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Velletri 2030, la politica dovrebbe riflettere su come difendere i territori dagli effetti dei cambiamenti climatici

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"Ridurre il rischio di disastri naturali significa porre in essere sistematici sforzi di analisi e di gestione delle loro cause, anche attraverso la riduzione dell’esposizione ai rischi e della vulnerabilità di persone e beni, la gestione consapevole del territorio e dell'ambiente e una migliore preparazione agli eventi avversi." (United Nations Office for Disaster Risk Reduction - UNISDR, 2007). 

Velletri 2030

VELLETRI - Dice il Presidente Mattarella che la politica dovrebbe riflettere su come difendere i territori dagli effetti dei cambiamenti climatici.

Infatti, cambiamenti climatici sono certamente in corso, comunque la si pensi sulle loro cause e intensità, ed è certo che la politica non si sia ancora occupata seriamente del come difendere i territori dai loro effetti disastrosi. Per essere esatti, le pubbliche amministrazioni non sono ancora in grado di difendere i territori dai disastri naturali consueti, quelli che si ripetono periodicamente da secoli, ovvero di mettere in campo misure per attenuare gli effetti del normale maltempo autunnale, delle nevicate invernali, della siccità estiva. Per non parlare dei terremoti, che si ripetono con certezza e senza preavviso, con effetti drammatici in un Paese come l'Italia che, accanto alle recenti concentrazioni urbane, conserva e abita i centri storici . In molti casi, la gestione della cosa pubblica aggrava gli effetti dei disastri naturali invece di attenuarli. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: i torrenti tombati, le costruzioni accanto agli argini dei corsi d'acqua o nelle aree golenali, la mancata pulizia e manutenzione del reticolo dei canali di scolo, l’assenza di piani valanghe in montagna, l’abbandono dei boschi e la rinuncia ai tagli delle piante malate o pericolanti, le omesse misure antisismiche negli edifici pubblici, nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni. L'Italia, Paese molto esposto alle catastrofi naturali, ha bisogno di un "cambio di strategia" che porti a una "gestione preventiva e strutturata dei rischi". Lo ha ribadito il presidente dell'ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), Maria Bianca Farina, presentando uno studio dell'associazione alla giornata internazionale per la riduzione dei rischi catastrofali, Roma 13 ottobre, 2017. "I recenti interventi pubblici - ha affermato - stanno andando nella giusta direzione, come gli sgravi fiscali per gli interventi di adeguamento antisismico delle abitazioni. Ma è anche necessario adottare un sistema regolamentato di gestione globale e anticipata dei rischi". E il Comune di Velletri non è esente da tali rischi, basta consultare la Tavola sinottica pubblicata recentemente da ISTAT. Solo per citare un esempio, secondo l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) Velletri è classificato zona sismica 2B (accelerazione di picco su suolo rigido (ag) compresa tra 0.15g e 0.20g), il che comporta specifiche richieste per le costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, (ospedali, sedi comunali, .....), e per le costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi con riferimento ad eventuale collasso (scuole, chiese, centri commerciali, .....). Parlare di sviluppo sostenibile significa parlare anche di riduzione del rischio, inteso come quell'insieme di azioni intraprese da una Amministrazione al fine di ridurre le probabilità, le conseguenze negative, o entrambe, associate al rischio di disastri naturali.

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