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Come superare le prove di un concorso pubblico per un corso di Dirigenti Psicologi

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Di recente molte Aziende Sanitarie stanno avviando procedure di selezione attraverso bandi di Concorso Pubblico per Titoli ed Esami, per la copertura a tempo indeterminato di posti di Dirigente Psicologo.
Da diversi anni lavoro per facilitare ai colleghi la preparazione alle prove concorsuali con la convinzione che condividere le esperienze contribuisca al percorso vario, lungo ed accidentato della costruzione della professione e, la partecipazione alle selezioni pubbliche, costituisca un’occasione di scambio, di riflessione e crescita. La nostra categoria professionale risente, da lungo tempo, di un posizionamento fragile anche se, ultimamente, le cose stanno cambiando. Credo che “fare rete” obiettivo, tra i primi, dell’Associazione Eppur si Muove, sia una delle chiavi per dare forza alla nostra categoria professionale. Mi preme rimarcare che, riguardo ai concorsi per Dirigente psicologo, nei bandi non viene data alcuna indicazione circa il programma e gli argomenti da studiare. L’unica informazione che troviamo è: “le domande verteranno sulla disciplina a concorso”. La “disciplina a concorso” è la psicologia che, nella sua seppure breve storia, è stata caratterizzata da un fiorire di contributi teorici e da un ampliamento di ambiti applicativi senza pari. La nostra professione trova campi di intervento e riflessione che si sono diramati fino a toccare numerose altre discipline, dando origine a molti filoni di pensiero e di azione e assumendo, in tal modo, una complessità e una ricchezza che ne fanno un settore di elevatissima complessità, qualora se ne vogliano conoscere tutti gli aspetti. La psicologia, nelle sue ramificazioni, come è avvenuto per la medicina, ha perso, di fatto, l’iniziale carattere di genericità e richiede oggi competenze e conoscenze specifiche per ogni ambito applicativo. Anche la medicina è una disciplina complessa e articolata ma i bandi di concorso per “dirigente medico” riportano un’indicazione di riferimento circa il programma sul quale verteranno le prove, in base alla specialità del medico: psichiatra, endocrinologo, pneumologo, solo per citarne alcune. Il fatto che anche gli psicologi siano tenuti alla scelta di uno specifico ambito di specializzazione post laurea, che caratterizza la competenza e consente ai professionisti di svolgere attività differenti e differenziate nel settore applicativo scelto, non è considerato, non trova un riscontro, una specificazione nei bandi. Allo stesso modo, non vede un precipitato negli assetti organizzativi all’interno della struttura pubblica: ci si aspetta che uno psicoterapeuta sia in grado di utilizzare i test anche se non è una psicodiagnosta, che possa essere nominato come consulente tecnico d’ufficio nei tribunali anche se non è uno psicologo giuridico, che sappia come trattare le dipendenze anche se non è formato in psicologia delle dipendenze, per fare alcuni esempi. Ne consegue che nelle prove concorsuali, uno psicologo potrà essere interrogato su ogni aspetto riguardante la “disciplina a concorso”: la psicologia.

LE PROVE

Le linee guida sulle procedure concorsuali, in merito alle prove indicano che “In presenza di un numero elevato di candidati, si può procedere a una preselezione” la quale “deve coniugare le esigenze di rapidità e di imparzialità con quelle di efficienza” l’obiettivo è esteso a “selezionare in base a un ragionevole criterio di merito, che privilegi i candidati in base alle loro effettive capacità e alla loro effettiva preparazione”. Le stesse linee guida indicano che la prova preselettiva, quando prevista, debba essere la prova che porterà all’esclusione del maggior numero di candidati, ne consegue che sarà la più difficile. Quando la prova preselettiva non è presente, la prima prova (prova scritta) sarà quella alla quale prestare la maggior attenzione perché finalizzata a ridurre, di molto, il numero dei candidati. Le domande su cui vertono le prove possano riguardare qualsiasi argomento teorico-applicativo nato all’interno delle scienze psicologiche, senza nessuna esclusione; fatto questo che impedisce a chiunque di monitorare il livello della propria preparazione e rende davvero molto difficile orientarsi su cosa e come studiare. Per quanto riguarda le prove successive (pratica e orale) è indicato, nelle linee guida, i quesiti formulati dovranno essere di un livello di difficoltà tale da selezionare il numero di candidati sufficiente a completare una graduatoria: se la prova è stroppo difficile si rischia di non poter raggiungere l’obiettivo. Per le ragioni esposte, nei miei interventi, propongo sempre di concentrarsi sulla preparazione della prova preselettiva o della prova scritta, quando la prima è assente. La prova pratica consiste, solitamente, nello svolgimento di un caso clinico con la consegna di formulare una diagnosi, di interpretare un profilo, frequentemente MMPI-2, e di elaborare un progetto terapeutico. In base alla mia esperienza, i colleghi esprimono una maggiore preoccupazione per questa seconda prova rispetto alla prima tuttavia, uno psicologo è in grado di formulare una diagnosi mentre è sicuramente più difficile che abbia memorizzato, in maniera dettagliata, modelli teorici, teorie e tecniche assegnabili a ciascun ambito applicativo e tutti i criteri diagnosti del DSM 5.

I DUBBI PIU’ FREQUENTI

Con riferimento alla prova preselettiva e alla prova scritta, quando si affronta per le prime volte un concorso, ci si chiede se usciranno quiz (domande a risposta multipla e chiusa) o domande a risposta sintetica (domande alle quali si può rispondere con una descrizione dell’argomento richiesto utilizzando poche righe del foglio, in genere cinque o sei). La normativa vigente, che disciplina le procedure concorsuali, prevede che si possano proporre entrambe le forme di quesiti. Di norma, bisogna fare riferimento a ciò che è specificato nel bando. La difficoltà nasce dal fatto che, nella maggior parte dei casi, la dicitura riportata è: “la prova consisterà nella soluzione di quesiti a scelta multipla e/o a risposta sintetica”; non è dato quindi di sapere, fino all’estrazione della prova in sede concorsuale, quale sarà la modalità di formulazione dei quesiti. Molti colleghi, con i quali ho avuto il piacere di confrontarmi, ritengono che si debba studiare in modo diverso in relazione al tipo di domanda che ci si aspetta. Per la mia esperienza, questa convinzione non trova un grande fondamento perché gli argomenti proposti nella prove (preselettiva, scritta e pratica) saranno oggetto anche della prova orale. Per una preparazione completa a tutte le prove di concorso, è necessaria una conoscenza, il più possibile completa, degli argomenti che permetta di formulare agevolmente una risposta a prescindere dalla modalità con la quale viene formulato il quesito.

“COSA CHIEDONO?”

In base alle linee guida sulle procedure concorsuali “Le materie delle prove di esame devono ragionevolmente corrispondere al profilo messo a concorso e alle competenze dei relativi uffici”. A tale indicazione consegue che il candidato debba conoscere cosa deve sapere e saper fare un dirigente psicologo, quale sia l’organizzazione del contesto nel quale andrà a lavorare e quali siano le relative norme e le leggi cui attenersi e tutto ciò che è incluso nella “disciplina a concorso”. Riporto qui uno stralcio, tratto dal primo mio lavoro sulla preparazione di concorsi pubblici da dirigente psicologo, nel quale ho tentato di riassumere i principali argomenti da inserire nel piano di studio che ciascuno potrà formulare autonomamente, in base alla propria attuale preparazione.

 “Più in generale, e per concludere, sarà utile conoscere definizioni e strumenti propri dei diversi ambiti teorici e di applicazione della psicologia e, al fine di fornire una prima traccia su come organizzare lo studio, si riporta di seguito una tabella contenente un breve elenco degli argomenti che si consiglia di affrontare almeno nei concetti generali (contrassegnati con un asterisco - *) e di quelli che richiederebbero una conoscenza approfondita (contrassegnati con un rombo - •). Gli argomenti suggeriti sono quelli maggiormente ricorrenti ad un’analisi empirica dei concorsi svoltisi negli ultimi anni in alcune regioni d’Italia.”


Nella logica della condivisione, del rafforzamento della nostra professione e per le ragioni esposte, l’Associazione Eppur si Muove, propone un corso di preparazione alla prova preselettiva anche alla luce dell’imminente concorso a 33 posti da dirigente psicologo nella Asl Roma 2



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