Siamo abituati a chiamare “gelosia” forme di controllo sull’altro e non “violenza” come dovremmo, così insegniamo ai ragazzi e alle ragazze che i comportamenti di ricatto emotivo, controllo, manipolazione sono accettabili e leciti.
di Ielena Caracci, psicologo e psicoterapeuta.
L’amore ai nostri tempi
Le coppie che nascono dalle prime esperienze amorose dell’adolescenza, nel nostro tempo, assumono caratteristiche che rimandano a vecchi e nuovi modelli di coppia, ma con una progressiva spinta a basare le relazioni sui sentimenti e sul desiderio delle persone piuttosto che su regole sociali e su modelli normativi; di qui, le modalità di stare con l’altro si sono ridisegnate assegnando centralità al desiderio e alla immediatezza del suo soddisfacimento. L’avvento dello spazio virtuale accessibile a tutti, anticipato dalla letteratura e dal cinema, come sempre avviene, oggi è esistente; i piani di realtà, all’interno dei quali costruiamo le nostre esperienze e gestiamo le relazioni, si sono ampliati: a quella ideativa e a quella tangibile si aggiunge un’altra dimensione. Le persone utilizzano, infatti, la rete per molte delle proprie attività quotidiane siano esse lavorative, ricreative o ludiche ma, anche affettivo – sentimentali – sessuali; ne consegue che una percentuale importante delle relazioni si gioca, all’interno di uno spazio virtuale. Questa porzione di relazioni subisce una contrazione dei tempi di comunicazione e si giova della possibilità costante di contatto e di presenza dell’altro, seppure non fisica. L’espandersi, inoltre, dello spazio di espressione e costruzione dell’identità, che la diffusione dell’uso delle tecnologie ha reso possibile, ha condotto ad una riduzione, se non all’impercettibilità, dei confini tra ciò che è pubblico, privato e intimo nella vita di una persona, con una esposizione di questa che non ha precedenti. In questo variare di modalità, piani, presupposti e punti di riferimento nello stabilire e nel gestire le relazioni, quelle caratterizzate da modalità violente si sono estese. L’individualismo, ricaduta sociale di una scelta solipsistica centrata sul senso di onnipotenza, diviene elemento essenziale di quelle relazioni che poggiano su un pensare, comunicare, agire che non considera l’altro con un perdita del significato che assume la sessualità in termini di espressione affettiva, intesa, intimità, condivisione e bellezza. In linea generale, si può osservare il passaggio da una cultura basata sull’inibizione dell’atto, propria di un tempo antecedente alla seconda metà dello scorso secolo, a una cultura che poggia sull’immediatezza dell’atto stesso, con conseguenze negative sulla capacità di guardare all’altro, elaborare desideri, emozioni, senso di frustrazione, idee, sentimenti, empatia, in una forma diversa da quella del passaggio all’agito. In questa immediatezza del soddisfacimento dei desideri, le modalità di stare nella coppia sono molto diverse rispetto al passato e permettono l’accesso al significato soggettivo che si vuole assegnare all’amore di coppia ma, per questo bisogna essere adeguatamente attrezzati fin dalle prime esperienze perché le relazioni d’amore in adolescenza sono importanti, potenti, coinvolgenti, complesse e formative. Un adolescente deve acquisire gli strumenti di lettura di sé e dell’altro e le competenze per entrare in una relazione sana, intima e basata sul piacere e sulla bellezza. La mancanza di sviluppo di tali strumenti, della consapevolezza di sé nel sentire e nell’agire genera relazioni difficili, spesso basate su forme coercitive scarsamente riconoscibili come tali da chi le agisce e da chi le subisce.
Quando inizia la relazione d’amore violenta?
Alla relazione di coppia si accede in adolescenza attraverso un investimento amoroso sull’altro che prescinde dalle sue reali caratteristiche. La graduale separazione dai genitori, inoltre, diventa necessaria per giungere a forme di “amore maturo”. Le relazioni genitoriali hanno un impatto sulla scelta del partner e sull’idea soggettiva di coppia: è frequente che nell'altro si cerchino delle caratteristiche proprie o opposte a quelle di relazioni già note, all'altro è chiesto di aderire a modalità che non gli sono proprie con il risultato che prima o poi si opporrà a tale richiesta. L’unione tra le persone non è affatto semplice, naturale e spontanea, è fatta di molte spinte e complicata dalla mancata acquisizione di competenze specifiche e conoscenza di sé. Si tende, infatti, spesso a non riconoscere le reazioni come personali, se ne assegna la responsabilità all'altro cercando spiegazioni del proprio comportamento all'esterno, ritenendo che sia il partner a suscitarlo. Tutto ciò poggia sulla poca conoscenza di sé e sulla disattenzione alle caratteristiche dell'altro. Stabilire una relazione intima centrata sul riconoscimento della separatezza e quindi anche sul rispetto è frutto di capacità acquisite, laddove queste sono assenti, non trasferite o sviluppate, si cronicizzano forme di ignoranza sulle quali poggia molta parte della violenza di genere.
Cosa possono fare gli adulti?
I temi legati alla relazione di coppia si associano oggi alla riflessione sulla violenza di genere e alla necessità di prevenirla, uno degli ambiti prioritari d’intervento nella popolazione dei giovani e dei giovanissimi. I programmi attuati, oltre ad essere numericamente esigui, sono prevalentemente orientati ad insegnare alle ragazze ed ai ragazzi come si possano difendere dal pericolo di eventuali aggressori contribuendo a costruire una rappresentazione duale vittima-carnefice. Interventi così strutturati allontanano dalla possibilità di trasferire conoscenze e competenze per costruire relazioni basate sulla bellezza dell’intimità, della condivisione, del rispetto, dello scambio. Da ciò risulta una relazione amorosa privata del suo significato profondo e della sua funzione evolutiva. Siamo, inoltre, abituati ad utilizzare un linguaggio diverso per ragazzi e ragazze quando parliamo di amore generando due distinte modalità di pensiero e comunicazione circa le relazioni affettivo-sentimentali, che difficilmente, nel corso della vita, potranno integrarsi in una comunicazione sintonica. Nella scuola si trasferiscono competenze per l’agire ecologico, si propongono progetti su molti temi per sviluppare competenze di tipo sociale. L’area dell'affettività e della sessualità, tuttavia, trova ancora un vuoto formativo eppure l’esperienza della coppia è un l'aspetto importante perché coinvolge totalmente ed intensamente la persona fin dalle prime relazioni amorose. L'educazione sessuale è lasciata ai materiali pornografici reperibili in rete dove la relazione affettivo-sessuale e i suoi attori sono rappresentati in modo molto diverso dal reale generando aspettative errate e la ricerca di falsi piani. Quando i ragazzi e le ragazze si avvicinano alle prime esperienze di coppia con competenze adeguate ad entrare in una relazione intima, ad ascoltare se stessi e gli altri, aspettare, sostenere e gestire il proprio desiderio si chiude il varco al controllo, alla manipolazione, alla limitazione della libertà dell’altro, alla violenza. E’ ormai noto come le esperienze di relazione di coppia segnate da forme di violenza, in adolescenza, rappresentino un fattore di rischio per l'uso di alcol, abbassamento del rendimento scolastico, dell'autostima e, soprattutto, per i disordini alimentari e per il suicidio. Lavorare in questo momento del ciclo di vita significa lavorare sul benessere della persona, costruire le fondamenta di relazioni positive e felici e ridurre la violenza domestica in età adulta.
Il centro Eppur Si Muove proporrà in autunno un incontro dedicato a questo tema in occasione della settimana del benessere sessuale promossa dalla Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica, rivolto a genitori, educatori ed insegnanti che vuole essere un’occasione di confronto e scambio sul al fine di poter pensare ed agire al servizio della salute e del benessere della persona nella relazione.