Le sedie, un’opera di Eugéne Ionesco del 1952. Il vecchio, la vecchia, l’oratore. Questi gli ingredienti della rappresentazione teatrale a cura della compagnia stabile del Teatro di Terra andata in scena venerdì primo settembre, per aprire la serie di performances estive a cura della stessa struttura di via S. Crispino.
di Rocco Della Corte
VELLETRI - Una farsa tragica, come l’ha definita lo stesso drammaturgo francese, che presuppone grande attenzione da parte dello spettatore soprattutto per il grande quantitativo di personaggi invisibili e per un testo davvero ricco di insidie dal punto di vista della recitazione.
Nello splendido contesto di Piazza S. Crispino, sotto una luna sfumata dalle nuvole e nel cuore pulsante del vecchio borgo medievale di Velletri, la riproposizione dell’opera di Ionesco (la cui “prima” al Teatro di Terra si era svolta a giugno) ha trovato una suggestiva locazione e visto, nonostante il maltempo, un afflusso importante di spettatori (circa ottanta persone, tanto che le sedie – quelle del pubblico – erano tutte occupate e la gente è dovuta restare in piedi). Magistrali gli attori: Carla Petrella, nel ruolo della vecchia, non si è risparmiata offrendo una prova di alto livello come di consueto ed interpretando al meglio il copione. Edoardo Baietti, da parte sua, non è definibile più una sorpresa e ha recitato con intensità, determinazione, forza espressiva e capacità comunicativa. I due protagonisti sono stati affiancati dall'oratore, Francesco Tibaldi, l’oratore muto, che nella surreale atmosfera ha dovuto sfoggiare il suo repertorio mimico, come nel testo originale. La coppia, che si ritrova in solitudine, sente impellente il bisogno di comunicare al mondo il proprio messaggio, il proprio sentire. Indice, dunque, una riunione pubblica dove partecipano i più titolati ospiti, funzionari, blasonati, ambasciatori, fino ad arrivare all'Imperatore. Chiaramente per ogni ospite è necessario aggiungere una sedia, e il palco via via si riempie di nuovi posti a sedere per far accomodare questi personaggi invisibili che aumentano vertiginosamente. Per non sfigurare, poi, è molto importante coinvolgere un oratore. Nel teatro dell’assurdo tutto è possibile, però, e infatti colui che dovrebbe intrattenere la vasta platea immaginata è muto e rappresenta il paradosso conclusivo, la ciliegina sulla torta ad un testo nel quale il senso della vita di colpo sfugge di mano, nonostante le rivelazioni del vecchio dovessero trovare pieno compimento in una reunion generale. Ma i dialoghi stessi fanno intendere che in fondo qualcosa non si riesce a carpire, forse proprio quell'idea che i vecchi vogliono esprimere. Impeccabili gli attori, ma una menzione speciale va anche al regista Luigi Onorato che ha reso un testo così noto in maniera straordinaria. Al termine dello spettacolo, in quello scorcio di una Velletri che profuma di antico e con la luna che è tornata a splendere, l’assurdo si è sciolto nell'ammirazione verso gli attori e il regista, che hanno saputo offrire una rappresentazione di altissimo livello, difficile sia nella parte mnemonica che in quella interpretativa, senza contare la fatica fisica dello spostare ed aggiungere continuamente le sedie. Buona la prima, tuttavia, per gli appuntamenti estivi del Teatro di Terra: nonostante lo spauracchio del maltempo, la serata de Le sedieè stata gradevole e partecipata, ma la rassegna teatrale proseguirà fino al prossimo 10 settembre. Poi, restano le ombre sul futuro di una realtà come quella di San Crispino che comunque grida vendetta perché sul portone di ingresso del pittoresco Teatro campeggia ancora la scritta che ne annuncia la chiusura…
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