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La Asl Roma 5 vince un bando della Comunità europea arrivando settima in tutta Italia con il progetto RTPI

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Si chiama G-START ed è rivolto alle persone Richiedenti asilo e Titolari di protezione(RTPI) costrette a fuggire dal loro paese, vittime di violenza fisica e psicologica.
Grazie a G-Start nasce anche il primo documento sanitario individuale. Il progetto, presentato come capofila dalla Asl Roma 5 in partenariato con Istituto Superiore di Sanità e Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, è arrivato SETTIMO in tutta Italia ed è stato finanziato per un importo di quasi 600mila euro del Bando FAMI “Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020”. Dà vita ad un sistema integrato (una governance) colmando la grave lacuna della mancanza finora registrata di un sistema strutturato che va a coinvolgere direttamente tutti i gruppi di interesse con l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile ai bisogni di queste persone e degli operatori socio-sanitari. Diversi i servizi Asl coinvolti: distretti, servizi di igiene mentale, dipartimento di prevenzione, dipartimento materno-infantile, presidi ospedalieri. G-Start sta per Governance, Salute, Territorio, Accoglienza per Richiedenti asilo e Titolari di protezione: sperimentazione di un modello. Le difficili condizioni del percorso migratorio hanno sempre maggiore incidenza sull’insorgenza di vulnerabilità nella popolazione migrante e si sommano agli effetti delle persecuzioni, delle violenze e delle situazioni di precarietà da cui spesso gli RTPI fuggono. Di fronte a una popolazione giovane e tendenzialmente sana, gli effetti dati dal transito attraverso le rotte, dal passaggio e a volte dalla detenzione in Libia e dalla traversata del Mediterraneo, possono far insorgere disturbi post-traumatici e vulnerabilità psico-sociali, situazioni che in alcuni casi possono essere aggravate in Italia dalla situazione di incertezza sul proprio status e dalle condizioni relative all’accoglienza. La relazione sulla tutela della salute dei migranti e della popolazione residente del 18 novembre 2017, a cura della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, sottolinea proprio la necessità di intervenire preventivamente e tempestivamente sulle vulnerabilità.

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