In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
COMMENTO
Se per pigrizia non avete letto il passo del vangelo che la liturgia della II Domenica del Tempo di Natale ci propone, fatelo ora: “In principio era il Verbo…”. Lasciatevi condurre tranquillamente dai fatti che si succedono nel racconto del mistero e, oltre a godere della struttura poetica del testo, aprite la mente all’Amore che ad ogni costo vuole abitare dentro di voi.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l`hanno accolta.
Nel gioco che si intesse tra la “vita” e la “luce”, tra la “luce” e le “tenebre” c’è la piccola storia di ciascuno di noi. Ci sono le contraddizioni di un mondo che vorrebbe essere illuminato dalla gioia, la gioia, però, perché sia luce, esige l’atto responsabile dell’accoglienza. Le tenebre, poi, sono la guerra, sono l’odio contro il proprio fratello, sono la vendetta facile e la stupida rivalsa nei confronti di chi è più debole. Le tenebre sono l’egoismo e l’orgoglio di un popolo contro l’altro, sono le porte chiuse di una città nei confronti della Parola che si mescola provvidenzialmente ad altre parole per la salvezza del “mondo”.
…eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l`hanno accolto.
Il “mondo” non lo riconosce e i “suoi” non lo accolgono. I “suoi”, che allora erano i cittadini di Gerusalemme, oggi potrebbero essere le schiere dei tanti cristiani, indifferenti e restii a seguire l’itinerario che il Signore ha segnato all’interno dell’umanità. Il “mondo” di oggi, invece, è lo stesso di allora e continua, come allora, a non riconoscere nell’uomo che nacque duemila anni fa in Palestina il Figlio di Dio e ciò accade, purtroppo, anche per mancanza di testimonianze sincere.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Ancora prevale in certi ambienti cattolici il culto eccessivo delle norme, tanto da gettare ombre oscure sulla funzione naturale della Chiesa, che trova motivo di esistere solo se si nutre della stessa Grazia che lo Spirito sparge abbondantemente sull’onestà di ogni essere umano, solo se si lascia illuminare dalla Verità che Cristo Gesù continua a lanciare anche sulle vituperate moschee.
Don Gaetano Zaralli