Sono uno di quel mezzo milione di persone che quotidianamente scorrazzano gratis in treno su e giù per la penisola, non avendo nient’altro di meglio da fare. E lo faccio da decenni, ma c’è chi supera il sottoscritto per quanto riguarda i viaggi gratis.
Un noto quotidiano cartaceo nazionale qualche tempo fa ha pubblicato un servizio noto come “Il vitalizio dei ferrovieri”. L’autore dell’articolo probabilmente ignora, o comunque non lo dice, che le concessioni di viaggio furono accordate quale contropartita alla rinuncia ad aumenti salariali, oltre 40 anni orsono, e l’ex sindacalista Moretti non ebbe il ruolo che gli si attribuisce nel caso specifico, né questo ha contribuito a fruttargli in seguito la nomina di AD (come l’articolista lascia intendere). Anche perché all'epoca il futuro ex AD era un adolescente e non ancora dipendente di quelle che furono le Ferrovie dello Stato. Inoltre l’articolista ignora forse che altri, che nulla hanno a che fare con il gruppo delle Ferrovie Italiane dello Stato, usufruiscono gratuitamente dei servizi della società. Mi riferisco alla miriade di parlamentari, ex parlamentari, giudici costituzionali e alti “papaveri”, e non solo. Viaggiano gratis militari, carabinieri, poliziotti, guardia di finanza, vigili del fuoco, persino vigili urbani, limitatamente al territorio dove prestano servizio, e probabilmente molti altri. Tutte queste persone viaggiano sì gratuitamente, sui treni regionali, ma sono tenute a cedere il posto a sedere agli utenti paganti, ma risulta che spesso non solo si rifiutano ma addirittura deridono chi glielo fa notare, chiedendo di occupare il posto a sedere. Alcune di queste categorie dovrebbero viaggiare gratuitamente solo per motivi di servizio, ma risulta che in tanti usufruiscano di questo “beneficio” anche quando viaggiano per motivi privati, e abusivamente salgono anche su Interregionali e IC. Questo l’autore dell’articolo “Il vitalizio dei ferrovieri” lo sa ? O l’ha omesso consapevolmente? Nel caso o nell'altro, denota poca professionalità o ignoranza dell’argomento in cui si cimenta. Ci chiediamo se sia giusto consentire questo privilegio a categorie che potrebbero benissimo pagare il regolare titolo di viaggio, e non sarebbe il caso di riservare tale beneficio a categorie ben più disagiate...
Lettera firmata