Ultimo struggente saluto al calciatore Simone De Marzi presso lo Stadio Comunale "Giovanni Scavo" di Velletri, alla presenza di tutti i familiari, gli amici, i compagni di squadra e i rappresentanti delle realtà sportive cittadine.
VELLETRI - Una tappa fondamentale, prima delle esequie religiose presso la Basilica di San Clemente a Velletri, gremita, per un ragazzo che aveva fatto del calcio una delle sue ragioni di vita ed era senz'altro una promessa vista la sua giovane età e le sue capacità. Il terribile incidente della scorsa settimana lo ha strappato all'esistenza in maniera inaccettabile, con quell'incendio che ha provocato la morte di Simone e del carabiniere 44enne Carmelo Ponzio, i cui funerali si sono svolti ieri a Pomezia.
Tantissimi gli amici, i conoscenti, gli addetti ai lavori, i compagni di squadra, gli allenatori, i rappresentanti delle società sportive che hanno voluto dare l'ultimo saluto a Simone non solo in Chiesa ma anche allo Stadio, dalle tribune, di fronte a quell'erba che tante volte De Marzi aveva calcato conquistandosi la stima e l'amicizia dei compagni a suon di gol e di assist, e soprattutto per il suo lato umano.
Commovente nella sua semplicità, partecipazione e carica emotiva la cerimonia, con il feretro che ha fatto il giro della pista di atletica tra gli applausi scroscianti e l'omaggio al numero 10 portato da tutti gli amici. Impossibile non restare toccati da questi momenti, inevitabile abbandonarsi a riflessioni che non troveranno mai una risposta. Tra le lacrime, infatti, la domanda più ricorrente è: perché? Tutti i presenti hanno salutato Simone, a cui è stato dedicato uno striscione, e tanti palloncini bianchi sono saliti verso il cielo. Un arrivederci spontaneo e di cuore che ha visto un'unione di tutti quelli che Simone lo hanno conosciuto e apprezzato, in campo e fuori, con la consapevolezza che adesso, il bomber con la maglia numero 10 starà giocando su una nuvola. La nostra Redazione si unisce sinceramente al dolore della famiglia e di tutti coloro che gli hanno voluto bene.
Foto: Angelo Sgueglia