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Inaugurata a Roma la mostra dell'avvocato Renato Mammucari sulla “Regina Viarum”

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Sabato 24 giugno, a Roma, presso l’Antica Cartiera Latina, sede del Parco Regionale dell’Appia Antica, il nostro illustre concittadino, avvocato Renato Mammucari, ha inaugurato una mostra pittorica sulla Regina Viarum da lui voluta ed organizzata con il supporto del Parco Regionale.

di Enza Melucci


ROMA - Il percorso espositivo è ricco ed interessante. È costituito da 34 opere originali di paesaggisti italiani e stranieri quali Piranesi, Lindemann Frommel K, Giere J, solo per citarne alcuni. Ricca è la raccolta di opere di Labruzzi: 10 in tutto di cui 8 acquetinte derivate da disegni realizzati durante il suo viaggio sull’Appia Antica fatto nel 1810. (Di lui esiste un’ opera raffigurante il nostro Ponte di Mele).

I numerosi visitatori ammirano con interesse le opere esposte. Colpisce un gruppo di persone attentissime, una guida spiega e descrive le opere fin nei dettagli ed una ragazza lo traduce col linguaggio dei segni ad ascoltatori non-udenti. Alcune opere sono state riprodotte su lastre di plexiglas: l’effetto è incredibilmente luminoso. Sul piazzale all’estremo sostano due carrozze d’epoca che, nei giorni successivi, trasporteranno i visitatori che lo desiderassero nel Parco della Caffarella che si estende intorno. I tanti visitatori accaldati vengono dissetati da una gentile signora che si stupisce del come mai si preferisca l’acqua al, pur fresco, vino.
Il nuovo interesse attorno alla storia dell’Appia Antica è un susseguirsi di celebrazioni ed iniziative lodevoli e stimolanti e spesso apportatrici di un grosso contributo documentario, storico ed artistico del passato collegandolo al presente. Questa mostra va vista in quest’ottica pertanto essa non è una sorta di “censimento” delle opere che illustrano l’Appia Antica e l’Agro Pontino come erano ma consente una lettura “ragionata” capace di ravvivare il sentimento di appartenenza “dell’essere stato” e quindi “dell’essere storico” dell’uomo, fuso all’ambiente in cui ha vissuto ed al quale appartiene. Rivivono quegli aspetti della nostra esistenza passata ma che si allontanano sempre di più. Nelle opere esposte vi sono rappresentate le vestigia della monumentalità della Roma Antica immerse in una natura tra il lussureggiante e l’acquitrinoso in cui viveva un popolo di derelitti che svolgeva faticosamente la sua esistenza vissuta tra povertà, malaria e perniciosa malinconia. Di quella realtà rimangono solo queste immagini che raffigurano ruderi ma anche uomini, le loro lestre (capanne di paglia); gli animali che con lui l’abitavano (pecore, buoi, bufali “immobili”, cavalli). Sono uomini macilenti vestiti di stracci, immersi in una solitudine silenziosa e grigia. Lo stesso Charles De Brosses ne attribuiva la causa all’insolubilità dell’aria: la malaria, che provocava una morte lenta e tormentata.
Quei paesaggisti sia stranieri sia romani trassero spunto da quell’ambiente tramandandocelo. Essi erano suggestionati anche da quella mentalità romantica che ebbe una parte non secondaria nell’ispirare il “Grand Tour” così di moda nel ’700 ed ‘800 europeo. Quell’ambiente fu cancellato durante l’epoca fascista con la Bonifica dell’Agro Pontino. A noi rimane il compito gravoso ma morale e civile di conservare, tutelare, divulgare quello che rimane del nostro passato considerato in una stratificazione verticale che va dalla preistoria ai giorni nostri. Renato Mammucari, innamorato del suo paese, ricercatore elegante ed appassionato, è impegnato anche in questo processo di recupero storico-ambientale. La sensibilità e l’attenzione con cui è stata organizzata la mostra stupisce positivamente ma lascia l’amaro in bocca al pensiero che avrebbe potuto essere ospitata a Velletri. A chi, dopo aver letto, venisse voglia di visitare la mostra ed il Parco, suggerisco di rivolgersi a: www.trambusper.com; www.parcoappiaantica.it; numero verde 800281281;  il bus n. 118 delle linee urbane di Roma; La mostra rimarrà aperta fino al 29 luglio 2017 col seguente orario: dal martedì a domenica dalle ore 10 alle 18.

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