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Età pensionabile: si riparla di un aumento, tavolo tecnico tra Sindacati e Governo Gentiloni

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Ci risiamo: si riparla di aumento dell’età pensionabile. Il governo Gentiloni è deciso ad attuarla in tempi brevi, nel contempo apre un tavolo tecnico con i sindacati, ma esiste il fondato sospetto che sia solo il classico specchietto per le allodole.

di Antonio Della Corte




Il massimo che possano ottenere sarà la temporanea esclusione di alcune categorie, mentre la stragrande maggioranza dei lavoratori vede allontanarsi ulteriormente il giorno della meritata pensione. Posizione inaccettabile di un governo ostaggio di interessi finanziari e speculativi: l’unica cosa saggia sarebbe bloccare l’aumento dell’età pensionabile, già di per sé una delle più alte del continente. Ci chiediamo cosa dovrà accadere ancora prima che le organizzazioni sindacali si “sveglino” e recuperino un minimo di credibilità lanciando una grande mobilitazione di massa? Alla base di tutto ciò è la cosiddetta riforma Fornero che dovrebbe essere cancellata tout court, perché oltre che iniqua ed eticamente inaccettabile ha procurato ingenti danni non solo economici ma soprattutto umani, ed è di fatto insostenibile. I recenti dati ISTAT ci dicono che negli ultimi due anni sono sì aumentati gli occupati, ma solo tra gli ultracinquantenni, mentre è drasticamente diminuita l’occupazione giovanile. Si generalizzano i contratti precari e in sostanza l’occupazione non è affatto ripartita. Sono aumentati lavoro nero e precariato, il lavoro giovanile è sottopagato e praticamente senza alcun diritto. Si sono create le condizioni di una guerra tra poveri, in cui il cittadino non solidarizza con i profughi/migranti, anzi li vede come “nemici” invasori . Chi beneficia di questa situazione sono i signori della globalizzazione capitalistica, che possono contare su un costo del lavoro perennemente al ribasso. Il vero nemico non è chi ha fame e pur di avere uno straccio di lavoro, a volte rinuncia anche alla dignità, ma chi affama e trae enormi profitti da questo stato di cose. Siamo di fronte alla certificazione del fallimento del jobs act, con buona pace di Renzi, Poletti & C. Siamo in presenza di una situazione paradossale, di “anziani” costretti a rimanere al lavoro, senza interessi né stimoli, e giovani costretti a lavori precari e sottopagati con l’unica alternativa di andare all’estero, vivendo la medesima condizione di migranti. La Riforma Fornero non fu varata perché il sistema pensionistico era insostenibile, ma solo per fare cassa e assecondare i dicktat della famigerata troika UE. Anzi il rapporto tra contributi versati e pensioni erogate, è in attivo dal lontano 1996, e nel 2015 è stato di 1,6 punti di PIL, che significano 25 miliardi. Ci troviamo in presenza di una situazione di così palese ingiustizia, per cui è necessario e doveroso battersi ostinatamente per cancellarla.

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