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Originalità, ricerca, qualità. Preziose "Sfumature d'ebano" alla Casa delle Culture

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Rina Mastrototaro, dopo la bella esperienza nell'ambito della rassegna "Chiostro in Musica", ha rilasciato un'intervista alla nostra testata per spiegare meglio ai lettori il tipo di musica che porta avanti il gruppo dell'ottetto di clarinetti.

di Rocco Della Corte

VELLETRI - L'esperienza di "Chiostro in Musica", nata grazie all'impegno di Valeriano Bottini e dell'Associazione Colle Ionci in collaborazione con il M° Claudio Maria Micheli, direttore della Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura Città di Velletri, sta offrendo ai veliterni una serie di appuntamenti di alta qualità e lezioni-concerto gratuite aperte alla cittadinanza nella splendida location rappresentata dalla Casa delle Culture, luogo molto apprezzato anche dalla stessa Mastrototaro che ha sottolineato la bellezza del posto e dell'Auditorium in particolare, invidiato da tutti i Castelli Romani.

A Rina Mastrototaro abbiamo chiesto alcune cose riguardo l'attività musicale del suo gruppo, la particolarità della stessa e i progetti futuri per un format che in Italia è ancora poco diffuso.

Rina, come nasce l'idea di un ottetto di clarinetti e da dove si compone il vostro gruppo?

Siamo colleghi e lavoriamo nella Banda nazionale dell'esercito. Questo ottetto di clarinetti ha origine come laboratorio e parte come un quintetto, che fa parte delle varie attività della banda dell'esercito oltre ad occuparsi di concerti, cerimonie e impegni istituzionali. Ha al suo interno quartetti e quintetti che funzionano autonomamente e che servono lì dove diverse situazioni, come ad esempio alcuni Festival, non richiedono la banda ma questo tipo di formazioni. Il nostro quintetto era un laboratorio perché sperimentavamo varie tipologie di programmi, dal duo al quintetto, fino a che non ci siamo resi conto che la vera innovazione poteva essere una formazione poco in uso in Italia come l'ottetto di clarinetti. 

Perché proprio un ottetto per un progetto così innovativo e ambizioso? Vi sono altre formazioni in Italia?

L'idea viene da alcune composizioni di cui siamo venuti a conoscenza. I brani musicali scritti per ottetto di clarinetti sono molto diversi da quelli per coro o per quartetto. Hanno molto più impiego all'estero, negli Usa o in Giappone, dove c'è un'attenzione maggiore alla scrittura per strumenti a fiato e orchestre di fiato e già a livello scolastico, fino all'Università, tutti suonano strumenti a fiato. C'è una grande mole di composizione che in Italia, attualmente, non esiste, e si rivolge a formazioni di fiati che impiegano tutta la famiglia. L'ottetto impiega, infatti, dal clarinetto piccolo al clarinetto contralto, o al basso e contrabbasso. Le cose cambiano a seconda delle esigenze del brano. Abbiamo prediletto brani originali con virtuosismo degli esecutori che puntano su un intreccio delle parti più complesso rispetto alle trascrizioni. In Italia, come accennato, l'ottetto ha meno successo del quartetto che procede con più brani originali di trascrizioni o dal repertorio francese. Suoniamo anche trascrizioni curate da noi, brani particolari, una fantasia sul Rigoletto che viene eseguita nella nostra versione col clarinetto solista. Facciamo anche delle cose con dei solisti a seconda del concerto. La scelta, insomma, è basata su un tipo di repertorio nuovo, credo che in Italia sia unico e lo portiamo avanti soltanto noi. Il perché di questa scelta è nell'intento di dare soddisfazione al pubblico e all'esecutore. Trattare Ensemble di clarinetti come una piccola orchestra dove ognuno ha la sua importanza musicale e solistica è un lavoro molto difficile e approfondito, di squadra, molto ben organizzato, ci richiede tempo e dedizione ma lo svolgiamo con passione.

Quindi l'Italia non ha ancora maturato pienamente un'attività sistematica di ottetto di clarinetti?

Non mi risulta in Italia ci siano compositori che si dedicano all'ottetto di clarinetti. E' una cosa che vedremo tra un po' di anni, ma esiste all'estero, seppur non diffusissimo. Alcuni brani entrano nel repertorio tramite concorsi per formazioni cameristiche: possono essere pezzi d'obbligo, oppure una serie di compositori contemporanei che si dedicano a comporre per ottetti come facevano i grandi del passato. Aspetteremo... 

Quindi, se all'estero esistono poche formazioni e in Italia siete gli unici, rappresentate davvero una novità assoluta nel panorama musicale?

Anche all'estero esistono più cori, piccole orchestre e cose del genere. Noi abbiamo fortemente puntato sulla peculiarità di essere otto per poter consentire ad ogni esecutore di esprimere al meglio le sue capacità ed essere più esposto e valorizzato. Ascoltare un concerto dell'ottetto fa sentire otto voci soliste. Alle volte facciamo brani con un solista e questi brani sono cuciti proprio sulle nostre caratteristiche.

Quali sono i progetti futuri in virtù della strada intrapresa?

Prima di tutto vogliamo continuare ad approfondire il repertorio affinché sia originale per l'ottetto, studiare trascrizioni non banali ma brani molto impegnativi che richiederebbero addirittura un direttore di cui però facciamo a meno perché ci coordiniamo da soli e mettiamo insieme con le prove passaggi complicati. E' una sfida il laboratorio che diventa ottetto per cercare una musica che abbia alte possibilità comunicazione, che sia incisiva e originale. Questo ci interessa e nella banda siamo molto stimolati nel proseguire anche quest'altro percorso cameristico perché completa molto di più la formazione. 

Quello di Velletri quindi è stato un concerto, oltre che di ottima qualità, prestigioso per la sua unicità?

Sì, è stato un bel momento come accaduto per altri concerti istituzionali e privati, ovviamente autorizzati. Noi possiamo anche fare concerti fuori dall'esercito come accaduto a Velletri, possiamo muoverci come gruppo cameristico di professionisti non militari. Ci teniamo a non ridurre l'ottetto a mero accompagnatore che suona i soliti arrangiamenti di brani per archi o cori di clarinetti. Cerchiamo la musica originale e tutti quei brani che possono essere ben resi da un ottetto di clarinetti. Continueremo quindi a sperimentare e cercare novità, originalità, e musica godibile per pubblico e musicisti. 

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