Retrotopia, secondo Zygmunt Bauman, è l’inverso dell’utopia, è un’utopia rivolta all’indietro: è la nostra recente attitudine a collocare nel tempo passato – e non più nel futuro o in un luogo leggendario – l’immaginazione di una società migliore.
La tesi di Bauman è che oggi il cambiamento non sarebbe più pensato come un viaggio verso l’avvenire, quella terra incognita e immaginaria, insicura eppure favolosa sui cui lidi per secoli gli uomini hanno sperato e cercato di approdare, ma come un passo all’indietro, verso un tempo noto, rassicurante e, soprattutto, dotato di straordinarie potenzialità inespresse o negate. Ma questo cammino a ritroso non è una corretta salvaguardia della tradizione, semmai un segno d’impotenza. A spronare i Sindaci verso un pizzico di sana utopia è stato recentemente Sergio Mattarella nel suo discorso all'Assemblea ANCI 2019. Di seguito alcuni passaggi del suo discorso ai Sindaci presenti: Davanti ai mutamenti climatici, davanti alla necessità di una crescita compatibile con l’ambiente e con l’equità sociale, davanti agli obiettivi inderogabili dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite – avvertiamo in questo momento lo stretto legame tra comportamenti civili virtuosi e decisioni di governo adeguate. Il ciclo dei rifiuti, il riuso, l’energia pulita, la mobilità e i trasporti, la riduzione dei materiali inquinanti, la bonifica di aree dismesse, la riqualificazione dei centri urbani e delle periferie, l’economia circolare e l’apporto delle tecnologie più evolute: è chiaro a tutti che si tratta di ambiti sempre più interconnessi. Solo tenendo insieme crescita culturale e progresso scientifico, scelte politiche coerenti e forti legami di comunità, riusciremo a realizzare quanto richiesto da questo passaggio storico. Le città sono un motore decisivo di trasformazione. La forza propulsiva dei centri più grandi passa dalle università e dai luoghi di ricerca, dall’ottimizzazione dei servizi grazie anche alle reti digitali, da nuove pianificazioni urbanistiche, dalla crescita di infrastrutture immateriali, dal potenziamento della mobilità intelligente e sostenibile. Ovviamente non potremmo neppure parlare di “smart city” se trascurassimo la necessaria riqualificazione e la sicurezza delle periferie. E’ quanto mai opportuno che gli interventi in favore delle periferie urbane abbiano un concreto rilancio sul piano nazionale, e che riescano a integrarsi con adeguate misure sociali e di welfare. Il nuovo sviluppo richiede di tenere connesse le punte di eccellenza con la riduzione del divario sociale, la crescita di opportunità con la trasparenza e la legalità. Mettere a punto nuove idee e prospettive per aiutare gli enti locali a promuovere lo sviluppo del benessere dei cittadini e del territorio, attraverso la definizione di una programmazione efficiente è il senso dello studio condotto dall'Istituto per la Finanza e l'Economia Locale (IFEL) con l’Università Politecnica delle Marche, insieme a 20 amministrazioni comunali, tra cui la città di Velletri. I risultati, presentati giovedì 14 novembre a Roma nel corso del convegno "I Comuni sostenibili: metodi e strumenti per programmare e valutare il benessere dei territori", hanno messo in relazione il processo e gli strumenti utilizzati per definire le scelte strategiche dei Comuni, contenute nel Documento Unico di Programmazione (DUP), le risorse (indicate nei documenti di bilancio) e gli effetti prodotti dalle azioni programmate e da quelle realizzate (grazie agli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile - BES). Un percorso necessario, hanno sottolineato i relatori, per riuscire a raggiungere gli Obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, gli SDG. BES o SDGs? Usiamo lo schema dei 12 Domini dello Sviluppo Sostenibile o i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 per sviluppare politiche specifiche? Da un punto di vista concettuale si può stabilire una facile correlazione tra le due metriche. Importante è portare il concetto di misura alla base di ogni decisione di spesa del denaro dei contribuenti. Sarà questo il tema della prossima pubblicazione di Velletri 2030.