Il laboratorio teatrale “Centostorie” sbarca a Nemi. Nella città delle navi di Caligola e delle fragole, grazie all’iniziativa della Biblioteca Diffusa “Giovanna D’Arco”, arriva una innovativa proposta per mettersi in gioco ed imparare. L’esperienza e la professionalità di Carla Petrella, regista e attrice molto nota nel panorama regionale e non solo, saranno a disposizione dei cittadini nemorensi: a partire da martedì 14 novembre, nella Sala dei Piccoli Comuni in Corso Vittorio Emanuele, dalle ore 20.00 alle ore 22.00 si terranno le lezioni di laboratorio.
Intervista di Rocco Della Corte
NEMI - Per comprendere meglio lo spirito di questa nuova iniziativa che compone la fitta programmazione della Biblioteca “Giovanna D’Arco” 2017-2018 abbiamo intervistato Carla Petrella, la quale ha risposto a quattro domande presentando la sfida che la attende nello splendido borgo castellano.
Carla Petrella, una nuova esperienza a Nemi dopo un curriculum ricco di attività. Puoi ripercorrere la tua esperienza professionale e artistica in poche battute?
Il teatro è entrato nella mia vita sin dalla scuola. Ho frequentato numerosi seminari, sia sulla commedia dell’arte che sul teatro shakespeariano, e studiato da auto-didatta il teatro di Stanislavskij. Prima di intraprendere i laboratori, mi sono dedicata a lungo all’attività attoriale e registica. È dal 2000 che annualmente curo laboratori teatrali, anche con esperienze nelle scuole primarie e secondarie del territorio. Abbiamo vinto diversi premi (il “Mazzella” al Quirino di Roma per ben due volte, il “Cerere” a Cerveteri, il “Gaber” ad Arcidosso e molti altri…) con i ragazzi. Nel proseguo della mia carriera mi sono dedicata, da quattro anni a questa parte, al teatro per i ragazzi diversamente abili. Tra le ultime attività, sia personali che con il mio gruppo, ricordo la vittoria del premio ad Albano Laziale con lo spettacolo “Parola di Campanile” (rappresentazione più gradita dal pubblico) qualche anno fa e l’inaugurazione, proprio lo scorso 21 ottobre, della rassegna nazionale di teatro e letteratura “Campaniliana”, dedicata ad Achille Campanile, dove abbiamo recitato di fronte a gente del calibro di Piera Degli Esposti, Vito Molinari, Giorgio Montefoschi, oltre al figlio dello scrittore Gaetano. Molti degli spettacoli portati in scena con il laboratori sono stati scritti da me.
A chi è rivolto il Laboratorio “Centostorie”? C’è una fascia di età privilegiata oppure dei canoni precisi a cui devono rispondere gli aspiranti attori?
Il Laboratorio è rivolto a tutti, dai 16 ai 100 anni! È naturale che per chi ha velleità professionistiche questa esperienza può essere formativa e propedeutica, farà da lancio a palcoscenici futuri. Non occorre alcuna preparazione, si parte da zero e ciò che conta è la voglia di sperimentare, mettersi in gioco, migliorare. Alla fine c’è sempre un’esibizione che è il culmine del lavoro, la raccolta dei frutti seminati.
Che tipo di attore verrà fuori dal Laboratorio e quali sono gli obiettivi che hai intenzione di raggiungere con i tuoi allievi?
Il discorso è molto ampio: chi fa laboratorio corregge i difetti di pronuncia, ma soprattutto lavora sulla propria autostima, vince la timidezza, cerca e trova delle formule per sentirsi più sicuro. Quello che mi fa piacere è contribuire alla crescita personale, oltre che culturale e professionale, degli allievi. Mi piace pensare che si acquisisca una percezione di sé migliore, una sicurezza maggiore nel parlare e nel relazionarsi con il mondo. Ho visto tante persone entrare a testa bassa ed uscire molto più sicure: una bella vittoria…
Se dovessi indicare, orientativamente, il numero di allievi che hai visto passare e crescere?
È una bella domanda! Non lo so, forse mille o più. Dalle Scuole (Magistrali, Liceo Classico, lo Scientifico di Velletri, le materne) ai laboratori sono stati davvero tante le persone che ho conosciuto. Una cosa meravigliosa mi è capitata qualche tempo fa: una ragazza, incontrata al termine di un saggio, mi ha riconosciuto e mi ha raccontato di aver pensato a me in un momento delicato della sua vita e di essersi salvata grazie a questo pensiero. Era stata mia allieva molti anni prima. È stata una sensazione meravigliosa.
Cosa ti aspetti dall’esperienza di Nemi, dunque, e cosa vuoi dire a chi martedì 14 novembre si presenterà alla Sala dei Piccoli Comuni per il primo incontro?
Nemi è una bella scommessa. Ogni anno nell’iniziare il laboratorio incontro nuove persone, ma calarmi in questa nuova realtà è stimolante, Nemi è una piazza da scoprire e mi incuriosisce mettermi alla prova con questa nuova sfida. Spero di vedere tante adesioni, darò il massimo come sempre.
Non resta che aspettare il 14 novembre per l’inizio del laboratorio, scrivendo e ascoltando cento e più storie con la Biblioteca Diffusa e Itinerante “Giovanna D’Arco” e con la brava regista e attrice Carla Petrella.