E’ nel passaggio occasionale, “Casual bystanders” appunto, che Salvo Lombardo individua il luogo dell’interrogarsi sul senso dell’esistenza, sul proprio passaggio in questa vita e sulla conseguente qualità dello “stare”.
di Debora Petrocelli
VELLETRI - L’autore ha registrato per circa un anno e mezzo i gesti delle persone, dei passanti, in diversi luoghi pubblici, creando così una piccola enciclopedia del gesto occasionale (una mole di taccuini scritti a penna e numerati). L’occasionalità del gesto diventa la materia di indagine artistica di Salvo Lombardo. Il gesto quotidiano, apparentemente privo di senso, diventa dunque significante assoluto nello spettacolo che ha avuto luogo sabato, 11 novembre, al Teatro Artemisio-Volonté di Velletri. Il gesto, spogliato dalla sua propria connotazione ordinaria, scomposto dall’insistenza dello sguardo autoriale (punto di vista cosciente della sua assoluta parzialità, pur necessaria per essere vera), si ricompone nel corpo consapevole dei danzatori (Lucia Cammalleri, Daria Greco, Salvo Lombardo) e si staglia nella pagina bianca del palcoscenico vuoto. Lo spazio prende forma, via via più complessa, nella ripetizione dei moduli di azione eletti, e, insieme a proiezioni di luce e di suono, anch’essi modulari, si compone l’architettura dell’interrogarsi sulla qualità del proprio stare al mondo, nel passaggio casuale dato, nella propria finitezza, nella propria datità, inesorabile, da cui si può "essere informati" solo a patto di un personale, intimo, persistente atto di volontà. “Casual bystanders” appunto.