è quindi sia economico che politico. Per creare una tradizione bisogna lottare per anni, pur perdendo, e deve esserci una sinergia tra un qualcuno che ha i luoghi e un qualcuno che sappia farli vivere. Occorre poi commisurare ciò che si vuole fare tra scopo e realtà. Chi fa le cose sembra non conoscere bene le conseguenze del proprio operato”. Il terzo a parlare è stato l'attore professionista Lorenzo Canarutto, sceneggiatore e regista teatrale che ha speso poche parole, ma molto incisive. Si è detto infatti, speranzoso di un secondo incontro nel quale a partecipare siano anche figure più importanti. Poi ha dichiarato: “Mi trovo davanti ad un vaso che mi sembra essere quello di Pandora. Mi auguro che ci sia da parte di tutti unione e collaborazione. Nella giornata di oggi sento di dover più ascoltare che dire”. Il successivo intervento è stato di Maria Paola De Marchis, Presidente dell’Associazione Culturale Calliope. La Presidentessa, ha puntualizzato che “ sono per lei bene accetti gli organismi privati anche nel pubblico e si è poi detta confortata per aver visto condivise le sue idee anche dagli altri presenti. Ha inoltre aggiunto che è un bene confrontarsi tra operatori culturali, ma che non pensa sia materia esclusiva. La cultura infatti, è materia più vasta che dovrebbe riguardare l’intera città e tutti i settori, perché questa rappresenta il futuro”.

A seguire ha preso la parola il responsabile dell’Associazione teatrale amatoriale “Dilettanti all’Opera”, Eugenio Ingribelli, che ha dichiarato “l’importanza di avere un fronte comune e la sua felicità nel poter partecipare ad un incontro con così tanta gente". Ha inoltre aggiunto che la colpa in questi casi non è dei Comuni, in quanto questi purtroppo non hanno abbastanza fondi e che gli Assessori, in questo caso soprattutto quello alla Cultura, non possono tirarsi indietro. È intervenuto poi il Presidente dell’Associazione Armonia Cultura e Spettacolo, Giancarlo Sensidoni, che ha detto di “aver condiviso tutto quanto stato detto, aggiungendo che per aprire un’associazione ci vorrebbe una tranquillità economica e esortando chi sa fare qualcosa a metterlo in pratica". Ha concluso poi dicendo che chi deve portare avanti un progetto deve avere professionalità e passione e che è quindi il momento di unirsi per fare qualcosa di concreto. A prendere successivamente la parola è stato il Presidente dell’Associazione Padre Italo Laracca, Giorgio Maggiore che si è espresso brevemente dicendo che a parer suo il problema sarà della professionalità di chi gestirà quest’associazione, dicendosi molto preoccupato per l’aspetto amministrativo. A concludere gli interventi, prima di passare la parola al pubblico è stato Roberto Dominizi dell’Associazione Culturale Enogastronomica “Amici di Ratatouille” che ha voluto fare una puntualizzazione: “ Noi siamo giovani, ma preparati e specializzati; speriamo quindi di essere presi maggiormente in considerazione. Siamo giovani, ma non stupidi”. Tra le persone presenti nel pubblico, gli interventi sono stati interessanti e numerosi. C’è chi ha chiesto un piccolo spazio anche per il cinema che con questa nuova fondazione sembra non trovarne; chi ha dichiarato che se non si vuole questa fondazione bisogna però proporre una valida alternativa, con un programma più a lungo e largo raggio; e chi ha suggerito un maggiore coinvolgimento dell’intera città. Tra il pubblico, ha preso poi la parola il Consigliere comunale Stefano Pennacchi, il quale ha riscontrato nel progetto numerose criticità. “Il grande problema è che le fondazioni nascono per un qualcosa di omogeneo, dove ci sono troppi campi tra cui la gestione delle proprietà. Secondo me, la valenza dell’associazione va studiata e scomposta con una divisione funzionale, non si può fare un grande minestrone per poi uscirne con le ossa rotte. Inoltre, queste grandi scelte vanno sempre condivise, perché poi, a cose fatte, diventa un problema spiegarle”. La Dottoressa Emanuela Treggiari - ex assessore alla Cultura - ha espresso un suo dubbio riguardante un nodo cruciale, ovvero se la fondazione dovrà gestire solo il servizio, oppure se ci sarà un’esternalizzazione totale. Ha preso poi la parola il Consigliere Comunale Roberto Leoni, il quale ha detto che “in questa città per molto non è stato investito sulla cultura e che, a fronte di ciò, Velletri debba essere svegliata da un punto di vista culturale. Tutti insieme dobbiamo portare avanti questo obiettivo, cercando di capire in che modo si possa promuovere e gestire la cultura. C’è bisogno di capire quale sia la soluzione migliore affinché gli impegni perseguiti siano utili per la cultura della nostra città”.
Un intervento particolarmente acceso è stato quello di Mauro Leoni dell’Associazione “Amici del Monte Artemisio”, che ha dichiarato che, secondo lui, il problema è di responsabilità politica. “Perché chi ha proposto questa cosa della fondazione non ha aperto un confronto democratico”? questa la domanda principale di Leoni. A concludere la mattinata è stato Luigi Onorato che ha dichiarato: “ La città sta più avanti di noi ed è un obbligo offrire il servizio e per far questo è meglio appoggiarsi anche alle Associazioni che non al Comune”. Ha salutato poi tutti i partecipanti con la promessa di altri incontri, per approfondire la situazione e per giungere ad una conclusione che, come si è evinto, finora non c’è stata.

Giorgia Rossetti

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